A tutte
coloro che hanno cliccato su questa
fiction,
a tutte
coloro che l’hanno letta,
a tutte
coloro che mi hanno fatto sapere cosa
ne pensavano,
a tutte
coloro che si sono sopportate i miei
deliri settimanali,
a tutte
coloro che l’hanno inserita tra
“Preferiti”, “Seguiti” e “Da ricordare”.
A tutte
voi, insomma, voglio dire una sola cosa
:
grazie.
Questo
capitolo l’ho scritto per voi.
Buona lettura.
My Sorrow
Capitolo 8 : You and Me
What day is it
and in what month
this clock never seemed so
alive
I can't keep up
and I can't back down
I've been losing so much time
You and
Me - Lifehouse
Non
fosse stato altro per la temperatura rigida di
quella giornata, Akito avrebbe detto che era arrivata la primavera.
Durante
la ricreazione gli studenti si riversavano
come uno sciame di insetti nel cortile, riempiendolo con il vociare
allegro di
chi non ha alcun pensiero per la testa; sui loro corpicini sciarpe,
guanti e
cappelli davano loro riparo dal freddo pungente, sebbene un timido sole
tentasse un altrettanto timido approccio occhieggiando aldilà di quel
cielo
azzurro terso.
Il
ragazzo se ne stava disteso sotto un albero ancora
spoglio che aveva cominciato a gettare qualche gemma sui rami
scheletrici, il
nodo della cravatta allentato e le braccia incrociate dietro alla testa
per
sorreggerla – e per permettergli di godersi quello spettacolo della
natura.
Il
cinguettare di alcuni uccellini accompagnò uno
scroscio di risa poco distante da lui ed Akito si irritò abbastanza per
l’interruzione indesiderata di quell’infinita pace.
Una
volta tanto che non c’è Sana in mezzo alle scatole
a cianciare...
Nell’aria
aleggiava un forte odore di erba tagliata.
Akito
ne assaporò il forte retrogusto dolciastro e
sospirò. Adorava quel profumo.
Con
pigrizia si scostò una ciocca bionda dei capelli
che dispettosa gli era ricaduta sulla fronte, a solleticargli la pelle
sensibile della fronte.
Forse,
ma forse, era arrivato finalmente il momento di
tagliarseli quei maledetti.
Forse
una bella rapata alla Gomi – ai tempi delle
scuole medie – non era affatto una cattiva idea.
Poi
però il ragazzo pensò che a Sana non sarebbe
piaciuto poi così tanto non poter più tuffare le sue dita nella sua
chioma
quando la baciava, quindi insomma... Meglio evitare.
Dopotutto
un taglio così definitivo non poteva che
addirsi ad un karateka come lui, che finalmente era riuscito a
conquistare la
tanto sospirata cintura nera.
Finalmente.
Dopo
secoli – macché millenni, si corresse
Akito – ce l’aveva fatta.
Ovviamente,
il fatto che quell’oca starnazzante, il
giorno dell’incontro non si fosse fatta vedere, aveva contribuito.
Alquanto.
*
Era
ancora l’ora di pranzo. Sana e Akito avevano
finito di mangiare e si erano spostati prima in giardino e poi, dopo
una
quantità infinità di baci un po’ troppo poco casti (in seguito ai quali
si
erano pure beccati una bella sgridata dal loro insegnante di
Matematica, che
aveva minacciato di interrogare Sana), si erano trasferiti nel solito
corridoio
isolato, che non può mancare in qualunque scuola che si rispetti.
-Sei
sempre il solito maniaco! – lo aveva preso in
giro lei, inclinando la testa da un lato per permettergli di baciarle
il collo.
-Ha
parlato l’anima candida! – le aveva detto lui in
risposta.
Un lungo
silenzio aveva seguito il bacio che si
stavano scambiando. Bacio decisamente poco innocente e che chiedeva
qualcosa di
più.
-Sai di
cioccolato, Kurata! –
Lei lo
aveva scansato ed era scoppiata a ridere – Ma
che diavolo dici? Ti immagini pure le cose, non ho mangiato cioccolato
a
pranzo-
Lui
l’aveva fissata a lungo.
-Che
c’è? – gli aveva chiesto Sana.
-Mi
stavo chiedendo... – aveva cominciato.
-Si,
dimmi – lo aveva incoraggiato lei.
