Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Ranessa    24/08/2005    7 recensioni
Oggi ho ucciso, era solo un ragazzo, otto prima di lui, li conoscevo tutti. [Nightwish]
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

[ Goran ]


Oggi ho ucciso, era solo un ragazzo
otto prima di lui, li conoscevo tutti
Nel campo di un giuramento mortale
Li dovrò uccidere tutti per salvare me stesso
Liberami, sanguina con me, oh no
Uno per uno, noi cadremo, giù giù
Stacca la spina, termina il dolore,
corri e combatti per la vita
Non mollare, questa non è la mia lotta
Liberami da questa guerra
Non è per me, è per colpa tua
L'istante del diavolo è la mia eternità
Obbedisco a uccidere per salvarmi

"10th man down", Nightwish


"Signor Weasley, devo pensare che sia la vicinanza della Signorina Granger ad impedirle di notare che la sua pozione è pericolosamente vicina a fuoriuscire dal suo calderone...?"
Ronald Weasley arrossì violentemente, distogliendo lo sguardo dalla sua compagna di banco e cercando di evitare l'ennesima insufficienza arginando come meglio poteva il disastro incombente.
Al suo fianco Hermione Granger, se possibile più rossa di lui, tentava di aiutarlo, ma nervosa com'era riuscì soltanto a rovesciare sul pavimento il contenuto verdognolo e puzzolente di una provetta di vetro vicina al calderone dell'amico.
Ronald Weasley sospirò.
Le risatine che provenivano dalla componente Serpeverde della classe non lo aiutavano affatto.

Continuo il mio giro tra i banchi, ignorando Weasley e i suoi goffi tentativi di porre rimedio alla sua desolante incompetenza.
Non guardo i miei alunni in volto, non mi soffermo ad osservare le loro pozioni. Mi basta intravedere una sfumatura di colore leggermente più chiara o scura o cogliere nell'aria un odore più pronunciato del dovuto o meno, per sapere se hanno sbagliato. Allora batto con un piede sul pavimento di pietra del sotterraneo, lasciando che sia l'eco sinistra che si diffonde tra le pareti a fargli intendere che se fossi in loro non mi consegnerei quella pozione.
Mi fermo solo in fondo all'aula, quando mi trovo davanti Pansy Parkinson che, sola nel suo banco, allunga il collo verso Millicent Bulstrode chiedendole:"Sai che fine ha fatto Goran?"
Già, che fine ha fatto Goran?

Millicent Bulstrode si girò verso l'amica che sedeva alle sue spalle, ignara del fatto che il Professor Piton stesse osservando attentamente proprio loro due, a pochi passi dai loro banchi vicini.
"No, è un po' che non lo vedo in effetti..." si portò una mano al mento, come per pensare meglio "Da ieri pomeriggio, ci provava in biblioteca con quella scialba ragazza di Corvonero..." proseguì Millicent, non senza una malcelata punta di gelosia nella voce.
"Che palle! Aveva i miei appunti di Trasfigurazione! Chiedi a Theodore se mi presta i suoi?" Pansy Parkinson tornò ad appoggiarsi contro lo schienale della sua sedia, osservando svogliata la pozione azzurrina che bolliva quietamente nel suo calderone... Che noia Pozioni! Ma davvero nella grande Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts non riuscivano ad inventarsi nulla di più interessante da fare per gli studenti?! L'aveva sempre detto ai suoi che avrebbero dovuto mandarla a Durmstrung... Pansy Parkinson accavallò distrattamente le gambe ed iniziò a mangiucchiarsi meticolosamente le unghie della mano sinistra, prima di accorgersi del Professor Piton, che sembrava fissare il posto vuoto accanto al suo come rapito.
"Qualcosa non va nella mia pozione, Signore?" si azzardò a chiedere con la vocetta squillante che riservava agli insegnanti e agli adulti in generale.
Piton però non rispose, riguadagnando velocemente il suo posto alla cattedra.
Appena si fu seduto Millicent Bulstrode gli voltò le spalle, passando alla compagna gli appunti di Theodore Nott.

