- Matt, spegni quella
sigaretta del cazzo.-
La voce… quella dannata
voce
profonda e strascicata, assolutamente odiosa.
Rispondi con un’
occhiataccia.
Che pezzo di merda. Pochi mesi fa gli hai salvato la vita, hai
accettato di
rischiare le palle per aiutarlo a risolvere quel dannato caso Kira di
cui non
te ne frega un cazzo, e quell’ ingrato si permette pure di
dirti cosa devi fare.
Vorresti esplodere, vorresti
alzarti di scatto, magari facendo il duro e rovesciando il tavolino,
tanto per
fare scena, e urlargli contro che
non
deve più osare rivolgersi a lui con quel tono da stronzo.
Ma non saresti Matt, se fossi
capace di dar contro così a Mello, così ti limiti
a biascicare un: - Non
rompere i coglioni.-
Ti
fulmina con lo sguardo. Esatto, se il suo
sguardo potesse uccidere, saresti già morto, consumato come
quella sigaretta
che si accartoccia piano su se stessa tra le tue labbra socchiuse.
Il game boy giace spento a
pochi centimetri dalla tua mano. Prima sei stato un idiota, avresti
dovuto
almeno salvare la partita prima di spegnerlo. Adesso dovrai rifare
tutto il
livello dall’inizio, e quel branco di mostri neri alati era
stato
particolarmente ostico da battere. Non hai voglia di rifarlo, non
adesso.
Non adesso che la lingua di
Mello volteggia rapida sulla cioccolata, facendola sciogliere nella
scia di
saliva calda, mentre lui siede scomposto sulla poltrona, intrecciando
distrattamente il filo delle cuffie con cui sta spiando
quell’oca starnazzante
di Amane.
Deglutisci, tornando a fissare
i resti di quella sigaretta ormai del tutto consumata che stringi tra
le
labbra.
Tutto ciò è
assolutamente
impossibile! Non puoi provare un’attrazione di quel tipo
verso il tuo migliore amico!
Il tuo cervello geniale giunge
alla conclusione che è dovuto al fatto che sono ormai mesi
che non ti fai una
ragazza, mesi che campi delle seghe che ti spari in bagno, mordendoti
le labbra
a sangue per non farti sentire da Mello.
Sì, deve essere
senz’altro per
quello.
Cerchi di concentrarti sui
monitor, tentando di non pensare a quella lingua che ora sfiora
delicatamente
l’angolo destro della barretta di cioccolato, che poi viene
rapidamente
catturato tra quelle labbra soffici.
- Mello, la smetti di mangiare
come una puttana!?-
Ti mordi in fretta le labbra.
Non puoi averlo detto sul serio… no… no, non
puoi. Non puoi essere tanto
coglione da aver paragonato Mihael Keehl a una puttana.
Te la farà pagare, lo
senti.
Alza lo sguardo di ghiaccio dalla cioccolata ormai quasi del tutto
liquida,
intrappolandoti subito con quegli occhi piccoli e maligni.
Sei quasi certo che ti
pesterà
a sangue, invece si limita a passare la lingua sul cioccolato con
più
intensità, socchiudendo gli occhi quasi con aria di sfida.
-Perché? Ti da fastidio?-
Ecco. Adesso sei in trappola.
Sei esattamente come Prince of Persia accerchiato dagli scagnozzi di
Jaffar.
Abbassi lo sguardo, trovandoti
a fissare i tuoi stivali neri e consumati. Appena avrai un
po’ di soldi, ne
comprerai un altro paio, rifletti, più resistenti.
Ricordi che Mello ti aveva
chiesto qualcosa, così ti trovi costretto a guardarlo di
nuovo. Quella faccia è
sempre là, tagliata in due da un’orrida cicatrice
in due parti dalle sembianze
completamente opposte, ma che hanno in comune lo stesso sguardo
incazzato, la
stessa maschera di pura arroganza.
Poi, quasi con orrore, noti le
sue labbra sottili stendersi in un ghigno perfido. Si alza, togliendosi
le
cuffie con aria seccata, per poi sedersi sensualmente sul bracciolo del
divano,
proprio accanto a te.
Ti sta sfidando… lo sai.
Lo
sai, e non puoi permetterti di perdere, non questa volta.
Ti decidi a rispondere, dopo
un tempo che pare a entrambi infinito.
