Disclaimer:
ecco
una piccola one-shot che ho improvvisato durante una lunghissima notte
insonne.
Mi sono ispirata al nuovo singolo di Irene Grandi e vuole essere una
sorta di
continuo ad un'altra mia one-shot Uno come me, che
vi consiglio di
leggere per chiarirvi un pò le idee. Ho aggiunto qualche
dettaglio dalle
notizie, ahimè vaghe, che ho trovato sul Principe
Mezzosangue, spero che
vi piaccia. Per la mia long fic, credetemi ci sto lavorando appena
posso. Che
estate infernale, ragazzi!!! Come al solito nessun personaggio mi
appartiene.
Commentate.
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“È
incontrollabile"
È
incontrollabile, imprevedibile
ma così labile, leggero come nuvole
Non
ci riesco. Non posso dimenticarlo... è impossibile. Era
destino, lo dicevano
tutti.
Io
e te, la forza e l'astuzia, la potenza incontrastabile che avrebbe
liberato il
mondo magico dalla minaccia di Voldemort.
I
tuoi capelli impossibili, il tuo sguardo fiero, quell'incondizionata
fiducia
verso il prossimo... persino quella tua irritante aria da So-Tutto-Io.
In mezzo
alle pagine
di questo mio libro ci sei tu
davvero difficile
lasciare i ricordi andare giù
Ricordo
quel giorno, è impresso nella mia
memoria come un marchio a fuoco. Volevo una risposta. Avevo bisogno di
una
risposta. "T-Ti amo", te lo avevo detto infine, raccogliendo tutto il
coraggio che avevo dentro di me, ma la tua non era stata la reazione
che avevo
sperato.
I
tuoi occhi erano come spenti, lontani...
in un altro posto, con un altro uomo. Era sempre così quando
stavamo insieme,
non eri mai felice davvero.
Nel
silenzio dell'alba entrai nella tua
sala comune, deciso. Non avresti più potuto avere scuse per
evitarmi. Quando fossi
uscita dalla tua stanza, io sarei stato lì. Per te, per noi.
Ma anche questa
speranza mi fu strappata, come un pugno che mi aveva privato con un sol
colpo
di tutta l'aria che avevo nei polmoni.
Eri
lì, su quel divano, fra le sue braccia
con il sorriso più dolce e sincero che ti avessi mai visto
sul viso da quando
questa dannata guerra era iniziata... un sorriso che non mi avevi mai
rivolto.
Quel bastardo ti stringeva a sé, portandoti via da tutto
ciò in cui avevi
sempre creduto, portandoti via da me. Ti vidi accoccolarti sul suo
petto,
fiduciosa; lui, inconsciamente, che ti baciava sul capo, sorridendo. Un
sorriso
vero, sincero. Il sorriso di quel bambino che non era mai stato.
Eppure,
che mi piacesse o no, era come se
lo avessi sempre saputo.
Quasi sicuramente
tu mi dirai di no
ti chiedo solo un istante,
ancora un po’.
"Dopo
tutto quello che ci ha fatto!
Di cui si è macchiato. Silente è morto per colpa
sua! Perché, perché,
perché!!!" Urlai con tutto il fiato che avevo in corpo. Era
un inganno,
solo uno spregevole inganno per distruggerci. Solo un istante mi
bastava e
tutto sarebbe finito, non ci avrebbe più minacciato.
Iniziai
a colpirlo, violento, carico
d'odio eppure lui non reagiva, come un'armatura vuota. Teneva i suoi
occhi
fissi nei tuoi, obbedendo alla tua muta preghiera senza esitare,
frenato dalle
lacrime che avevi preso a versare e a cui io restavo cieco.
"No!".
Ti mettesti tra di noi e
il mio pugno colpì il tuo bel viso. Rimasi paralizzato
mentre cadevi, come una
scena al rallentatore, e le sue braccia ti cingevano prima di
poter
toccare il suolo. Il tuo sguardo tradito fu come una pugnalata al
petto. Cosa
avevo fatto! Come avevo potuto fare questo a te! Tu non mi guardavi ma
la
risposta che cercavo venne dall'odio incontenibile che vidi nel suo
sguardo.
Una belva che era stata sempre celata ed ora era pronta al balzo. Ma me
lo ero
meritato.
Lasciala andare come va
come deve andare
è una
cometa che sa già
dove illuminare.