Non riesco a non guardarlo.
"Professor Piton..."
In mezzo al leggero caos che stranamente pervade la mia aula l'unica cosa che riesce ad attirare la mia attenzione è quel posto vuoto. Mi salta agli occhi, senza che riesca ad evitarlo. Sembra una voragine. Nera. Pronta ad inghiottire per intero lo spazio intorno ad essa: gli studenti che si alzano per scambiarsi pergamene ed ingredienti da un banco all'altro, che chiacchierano sommessamente, il brusio delle loro voci che raggiunge le mie orecchie attutito, perchè la mia mente è totalmente concentrata su quella sedia vuota, così miseramente, inconfutabilmente, desolatamente vuota.
È come se anche lei mi fissasse, dall'angolo più remoto dell'aula.
Come un monito, un testimone silenzioso, una prova che mi ricordi costantemente delle mie colpe e so già che dalla prossima lezione ordinerò che su quella sedia non si sieda più nessuno.
Che quel posto rimanga vuoto per sempre.
"Pro-professor Piton..."
E risento la voce di Pansy Parkinson.
Che fine ha fatto Goran?

+ + + + + + + + + +

Difficilmente apprezzo le missioni che mi vengono affidate.
E difficilmente si riesce a far cambiare opinione a Silente, soprattutto quando gli sovviene una delle sue brillanti idee, una di quelle "gioverà molto all'Ordine, Severus".
Così mi sono ritrovato a chiedere all'Oscuro di affidare a me il controllo delle nuove leve, di tutti coloro che in qualche modo sono riusciti a giungere a Lui nonostante siano ancora in pochi a credere in un Suo ritorno.
"Potrai aiutarli, Severus, molti non sono altro che ragazzi. Molti sono addirittura tuoi studenti..."
Molti sono Grifondoro, avrei voluto sottolineare, seduto nel suo ufficio, ma ho taciuto e da quasi un mese vedo cosa si può fare per... proteggerli...
"Molti sono miei studenti. Per loro sono una guida già da anni ormai..." E Lui mi ha guardato e mi ha detto che sì, andava bene, e lo ha fatto nella mia mente...

"Ti avevo detto di non venire!"
"Ed io ti avevo detto di farti vivo entro tre giorni Piton!" Moody sembra quasi più furioso di me, l'occhio magico che ruota incontrollato, blu elettrico. Siamo al limitare della foresta che circonda la Torre dei Mangiamorte, oscura e pericolosa almeno quanto quella Proibita. "Ultimamente le tue preziose informazioni tendono a non essere più particolarmente tempestive o sbaglio?" Solo la luce fioca della luna piena illumina il suo volto osceno...
"Ultimamente l'Oscuro tende a non fidarsi più molto di me, Moody... e non è l'unico..."
Sogghigna, contraendo le sue numerose cicatrici in un'espressione disgustosa. Non sembra interessargli il fatto che potrebbero scoprirci... che potrebbero scoprirmi.
"Questo non è certo un problema mio, Piton..."
"Infatti è un problema dell'Ordine, Moody..."
Mi osserva quasi ringhiando.
È incredibile come possa ancora restare qui a farmi perdere tempo in questa inutile maniera.
"Constatavo solamente che forse il tuo contributo alla causa dell'Ordine non è poi così indispensabile come qualcuno pensa..."
"Qualcuno come Silente, magari...?" rido, della mia risata tetra, glaciale. "Sparisci Moody, potrai beneficiare del mio contributo alla causa dell'Ordine domani, al quartier generale, come ogni altro membro."
Mi fissa ancora qualche istante, prima di smaterializzarsi con un breve cenno del capo.
Io mi volto.
Ombra tra le ombre.

