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Autore: Chamomile    05/05/2010    11 recensioni
Ron arrossì furiosamente. "Vuoi ballare con me?" "Cosa?" Hermione non credeva di aver afferrato le ultime quattro parole. Ron la stava invitando a ballare in piena notte e per giunta in pigiama?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Ron si rigirava nel letto come un'anima in pena da più di un'ora.

Non riusciva a prendere sonno e conosceva perfettamente il perchè: la lite con Hermione,il colpo di grazia a quella  serata da incubo.

Perchè sono stato così idiota? si chiese per la milionesima volta.

Non era già abbastanza orribile che Hermione fosse andata al ballo con Krum? Doveva per forza peggiorare le cose offendendola e litigando con lei?

La rivedeva chiaramente, rossa in volto e con tutti i capelli in disordine, che gli gridava addosso che se ci teneva tanto avrebbe dovuto invitarla prima e non come ultima spiaggia!

E aveva ragione.

Hermione in un modo o in un altro aveva sempre ragione. Se solo lui non fosse stato un tale imbecille.

In quel momento ci aveva provato gusto - a farla arrabbiare, a rovinarle la serata.

Rovinarle la serata era stato come prendersi una rivincita, come vendicarsi.

Solo che la vendetta non l'aveva reso felice né aveva cancellato l'umiliazione di quella sera.

Anzi, se possibile aveva reso tutto più complicato: se si fosse comportato da gentiluomo accettando la sconfitta e andando via in silenzio avrebbe avuto almeno la sua stima.

Ma figuriamoci! Ron Weasley si era mai comportato da persona matura e sensata? Naturalmente no.

Ed ecco dove l'aveva portato la sua stupida ripicca: disteso da quello che sembrava un tempo interminabile a fissare il baldacchino e a rimuginare su tutto quello che si erano detti.

O per la precisione urlati.

Il silenzio che regnava nel dormitorio lo torturava: non poteva sopportare tutta quella calma, ancora un minuto così e si sarebbe puntato da solo la bacchetta alla tempia.

Harry e gli altri l'avrebbero trovato stecchito tra le lenzuola e l'avrebbero pianto per uno o due giorni, mentre Hermione sarebbe stata libera di andare a vivere in Bulgaria con il suo Vicky.

Ron saltò giù dal letto e scese in sala comune: in qualche modo sentiva che il cambiamento di ambiente l'avrebbe aiutato.

Almeno si sarebbe distratto: tutto quel rimuginare lo stava facendo andare fuori di testa.

 

 

 

Hermione gettò sul comodino l'ultima delle ventisei forcine che le avevano stretto l'acconciatura.

Era fuori di sé, e tanto per cambiare era tutta colpa di Ron.

Stupido. Idiota. Imbecille. Cretino.

Perché ce l'aveva tanto con Victor? Fino a pochi mesi prima era il suo idolo,no? Per la storia della Falsa Wonky o come diavolo si chiamava.

''Non ti ha ancora chiesto di chiamarlo Vicky?''le frasi pungenti che le aveva rivolto le tornavono in mente una dopo l'altra.

Ma perché si era comportato così? Che gli aveva fatto Victor?

Non li aveva visti neanche parlare, come aveva fatto a offenderlo se non si erano rivolti la parola?

Hermione si guardò allo specchio: aveva gli occhi ancora lucidi e pesti a furia di piangere, le guance arrossate e i capelli che stavano cominciando a ritornare gonfi e crespi come al solito.

Per una volta era stata carina, per una volta aveva indossato un bel vestito, per una volta le altre ragazze non le avevano lanciato occhiate ironiche o di commiserazione...e Ron aveva rovinato tutto.

Le aveva ricordato che Hermione Granger era solo una secchiona che sta bene tra vecchi libri polverosi, e che a un ballo non c'entra niente.

Le altre ragazze avevano ricevuto la buonanotte dai loro cavalieri ed erano rientrate nelle loro camere ridendo e chiaccherando fitto fitto; mentre lei aveva a stento mormorato un ciao a Victor prima di sparire di corsa, ribollente di rabbia e delusione.