Akito le
aveva posato le mani sui fianchi al che a
Sana si era accesa una lampadina nel cervello – Sana, ti va di
imbucarci in
quella classe? –
Lei era
avvampata. Non che l’idea non l’avesse
allettata (giusto quella mattina aveva elaborato una serie di fantasie
sul suo
ragazzo che non aspettava altro di poter mettere in atto), ma per puro
spirito
di contraddizione aveva dovuto dirgli di no.
-Eh, mi
spiace Hayama, ma ora che stiamo insieme non
hai più bisogno di trascinarmi in una classe vuota per avermi – lo
aveva
canzonato lei.
Sana gli
aveva dato le spalle ed aveva cominciato ad
allontanarsi verso la sua classe a grandi passi - Ci vediamo
dopo, Akito
– lo aveva salutato.
-Ah...
Ehm... Kurata! – l’aveva chiamata ancora lui.
Lei si
era voltata, in attesa.
-Domani
ho l’esame per prendere la cintura nera. Te lo
ricordi vero? –
Sana era
scoppiata a ridere – Sì, sì me lo ricordo
Hayama, tranquillo –
Lui era
rimasto in silenzio.
Sana
aveva sbuffato – Tranquillo. Non mi presenterò in
palestra e al mattino non mi farò vedere da te, in modo tale che tu non
possa
avere fantasie sul mio conto –
E per la
prima volta da tanto tempo, Sana aveva avuto
l’occasione di vederlo arrossire.
Gli era
corsa ancora incontro, gli aveva dato un
veloce bacio sulle labbra e lo aveva salutato – In bocca al lupo,
amore! –
E mentre
l’aveva guardata allontanarsi, Akito aveva
sospirato.
“Forse
senza quella rompi scatole tra i piedi,
riuscirò a prendere la mia tanto sospirata cintura nera”.
*
Akito
tossicchiò e alla fine di concesse un lungo
sospiro liberatorio.
Insomma,
i suoi ormai innumerevoli fallimenti degli
ultimi anni erano riconducibili ad un’unica ed indiscutibile causa,
Sana
appunto.
Fortuna
soltanto che quella mattina aveva avuto il
buongusto di non presentarsi al suo incontro.
Niente
profumo, niente vestito, niente trombette.
Soltanto
un silenzio concitato, il frusciare leggero
dei suoi muscoli che si rilassavano, il vuoto rimbombante della sua
mente che
si liberava di ogni pensiero e infine il sommesso rumore dei suoi gesti
fluidi
con i quali metteva K.O. l’avversario.
Quando
il supremo – ormai si era deciso a
chiamare così il suo insegnante di karatè – gli aveva depositato quel
piccolo
pezzo di stoffa nera tra le mani, gli era sembrato di toccare il cielo
con un
dito.
Il
coronamento di un sogno tanto atteso.
Sogno
ed obbiettivo che se avesse raggiunto senza lei
al suo fianco, non lo avrebbe reso felice nemmeno la metà di quello che
era in
quel momento.
E
si ricordò di quella sera, dove l’aria gli era morta
in gola e aveva smesso di respirare in attesa che Sana prendesse una
decisione.
*
All of the things that I want
to say
just aren't coming out right
I'm tripping inwards
you got my head spinning
I don't know where to go from
here
You and
Me – Lifehouse
- Ancora
con questa storia?-
-Eh?-
-Sana,
ma credi che partire e scappare dai problemi
sia la soluzione a tutto?-
-Ma che
cosa dici? –
-Sana
sei proprio una vera idiota!-
- Akito,
ma sei impazzito? –
-Stai
ferma li e non muoverti...-
Le aveva
riattaccato il telefono in faccia,
lasciandola alquanto perplessa.
“Bene,
questa era l’unica occasione che avevo per
poter chiarire con lui prima di partire e quell’imbecille chissà cosa
diavolo
ha pensato” aveva sbottato Sana, nella sua testa.
Era
saltata giù dal letto e aveva cominciato a
spulciare nel suo armadio – Questo lo porto.. Questo? No, a che mi
serve? –
Aveva
cominciato a lanciare i suoi vestiti alla
rinfusa nella valigia.
Quel
weekend sarebbe dovuta partire per Los Angeles
per andare ad incontrare di persona il produttore del suo film. Il
trasferimento vero e proprio sarebbe avvenuto solo successivamente.
