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Autore: civia93    30/04/2010    26 recensioni
Ciao! Questa è la mia prima fanfiction!
Allora, dopo Breaking Dawn sono passati 15 anni, e i nostri eroi continuano a vivere sempre nello stesso posto, evitando di frequentare Forks.
La piccola Nessie è cresciuta ormai, e nonostante si possa tranquillamente definire una donna, preferisce comportarsi da adolescente di 15 anni.
E io qui vi propongo un po' di avventure riguardo proprio la vita di Nessie, che si ritrova a fare i conti con una famiglia di vampiri, un fidanzato licantropo e le classiche cose di un'adolescente di 15 anni.
1° ciclo "Inizio nella nuova scuola": [concluso]
2° ciclo "Vampiro ad Halloween": [concluso]
3° ciclo "Impriting sbagliato": [concluso]
4° ciclo "Christmas time": [concluso]
5° ciclo "Gita in Italia": [concluso]
6° ciclo "Soggiorno dai Volturi": [concluso]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Renesmee Cullen
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Buonsalve a tutti! =D
Come state?? Tutt'apposto??
Allora, che ne dite di questo tempo da mare??
Fantastico, vero???
Non per me! -.-
Primo: non un minuto libero per il cambio di stagione
e mi ritrovo ancora i maglioni di lana nell'armadio
Secondo: sono chiusa in casa da tre giorni ormai, in quarantena,
perchè mia madre è convinta che stia ancora male (mai stata meglio di così)
Che bello.... -.-


ale04_94:  ciao!! =D  si, mentre scrivevo l'immagine di te con l'ascia in mano che mi minacciavi era molto pressante....XD  Marcus ci arriverà... è intelligente... prima o poi! =P  e già, non mi ero accorta del grave errore di grammatica... se le leggesse la mia professoressa delle medie... aiuto! me lo diceva sempre "chi sbaglia i congiuntivi è un ignorante!" -.-''' eccola!! grazie per avermelo fatto notare, e scusami per l'erroraccio... l'ho corretto subito... che vergogna... -.-'''  mi hai commosso... ç.ç ....quando hai detto che questa storia ti mancherà... davvero, sto piangendo! grazie grazie grazie! grazie di aver recensito, grazie di avermi seguito, grazie di aver letto di qst ff... e sapere che ti mancheranno i miei capitoli mensili non fa altro che riempirmi di gioia! Grazie di tutto! =D
Hale Lover: ciao!! =D tranqui, Darko Bello era con me anche quando ero dispersa! XDXD ahahaha! te l'ho fatto prendere un colpo con quello scherzetto, vero!???! XDXD me perfida e si diverte! XP uao! più originale della Meyer!! questo si che è un complimento!! mi commuovo... ç.ç  beh, devo ammettere che se avessi fatto morire Nessie alla fine un po' mi sarebbe dispiaciuto... mi ci sono affezionata alla fine... come se fosse una parte di me... ok, adesso la pianto di fare la poetica! -.-''  cmq, prima che tu vada a leggere il capitolo, ti volevo ringraziare... ringraziare per recensito, ringraziare per avermi seguito, ringraziare per avermi letto.... grazie grazie grazie! davvero, grazie.... un bacione! =D
Renesmee_CuLLen: ciao!! =D  sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! ^^ spero anche quest'ultimo.... scusa se cio messo un mese per aggiornare, ma visto che era l'ultimo capitolo me la sono presa comoda.... in ogni caso, ti volevo ringraziare per il tempo che hai dedicato a questa ff... davvero grazie mille!! =D
puzzonaedbell: ciao!! =D  modestamente, il piano di Nessie l'ho inventato io... ok, ora la pianto di vantarmi.... -.-''' mi dispiace cara, ma niente da fare.... la ff finisce qui, con questo capitolo.... non so se scriverò mai un seguito, anche se le idee ci sono.... ma per adesso ho un altro progetto in mente... ah, prima che mi dimentichi, grazie di tutto! sul serio, grazie per aver letto questa storia, averla recensita, e avermi seguito con i miei soliti tempi lunghi.... davvero grazie! bacio... =D
Lallix__: ciao!! =D  bravissima! ci sei arrivata subito che Nessie non poteva morire, perchè altrimenti si sarebbe scatenato il caos tra i due clan! anche se, come finale ipotetico poteva andare... insomma, come hai detto, scrivevo altri 6-7 capitoli in più! ma lasciamo stare! tutto è bene quel che finisce bene! =D=P  ti ho fatto versare due lacrime!!??! OMG!! anche questo è un record da segnare! XDXD hai fatto bene a trattenerti, anche perchè se no addio computer!   ma si, cosa vuoi che sia! un trono più, un trono meno... che gliene frega! u.u   visto che me lo chiedi, te lo dirò: la love story tra Darko e Jane continuerà fino alla morte... di uno dei due! non faccio nomi! ma questa è un'altra storia... scusa se non sono riuscita a postare prima del 27 aprile, ma me la sono presa comoda per via che era l'ultimo capitolo... sorry! ^^'' cmq, dove te ne vai di bello?? =D   a parte di tutto, ti volevo dire grazie... grazie di avermi seguito, grazie di avermi sopportato, e grazie per aver letto questa storia!! un bacione!! =D   PS: grazie per il voto, davvero, ma con il concoerso centro ben poco! ^^'''
MimiMiaotwilight4e: ciao!! =D com'è andata la verifica?? spero bene...! =D  andiamo, non potevo far succedere niente... per la mia incolumità! hai detto benissimo.... per cui, visto che sono stata magnanima e non ho fatto morire nessuno, potresti anche gettare nel fuoco la tua mazza da baseball... ke ne dici? ^^'''  sai, metti soggezione... XD e non ti preoccupare per Marcus, alla fine riuscirà a capire tutto... prima o poi... beh, e adesso partono i ringraziamenti.... grazie per avermi seguito da sempre... grazie per avermi letto così assiduamente... grazie per avermi recensito quando potevi... e grazie per avermi sopportato: non sono una con un carattere facile! -.-''' grazie di tutto! un bacio! =D
Lady_Queen: ciao!! =D  obiettivamente, Nessie riesce a scappare dalla furia di Aro e poi l'ammazza Marcus? puoi ben capire che c'è una qualche incoerenza o.O  Darko e Marcus con i Cullen? mmm, interessante... magari per un possibile seguito... XDXD non ci sperare... per adesso! XP  grazie per l'uovo! =D  e anche grazie per avermi seguito, grazie per aver letto tutti i capitoli, e grazie epr aver sopportato una semi-scrittrice ritardataria e strana come me! davvero, grazie! =D
Nessie93: ciao!! =D  tagliare il capitolo era solo per  farvi una bastardata... farmi godere un po' nel vedere voi col fiato sospeso... ma poi, mi sono detta che magari mi uccidevate in blocco, e in fondo vi voglio bene, che ve l'ho postato tutto intero! si, quando voglio sono brava! =D  Marcus insieme ai Cullen... il quadretto è carino, ma per adesso è meglio lasciare le cose così come stanno! =P  grazie per i complimenti... come al solito sei sempre troppo gentile!! e grazie anche per avermi seguito per tutto questo tempo, per aver aspettato i miei capitoli anche dopo un mese, e per aver sopportato una come me... lo riconosco, non ho un carattere facile! -.-''  grazie di tutto cara, un bacione!! =D
noe_princi89: ciao!! =D sono strafelice che l'esame sia andato bene! lo sapevo che ce l'avresti fatta! =D  su msn ormai, non ci entro più... non so, forse perchè la cosa non mi attira più come prima, o frose perchè non ho quasi mai tempo...  speriamo che questo ultimo capitolo concluda in bellezza, e che il bentornata sia di tuo gradimento... =D  e per concludere, grazie! si, ti devo ringraziare per avermi letto, per avermi seguito, per esserti sopportata una tizia strana come me, e per avermi recensito. davvero davvero grazie!! un bacione =D
Paretta: ciao!! =D  daje!! e annamo, che è andato tutto bene!!  già, sono un genio! si, perchè il piano l'ho inventato io, poi l'ho dato in mano a qui due... modestamente.. ù.ù  si, adesso la pianto di vantarmi... sono patetica! -.-'''   non ciavevo pensato!! che carina quest'idea!! si, Marcus che ogni due settimane (facciamo anche due mesi, se no è troppo presto) va in America per salutare Nessie... oh., ma che carino! è adorabile come idea!! =D brava!! e adesso, vai con i ringraziamenti! grazie, per avermi segutio fin dall'inizio e grazie per aver speso un po' del tuo tempo a leggere e recensiere questa storia! grazie di tutto! =D
mileybest: ciao!! =D troppo! troppo! troppi complimenti.... non li posso accettare! grazie! =D  già, un po' per Marcus diaspiace, ma se vogliamo raggiungere uno scopo, qualcosa dovrà pur essere sacrificata! O.o e sta frase molto poetica, da dove mi è uscita??? mah, va beh! spero che il ritorno a casa ti piaccia... insomma, non mi va di deludervi all'ultimo capitolo! XD  davvero ti sei affezionata alla storia!??! me piange ç.ç  davvero, grazie! grazie di tutto... del tempo che hai passato a leggere, del tempo che hai passato a recensire... del tempo che hai aspettato per leggere un mio capitolo... che ci vuoi fare, io sono così! un bacio! =D
Ely_11: ciao!! =D beh, tesoro se sei abituata ad aspettare i secoli, allora dopo quest'ultimo mio mese di attesa sarà come di tornare alla normalità per te! XDXD  certo, fare tardi anche con l'ultimo capitolo... è un tocco di classe: non mi smentisco mai! =D  e colgo l'occasione per ringraziarti.... ringraziarti del tempo che hai dedicato a questa storia e soprattutto per aver sopportatao una come me, con un carattere odioso! -.-'' un bacione!!! =D
NemoTheNameless: ciao!! =D si, immagino che per Marcus quello è stato davvero una scena comica... ho riso io mentre la scrivevo! XD  per quanto riguarda i tuoi dubbi, ti rispondo subito: effettivamente come argomenti erano ben validi, e Aro ne avrebbe dovuto aver paura... ma poi, ho pensato che se lasciavo che Aro liberava Nessie per questi due argomenti, lei avrebbe sicuramente detto la verità a Marcus... e allora guerra! ovvio, avrei dovuto descriverla perchè Nessie & co. ne avrebbero fatto parte... come puoi ben comprendere, se volevo far finire la storia non era proprio un ottima idea! -.-'  e infine volevo ringraziarti per avermi seguito, ringraziarti per aver recensito, e per aver speso una parte del tuo tempo a leggere questa storia...grazie di cuore! =D
_alice cullenzina_: ciao!! =D eh già, l'ultimo capitolo!! beh, se proprio vuoi parlare con me, puoi sempre mandarmi un e-mail! XDXP  un'altra ff? beh, due è tre idee ci sono... il tempo, non molto... ho un altro progetto che bolle in pentola... un libro? magari! sare la donna più felice del mondo... anche se provare non costa nulla...  ti prometto cmq, che se qualcosa scriverò (anche la lista della spesa XDXD )  te lo dirò! =D  e grazie quindi per tutto il tempo che hai dedicato alla storia, allae recensioni, e a me che non sono propria una tipa normale!! un bacione =D
memols: ciao!! =D beh, che dirti? grazie per aver dedicato tutto questo tempo a leggere la mia storia!! davvero, grazie!! spero che l'ultimo capitolo sia ti tua gradimento! =D
Dreamerchan: ciao!! =D cosa ti potevi aspettare?? quella ragazza è un genio... l'ho sempre detto io che è degna figlia del padre... XDXD  e Aro fa ridere perchè è Aro! XD strano, dovremmo temerlo, ma ormai è uno di famiglia.... XP  ti mancherà la mia storia?? sul serio?? ç.ç me piange di gioia... ti ringrazio per questo... e non solo: grazie anche per il tempo che hai ritagliato per leggere la mia storia e per recensiere, e soprattutto grazie per avermi sopportato! =D
kiriri93: ciao!! =D uao! in poche ore hai letto tutto quello che ho scritto in un anno e mezzo!!??! O.O sono impressionata... sul serio... e sono contenta che ti sia piaciuto tutto!! si, Sulpicia che da del deficente ad Aro è fantastico!! ho riso come una pazza quando mi è venuto in mente!! XDXD  allora, che altro! ah certo, grazie! grazie per aver letto tutti i miei capitoli in un giorno e grazie per aver recensito! =D
LAZIONELCUORE: ciao!! =D  davvero l'adori?? beh, sono contentissima!! =D perchè ho inserito i Volturi?? beh, mi era venuto in mente l'idea che Nessie poteva entrarne nella loro Casa e da lì poi è partito tutto.... e prima di lasciarti leggere l'ultimo capitolo, ti volevo ringraziare per aver dedicato del tempo a questa storia... per averla letta e per averla recensita! grazie! =D
ale_sele: ciao!! =D sono contenta che la storia ti piaccia... !! =D spero che anche lìultimo capitolo sia di tua gradimento... sai, ci rimarrei male nel deluderti proprio con l'ultimo!! ^^''' si, lo so cio messo tempo a scrivere e postare questo capitolo, ma sinceramente me la sono presa comoda visto che era l'ultimo... XDXD e adesso ne approfitto per ringraziarti del tempo che hai spedo nel leggere questa storia e nel recensirla!! grazie mille! =D
lupo_sorridente: ciao!! =D  piacere simona, silvia! =)  lascia il tempo... manca sempre! -.-'''  a) modestamente, lo so! ok, basta vanterie! -.-''  b) sono contenta che la storia ti piaccia!! beh si, con l'andare avanti diciamo che mi sono "specializzata"... all'inizio erano pagine che scrivevo tanto per, ma con il tempo ho capito che potevo rendere immagini nitide con le parole... insomma, matura la storia maturo ankio! XDXD  è ovvio che Ashley è solo una copertura... avevo pensato a te quando ho scritto dell'impriting... ma sai com'è, ho preferito non scrivere il tuo vero nome... avrebbero potuto pensare che facevo preferenze u.u  XDXD  Michael Sheen è diventato un dio da quando ha fatto quell'interpretazione di Aro... è perfetto! cioè, esattamente come me l'ero immaginato... un genio! si, sono un po' Aro fan... forse sono anche l'unica! o.o  comunque, grazie per i complimenti.... e grazie per avermi letto... e grazie per aver recensito... e grazie per aver aspettato questo capitolo!! insomma, grazie di tutto!! un bacione =D


