Will
not
Albus Percival Wulfric Brian Silente…
I tuoi tanti,
troppi anni di esperienza magica avrebbero dovuto prepararti a questo momento.
Invece –
in quel brevissimo vuoto assurdo inesistente lasso di tempo – ti sorprendi di ritrovarti, per la prima
volta, impreparato.
Buffo,
vero? Buffo quanto ci si possa sbagliare, a quanto si debba rinunciare per la
vittoria di un ideale.
No, non alla
vita…
Ma quante
cose, quante possibilità stai perdendo per sempre, mentre per l’ultimo
istante guardi questo cielo trapunto di stelle.
Non potrai mai rivelargli il tormento dell’uomo che ti
ha ucciso.
Non potrai mai chiedergli scusa per le piccole grandi bugie
che gli hai detto.
Non potrai mai rimpiangere di non essere stato alla sua
altezza.
Non potrai mai confessargli che in quello specchio vedevi
riflessa una bambina [ finalmente ] sorridente.
Non potrai mai dirgli quanto gli vuoi bene.
{ L’istante è passato, e così tutto il
resto }
Note dell’autrice
Reduce
dall’ennesima lettura de Il
Principe Mezzosangue, ancora immersa nelle lacrime, ho voluto salutare
Silente scrivendo qualcosa per lui.
Non ho
programmato nulla. Ho solo pensato a come debba essersi sentito nel rendersi
conto di colpo che Harry era lì e non capiva.
Harry Potter è
onestamente il mio fandom preferito; il fatto che io
scriva poco che abbia a che vedere con l’universo rowlingano
dipende unicamente dal fatto che il ‘Diciannove anni dopo’
ha minato alle fondamenta la mia ispirazione. Quello è stato un punto di
arrivo, un finale che ho aspettato tanto e che però ora rende
impossibile far andare qualcosa diversamente, a meno di non concentrarsi sulla
nuova generazione. Se è nata questa breve flash, però, è
perché anche così, ogni volta che mi soffermo sulla trama, non
posso evitare di voler rendere un seppur piccolo omaggio a una simile opera. In
questo caso, al personaggio immenso ed unico di Albus
Silente.