- La compagnia va in
città -
Cap. 1
Tre stranieri
all’orizzonte
Alis stava svuotando la spazzatura nel retro del
ristorante. Imprecò quando si sporcò la camicetta
azzurra di sugo, tentò di ripulirsi sfregando con il grembiule ma ottenne solo
l’effetto di spanderla ulteriormente.
Stava
rientrando dal portoncino quando qualcuno la chiamò.
“Ehm
… mi scusi fanciulla, temo che io e la mia compagnia abbiam perso la strada”
Alis si girò e si trovò davanti ad uno spettacolo
alquanto … singolare. Tre uomini, anzi due e mezzo, le stavano di fronte vestiti con un abbigliamento fuori moda da almeno
mezzo millennio. Indossavano cotte di maglia spessa, elmi in testa e spade e
asce pendevano dai cinturoni in vita, a parte il biondino, vestito più alla Robin Hood, con
annessi arco e frecce. E poi come aveva parlato
Robin Hood? Fanciulla? Trattenne a stento una risata. “Ehi, sembrate
usciti da un libro di storia!” poi si ricompose vedendo che i tipi non ci
trovavano niente di divertente.
“Chiedo
venia gentil dama, non ci siamo presentati, il mio nome è Aragorn
figlio di Arathorn, fratello
di Kdor della dinastia di Kmer
(ah .. scusate ho sbagliato film …), comunque, lui e Gimli
figlio di Gloin, e lui Legolas
Verdefoglia.”
Alis rimase a bocca aperta …
non erano usciti da un libro di storia ma direttamente da uno di Tolkien!
“Ok…” disse con aria accondiscendente “so che da queste
parti non ci sono raduni del Signore degli Anelli oggi, vi siete proprio persi
…” poi pulendosi una mano sul grembiule e allungandola verso “Aragorn” disse “Comunque piacere, Alis” per tutta risposta se la vide prendere e avvicinare
alle labbra dal bel moro, che la sfiorò con un bacio “Incantato”. Le venne
automatico guardarsi in torno alla ricerca di telecamere nascoste.
Per
non ripetere il baciamano agli altri fece appena un cenno con la mano, e
intanto pensava questi so’ fuori!
“Dov’eravate diretti?”
Qualcuno
urlò dall’interno della cucina, poi si affacciò dal locale “Che stai facendo? Non ti pago per chiacchierare! Muoviti!” le urlò nell’orecchio.
“I
signori si sono persi, indico loro la strada e rientro” disse con la voce
leggermente in farsetto. Perché diavolo lavorasse
ancora lì doveva scoprirlo, ma temeva che avesse a che fare con qualche istinto
masochistico che doveva aver ereditato da qualcuno.
“Mi
scusi se mi intrometto” il ragazzo biondo si era fatto
avanti “le pare il modo di rivolgersi a una bella donzella?” chiese con tutta
l’innocenza del mondo. Alis ebbe solo il tempo dei pensare oh oh, che
subito il suo capo esplose in una serie di improperi che avrebbero fatto
spavento ad uno dei migliori scaricatori di porto … qui di seguito riporterò la
versione censurata “Chi ti credi d’essere ragazzino? Io la tratto come pare a
me, visto che la pago … va a lavorare invece di andare
vestito in giro come un pirla!” e afferò Alis per un polso per tirarla dentro.
“Di
grazia, insegnerò io le buone maniere al signore” il nano aveva preso in mano
l’ascia, e Alis notò dallo scintillio della lama che
aveva tutta l’aria di essere vera. Il grassone del suo
capo si bloccò a quell’affronto. Temendo quello che
stava per accadere Alis intervenne svincolandosi
dalla stretta dell’uomo. “Hei, basta! Siete
impazziti?” Gimli rimase con
l’ascia a mezz’aria e Aragorn rinfoderò la spada che
stava estraendo.
“Tu”
disse il suo capo indicandola “sei licenziata! Fatti
mantenere dai tuoi nuovi amici!”
“Ehi
… un momento …” SLAM! La porta si era richiusa dietro
al grassone.
Alis rimase imbambolata a
fissare l’uscio chiuso, adesso era veramente nei guai. Si voltò verso i
tre esclamando “Grazie!”
“Oh
mia signora, non c’è di che, siamo al suo completo serv
… che c’è?!” Legolas gli
aveva tirato una gomitata “Ehm, Gimli … non credo che
intendesse veramente ringraziarci …”
“Oh
…” il nano sembrava aver recepito il messaggio.
“Bene
ora che sono senza lavoro …” incrociò le braccia e fulminò i tre uomini “posso anche intrattenermi a chiacchierare con voi …
dov’eravamo? Ah, il raduno …”
Aragorn la corresse “Veramente noi non stavamo
andando ad un “raduno” qualunque cosa sia, ma stavamo imboccando il sentiero
dei morti quando … ci siamo ritrovati in questo strano
posto … è forse questa la città dei morti?”
Cosa? Oddio licenziata per tre fuori
di testa … Città dei morti? Certo non era il massimo della vita quella
cittadina, ma addirittura definirla “morta” …
“Ragazzi,
sentite, se è uno scherzo non è divertente, ora se
volete scusarmi, vado a cercarmi un lavoro! E per di
più sto iniziando a congelarmi!” la temperatura era vicina allo zero, e lei
indossava solo la camicetta della divisa.
Legolas le venne incontro e le porse un mantello
grigio, era leggerissimo, ma come se lo mise addosso
sentì subito caldo. Se lo puntò sotto la gola con la spilla a
forma di foglia. Bè, era quasi uguale a quella
del film!
Dall’espressione
Legolas sembrava veramente preoccupato “Se solo potesse indicarci la via …”
“Sentite,
ho letto il libro, visto il film … siete bravissimi attori, complimenti, ma ora
devo andare!”
“No,
aspetti …” Alis era arrivata all’esasperazione … quei
tipi o la stavano prendendo molto bene per i fondelli o erano veramente
convinti di essere chi dicevano d’essere.
Per
un attimo decise di stare al gioco “Ah… scusate la maleducazione, non vi ho
chiesto come sta Gandalf! E
Frodo? Credo non se la passi troppo bene con quel Gollum
…” rimase quasi sorpresa nel vedere le espressioni allibite dei tre.
“Voi
conoscete Gandalf? E di
Frodo … sapete qualcosa? E’ in pericolo?”
“In
pericolo? L’avete mandato dritto nelle grinfie di Sauron
con a guida Gollum … non si
può certo dire che stia troppo bene ... oddio, ma che diavolo sto dicendo!”
“Ma come avete avuto sue notizie?”
“Ok …siete deficienti o cosa? Il libro … il libro!” perché stava ancora lì a parlare?
“Quale
libro?” Poi vide Legolas avviarsi verso il violetto e
rimase … a bocca aperta … era su almeno venti centimetri di neve e lasciava
appena leggere impronte! Ok, c’è una
spiegazione razionale per tutto questo, la neve è ghiacciata ecco … ora vado
anche io e … voilà …Quasi cadde nel sentirsi sprofondare nella neve fresca.
Legolas la prese al volo prima
che finisse gambe all’aria. “Ehi, un momento … perché lui …lui…”
Balbettò
rimettendosi dritta ed indicando i piedi del biondo.
“Perché è un elfo” semplice l’avevo detto io che c’era una
spiegazione logica. “Un …un e…eLFO?!”
Per la seconda volta rischiò di cadere e di nuovo Legolas
la sostenne.
“Si,
un elfo, sembra che non ne abbiate mai visto uno!”
“Eh
…”