Eccomi qua *-* Come state?
Non ho riavuto ancora il pc per
cui ho dovuto riscrivere gran parte del capitolo (per fortuna che
scrivo anche su carta!), beh cosa non si fa pur di non studiare storia!
Ad ogni modo ho un pò di cose da dirvi...Ieri è
uscito "the last song" di Nicholas Sparks *-*, ma dico io...con tutte
le attrici che ci sono al mondo proprio Miley Cyrus doveva interpretare
la parte di Ronnie?! Cioè ora non posso andare a vedere il
film perchè o presto attenzione allo schermo o vomito alla
vista di quella tipa, non riesco a fare due cose contemporaneamente(mi
scuso con tutte le fan della Cyrus, ma posso sopportare i JB, al
massimo Demi Lovato, ma Miley Cyrus proprio no). Approposito della
Lovato, ho saputo grazie ad un video su internet che qualche tempo fa,
non so precisamente quanto, Demi è stata con il cantante dei
The Cab, i fantastici The Cab *-*, Alex Johnson. Non ho idea di come
abbiano fatto a stare assieme O_O Ad ogni modo ho deciso che avranno
una piccola parte in questa ff, in onore dei the cab che
adoro intensamente (L).
Detto questo vi lascio alla storia.
Wonderwall
Ronnie
“…and
after all, you’re my wonderwall” cantava la voce di
Liam Gallagher proveniente dal mio iPod, e non potei fare a meno di
sorridere abbinando quelle parole alla vista delle mie amiche che ora
erano in acqua a schizzarsi.
Loro si che erano il mio muro delle meraviglie, la mia salvezza.
Insomma non avevo neanche finito di dire loro della spiaggia ed ecco
che eravamo già tutte e quattro prima al primo negozio per
comprare un qualsiasi costume, poi in spiaggia.
Affondai i piedi nella sabbia cocente e gettai la testa
all’indietro lasciando che il sole mi scaldasse il viso. Non
ero un amante della spiaggia, ma cosa non avrei fatto pur di levare
quel sorrisino dalla faccia di Jonas?
Sorrisi ripensando alla sua espressione stupita mentre mi allontanavo
con le mie amiche, pensava davvero che gliel’avessi data
vinta così facilmente? Povero illuso.
-Ronnie?- sentii una voce, aprii gli occhi e scoprì che la
voce proveniva da Kate che si era seduta accanto a me
-Che c’è?- le chiesi sfilandomi una
cuffietta dell’iPod
-Perché sorridevi come un ebete dall'aria
sognante?- mi chiese come un bambino chiede alla madre
perché le stelle brillano
-Pensavo alla faccia di quello strimpellatore di chitarra quando ce ne
siamo andate- e sorrisi ancora
-Lo pensi troppo- disse Lexus sedendosi anche lei accanto
a noi con Jamie al suo seguito –ti
sarai innamorata di lui?- concluse sarcastica
- certo come no, la mia anima gemella- dissi ridendo
–A proposito di anima gemella- e lanciai un occhiata
significativa a Jamie che capendo al volo diventò bordeux
-quando intendi concludere con Tyler?-
Tutte ci girammo verso di lei fissandola, attendendo una
risposta.
Tyler era un nostro amico, l’avevamo conosciuto qualche mese
prima ad uno dei tanti concerti a cui andavamo, lui suonava il basso in
una band. Era il tipico californiano, biondo miele, abbronzato e
muscoloso al punto giusto, un gran bel ragazzo nel complesso. Da quando
si erano conosciuti tra lui e Jam c’era stato una specie di
colpo di fulmine, ma nessuno dei due riusciva a farsi avanti. Che cosa
stupida.
-Andiamo ragazze, cosa volete che faccia? Lui non mi invita ad uscire!-
disse Jamie sbuffando
-Invitalo tu allora!- le propose Lexus
-E se lui mi rifiuta?- Lexus alzò gli occhi al cielo e Kate
la imitò
Fui l’unica che la degnò di una risposta - Kate
,tesoro, tutto il mondo ed il resto della galassia si è
accorto che Tyler ha una cotta per te da quando
vi siete conosciuti- cercai di rassicurarla
-Si? E perché non mi ha invitata ancora allora?- chiese
scettica
-Beh forse perché tu non dai alcun segno di esserti accorta
della sua esistenza, ogni volta che c’è lui quasi
lo ignori!- la rimproverai io
-Lo sai che lo faccio per timidezza- disse lei accigliata prendendo un
po’ di sabbia in una mano
-Noi lo sappiamo, ma lui no- fu Kate a rispondere stavolta
Ci fu qualche istante di silenzio dove nessuna di noi parlò
e si sentiva solo il rumore del mare, i bambini che urlavano giocando
con genitori ed amici.
