CAPITOLO 1
L’aria era
calda e afosa quella sera, le strade buie affollate da ragazzi e ragazze non
proprio raccomandabili, ubriaconi e prostitute per la maggior parte, la
periferia della Città degli Angeli non era proprio il massimo. Un ragazzo dai
lineamenti afroamericani, col viso coperto da una massa informe di riccioli
neri camminava al centro della strada, fumando una Marlboro con tranquillità.
Era inconfondibile, il chitarrista dei Guns N’ Roses… Slash.
Ormai il
successo era alle porte, la band destinata a scrivere una lunga e intensa
pagina nella storia della musica stava accrescendo la propria popolarità
velocemente. I loro concerti a Los Angeles erano sempre più gettonati, e
cominciavano ad arrivare importanti somme di denaro per quei cinque ragazzi, di
certo non cresciuti nel lusso più sfrenato.
I tacchi dei
suoi stivali borchiati alla Cowboy colpivano ritmicamente l’asfalto, la testa
che vagava nei pensieri più profondi.. era uscito dall’albergo dove alloggiava
col resto del gruppo da quasi un’ora, avevano finito lo ‘zio Jack’ e lui era
uscito con la scusa di procurarsene un altro po’.. ma non era affatto così, la
verità è che voleva un po’ di tempo per farsi una passeggiata solitaria, come
non ne faceva da un po’, tra le prove col gruppo e il numero di fans che
cresceva a dismisura, di tempo per girovagare da solo non ne aveva molto.
‘Ehi amico,
cerchi della roba? La mia è buona’ gli
si era avvicinato un ragazzotto con lo sguardo spento, strafatto senza dubbio,
avrà avuto si e no la sua età, venti, ventuno anni al massimo.
‘No grazie,
non voglio niente’ si era già fatto
abbastanza quella sera, e poi era piuttosto diffidente quando comprava roba,
non si fidava del primo che capitava; continuò a camminare dritto davanti a sé.
‘Sicuro
amico? Che ti serve avanti, marijuana? Hashish? Cocaina?’
‘Ti ho detto
che non mi serve niente, vedi di sparire..’
Il
ragazzotto rimase indietro, rassegnato. Slash andò avanti per la sua strada..
aveva voglia di bere.. avrebbe cercato un bar per farsi un goccio, non erano
proprio felici i pensieri che gli passavano per la testa quella sera e avrebbe
preferito di gran lunga berci sopra invece che rimuginare. Era difficile per sé
stesso ammetterlo, ma aveva paura, lui e i ragazzi si erano gasati molto
nell’ultimo periodo, visto il loro successo.. ma quella sera, quel tiro di
cocaina non l’aveva portato allo sballo piacevole. Si era visto di nuovo a
Seattle, con qualche anno in più e molti soldi in meno.. aveva per un attimo
avuto dei dubbi sulla loro carriera da musicisti, aveva effettivamente avuto
paura che tutto scivolasse loro dalle mani, che avessero avuto in mano la
chiave del successo e l’avessero perduta.
Si era
allontanato dall’hotel uscendo dal retro, per evitare eventuali scoccianti
ragazzine, e si era diretto subito verso la periferia, senza pensarci troppo,
almeno lì sperava che la gente fosse troppo fatta o occupata per badare ad una
star emergente.
Aveva in
realtà visto diversi posti in cui fermarsi, ma per qualche strano motivo era
andato avanti, svoltando di tanto in tanto, imboccando strade a caso.. avrebbe
bevuto sì, si sarebbe fermato da qualche parte quella sera, ma non ora, non ne
aveva ancora davvero voglia.
Percorrendo
il suo casuale itinerario si era ritrovato più vicino al centro della città, i
quartieri erano tenuti meglio e non c’era l’atmosfera pesantemente lugubre
della periferia, nonostante l’illuminazione era la stessa.
Quell’insegna
al neon fu come un faro per lui, ora si che aveva sete, voleva del whiskey, e
subito. Entrò nel bar, le luci soffuse, un gruppo di quattro ragazzi e due
ragazze ad un tavolo, quasi nessuno al bancone.. si, quasi nessuno, a parte una
ragazza seduta su uno sgabello che gustava tranquillamente una vodka. Slash si
sedette a un solo sgabello di distanza e ordinò il suo ‘vecchio Jack’..
‘Come mai in
giro da solo a quest’ora?’ la voce di
quella ragazza era profonda, nessuna nota stridula, calma e sensuale.. il
chitarrista voltò lo sguardo, lo stava fissando con occhi profondi come non ne
aveva mai visti, color nocciola. Era davvero una bella ragazza, i capelli
appena sotto le spalle, castani chiari e mossi. Indossava un leggero abitino
nero, che si fingeva costoso, gli stivali col tacco e una sottilissima linea di
eye-liner sugli occhi.. Slash la guardava visibilmente incuriosito.
‘Dovrei
portela io una domanda del genere.. dolcezza’ quell’ultima parola gli era
uscita un po’ a fatica, si sentiva un po’ in soggezione sotto il suo sguardo
immobile.
