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Autore: Berenice    25/08/2005    1 recensioni
Un amore nato ai tempi di scuola tra due persone bisognose d'affetto. Un amore che ha rischiato di finire ma ha resistito a tante prove. E adesso si prepara alla sfida più dura: la Morte. La morte che li separa, una morte che ancora non aspettavano. Un breve incontro là dove la notte e il giorno si confondono, con la promessa di un amore che non finirà, con la promessa di un altro incontro e l'inizio di una lunga attesa che li porterà a ricongiungersi, questa volta per sempre.
L'idea mi è venuta in mente guardando "Ghost".
Genere: Malinconico, Poesia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Avvertenza: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K.Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.



My Beloved Forever




Amore mio, per sempre…
Vorrei svegliarmi e scoprire che ciò che mi è successo è solo un brutto sogno. Vorrei aprire gli occhi e trovarti accanto a me, già sveglio con una tazza di caffè in mano e quel dolce sorriso, un po’ triste, che aleggia sempre sulle tue labbra pallide e sottili. Vorrei svegliarmi ed essere avvolto dalla meravigliosa luce dei tuoi occhi che illumina la stanza e riscalda il mio cuore come mai nessuno era riuscito a fare.
Purtroppo il mio risveglio non giungerà più, resterò sempre nella fredda oscurità del vessillo nero che mi ha intrappolato, chiuso in un mondo che ancora non mi aspettava. In un limbo che mi tiene prigioniero tra il regno terreno e quello ultraterreno.
Vivo tra i morti, morto tra i vivi.
Tutto mi è stato negato tranne un desiderio. Solo per questa notte mi è stato concesso di lasciare la mia oscurità per vagare nel mondo dei vivi, invisibile, sottoforma di spirito.
Ma che importa sotto quale forma, mi basta solo poterti rivedere un’ultima volta. La città tranquilla e sonnolenta scorre sotto di me, mentre giungo a casa nostra.
‘Stai dormendo?’ No, sei sveglio. Una flebile fiamma arde nella camera da letto. Entro e, finalmente, ti vedo. Il pallido riflesso dell’uomo che ho lasciato.
Sei stanco, lo so. Lo sono anch’io.
La fronte appoggiata al freddo vetro della finestra, scruti fuori in cerca di qualcosa… o di qualcuno?
Chi ti aspetti di trovare?’ Non cercarmi stanotte, Remus.
Sono qui. Sono seduto sulla poltrona davanti a te.
I tuoi occhi rispecchiano il gelo che c’è fuori, il gelo che ti è entrato dentro quella notte di tanti anni fa, quando le zanne del male hanno strappato l’innocenza ad un piccolo bambino indifeso. Quel gelo da cui ho cercato di difenderti tenendoti stretto quando nella notte ti svegliavi gridando, maledicendo il freddo fuoco che ti bruciava le vene e ti allontanava da tutto, anche da me.
‘Quanto desidero sfiorarti!’
Mi avvicino per accarezzarti, ma la mia mano ti passa attraverso. Tu rabbrividisci.
‘Mi hai sentito?!’
Ti volti di scatto e ti alzi.
Frughi la stanza, febbrilmente, e per un attimo nei tuoi occhi brilla la luce della speranza. Una speranza simile alla follia. Una luce che si spegne subito. E le lacrime si fanno già strada nei tuoi occhi mentre ti lasci cadere sulla poltrona, soffrendo per il nuovo dolore che ti è stato inferto.
‘Ora più che mai vorrei sentire la tua pelle e stringerti!’
Quante volte ti ho consolato tenendoti appoggiato al mio petto mentre  i tuoi morbidi capelli mi scivolavano tra le dita.
Ormai le lacrime ti scorrono copiose sulle guance arrossate e non posso consolarti.
‘Sono io la causa di quelle lacrime, Remus?’Mi risiedo anch’io.
-Sirius! - mormori tra le lacrime.
Per un istante ho pensato veramente che tu potessi sentirmi e vedermi, ma stai fissando il pavimento. Pensi di essere solo.
- Sirius, dove sei? - chiedi ad alta voce, riaccendendo le mie speranze.
‘Sono qui, davanti a te!’ti rispondo io rialzandomi, per poi vederti scuotere la testa.
 - Sono uno sciocco! Per un attimo ho pensato che tu fossi qui! Le fantasie di un uomo alle soglie della follia! –
‘No, non sei folle!’
