Anime & Manga > Sailor Moon
Ricorda la storia  |      
Autore: Morea    01/05/2010    8 recensioni
Song-fic sulle note di ' The Scientist' dei Coldplay. E' ambientata dopo la fine della quinta serie, quando Usagi e Mamoru si ritrovano a doversi confrontare dopo mesi di distacco forzato.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sono in un periodo un po’ così, sempre di corsa, tra università, scazzi personali, riabilitazione per il ginocchio, ed è per questo che non riesco a dedicarmi alle mie altre due fanfic. Non ho mai il tempo di fare “mente locale” su di esse, e per questo ho paura di scrivere male e troppo di fretta.

È che la voglia di scrivere mi assale quando meno me lo aspetto, e soprattutto mentre studio ascoltando un po’ di musica… soprattutto se ascolto i Coldplay. È da quando li ho ascoltati oggi pomeriggio che mi è presa l’ispirazione per questa song-fic, che spero apprezzerete.

Colgo l’occasione per ringraziare chi ha recensito “Stop Whispering”, chi l’ha inserita tra le preferite e tra le seguite. Mi ha fatto davvero moltissimo piacere :)

  

P.S. (che in questo caso vuol dire pre-scriptum, xD): qualche buon anima mi dice come si fa a togliere la spaziatura tra un capoverso e l’altro, che mi viene in automatico e ho provato in tutti i modi a togliere? So di essere fortemente incapace. ^^


 

 

 

Come up to meet you, tell you I'm sorry

You don't know how lovely you are.

I had to find you, tell you I need you,

Tell you I set you apart.

 

 

Sono venuto per incontrarti, e non sai quanto sia stato difficile per me. Non avevo idea di cosa dire, di cosa fare, di come farti capire quanto io sia disperato, pentito, arrabbiato.

Un ‘ mi dispiace’ sarebbe falso, codardo, indegno. Ed ora che ti ho di fronte tutto è infinitamente più complicato.

Dio, come sei bella. Ancora più bella di quando me ne sono andato, di quando ti ho lasciato sola in mezzo ad un sacco di problemi. Ho dimenticato te, la nostra missione, tutto, e solamente per la mia sciocca ambizione personale. Come se non sapessi cosa ci riserva il futuro, come se ignorassi il fatto che Mamoru Chiba non sarà mai un medico, ma diverrà un re.

Per un momento vorrei essere dall’altra parte della città: non posso reggere il tuo sguardo così felice ma al tempo stesso - lo vedo - così deluso. Non sei mai stata capace di nascondere i tuoi sentimenti, Usagi, ed io non sono mai stato capace di mostrarli, al contrario. Le volte in cui ti ho detto quanto ti amo si contano sulla punta delle dita, i baci che ci siamo scambiati hai dovuto quasi rubarmeli. Adesso sono qui, e non riesco neanche a dirti quanto io abbia bisogno di te. E quanto mi pento di averti trascurata.

Sono uno stupido, hai sempre avuto ragione tu, nell’urlarmi contro ‘baka’.

Non piangere, Usagi.

 

 

 

Tell me your secrets and ask me your questions,

Oh let’s go back to the start.

Running in circles, Comin' in tails

Heads on a science apart.

 

Vorrei che tu mi aprissi il tuo cuore, vorrei che quasi mi aggredissi con le tue domande, che mi gridassi contro di essere stato un totale, meschino idiota. Ma so già che non lo farai, so già che preferiresti morire, piuttosto che ferirmi. Ma ti merito davvero? Sono serviti mesi e mesi di lontananza perché provassi questo dolore, questa paura di averti perso per sempre che mi dilania dall’interno. Io… so essere solamente un orso scorbutico. Mentre tu mi travolgi ogni volta con la tua voglia di vivere, con la tua esuberanza che in certe occasioni mi ha fatto addirittura vergognare di averti al mio fianco. Solo ora capisco che quel sentimento di vergogna era pura, semplice invidia. Invidia di non essere come te, puro terrore che tu trovassi qualcuno che ti apprezzasse davvero, completamente, ancora più di quanto facessi io. Come se fosse possibile.

