Escape
You!
Change your mind
like a girl changes clothes!
(Katy Perry - Hot and cold)
“Isabella Marie Swan, vuoi accogliere Edward Cullen come tuo legittimo
sposo per amarlo e onorarlo tutti i giorni della tua vita, fin che morte non vi
separi?” disse il pastore con aria solenne rivolto ad Isabella. Non ebbi il
coraggio di guardarla in viso, nonostante sentissi i suoi occhi cercare i miei.
Così feci vagare il mio sguardo per la chiesa soffermandomi maggiormente sulle
prime file, aspettando quel maledetto si
che avevo da sempre agognato.
Eppure…
Vidi Esme, mia madre, singhiozzare tra le braccia di mio padre. Loro la
reincarnazione del vero amore. Avevano da sempre appoggiato il mio rapporto con
Isabella e, fin dal loro primo incontro, avevano subito pensato che lei fosse
diversa dalle altre e che sarebbe andata a finire in questo modo. Solo che…
Voltai lo sguardo verso i miei amici, coloro che avevano organizzato il
nostro primo incontro, permettendoci così di conoscerci meglio e di farci
innamorare come non mai.
Emmett, Alice, Rosalie, Jasper grazie per
tutto ciò che avete fatto per noi..
Ma io…
Incrociai gli occhi con quelli di Isabella: colei che mi aveva rizzato
portandomi verso la giusta via. Lei per me è stata il mio primo vero amore. Con
la sua timidezza e ,talvolta, con il suo coraggio era riuscita a sciogliere il
mio cuore come mai nessuna aveva fatto.
I suoi occhi color cioccolato
indugiarono per un attimo sui miei verde smeraldo cercando qualcosa all’interno
di essi.
Pensavo che, una volta guardati i suoi occhi, tutte le mie insicurezze
sarebbero crollate.
Invece…
“Si, lo voglio!” disse fiera la mia Isabella singhiozzando leggermente.
La sua voce era incerta poiché scossa da singhiozzi che tentava di nascondere,ma
in vano.
“Edward Cullen, vuoi tu accogliere Isabella Marie Swan come tua
legittima sposa, per amarla e onorarla tutti i giorni della tua vita, fin che
morte non vi separi?” Diamine! No, no, no!Era arrivato il
momento. Non ancora, non sono pronto! Per favore, voglio più tempo! Vi prego!
Rimasi paralizzato.
Il mio respiro accelerò quando Isabella mi sorrise incoraggiandomi a fare il
mio giuramento.
Ma io non ero, o meglio, non sono sicuro della mia scelta.
Cioè, amo Isabella come non mai, ciò è palese, ma non sono sicuro di poter
lasciare andare i bei tempi da single e rubacuori così facilmente.
Non sono sicuro di poter fare questo passo facendo così scomparire i bei tempi
con i ragazzi giù al pub di Seattle.
Quando si è sposati, mi ha spiegato Michael, la vita di un marito è più
faticosa che mai e , molto spesso, ogni avvenimento tra marito e moglie si finisce
con un litigio e delle urla.
E se non fossi la scelta giusta per Isabella?? E se Isabella, come me,
volesse ancora un po’ di tempo prima di fare un passo così importante?
Idiota! Se fosse come dici tu, in questo
momento, Isabella non sarebbe davanti a te tenendoti per mano e giurandoti
eterno amore!!
Questo è vero però … ho paura! Ho paura che tutto ciò sia uno sbaglio.
Un grandissimo sbaglio che manderà la mia vita a rotoli. Ed anche quella di
Isabella, naturalmente.
Comprendimi Isabella per ciò che sto per fare. Non sono ancora pronto
per fare un passo più lungo della gamba.
La mia testa cominciò a vorticare e istintivamente i miei occhi si
chiusero per una frazione di secondo. Ma non bastò quel secondo per far uscire
dalle mie labbra quel fatidico no,
che nessuna donna vorrebbe mai sentire- soprattutto se si trova sull’altare.
Passò un minuto, poi due, tre, quattro … insomma, passava il tempo e le
mie labbra non volevano far uscir
alcun suono.
Guardai Isabella negli occhi. Aveva un espressione speranzosa, un po’
sbalordita e dubbiosa.
Scusami amore mio
per le pene che ti sto facendo patire!
Tutti gli invitati al matrimonio assistevano alla scena alcuni realmente
turbati, altri ci mancava poco che prendessero un pacco di pop-corn, come se
stessero assistendo ad un film appassionante.