"Io
ti amo". Balbettai, le
parole che mi uscivano dalla bocca senza che potessi controllare questa
mie
labbra tremanti.
"Ma
io no, Harry. Non come vorresti
tu". I tuoi occhi erano due gemme di una tristezza infinita e ti
aggrappavi a lui come al tuo solo sostegno. Ti teneva a sé,
cullandoti, mentre
pian piano io mi sentivo morire dentro.
"Va
via, Potter. L'hai già ferita
abbastanza".
Sembrava
che le parti si fossero
invertite. Avevo davvero perso io, il Bambino Sopravvissuto alla
distruzione
portata da Voldemort, aveva perso la sua partita più
importante. Toccava a me
svanire nel buio stavolta, a leccarmi le ferite di un cuore trafitto.
Che lui
se ne fosse compiaciuto, insuperbito, come ero sicuro che avrebbe
fatto, come
l'essere spregevole che si era dipinto in questi lunghi anni, ma no. Ai
suoi
occhi fieri e protettivi, ero del tutto indifferente e questo mi fece
ancora
più male.
Sarà l'abitudine
sarà che ogni giorno
eri con me
indimenticabile
La
guerra infuriava. Con il cuore in gola
aspettavi che i nostri soldati facessero ritorno a Grimmaulde Place,
piena di
un'ansia e di una paura che lentamente t'indebolivano più
degli stenti. Ed io
che avevo sperato che l'averti al mio fianco costantemente ti avrebbe
fatta
ricredere. È stato infantile pensare questo lo so, ma questa
situazione per me
era innaturale, illogica. Io, te e Ron, il Dream Team, ecco
cosa doveva
essere non... voi.
Lui
veniva sempre per ultimo, coperto di
nero e sporco di sangue. Pallido, come uno spettro pronto a svanire
alle prime
luci dell'alba, malfermo e scansato da tutti. Tutti, il cui unico
desiderio era
vederlo morire per il male che aveva fatto. Per i Grifondoro, eri
diventata
quasi una rinnegata. Nemmeno più il rispetto che nutrivano
per me, era più
sufficiente a far tacere il loro disappunto e anche disprezzo.
Ma
per te, lui era solo il tuo angelo
ferito.
Nell'angolo
più cupo e tetro del castello curavi
le sue ferite, nascoste dallo sguardo austero che si era dipinto sul
volto
della giovane spia che aveva scelto di diventare per restare al tuo
fianco. Il
suo sangue macchia ancora quelle assi sporche... ma a voi non
importava.
Sussurri e sguardi d'odio vi sfioravano insignificanti. Mentre il mondo
era
sull'orlo del collasso, il vostro legame continuava a crescere.
Ancora mi viene in
mente
così incessantemente
come una goccia che
cade leggera ma scava dentro me
Quello
era il vostro posto. Dove vi
aspettavate mentre l'altro era via, in un posto che sapevate poter
chiamare
casa.
Ma
Voldemort colpiva ancora e le fila
intorno a noi andavano assottigliandosi. Eppure, mi è
difficile ammetterlo, voi
continuavate a resistere. Una luce nuova ti illuminava, un sorriso
diverso che
trasmetteva... speranza. Anche gli altri lo avevano percepito.
Vedervi
ridere e stuzzicarvi come se nulla
stesse accadendo, era quasi un simbolo che niente era ancora perduto.
Ogni
sera, scomparivi per dormire tra le
sue braccia, cullati dal buio di chi non ha pensieri, in una pace falsa
come il
respiro prima del balzo.
Ma
una notte fu come se la luna tornasse a
brillare più del solito. Uno strano brivido mi scosse, un
tremore che saliva
dalla terra, e fu come se il cielo fosse investito da una misteriosa
onda
magica. Una marea.
In
un primo tempo non capii, ma la
risposta non tardò ad arrivare.
"Io
vado. Tu continua a ritardare
l'inevitabile, Potter. Ma prova a fermarmi e te ne pentirai!"
Sibilò,
mentre uno contro l'altro ci fronteggiavamo ancora una volta. Questa
sua
idiozia poteva costarci la vita, ma perché diavolo si
ostinava a voler agire da
solo? Se fosse morto, nessuno lo avrebbe rimpianto... a parte te.
"Non
provocarmi, Malfoy! Non ti
permetterò di metterci tutti in pericolo! Occorre un
piano!". Tentai di
afferrargli il braccio, ma il suo pugno fu più rapido.