Ho come l’impressione che qui non ci sia alcuna relazione da continuare come se niente fosse successo. Hai bisogno di spiegazioni, tante, troppe. Spiegazioni che non sono sicuro di riuscire a fornirti. Usagi, dobbiamo ricominciare dall’inizio. Voglio esplorare daccapo il nostro amore, come se non fosse mai sbocciato, vorrei dimenticare Serenity ed apprezzare il tesoro che ho di fronte. In passato posso anche aver amato una principessa, ma adesso voglio innamorarmi di Usagi Tsukino.

E non mi guardare con quegli occhi, Usako, fanno troppo male.

 

 

 

Nobody said it was easy,

It's such a shame for us to part.

Nobody said it was easy,

No one ever said it would be this hard.

 

Nessuno ha mai detto che fosse facile, nè tantomeno voglio affermarlo io. È immensamente difficile, anzi, mi sembra un ostacolo più insormontabile di tutti quelli che abbiamo affrontato, più o meno insieme. Ostacoli che a volte ti ho lasciato affrontare da sola. Sono sempre stato una preda così facile per i nostri nemici, e tuttora me ne chiedo il perché. Io, che ho il potere di un pianeta intero, sono sempre stato ridicolo di fronte a te, di fronte al mio satellite che invece brilla come una stella. Io sono sempre stato un incapace. Ed adesso lo sono più che mai. Perché non riesco a piangere? Perché queste maledette lacrime continuano a rimanere imprigionate dietro i miei occhi, rendendomi ancora più freddo di una statua di ghiaccio?

È stato così difficile dividerci, Usagi, e me ne rendo conto solamente adesso. Me ne rendo conto guardandoti dritta negli occhi, nelle tue iridi così luminose e scintillanti a causa del dolore che ti sto costringendo a provare. Da quant’è che siamo fermi così, o meglio, da quant’è che io sono fermo così?

Santo cielo, Usagi… abbracciami.

 

 

 

Oh take me back to the start.

 

Per una volta sono riuscito a fare il primo passo. Ti sto stringendo tra le mie braccia, mentre tremi, sussulti, piangi silenziosamente con la testa affondata in mezzo al mio petto. Potrei affogare il mio volto in mezzo ai tuoi capelli, te l’ho mai detto? Adoro questo mare dorato, amo ogni singola ciocca, morbida come seta e profumata come le rose che ti ho portato. Devi proprio avermi considerato uno stupido. Immobile sulla soglia di casa tua, muto come il marmo e con in mano un ingombrante mazzo di rose che avrebbe fatto invidia a tutte le tue amiche. Le tue amiche… loro c’erano, quando ne avevi bisogno. Io invece ero su quello stupido aereo. O forse non c’ero. Addirittura semplicemente non ero.

Non c’ero più, Usagi. Non c’ero più, nonostante ti avessi promesso di non abbandonarti mai. Devi aver pensato molto male di me, e devi aver versato fiumi di lacrime. Avrei voluto asciugarle una per una, e invece c’era lui. E… ne sono felice. Sono sinceramente felice che qualcuno fosse lì a sostenerti come invece io non ero in grado di fare, e… avrei tifato per lui, nel caso io non fossi riuscito a… tornare.

Vedi perché voglio ricominciare, Usagi?

 

 

 

I was just guessin' at numbers and figures,

Pulling the puzzles apart.

Questions of science, science and progress

Do not speak as loud as my heart.

 

Lo studio, l’università, scienza e progresso, il mio sogno di diventare un medico. Perché tutto mi sembrava più importante di te e dei tuoi problemi? Mi hai salutato piangendo, cercando di celare la tua sofferenza ma senza riuscirci, ma io ero già rivolto con la mente all’America. L’America… dove credevo di realizzare i miei sogni. Perché non ho mai capito che il mio più grande sogno eri tu?

Ti ho messo quell’anello al dito, come a sottolineare che tu eri di mia proprietà, anche se io non c’ero. Sono sicuro che avresti preferito una promessa d’amore non influenzata da un peso enorme come quello che ti stava gravando sul cuore. Come quello che io mi ostinavo a non voler sentire… sono stato un egoista. E non mi sono mai accorto che il mio cuore urlava molto più forte del mio cervello, del mio bisogno di conoscenza. Avrei potuto benissimo scegliere una specializzazione in Giappone, avrei potuto continuare a studiare senza mettere da parte te e la nostra missione. Sì, ho dimenticato entrambe, come se riguardassero solo il passato, Tuxedo Kamen ed Endymion. Solo ora mi rendo conto che anche Mamoru Chiba ti apparteneva. E che apparteneva semplicemente ad Usagi.

