Personaggi: Jack Harknerss
Timeline: Dopo la terza stagione
Disclaimer: Torchwood e i suoi protagonisti appartengono a Russel T. Davis e
non a me
Caro Ianto ...
Caro Ianto, che stupidaggine, perché scriverti? ...
Perché ora?
Ora che non ci sei più ...
Perché adesso, quando ho avuto mille occasioni per dirti quello che provavo?
Eppure non l’ ho mai fatto, perché?
Perché? ...
Sono tornato dal mio Dottore sperando di trovare sollievo a questo dolore
immenso che mi sta dilaniando dentro; quando ci siamo incontrati mi ha fatto un
sorriso dei suoi, poi mi ha fissato negli occhi e quel sorriso è scomparso,
come se non mi avesse riconosciuto, come se la persona che aveva davanti adesso
non fosse più la stessa che aveva incontrato tante volte ... ha capito ... lo
ha letto nei miei occhi, nel mio cuore.
Ha capito e non ha detto niente, conosce quel dolore, non ci sono parole, non
c’ è cura o dottore per questo.
Mi manchi, mi manca tutto di te, mi manca il tuo odore che continuo a cercare
sui miei vestiti e che ormai sta svanendo, mi mancano i tuoi occhi e il tuo
sguardo su di me che mi faceva sentire migliore di quanto non fossi in realtà,
mi manca la tua pelle, sentire il calore del tuo corpo sotto le mie dita, il
suono della tua voce che mi ha accompagnato in questi anni, in ogni missione,
ogni volta che avevo bisogno di te.
Tu ci sei sempre stato per me, anche quando non volevo, quando non te lo
permettevo e cercavo di tenerti lontano dalla mia vita, dal mio passato, dai
miei segreti. Io no, non ci sono riuscito con te, eppure avrei voluto, tante
volte credevo davvero di esserci riuscito, di averti fatto capire quanto fossi
importante per me, che non era più solo un gioco e chissà se lo era mai stato,
che non avrei mai scambiato quello che avevamo per niente al mondo e per
nessuno.
Ho tentato di dimostrartelo con le mie azioni, di fartelo capire, ma non ho mai
avuto il coraggio di dirtelo, speravo che i miei baci, i miei occhi riuscissero
a dirti quanto ti amavo, ma adesso ... adesso che ogni notte allungo il braccio
sperando di trovare il tuo corpo nel mio letto, adesso che ogni mattina mi
illudo di sentirti preparare il caffè e ti chiamo, ti chiamo e realizzo che non
puoi rispondermi. Adesso che il senso di colpa mi lacera per il fatto di averti
esposto a un rischio così grande mentre avrei potuto lasciarti al sicuro ... ma
volevo che tu fossi con me, che mi vedessi combattere quei mostri orribili, che
fossi ancora una volta fiero di me e non ho pensato, maledizione, non ho
pensato che mentre io sfidavo tutti dall’ alto della mia immortalità tu non
potevi fare lo stesso. Adesso che non ci sei più sono divorato dal rimorso che
tutto questo non sia stato abbastanza, che tu sia morto pensando di non essere
amato, di essere solo uno dei tanti, un’ altra tacca sulla cintura, qualcuno
destinato a scomparire dalla mia mente nei lunghi anni che ancora dovrò vivere.
Vorrei solo un minuto, no, un secondo, un secondo basterebbe per dirti “Ti amo”
e baciarti ancora, per farti capire, capire veramente cosa significa quel “Ti
amo” per me, quel “Ti amo” che non sono riuscito a dirti neanche mentre morivi
tra le mie braccia perché avevo troppa paura di farti credere che lo dicevo
solo perché ti stavo perdendo; ma non è così, no, ti amo, per sempre, ovunque
mi porterà questa mia condanna a vita ti amerò per sempre e mai, mai ti
dimenticherò.