- Sì, mi da fastidio il
fatto
che cerchi di sfogare su di me i tuoi istinti sessuali repressi dal
caso Kira.-
Non riesci a credere a
ciò che
ti è appena uscito dalla bocca. In tanti anni, non sei mai
riuscito a dar
contro a Mello, neanche una volta. O almeno, non con tutta questa
enfasi,
questa meravigliosa determinazione.
Ma poi è un attimo. Un
batter
di ciglia.
La tua guancia arde come se
fosse in balia delle fiamme, mentre senti il sangue affiorare nella
parte lesa
del tuo corpo.
Non riesci a capire
com’è
possibile che, se appena un secondo fa eri seduto comodamente sul
divano,
adesso sei steso a terra, con una mano che massaggia la guancia
sinistra
arrossata.
Non riuscirai mai a vincere
contro di lui. Con Mello, tu hai perso in partenza.
- FOTTUTO STRONZO, RIPETILO SE
HAI LE PALLE!-
Ecco, comincia a gridare.
Stringe i pugni convulsamente,
quasi
tentasse di sbriciolare delle pietre sui palmi. Al di sotto di quei
vestiti di
pelle, aderenti, lucidi, dannatamente
invitanti, vedi ogni suo muscolo teso e pronto alla rissa.
Ma a te, le scazzottate, non
sono mai piaciute. Preferivi restare in disparte, col game boy bene
stretto tra
le dita, gli occhi e il cervello sepolti in quel piccolo schermo
luminoso, in
quella realtà fatta di nuove occasioni e di personaggi di
pixel che tanto ti
piace.
- Mi dispiace, ok?! Scusa,
cazzo, ma vedi di mangiare in un modo più decente!-
Esclami, indietreggiando lievemente
in quel pavimento sporco e pieno di polvere.
Lui si avvicina a grandi
passi, in equilibrio su quelle lunghe gambe che si ritrova, e ti
afferra per il
colletto della maglia a righe.
- Se hai gli ormoni fuori
controllo, esci e vatti a scopare qualche puttana, perché io
la cioccolata la
mangio come mi pare e piace.-
Duro, diretto, secco. Il suo
fiato cioccolatoso ti investe completamente, ti fa girare la testa, ti eccita.
Lascia rapidamente la presa su
di te, con un gesto di stizza, quasi gli facessi effettivamente schifo.
Forse è incazzato
perché hai
osato sfidarlo, o forse per la quantità indecente di video
porno con cui hai
riempito il pc, sta di fatto che lo guardi allontanarsi a malincuore,
entrare
in bagno, sbattere la porta dietro di sé, con una violenza
tale che senti
distintamente le mura tremare.
Sospiri
e fai per alzarti. Cazzo, la guancia brucia,
scotta, fa male. Barcolli e cadi di nuovo. Grugnendo, ti rialzi e vai a
catapultarti di nuovo sul divano, perché sai perfettamente
che la cosa lo farà
incazzare.
Poco tempo, e la porta si
apre, più docilmente. Forse non vuole farti sentire, e lo
vedrai sbucare all’improvviso
con una sega elettrica in mano, ridendo sguaiato e annunciandoti la tua
morte. No…
no, giochi troppo ai videogame.
Adesso, tanto per cambiare,
sei riverso nel tuo game boy, gli occhiali di nuovo al loro posto,
là, sui tuoi
occhi. Una nuova sigaretta è custodita gelosamente dalle tue
labbra.
- Ti ci voglio ritrovare anche il 27 gennaio in quel cazzo di
divano, a farti le seghe mentali come tuo solito.-
Alzi lo sguardo, stupito.
Mello è in piedi, di fronte a te, ma in mano non tiene
nessuna sega elettrica.
Non ti guarda negli occhi,
segno evidente che è imbarazzato.
E sai anche che, a modo suo,
ti è grato per quello che fai.
Ben presto senti il suo corpo
entrare in contatto con il tuo, strusciandosi piano sul tuo bacino come
una
fottuta gatta in calore.
I brividi invadono il tuo
corpo, mentre ti costringi a rispondere.
-
S…Sì… ci sarò…
contaci…-
E lui sorride uno di quei suoi rari, veri sorriso che gli illuminano il
volto
martoriato.
Poi un’espressione maliziosa si fa strada nel suo viso.
- Allora ok… ci conto,
maledetto nerd.-
Dopotutto, non ti dispiace il suo
modo di mangiare
cioccolata…