È lì.
Lui è lì.
Lo vedo immediatamente, lo scorgo subito ora che non gli do più le spalle. Nascosto tra la vegetazione, con i capelli neri ridicolmente tagliati in un caschetto femminile mossi dal vento. Gli occhi chiari sbarrati. Il mantello scuro sporco di terra, macchiato in più punti.
Goran Stiglic.
Una delle nuove leve.
Uno dei miei protetti.
Uno dei miei studenti.
Non un Grifondoro.
Mi fermo. Stupito. Shockato. Spaventato, eppure mi vien quasi da ridere, da pensare che, forse, preoccupandomi, è un po' come se l'avessi chiamata io stesso...
"Vieni fuori" la mia voce mi raschia il palato, roca. La mano corre ad incontrare la bacchetta nella tasca interna del mantello, inevitabilmente.
"Da quanto sei lì?"
L'assurdità della mia domanda viene smorzata dal vento, che a tratti amplifica a tratti trascina via. Lui si alza in piedi, incerto, le mani e la veste artigliate dai rovi. È una mente brillante la sua, deliziosamente portata per lo studio e le pozioni.. è diligente e disciplinato.
Un osservatore.
"Io...io"
"Cosa hai sentito?" la mia voce muta da roca a rabbiosa, perchè è così, sono furioso, assolutamente furioso. Non certo con lui, ma con me stesso. Sono furioso con me stesso perchè so già come andrà a finire, so già qual è il colore con cui si concluderà questa storia...
"Io ho sentito parlare il Professor Moody, si-signore. Ho sentito che lei è un membro dell'Ordine della Fenice, ma non lo dirò a nessuno! Glielo giuro, io non lo dirò a nessuno!!"
"Goran..."
"Un Oblivion! Mi faccia un Oblivion, così non ricorderò nulla e lei sarà sicuro..." si butta in ginocchio, a sporcare nuovamente il mantello nel fango. "La prego..." implora, piangendo, l'orgoglio umano non è più nulla di fronte alla morte, un giorno sarò io a pregare qualcuno... forse lo pregherò di farlo...
"Goran... gli incantesimi di memoria sono un ostacolo fin troppo semplice da aggirare per l'Oscuro Signore, lo sai..." scuoto la testa dinnanzi ai suoi occhi terrorizzati, la gente crede che sia il sangue, o che siano le urla e non immagina, non finchè non prova. Non sogni il sangue. Non sogni le urla.
L'incubo sono gli occhi.
"Professor Piton..."
Porto la bacchetta alla luce rada della luna, producendo bagliori sinistri nell'aria fredda della notte.
"Devo farlo Goran, capisci? Non è la mia vita... è la salvaguardia dell'Ordine..." avanzo lentamente, puntando la bacchetta. Parlo cercando di convincere me stesso, di certo non la mia prossima vittima...
"Pro-professor Piton" cade seduto, tentando inutilmente di indietreggiare, rompendosi le unghie nella terra.
Per un istante, uno soltanto, i bagliori chiari sprigionati dalla bacchetta diventano verdi, al suono implacabile della mia voce.
Un istante, uno soltanto.
In cui mi chiedo come abbia fatto Moody, con il suo occhio magico sempre in movimento, a non accorgersi di lui prima... A non impedire tutto questo...
Un istante.
Poi mi volto.
Ombra tra le ombre.

+ + + + + + + + + +

L'aula si svuota.
Paciock ha dimenticato i suoi libri sul banco, di nuovo.
Qualcuno ha versato dell'olio di Tubelcek sul pavimento senza pulire.
L'ultimo alunno rimasto si avvicina alla mia cattedra dal fondo della classe.
"Professor Piton...?"
"Mi dica Signorina Parkinson..." sbuffo senza nemmeno distogliere lo sguardo dalle mie pergamene.
"Sa per caso come mai Goran Stiglic era assente?"
Interrompo la scrittura, osservando le curve strette della mia calligrafia con il naso a due centimetri dal foglio. "No, Signorina Parkinson, non so che fine ha fatto Goran..."
Lei mi guarda dilatando gli occhi, stupita dalla mia risposta. Ringrazia ed esce dall'aula in fretta, sembra nervosa. A volte penso che prima o poi gli studenti lasceranno questo posto camminando all'indietro... per non voltarmi le spalle.
Pansy Parkinson richiude la porta dietro le sue.
Io osservo la voragine.
Nera.

   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ranessa