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Autore: Darik    02/05/2010    2 recensioni
E' dunque giunto il momento del confronto finale! I nodi vengono al pettine, si chiudono i conti in sospeso e non si fanno prigionieri. Nota: questo racconto si colloca dopo FMP The Second Raid.
Genere: Azione, Avventura, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Operazione Hunting'
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4° CAPITOLO

I dieci M9 stavano fermi davanti all’Arbalest, e lo fissavano con i loro inespressivi occhi artificiali.

Tuttavia quel silenzio non era certo incoraggiante.

Sousuke scrutò la situazione: davanti a lui dieci AS che di per se non costituivano certo un problema per l’Arbalest.

Ma dentro quei mezzi c’erano i suoi camerati, quindi non poteva farli a pezzi come le altre volte.

Senza contare che gli AS avrebbero potuto benissimo evitare di combattere con l’Arbalest, perché il loro obiettivo era un altro.

Il vero bersaglio di quegli AS stava, infatti, dietro di lui, i delegati del summit, alcuni a piedi, altri sulle jeep, in attesa che arrivassero i mezzi di soccorso.

E poiché questi ultimi erano un bersaglio troppo scoperto, toccava a Sousuke proteggerli insieme ai delegati fino a quando non fossero partiti dall’isola.

Poi c’era da sperare che Yu Fan e KITT fossero riusciti a fermare il De Danaan che faceva rotta verso le navi dei soccorsi per affondarle.

Tuttavia questo problema non poteva essere di sua competenza.

“Sergente, sta elaborando una strategia?” chiese AL.

“Si. Hai suggerimenti?”

“Be, siccome dubito fortemente si possa evitare di combattere, le consiglierei di provare a prendere contatto con i piloti degli M9 per avvertirli che tra poco avvertiranno molti scossoni”.

Sousuke inarcò un sopracciglio, e cercò di aprire il contatto con l’M9 nero, che apparteneva a Clouzot.

Sullo schermo apparve tra molti disturbi l’immagine del robusto uomo di colore.

“Uruz 1, mi ricevi?”

“Tskrr…. Serg…..ente Sagara…. È…tssrrkkk…lei?”

“Affermativo. Quali sono le vostre condizioni?”

“Ho parlato… con gli… altri… siamo….tskkrr….intrappolati qui dentro…. Non riusciamo a…. fermare….nostri tsrkkk….mezzi…”

“Capisco. Vi devo informare che cercherò di fermarvi, per salvare i delegati”.

“Faccia…..tskrrr…. quello che deve….. fare…. sergente…. anche ucciderci…. Se trkkkss serve…”

“Roger” rispose Sousuke chiudendo il contatto.

Da un lato ammirava lo spirito di sacrificio di Clouzot, sicuramente condiviso anche dagli altri.

Ma l’opzione di uccidere i suoi compagni non era per nulla contemplabile per Sousuke.

Strinse i pugni intorno alle cloche.

“AL, sei pronto?”

“Se mi permette, sergente, sono nato pronto”.

“Allora miriamo alle braccia, poi alle gambe, infine alla testa. Colpire la parte centrale è inammissibile”.

“Roger!”

Gli occhi dell’Arbalest s’illuminarono, e con un balzo felino saltò addosso ai nemici.


KITT, con bordo Yu Fan, stava di fronte ad Hela, con le spade sguainate.

Poi contemporaneamente andarono all’attacco.

Gli attacchi di Hela con le spade erano numerosi e rapidissimi, davanti all’AS nero era come uno sciamare di lame brillanti.

Ma tutti quei colpi erano inutili contro la corazza di KITT, che si scheggiava e nulla più.

Tuttavia, memore del tocco fatale di Hela, Yu Fan non si scopriva mai.

Sferrava pugni e calci ma senza mai abbassare la guardia e sbilanciarsi.

E i suoi colpi, molto veloci per un AS, non lo erano a sufficienza per colpire Hela, che schivava tutto.

Rapidamente capirono di essere in una posizione di stallo.

L’AS nero con un balzo tornò alla posizione di partenza.

Hela fece altrettanto.

“Cosi non può continuare, KITT. Dobbiamo provare a disarmarla”.

“Perché non le chiediamo gentilmente di combattere disarmata come noi?”

“Non scherzare. Serve un piano”.

“Potremmo usare l’ECS” propose KITT.

“Ma sicuramente Hela è munita di sensori che le permettono di rilevarlo”.

“Però non sa che il nostro ECS ha qualcosa di particolare. Che ne dici se…”.

Yu Fan ascoltò il piano di KITT e abbozzò un mezzo sorriso: “Idea niente male per un computer”.