Riuscirai mai a perdonarmi, Odango Atama?

 

 

 

And tell me you love me, come back and haunt me

Oh and I rush to the start.

Runnin' in circles, Chasin' tails

Comin' back as we are

 

Ho bisogno che tu mi dica che mi ami, ho bisogno che tu corra verso di me e che mi assilli con i tuoi ‘Mamo-chan’, con le tue richieste di uscire con te nonostante i nostri reciproci impegni, con i tuoi occhioni dolci che sapevi bene come sfruttare per ottenere tutto quello che volevi. Dio, come mi manca sentire il nomignolo che ho sempre considerato troppo sdolcinato e zuccheroso.

Mamo-chan’

È un sussurro, quasi impercettibile, e soffocato dai tuoi singhiozzi disperati, ma l’ho sentito, o meglio, l’ho percepito. Ho sentito tutta la dolcezza, tutto l’amore che provi per me, o che spero che tu provi ancora per me. Sentire questo nome mi ha appena fatto correre verso l’inizio di tutto, verso tutto quello che siamo stati, che siamo, che saremo. Perché lo saremo, vero, Usako? Io sono già proiettato verso il nostro nuovo inizio. Sarà diverso, sarà profondo, sarà come forse l’hai sempre sognato: voglio tornare alla spensieratezza di un tempo, ma voglio anche che tu ne sia convinta. La nostra storia non tornerà quella di prima, Usako, sarà ancora meglio. Anzi, io sarò migliore, sarò… diverso. Tu sei già perfetta, lo sei sempre stata.

Sono sempre stato testardo, sicuro delle mie posizioni, delle mie idee, delle mie opinioni. E poi i tuoi Odango sono arrivati per far vacillare tutto, per costringermi ad usare di meno i neuroni, e di più il cuore. Lo stesso cuore che adesso sta scoppiando. Sta scoppiando di felicità perché ha sentito la parolina magica.

Mamo-chan’

 

 

 

Nobody said it was easy,

Oh it's such a shame for us to part.

Nobody said it was easy,

No one ever said it would be so hard.

 

L’hai detto di nuovo, e non sai quanto calore io abbia provato nel mio cuore. Mi sono sentito amato, Usako, come mai è successo prima. Guardami negli occhi.

Ti ho sollevato il mento, adesso la mia mano sta indugiando su ogni più insignificante angolo del tuo volto, analizzando ogni lineamento, asciugando ogni lacrima. Mi viene da ridere se penso a cosa c’è sotto quel leggero strato di pelle. Saprei descriverti ogni singolo capillare che irrora i tuoi bulbi oculari, ogni muscolo che ti permette di mostrare al mondo ogni tua buffa espressione, ogni papilla gustativa che compone la tua lingua. Mi viene da ridere perché quella materia organica ti rende uguale a qualsiasi altro essere umano, quando invece sei la persona più speciale di questo mondo. Non ritroverò questi occhi in nessuna altra donna. Donna… sai, forse non ti avevo mai visto sotto questa luce. In fondo, ti ho sempre considerato quasi una bambina, ma questi mesi ti hanno cambiata, ti hanno resa più matura. O forse ti sto semplicemente guardando bene per la prima volta. So solo che non vorrò più separarmi da te, se continui a guardarmi in questo modo: anche l’espressione dei tuoi occhi è diversa… è più profonda, e più… adulta. Dio, cosa mi sta passando per la testa, proprio in questo momento?

Le tue labbra sanno di sale. E bruciano come il sale su una ferita aperta. Non mi hai respinto, anzi, mi stai incoraggiando, ma mi sembra di chiederti troppo. Faccio per staccarmi, ma questa volta sei tu a prendere il mio volto tra le tue mani.