OMG...
Questa è l'ultima volta che risponda alle vostre recensioni...
Sto piangendo... ç.ç
Ormai mi ci ero abituata...
Mi ero affezionata a voi...

Basta! Evitiamo le lacrime al capitolo finale!
Coraggio....

Ecco a voi 14 pagine di ultimo capitolo..!!



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40. Casa

Le porte scorrevoli dell'aeroporto si aprirono. Di fronte a me, casa. Il familiare paesaggio plumbeo di Port Angeles mi accolse per darmi il benvenuto. Anzi, il bentornata. La flora dello stato di Washington non mi era mai sembrata così rigogliosa come in quel momento: la foresta, gli alberi, i cespugli, anche quei tre fili d'erba che spuntavano tra le crepe dell'asfalto, erano accesi di un verde scuro brillantissimo, che quasi non ricordavo più. Il cielo era la perenne coltre di nuvole che 360 giorni l'anno copriva questo angolo d'America, e la sua aria fredda e colma d'umidità mi fecero sentire al sicuro. E le montagne, che frammentavano l'orizzonte con le loro cime altissime, concludevano il paesaggio con somma eleganza che quasi mi venne da piangere.

Non so per quanto tempo rimasi a fissare il paesaggio che si stagliava di fronte ai miei occhi. Non lo avevo mai fatto prima. Quei monti, quella vegetazione, quelle nuvole, c'erano sempre state ogni mattina che mi alzavo e ogni notte che andavo a dormire. Erano lo sfondo della mia vita, e non ci avevo mai fatto realmente caso. In quel momento, dopo quasi due mesi di assenza da casa, quel paesaggio non mi parve un semplice sfondo, ma lo spettacolo più bello che avessi mai visto.

-Ciao casa- mormorai -Sono tornata.

Finalmente mi sbloccai: non mi ero resa conto di essere rimasta immobile al centro dell'ingresso principale. Presi il trolley e mi diressi verso la fermata dell'autobus. Al centro informazioni dell'aeroporto avevo chiesto riguardo ad un possibile passaggio fino a Forks. In taxi mi sarebbe costato una fortuna, e non avevo nessuna intenzione di farmela di corsa con la valigia in mano e lo zaino sulle spalle. Fortunatamente c'era una linea di autobus che partiva dall'aeroporto e passava anche per Forks. Optai per quella possibilità. Anche perché era l'unica! Certo, avrei potuto chiamare i miei e farmi venire a prendere, ma volevo fargli una sorpresa.

L'autobus stava per partire. Caricai la mia valigia nel portabagagli, feci vedere il biglietto comprato poco prima all'autista e salii su. Mi sedetti in fondo, al posto vicino al finestrino, e occupando quello affianco a me con lo zaino. Non volevo essere disturbata da nessuno. Mi misi le cuffiette dell'iPod nell'orecchi e aspettai che l'autista mettesse in moto. Fai in fretta, voglio andare a casa!

Dopo circa 10 minuti l'autobus partì, e mi ritrovai con la fronte attaccata al vetro mentre l'mp3 delle melodie di mio padre mi risuonava in testa. Guardavo la strada senza vederla. Da quanto tempo era che non sentivo le canzoni di Edward? Troppo. Circa due mesi. L'mp3 non rende come dal vivo, e inoltre nella Casa non avevo né il tempo né la voglia di sentirle: troppo da fare e troppo da ricordare.

Fu in quel vorticare di pensieri e accordi musicali che mi tornarono alla mente alcune immagine sfalsate del mio soggiorno in Italia: gli immensi corridoi della Casa, le iridi scarlatte delle guardie, la faccia compiaciuta di Aro, l'espressione disgustata di Caius, la tristezza del mio maestro Marcus, l'altezzosa Sulpicia, Jane sconfitta dalla sottoscritta, il mio amico Darko, le mura medievali di Volterra, il sole di mezzogiorno, la rabbia e la disperazione di essere stata catturata, la felicità e la soddisfazione di essere tornata libera. E più di tutti, il riflesso allo specchio di me, con il mantello e con gli occhi marroni sfumati di rosso. Guardia.

Chiusi gli occhi e sorrisi: passato. Tutti quei ricordi appartenevano al mio passato. Non al mio presente, e assolutamente non al mio futuro. Passato, punto e basta. Rivangarli era solo per raccontarli, per ricordo, oppure per imparare dagli errori. Perché tutta quest'avventura mi è servita da lezione. Lezione che ho imparato e che da quel momento in poi avrei sempre seguito.

Abbandonai i miei pensieri riguardo la mia ultima gita scolastica, e lasciai vagare libera la fantasia sulle note della ninna nanna di Bella, mentre dal finestrino vidi il profilo della cittadina farsi sempre più vicino. Sentii il cuore iniziare a battere vorticosamente mentre il respiro affannava: Forks. Quel minuscolo agglomerato urbano sembrava come una luce in un baratro buio. Non mi aveva mai entusiasmato come città, altro carattere ripreso da mia madre: piccola, poche case, poche persone, pochi luoghi di intrattenimento, poco tutto. Però era la mia casa. E l'amavo per questo. Solo in quel momento capii che se mi fossi trasferita in qualsiasi altra parte del globo, non mi sarei mai sentita così bene come lo ero a Forks. È una parte di me. Una parte che mi era mancata da morire in quel periodo di prigionia.

Il pullman si fermò nel centro di Forks. Centro, meglio dire punto di riferimento per tutti gli abitanti della cittadina. Scesi solo io dall'autobus. Non che fosse pieno di persone: i miei compagni di viaggio erano stati una signora anziana che dormiva appoggiata sul sedile, ronfando e con un rivolo di bava all'angolo della bocca, e un ragazzo di cerca trent'anni che stava leggendo con particolare attenzione un tomo scritto piccolissimo. Non deve essere una linea molto frequentata.

Recuperai la mia valigia e l'autobus ripartì. In giro per la strade non c'era nessuno. Beh, non sei in una metropoli, e sono comunque le 5 di domenica mattina. La gente normale starà riposando. Certo, la gente normale, ma i vampiri non dormono mai.

Mi feci coraggio e m'incamminai verso casa Cullen. Sentivo la stanchezza invadermi tutto il corpo, ma l'eccitazione di essere finalmente a casa era più forte. Neanche sull'aereo ero riuscita a dormire: 12 ore passate a sentire musica, scrivere sul mio diario due o tre righe su quello che avevo passato, disegnare qualsiasi cosa mi passasse per la testa. Ma di dormire, non ne volevo proprio sapere. Ad un certo punto, mi ero messa perfino a giocare a carte con la hostess mentre il resto dell'aereo era tra le braccia di Morfeo.

Dopo molto camminare e molte canzoni del mio iPod, mi ritrovai di fronte alla strada sterrata che conduceva a casa Cullen. Ci siamo. Mi sentivo come un lottatore di boxe prima di salire sul ring. Non sapevo neanche spiegarmi il perché. In fin dei conti, non dovevo fare niente di complicato, niente di rischioso. Dovevo solo tornare a casa. Dannazione Nessie, ma tutta questa agitazione da dove è uscita fuori? Dalla felicità. Probabilmente dalla felicità che avevo per essere lì, di nuovo. Respirai profondamente, sentendo gli occhi pizzicare. Non iniziare a piangere che ti do una pizza in bocca che te la ricordi per il resto della tua vita!

Iniziai a camminare lungo la strada sterrata, in silenzio, lentamente. Unici compagni, gli immensi alberi della foresta che costeggiavano il sentiero quasi invisibile. Cercai di calmarmi, di evitare di piangere, e di concentrarmi solo sulla musica. Non volevo arrivare dai Cullen con le lacrime agli occhi e tremante come una foglia al vento. Per l'emozione ci sarebbe stato tempo dopo, quando li avrei rivisti e riabbracciati. Su Nessie, dai! Mi stai diventando una femminuccia! Solo al pensiero già hai gli occhi lucidi! Un po' di spina dorsale, ragazza!