"Non
lascerò che i suoi genitori
vengano uccisi!". Il suo sguardo era pieno dello stesso odio di quel
giorno.
"E
da quand'è che ti importa di due
sporchi Babbani? Cos'è l'amore ti ha
rammollito?". Questo suo amore
per te era come una stretta allo stomaco per me. Era un veleno di cui
non
potevo liberarmi.
"Perché
devo loro molto". Fu la
sua unica risposta.
"Cosa
vuol dire?". Non riuscivo
a capire o, forse, semplicemente non volevo farlo.
"Devo
loro la mia vita e quella di
mia moglie". Mi disse, prima di scomparire inghiottito dal buio mentre
ancora una volta il mio mondo cadeva a pezzi.
Lasciala andare come va
come deve andare
è una cometa che sa già
dove illuminare
Voldemort
era vinto, i Mangiamorte
annientati, ma non riuscivo a gioirne. Tutti i nostri sguardi erano su
di voi.
Su due genitori stretti l'uno all'altra in un angolo buio del castello
di
Hogwarts e ciò che restava del cadavere di Lucius Malfoy con
una spada sporca
di sangue ancora stretta in pugno.
Eri
china su di lui, una profonda ferita
che gli trapassava il petto. Eppure continuava a sorriderti, come
sapevi faceva
solo con te. E tu lo contraccambiavi tra le lacrime, stringendogli la
mano
contro il tuo grembo. Era la luce delle tue giornate e sarebbe stato
così...
per sempre.
"Hey,
non piangere". Ti sussurrò
con la forza che gli restava.
"Furetto
fino in fondo, eh
Draco?" Tentavi di scherzare ma il pianto soffocava le poche parole che
riuscivi a pronunciare. "Te la dai a gambe prima che il nostro mini-ferret
ti faccia venire i capelli grigi anzitempo?"
Una
risata roca che si affievoliva sempre
più fu la sua risposta intanto che un rivolo di sangue gli
sgorgava dalle
labbra, ma non te ne importava. Ti chinasti a baciarlo mentre i suoi
ultimi
minuti scorrevano via.
"Ammettilo,
'Mione. Il mondo non è
abbastanza grande per due Malfoy della mia portata! Sarebbe un
cataclisma". Tentò di ragionare con il suo solito fare
arrogante che
sapevo essere solo una maschera. Alla fine lo avevo capito.
"Arrogante,
piccolo bastardo!"
Cercasti di controbattere ma oramai i tuoi erano solo singhiozzi
sconnessi.
Per
la prima volta, da quando questa
assurda storia era iniziata, riuscii a vedere oltre la maschera. E per
la prima
volta riuscii a vedere che le sue parole d'amore non erano solo
chiacchiere:
Draco Lucius Malfoy ti amava davvero.
"Amarti
è stata l'unica cosa buona
che ho mai fatto nella vita". Lentamente ti asciugò una
lacrima mentre
stringevi quelle stessa mano al tuo viso e il respiro di Malfoy si
faceva
sempre più flebile.
No,
no, no ... continuavi a ripetere ma
oramai era troppo tardi...
Draco
Malfoy non era più.
Quell'arrogante,
impulsivo, irritante di
uno stupido Serpeverde se ne era andato prima che riuscissi ad
ammettere che
avevo avuto torto accusandolo di non saper amare. Prima che gli avessi
dato
l'occasione di avere la sua rivincita su di me, quando, mio malgrado,
sarei
stato costretto a chiedergli scusa. Quell'idiota aveva buttato all'aria
tutto
quello di cui si era sempre vantato, per la cosa che secondo Lucius
Malfoy era
stata la debolezza più stupida di Albus Silente: l'amore.
Era
questo la fine? La fine per tutto ciò
per cui avevate lottato, per cui vi eravate sacrificati? No, qualcuno
non la
pensava così.
Un
canto familiare pervase l'aria. Un
uccello d'oro e di rosso giunse a noi dal chiarore mattutino.
L'ultimo
dono di Silente: Fanny.
è incontrollabile,
imprevedibile
troppo indelebile nelle mie molecole
è così stabile, irriducibile
ma così labile, leggero come nuvole.
Questo
ritornello continua a ripetersi
nella mia testa. Sono qui, seminascosto dalla penombra di questa grande
quercia.