-Basta- esordii –propongo di andare a fare un tuffo, eh?- e
mi alzai sbattendo le mani sulle cosce per levare i granelli di sabbia,
cosa che avevo sempre odiato fin da piccola. Dopo aver fatto il bagno
la giornata passò tranquilla come sempre e tra me e Kate che
improvvisavamo concertini prendendo ora la spazzola ora
l’iPod per usarlo come microfono facendo ridere le nostre
amiche, tra scherzi, chiacchiere e risate la giornata finì
ed ognuna di noi si avviò verso la propria casa, ognuna con
stampato un mega sorriso per la bella giornata appena trascorsa assieme.
Nick
Entrai in casa
arrabbiato sbattendo la porta di ingresso e mi ritrovai di fronte mia
madre che mi guardava con aria interrogativa
-Tutto bene tesoro?- chiese premurosa
-No- risposi duro io per poi correre veloce su per le scale, arrivato
alla mia stanza entrai sbattendo anche quella porta e mi tuffai sul
letto.
Mi aveva lasciato lì come un salame e se n’era
andata. Assurdo. Mi aveva anche fatto “ciao” con la
mano!
Misi le mani in faccia e sperai di riuscire a rilassarmi quanto
bastasse per addormentarmi, forse se mi fossi addormentato non avrei
pensato più a lei, forse. Chiusi gli occhi e proprio quando
stavo per addormentarmi sentii un leggero bussare alla porta.
-Chi è?- chiesi cauto, se fosse stata mia madre non avrei
aperto, non avevo voglia di raccontarle tutto.
–Sono Kevin- disse la voce di mio fratello
-Entra pure- sospirai e richiusi gli occhi, dopo un po’
sentii i passi leggeri di Kevin
-Allora, com’è andata oggi con Ronnie?- chiese
sedendosi sul letto accanto a me. Sospirai aprii gli occhi e iniziai a
raccontargli tutto compresa la sua espressione soddisfatta quando mi
aveva salutato.
– Capisco- disse e sembrava che stesse trattenendo una
risata, quando il mio sguardo incrociò il suo
scoppiò definitivamente ed iniziò a ridere di
gusto -Kevin se ci tieni alla mia
salute psichica e soprattutto a rimanere vivo, ti consiglio di
smetterla- dissi seriamente
-Scusa- disse lui mentre si calmava – scusa davvero, ma se ci
pensi è così assurdo. Sai quante ragazze in tutto
il mondo vorrebbero stare al suo posto? E lei invece ti ignora- concluse
- E questo non fa altro che spingermi ad avvicinarmi a lei- dissi
sconsolato abbassando la testa
-Seriamente Nick, non capisco. Perché ti
intestardisci proprio con lei?- chiese interessato. Mi presi un minuto
di pausa per trovare le parole di spiegargli quello che avevo nella mia
testa.
- Kevin, io adoro il nostro lavoro e non lo cambierei con nessun altro
mestiere al mondo. Ma non credi che sia un po’… stressante poterti
fidare solo ed unicamente nella tua famiglia? Ricordi quanto tempo hai
impiegato per poterti fidare Danielle?- e lo vidi tornare mentalmente a
quando lui e Danielle si erano conosciuti, ai primi appuntamenti e a
quando lui ci raccontava che nonostante la trovasse perfetta non
riuscisse ad essere completamente felice perché aveva paura
che lei in realtà amasse la sua immagine, i suoi soldi. Poi
col tempo aveva capito che Danielle amava lui e non i suoi soldi o la
sua fama.
- Si- rispose infine
- Ecco. Io ho trovato una persona che odia i JB, quindi non
è interessata ai nostri soldi o a saltarci addosso urlando.
Da quanto non capitava Kev? Da mai. Potrebbe essere la mia prima vera
amicizia da quando siamo famosi- conclusi io
-Capisco. Ma il fatto che lei odia i JB è un bel problema.
