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Autore: Eros and Thanatos    01/05/2010    1 recensioni
GaaraxHinata senza pretese. Quinta classificata al contest Chiedi e ti sarà dato.
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sabaku no Gaara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piove. Vorrei piangere ma ho dimenticato come si faccia…
Autostima. Forse è davvero questo il problema.
Vorrei gridare,vorrei ferirmi. Ma la sabbia mi impedisce di fare anche quello.
Ti vedo lì… vorrei parlarti… vorrei dirti quello che provo… quello che sono realmente.
Ma, ormai, ho dubbi anche su quello. Non so più chi sono.
Mi rendo conto ora, vedendoti legata a un altro, che ho gettato la mia vita al vento, l’ho lasciata disperdersi come sabbia, macchiarsi di sangue.
Ma non puoi biasimarmi… non conoscevo altro, non avevo scelta.
Scelta…
A cosa si riduce la scelta, se questa è fra dolore e più dolore, soffrire o soffrire di più?
Forse non avrei dovuto abbandonarmi all’oscurità e volgere le spalle alla luce, lasciando che l’odio e il sangue tracciassero la mia vita… Ma non sapevo che eri tu il prezzo da pagare.
Che così ti avrei persa.
Spero che tu possa perdonarmi…
Sei lì… a pochi passi da me, sulla riva del lago, i capelli, attaccati alla fronte per la pioggia, baciati dai timidi raggi della luna… gli occhi accesi, lo sguardo perso, le gote appena arrossate.
Ti voglio mia, Hinata.
Mi avvicino lentamente…
Sei così fragile che potrei ucciderti senza sforzo.
Cerco di ferirmi, di stringere il pugno, di conficcarmi le unghie nel palmo caldo e pulsante, fino a farlo sanguinare. Voglio soffrire, voglio soffrire, perché non posso averti, per quello che ho fatto.
Voglio punirmi per aver permesso alla mia sete di sangue di allontanarmi da te.
E così, uccidendo.. credevo di poter essere compreso. Uccidendo, eliminando tutti quelli che incontravo… sperando di poter cambiare le cose.
Avevi ragione, quando mi dicesti: “E' l'animo che devi cambiare, non il cielo sotto cui vivi”.
Il mio volto impassibile, la mia fredda maschera, nascondono un dolore troppo grande da sopportare, una solitudine ostinata e imposta, un sordo urlo come ultima speranza.
Sono prigioniero, sono prigioniero e stringevo le sbarre nella speranza che qualcuno tentasse di salvarmi.
Sei così vicina che potresti toccarmi. Salvarmi. Parlarmi. Capirmi. Sei così vicina che potrei toccarti. Sfiorarti. Ferirti. Ucciderti. Non te ne accorgeresti neanche, non hai ancora notato la mia presenza… Sono qui, sono vicino a te…
Voglio baciarti, voglio ucciderti.
Le tue labbra, i tuoi occhi, il tuo sangue mi chiamano.
Ti osservo nell’ombra…
Ma… lì… sul tuo volto…?
Non è pioggia, sono lacrime forse, quelle piccole perle liquide che lo fanno rilucere?
Perché piangi, Hinata?
Perché?
Vorrei, correre, raggiungerti, consolarti, ma sei troppo lontana, sei al di là dell’opaco vetro che ci separa. Un vetro che mi sembra sempre più simile a uno specchio. Sei il mio pallido riflesso, il mio mero opposto.
Ma tu sei la luce.
Io ho cercato di raggiungerla, ma mi sono ritrovato solo nel buio, nella notte più cupa.
E, alla fine, sono rimasto solo.
Sono stato cieco. E muto.
Ma tu non hai voluto vedere, capire, parlare.
Anche tu ti sei finta cieca e muta per non soffrire. Per non vedere quello che provavo per te. Quello che un mostro provava per te.
Per non rendere il mio dolore anche tuo… o il tuo dolore anche mio.
Ci sono silenzi urlanti, silenzi che parlano, silenzi che necessitano una risposta. Sono silenzi chiari, basta saperli ascoltare. Io mi sono ascoltato, e ho capito che ero prigioniero, schiavo. Schiavo di un mondo che non mi voleva accettare.
Ma ora, vedendoti qui, quasi accanto a me, con gli occhi umidi e arrossati dal pianto, mi rendo conto che è stata solo colpa mia.
Ho tentato e ho fallito. Ho pensato che la morale fosse non tentare mai.
Faccio un altro passo verso di te… e mi maledico mentalmente per aver fatto rumore.
Ti volti di scatto, e i tuoi occhi improvvisamente si specchiano nei miei. Porti le mani al petto, come a proteggerti, impaurita, sorpresa… con quell’aria indifesa che ho sempre amato.
Avevo cercato di nascondermi, da te, da me. E ora, invece, siamo qui a guardarci, con un silenzio urlante carico di non detti.
Ogni mio passo ti fa indietreggiare. Hai paura… hai paura di me, di quello che potrei farti.
Mi guardi finalmente negli occhi…
I miei, impassibili, freddi.
I tuoi, espressivi, caldi.
E’ un attimo… e sono travolto da un’ondata di emozioni represse… mi sento morire, mi sento finalmente vivo. Ma non posso permettermelo. Non posso concedermi l’illusione di un sogno, di un desiderio. Non posso concedermi di vivere, di morire nel tuo sguardo, di amarti.