Finalmente arrivai. Di fronte a me, casa Cullen. Il suo stile inconfondibile, le sue pareti bianche, le sue finestre originali, il suo immenso garage, tutto mi fece sentire realizzata. Per circa due mesi il mio obiettivo era stato quello di poter tornare a vedere questo inconfondibile profilo che si stagliava nella foresta, e alla fine l'avevo raggiunto. Posai sul trolley lo zaino e mi tolsi le cuffiette dagli orecchi. Mi avviai verso la porta, oltrepassando silenziosamente la veranda. Stavo per bussare, tutta eccitata, quando mi accorsi che la porta era semiaperta. Rimasi di stucco. Mi hanno sentita arrivare? Mi hanno lasciato la porta aperta apposta? Volevo fargli una sorpresa, e invece mi avevano guastato il piano. Ma poi sentii delle voci. Delle voci molto familiari.

-Avanti Alice, ti prego, cerca di concentrarti.

Mamma.         

-Ci sto provando Bella, ma non riesco a fare di più.

Zia Alice.

-Non riesci a fare di più? Vuoi dire che l'unica cosa che vedi sono i Volturi senza Nessie!??

Papà.

-SI!! Ma se forse la piantassi di stressarmi, riuscirei a vedere qualcosa in più!

-Edward calmati, tua sorella sta facendo del suo meglio.

Nonna.

-Lo so, lo vedo! Non faccio altro che concentrarmi sulle sue visioni! Non sento i pensieri di nessun altro tranne i suoi!

-Secondo quello che ti ha detto Nessie, il suo piano si sarebbe concluso in pochi giorni. È probabile che ora sia in viaggio verso casa?

Nonno.

-È probabile, certo, ma allora sarebbe già qua no? Quanto tempo ci metterebbe a tornare a casa!

-Alice, perché non provi a concentrarti su qualcosa che non riesci a vedere? Così possiamo capire dove si trova Nessie? Con Nahuel aveva funzionato.

Zia Rose.

-Non è facile Rosalie. Con Nahuel potevo spostarmi, andare dove meno riuscivo a vedere e avvicinarmi così sempre di più verso di lui. Ma adesso, non posso.

-Non ti preoccupare, fai del tuo meglio senza stancarti.

Zio Jazz.

-Scusatemi tanto, ma io non ci sto capendo niente. Se Alice riesce a vedere di nuovo i Volturi, significa che Nessie non è più con loro. E quindi, perché mai vi state preoccupando? Non è un bene se non sta più con loro?

Zio Emmett.

-Certo che è un bene, ma vorrei sapere se mia figlia non è più con loro perché l'anno uccisa o perché è riuscita a scappare.

-Oh come sei pessimista Bella! Quella ragazzina è tanto furba da riuscire a imbrogliare noi più i Volturi. Vedrai che è riuscita a evadere di lì.

-Chiudi il becco Emmett, forse riesco a vedere qualcosa...

E tutti si zittirono. Non riuscivo a crederci: erano talmente impegnati a cercarmi attraverso le visioni di Alice, che non si sono neanche resi conto che io ero là, a un metro di distanza. Che vampiri!

-No niente, non vedo niente. Niente di quello che avessi già visto- disse Alice disperata.

-Tranquilla,- le disse dolcemente Jasper -hai fatto il possibile.

Carlisle sospirò. -Non ci resta che aspettare, quindi.

-Aspettare cosa?- chiese Bella nervosa.

-Aspettare che Nessie torni, sempre se lo farà. Se entro la fine della settimana non è ancora qui, torniamo subito in Italia.

-E fino ad allora che cosa dovrei fare? Cosa dovrei fare!?! Aspettarla a braccia conserte, come se nulla fosse? Ma siamo impazziti!

-Bella ha ragione- disse Rosalie fermamente -Dobbiamo agire in qualche modo.

-Abbiamo fatto il possibile. Se neanche Alice riesce a capire dove potrebbe essere, che cosa vorresti fare? Abbi pazienza tesoro,- disse teneramente Edward -vedrai che tornerà.

-Tornerà? Ma pensi sul serio che Nessie si presenterà qui dicendo “Sono tornata!”??

E allora aprii di scatto la porta, catturando l'attenzione di tutti. -Sono tornata!!

Fu strano: invece delle urla, dei sorrisi, delle espressioni felici che mi aspettavo, mi sembrava di essere entrata in un museo, in una sala dedicata alla scultura greca: fissi, immobili, rigidi, i Cullen mi fissavano senza respirare, senza fiatare, senza emozione. Neanche lo stupore, la sorpresa, lo sbalordimento, niente. I vampiri erano diventati statue di cera. Suona decisamente buffo.

La mia espressione al settimo cielo scemò i breve tempo: era così che mi accoglievano dopo tutto quello che avevo passato? La delusione s'impossessò di me.

La presi sul comico. -Ehi, tutto bene? Disturbo? No, perché se è ripasso tra un'oretta, non ci sono problemi...

E appena finii la frase, senza neanche capire come, mi ritrovai nella morsa di mia madre. Sentii le sue braccia di ferro avvolgermi con troppa potenza, la sua testa affondare pesantemente nel mio collo, e i suoi capelli colpirmi violentemente in faccia. Più che un abbraccio, sembrava una tortura

-Nessie, Nessie, Nessie!- continuava a ripetere, in preda alla gioia -Nessie!! Sei qui!! Sei tornata!!

-Si mamma, anch'io sono contenta di vederti. Potresti cortesemente allentare la presa che mi manca l'aria?

Bella si staccò da me, ma le sue mani rimasero sulle mie spalle. -Nessie... Renesmee... sei tornata.

Le sorrisi. -Si. E non voglio più andare via.

E ci fu un nuovo abbraccio, meno forte ma ugualmente intenso. Sentii le lacrime uscire dagli occhi e bagnare la spalla di Bella, ma non me importava. L'unica cosa importante era l'abbraccio con mia madre: quel contatto così dolce, così famigliare, così protettivo, e così pieno d'amore, mi fece tornare bimba, quando ancora non sapevo dire una parola, piccola e bisognosa di attenzioni. Respirai a fondo il profumo floreale di mia madre, rendendomi conto solo allora di quanto fosse buono e di come mi ispirasse tenerezza. Strinsi ancora più forte le braccia intorno al suo collo, per non farla scappare o andare via: in quel momento era mia e solo mia. La mia mamma. Non riuscivo neanche a capire quanto mi era mancata. Volevo soltanto che quel momento non finisse più.

L'abbraccio purtroppo finì e vidi che anche Bella era rimasta colpita dalla stretta: non faceva altro che guardarmi e accarezzarmi i capelli o il viso. Sembrava come se non riuscisse a credere che fossi realmente lì. Come se fossi un fantasma, destinato a sparire da un momento all'altro. È tutto vero mamma, la tua piccola è tornata.

-Oh Nessie!- l'inconfondibile urlo della zia Rose rotto dalla gioia e dalla commozione mi fracassò i timpani -Gioia mia, dove sei stata? Perché non hai fatto una telefonata, mandato un sms, una lettera, una e-mail, qualcosa che ci dicesse dove eri, che stavi bene, che eri sana e salva?

-Volevo farvi una sorpresa- dissi con voce strozzata -Zia, il discorso vale anche per te: non troppo forte! Non respiro!

Abbracciai tutti, e senza morire soffocata: la zia Rose era felice e raggiante come la madre della sposa durante il matrimonio della figlia, la nonna mi coccolò raccomandandomi di non farle prendere mai più uno spavento simile, zia Alice e zio Jazz ero felicissimi che fossi sana e salva, il nonno mi abbracciò orgoglioso di come mi ero comportata, e lo zio Emmett non fece che prendermi in giro mentre mi faceva il solletico. Tutto quest'affetto, queste emozioni, questi sentimenti dei mie famigliari mi fecero piangere ancora di più. I miei sforzi erano ripagati, e la delusione di poco prima scomparsa completamente.

-E a me non mi saluti?

Lasciai stare l'ironia di Emmett per voltarmi verso mio padre. In piedi vicino al piano, mi sorrideva tranquillo. Era rilassato e sollevato: tutto era andato per il meglio, il mio piano aveva funzionato ed ero tornata a casa. Lo capii subito: Edward non era mai stato un segreto per me, ne io per lui. Gli corsi in contro lanciandogli le braccia al collo. La prima impressione di essere andata a sbattere contro un muro di cemento armato fu affievolita dalla sua risata soffocata dai miei capelli. Una risata di gioia e felicità: ero viva. Ero sicurissima che durante tutto il tempo che era passato dal nostro ultimo incontro, la sua unica domanda era quella se fossi uscita viva dalla Casa.

Si papà, sono viva. Te l'avevo detto che il mio piano avrebbe funzionato!, pensai senza staccarmi da lui.

-Non ne avevo dubbi- mi sussurrò all'orecchio.

Mi staccai giusto quel po' per guardarlo in faccia. -Ma per favore! Se quel giorno non ne volevi sapere di andartene via senza di me!

Rise. -Ok lo ammetto, qualche dubbio ce l'ho avuto, ma adesso non importa. Sei viva e sei a casa. Questo è l'essenziale.

E mi sollevò da terra facendomi girare in aria, proprio come quand'ero bambina. Risi di gioia e quando mi rimise giù, barcollai un pochino ma continuai a ridere. Niente era paragonabile al divertimento e alla sicurezza che mi dava mio padre. Ripensai a quei due mesi in cui non lo avevo avuto vicino: come ero riuscita ad andare avanti? C'era sempre stato e avevo sempre potuto contare su di lui. Quella sicurezza, quella stima, quell'incoraggiamento, sapeva darmeli sono Edward, anche solo con la sua presenza. Solo allora capii che se forse quell'incontro con la mia famiglia non fosse avvenuto, sarei ancora nella Casa: mio padre mi ha dato una spinta con il suo appoggio, una mano invisibile disposta ad aiutarmi in cambio della mia determinazione. È stato fondamentale e non potei fare altro che abbracciarlo di nuovo.

Mi sei mancato, Daddy Eddy! Sentii la sua risata a quel pensiero.

-Allora,- esortò Emmett -raccontaci un po': come ci si sente ad essere riuscita a fuggire dalla terrificante prigione dei Volturi?

-La verità? Esausta. Sul serio, sono stanca da morire. Non sono neanche riuscita a dormire sull'aereo! Non si direbbe, ma scappare dai Volturi è un lavoraccio!

Iniziai a raccontare il soggiorno all'interno della Casa dalla mia prospettiva: loro mi avevano sempre visto dalla telecamere, ma certe cose apparivano diversamente da quello che erano in realtà. Non mi dilungai molto: quel racconto pesava tanto a loro quanto a me.

-Sei stata davvero grande Nessie- mi disse Alice -Sul serio: comportarti da guardia, mentire in quel modo, darla a bere a tutti... non è una cosa facile. Hai convinto perfino noi.

-Vero- concordò mia madre -Quel giorno del nostro incontro mi hai davvero spaventato- e mi cinse le spalle con un braccio -Pensavo di averti perso.

-Quella è stata l'unica occasione in cui la lettura del pensiero di papà è stata utile.

-Sono contento che tu lo riconosca- gongolò Edward.

Continuai. -E per quanto riguarda il comportamento da guardia, me l'ha detto Darko, un giovane vampiro che mi ha aiutato molto.