Finito
con gli indumenti, si era voltata verso
la sua scrivania, ed era lì che lo aveva visto.
Il libro
di matematica che Akito le aveva regalato per
Natale.
Quanto
mi mancherai Akito...
Si era
ricordata di quella sera della Vigilia, quando
si erano trovati sotto il gazebo del parco e avevano fatto l’amore, di
notte,
al freddo, ma senza alcun pensiero per la testa.
Ricordava
ancora i brividi di quella notte, e non
erano dovuti soltanto all’eccitazione per il rischio che stavano
correndo.
Essere
scoperti.
Avevano
spesso riso pensando al fatto che potevano
essere arrestati per quello che combinavano.
All’improvviso,
qualcosa aveva colpito la sua
finestra.
“Un
sasso?”.
E fu
affacciandosi al davanzale, che lo aveva visto.
- Akito?
– Sana era sorpresa – Che cosa ci fai qui?
-
-Sana...
– l’aveva chiamata lui – Sana, non partire,
resta qui con me –
-Che
cosa? – aveva boccheggiato lei, senza fiato.
- Rimani
qui con me, Sana –
- Akito,
io...-
Non
sapeva proprio cosa dirgli.
-Sana,
adesso basta – Akito le era sembrato più stanco
che arrabbiato – Sana, che io ti amo è chiaro. Che tu mi ami è chiaro.
E allora
perché dobbiamo continuare così, a rincorrerci e a negarci la
possibilità di
stare insieme? –
-
Akito... Akito io...-
-Sana,
fammi entrare –
-Ma è
mezzanotte passata! –
-Fa
niente –
Ma alla
fine, chi se ne importava. Sana aveva fatto
una corsa olimpica fino al piano inferiore. Aveva cercato le chiavi
della porta
del vaso vicino all’ingresso.
-Oh, che
diamine! Dove sono finite?-
Aveva
spalancato la porta con un entusiasmo
decisamente eccessivo per una che non lo voleva far entrare in casa
perché “E’
mezzanotte passata”.
Lui le
era corso incontro, l’aveva sollevata e poi se
l’era stretta al petto, come una bambina.
-Sana,
dimmi che non partirai –
Sana era
sembrata pensarci sui e poi aveva detto- Rei
ha già preso tutti gli accordi con il produttore –
Si era
morsa le labbra.
-Sana...
Produttore, accordi, Rei... Sai cosa ti dico?
Che non mi interessa! –
-
Akito... –
-Dimmelo.
Dimmi che resterai insieme a me, dimmi che
potrò trascorrere le mie giornate al tuo fianco senza dovermi più
nascondere.
Dimmi che potrò baciarti davanti a tutti, perché tutti sapranno che
sono il tuo
ragazzo. Dimmelo, Sana –
Quasi si
era messo in ginocchio. Quasi era scoppiato a
piangere.
La via
di Sana era isolata, a quell’ora di
notte. Il cielo era tempestato di preziose stelle e la luna aveva
deciso
di non farsi vedere, quella sera.
Mentre
Sana era rimasta a fissarlo, a metà tra il
sorpreso e l’indeciso, il silenzio tra loro era interrotto soltanto dal
respiro
affannoso di Akito, troppo, troppo ansioso di ricevere una risposta da
Sana.
L’aria
gli era morta in gola.
“Non
doversi più nascondere. Poter vivere la nostra
storia alla luce del sole” Sana ci aveva pensato per un interminabile
momento.
Alla
fine gli aveva sorriso – Va bene, Akito. Resterò
insieme a te, potrai trascorrere le tue giornate al mio fianco senza
doverti
più nascondere. Potrai baciarmi davanti a tutti, perché tutti sapranno
che sono
la tua ragazza. Ecco, te l’ho detto! –
Poi
Akito se l’era caricata sulle spalle, come un
sacco di patate e l’aveva trascinata in camera sua.
-Imbecille,
che cavolo fai? –
- Alla
luce delle nostre rivelazioni, penso sia il
caso di festeggiare – le aveva detto, come se la cosa fosse ovvia.
La porta
l’aveva chiusa a chiave e avevano trascorso
la notte insieme. La prima notte da fidanzati (a questo pensiero, il
mattino
seguente Sana era scoppiata a ridere come una pazza).
Quella
notte, prima di addormentarsi le aveva parlato
-Ti amo Kurata –
Lei
aveva sbadigliato – Lo so Akito, non c’è bisogno
che me lo ripeti troppo spesso adesso –
-Già...
