Sette
grammi.
persa nel regime sovietico di Stalin e del Terrore.
Solo
sette grammi per sparire,
la
vita che ho immolato per il Partito,
non
è servita a togliermi quei miseri sette grammi.
Solo
sette grammi per morire,
sembra
innocuo, quasi stupido,
ma
tutto può svanire così.
Solo
sette grammi per la propria dipartita,
quando
hai servito il Maestro dai tempi della grande Rivoluzione,
e
ti saresti aspettato almeno un ringraziamento.
E
invece la pena Massima è lì per te,
quando
non capisci nemmeno perché,
perché
ti hanno solo incastrato,
solo
perché ti sei innamorata di persone sbagliate.
E
forse ora lo sai, sai che con quei sette grammi,
il
Comunismo e il Partito in cui hai sempre creduto,
forse
non sono più reali e veri come ciò che ti
spingeva da giovane,
quando
battevi a macchina per il grande Lenin,
di
ritorno dalla Siberia, come un re.
Solo
sette grammi, e tu non ci sarai più.
Sette
grammi per cancellare un’anima.
Sembra
ridicolo. Sette grammi.
Un
urlo silenzioso nelle celle della Lubjanka.
Sette
grammi, qui è questo il nome della Morte.
I
cekisti non hanno pietà lì dentro,
si
trasformano da padri affettuosi a belve assassine.
Sette
grammi sparati tutti nel cuore.
Solo
per aver amato, per aver tradito un marito,
e
così il Partito, ricevere quei fatidici, lenti,
pesantissimi
sette grammi da una Nagan maltenuta,
da
un ufficiale di basso grado annoiato.
Sette
grammi. Dalla Russia, senza rumore.