-Un Volturo ti ha aiutato a scappare?- chiese Jasper scettico.

-Si. È stato l'unico amico che avevo all'interno della Casa, tranne Marcus ovviamente- sorrisi al ricordo di Darko che balbettava -Era un timidone, e balbettava in continuazione. Pensate che era innamorato follemente di Jane.

-Di Jane!!??- commentò stralunato lo zio Emmett -Sicuro che non avesse problemi mentali? Piuttosto che innamorarmi di Jane preferirei essere arso vivo!

-Piuttosto che innamorarti di Jane ti arderei io vivo- rimarcò ferrea Rosalie.

-Piantatela voi due!- disse Bella -Prima hai accennato a Marcus. Sbaglio o era il tuo insegnante?
-Il mio maestro- precisai -L'unico che abbia scoperto il mio piano.

-E non l'ha detto ad Aro?- chiese Carlisle curioso.

-No. Non voleva che mi riducessi come lui- e gli raccontai tutta la storia di Didyme, di chi era, di come è morta realmente e della copertura architettata da Aro. La verità era che a mio padre questo particolare non glielo avevo detto, ed è stata una fortuna che Aro abbia creduto al mio bluff. Altrimenti ero già bella che morta.

-Caspita, non credevo che Aro potesse essere tanto malvagio- commentò alla fine del mio racconto la nonna.

-Aro è un prepotente, uno stratega, un'egoista che agisce solo per i suoi scopi. Punto e basta. Non c'è da meravigliarsi se ha ucciso la sorella- concluse Edward.

-È comunque contro natura- disse Bella -Non credevo che esistessero dei mostri del genere.

-Aro è un megalomane e un fissato con il potere. In poche parole, un'idiota- dissi con ovvietà -E quanto è stato bello dirglielo in faccia alla fine. Mi sono sentita realizzata!

-No, non è giusto!- si lamentò Emmett -Anch'io voglio prendere a parolacce Aro!

-Diventa guardia, studia un piano per fuggire, e il gioco è fatto!- e scoppiammo tutti a ridere.

Quella mattina, a casa Cullen, regnava la spensieratezza e l'allegria. Nessun influsso malefico avrebbe potuto rompere quell'armonia.

-Ma i tuoi bagagli?- mi chiese la nonna.

-Oh! Li ho lasciati fuori la porta!

Esme si alzò e andò a prendere la mia valigia e il mio zaino. -Non te li scordare. Portali a casa, poi ci pensiamo io e Alice a disfare la valigia.

-Fammi dare un'occhiata veloce ai tuoi vestiti- disse Alice lanciandosi sul mio povero trolley -Ti avverto che se puzzano di Volturi, li brucio e ti ricompro un guardaroba nuovo- e nell'aprire la cerniera saltò fuori il mantello nero da guardia -E questo?

Risposi con tranquillità. -Ah, è il mantello che indossavo nella Casa.

Mia zia lo guardò con disgusto. -Ok, lo possiamo anche buttare.

-No, non lo buttare.

Sentii gli occhi dei Cullen addosso. E non erano neanche amichevoli: sembrava che avessi appena detto qualcosa di sacrilego.

-Per ricordo- mi limitai a spiegare sulla difensiva -E come testimonianza che sono stata nella Casa per un bel periodo. Tutto qui. Quindi, calmatevi che non ci penso minimamente a tornare da quei pazzi svitati.

Fu la mia ultima frase a farli sospirare di sollievo, specialmente i miei genitori. Alice alzò le spalle e appoggiò il mantello da una parte prendendolo con solo due dita, quasi potesse contagiarla con qualche strana malattia.

Osservai quel pezzo di tessuto accasciato a terra. -In ogni caso, è stata un'esperienza dura che non rifarei mai e poi mai. Ma come tutte le esperienze, servono per insegnare una lezione. Quel mantello, ogni volta che lo vedrò, non farà altro che ricordarmela. Perchè l'ho imparata. Per cui...- mi alzai in piedi e mi rivolsi verso tutti i miei famigliari -Mamma, papà, zii, zie, nonni, famiglia, io vi debbo le scuse. Voi mi avevate avvisato che era pericoloso andare in Italia e io non vi ho ascoltato. Infatti poi ne ho pagato le conseguenze. Spero che accettiate le mie scuse. Sono stata una stupida ad ignorare i vostri avvertimenti.

-Era ovvio che li avresti ignorati- disse mio nonno -Vuoi fare sempre di testa tua. E fortunatamente è andata bene lo stesso. Ti chiediamo scusa anche noi allora, per non aver creduto nelle tue capacità. Sei stata davvero brava ad inventarti quel piano complicato e riuscire a portarlo a termine.

-Siamo fieri di te- mi disse la nonna.

-E abbiamo piena fiducia nelle tue abilità- concluse zio Jasper.

-Grazie- dissi contentissima -Quindi sono perdonata?

-Sei più che perdonata- mi rincuorò mia madre -E non sei stupida, sei semplicemente testarda come un mulo. Proprio come tuo padre.

-Ehi!- esclamò risentito Edward -Chi voleva ostinatamente diventare vampiro?

-E chi voleva ostinatamente lasciarmi umana?- ribatté Bella.

-Secondo me, Nessie è un ottimo mix di entrambi- dedusse Alice.

-Concordo in pieno- dissero all'unisono Rosalie e Emmett.

Io alzai semplicemente le spalle. -Non ve la prendete con me, io sono nata così!

 

Le nuvole si erano diramate un pochino, e un tiepido sole cercava inutilmente di spargere un po' di calore su Forks. Anche se verso LaPush, dovetti ammettere che c'era quasi riuscito. Rimaneva sempre la spiaggia più piovosa d'America, con il suo mare perennemente agitato e con le sue onde perennemente alte e pericolose, ma quel piccolo sole giallo che appariva come una navicella extraterrestre era riuscito a farla assomigliare ad una vera spiaggia.

Ancora una volta, la mia spiaggia era diventata poco più che lo scenario della spettacolo teatrale che era la mia vita. Era diventato il paesaggio che avevo sempre sognato e che mai mi ero resa conto di farlo. L'acqua scura e immensa, amica o nemica, a seconda delle sue intenzioni. La scogliera, altissima e quasi terrificante, sulla quale si scagliavano le onde, violente e che non concedono perdono. La sabbia scura e dura, intrisa di acqua salata, che lascia il sentiero segnato per aiutarti a tornare indietro, sempre se le onde sono magnanime e non lo distruggono. E infine l'orizzonte, infinito, irraggiungibile, che ti fa sentire un essere insignificante di questo mondo. Non mi ricordavo che fosse tutto così bello.

Camminavo a piedi nudi lungo il bagnasciuga, con i jeans ripiegati fino al polpaccio e con le mani in tasca. Potevo sembrare spensierata ma in realtà ero irrequieta: percorrevo quella spiaggia famigliare alla ricerca di qualcuno. Jacob.

Dopo aver passato la mattinata con i Cullen, ero scesa a LaPush per riabbracciare il branco, o meglio un suo membro in particolare. Sono stata accolta da Seth, che non la smetteva di saltellare in tondo mentre mi abbracciava. Rimasi sbalordita di come fosse diventato forte e di come si fosse alzato: era più alto di me di circa 15 cm! Rimasi attaccata a lui mentre saltellava perché avevo paura di cadere. In poco tempo (perché la notizia non ci mise molto a diffondersi) arrivarono anche gli altri del branco: Sam, Paul, Quil, Embry, Jared, perfino Leah, e anche le ragazze lupo Claire, Emily, Rachel. Mancava Ashley, e Embry mi disse che era fuori città con i suoi. Fu un gran festa: ci trovammo tutti a casa di Sam e Emily, e i licantropi non la smettevano più di farmi domande sulla mia avventura, chiedendomi i dettagli più macabri. Quell'atmosfera così calda e accogliente mi fece ricordare i vecchi falò sulla spiaggia che ogni tanto i licantropi di LaPush organizzavano. Non mi ricordavo più l'ultimo a cui avevo partecipato. Mi ero persa due mesi di divertimento con la tribù, e volevo assolutamente riparare al più presto.

Visto che si era fatto pomeriggio inoltrato e i ragazzi non ne volevano sapere di lasciarmi andare, ringraziai tutti per il bentornata e dissi che mi sarebbe piaciuto continuare a stare con loro, ma volevo passare da Jacob. Il silenzio che cadde a quelle parole fu strano: comprensivo da parte di tutti perché capivano che dopo due mesi di prigionia il mio primo pensiero era lui, ma imbarazzante per me perché stavo lasciando loro per andare dal mio ragazzo, e non c'era bisogno di Edward per capire cosa stesse pensando il branco al completo. Decisamente imbarazzante.

Rachel mi disse che erano giorni che stava chiuso in casa a non fare niente. Un morto vivente, lo definì: mangiava, beveva, dormiva, ma per il resto niente. Non voleva neanche uscire con i suoi fratelli, aggiunse Sam. Era in uno stato pietoso. Sentii un tuffo al cuore: Jacob era depresso perché gli mancavo, perché era troppo tempo che non stavamo un po' insieme, perché aveva bisogno di me come una pianta ha bisogno dell'acqua. Inutile dire che mi sentii uno schifo: era tutta colpa mia. Durante il tragitto verso casa sua, non vedevo l'ora di poterlo abbracciare di nuovo, di poterlo baciare, e chiedergli scusa per tutto il dolore che gli avevo fatto passare. Ma rimasi delusa: Billy, che appena mi vide irradiò felicità da tutti i pori, mi disse che quel giorno era andato sulla spiaggia ed era da stamattina che non lo vedeva.

Dannazione Jacob, dove sei? Non avevo idea di quanto avessi camminato, ma capii che stava cominciando ad essere parecchio quando il sole puntò pericolosamente verso l'orizzonte. Mi ero fatta tutta la spiaggia da casa sua lungo la riserva, ma di Jacob neanche l'ombra. Avrei potuto tornare a casa e andare da lui il giorno dopo: se ci fossi andata la mattina presto, lo avrei sicuramente trovato nel letto che ronfava, e buttarlo giù era uno dei miei divertimenti preferiti. Ma non volevo. Ero tornata a casa mia, avevo rivisto la mia famiglia, avevo rivisto i miei amici, volevo rivedere il mio ragazzo. Mi sembra più che logico! Ero in astinenza di Jake da circa due mesi, e volevo recuperare al più presto.

Cominciai a perdere la pazienza, quando in lontananza vidi il profilo di un ragazzo seduto sulla sabbia. Lo riconobbi subito e gli corsi incontro: Jacob era così vicino e io volevo tanto toccarlo, anche solo sfiorarlo.

Mi fermai a tre metri da lui. Non si era accorto della mia presenza: fissava l'orizzonte con il mento poggiato sulle ginocchia. Indossava un paio di bermuda di jeans e una canottiera nera. Il cuore prese a battermi all'impazzata e sentii ogni fibra del mio corpo incendiarsi: ma quanto era bello il mio Jacob?

Feci un passo verso di lui, ancora provata sia dalla corsa sia dalla sua presenza. -Jake...

Alla pronuncia del suo nome si voltò, mi guardò, e come se niente fosse se ne tornò a guardare l'orizzonte.