E’ che quando te l’ho detto, l’ultima volta,
non sono stato molto carino –
Avevano
riso entrambi e poi lui l’aveva abbracciata
forte.
Il
giorno dopo si erano recati a scuola insieme, mano
nella mano, e allo sguardo interrogativo di tutti i loro compagni di
scuola
Akito aveva risposto in un modo molto bizzarro. Si era fermato, l’aveva
afferrata per le spalle e l’aveva baciata. Proprio come aveva fatto
tante volte
ai tempi delle elementari.
*
Quasi
scoppiò a ridere ripensando a quell’ultima parte
di ricordo.
Ricordò
di quanto Sana si fosse poi infuriata – per
finta ovviamente – e lo avesse mollato lì, in mezzo ad uno sciame
mormorante di
studenti e amici, che quasi non credevano ai loro occhi.
Akito
ghignò ripensando anche alla reazione di
Tsuyoshi, un giorno di qualche settimana fa, durante il pranzo.
Semplicemente
impagabile.
*
- Kurata
non sei nemmeno capace di mangiare senza
sbrodolarti addosso!-
-Oh,
Hayama, chiudi quella bocca!-
-Ma la
smettete di litigare voi due? Non cambierete
mai-
- Aya,
fatti i cavoli tuoi-
- Akito
vuoi capire o no che non devi rispondere così
alla mia ragazza?-
Mensa
della scuola superiore di Tokyo. Giornata di
ordinaria follia.
Febbraio
si era lasciato alle spalle il freddo e la
pioggia di quell’inverno così tanto rigido. E insieme, era riuscito a
scordarsi
di tutte quelle parole, di tutti quei gesti che Sana e Akito si erano
lanciati
l’uno contro l’altro.
Solo per
ferire.
Akito
aveva spostato poi casualmente lo sguardo su
Hisae e Gomi che, totalmente indifferenti ai loro litigi giornalieri,
si
stavano gentilmente aiutando l’un l’altra a condire il riso nei piatti.
L’aria
di sospetto era aleggiata per un attimo negli
occhi di Akito che poi indifferente aveva fatto spallucce.
Fuka,
dal canto suo, gli era sembrata vagamente
disperata. Probabilmente era in urgente astinenza da nicotina e di
sicuro il
fatto che lui e Sana si fossero messi insieme era l’ultimo dei suoi
problemi.
Di. Certo.
-Ormai
non c’è più bisogno di fingere, sappiamo che
state insieme, non dovete litigare in ogni momento –
Tsuyoshi
aveva rimbeccato Sana e Akito, che ancora si
guardavano in cagnesco e minacciavano di tirarsi dietro posate, piatti
e
bicchieri.
-
Insieme? Con questa gallina? – aveva sbottato Akito
– Dovevo essere completamente ubriaco!-
-Che
cosa? Tu eri ubriaco? Vorrei ricordati che
quell’idiota che si è presentato sotto casa mia a mezzanotte passata
implorandomi di aprirgli la porta, eri tu...- aveva contestato Sana,
facendogli
la linguaccia.
Si erano
lanciati uno sguardo truce e si erano voltati
dall’altra parte. In realtà, dentro sorridevano.
-No! Vi
prego smettetela di litigare – era saltato poi
su Tsuyoshi all’improvviso. Stava piangendo. Letteralmente piangendo.
Dalla
disperazione ovviamente – Non ne posso più di voi. Ho i nervi a pezzi –
Akito
era scoppiato a ridere.
*
Akito
voltò lo sguardo verso il portone della scuola e
notò una cascata di capelli rossi scompigliati dal vento avvicinarsi
velocemente. Sana quasi correva.
Akito
chiuse gli occhi crogiolandosi in quella
sensazione piacevole: adorava pensare che lei corresse verso di lui
perché non
vedeva l’ora di poterlo baciare.
Lo
raggiunse in pochissimo tempo e quando gli fu di
fianco, rimase in silenzio.
Akito
socchiuse un occhio per poterla guardare –
indugiando qualche secondo sulle sue gambe favolose lasciate scoperte
dalla
gonna della divisa, sempre troppo lunga per i suoi gusti – e si accorse
che Sana
aveva fissato le mani sui fianchi e, probabilmente, non intendeva
spostarle da
lì.