Cosa intendi fare?- chiese
-Non ne ho la minima idea- dissi sconsolato stendendomi di nuovo sul
letto
-Sono sicuro che troverai un modo- e mi diede una leggera pacca sulla
spalla. Dopo di che si alzò attraversò la stanza
ed aprii la porta
-Kevin?- lo chiamai io
-Si?-
-Grazie di aver capito- sorrisi
- E’ così che funziona tra fratelli- sorrise di
rimando lui e chiuse la porta
Ed ora? Cosa dovevo fare? Non ne avevo la minima idea,
l’unica certezza era quella che non mi sarei mai arreso,
sarei riuscito a trovare il mio posto nella sua vita. Con questo
pensiero caddi tra le braccia di morfeo.
you're gonna be the one
who saves me?
Era proprio
lì, di fronte a me.
I capelli danzavano al ritmo del vento e i suoi occhi erano illuminati
dal sorriso che le abbelliva le labbra carnose. Con un'espressione
beata scherzava con le sue amiche, non aveva
mai quell’espressione quando era vicino a me. Sorseggiai il
caffè ristretto che avevo tra le mani e mi appoggiai alla
portiera del mio SUV.
Era un osso duro, quindi per farmi valere sarei dovuto essere
più duro di lei. Presi coraggio e mi alzai dalla portiera e,
buttando il caffè nel primo cestino, mi avviai verso di lei.
Non sapevo bene cosa dirgli, ma le parole mi sarebbero uscite a
momento. La vidi mentre era intenta a parlare con una sua amica dal
capelli castani, quella che
sembrava essere la più normale tra le quattro. Arrivato a
pochi passi, lei mi vide, ma si girò di spalle e fece per
ignorarmi.
-Buongiorno- esordii io
Le sue amiche mi guardarono curiose e lei si girò seppur
riluttante.
-Oh, come mai così presto a scuola? A quest’ora
non dovresti essere con i tuoi fratelli, a rimirarvi allo specchio?*-
disse tagliente come sempre. Decisi di stare al gioco.
-Oh no, per rimirarci allo specchio ci alziamo alle cinque del mattino,
così poi abbiamo il tempo di fare anche tutte
le altre cose- le dissi imitando il suo tono
-Come ad esempio studiare le tabelline? Sei arrivato a
quella del tre Jonas?- chiese acida
- Come ad esempio studiare per prendere una
A in trigonometria- risposi soddisfatto. Vidi una scintilla di rabbia
nel suoi occhi e le sue mani stringersi a pugno.
-Cosa diavolo vuoi?- urlò quasi
- Vorrei parlarti in privato- dissi lanciando un’occhiata
alle sue amiche
- Quello che dici a me lo dici a loro- disse incrociando le braccia al
petto e sollevando il mento. Alzai gli occhi al cielo.
- Volevo parlarti di ieri…-
-Te l’avevo detto che non avrei mai sprecato un mio
pomeriggio per la trigonometria, ne tanto meno per te- mi interruppe
con un sorrisino
-Senti- iniziai rosso di rabbia –non so perché ti
sto tanto antipatico, non lo voglio nemmeno sapere, ma almeno potresti
sforzarti di essere un po’ più gentile nei miei
confronti-
Alzò un sopracciglio sconcertata e si avvicinò
fino ad arrivare col viso a pochi centimetri dal mio. –Non
vedo perché dovrei essere gentile nei confronti di una pop
star da quattro soldi- sibilò per poi girarsi di spalle ed
allontanarsi seguita dalle sue amiche.
Pop star da quattro soldi?! Bene, voleva la guerra? L’avrebbe
avuta.
And all the roads we have to walk along are winding
And all the lights that lead us there are blinding
There are many things that I would
Like to say to you
I don't know how
Ronnie
-Non ci posso
credere!- urlai in mezzo al corridoio beccandomi le occhiatacce da
parte dei ragazzi che camminavano tranquilli. Lexus alzò gli
occhi al cielo, era da un ora che la tormentavo.
-Calmati Ronnie, o ti verrà un infarto-
-Calmarmi? CALMARMI? Ha avuto il coraggio di venire a parlare con me,
di rivolgermi la parola!- sbottai stizzita. Quel Jonas mi dava sui
nervi.