Cosa? Strabuzzai gli occhi e spalancai la bocca: non ci eravamo né visti né sentiti (tranne in alcune spiacevoli circostanze) per quasi due mesi e in quel momento che eravamo a pochi passi di distanza, fece come se non ci fossi?? Non è normale! -Jake! Jake, ma sono io, Nessie! Che fai, non mi riconosci?

-Ma certo che ti riconosco,- disse talmente brusco che mi fece sobbalzare -ti vedo! E adesso sparisci per favore, ne ho abbastanza di voi fantasmi della mia testa.

Rimasi ancora più sbalordita: pensava che fossi un fantasma. -Pensi che io sia un fantasma?

-E cos'altro dovresti essere, scusa? Un ologramma? Un'apparizione magica? Un tizio mascherato?

Era insolente e scorbutico. Sta soffrendo Nessie, e lo sai come Jake esterna la sofferenza... -Jake, sono io, sono Nessie. Non sono un fantasma della tua immaginazione.

-Certo, è quello che dite sempre voi fantasmi! Sono Nessie, solo quella vera, sono tornata...- e allora alzò parecchio la voce -Basta! Lei non tornerà più! È inutile che tentate di tirarmi su il morale con i vostri ricordi dolorosi: non serve a niente- e si sdraiò di schiena sulla sabbia.

In quel momento capii cosa si prova quando si riceve una pugnalata al petto senza avvertimento. -Che vuol dire che lei non tornerà più?- dissi senza voce.

Jacob si mise seduto di scatto. -Come fantasma non sei un granché, sai? Fai parte della mia testa, quindi c'eri quando siamo andati a trovarla nella Casa. Cos'altro dovrei spiegarti? Hai visto la sua reazione, no?- e facendo una smorfia, tornò a sdraiarsi sulla sabbia -Nessie è una dei Volturi. Chiuso il discorso.

Mi bloccai. -Jake... io...- non sapevo che dire. Jacob era convinto che ero diventata una dei Volturi. Ne era sicuro: la mia recita è stata fin troppo credibile.

Però c'era qualcosa che non quadrava: papà aveva detto la verità a tutti, anche a lui. -Ma cosa ti ha detto Edward! Che è stata tutta una recita! Che Nessie stava solo mentendo- strano, ma sembrava che cercassi di convincere più me che lui -Non ci pensi a quello?- lo supplicai. Cercavo di muovermi, di fare qualche passo verso lui, ma il corpo era di pietra, non osava muovermi: la ferita del petto era ancora aperta, e non sapevo quando ci avrebbe messo a richiudersi.

Con mia grande sorpresa, scoppiò a ridere. E anche di pieno gusto. -Andiamo...- e si alzò di nuovo a sedere, con un sorriso ironico sulla labbra e un'espressione scettica negli occhi -Davvero ti sei bevuta le scemenze di Edward? È ovvio che è una menzogna! Durante il volo di ritorno, stranamente Edward non ha detto una parola, e non la smetteva di guardare Bella, Rosalie, e tutti gli altri, con i loro musi lunghi e con la loro disperazione. Fissava perfino me, ti dico solo questo! E poi, appena atterriamo in America, ci dice che era tutto un piano architettato da Nessie per fuggire dai Volturi? Ma per piacere!

-Pensi che abbia mentito?- il dolore divenne improvvisamente indignazione.

-Per forza!- rispose con un'ovvietà spaventosa -Edward si è inventato tutta questa storia solo per non far soffrire Bella. La ama troppo. E visto che c'era, ha fatto sospirare di sollievo anche il resto della sua famiglia. Pensava di fare lo stesso con me, ma non ci è riuscito. Io so la verità.

Adesso ero incavolata. Diamine Jake, sei un deficiente! Mi sto sentendo in colpa per averti fatto soffrire, ma tu non credi ad una sola parola di quello che ti ho fatto dire per Edward!?! -E quale sarebbe la verità?- e incrociai le braccia, assumendo un'aria poco amichevole.

Jacob non ci fece caso. -Te l'ho detto: che Nessie è diventata una dei Volturi. Ho visto il suo sguardo ed era troppo duro per essere una recita. Nessie non è mai stata un'ottima attrice, mai! Si faceva scoprire subito... però poi voleva avere ragione a tutti costi! Quant'è orgogliosa e testarda quella donna...

Adesso non ero più incavolata. Ero decisamente furiosa. Il mio corpo non fece storie quando mi avvicinai a Jacob e gli diedi un forte calcio nelle costole. Si accasciò per terra, di lato. Sorrisi soddisfatta: la mia forza era decisamente aumentata.

-Primo!- iniziai -Se mio padre dice di avermi letto nel pensiero sarà pur vero, no? Non è che si inventa le cose così, su due piedi... Secondo! Non ci hai pensato che mio padre non ha potuto dirvi niente sul suolo italiano, perché i Volturi hanno spie dovunque? Terzo! Per tua informazione sono diventata un'ottima attrice, tanto che mi merito un Oscar solo per non esserti corsa incontro appena ti ho visto l'ultima volta, nonostante la voglia che avevo di te era al di sopra di ogni immaginazione. E quarto,- la mia voce si assottigliò -non ti azzardare a darmi della testarda un'altra volta che ti picchio a sangue.

Jacob non ci capiva niente: mi guardava come se fossi un alieno appena sceso dall'astronave. Uao, da Casper a E.T. in cinque secondi! Si massaggiava il fianco incredulo, e allo stesso tempo non la smetteva di fissarmi da capo e piedi. Vidi la trasformazione del suo sguardo: da smarrito totale, a improvvisamente realizzato.

-Nessie, ma sei tu?- esclamò incredulo.

-Ah non lo so, vedi un po'! Sbaglio in questo periodo hai iniziato a parlare con i fantasmi?- e gli voltai le spalle incamminandomi verso dove ero arrivata -Fattelo dire da loro!

Che razza di licantropo! Ero appena tornata a casa, non vedevo l'ora di corrergli incontro e abbracciarmelo per un po', e lui che cosa fece? Mi scambiò per un fantasma. Deficiente! Edward è mio padre! Se dice una cosa, sarà vera giusto? Il punto era che Jacob era testardo fino all'ultimo: se aveva ragione lui, aveva ragione lui punto e basta. Si, lo so: siamo perfetti per stare insieme.

Avevo fatto si e no una decina di passi, borbottando tra me e me, quando sentii afferrarmi il polso, tirarmi da quella parte, e così rimasi imprigionata nell'abbraccio di Jacob. Mi stringeva talmente forte che non riuscivo a muovere le braccia, schiacciate contro il suo petto.

-Nessie, ma sei proprio tu! Sei davvero tu!- era fuori di se dalla gioia.

Benché la vista di Jacob felice e euforico, insieme al suo abbraccio tanto ferreo quanto bollente, risvegliarono in me un istinto che conoscevo fin troppo bene, rimanevo fermamente ancorata ai miei principi. -Uao! Ci sei arrivato tutto da solo? E adesso molla la presa Jake!- cercai di muovere una mano, ma rimasi esattamente come prima, con i pugni sulle sue scapole.

Ma la gioia di Jacob non aveva limiti. -Sei qui. Sei proprio qui! Sei tornata! Sei tornata... da me...

Sospirai: non riuscivo a mostrarmi arrabbiata con Jacob quando usava quel tono così tenero. -Obiettivamente Jake, ma sul serio pensavi che sarei rimasta con i Volturi? Andiamo, mi conosci da quando sono nata. Sai che non farei mai e poi mai un cosa del genere.

Il suo sguardo vacillò. -È che non ti ho mai vista così: così fredda, dura, ostile... non eri tu. Non eri Nessie. E mi riuscivo a capacitare come era possibile. Ho perso la testa.

-Hai decisamente perso la testa: ti sei ridotto a parlare con i fantasmi! Guarda che non è una cosa positiva!- allora alzai un po' il tono -Tutto perché sei un cretino! Papà te l'aveva detto che stavo fingendo, ma tu no, non è vero. Questo perché vuoi sempr...

Non mi fece finire la frase. Le sue labbra premevano sulle mie. Quel bacio era così desiderato, così violento, così caldo, così eccitante, che mi ci volle tutta la buona forza di volontà per dargli uno schiaffo in faccia. La sua espressione sbalordita reclamava una spiegazione.

-Non mi interrompere quando parlo! Sto finendo un discorso, abbi la cortesia di aspettare!- dovevo far valere le mie ragioni, su di lui e anche su quella parte di me stessa che mi dava dell'idiota per aver interrotto il bacio.

Jacob rise. -Sei sempre la solita: orgogliosa fino in fondo. Quanto mi fai impazzire- e mi baciò di nuovo.

Secondo schiaffo. Senti Nessie, se lo interrompi per la terza volta, giuro che ti ammazzo. -Ti sembra che abbia finito? No! Stai zitto e ascolta! Se uno ti dice che stavo mentendo perché me l'ha letto nella mente, sarà la verità no? Non puoi fare di testa tua e dire che si è inventato tutto, andiamo...

Un altro bacio. Questa volta non gli diedi nessuno schiaffo perché tutto il mio corpo si era alleato contro il mio orgoglio. Per cui, visto che Jacob mi teneva la testa impedendomi di muoverla all'indietro, aspettai che finisse.

Quando ebbi di nuovo la bocca libera, ripresi esattamente da dove mi ero interrotta. -Dovevi ragionare, dovevi capire che se Edward ha detto tutto solo in America una motivazione doveva pur esserci...- ci accorgemmo entrambi che la mia voce aveva totalmente perso il suo tono inflessibile e severo, e che le mie guance si erano improvvisamente ravvivate.

Capendo che stava inesorabilmente vincendo questa inutile battaglia che avevo intrapreso, Jake mi baciò tutto trionfante per la quarta volta di fila. Il bacio si sdoppiò: uno a stampo, leggero, tenero, all'angolo della bocca, giusto per provocarmi, e l'altro più profondo, più passionale. Dischiuse le labbra per far sentire l'uno il respiro dell'altro. E poi si staccò, osservando sicuro di se la mia reazione.

Che ovviamente fu difficile da controllare: il respiro di Jake mi aveva scatenato un uragano in corpo che mi scombussolò tutta. Dovetti attendere un istante prima di riprendere a parlare. -N-Non d-dovevi lasciarti guidare d-dalle e-emozioni in q-quel m-modo...- stai balbettando. Vuoi ancora opporre resistenza?

Quinto bacio: Jacob si avvicinò cauto, posò delicatamente le sue labbra sulle mie, le dischiuse ad agio, e iniziò a muoverle, dolcemente, senza strafare, sempre con le stesse movenze che mi mandavano in estasi. La sua mano discese dalla mia testa sul mio collo, per permettere al pollice di accarezzarmi la guancia.

Quando si staccò, sentii la sua risata. Aprii gli occhi: mi ero sporta verso di lui per non rompere il contatto. La cosa sembrava divertirlo. Rimasi lì a fissarlo come un ebete, mentre i miei pugni si allentavano pericolosamente per esplorare le sue spalle muscolose.

Apparve sul suo volto quel sorriso malizioso che tanto adoravo. -Stavi dicendo?

-Eh?- il mio cervello era KO, ma il mio orgoglio ancora esigeva la sua parte -Ah. Che eri stato uno stupido... perché hai pensato che io... e non ti sei...- frasi senza senso, messe insieme senza logica. Potevo mai vincere in quel modo?

