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Autore: Queen_robin    04/05/2010    0 recensioni
"A volte il destino può essere davvero capriccioso...ti presenti per un lavoro da fattorino e ti tocca salvare il mondo!" L'introduzione è pessima ma la storia è meglio,giuro!A SaM che mi ha convinta a pubblicare!
Genere: Commedia, Dark, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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angels in noir cap.1

ANGELS IN NOIR

†Ouverture:NEW JOB

Sono mesi ormai che me ne sono andato di casa.

Non me la cavo poi troppo male: ho quasi trovato un lavoro, sto in un appartamento tutto mio –veramente è un buco ma sorvoliamo- e da qualche giorno i vicini hanno smesso di far correre la polizia tutte le sere con le loro litigate potenti.

Sono al mio quinto colloquio e sento che questa è la volta buona anzi ora scappo se no faccio tardi!

Mi faccio di corsa tutta la strada -mezza città ad essere precisi-;  arrivo con due minuti di ritardo e senza fiato  davanti al posto indicato nella lettera di convocazione.

Una villa. Enorme. Con tanto di parco. Ettari di parco. Devo aver sbagliato qualcosa.

Ricontrollo l’ indirizzo: corrisponde, perfino l’ intestazione a caratteri gotici è identica alla targa d’ ottone sul cancello.

Suono e dopo qualche secondo una vocetta metallica mi invita ad entrare; attraverso il vialone d’ ingresso guardandomi attorno incuriosito finchè non arrivo davanti alla porta d’ ingresso su cui campeggia la stessa insegna “L & FRIENDS- Società Internazionale di Investigazioni”.

Suono una volta: niente.

Ci riprovo: ancora niente.

Le finestre sono tutte spalancate e dall’ interno proviene un rumore gracchiante e indistinto, talmente forte da coprire il debole cinguettio del campanello: heavy metal sparato a tutto volume, e ,a giudicare dall’ assordante concerto di seghe elettriche stonate, pure di basso livello.

Fa un caldo infernale e comincio a perdere la pazienza.

Adesso me ne vad-

La porta si apre di colpo e uno strano personaggio compare all’ ingresso: non capisco bene se è un ragazzo o una ragazza. Lo guardo meglio e mi rendo conto che è senza dubbio un ragazzo dal fisico esile e aggraziato come le ballerine dei carillon.

Se ne sta appoggiato allo stipite, un espressione tra l’ annoiato e lo strafottente sul visetto da bambola “Che vuoi?” ringhia senza manco levarsi di bocca la tavoletta di cioccolata; io sul momento rimango senza parole “Bhe? Guarda che non ho mica tutto il giorno!” sbraita sventolandomi davanti agli occhi un pacco di fogli.

Va bene che sono piuttosto sconcertato ma non mi lascio certo mettere sotto i piedi da questo galletto “Sono qua per il colloquio” rispondo a tono piazzandogli sotto il naso la lettera di convocazione subito afferrata al volo da qualcuno.

Una ragazzina. Molto, molto bassa. Non l’ho vista arrivare tant’è piccola.

“Oh, già! Il nuovo consulente informatico! Entra che ci facciamo due chiacchiere!” cinguetta tutta sorridente invitandomi ad accomodarmi nell’ impressionante salone d’ ingresso.

Lei prende posto su uno dei divanetti color porpora e mi offre un vassoio di pasticcini senza smettere di sorridere. Un’ espressione che stona col suo aspetto severo: nonostante il caldo terrificante indossa un abito grigio a maniche lunghe e un golfino dello stesso colore, perfino le ballerine col fiocchetto sono grigie. Sembra proprio una piccola zitella ma, devo ammettere, ha davvero un bel sorriso: dolce e luccicante.

“Oh, già!” dev’ essere una sua abitudine mettere quell’ educata espressione all’ inizio di ogni discorso “Non mi sono neppure presentata! Mi chiamo Close e mi  si potrebbe definire un’ addetta alle pubbliche relazioni!”

Stento a crederci: avrà al massimo quattordici anni e non esito a dirglielo che è troppo giovane per ricoprire una posizione del genere.

