Avevo scritto questa storia per il contest “Sette Eterni”
indetto da beat88 e Isidanna sul forum di EFP; ho poi
deciso di presentarne un’altra. In ogni modo, la pubblico…
- Nick Autore: verolax
- Titolo: Eri tu
- Eterno scelto: Destino
- Personaggi/o principali/e: Hotaru, Utakata
- Altri personaggi: nessuno
- Genere: Romantico
- Rating: Verde
- Avvertimenti: flashfic (501 parole)
- NdA (facoltative): Considero la mia una flashfic anche se il limite di una flash è di 500 parole e
la mia è di 501: questo piccolo “scarto” è in realtà voluto, perché la parola
in più è proprio Destino. È un ulteriore modo per sottolineare l’importanza di
questo concetto all’interno della fiction.
Eri tu, il mio Destino.
Senza te, sarei stata un
vuoto involucro senz’anima; l’anima che tu, con la tua Luce, mi hai donato.
Prima ancora che i
nostri cammini s’incrociassero, Ti cercavo.
Ho sempre saputo che un
giorno saresti arrivato.
Tu mi hai indicato la
strada; tu mi hai insegnato ad essere me stessa.
Le tue parole mi hanno
dato coraggio. Il coraggio di essere come Te.
Non avrei potuto se non
ti avessi incontrato.
Il mio Maestro. Il mio
Mentore. Il mio unico, grande Amore.
Il mio ineluttabile
Destino.
Sfiori i miei capelli dorati con tocco delicatamente impercettibile; non
sei molto bravo a sorridere, ma so che finalmente sei in pace con te stesso.
Lo so perché non… ti eri mai lasciato andare, prima.
Una corazza ti teneva lontano dal mondo, dalla sofferenza. Lontano da me.
Qualcosa si è infranto, quando… hai toccato con mano la nostra similitudine.
È stato come osservare al rallentatore un fermacarte di cristallo
frantumarsi al suolo, rivelando lo splendido fiore al suo interno, intatto in
mezzo alle schegge di vetro del suo involucro ormai inutile. La tua corazza è venuta
meno poco a poco, come ghiaccio che si sciolga al sole.
Tutto è incominciato quando… pur di non vederti
fuggire, mi sono denudata sotto i tuoi occhi; fisicamente e psicologicamente.
Le mie guance e le tue colorate d’identico rossore, mi hai guardata e hai capito. La mia sofferenza –come la tua;
la solitudine –identica; l’isolamento –il medesimo.
Mi hai guardata con occhi diversi, allora. Ho notato la nebbia che
offuscava le tue iridi nerissime dissiparsi a poco a poco. Ma ancora non
cedevi.
Oggi, la mia rivelazione.
Utakata-sama, io… la amo.
Un lungo silenzio, le tue mani tremavano. Non hai potuto guardarmi per un po’.
Temevo un tuo rifiuto.
Mi sbagliavo.
Infine, la tanto agognata risposta.
Anch’io, Hotaru… anch’io.
Hai sollevato il volto e… il tuo sguardo era
cambiato. Così dolce che mi sono sentita avvolgere in un caldo abbraccio senza
che tu muovessi un solo muscolo.
Ho lasciato che la gioia m’invadesse.
Un fiume in piena sarebbe stato meno violento.
Mi hai ridato la
speranza, dici, vergognandoti appena un po’ per il tuo inaspettato candore.
Non rispondo; non ne ho bisogno.
Prendo la tua mano nelle mie; ne assaporo il dolce tepore; scioglierò la
tua istintiva timidezza insieme al lieve imbarazzo che stai provando.
Ti porto sotto all’albero – lo stesso tronco sul quale molte volte hai
appoggiato la schiena, immerso nei tuoi pensieri, lo sguardo perso nel nulla. Mi
segui titubante. Stringo il tuo polso e sento il tuo battito accelerare.
Siedo sull’erba fresca ed esercito una leggera pressione sul tuo braccio
per invitarti a fare lo stesso. Scivolo lentamente nel tuo abbraccio. Non ho
ancora vinto tutte le tue riserve, lo sento dalla leggera rigidità del tuo
corpo; ma io non ho alcuna fretta.
La lunga, silenziosa vicinanza riesce finalmente ad avere la meglio: siamo
un’entità unica, adesso. Lo capisco dalle parole che mi rivolgi prima di
baciarmi.
Tu sei il mio Destino.