Si stese sul letto cercando di liberare la mente e addormentarsi, ma per quanto si sforzasse di dimenticare il litigio con Ron, questo le si ripresentava più chiaro che mai.

Maledetto idiota.

Hermione sbuffò e si liberò dalle coperte con impazienza. Era chiaro che in quello stato non sarebbe mai riuscita ad addormentarsi. Si doveva sfogare.

Se solo avesse avuto un'amica avrebbe potuto svegliarla e raccontarle tutto, e lei l'avrebbe consolata e consigliata. E magari l'avrebbe aiutata a capire che problemi aveva Ron.

Ma non poteva entrare nel dormitorio maschile nel bel mezzo della notte e chiamare in aiuto Harry.

Certo, era il suo migliore amico, ma i maschi non parlano di sentimenti. I maschi si tengono tutto dentro, e il massimo che si sarebbe potuta aspettare da lui era qualche grugnito neutro.

Va bene, lasciamo perdere Harry, convenne.

Che poteva fare per scaricare un pò di rabbia? per un attimo provò l'impulso di affondare la testa nel cuscino e gridare a squarciagola. Ma le altre si sarebbero svegliate di soprassalto e l'avrebbero presa per pazza.

Fuori anche il cuscino.

Poteva lanciare qualche terribile maledizione contro Ron - senza bacchetta naturalmente, solo per finta - e immaginarlo comunque in preda ad atroci tormenti.

Si, questa era una buona idea.

Ma se si fosse messa a parlare da sola in camera le altre si sarebbero svegliate. Dannazione.

Hermione scattò a sedere. Ma certo, poteva scendere in sala comune! Lì non c'era pericolo che qualcuno la sentisse.

 

 


Hermione attraversò il dormitorio in punta di piedi,aprì la porta e sgattaiolò fuori. Via libera.

Scese le scale e si ritrovò nella sala vuota.

Il fuoco che scoppiettava nel camino illuminava la sala di una luce calda e avvolgente, le poltrone rosse e la carta da parati alle pareti davano un'aria di familiarità, tutto sapeva di casa.

Il silenzio e l'immobilità  che regnavano le diedero un inaspettato senso di pace.

Hermione si sentì stranamente confortata.

All'improvviso non aveva più voglia di maledire Ron, né di picchiarlo o di vederlo bruciare all'inferno.

Si sedette sul divano con le ginocchia strette tra le braccia e fissò il fuoco, immobile.

Magari il giorno dopo si sarebbero chiariti, pensò.

In fondo Ron non era mai cattivo di proposito, era solo particolarmente propenso a fare idiozie..ma in modo del tutto involontario.

Si stese sul divano e sospirò.

Era come se i suoi pensieri si fossero volatilizzati; il fuoco che crepitava tranquillo sembrava essere l'unica cosa reale.

La lite apparteneva a un'altra era.

Hermione chiuse gli occhi e lasciandosi avvolgere dal calore e dal silenzio...

''Che diavolo ci fai tu quì?''

Una voce ben nota la riportò bruscamente alla realtà.

Hermione saltò su a sedere.

Di fronte a lei, in pigiama e pantofole, c'era Ron.

In un attimo tutta la sua pace interiore venne spazzata via dalla vista di quell'imbecille.

Perchè diamine se lo trovava sempre davanti?

All'improvviso non aveva più nessuna voglia di perdonarlo. Anzi, sentiva un gran bisogno di picchiarlo.

''E tu?''chiese a sua volta,guardandolo in cagnesco.

''Mi era sembrato di sentire un rumore..'' inventò Ron sul momento. Era sceso lì per non pensare a lei ed ecco che la trovava in carne ed ossa. Tipico.

''Capisco'' rispose Hermione distogliendo lo sguardo. Rumore un corno, pensò.

''Senti Hermione'' attaccò Ron tutto d'un fiato ''io vorrei scusarmi per prima. E' stato molto stupido da parte mia prendermela con te per essere andata al ballo con un Durmstrang. Lo so che Kr..Victor non ti userebbe mai per avere informazioni su Harry. Ero fuori di me e non so cosa mi ha preso. Ho davvero perso la testa, non pensavo sul serio quelle cose.''

Hermione non lo degnò di uno sguardo. Se Ron credeva di cavarsela con così poco si sbagliava di grosso.

