C’erano
una vol… Meglio un inizio come “Quel
giorno…” o qualcosa del genere.
Quel
giorno fu un giorno molto terribile per tre fratelli. Credo che nessuno
mi
crederà mai se verrà a scoprire quello che so.
Oppure passerò un guaio se i
miei venissero a scoprire di tutto ciò. Ma è
inutile dilungarsi su tutto ciò.
Bè,
quel giorno fu molto terribile per Jakob, John e Jack (li ho scritti
dal più grande
al più piccolo). Come ogni sabato i tre fratelli si recavano
sempre davanti
quella casa. Avevano sempre avuto la voglia di entrarci, la voglia
c’era ma il
coraggio scarseggiava. Fino a quel sabato, è inutile
scrivere quello che fecero
perché si capisce. Tanto sta che entrarono in quella casa.
Una delle tante
leggende locali narra che in quella casa ci fu una strage (e questo
è vero,
perché ritrovarono i cadaveri e molte tracce… ma
l’unica cosa che non trovarono
fu l’assassino) e le anime dei morti vagano per la casa: un
classico. Forse è
questa leggenda che li ha spinti a tanto. Non riuscirono ad entrare
facilmente,
tanto sta è che dovettero passare da una finestra visto che
la porta era stata
chiusa a chiave. Era tutto tranquillo in quella casa, fino a quando non
sentirono uno scricchiolio di porta, come se qualcuno fosse entrato e
avesse chiuso
la porta lentamente.
<<Cos’era
quel rumore?>> Chiese Jack impaurito, in fondo lui era il
più piccolo e
indifeso di tutti.
<<Tranquillo,
sarà stato il vento che avrà mosso una finestra.
O un oggetto cigolante,
infondo questa casa è vecchia no? Oppure sono stati i
fantasmi, vero Jakob?>>
<<Sì,
i fantasmi! >> Jakob cominciò a imitare il
verso dei fantasmi, e John gli
fece da coro. Jack si spaventò ancor di più, e si
allontanò dai fratelli. Loro
stavano ridendo e imitando il verso dei fantasmi e quindi non si
accorsero di
niente. Finito il loro “gioco” di poco gusto,
notarono l’assenza del fratello.
Lo cercarono in tutte le parti della stanza dove si trovarono, ma di
lui
nessuna traccia. Lo chiamarono, si guardarono impauriti. Non sapevano
dove
cercarlo, quella casa era immensa!
<<Jack!
Jack!>> Gridarono i fratelli insieme. Ma da lui nessuna
risposta, neanche
un grido di paura. Jakob e John si preoccuparono ancor di
più. Il fratello dove
poteva essere finito?
<<Meglio
dividerci. Io cerco da quella parte, e tu da
quell’altra.>> Disse John
facendo il coraggioso. Jakob lo prese per il braccio e lo
bloccò.
<<Meglio
di no. Questa casa è immensa e noi non la conosciamo. Meglio
non fare i
coraggiosi, meglio non rischiare. Rimaniamo uniti e troveremo nostro
fratello!>>
<<Jane
ti ha dato alla testa, non è vero?>> Disse in
tono sarcastico John.
<<Ma
smettila! Cammina!>> Gli rispose spingendolo nel
proseguire la ricerca di
Jack.
Dopo
un’ora di cammino si fermarono. Si accorsero che in quel
punto ci erano già
passato e che quella casa era un labirinto.
<<Niente
panico. In questo punto ci siamo già passati, ma in queste
stanze no. Quindi
entriamo in una di queste, controlliamo e poi usciamo,
ok?>> Disse con
tono rassicurante Jakob.
<<O..o…o..oo..ok>>
Rispose balbettando John.
Si
fermarono davanti ad una delle tante stanze. Guardarono bene la porta:
aveva
qualcosa di strano. Era come scritta… Ma cosa
c’era scritto su di essa? La
guardarono e la riguardarono finchè non capirono cosa
c’era scritto: Jack. C’era
scritto proprio Jack! Si spaventarono ancor di più. Allora
decisero di entrare.
Quando entrarono sentirono un odore come di sangue, non riuscirono a
capire
cosa effettivamente fosse quell’odore visto che la luce era
spenta. Tastarono
la parete, era fresca e viscida. Alla fine trovarono
l’interruttore e accesero
la luce. Videro cose che nessuno vorrebbe mai vedere e vivere in prima
persona.
Sul soffitto era appesa una testa dalla quale colava del sangue. Era
girata,
non si vedeva il volto. Non avevano il coraggio di rigirarla quindi si
misero
faccia a faccia con lei. Rimasero impauriti da quella vista. Era la
testa del
loro fratello. A Jakob faceva schifo, quindi uscì fuori
dalla stanza e senza
volerlo vomitò. Stava per rientrare nella camera quando
sentì un abbaio.
“Un
cane?” Pensò. Come poteva esserci finito un cane
là dentro? L’unico modo per
scoprirlo è andarlo a cercare. Lo cercò
impulsivamente senza chiamare il
fratello. Sentì sempre più vicino
l’abbaio: questo voleva dire che era vicino
al cane misterioso. Infine arrivò in una stanza. Era
completamente vuota. Ma
non ne era così sicuro. Sentiva che c’era qualcuno
in quella stanza, però non
sapeva chi. Risentì quell’abbaio, ma stavolta lo
sentì molto vicino a lui.
<<John!
Smettila con questi scherzi di cattivo gusto! Tanto lo so che sei te ad
abbaiare!>> Urlò, così che il
fratello possa sentirlo. Ma del fratello
nessuna risposta. Stessa storia di Jack.
<<Ma…
aspetta! Ma se John l’ultima volta che l’ho visto
era in quella stanza, chi è
che sta giocando con me in questo modo? Ma perché non
l’ho chiamato prima di
cercare quel cavolo di cane!? Meglio vedere se è rimasto a
guardare il nostro
povero fratello!>> Disse molto preoccupato per il
fratello. Cominciò a
correre. Si fermò davanti a quella porta. E con un respiro
profondo
attappandosi il naso entrò. John non c’era! Dove
era finito?! Stava cercando in
tutta la stanza evitando di guardare la testa di Jack, fino a quando
non sentì
un urlo. Penso subito a John che era scomparso. In quella stanza
c’erano due
porte, entrò alla seconda visto che la prima portava in
corridoio. Sfrecciò
come non mai. Davanti a sé trovò un porta.
Entrò e vide suo fratello legato con
delle cinture per i pantaloni e un uomo con una motosega in mano: aveva
diviso
in due John! L’uomo non si accorse dell’arrivo di
Jakob e vista l’occasione
prese una pistola che si trovava in un tavolo.
<<Cosa
hai fatto!?!?>> Urlò all’assassino
puntandogli la pistola contro. Non gli
sparò perché l’uomo lo stava
rincorrendo.
“Se scappo lui mi rincorrerà fino a quando non mi dividerà in due o mi farà a pezzi! Ma se gli sparo…” Pensò soddisfatto della sua idea. Allora si fermò e si girò. Puntò la pistola alla gamba dell’uomo e sparò. Egli cadde a terra dolorante con la motosega accesa che gli stava vicino. Jakob continuò a correre fino all’uscita. Continuò a scappare senza sapere dove andare. Il ragazzo era scappato, forse era andato a cercare aiuto.