ma nel momento in cui lo dico mi ricordo che è inutile, così mi rimetto seduto per ascoltarti. Per ascoltare la tua voce. Quanto mi è mancata! Calda e profonda, che scivola gentile e morbida sulla pelle come il vento del deserto.
‘Parla ancora!’
- Sai ogni volta che venivi a trovarmi di nascosto, dopo la fuga da Azkaban, pregavo sempre perché non fosse l’ultima volta. Mi chiedevo se mi sarebbe stato concessa un’altra occasione per stare con te, per rivedere il tuo bellissimo viso! Credevo che se fossi stato al mio fianco ti avrei protetto, ma… alla fine… non sono servito… ero a due passi da te e ho lasciato che… -
Non riesci a continuare? Non farlo se ti fa male. ‘Tu non centri niente!’
-HO FATTO TUTTO IL POSSIBILE! MA TU NON MI HAI DATO RETTA. NON MI ASCOLTI MAI, PERCHE’!- urli in preda alla rabbia.
‘Sono io la causa di quella rabbia, non darti colpe che non hai!’
-Dovevo immaginarlo che non mi avresti dato retta. Come quella volta al quarto anno, quando ti avevo chiesto di non seguirmi alla Stamberga, perché la tua trasformazione in Padfoot non era ancora apposto! Ma tu mi hai ascoltato?- chiedi al nulla mentre sei perso nel caldo conforto dei ricordi.
Ricordo bene quell’episodio, te lo avevo promesso ma ti ho seguito ugualmente. Se solo sapessi quanto soffrivo nel saperti solo in quello stato selvaggio, sapendo che una settimana dopo non avresti avuto neanche la forza di stare in piedi per via delle ferite che il Lupo ti lasciava.
- Avrei potuto ucciderti o peggio renderti uno come me! Non sarei riuscito a vivere se fosse accaduto! Non avrei potuto sapendo di essere la causa della tua sofferenza!- lo so, è vero poteva succedere- Per fortuna il Lupo ti ha solo ferito con una zampata!-.
Istintivamente porto la mano al petto e scosto la camicia: è lì, appena sopra al cuore la cicatrice di quello scontro.
Il mio punto più sensibile, un punto di cui nessuno sa, tranne tu e io.
‘ Il nostro segreto...’
- Il nostro vincolo!- diciamo contemporaneamente.
Ed è vero, sul quel punto è stato versato il sangue di entrambi.
- Il nostro legame di sangue!- dici con un sorriso nostalgico, anch’io sorrido. E’ così che lo chiamavamo a scuola.
Ma il tuo sorrido sparisce all’improvviso, la rabbia è ancora lì.
- TU HAI TRADITO QUEL VINCOLO, NON HAI MANTENUTO LE PROMESSE!- gridi e la tua rabbia mi investe lasciandomi inerte- Perché mi hai lasciato qui a combattere la mia crociata da solo?- sussurri.
Ora sono io quello che piange.
‘Hai ragione, avevo giurato su quel vincolo che non ti avrei lasciato solo!’
Ero la persona che avevi scelto come compagno.
Il compagno per la vita.
- Non è colpa tua!- sussurri ancora in preda alle lacrime.
‘ Non ce la faccio a vederti così!’ mi alzo e ti raggiungo. Così, in ginocchio davanti alla finestra, sembri un angelo caduto dal Paradiso. Etereo nella luce che ti circonda. Il mio angelo caduto.
- Ogni notte ti sogno e prego perché tu ritorni indietro. Di giorno sei in tutti i miei pensieri, ma so che questo non è abbastanza per riportarti da me. Prego nei sogni di raggiungerti, ma mi sveglio e sono ancora qui, da solo, in questa stanza vuota, In questa casa vuota ma ancora piena del tuo ricordo, del tuo odore, di te. Niente ormai sa più di te , ma per me tutto è impregnato di te!-
Questa confessione fatta alla notte è troppo per me. Un dolore insopportabile mi trafigge, mille coltelli mi penetrano nella carne, uno si è conficcato nel cuore e ci rimarrà.
Sei teso, i tuoi sensi acutissimi sono in attesa di qualcosa. Il Lupo dentro di te è agitato, lo vedo da i tuoi occhi che si oscurano mentre scruti la sottile linea rosata dell’orizzonte.
L’alba si avvicina, lenta e il mio tempo svanisce con l’oscurità.
Non ho, quasi, più tempo.
Mi inginocchio anch’io, dietro di te. Stai di nuovo piangendo.
‘Sono qui, Remus. Qui accanto a te!’
Non so spiegare quanto mi fa male sapere che non puoi sentirmi ne vedermi, qualunque cosa dica, qualunque cosa faccia. Non riesco a trattenermi. Cerco di prenderti tra le braccia come facevo un tempo. Non importa se è impossibile.
Tu rabbrividisci.
- Mi hai sentito?!-
- Sirius!?- esclami incredulo e nell’esatto momento in cui lo dici, posso chiaramente vedere il mio riflesso sul vetro.