‘Ho appena
finito di lavorare.. a proposito, vorrei intrattenermi di più ma è meglio se me
ne torno a casa..’ fece per alzarsi, ma la mano di Slash non si fece attendere,
la afferrò velocemente ma con delicatezza per un braccio, aveva visto un lampo
di malizia nei suoi occhi.
‘Aspetta..
piacere Slash’ disse porgendole la mano, lei la guardò un po’ diffidente poi
rispose
‘Liz, molto
piacere’
‘Vuoi che ti
accompagni a casa Liz’
‘Non credo
di averne bisogno..’
‘Beh.. dovrò
insistere, non permetterei mai che una bella ragazza vada in giro da sola con
tutti i ragazzacci che ci sono..’ forse gli stava tornando un po’ della sua
ironica spavalderia, si stava sciogliendo un po’. Le strappò un sorriso, non
sapendo dire fino a che punto divertito.
‘E chi può
assicurarmi che tu non rientri tra questi?’
Si alzò
dallo sgabello e si avvicinò a lei, guardandola negli occhi, per poi allungare
le labbra in un sorriso quasi esagerato.
‘Ok, il
sorriso da ebete può bastare! Andiamo Slash’
Prese un
giubbotto di pelle strettissimo che stava appoggiato allo schienale dello
sgabello, Slash non potè non notare il seno prosperoso contenuto a malapena dal
vestitino mentre lei inarcava le spalle per indossare il giubbotto.. a quel
punto la squadrò dall’alto in basso, mentre lei era intenta a frugare nella
borsetta alla ricerca di chissà cosa. Era davvero molto bella, snella, con le
gambe sottili, le curve al posto giusto, la vita stretta, il collo elegante e
quel seno.. Slash era ipnotizzato.
Una volta
trovato finalmente il pacchetto di Lucky Strike, la ragazza alzò lo sguardo,
notando l’espressione inebetita di quello strano ragazzo che aveva davanti..
‘Quando hai
finito possiamo andare..’ gli disse inarcando un sopracciglio..
‘Finito di
fare cosa?’ non poteva far altro che ostentare innocenza..
‘Finito di
squadrarmi..’ si accese una sigaretta.
‘O scusa
baby, spero davvero che non ti sia offesa perché..’ allungò lo sguardo verso il
petto della ragazza che lo scacciò velocemente.. lui le sorrise innocente, e
lei non potè fare a meno che ridere.
‘Forza
andiamo ora..’
Si avviarono
per le strade buie, Slash seguiva la ragazza senza preoccuparsi di dove
andavano, avrebbe pensato più tardi a un modo per tornare all’albergo.
‘Allora, che
ci fai in giro a quest’ora?’
‘Te l’ho
detto, lavoro fino a tardi’
‘Devo
ammettere che non ti stavo ascoltando..’ sorrise ‘Mi guardavi fissa..
sicuramente già persa per me!’ e le mise un braccio sulle spalle, sperando che
non reagisse male; Liz scoppiò in una risata fragorosa, sinceramente divertita
da quell’improvvisa affermazione.
‘Beh, la
sfacciataggine non ti manca di certo!’
‘Me lo
dicono tutte, qualcuna si è anche lamentata, ma a quanto pare finiscono sempre
per non darci peso!’ altra risata, quel ragazzo tutto ricci era proprio
divertente..
‘Ad ogni
modo, finisci di lavorare sempre alle tre del mattino?’
‘Anche più
tardi nei weekend, la domenica posso dormire di più, e visto che il tempo è
denaro, lavoro di più la notte prima’ Slash si era fatto sicuramente un’idea
sbagliata di quella ragazza.. ma non disse nulla.
‘Capisco..
lavori anche di giorno?’
‘Non posso
farne a meno.. l’affitto è caro..’ poi si girò a guardare il ragazzo, leggeva
perfettamente nei suoi occhi cosa pensava di lei.. non era la prima volta che
un ragazzo la credeva una prostituta.
‘Smettila di
guardarmi così.. non sono una puttana’ Slash fu preso alla sprovvista..
‘No no ma
che dici.. non lo pensavo assolutamente..’ tentò di rimediare, ma Liz ne sapeva
una più del diavolo.
‘Senti non
preoccuparti, davvero.. visto dove mi hai incontrata, visto l’abbigliamento..
non potevi pensare altro.. non sono una puttana, sono una barista, lavoro fino
a tardi la sera e la mattina faccio la commessa in un piccolo supermarket..
cercò di guadagnare con quel po’ di dignità che mi resta’
‘Scusami
davvero..’
‘Sta
tranquillo.. non me la prendo.. e poi, sei stato così gentile a volermi
accompagnare a casa..’
‘A
proposito.. ma quanto manca? Non che io sia stanco.. ma se non insistevo te la
facevi veramente tutta a piedi da sola?’ Liz lo guardò inarcando il sopraciglio
‘Ok è vero..
cominciano a farmi male i piedi, ma solo perché ho camminato parecchio prima di
entrare nel bar..’
‘Pessima
scusa!’ la ragazza scoppiò nuovamente a ridere, e Slash con lei.. c’era chimica
tra loro, lo sentivano..