Lo
vedo con un bimbetto di quattro anni
sulle spalle mentre tu li insegui ridendo. Alla fine, hai avuto tutto
ciò che
hai sempre desiderato: una casa dal tetto rosso e un grande giardino
con la
palizzata bianca.
"Draco,
Drake. Ritrasformate
immediatamente quelle tazze. Stavolta non ve la caverete
così". Loro
continuano a ridere e, nonostante tutto, devo ammettere che se Fanny ha
scelto
di riportarlo indietro, Malfoy non deve essere un caso così
irrecuperabile...
almeno credo.
Drake
è un bambino in gamba, anche se per
me somiglia un pò troppo a suo padre. Ogni volta che i lacci
delle mie scarpe
si annodano misteriosamente o i miei capelli divengono di un bel verde
vomito,
non ho bisogno di riflettere a lungo per trovare il colpevole.
Zio
Potty... potevo aspettarmi forse un
altro nomignolo da suo figlio? Una vocetta
impertinente ed è l'inizio di
una nuova catastrofe. I gemelli Weasley hanno trovato proprio un
allievo
promettente. Alle volte, credo che quel monello riuscirà
dove persino Tom
Riddle ha fallito: avere la mia testa.
Drake,
lo hai chiamato, come suo padre
perché mi dicesti che non ti era venuto in mente un nome
migliore per vostro
figlio.
Ma
sai una cosa, Hermione? Alla fine, me
ne sono fatto una ragione. L'amore non si può controllare,
non segue nessuna
regola. Quando pensi di aver capito tutto, rimescola le carte e ti
ritrovi di
nuovo al punto di partenza. Era così che doveva andare.
Mentre tutti erano
convinti che la perfezione e la sicurezza del quotidiano fosse la
risposta al
più grande interrogativo del genere umano tu ci hai lasciato
senza parole.
Una
risata familiare si diffonde nel
mattino. Mi pare di udire l'allegra voce di Silente e non posso non
unirmi alla
sua gioia.
"Allora,
ora sai cos'è l'amore,
Harry?"
La
sua immagine perlacea mi si affianca
mentre inizio a canticchiare.
" è incontrollabile,
imprevedibile
ma così labile, leggero come nuvole".
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Note:
Ok,
spero vi sia piaciuta. Pensavate che avrei
fatto morire il povero Dracuzzolo, eh? Vabbè che trovo bello
essere un pò
perfidi ogni tanto ma, come per i miei capelli, lui è sacro
e intoccabile! Questa
la dedico alla mia amica Panzarotto, mia prima e grande fan che
continua a
incoraggiarmi nonostante il mio umore sia al limite della psicosi. Devo
ricordarmi di portare con me una confezione formato famiglia di
fazzoletti la
prossima volta. Non la smetteva più di piangere.
Anzi,
mi ha suggerito di narrare questa
storia da un altro punto di vista: quello dei genitori di Hermione.
Sembra una
sfida interessante. Si accettano suggerimenti.
Scusate
se non ho aggiornato prima ma la
mia estate è stata da schifo. Prima sono stata costretta a
letto per una frattura
alla caviglia (cosa che non ho fatto) e poi, quasi in concomitanza con
essa,
mia sorella è stata ricoverata per una brutta appendicite.
Posso dirmi da sola
che sono sfigata?! Ora sto studiando come una matta e sono sul punto di
farmi
ricoverare in manicomio. GrRRR... tenterò di aggiornare la
mia long fic al più
presto.
A
chi interessa sono uscita con 92/100
alla maturità e ho anche fatto a botte con una mia amica
alla fine degli
orali: erano cinque anni che sognavo di farlo! Porca paletta s'era
radunata un
sacco di gente intorno a noi. Lei che urlava e io che mi sentivo tanto
Xena. Ho
fatto perfino l'urlo di guerra che devo dire mi è venuto
discretamente bene.
Non
aiutatela con il compito di
matematica, aveva
detto durante la seconda prova, quella
non ci aiutava mai per i compiti in classe! Che bastarda!
Certo che ce n'è
di gente schifosa a questo mondo! ha rischiato di fare prendere a tutti
una
brutta insufficienza visto che, trovandomi in una posizione strategica,
dovevo
passare i bigliettini al rappresentante d'istituto seduto proprio
davanti a me.
Fortuna che qualcuno non l'ha ascoltata.
Che dire: recensite, recensite,
recensite... magari riusciremo anche ad arrivare a 100 con The Truth
Behind His
Frozen Hearth. Speriamo! Bye, bye.