- Remus, riesci a sentirmi e a vedermi?- ho bisogno di conferme, questo non era nei piani, mi stupisce ma mi piace. Vedo sul vetro i tuoi occhi spalancarsi increduli che mi restituiscono lo sguardo. Annuisci piano, incerto, non hai la forza di parlare. Cerchi di alzarti per guardarmi meglio, non sei ancora certo che sia reale. Ma io stringo più forte.
- Rimaniamo così, ti prego! Adoro sentirti contro il mio petto e adoro immergermi tra i tuoi capelli?-
Profumano.
Non so di cosa.
Di libertà, di bosco, di buon, di te.
E’ l’unica classificazione che riesco a dare. Istintivamente passo la mano tra i tuoi capelli color miele e argento.
- Come ai vecchi tempi- sussurri in modo così flebile che a malapena ti sento.
- Come ai vecchi tempi- ripeto con voce roca. Non so spiegare cosa provo in questo momento.
Finalmente trovo la pace. Se è vero che ognuno di noi nasce per una ragione, probabilmente saresti la mia. La mia ragione d’essere, la mia vita.
Non te lo dico, non ce n’è bisogno,lo sai.
Tu continui a rabbrividire mentre la mia bocca si sofferma sul tuo collo. Ora il mio corpo ha spessore ma è gelido, sento la tua pelle scottare sulla mia, come se stessi bruciando.
Brucio d’amore.
- Se questo è un sogno… - non posso lasciarti finire.
- Non è un sogno. Mi è stato concesso di stare con te, per un’ultima notte. Potrò rimanere solo fino all’alba!-
Il mio collo prende fuoco mentre abbandoni la testa sulla mia spalla.
- Non importa quanto durerà! Anche se fossero pochi istanti, voglio viverli!-
- Ho desiderato tanto questo momento…-
- Anch’io, con tutto me stesso!- apri gli occhi, ti giri tra le mie braccia per guardarmi.
Siamo così vicini.
Vedo il mio riflesso nei tuoi occhi. Sono io a rabbrividire mentre mi sfiori le guance.
-Mi è mancato tanto il tuo viso, la tua voce così calma e profonda! Ma soprattutto mi è mancata questa!- i tuoi occhi sono corsi alla cicatrice.
-Il nostro pegno d’amore -  annuisci, mentre con il dito la percorri lentamente.
E come se la ferita si riaprisse, brucia come lava incandescente. Ti stringi a me mentre ti bacio le palpebre, le guance ed infine le labbra infuocate, per suggellare il vincolo appena rinnovato.
-Ti amo, più di ogni altra cosa al mondo, Moony!- sussurro sulla tua bocca, chiudi gli occhi un istante.
So quanto soffri, sto soffrendo anch’io.
- Anch’io ti amo, come non ho mai amato nessun altro!-
-Non piangere!-bacio ogni lacrima, per poi accorgermi che piango anch’io. Ripenso a tutto ciò che c’è stato, a ciò che ci sarebbe stato. Alle parole dette e a quelle che resteranno chiuse in un cassetto in fondo al cuore per sempre.
Il sole nascente ci sorprende ancora stretti l’uno all’altro.
-Non ho più tempo!-
-Vorrei rimanere così per sempre!- mi guardi intensamente mentre lo dici.
- Anch’io lo vorrei, ma devo andare, non posso restare!-
Le nostre labbra si sfiorano un’altra volta mentre la notte impallidisce rapidamente, e io con lei. Le mie dita scivolano ancora tra i tuoi capelli e il tuo dito percorre un’ultima volta la cicatrice.
Sto pian piano sparendo, le nostre dita sono ancora intrecciate tra loro.
 -Non importa quanto tempo ci vorrà e se è impossibile, ma cercherò un modo per riportarti indietro. Ma tu, non dimenticarmi. Non dimenticarmi!-
- E come potrei, siamo legati indissolubilmente. Ti amo!-
- Anch’io!- urli mentre lasci andare la mia mano e sparisco completamente investito dalla calda luce del sole.
Sento gli ululati del Lupo che reclama il suo compagno perduto. Non mi hai perso. Tornerò nella mia oscurità in attesa che tu mi raggiunga, presto , molto presto, ad illuminarmi e a liberarmi. E fino ad allora i miei pensieri saranno rivolti solo a te mio Moony.
Per sempre, Amore mio, per sempre…
 
 
Angolo autore:

 
Ciao a tutti! Volevo ringraziare Sara, Elly e Gilraen88 per i loro commenti. Spero che vi sia piaciuta anche questa. L’ho scritta in due ore in un momento di particolare tristezza. Forse è un po’ sdolcinata ma rimane una delle mie preferite! Alla prossima volta! Un bacio Berenice. 
  
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