Il sesto bacio mi colse di sorpresa: interrompendo il mio monologo patetico, sentii di nuovo le sue labbra muoversi sulle mie, questa volta con più decisione, e quando la sua lingua mi inumidì il labbro inferiore, quell'uragano che avevo in corpo divenne fuoco.

Jacob si staccò e mi fissò con quel sorriso malizioso. Io ero nello stato di un'ameba senza ambizioni. L'orgoglio urlava dalla gabbia nel quale l'avevo rinchiuso ma riuscivo ad evitarlo senza problemi. Avevo il respiro affannato e sentii salire la pelle d'oca. -Non è che potresti...?- fu il mio unico sussurro e desiderio, che ovviamente Jacob capì e esaudì.

In quest'ultimo bacio ci misi parecchio di mio: le sue labbra si avvicinarono, ma le mie furono molto più impulsive e bramose che sancirono per prime il contatto. Le dischiusi immediatamente: il suo respiro doveva essere il mio. Le nostre lingue si incontrarono senza esitazione, e iniziarono a danzare vorticosamente come due saette legate l'una all'altra. I nostri corpi agirono di conseguenza: mi arrampicai addosso a lui, appoggiandomi con gli avambracci sulle sue spalle, stringendogli i corti capelli neri per evitare che il contatto delle nostre labbra si potesse interrompere. Jacob era alto, e in quella posizione i miei piedi sfioravano terra: fu automatico il movimento della mie gambe che si allacciavano ai suoi fianchi. Allora sentii le sue mani muoversi sul mio corpo: quella che mi circondava la schiena scese giù giusto per poter passare sotto la maglietta, e accarezzarmi così la pelle nuda dolcemente. La sua mano bollente al contatto con la mia fredda pelle mi provocò dei brividi assurdi. Mentre l'altra mano, che era rimasta sul mio collo, scese lentamente giù, per andare a stuzzicare il mio fianco scoperto. Mentre scendeva indugiò giusto un po' sul profilo del mio seno, facendomi sussultare di piacere.

Ad un certo punto uno dei due esagerò (non chiedetemi chi!), perché perdemmo l'equilibrio e ci ritrovammo a terra, coperti di sabbia, incatenati tra di noi, mentre ridevamo come due pazzi. Scherzammo un po', sdraiati sulla spiaggia: sembravamo due cuccioli che giocavano alla lotta. Alla fine eravamo esausti. Ci sdraiammo per riposare un po', sempre abbracciati: io respiravo agonizzante con la testa sul suo petto, e lui riprendeva fiato tenendomi a se con le mani sulla mia schiena. Dopo un po' alzai la testa e mi spostai in avanti per poterlo guardare in faccia, dall'alto in basso appoggiandomi con le mani sulla sabbia. Jake mi guardava ancora con il sorriso sulle labbra.

-Ringrazia il cielo che sai baciare da dio,- gli dissi con una punta di malizia -altrimenti sarei ancora incavolata con te.

Rise di gusto. -Vieni qui.

Mi abbassai verso di lui, appoggiandomi sui gomiti, per poterlo baciare. Non fu come quello precedente: questo era più tenero, più dolce, meno irruento e eccitante dell'altro. Era giusto una coccola, e quando le labbra si staccavano per un secondo, si scambiavano sorrisini e risatine. Le mie mani erano intrecciate ai suoi capelli, mentre le sue mi solleticavano i fianchi scoperti.

Ero la donna più felice del mondo in quel momento: lì, sdraiata su Jake, durante il tramonto. Le sensazioni e le emozioni che provavo quando stavo con lui erano indescrivibili, ma soprattutto necessarie: lui aveva bisogno di me tanto quanto io ne avevo di lui. A volte mi sono chiesta se l'imprinting non ce l'avessi avuto anch'io con lui: il bisogno che avevo di lui ogni giorno era troppo per trattarsi di semplice amore. Durante questo periodo di allontanamento da casa, ogni volta che i miei pensieri ricadevano sulla mia famiglia, sull'America, o anche sull'amore in generale, sentivo crescere un masso che mi opprimeva il petto impedendomi di respirare. Perché Jake non era vicino a me. Questo è amore? No, questo è qualcosa di più.

Lo guardai negli occhi. Mi persi in quell'oscurità così rassicurante. Quando sentivo le braccia di Jacob intorno a me, ero al sicuro. Poteva succedere di tutto, un terremoto, uno zumami, la fine del mondo, a me non importa nulla. Ero con lui. Bastava. Mi resi conto di quanto avevo sofferto in silenzio la sua mancanza, e di come mi sentivo bene in quel momento. Di come mi sentivo libera e di nuovo me stessa. Non stavo più male perché lui era vicino a me. Allora riflettei un attimo: se io ero stata malissimo per due mesi, che cosa aveva patito lui?

Jacob vide il mio sguardo incupirsi. -Che c'è?

-Sto pensando a quanto hai sofferto in questi due mesi...- e gli accarezzai il viso -Se per me è stato un inferno, non riesco a immaginare cosa...- e la frase mi morì in gola: non riuscivo a finirla senza piangere, e non volevo in quel momento.

-È stata dura, a volte quasi impossibile. Ma adesso è finita. Sei qui. Sei qui con me. Non ho bisogno d'altro- e mi diede un piccolo bacio.

-Mi dispiace. Non sai quanto...

-Shh- e non mi fece continuare -Non voglio più sentire un'altra parola sull'argomento. Te l'ho detto, sei qui con me, ed è questo quello che conta davvero.

Gli sorrisi. -Ti amo.

Mi accarezzò il mento. -Ti amo- e fece incontrare le nostre labbra per l'ennesima volta.

Mentre il bacio proseguiva, sentii il corpo di Jacob spingermi verso l'alto e in un attimo mi ritrovai con la schiena sulla sabbia. I nostri corpi rimasero comunque in contatto. Si appoggiò con i gomiti per terra per non pesarmi troppo. Risi e tornai a baciarlo, sempre con le mani intrappolate nei suoi capelli.

Però, dopo altri svariati baci, accadde che “accidentalmente” la canottiera di Jacob volò via, lontano da dove eravamo noi. Adesso pare che è colpa mia... non necessariamente!

Lo sentii ridere, mentre le mie mani si muovevano ingorde sui suoi muscoli. -Nessie, lo sai che i tuoi ci ammazzano, vero?

Sorrisi maliziosa. -Già. Ma per come mi sento adesso, non me ne frega assolutamente niente.

 

Quei due edifici messi insieme. Quel parcheggio minuscolo. Quei 200 studenti o poco più. La scuola superiore di LaPush, anche dopo due mesi di assenza, rimaneva sempre uguale. Fu strano vederla come me la ricordavo: sembrava che il tempo non fosse passato, e che ero appena tornata insieme ai miei compagni dalla settimana in Italia. Peccato che non è così.

L'edificio mi salutò da lontano, mentre raggiungevo il parcheggio con la mia moto (era stata un'emozione forte anche riabbracciare quel fantastico mezzo tutto mio). Era un lunedì mattina, e i volti degli studenti non erano proprio i più felici del mondo. Il rombo che mi accompagnò durante la mia entrata sorprese tutti, e i loro volti assunsero un colorito più curioso del solito: avrebbero avuto un'altra storia da raccontare quella mattina, oltre al loro passato weekend.

Spargete la voce ragazzi: Nessie è tornata. Parcheggiai la moto e mi tolsi il casco. Mentre prendevo lo zaino e mettevo apposto la moto, sentivo benissimo i mormorii degli altri studenti: meravigliati, increduli, sorpresi. Nessie era tornata dopo due mesi di inspiegabile assenza. Sorrisi sotto i baffi, nascondendo il mio sguardo alla folla: chissà se erano contenti di vedermi, oppure scocciati perché ero tornata. Fate un po' voi. Io adesso sto qua, e non ho intenzione di andarmene!

Qualcuno si avvicinò: ragazzi con cui frequentavo gli stessi corsi, conoscenti a mensa o per i corridoi, o semplicemente curiosi. Le esclamazioni erano sempre le stesse: che bello sei tornata, ma da quanto tempo, sei sempre la stessa, guarda un po' chi si rivedere, ecc. E ovviamente, anche le domande erano sempre le stesse: ma che fine avevi fatto, dove eri andata a finire, cos'è successo, dove sei stata, da dove sbuchi fuori, ecc.

Salutai tutti, riabbracciai i più stretti, e risposi sempre nello stesso modo: ero tornata in Alaska perché un mio lontano zio stava molto male ed era in procinto di morire; tutta la mia famiglia si era riunita a casa del vecchio zio, e per due mesi abbiamo sperato che si salvasse; e alla fine, è scampato alla morte. Non vi pare che assomigli vagamente alla mia avventura? Questa era la copertura principale per l'assenza della famiglia Cullen/Robbinson. I miei l'avevano studiata in poco tempo e a me era piaciuta abbastanza.

In mezzo all'attenzione generale del corpo studentesco, entrai nella scuola. Era proprio vero, non era cambiato nulla: stessi armadietti, stessi poster attaccati alle pareti, stesse persone. È incredibile. Mi sentii rincuorata da quella vista. Era tutto come era sempre stato. Non mi ero persa niente della mia vita scolastica. Potevo ricominciare da dove avevo lasciato. Sembrava come se non fossi mai partita per l'Italia. E questo mi rese ancora più felice.

Andai verso il mio armadietto. Me lo guardai un po'. E se l'avessero dato ad un altro studente? Con un po' di titubanza misi la combinazione e lo aprii. Quasi scoppiai a piangere nel rivedere tutte le mie cose all'interno, tutti i mie libri al solito posto. Sullo sportello, c'erano ancora alcuni miei disegni della mia famiglia, di Jacob, dei miei amici vampiri e non, e perfino un copia dell'itinerario della gita in Italia. Certo, c'era anche un centimetro di polvere ovunque io guardassi.

-Tranquillo mio caro armadietto, sono tornata- sussurrai a quell'ammasso di metallo -Ora ti metto apposto io.

Soffiai sui libri levando tutta la polvere che c'era, e per poco non ne rimasi intossicata. Feci un po' d'ordine e sistemai i vecchi libri più altri che avevo ancora a casa. Staccai tutti i disegni che avevo fatto per metterne altri più nuovi, dei cui due erano i ritratti di Marcus e Darko. Ragazzi, vi voglio bene. Quando ebbi finito, richiusi tutto e me ne andai lungo il corridoio, alla ricerca di qualcuno che volevo assolutamente salutare.

Non li trovai ne in corridoio, ne in cortile. Così provai nell'ultimo posto disponibile, che poi era anche quello dove ci incontravano di solito: la mensa. Appena entrai, altra botta di felicità: la stessa identica stanza “enorme” con i tavolini e le sedie che avevo visto circa due mesi fa. Cavolo, devo proporre al preside una bella ristrutturazione generale!

Mi guardai intorno alla ricerca dei miei amici. Vidi altre facce che conoscevo, e che salutai con un cenno e un sorriso, e sentii altri mormorii di sorpresa. Cercai nei tavolini centrali, dove di solito sedevamo, ma c'erano solo ragazzini del primo anno. Poi guardai quelli in fondo, ma c'erano solo i membri del club di scacchi e dei musicisti (abbiamo un club di scacchi e di musicisti a scuola!??!). E infine li trovai, vicino alle finestre, con i libri sul banco, che ripassavano aspettando il suono della campanella di inizio lezioni.