“Lo prenderò per un complimento”.

L’AS nero batté in ritirata.

Hela non si scompose.

La fuga era una scelta inutile contro di lei, cosi come sarebbe stato inutile se avessero usato l’ECS.

I sensori inseriti nei suoi occhi le permettevano di individuare gli ECS senza problemi.

E sarebbe stato inutile anche che lei sfruttasse il suo ECS, perché un AS cosi sofisticato doveva per forza avere anche lui sensori adatti a rilevarlo.

Cominciò a camminare con calma lungo lo scafo e guardandosi intorno.

Sul De Danaan calò il silenzio.


L’Arbalest piombò addosso al primo M9, che tentò di colpirlo col fucile.

Sousuke col braccio lo bloccò e con la mano gli afferrò la testa.

L’M9 reagì con le mitragliatrici incorporate, ma la corazza dell’Arbalest era molto più robusta di quella degli altri AS.

Sousuke afferrò la testa, e potenziando la stretta col Lambda Driver, la torse e decapitò il nemico.

Sarebbe passato alle braccia e alle gambe, se altre tre M9 non gli fossero balzati addosso per fermarlo sbattendolo al suolo.

I delegati fissavano impietriti quella scena, poi Borda udì il rumore degli elicotteri che si avvicinavano.

“Presto! Presto! Andiamo incontro agli elicotteri! Non restiamo qui fermi!” gridò l’energico ammiraglio.

Subito tutti corsero verso le piazzole d’atterraggio.

Uno degli M9 in piedi se ne accorse, e prese la mira col suo fucile.

Sousuke, mentre i tre nemici subissavano invano di colpi l’Arbalest, vide cosa stava succedendo, prese per il collo uno dei tre e lo scagliò addosso a quello che stava per sparare.

I due AS caddero a terra in una nuvola di polvere.

Anche gli altri sei M9, vedendo che i delegati scappavano, presero a inseguirli e a sparare.

“Merda!” esclamò Sousuke.

Che con due gomitate in pieno viso si liberò dei due nemici che lo bloccavano a terra.

Recuperò da terra un fucile e corse verso gli altri M9, spiccando un ampio balzo atterrò davanti a loro e cominciò a sparare mirando alle gambe.


Sul Tuatha De Danaan, ora fermo in mezzo all’oceano, era calata una calma spettrale, interrotta solo dal live scrosciare delle onde sullo scafo.

Hela cercava l’AS nero, nascosto chissà dove.

Comunque lo scafo del Tuatha De Danaan non offriva certo molti posti per nascondersi a un AS.

Aveva già ispezionato la prua e le fiancate, mancava solo la poppa.

E infatti era lì che stava l’AS fuggiasco, appeso poco sopra le immense eliche del sottomarino.

“Sta arrivando” comunicò KITT.

“Bene, mettimi in contatto con la plancia del De Danaan”.

Hela era arrivata giusto sopra la sezione di scafo che copriva dall’alto le eliche.

Quello era per forza l’unico posto dove poteva trovarsi il nemico.

In posizione d’attacco, cominciò ad avvicinarsi al bordo.

Si abbassò e reggendosi con le ginocchia, sbirciò sotto il metallo.

E vide appiattito contro lo scafo, dietro le eliche d’emergenza che usavano nel caso il sistema propulsivo del sottomarino non funzionasse, il suo nemico.

L’AS nero le dava le spalle e guardava in un’altra direzione, chiaramente cercando Hela con lo sguardo.

La posizione non era agevole, ma tra lo scafo e le eliche c’era molto spazio.

E non sapendo cosa stava succedendo, sicuramente il sottomarino non si sarebbe mosso.

Però anche se fosse riuscito a raggiungerlo, in quel punto non c’era comunque molto spazio perché una come lei potesse muoversi agevolmente.

Evidentemente Yu Fan tentava di attirarla in una specie di trappola, per limitare l’agilità di Hela.

Ma quest’ultima aveva altre armi a disposizione.

Come le sue spade.

Le caricò con l’energia del Lambda Driver e rapidissima le scagliò contro l’AS nero a mo di proiettili.

“Ora!” gridò Yu Fan.

Le eliche del De Danaan cominciarono a muoversi.

E ad appena due metri dall’obbiettivo, furono colpite violentemente da qualcosa che le spinse sott’acqua.

Dove cariche d’energia esplosero con un rimbombo appena soffocato dall’acqua, che s’illuminò con una luce rosa e bianca.

Hela piegò la testa come se non capisse.

A prima vista sembrava che fossero state le eliche a colpire le sue spade, ma come poteva essere successo quando tra le sue armi e le enormi pale c’era una distanza di almeno due metri.