“Come avrai capito qui l’ età non conta: i membri vengono scelti in base alle capacità e ai talenti speciali di ciascuno.” il tono è amichevole e cordiale ma colgo uno scintillio sinistro nei suoi grandi occhi color miele.

Sento che la piccola zitella mi sta esaminando con lo sguardo, anzi sta sezionando la mia mente: è piuttosto inquietante come cosa ma tento di nascondere il disagio con una risatina imbarazzata.

“Benissimo!” esclama dopo qualche attimo “La società è composta da otto persone ognuna col suo campo d’ azione e la sua peculiare capacità. Purtroppo non siamo quasi mai tutti presenti, ma col tempo avrai modo di conoscere i tuoi nuovi colleghi. Un’ ultima cosa: devi tagliare i ponti con tutti e trasferirti in questa villa!”

La musica continua a risuonare nella grande sala, proveniente dal piano di sopra, insistente e fastidiosa.

Lei si allontana un momento e io resto solo coi miei pensieri.

Tagliare tutti i ponti, quello non è un problema: la mia cara famiglia mi ha sbattuto fuori di casa appena hanno saputo cosa sono.

Ho ancora impressa l’ espressione di mia madre: fredda e piena di disprezzo. Non ha neppure smesso di leggere, la santa donna, mentre mi diceva di andarmene per sempre poiché era imbarazzante avere un figlio così.

Come se l’ avessi chiesto io, di essere… è brutto da dire ma ormai ci ho fatto l’ abitudine… un mostro! Come altro si può chiamare una persona che fa saltare in aria una classe cogli allievi dentro senza alzare neppure un dito? Ho spedito i miei compagni di college in terapia intensiva, maledizione!

Ero stanco delle loro prese in giro, volevo che la finissero per sempre, desideravo non sentire più le risatine e i commenti maligni che mi seguivano per i corridoi, però…


Quel giorno arrivò pure in ritardo per l’ ora di chimica: qualcuno aveva trovato divertente nascondere al povero Mail tutti i libri e lui aveva dovuto correre per la scuola in cerca delle sue cose. Fatto sta che varcò la porta col fiatone, gli occhialetti per traverso e in mano una pila di libri che minacciava di collassare da un momento all’ altro( gli avevano pure saldato la porta dell’ armadietto e lui non era ancora riuscito a recuperare lo zaino, appeso al galletto segnavento) seppellendo il ragazzino sotto un mare di fogli.  “Ma come siamo eleganti, Pippi Calzelunghe!” gridò qualcuno dalle ultime file seguito dal solito coro di risa sguaiate; lui abbassò il capo per nascondere l’ imbarazzo che gli aveva tinto il viso dello stesso rosso scarlatto dei capelli perennemente scompigliati e andò a sedersi all’ unico posto libero, quello  accanto al vascone delle rane, quello che non voleva mai nessuno. La ragazza seduta accanto a lui fece una smorfia disgustata e prese a ridacchiare con l’ amica seduta un posto più in là.

Come al solito nessuno parlava con Mail, rivolgergli la parola non era conveniente se si voleva avere degli amici: in quel college d’ elite arrivava solo chi era dannatamente ricco, condizione che Mail soddisfaceva in pieno essendo figlio del famoso senatore Jeevas, ma bisognava essere tipi giusti per prosperare in un tale nido di serpi.


E io purtroppo non ero proprio un tipo giusto: un secchione rammollito mi definiva gentilmente paparino dall’ alto della sua collezione di trofei di football tutti vinti negli anni del college. Io invece non ho mai avuto talento per gli sport, diciamo pure che ci sono negato!

Insomma fatto sta che, non so neppure io come, ho fatto saltare il laboratorio: quella ragazzina non la finiva di ridacchiare con la sua amica e io non ce la facevo più a sopportarle, ridevano di me e volevo che la finissero…e l’ hanno finita! Ad un certo punto ogni contenitore presente nella stanza è esploso e i vari liquidi in essi contenuto ha preso inspiegabilmente fuoco, perfino i vetri delle finestre sono andati in pezzi.