“Come pensavo!” mi voltai verso di Lei. Mi puntava il suo mazzolino di
fiori bianchi e celesti contro il petto con uno sguardo malizioso e sfrontato.
Il suo sopracciglio destro era leggermente arcuato e il suo labbro si era
alzato formando così un sorriso sghembo.
Lei, la mia Isabella, non si sarebbe mai comportata in questo modo. O meglio, utilizzava quella espressione
solo nelle mie fantasie e nel privè . Dinnanzi alla gente si rivelava, al
contrario, una ragazza timida e molto matura, che non vuole mai essere al
centro dell’attenzione.
Che le prende?
E te lo chiedi pure? Cosa farebbe un comune mortale se venisse rifiutato e
messo in ridicolo davanti a un centinaio di persone, Edward?
Beh visto da questa prospettiva …
Isabella lasciò la mia mano e dei mormorii si propagarono nella chiesa.
Fece un passo verso di me e piena di energia nel corpo parlò.
“Dillo!” una sola parola. Quel piccolo suono mi fece crollare il mondo
addosso. Rimasi in silenzio osservandola. Mi stava fronteggiando.
“Cosa ti vieta di parlare, eh? Nessuno ti sta puntando un coltello alla
gola costringendoti a fare una scelta che non ti appartiene!” deglutii. Non
l’avevo mai vista così determinata e, dovevo ammetterlo, era una scena che mi
faceva eccitare più del dovuto!
“Allora?? Cosa ti prende? Non hai il coraggio di dire quel maledetto No, Edward?” Sputò quelle parole come se fossero
acido.
“Codardo! Sei solo un codardo Edward! Ed io che mi sono sempre fidata di
te!” La sua aria si fece falsamente pensierosa “E sai una cosa? Se tu sei un
codardo, io sono una stupida!” Ma che
stava dicendo? La guardai interrogativo.
“Vuoi sapere il perché Edward? Beh sono stata stupida fin dall’inizio a
non ascoltare tutte le persone che mi dicevano di starti lontano!” Urlò
risoluta facendomi spaventare come non mai. In
tutto quel tempo aveva parlato solo lei. Io avevo ascoltato tutto ciò che aveva
da dirmi senza fiatare. Non volevo far diventare la situazione più critica del
dovuto.
“Perché non ritorni dalle tue luride troiette Edward? Magari ti possono
appagare più di quanto non lo sappia fare io!” in quel momento scattai. Il mio
cervello mi aveva letteralmente urlato
di scappare da quella pazza maniaca
che da un momento all’altro avrebbe potuto uccidermi anche solo con uno
sguardo.
Spalancai il portone ed una volta uscito
dalla chiesa respirai aria fresca. Libero.
Finalmente ero libero di fare ciò che volevo. Infondo non era questo ciò che avevo
pensato di desiderare durante la
cerimonia?
Passarono così otto lunghi anni da quel giorno che non scorderò mai più .
Infondo avevo solo 25 anni all’epoca. Ero giovane e stupido. Ora che ho 33 anni
ho aperto gli occhi verso una nuova prospettiva di vita e miei obiettivi
principali ora, sono quelli di creare
una famiglia.
Ma che diamine sto dicendo? Sono
diventato ancora più incosciente e infantile di quanto già prima non lo fossi.
La mia vita si può riassumere in due parole: sesso e alcool. Senza di
essi, sarei fritto.
Isabella ormai è un argomento passato- si
certo, come no!-.
Okay, la verità è che cerco di convincere me stesso che l’errore che ho fatto anni fa, sia stata in
realtà una scelta legittima. Solo che in tutto questo tempo, sono solo riuscito
a pensare il contrario.
Mi manca tutto e per tutto
intendo: Isabella.
Anche in questo istante in cui la sto guardando negli occhi.
Una coincidenza? Forse!
Colpa del destino? Probabile!
So solo che, dopo otto lunghissimi anni, me la ritrovo a Seattle con in braccio
un bambino.
Il fato ha voluto punirmi per il mio, ormai, irrimediabile errore. Eppure,
anche se so che ormai non ho più altre chance, mi sento felice. Non quella
felicità fittizia che ho provato quando sono scappato dalla chiesa il giorno
del mio quasi-matrimonio.
Ma una felicità reale, che solo in rari momenti qualcuno può provare nella sua
vita.
-
Tu mi guardi. Io ti
osservo aspettando una tua mossa. Non voglio, o meglio, non posso far niente.