-Andiamo Ron. Va bene che non è il tuo stereotipo di amico
ideale, ma non mi sembra che abbia fatto niente di così
grave da meritarsi tutto quest’odio- concluse.
Niente di così grave? Come poteva dire così
quanto per me il solo fatto che esistesse era grave?
-Smettila. Non lo sopporto e basta! Addio- la salutai mentre mi avviavo
verso la mia classe di trigonometria.
- A dopo- sospirò lei
Durante tutta l’ora di inglese non ero riuscita a
concentrarmi su una sola parola pronunciata dal Professor Green. Cosa
alquanto assurda per me che amavo la sua materia. Proprio non riuscivo
a calmarmi. Cosa dovevo fare per farmi ignorare da quel troglodita
strimpellatore di chitarra? Dovevo pugnalarlo con la penna?
Avvelenargli il pranzo col cianuro? Sfondargli il SUV con un martello
pneumatico? COSA?! Che qualcuno mi dicesse cosa e l’avrei
fatto!
Presi un respiro profondo ed entrai in classe. La Ronds non era ancora
arrivata, ma in compenso il mio compagno di classe come al solito era
al suo posto, accanto al mio. Sospirai e mi avviai al mio posto,
scostando leggermente la sedia e sedendomi. Cercai di non guardare
verso di lui, ma dopo un po’ cedetti e lo guardai di
sottecchi.
Aveva un braccio piegato che gli sorreggeva la testa, con
l’altra mano teneva una matita con cui batteva un ritmo
veloce sul banco. Improvvisamente la sua mano si fermò ed
automaticamente alzai lo sguardo. Quando incrociai il suo, che mi
fissava, ebbi una strana sensazione allo stomaco che non seppi
spiegare. Restammo a fissarci senza dire niente ed in quel momento mi
posi la domanda che le mie amiche continuavano a farmi da tempo.
Perché lo odiavo? Non riuscii però a darmi una
risposta perché, proprio in quel momento fece il suo
ingresso la Ronds costringendo me e Nick a sciogliere i nostri sguardi
ed a fingere, almeno da parte mia, di essere interessati alla lezione.
Oddio.
L’avevo davvero chiamato “Nick”?!
Scossi la testa sconvolta cercando di prestare attenzione alla lezione,
dopo però aver lanciato un ultima occhiata al mio compagno
di banco che ora guardava dritto davanti a se.
L’ora passò come sempre: lui rispondeva ai quesiti
della professoressa io quasi svenivo dalla noia sul banco.
Quando la campanella suonò entrambi ci alzammo e, senza dire
una parola lui si avviò verso l'uscita.
Beh, non so come, ma a quanto pare ero riuscita a farmi ignorare.
-Jonas!- lo chiamò la professoressa prima che lui uscisse
-Knocks- aggiunse poi verso di me -venite qui- Perfetto. Una volta
tanto che Jonas aveva deciso di ignorarmi ci si metteva lei.
-Com'è andata ieri?- chiese passando lo sguardo da me al mio
compagno di classe
- Oh, benissimo- mentii prontamente io
-Veramente- iniziò Nick, ed io mi voltai verso di lui con
uno sguardo pieno di panico -ieri Ronnie non è venuta per
studiare- concluse guardando la Prof.
Le mie mani stavano per agire da sole. Le vedevo già
attorcigliate attorno al collo del ragazzo di fronte a me, stringendolo
forte fino a togliergli il respiro. Prima che potessi trasformare i
miei pensieri in azioni la Ronds parlò frenando
così i miei istinti omicida
-Ronnie!- disse infuriata -cos'è questa storia?- chiese
Buttai lì la prima cosa che mi venne in mente -Ho avuto un
imprevisto-
-Ovviamente- continuò Nick -mi ha avvertito dell'imprevisto
e mi ha anche detto che oggi sarebbe stata liberissima per studiare- mi
sorrise come se mi stesse facendo un favore. Oh, non immaginava nemmeno
lontanamente cosa lo attendeva dopo.