Fu un colpo: erano sempre gli stessi! Più mi avvicinavo con discrezione e più erano uguali a come li avevo lasciati. Sarah e Alex, le mie primissime amiche, non avevano niente di diverso, la stessa aria di fiducia e simpatia; giusto Alex si era fatta crescere i capelli un po' di più. Terry e Miriam, le ex “ochette”, avevano lo stesso carattere esuberante e pieno di vita (Terry) e riservato e timido (Miriam), ma d'aspetto fisico erano identiche a due mesi fa. E i tre ragazzi, Chris, Kevin e Nick, forse erano gli unici che avevano qualcosa di diverso, come se fossero cresciuti un po'; Nick mi sembrava più uomo che il solito ragazzino vivace che era stato, a Kevin cominciava a crescere la barba, e Chris mi sembrava più grosso, come se avesse fatto palestra. Mah, sarà perché i ragazzi sviluppano più tardi delle ragazze. Comunque rimanevano sempre i miei soliti vecchi amici.

Mi fermai non troppo vicina al loro tavolo. Non si erano accorti della mia presenza, e chiacchieravano tranquillamente tra di loro, come tutti i giorni. Sorrisi vedendoli così tranquilli e sereni. Non si ricordavano assolutamente niente dell'incontro con i Volturi: il potere di Clarissa gli aveva cancellato la memoria, e di conseguenza il loro unico ricordo era una tranquilla gita di una settimana in Italia. Ai loro genitori avranno raccontato di divertimenti, di scherzi, di bellezze artistiche visitate, di ottimi cibi gustati, ma niente riguardo ad un incontro con dei vampiri assetati di sangue. Mi salì un po' d'invidia per loro: non ricordavano niente ed erano ancora convinti che i vampiri fossero creature di fantasia, avrei voluto anch'io avere la loro fortuna. Certo, finché si parla della mia famiglia e altri andava tutto bene, ma i Volturi era tutta un'altra cosa. Mi venne la nausea solo a pensarci, e mi domandai per l'ennesima volta come avevo fatto a restare là dentro per due mesi. Due facce della medaglia: vampiri buoni, e vampiri cattivi. Se ne conosci una devi per forza conoscere l'altra. E io ho avuto questa fortuna. Non dimentichiamoci poi, che il 50% del tuo DNA è vampiresco!

Se avessi ascoltato i miei genitori e il mio ragazzo, probabilmente adesso non dovrei sentirmi tanto disgustata per quello che avevo passato. Avrei passato due mesi tranquilli, continuando ad andare a scuola e a frequentare i miei amici. Ma loro non sarebbero qui... M'illuminai: diamine, era vero! Loro dovevano la vita a me! Con la mia entrata all'interno della Casa avevo salvato loro la vita. I Volturi non li avevano uccisi. Era vero. Non mi ero ricordata di questo piccolo particolare. E allora li guardai meglio, uno ad uno, e anche tutti gli altri che avevano partecipato alla gita e che in quel momento erano sparsi nella mensa: era per loro che avevo sopportato due mesi di prigionia. Per salvare loro, ero entrata nella Casa.

Ne è valsa la pena? Ne è valsa la pena patire due mesi di tortura, di lotte continue, di menzogne, d'inganni, solo per salvare loro? Si. Ne è valsa la pena. Mi sentii sollevata dopo troppo tempo che non lo ero stata: tutto quello che avevo fatto era servito a qualcosa. E quel qualcosa corrispondeva a vite umane sane e salve. In poche parole, sei una grande mia cara! Te lo meriti.

Quando finii con quei ragionamenti, tornai di nuovo con lo sguardo al tavolo dei miei amici. Trovai i loro volti che mi fissavano sbalorditi.

Risi. Finalmente si sono accorti di me! -Ehi, dico a voi! Non si salutano gli amici quando tornano?

Vidi Alex saltare giù dalla sedia e corrermi incontro. -Nessie! Sei tornata! Finalmente!- mi urlò mentre mi abbracciava.

-Eh si!- le risposi -Finalmente.

Poi arrivò Sarah, che mi staccò di dosso Alex nello stesso modo in cui i pescatori staccano da uno scoglio una cozza. Abbracciai anche Sarah, e dopo Terry e Miriam. I ragazzi invece, strafelici che ero tornata, mi presero in braccio e iniziarono a lanciarmi in aria, con l'attenzione generale puntata su di noi e con mia gran paura. Se mi fanno cadere per terra, giuro che li ammazzo! Fortunatamente, mi rimisero a terra sana e salva.

-Ma dove ti eri cacciata per tutto questo tempo?- mi chiese Chris.

-Già!- aggiunse Terry -Che fine avevi fatto? Potevi anche mandarci un sms o farci una telefonata!

-Ti davamo per dispersa!- concluse Alex.

-Sono dovuta tornare di corsa in Alaska. Un mio lontano zio stava molto male e siamo dovuti stargli molto vicino.

-O mio Dio!- esclamò Miriam -È morto?

-No!- dissi subito -È riuscito a salvarsi, fortunatamente.

-Meglio così... Lo sai Nessie, ci sei mancata da morire!- mi disse Alex.

Risi. -Davvero?

-Due mesi senza di te in questa scuola sono stati una noia assurda- commentò Nick.

-È vero- aggiunse Kevin -Mancava completamente il divertimento!

-Oh, mi fate commuovere ragazzi- e feci finta di asciugarmi una lacrima.

-Perchè poi sei partita così, su due piedi- disse Sarah -Non hai neanche finito la gita.

Alzai un pochino la guardia. -Purtroppo no. I miei sono venuti a prendermi direttamente in aeroporto... neanche me la ricordo tanto bene... voi invece?- chiesi con noncuranza.

-Io me la ricordo benissimo!- esclamò Chris -Fantastica! Bellissima! Buonissima! Adoro l'Italia!

-Anch'io mi ricordo tutto- commentò Terry -Ma dell'ultimo giorno, proprio niente. Ricordo solo il viaggio in aereo.

Alex annuì. -Pure io!

-La maggior parte di noi non si ricorda niente dell'ultimo giorno- concluse Kevin.

Per forza, un vampiro vi ha cancellato la memoria! -Va beh, ma che importa! È solo un giorno! E poi, sono comunque passati due mesi! È un bel po'.

-È troppo- e con fare minaccioso Alex puntò la matita contro di me -Non ti azzardare ad assentarti ancora per così tanto tempo, che ti uccido. Siamo intesi.

Alzai le mani, spaventata. -Assolutamente. Ma adesso posa la matita. È appuntita!- e scoppiammo tutti a ridere.

La campanella suonò. La mensa cominciò a svuotarsi e noi ci alzammo per andare in classe. Per il corridoio c'era un casino di gente.

-Sapete una cosa?- dissi ai miei amici -Saranno pure passati due mesi, ma questa scuola rimane sempre la stessa. Sempre la solita gente!

Nick alzò le spalle. -Che ci vuoi fare. È così!

-Si lo so, però...- ribattei -Andiamo! Un po' di modernizzazione non fa mica male ogni tanto!

-Per me, possono mettere anche un parco giochi in cortile- disse Chris -La scuola fa comunque schifo!

-La scuola va benissimo così com'è- sentenziò Miriam -Forse sei tu che la vedi da una nuova prospettiva.

Rallentai un po' per camminare affianco a lei. -Cosa?

Miriam mi guardò. -Non lo so Nessie, forse è una mia impressione, ma secondo me sei cambiata.

-Cambiata!?!

-Si, più o meno. Hai qualcosa di diverso. Qualcosa che prima non avevi. Come se fossi maturata più di noi.

Mi fermai in mezzo al corridoio. -Ragazzi, vi sembro cambiata?

I miei amici si fermarono e mi studiarono per un po'. Lo stesso feci con me stessa. Mi sentivo cambiata? No, secondo me ero sempre la stessa. Forse ero diventata più forte e più agile del solito, ma era pur vero che mi allenavo con Jane ogni pomeriggio. E poi avevo imparato parecchia storia dell'Italia, a parlare italiano e anche un po' di latino. Ma per il resto, credevo di essere sempre la stessa. Forse però qualcosa era cambiato sul serio: mi sentivo più responsabile, più sicura di me, più forte dell'animo. Più grande. Probabilmente è stata tutta quell'esperienza che mi ha fatto crescere, tutte le sfide che mi si sono parate davanti, e che sono riuscita ad affrontare. Per un momento ripensai a Drew e Amanda, i vampiri che avevo affrontato prima della mia gita in Italia: all'epoca avevo avuto bisogno di qualcuno, o la mia famiglia o il branco, che mi aiutasse. Ma se adesso mi sarei trovata ad affrontarli di nuovo, ero sicura che sarei stata in grado di farcela da sola. Era più sicura delle mie capacità e della mia forza, e soprattutto ero indipendente. Potevo cavarmela da sola, ovunque e comunque.

Forse era proprio l'indipendenza quella che mi ero conquistata in due mesi, e allora capii che quell'esperienza era servita a tutti. In un modo o nell'altro.

La prima a commentare fu Terry. -Nah! Sei sempre la stessa!

-No, qualcosa di diverso ce l'ha... Forse sei un po' cresciuta...

-Ha ragione Sarah- disse Alex -Non sei più una studentessa liceale. Sembri più una universitaria.

-Vero. Ti manca solo un caffè in mano, e il gioco è fatto!- concluse Sarah.

Bene! Anche il mio fisico è cresciuto! Fantastico! -Bah, se lo dite voi... Un commento maschile?- e mi voltai verso i ragazzi.

Ancora mi guardavano, ma nessuno si decideva a fiatare. Alla fine lo fece Chris. -Secondo me, sei più sexy delle altre volte.

Scoppiai a ridere insieme a tutte le altre. Nel frattempo, Nick e Kevin guardarono Chris.

-Ti sembra una cosa normale da dire?- lo apostrofò Kevin.

-Andiamo! Non ditemi che non lo avete pensato anche voi!

I due rimasero a bocca aperta, con la volontà di rispondergli ma con l'incapacità di farlo. E allora le loro guance si colorarono e i loro sguardi si abbassarono.

Chris incrociò le braccia, con aria soddisfatta. -Non sono mica l'unico ad essermene accorto!

Continuavo ancora a ridere. -Ragazzi, quanto mi siete mancati- e li abbracciai tutti e tre.

Ed era proprio vero. Quella semplice allegria che sapevano darmi i miei amici umani era impossibile da trovare in qualsiasi altra parte del mondo, con qualsiasi altre persone. Era bello sentirla di nuovo. È bello essere tornata a casa.

-Su andiamo in classe prima di fare tardi!- ci spronò Sarah.

-Uh, guarda sta arrivando Ashley!- e Alex indicò una ragazza che correva -Mi sta battendo nell'arrivare in ritardo!

-Voi andate avanti,- dissi ai miei amici -l'aspetto io.