Possiamo continuare a nasconderci in eterno, ma ciò che più temiamo troverà comunque il modo di scovarci.
Temevo l'amore.
Adesso l'ho trovato…

FUNERALE DEL DESERTO!

***

- da 0 a 5 per la correttezza grammaticale, lessicale e stilistica: 3,5/5
Hai una buona padronanza della grammatica, che ti ha consentito di muoverti con sicurezza anche nelle parti più complicate dei pensieri di Gaara. Hai anche un buon lessico, non molto ricercato e piuttosto essenziale, basato specialmente sulla scelta di parole semplici, ma che si abbinano al ritmo cadenzato e quasi musicale della fic.
Inoltre il tuo lessico spiega con semplicità ma allo stesso tempo donando spessore, i contorti pensieri di Gaara. Il tuo stile mi ha incuriosito molto: ha degli aspetti negativi e degli aspetti positivi. Cominciamo dalle sue caratteristiche migliori: è semplice e pulito, ma allo stesso tempo è molto intenso, profondo, e ci da una perfetta analisi interiore del protagonista. D’altra parte, tuttavia, in certi punti risulta un po’ ripetitivo e confuso: il punteggio in questa sezione è basso anche perché non ho capito bene il contesto della fic e le relazioni che intercorrono tra i due personaggi non sono chiare. Inoltre mancano le parti narrative e descrittive, che avrebbero posto la fic in contesto chiaro, mentre senza di esse appare meno precisa e approfondita e più confusa. Inoltre ti consiglio di dosare meglio i puntini di sospensione: se sono troppi, danno l’impressione di un flusso di pensieri molto sconclusionati.
- da 0 a 5 per l'attinenza a citazioni/canzoni/pairing: 3,5/5
L’attinenza alla citazione è un po’ carente: la maggior parte della fic è incentrata sul rimorso di Gaara e sul suo amore perduto, che sono estremamente profondi e poetici, apprezzabili, ma non molto incentrati sulla frase. Tuttavia hai guadagnato comunque dei punti per la trattazione della citazione data: mi è piaciuto molto il fatto che la frase sia un consiglio di Hinata, che con la sua gentilezza e purezza abbia cercato di portare Gaara sulla, diciamo, retta via, sul sentiero del perdono verso sé stesso. Molto ben strutturata la decisione di Gaara di non abbandonarsi all’amore per proteggersi e il suo pentimento verso quello alle scelta, fino al sacrificio estrema; hai approfondito molto bene il suo dolore e la sua sofferenza.
Tuttavia, ribadisco, il punteggio si è abbassato perché ho notato diversi particolari poco precisi, che hanno abbassato il punteggio e mi hanno dato difficoltà sull’interpretazione della tua storia: come mai Hinata piange? A chi è legata? Alla fine Gaara uccide l’amata o sé stesso? O entrambi? Il punteggio si sarebbe alzato senza queste lacune, anche perché, forse, dato che non ho compreso appieno la storia, mi sono sfuggiti certi legami con la citazione.
- da 0 a 5 per la caratterizzazione personaggi: 4,5/5
La caratterizzazione dei personaggi è buona: ti sei concentrata su Gaara, sui suoi controversi sentimenti, che si ricollegano a quelli precedenti alla sua “redenzione” grazie alla figura di Naruto. Ribadisco, un IC davvero perfetto ma non solo: hai scavato affondo nella mente di Gaara senza lasciare vuoti sulla sua complessa psicologia. Il modo di relazionarsi con Hinata, e quindi l’attinenza alla coppia, che non era così facile da analizzare, è molto originale e IC. Tuttavia il punteggio non è pieno perché ti sei soffermata solo ed esclusivamente sul protagonista maschile, tralasciando Hinata: dato che la fic doveva incentrarsi su una coppia, avresti potuto sostare di più sul personaggio femminile, su cosa l’ha spinta ad avvicinarsi a Gaara, a quale altro personaggio si sia legata, alla sua reazione alla vista di Gaara e le conseguenze della sua follia.
- da 0 a 5 per l'originalità 4/5
Anche l’originalità della storia è buona ed è riuscita a colpirmi e a incuriosirmi.
La scelta della coppia rappresentata da Hinata e Gaara ti ha dato di base diversi punti, dato che sono una coppia non comune e composta da due personaggi molto distanti e differenti. Nonostante il flusso di pensieri sia una modalità molto famosa e poco originale per trattare la fic (e questo effettivamente ti ha fatto perdere alcuni punti), i pensieri e le sensazioni di Gaara sono inusuali e originali, curiosi e molto intensi, così come il suo rapporto con Hinata. Anche il finale tragico è molto originale e suggestivo, anche se , ribadisco, mi ha lasciato qualche dubbio per la sua scarsa chiarezza.
Totale: 15,5
***
   
 
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