-Ovviamente, ripetè la Ronds - Mi raccomando Veronica, se
vuoi avere la sufficienza nella mia materia sai cosa fare-
-Certo Sign. Ronds- affermai
Dopo di che io ed il mio amatissimo compagno di classe uscimmo fuori
dove non persi neanche un secondo
-Stammi bene a sentire sottospecie di babbuino dal cervello bacato. Non
ti azzardare mai più ad intrometterti nella mia vita o giuro
che la prossima volta che si parlerà di te sarà
per il ritrovamento del tuo cadave sulla spiaggia di St.Monica. Sono
stata chiara?- dissi paonazza in volto.
-Non mi intrometto affatto nella tua vita- disse tranquillo, mentre io
spalancavo la bocca contrariata -se ti aiuto in trigo, mi metto in
buona luce con la prof-
- Non potresti trovarti un altra cavia? Magari quell'oca giuliva bionda
che ti lancia occhiatine ogni millesimo di secondo!- sbottai acida
ricordando le occhiate di Ashley ed il bigliettino del giorno prima.
- La professoressa mi ha detto di aiutare te- affermò deciso
Rimasi lì impalata a fissarlo mentre iniziai a pensare ad
una soluzione per quell'assurda situazione, ma proprio non me ne veniva
in mente alcuna. A quanto pare il ragazzo di fronte a me era deciso a
darmi il tormento e la Ronds, per qualche oscuro motivo, era d'accordo
con lui. Se non avessi studiato assieme a lui addio media alta, quindi
addio alla borsa di studio e alla possibilità di pagarmi il
corso di lingue che mio padre non avrebbe mai pagato. Secondo lui sarei
dovuta diventare un avvocato o un dottore. Al solo pensiero rabbrividii.
-E va bene Jonas- sospirai passandomi stancamente una mano sul viso
-credo che potremmo arrivare ad un compromesso-
Il suo sguardo fu un misto tra il sorpreso e lo scettico
-cioè?- chiese sulla difensiva
-Accetto il tuo aiuto in trigo, però- mi affrettai a dire
vedendo il sorriso che si stava formando sulle sue labbra -voglio
precisare che: 1. odio te, i tuoi fratelli e la tua band e questo non
cambierà mai. 2. Non più di un paio d'ore al
giorno, non tutti i giorni. 3. Non metterò mai, mai piede in
casa tua- conclusi contando sulle dita i tre punti essenziali per
quella "tregua"
- E dove intendi studiare? In macchina?- chiese lui.
Alzai gli occhi al cielo paziente.
-Ho anche io una casa Jonas, nel caso l'avessi dimenticato-
- Oh, va bene- rispose stampandosi un sorrisino compiaciuto sul viso,
la mia vista non poteva sopportare oltre.
- Alle quattro a casa mia- conclusi sorpassandolo - spero che per
allora riuscirai a levarti quel sorrisino idiota dalla faccia- conclusi
acida cammnando verso la mia prossima lezione.
Perchè lo odiavo? Al prossimo che me l'avrebbe chiesto avrei
staccato la testa a morsi.
I
don't believe that anybody feels
The
way I do about you now
*Si lo ammetto, frase spudoratamente copiata da "l'ultima canzone" di Sparks. Scusate ma mi piaceva troppo *-*
Eccoci qui come sempre arrivati al momento dei ringraziamenti:
Ringrazio chi ha messo questa storia tra le preferite, tra le ricordate, e tra le seguite (scusatemi se non vi ringrazio una ad una, ma vado di frettissima, prometto di farlo nell'prossimo capitolo)
Ringrazio per aver commentato:
mattiuzza: beh dai per un capitolo puoi essere perdonata u.u spero che i problemi siano passati. Ad ogni modo, si sto pensando di aprire un FanClub per Ronnie *-* che ne dici?! xD grazie per la recensione al prossimo chap!
SamCrush: già grande Ronnie, e povero Nick! ahahah sono cattiva vero? Beh dai nei capitoli seguenti ho credo che andrà un pò meglio...al prossimo chap!
wolfgirl92: ahah effettivamente io avrei accettato la proposta di Nick, anche solo per vedere la casa dove vive, non oso immaginare la grandezza xD Grazie per la recensione, kisses
il phard di biancaneve: grazie mille *-* riguardo alla tua FF ho provato a cercarla ma me ne escono troppe con quel nome, non so qual'è xD magari mandami il nick col quale la state postando e la leggero con piacere ^^ grazie ancora al prossimo capitolo