''E volevo anche dirti che sono stato un idiota a trattarti così, e che non intendevo ferirti, e che davvero, Hermione, mi dispiace da morire..se potessi tornare indietro non direi più niente del genere, credimi.''

Hermione non rispose e continuò a fissare il fuoco come se non l'avesse sentito.

''Ora sei offesa naturalmente, e forse non mi rivolgerai mai più la parola, ma ti prego, ti prego, non pensare a quello che ho detto!Lo so che non sei il tipo di persona che si fa prendere in giro da un ragazzo, e so anche di essere stato tremendamente meschino ad accusarlo, ma il punto è che mi dispiace tantissimo di averti fatto piangere e di avere rovinato tutto, ma ero fuori di me e non so cosa..''

''Non sai cosa ti ha preso''completò Hermione, voltandosi finalmente a guardarlo''Ron, ti stai ripetendo.''

Ma c'era l'ombra di un sorriso sul suo volto mentre lo diceva.

Ron la guardò pieno di timore.''Allora non mi odi a morte?''chiese.

Hermione rise disarmata ''Certo che no. Ti odio, naturalmente, ma non proprio a morte.''

''Oh''fece Ron, incerto tra il crederle o meno''Bene''

I due rimasero a guardarsi in silenzio.

''E visto che ormai ho cominciato con le confessioni..''riprese Ron all'improvviso.

Hermione sgranò gli occhi. Oddio. Non si voleva mica dichiarare?

''Non è vero che io ti considero un'ultima spiaggia.''disse Ron enfatizzando ogni parola con ampi gesti''Per niente. Al contrario, tu non sei l'ultima spiaggia, sei una prima spiaggia, sei una spiaggia coi fiocchi, sei una spiaggia bellissima, sei una spiaggia...''

''Ho afferrato il concetto''lo interruppe Hermione divertita. Era assurdo come Ron riuscisse a farla arrabbiare e ridere in due secondi.

''Allora siamo ancora amici?''chiese Ron guardandola speranzoso.

Hermione sorrise suo malgrado''Direi di sì''

Rimasero in silenzio per un pò, non sapendo cosa dire. Eppure di solito se ne dicevano fin troppe.

Che situazione imbarazzante - pensò Hermione.

Dì qualcosa,idiota! - si disperò Ron.

''E' tardi''osservò a quel punto la ragazza guardando l'orologio alla parete''credo che sia meglio andare a dormire o domani non riusciremo ad alzarci''

''Sì, certo''convenne Ron,e si diresse verso il dormitorio maschile.

Ma a metà scala si fermò.

''Hermione''

''Sì?''

''Ho fatto un sacco di stupidaggini stasera, ma c'è qualcosa che invece non ho fatto e vorrei tanto fare..''

Hermione lo guardò interrogativa.''Dimmi''

''I-i-io''balbettò Ron''io m-mi c-chiedevo se..''

''Sì?''

Ron arrossì furiosamente.''Vuoi ballare con me?''

''Cosa?''Hermione non credeva di aver afferrato le ultime quattro parole.

''Vuoi ballare con me?''ripeté Ron arrossendo ancora di più.

Aveva afferrato le ultime quattro parole.

Ron la stava invitando a ballare in piena notte e per giunta in pigiama.

''Intendi adesso?''chiese.

''Beh se non ti va non importa''Disse Ron terrorizzato. Ma si riprese subito''però..vedi..se magari invece ti va..non devi sentirti obbligata però!io d-dicevo così tanto per dire..c-c-come amici..''

Hermione gli lanciò un'occhiata impenetrabile.

Poi si aprì in un largo sorriso ''Sì, mi piacerebbe molto ballare con te''

Ce ne hai messo di tempo a deciderti.

 

 

 

 Angolo Autrice
Credo di aver avuto in mente questa ff da quando ho letto per la prima volta Il Calice di Fuoco.Nel capitolo successivo al Ballo del Ceppo la Rowling dice che sembrava che Ron e Hermione avessero stretto il tacito accordo di non parlare del loro litigio,e che erano piuttosto amichevoli anche se stranamente  formali...Bene,secondo me è andata così...XD
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