Non riesco a muovermi e tantomeno aprir bocca.
Posso solo osservare i tuoi occhi, luminosi come un tempo.
I tuoi capelli castani che vorrei tanto toccare per vedere se sono rimasti
setosi, proprio come li ricordavo.
Il tuo viso a forma di cuore, perfetto in tutte le sue piccole e rare
imperfezioni.
E per ultime, ma non meno importanti, le tue labbra: così dannatamente attraenti.-
Vidi le sue labbra dischiudersi, segno che stava per
parlare. Non avrei voluto altro che ascoltare nuovamente la sua voce.
“E-edward!” tratteneva a stento le lacrime. Non fingere con me Isabella, lo sai benissimo che odio quando mi celi
le tue emozioni e i tuoi pensieri.
“Bella!” sussurrai a mia volta. Pronunciare il suo nome davanti l’interessata
era molto meglio che farlo rinchiuso in una stanza senza lei davanti ai miei
occhi.
La vidi stringere il bambino tra le braccia e tirare su con il naso. Isabella dimmi che ho ancora una speranza,
ti prego! Non ti sono indifferente, ammettilo Bella!
“I-io stavo per..” la sua splendida voce fu interrotta da una voce roca
e un po’ impastata.
“Amore, chi è questo ragazzo?” solo in quel momento mi accorsi che
Isabella era appena stata raggiunta da un uomo, all’incirca della nostra età,
che teneva per mano una splendida bambina dai boccoli ramati.
Un attimo solo? Ma come l’aveva chiamata?
Amore? L’unico che poteva farlo ero IO e nessun altro. Isabella è di mia
proprietà e lo sarà per sempre! Pensai indispettito stringendomi forte le
braccia contro il petto.
Vidi l’uomo avvicinarsi alla mia
Isabella e baciarle dolcemente le tempie. Quel gesto mi fece male.
Maledettamente male. A tal punto da voler urlare al mondo il mio dolore.
Isabella dimmi che lui non è quello che penso.
“Era un mio grande amico ai tempi dell’università!” e gli sorrise
cercando di essere il più sincera possibile.
Perché Isabella? Perché stai mentendo?
Sentii un’altra fitta al cuore, questa volta ancora più forte delle precedenti.
“Lui è Edward Cullen, Edward lui è … mio marito, Daniel Walker!” disse
abbassando lo sguardo quasi si vergognasse. Vidi suo marito sorridermi e annuire e con un gesto affettuoso mi diede
una pacca sulla spalla – quasi fossimo vecchi conoscenti-. Il suo gesto
m’infastidì e non poco.
“Finalmente conosco un amico di moglie! Mi stavo proprio preoccupando
che tempi addietro la mia Isabella non avesse avuto amici!” e mi abbracciò di getto lasciandomi
paralizzato.
Primo: Se non la smette di
comportarsi in questo modo gli spacco la faccia.
Secondo: ma come si permette questo
pinguino? Non siamo mica vecchi conoscenti!
Terzo: deve dire solo un’altra volta
che Isabella è sua e lo faccio tornare a casa con un organo in meno.
Ghignai mentalmente al vederlo senza il suo gingillo cercando di – in termini
non volgari- procreare con la mia unica ragione di vita.
Se dentro di me ghignavo, fuori stavo digrignando visibilmente i denti, infatti
Isabella si apprestò ad allontanare suo marito
da me dicendogli :
“Con le persone estranee è molto timido. Quindi amore è meglio se ti stacchi.”
“Oh!” mi guardò apprensivo “ scusami tanto, non lo sapevo. Solitamente sono
abbastanza espansivo con le persone che mi presenta la mia amata mogliettina!” canticchiò come un’idiota baciando sua moglie
con, a parer mio, troppo trasporto.
“Allora? Che ci facciamo ancora qui? Moriremo congelati! Non trovate?
Edward, perché non vieni a prendere un caffè a casa nostra? E’ a soli tre
isolati da qui!” è peggio di una
macchinetta ‘sto qui!
L’imbarazzo era palpabile nell’aria e mi decisi subito a rifiutare la
sua offerta.
“No, grazie. Veramente dovrei …” m’interruppe.
“Non accetto scuse! Tu ” m’indicò “oggi” sorrise “verrai..” mise entrambe le
sue braccia sulle mie spalle “..a casa nostra!” urlò come se fosse la cosa più
bella del mondo, facendo girare un paio di persone.
Lui
.Era. Morto.