-Insomma
– esordì dopo un po’ - Ti ho cercato
dappertutto, ma dov’eri finito? –
Probabilmente,
il fatto di averlo trovato a
sonnecchiare tranquillamente all’ombra di un albero non le era bastata
come
risposta.
Akito
ghignò – Tu che dici? –
La
ragazza sbuffò e gli si fece più vicina – Oh
Hayama, che strazio. Sei davvero insopportabile quando fai così. Ti
stavo
cercando – gli ripeté lei, concitata.
Akito
si decise finalmente a mettersi a sedere per
poterla guardare in faccia – Questo l’hai già detto – le ricordò – Di
grazia,
posso sapere perché? –
Sana
andò a sedersi accanto a lui – Sei diventato
completamente idiota? – sbottò lei impaziente – Stamattina Tsuyoshi mi
ha detto
che hai preso la cintura nera. Posso sapere perché non mi hai detto
nulla, eh?
–
Ci
fu un lungo attimo di silenzio tra di loro. Il
vento agitò dolce i rami secchi degli alberi e scompigliò i capelli ai
due
ragazzi. Con sé trasportava l’odore amarognolo di erba appena tagliata.
Non
c’era proprio niente da dire, quella era proprio
una giornata primaverile.
Akito
fece spallucce – Così. Non credevo ti
interessasse saperlo –
Sana
si imbronciò e gli gattonò vicino per potergli
tirare un portentoso pugno sul braccio destro.
-Ahia
– si lamentò Akito – Ho sempre detto che
tu sei un uomo mancato –
-
Akito ti avverto smettila subito, non stavo
scherzando –
-
Nemmeno io. –
-
Ma la vuoi finire? –
-No!
–
Sana
lo guardò male e Akito sostenne il suo sguardo,
facendo una violenza inaudita su se stesso per non scoppiarle a ridere
in
faccia.
Insomma,
Sana con quell’espressione imbronciata, i
capelli incasinati e le braccia incrociate al petto, era decisamente
troppo
buffa.
Troppo.
-Piuttosto
– continuò lui, ignorandola bellamente –
Perché non mi dai un bacio? –
Sana
rise. Una risata amara però – Te lo puoi sognare.
Perchè dovrei? –
Akito
finse di pensarci su – Perchè sono bello,
adorabile, intelligente, perchè mi vorresti saltare addosso in questo
momento e
poi perchè… Beh, me l’hai promesso, quindi...-
Dimmi
che potrò baciarti davanti a tutti, perché tutti
sapranno che sono il tuo ragazzo.
E
alla fine, un sorriso divertito riuscì persino a
strapparglielo, prima di catturarle le labbra in un bacio travolgente.
-Ehi...
Che dici se ci trasferissimo in quella classe famosa?
– le propose lui, lasciando scivolare lo sguardo dalle sue labbra rosse
allo
scollo della camicetta della divisa.
Sana
rise e, anche se apparentemente riluttante gli
disse – Non che ne abbia voglia, ma credo che finirò
per
accettare –
L’ultima
cosa che Akito riuscì a registrare prima di
alzarsi in piedi e correre via con lei, fu il profumo che i capelli di
Sana
emanavano: fiori freschi e vaniglia.
Insieme
all’odore di erba appena tagliata che lui
adorava tanto.
‘Cause it's you and me and all
of the people
with nothing to do
nothing to lose
and it's you and me and all of
the people
and I don't know why
I can't keep my eyes off of
you
You and Me – Lifehouse
******************************************************
THE END
Buonasera
a tutte ragazze. Innanzitutto volevo
scusarmi per questo piccolo ritardo – sono solo quattro giorni, lo so,
ma ormai
mi ero affezionata all’aggiornamento del lunedì. Il problema è che ho
avuto
parecchio da studiare – e tecnicamente non ho ancora finito, visto che
domani
ho un compito di matematica e non so una mazza, ma questi sono solo
dettagli
che non interessano a nessuno.
L’epilogo
era già abbozzato come vi dissi, solo che
proprio non mi convinceva, era un po’ “povero” ecco, quindi ieri sera
mi ci
sono messa e ho fatto un po’ di taglia e cuci. Tipo, alcuni pezzi di
questo
capitolo dovevano essere dedicati ad una SHOT a parte, ma alla fine ho
deciso
di integrarli qui perché ci stavano bene.