Non avrei mai pensato che anche baciarti sarebbe stato così difficile, nessuno mi aveva detto che sarebbe stato così complicato. Per me eri la mia piccola Usako. Adesso sto baciando un’altra Usagi. Pochi mesi possono cambiare così tante cose…

Aishiteru, Usako’

L’ho sussurrato mentre le nostre lingue si intrecciavano. Ti sei bloccata all’istante. Cosa c’è che non va, cosa ho sbagliato, a parte… tutto?

Davvero?’

C’è una nota di supplica nella tua voce. Allora davvero ti sei sentita abbandonata, ferita, dimenticata. Ed è tutta colpa mia. Chiunque ti meriterebbe più di me.

Annuisco, mentre la mia bocca non riesce ad emettere nessun altro suono.

Sospiri, ti ho deluso di nuovo.

Ho avuto una paura matta di perderti, Usako’

Tutto d’un fiato, come un bambino quando si trova costretto a confessare alla madre di aver combinato un grosso guaio. E poi avevo il coraggio di considerare te, una bambina. Perché non ho il coraggio di dirti tutto quello che mi passa per la testa?

Non sai quanta ne ho avuta io’

Un lieve sorriso ti increspa le labbra. Sembra un arcobaleno dopo una tempesta, così inondato dalle tue lacrime che ancora non accennano a diminuire.

Io… non ti lascerò mai più da sola, Usako’

Non devi farlo per i sensi di colpa, Mamoru’

Mamoru? Dov’è finito il mio Mamo-chan? Sto vacillando, non capisco. Ma poi la verità mi colpisce come un violento schiaffo. Tu non ti fidi ancora di me. È la cosa meno indicata da fare in un momento simile, ma mi viene da sorridere. Finalmente so cosa dire.

Usako, io non lo faccio per i sensi di colpa. Sarei un bugiardo se ti dicessi che non mi sento sommerso da essi, perché in realtà mi stanno schiacciando come macigni. Mi sento in colpa in ogni singolo istante in cui fisso il tuo splendido viso e penso che forse, per colpa mia, poteva non esistere più. Ma i sensi di colpa sono niente in confronto all’amore che provo per te. Sono un cretino: sono addirittura dovuto morire per capirlo. Usako io ti amo più della mia stessa vita. Io voglio stare con te… non mi importa dell’America. La mia America sei tu.’

Frase degna del peggior film romantico che mi hai trascinato a vedere al cinema. Non so perché, ma non riesco a considerarla zuccherosa, o sdolcinata, o insopportabilmente tenera. Non la considero tale perché vedo i tuoi occhi illuminarsi, le tue labbra accennare un sorriso che forse non rivolgevano a nessuno da molto, molto tempo. Ti aggrappi a me, mentre il tuo corpo fragile impatta contro il mio, ed ancora una volta sento quanto siamo diversi. Eppure la tua gracilità nasconde una grande forza, una forza che io non avrò mai: sei così delicata che ho quasi paura di romperti, stringendoti troppo a me.

Ti amo anch’io’

Penso di aver appena toccato il cielo con un dito. Sorrido come un bambino, come te. Il mio bellissimo mazzo di rose giace in un angolo, dimenticato: ho bisogno di due mani libere per prendere il tuo volto tra i miei palmi, per vagare freneticamente tra i tuoi capelli, mentre le mie labbra si occupano delle tue. Dio, quanto mi sei mancata, Usagi.

Vorrei parlare, vorrei scusarmi di nuovo, vorrei dirti tutto quello che mi passa per la testa.

È tutto apposto.’

Riesci sempre a spiazzarmi, Usako. Penso che tu abbia già capito tutto, non hai più bisogno di altro. Ti ho sempre amato anche per questo.

Quindi…’

Mi blocco, impacciato. È giunto il momento della domanda fatidica. Vuoi essere la mia fidanzata, Usagi? Dio, come suona male. Vuoi tornare insieme a me? Neanche questo va bene. Tornare implica l’essersi divisi. Ed è ciò che ci è successo, ma non… in quel senso.

Ridi, ridi di gusto.

Sì, baka’

Mai un’offesa mi ha reso tanto felice. Adesso è tutto apposto, è veramente tutto apposto.

Grazie, Odango’

Mi arriva un pizzicotto sul braccio, dovevo proprio aspettarmelo.

 

 

 

 

I'm goin' back to the start.


  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: Morea