Cazzo, ma se Isabella ti ha detto di non toccarmi, perché tu lo fai? Ed
azzardati ad interrompermi ancora una volta mentre parlo e ti mangio in un sol
boccone come se fossi una patatina fritta. Mi correggo, le patatine fritte sono
magnifiche, meglio non paragonarle a questa sottospecie di pinguino.
Si offenderebbero!
“O-okay, significa che starò da voi per un paio di minuti. Il tempo di parlare
un po’ con Isabella dei vecchi tempi e poi ritornerò in albergo.” Daniel annuì
entusiasta e si affrettò a marciare verso una sentiero isolato.
“Papà la smetti di fare l’esuberante con le persone che non conosci? Un
po’ di ritegno!” lo ammonì la bambina che teneva per mano. Mi stai simpatica ragazzina! Ti adoro anche solo guardandoti...ora però
picchia tuo padre per me tesoro!
Daniel mise una mano sulla spalla della bambina in modo da farle
appoggiare il capo sul suo fianco. Perché
provo gelosia verso di loro? Tempo fa avrei inorridito a quella scenetta
sdolcinata, mentre adesso sono qui ad immaginare che al posto di Daniel ci sia
io.
“Devi imparare molte cose della vita piccola. E tra queste c’è anche
l’essere cordiale con la gente!” essere cordiale con la gente? Più che essere
cordiale questo mi sembra più essere …
“Sei troppo espansivo Dad!” …espansivo. Si
esatto. Era proprio quella la parola che volevo utilizzare. Si certo come no!
Mi voltai verso la bambina definendone i lineamenti del viso, gli occhi,
il naso e la bocca… Aspetta un attimo? Io non trovo somiglianza alcuna tra il
pinguino e la bambina. Quest’ultima sembra me e Bella uniti assieme.
Gli occhi color cioccolato fondente – proprio come i suoi.
I capelli color ramato – uguali e identici ai miei.
Un labbro leggermente più pieno dell’altro – come il mio amore.
Il mio stesso profilo.
Mi si mozzo il respiro. Q-quella era… N-no era impossibile!
Durante lo scambio di battute tra Daniel e sua figlia(?), Isabella si
era messa a parlare con il bambino che aveva tra le sue braccia. Doveva avere
si e no tre anni. Ed era … bellissimo. La sua pelle era chiara, color
crema- proprio come quella d’Isabella-
niente a che vedere con il color olivastro della pelle di Daniel; gli occhi del
bambino erano di un verde intenso e profondo che mi ricordarono maledettamente
i miei e quelli di mia madre. Com’è possibile che questi due bambini somiglino
a me e Bella in tutto e per tutto??
Sto diventando matto! La mia vista e la mia mente mi stanno giocando brutti
scherzi. Ma se non posso fidarmi degli unici due sensi che ho a disposizione
per scoprire la verità, come posso delineare la realtà dalla fantasia?
Eppure era impossibile, nel vero senso della parola, che quei due bambini fossero
miei figli. L’ultima volta che ho
fatto l’amore con Isabella è stato otto anni fa, per la precisione, un mese prima del nostro quasi-matrimonio.
Aveva talmente tanto insistito di fare il rito
di castità , così l’aveva chiamato lei-consisteva nel non fare l’amore per almeno
un mese prima del matrimonio -ed io, a malincuore, avevo acconsentito. Il mese più brutto di tutta la mia vita.
Chi sa quante volte mi ero bloccato dal prendere Isabella, durante le prove per
il matrimonio e di portarmela in camera da letto. Se ci sarei arrivato.
Vidi Isabella sbirciarmi con la coda dell’occhio facendo volteggiare
allegramente suo figlio in aria.
Era così bella.
Idiota, idiota, idiota! Perché l’hai
lasciata andare? Lei era la cosa più bella che avevi nella tua vita, Idiota!
Sospirai una volta giunti dinnanzi ad una grande villa a tre piani -più
terrazza- immersa nel verde. Proprio come
la volevamo io ed Isabella. Rassegnati, lei non è più tua!
Una volta entrati in casa mi complimentai per l’arredamento e i padroni di casa mi fecero accomodare su
una poltrona in pelle color Beige.
Chiacchierammo per un po’ di tempo e mi accorsi che in realtà Daniel era esattamente
ciò che credevo: un pinguino. E su questo non c’erano dubbi. Non era proprio il
tipo per la mia Isabella !
Mi fecero varie domande tipo dove abitavo o che lavoro facevo. Ed io
rispondevo talvolta censurando la realtà. Non volevo far soffrire Isabella.