Ognuno andò verso la sua classe, e io mi voltai verso Ashley. L'ultima volta che c'eravamo viste, io stavo negoziando con Aro, e lei stava registrando tutto con il telefonino. Lì fu molto coraggiosa. E aveva dovuto davvero mettercela tutta perché quando si parlava di vampiri, diventava un fascio di nervi. Era solo per merito suo che i Cullen avevano capito che cosa era successo ed erano subito venuti in Italia. Ashley era stata fantastica e io dovevo dirglielo.

All'inizio non si accorse di me: salutò con una mano Alex mentre correva per non fare tardi a lezione. Fu quando la vide andare verso la classe di fisica e il suo indice puntato contro di me, che si accorse della mia presenza. Si fermò ad un metro da me, con la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite. Il corridoio si era svuotato, e rimanevamo solo noi due e circa altri cinque studenti. Me la guardavo sorridente, con le braccia aperte in attesa di un abbraccio.

Che non tardò ad arrivare: dopo essersi resa conto che ero lì sul serio, mi corse incontro abbracciandomi più forte che poté. In confronto agli abbracci a cui sono abituata, questo è niente!

Ashley era molto provata. -O mio Dio Nessie, sei tu?

-No, sono Mariavittoria. Certo che sono io! Scusa, non sai chi stai abbracciando?

-Si, è che... è che non ci credo... insomma, è impossibile... incredibile... non lo so neanch'io com'è!

Le accarezzai. -Tranquilla, sono qui e sto bene.

Ci separammo. La guardai negli occhi: avevano iniziato a luccicare.

-Non iniziare a piangere, altrimenti ti vengo dietro- la avvertii.

Rise, mentre si asciugava le lacrime con la manica della camicia. -È che sono felice di vederti. Non sai quanto.

-Anch'io sono felice di essere tornata a casa.

-E poi...- continuò -t-ti devo chiedere scusa... io non...- stava per scoppiare.

Sospirai: mi ero dimenticata di quanto fosse fragile quella ragazza. -Calma... tranquilla... va tutto bene... - e le accarezzai la testa.

-Si, si, è che...- prese un bel respiro profondo e poi parlò -Nessie, io devo scusarmi con te.

-E per quale motivo?

-Perchè ti ho coinvolto in quella gita. Io ti ho detto di venire. Io ti ho convinta a disubbidire ai tuoi. Se avessi tenuto la bocca chiusa, tu non avresti mai dovuto...- e ricominciò a singhiozzare.

-Ashley, guardami. Non è colpa tua se sono voluta partire per forza. Mi ero messa in testa di dimostrare alla mia famiglia che ero in grado di cavarmela da sola, e tu sai quanto sono testarda. E poi, meno male che sono venuta, altrimenti tutti voi sareste diventati la cena di quattro vampiri assetati di sangue!

Ashley si asciugò le lacrime con un fazzoletto. -Ma... ma...

La interruppi subito. -Niente ma. E soprattutto, niente sensi di colpa. Sono stata chiara?

Mi sorrise.

-Piuttosto,- ripresi -sono io che devo dirti qualcosa. Grazie. Davvero. Con le tue registrazioni i Cullen sono riusciti a raggiungermi, e hanno contribuito parecchio al mio piano. Sei stata davvero grande quel giorno.

-Magari potessi ricordarmelo!- sbottò improvvisamente -Nessie, io non mi ricordo assolutamente niente di quello che è successo con i Volturi. Ricordo solo che prima eri con me e stavamo comprando del cioccolato, e poi siamo saliti sull'aereo per tornare a casa e tu non c'eri. Sul serio, ho un vuoto di memoria assurdo!

-Per forza, Clarissa ti ha cancellato la memoria. Un potere decisamente potente.

-È stato bruttissimo- raccontò -Stavo sull'aereo e tu non c'eri. Nessuno sapeva che fine avevi fatto, neanche il prof. Sarah era sicura che fossi tornata a casa prima di noi, e questo abbiamo creduto tutti. Ma io non ero convinta: me lo sarei ricordato. E invece niente, buio totale. Quando siamo atterrati, all'aeroporto c'era tutta la tua famiglia, più Jacob e Embry. E quando mi hanno chiesto dov'eri, io non sapevo che dirgli!

Sospirai. -Immagino... e cosa è successo dopo?

-Siamo andati a casa dei tuoi nonni. Tuo padre mi ha chiesto di rievocare nel pensiero tutta la gita, così che potesse vedere quello che era successo. Ma quando ho ripensato all'ultimo giorno, anche lui ha visto il nulla. L'ultima volta che ti ho vista eravamo in Umbria, vicina della Toscana e dei Volturi. Doveva essere successo qualcosa. Allora ho cominciato a sentirmi male, perché non mi ricordavo niente. Mi sentivo completamente inutile. Ho iniziato a piangere, e mentre cercavo un fazzoletto nello zaino, ho trovato quel foglietto con i codici bancari che avevi scritto tu. Riconoscevo la tua scrittura ma non mi ricordavo quando me l'avevi dato! L'ho dato a tuo padre, che ha subito chiamato la banca e prenotato i biglietti aerei per l'Italia.

-E le registrazioni?

-Le ho scoperte la sera. Stavo andando a dormire, benché non avessi sonno, quando è squillato il cellulare. Era Sarah, che si era dimenticata una cosa nella mia valigia e mi avevo chiesto se gliela portavo il giorno dopo. Finita la conversazione ho attaccato, e ho visto che era rimasta aperta l'applicazione del registratore. Ma non mi ricordavo perché. Vado a controllare le registrazioni fatte e vedo che ce n'è una dell'ultimo giorno di gita. Chiamo immediatamente Embry, che era rimasto con Jacob a casa dei Cullen, e mi faccio venire a prendere. C'eravamo tutti: la tua famiglia, Jacob, Embry, Leah, Sam, perfino Emily. Abbiamo ascoltato la conversazione e abbiamo capito tutto. Il giorno dopo sono partiti per l'Italia.

-Uao! Caspita- esclamai.

Ashley continuò. -Non puoi capire come mi sono sentita! Tu eri entrata nei Volturi, ci avevi salvato la vita, e io non mi ricordavo neanche di averlo registrato! Non mi ricordavo una ceppa di niente! Ero diventata isterica come non mai. Stavo tutti i giorni con Embry per sentire se aveva notizie di Jacob o Sam. E più arrivavano, più era peggio: tu che soffrivi, tu che eri diventata guardia, tu che bevevi sangue umano... e poi sono tornati qui, dicendo che tu avevi un piano per scappare, ma Jacob non ci credeva e diceva che ormai non eri più tu. Io non ci capivo niente! E la cosa che mi dava più fastidio era non ricordare.

Il racconto fu agghiacciante. La mia avventura da quella prospettiva era veramente raccapricciante. -Deve essere stato terribile...- fu il mio unico commento.

-Si, davvero. Ma cosa è successo? Insomma, cosa hai fatto in questi due mesi là dentro?

Mi scappò una risata ironica. -Cosa ho fatto? Niente, ho passato il tempo.

Ashley si sentì a disagio. -Non me lo vuoi raccontare?

-Beh, è una storia lunga. Ma se vuoi te la racconto. Compresi i particolari più sanguinolenti.

Allora alzò le mani e fece un passo indietro. -No, lascia stare! Ho chiuso con i vampiri!

Feci l'offesa. -Vuoi dire che ti faccio schifo.

Mi guardò dalla testa ai piedi. -Si.

-Mi hai terribilmente offeso. Ce l'avrò con te per l'eternità- e le feci una faccia spaventosa -Non ti conviene aver per nemico un vampiro, anche solo a metà.

Ashley si coprì le mani con la bocca. -Aiuto! Aiuto! C'è una mezza vampira che vuole bere il mio sangue!

Scoppiammo a ridere come due cretine. Quelle scenette erano solite tra me e lei, e in quel momento servivano proprio per sdrammatizzare. Nonché per risollevare il morale a Ashley, che era ancora sconvolta dalla vicenda, e a me, che volevo sentire di nuovo l'umorismo di noi ragazze lupo.

Suonò di nuovo la campanella. Ovvero, che le lezioni iniziarono in quel momento. Scattammo rapidissime verso l'aula di arte. Entrammo sul filo del rasoio: la professoressa Wait stava per iniziare l'appello. Si prese un colpo quando sbattemmo la porta e irrompemmo in classe. E se ne prese un altro quando mi vide.

-Renesmee!- esclamò -Sei tornata! Ma dove sei stata per tutto questo tempo?

-A combattere i vampiri cattivi, prof!- urlò Ashley, mentre prendevamo posto in fondo all'aula.

La fulminai mentre la classe scoppiò a ridere. -Ho avuto da fare in Alaska. Problemi familiari.

La prof si preoccupò. -Risolti, spero.

-Certo prof- risposi raggiante -Alla grande!

La professoressa Wait mi sorrise e continuò con l'appello.

-Ehi Nessie- mi disse Ashley a bassa voce -Volturi a parte, mi prometti una cosa? Prometti che in futuro eviterai di cacciarti nei guai?

Risi. -Ashley cara, vorrei farti ben presente la situazione. Il 50% del mio corpo è quello di un normale umano, e l'altro 50% è quello di un normale vampiro. Sono nata dall'incrocio delle due specie. Ho spinto le mie capacità al massimo, tanto da essere alla pari con quelle di un altro vampiro. Sono una creatura essenzialmente orgogliosa e testarda. Posso trasmettere immagini nella mente attraverso un semplice tocco. Faccio parte del secondo clan di vampiri più numeroso al mondo, su cui posso contare sempre e comunque, e che ha amici sparsi in tutto il globo. Il mio ragazzo è un licantropo che quando si arrabbia diventa un lupo enorme, e fa parte di un branco che difende gli abitanti della riserva LaPush e non solo. E solo nei miei primi 15 anni di immortalità ho affrontato nemici che vanno da una semplice reginetta della scuola come Aisha, al capo della casata reale dei Volturi Aro- e le sorrisi con un pizzico di malizia -Obiettivamente, in futuro, potrei mai non cacciarmi nei guai?



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Signori, non riesco a crederci....
E' FINITA!!!  THE END!!!!
Sto dicendo:  6° ciclo "Soggiorno dai Volturi": [concluso]
OMG!!!
Non potete immaginare cosa sia finire qst storia...

Sul serio è stupendo!
Era da un anno e mezzo che andava avanti, e adesso
è finita... sono riuscita a finirla...
Mi sento realizzata e allo stesso svuotata...
sono contenta e dispiaciuta...
ma è così che deve essere....

Adesso: ringraziamenti!!
Grazie alle 571 che hanno commentato!
Grazie alle 247 che l'hanno messa tra i preferiti!
Grazie alle 128 che l'hanno messa tra le seguite!
Grazie a tutti quelli che l'hanno semplicemente letta!
Grazie a tutti i lettori del forum!
Grazie a tutti....

Sarà un'abitudine che mi mancherà, scrivere il capitolo,
cercare inutilmente di postarlo in tempo,
rispondere alle recensioni...
Me piange...

Va beh, ma mo non se fami pia dalla disperazione
perchè non è mica la fine del mondo!
Mancano ancora due anni al 2012!! XDXD

Allora, spero che la fine vi sia piaciuta...
..e per un possibile seguito sperateci, ma non avvererà!
Certo, mai dire mai...

Un bacione a tutti!!
Grazie...
Civia


   
 
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