Il
finale, ho voluto lasciarlo così : quelle storie
che si concludono sistemando proprio tutto, tutto non sono il mio
genere,
quindi ho preferito finirla così, con Akito che da buon pervertito
quale è sta
trascinando Sana da qualche parte, con Tsuyoshi ed Aya sempre insieme
che
sostengono i due amici, con Fuka sempre cinica e con Gomi (che amo
profondamente! :D) che litiga con Hisae ma tutto sommato tra i due
potrà
nascere qualcosa.
E.
**Ale non devi piangere**. Sto scrivendo una nuova
fiction che è già a buon punto (ho scritto qualcosa come 9 capitoli e
quando
sarò arrivata a due massimo tre dalla fine, la posterò, sarà questione
di una,
massimo due settimane. Si chiamerà “She Is”.
Dopo
aver detto questo mi dileguo e passo a ringraziarvi
una per una.
Favola08: grazie
mille,
cento volte per ogni complimento che mi hai fatto, splendore! (: La
realtà è
che Akito forse in questo capitolo è un po’ OOC, ma poi mi sono detta
che se io
stessi per perdere la persona che amo di più al mondo, al diavolo
l’orgoglio,
mi butterei piangendo ai suoi piedi. Spero che il finale non ti abbia
delusa.
Un bacione ^__^
Herj
Malfoy: la mia
rivale! Per Kiky già il fatto di aver mollato Akito e di non essere
stata
linciata da nessuno credo sia già un lieto fine. :D Cavolate a parte,
non sia
mai che io voglia farti morire, è solo che la vita va così e i finali
restano
in sospeso. Un bacione, spero ti sia piaciuto l’epilogo ^__^
Mantovanina: non ti
preoccupare che non vi libererete così facilmente di me su EFP – SI, è
una
minaccia. Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto tanto a
me
personalmente non convinceva molto. Akito che va con Sana era un’idea
pazzesca,
ma alla fine ho preferito lasciarli dove stavano! :D Grazie mille per
avermi
seguita con costanza, grazie davvero! Baci ^___^
_DaNgErOuS_ChIlD_ : e,
sei sempre il solito tesoro. Ultimamente ho escogitato il frullatore
come possibile “arma” per un omicidio, tienila in considerazione per
eventuali
progetti guerrafondai :D Grazie mille per ogni aggettivo che hai
trovato per
descrivere questo sce... Ehm, questa storia. E grazie anche per non
avermi
mollata dal primo capitolo. Bacino ^__^
Hermy95:
innanzitutto
grazie per la recensione a “Sopprimere Ron”, ci sono incredibilmente
affezionata a quella fiction quindi semplicemente grazie. Poi, al
solito la tua
recensione mi ha fatta ridere, al tuo “ma che vada a dormire Naozumi”
sono
scoppiata. Dai che ho sistemato tutto, sono stata brava? Un bacio
tenero cara
^__^
Merygreis :
grazie
infinite. Ho aggiornato solo oggi perché ho avuto poco tempo, spero di
non
averti delusa. Un bacio ^__^
Deb: ed
eccola
colei che vanta tutta la mia gratitudine per aver segnalato questa
storia tra
le scelte. Sul serio, grazie ancora ho apprezzato molto il tuo gesto.
Grazie
mille per avermi fatto presente gli errori – si vede che rileggo i
capitoli
alle tre del mattino quando sono più di là che di qua? :D “Cosa scegli?
Zum Zum
o non vedermi più?” Ma.. DEB! Sono morta dalle risate ^__^ Non voglio
dilungarmi troppo perché sennò poi scrivo il solito poema chilometrico,
semplicemente grazie per non avermi mollata nemmeno un secondo. Un
bacione
^___^
GLoRi: no!
Non
voglio che tu muori, poi mi sento in colpa. È arrivato il medico,
perché io
l’ho chiamato sul serio eh! :D Sei stata un amore che oltre alla
pazienza di
leggerti i capitoli ti sei andata a sentire le canzoni. Sono tutti
brani che io
ho nell’i-pod e che io ascolto in continuazione quando scrivo,
aspettavo solo
la fiction giusta per poterceli inserire. Eccola :D Ti giuro che la
scena
all’aeroporto ho provato ad immaginarla sul serio – te sei geniale –
poi ho
preferito lasciarla così. Non credo che Akito potesse aspettare così
tanto.
Grazie mille, per ogni tua singola parola di sostegno, sei stata
carinissima.