A un tratto sentii un suono a me conosciutissimo. Chi sa da quanto tempo
non toccavo più quello strumento.
Un pianoforte.
Mi alzai senza chiedere il permesso e mi diressi verso la bambina che stava
suonando “Fra Martino” al pianoforte.
“Ciao!” la salutai. Lei sussultò portandosi una mano sul cuore.
“Accidenti, mi hai fatto prendere un colpo!” sussurrò ansante. Accennai una
risata. Era così tenera quella bambina.
“Scusatemi tanto mademoiselle!” le spettinai
leggermente i capelli. Rise alzando il capo verso il mio volto.
“La perdono più che volentieri monseigneur!” rimasi sorpreso
dalla sua capacità di comprendonio. Sia pure piccola, ma è anche molto
intelligente.
“Vous parlez français, mon chéri?”
la misi alla prova all’istante.
“Eh ?” mi
rispose sconcertata la bambina.
“Niente, niente, lo capirai quando sarai un po’ più grande!” per un attimo
s’intristì, ma dopo qualche secondo riaffiorò un sorriso radioso sulle sue
labbra.
“Me lo insegnerai tu?” le feci il mio miglior sorriso.
“Solo se lo vorrai! Sai, in realtà il francese è una lingua molto semplice,
basta solo applicarsi un po’ e vedrai che in pochissimo tempo riuscirai a
parlare questa lingua come l’inglese.” Mi fece segno di sedermi al suo fianco sullo
sgabello ed io lo feci all’istante.
“Il mio nome è Sam, Samantha Emily Marie Walker! Non chiedermi il perché della
lunghezza del nome. L’ha scelto mia madre!”alzò gli occhi al cielo e sorrise
aspettando che mi presentassi.
“Io invece sono Edward Anthony Masen Cullen. Come vedi abbiamo una cosa in
comune!” risi sommessamente. Era così bella quella bambina, l’avrei riempita di
baci.
Dopo avermi fatto una linguaccia, incominciò a suonare nuovamente la canzone di
prima.
“Chi ti ha insegnato a suonare?” le chiesi realmente curioso. Di sicuro suo
padre non avrebbe mai potuto avvicinarsi al pianoforte. Non sembrava un tipo da
musica classica.
“Mia madre! Mi ha
promesso che la prossima volta m’insegnerà a fare gli accordi, anche se credo
che non riuscirò mai e poi mai a suonare una canzone nel modo in cui la suona
lei.” Parlava di Isabella con occhi luccicanti. Da quest’ultimi si poteva
notare quanto la bambina tenesse alla madre.
Isabella che suona il piano? Strano!
“Sei abbastanza
brava!”
“Non è vero!” si apprestò a rispondere. La guardai interrogativo.
“Andrew dice che non so suonare bene..” rispose imbronciandosi.
“E chi sarebbe
questo Andrew?” non so per quale motivo mi stavo interessando a quella bambina,
ma ero in qualche modo attratto da lei. Era
così dolce!
“Andrew è il mio fratellino. Ora sta dormendo
nella sua stanzetta.” Mi sorrise apertamente. Ma quanto sei bella piccolina??
Da quando in qua t’interessano i bambini
Edward Cullen??
“Ok! Comunque sei bravissima e quando sarai più grande, con un po’ più di
pratica riuscirai a diventare anche più brava di … Debussy o Yiruma.” Lei mi sorrise appoggiando il capo sul mio petto. Al contatto, il mio
cuore prese a battere fortissimo.
“Se non è chiedere troppo, potrei suonare?” le chiesi titubante. Sapevo di per
certo che il pianoforte era uno strumento molto personale .
Chiunque lo possiede ne è molto geloso e a stento lo fa utilizzare ad altre
persone.
Infatti la vidi riflettere per un po’ e poi si aprì in un fantastico sorriso
sghembo.
“Va bene. Ma non fare del male al mio bambino!”
“Tranquilla, lo tratterò alla perfezione!” ed incominciai a suonare. Vidi gli
occhietti di Samantha dilatarsi più che mai. Sorrisi. Isabella, la prima volta
che le suonai una canzone al pianoforte, aveva pressoché la stessa espressione
sbalordita. Tale madre, tale figlia.
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“Grazie mille per la serata fantastica, sono
stato veramente bene!” ed era la verità.
Avevo compreso a pieno il significato della parola famiglia.