Poi le venne un sospetto, attivò i suoi sensori anti-ECS e lo vide: vide che le parti superiori di tutte le pale erano ricoperte dall’energia dell’ECS che le rendeva invisibili.

Era davvero una trappola, e lei c’era cascata perché diversa da quella che aveva ipotizzato.

Le eliche si fermarono, l’AS nero tenendosi aggrappato al metallo risalì lo scafo, poi con un pugno caricato col Lambda Driver tornò all’aperto.

“C’è cascata KITT. Non sapeva che il nostro ECS può rendere invisibile anche quello che ci sta attorno. Ed essendo sempre stati visibili, non ha ritenuto necessario usare i sensori anti-ECS”.

“Un punto per noi” commentò KITT.

Ma Hela non si riteneva affatto sconfitta.


Le raffiche di colpi di Sousuke colpirono quattro M9 alle ginocchia, distruggendole.

Ma quelli non si arrendevano e continuavano a sparare anche senza gambe contro di lui.

Per questo dovette mirare anche alle loro teste, facendole saltare.

Gli altri M9 ancora in piedi, sparavano contro i delegati e gli elicotteri di soccorso.

Vedendo quella situazione, Sousuke cominciò ad arretrare.

Poi estese il Lambda Driver, creando uno scudo energetico molto esteso che proteggesse tutti quegli uomini.

Dagli elicotteri giunse una comunicazione: “Al pilota dell’AS bianco. Quegli M9 stanno sparando contro di noi, e le armi che abbiamo noi non possono opporsi a quel tipo di modello. Le consiglio di coprire anche noi mentre atterriamo”.

“Questo lo immaginavo” rispose Sousuke “AL, espandiamo la barriera il più possibile!”

“Agli ordini, sergente”.

La barriera energetica dell’Arbalest si estese fino ad assumere un diametro di almeno una settantina di metri per altezza e larghezza.

Invano gli M9 scaricavano tutta la loro potenza di fuoco contro il Lambda Driver.

Gli elicotteri atterrarono, e velocemente caricarono tutti i delegati, per poi decollare.

Quando Sousuke vide che sull’isola erano rimasti solo loro, si sentì più sollevato.

Una preoccupazione in meno.

****

“Generale Cameron, i delegati hanno lasciato l’isola. E il misterioso hacker è riuscito a bloccare il Tuatha De Danaan prima che potesse intercettare le navi di soccorso. Ormai possiamo solo sperare che Hela riesca ad affondare il De Danaan, nel tentativo di infliggere più danni possibili alla Mithril”.

Cameron smise di guardare lo stupendo combattimento tra Hela e l’AS nero, ora nuovamente in stallo, e pensò che non aveva mai visto l’Arbalest in azione come si deve.

Allora gli venne un’idea.

Ormai l’operazione Hunting era fallita, ma lui poteva ancora soddisfare la sua passione per i combattimenti.

“Inviate queste istruzioni ai piloti automatici degli M9” ordinò.

****

Di M9 ne erano rimasti la metà, ma ora che non doveva più preoccuparsi dei delegati, non ci sarebbe voluto molto per sconfiggerli senza fare del male ai suoi camerati.

Improvvisamente uno degli M9 cominciò a sparare contro un AS già steso, mirando alla schiena, dove si trovava il pilota.

Sousuke rispose con le mitragliatrici incorporate nella testa dell’Arbalest, costringendo chi sparava ad arretrare.

“Perché diavolo ha sparato a quel M9? Non poteva più muoversi” esclamò Sousuke avvicinandosi di corsa.

“In effetti è un comportamento illogico” convenne AL.

Poi Sousuke vide l’M9 che aveva sparato puntare il fucile prima contro di lui, ma senza sparare.

In seguito con la mano indicò se stesso.

Dopodiché puntò il fucile contro uno dei suoi compagni.

Infine si ritirarono.

“Che significavano quei gesti?” domandò AL.

“Credo di saperlo. Ci hanno sfidato. O li seguiamo nella foresta, immagino per una sfida, oppure si faranno a pezzi tra di loro, uccidendo anche i piloti” rispose Sousuke.

“Un comportamento davvero illogico” commentò l’intelligenza artificiale.

“Infatti” e Sousuke pensò subito che ci fosse lo zampino di quel Cameron “Ma non abbiamo altra scelta che seguirli”.

Sousuke liberò dalle carcasse degli altri M9 i suoi compagni, tra cui Kurz e Clouzot, dicendo loro di restare lì ad aspettare i soccorsi.

Quindi corse nella foresta.

  
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