Fantastico, penserete voi…e sbagliate di grosso: non c’è nulla di fantastico nel finire in una specie di inferno dantesco!  Ho pensato davvero di lasciarci le penne –letteralmente!- ma stranamente non ho provato dolore: le fiamme non mi hanno neppure sfiorato!

Non ricordo molto altro, so soltanto che quando sono arrivati i soccorsi ero ancora al mio posto: non avevo neppure un graffietto e questo lasciò i paramedici di stucco; non hanno smesso di fissarmi per tutta la strada fino in ospedale, manco fossi stato un alieno!

Mi hanno fatto esami su esami per capire come diavolo facessi ad essere ancora tutto intero dopo un casino del genere (i miei cari compagni, insegnante compreso, ne avrebbero avuto per mesi!) ma com’era ovvio non giunsero a capo di niente.

Insomma dopo un po’ di tempo furono costretti a lasciarmi andare poiché, per usare le loro parole, ero tecnicamente in ottima salute ma –e qui la faccia da cattive notizie è d’ obbligo- c’era comunque qualcosa che non andava: ho letteralmente fritto ogni macchinario medico a cui mi hanno attaccato!

Diciamo che ho dei talenti particolari e questo non è andato giù ai miei: i giornali hanno approfittato del fattaccio per mettere in dubbio l’ irreprensibile condotta dei miei familiari e, credetemi, ne è uscito tanto di quel marcio…per cominciare ho scoperto di essere il risultato di una scappatella, per non parlare dei giri poco ortodossi con cui mio padre era entrato in politica!

Insomma per colpa mia hanno dovuto dare un bel po’ di spiegazioni e io…ufficialmente non sono sopravvissuto al tragico incidente: in pratica ho dovuto tirar su le mie quattro cose e sparire! Tanto per precisare hanno distribuito soldi a mezza città per mettere tutto a tacere e mi hanno pure organizzato un funerale coi controfiocchi a sentire le riviste di gossip!

 

Tagliare i ponti,dici? Non ho ponti da tagliare, piccola zitella! Per quanto riguarda il trasferirmi… perché no?

Sono talmente preso dai miei pensieri che non mi accorgo che Close (mi pare si chiami così) è già tornata “Allora?” mi domanda tutta allegra “Allora ci sto!” le rispondo con entusiasmo “Benissimo! Allora ecco la chiave della stanza!” mi porge una grossa chiave d’ottone “Oh, già! Di solito lavoriamo in coppia e condividiamo le stanze con il nostro partner! Non preoccuparti: abbaia ma non morde…di solito!” continua guidandomi su per lo scalone di marmo e lungo i corridoi dipinti in azzurro. Mi chiedo cosa intenda con quella battutina…speriamo bene!

M&M

S's Corner...

Comincio col precisare che è la mia prima AU e quindi non sono molto pratica, ci ho messo tutto l' impegno possibile per buttare giù qualcosa di carino ma mi serve tutto l'aiuto possibile per migliorare... 

Perciò vi chiedo di leggere e recensire questa storia! Sappiate che la più grande fonte d'ispirazione per una scrittrice -che parolona...!- è avere qualcuno che apprezza le sue opere!

Un ultima cosa: 

DEDICO QUESTA STORIA ALLA MIA AMICA SaM CHE MI HA CONVINTA A INTRAPRENDERE QUEST'AVVENTURA:THANK YOU,SOCIA!!!


PREVIEW

SECOND ACT: PARTNERS?! OMG!!

...“Non tu!” strilliamo all’unisono io e l’odioso biondino prima fissandoci a vicenda e poi concentrando le nostre ire su- “Close! Questa me la paghi, piccola zitella!” non so come ma il dolce richiamo del mio collega supera perfino il gracchiare insopportabile dello stereo; non so se ridere o essere terrorizzato dalla scena: da una parte è uno spasso vedere la versione metal del Piccolo Principe perdere la pazienza, dall’ altra il solo pensiero di dover lavorare nonché convivere con quel gatto isterico mi da i brividi!... 



Buona vita a tutti!

Sick Minded  S.

                               

  
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