Un bacione enorme ^___^
Beatrix1291: se
vorrai
potrai ancora seguirmi in altre storie. Comunque il primo paragrafo
dello
scorso capitolo trovo che ci volesse proprio altrimenti non ci arrivavo
viva
alla fine. Fuka insomma è provvidenziale come al solito. Mentre per le
battute
finali, sono contenta che tu le abbia apprezzate perché le ho pensate e
ripensate e alla fine ho detto, ci deve essere attesa, facciamo passare
la
palla da Akito a Sana e viceversa. Grazie mille insomma per ogni cosa.
Bacio
^__^
Roby5b: come
disse la
santa donna di Kim, se non ci fossero gli amici Sana e Akito non
potrebbero
sopravvivere. Felicissima che il capitolo ti sia piaciuto, spero
altrettanto
per questo epilogo. Un bacione ^__^
_Rob_ : ecco,
ecco,
tranquilla che tutto si sistema. Contenta che ci sia stato il lieto
fine? Spero
proprio di si. Un bacio enorme (:
Manu5: grazie
mille!
Quel “tutto d’un fiato” non sto nemmeno a dirti quanto mi sia piaciuto,
mi hai
lasciata così *-* davanti al PC – sarebbero gli occhi luccicanti, lo so
che la
faccina così è inquietante in sé. :D Grazie, grazie, grazie. Un bacio
^__^
92titti92: e
anche a te
che ti sei subita i miei deliri sin dal primo capitolo, non posso non
ringraziarti. Insomma, alla fine Akito è corso da Sana – mica poteva
permetterle di partire, insomma! (: Sto studiando come una matta per
questi
maledetti esami, spero che a te vada un po’ meglio. E siccome il rito
vuole i
nostri soliti saluti, mi raccomando STUDIA! Grazie infinite di tutto,
seriamente. Un bacione enorme ^__^
Yesterday: e tu,
figlia
mia, che mi tocca sopportare le tue paranoie anche via e-mail. Ormai mi
sono
convinta che ne uscirò pazza. Quando hai detto “Vai con il Fuka Power”
mi sono
rotolata dalle risate. Possibile che tu mi faccia quest’effetto persino
via
recensione? E, felicissima che tu sia riuscita a cogliere quelle parole
del
pezzetto tra Tsuyoshi e Akito. Quando le stavo scrivendo mi sono detta
“Mi
piacerebbe che qualcuno le notasse”, perché non si trattava di parole
scelte a
caso, ma piuttosto sono state pensate e ripensate per cinque minuti
buoni.
Insomma, mi ha fatto proprio piacere che tu l’abbia notato. Come sai,
la mia
fiducia nel sesso maschile è sotto zero, quindi è normale che ci sia un
po’ di
amarezza quando mi capita di parlarne, hai colto pure questo, ma allora
sei
davvero un genio. Scherzi a parte, grazie di tutto anche a te, mi hai
seguita
passo per passo e ho grazie a “My Sorrow” ho avuto anche il piacere di
conoscerti, bimba mia. Ora basta, sennò ci scappa la lacrimuccia ç___ç
Bacione
tesoro ^__^
Porpetta: la
donna
della domenica o del lunedì! :D Mi spiace di non aver fatto in tempo ad
aggiornare, giusto qualche capitolo fa ti dissi che il lunedì era il
mio giorno
congeniale. Ecco cos’è successo, Akito ha preso a sassate la finestra
di Sana.
Sempre il solito orso. Spero tu abbia apprezzato anche questo capitolo.
Ancora,
grazie pure a te per avermi seguito dal primo capitolo – lo so che ci
sei
sempre stata! (: Un bacione ^___^
Ora
basta sul serio. Sono stata un po’ prolissa con i
ringraziamenti ma oh, è l’ultimo capitolo può starci no? Questa storia
mi uscì
di getto, quasi non credevo di averla pubblicata e quando mi sono
accorta che
per qualche ragione è stata persino apprezzata non ci potevo credere.
Seriamente, io non smetterò mai di dimostrarvi la mia gratitudine per
tutto,
siete davvero delle lettrici fantastiche. Con la F maiuscola, sul serio.
Adesso
vado sul serio,
spero
a preso (preparatevi, tornerò – vai con le
minacce!)
Un
bacione enorme
Ale69
P.S.
Storia conclusa? Sì. Che. Magone.