Avevo capito quanto Isabella ci tenesse ad essa.
Ed avevo desiderato di crearne una con lei.
Di poter rimediare al mio sbaglio. Se solo avessi avuto un’altra chance, l’avrei
riutilizzata al meglio.
E sulla soglia di casa, Isabella, ti dico addio per sempre. Ti lascio
vivere la vita che da sempre hai agognato, anche se con un uomo diverso. Ti
abbandono senza neanche darti un bacio. Un ultimo bacio che avrebbe, forse,
alleviato le pene che mi sono state riservate nella vita.
Tutto ciò per colpa di un mio stupidissimo errore! Come ho potuto essere così
ceco?
Stupido. Stolto. Idiota. Cretino. Buzzurro che non sono altro!
Addio Isabella, grazie di tutto..
“Allora vado!” lei mi guardò freddamente. Lo
stesso sguardo che mi aveva riservato per tutta la serata. Quello sguardo
l’avevo percepito maggiormente quando stavo suonando al piano con Sam. Forse
perché aveva paura che la potessi far soffrire! Non posso biasimarla. Lo fa per
il bene di sua figlia.
“E’ stato veramente un piacere Edward!” mi
sorrise cordialmente Daniel. In fondo era un brav’uomo. Almeno ero sicuro di aver lasciato Isabella nelle mani della persona
giusta.
“E’ stato un piacere anche per me!” accennai
un saluto con la mano e mi voltai proseguendo dritto, verso una nuova vita.
“Arrivederci!” urlò Daniel stringendo sua moglie.
“Addio!” era un sussurro ma lo sentii
comunque.
“Addio mia Isabella!” sussurrai a mia volta
senza voltarmi. Fui colto da un incredibile mal di testa ed in una frazione di
secondo … Mi ritrovai in chiesa?
M-ma che … ma che diamine sta succedendo?
Isabella era davanti a me che mi guardava
aspettando forse che dicessi qualcosa.
Con le sue guance rosee e la bocca socchiusa leggermente mi scrutava in volto
più bella che mai. Portava il vestito da sposa?
Quindi tutto ciò che è successo in questi otto anni è stato solo il frutto
della mia fantasia? Tutto ciò è stato solo
un incubo, durato in realtà una frazione di secondo?
“Edward, lo vuoi?” il pastore mi ripose la
domanda che stavo aspettando da un sacco di tempo.
“Si, diamine se lo voglio!” presi Isabella,
che emise un gemito di sorpresa e senza neanche aspettare che il prete ci dichiarasse
marito e moglie, con una presa a caschè la baciai passionalmente. Al che partì la
marcia nuziale e tutti i presenti applaudirono commossi.
“Vi dichiaro marito e moglie!” il pastore
sospirò chiudendo il grande tomo che aveva tra le mani e sussurrò un “ma guarda
te questi giovani!” sorrisi sulle labbra della nuova signora Cullen.
Avevo avuto la mia seconda occasione. Questa
volta non me la sarei lasciata sfuggire.
Fine
Storia betata da Bella_kristen
Mio
angolino:
Ehm..ciao
a tutti ragazzi. Come potete vedere sono tornata nel popolo di EFP xD
Scusatemi tanto se non ho postato i capitoli delle altre mie storie, ma
in questo momento non riesco proprio a continuarle. Vi prometto
,però, che quest'estate continuerò tutte le mie fic e
posterò nuove storie, che in questo momento sono in fase di
scrittura:P
Parlando della shot, diciamo che ho voluto scrivere il "viaggio mentale" che, secondo me, ogni uomo fa prima di sposarsi.
Come alcune di voi avranno capito la
mia shot ha preso spunto dalla famosissima canzone "Hot and Cold" di
Katy Perry - adoro quella cantante *_* -. Volevo solo precisare alcune
piccole cose riguardanti la fic:
Allora quando Edward vede Sam ed Andrew, pensa che loro siano i suoi figli. Bhè, il suo
cervello, per quanto malato, non riesce a concepire il fatto che Bella abbia
avuto dei figli con un altro. Allora la sua mente gli fa immaginare che i bambini siano uguali e identici a lui e a Bella.
A parte questo, credo che non ci sia nient'altro d'aggiungere :P
Spero che qualcuno mi lasci un piccolissimo commentino xD
Vi ricordo di fare un salto alla storia della mia magnifica Beta Bella_kristen (su twilight):
The slave
e alle mie storie in corso(su twilight):
HostageDestiny
Ciaux ^^ By kovu...