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Autore: esthernathalie    09/05/2010    5 recensioni
I pensieri di Damon quando Isobel sgancia la bomba. Ho guardato e riguardato quella scena, e poi ho scritto questa cosetta, sinceramente non credo che sia un granchè... ma giudicate voi.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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“Because he is in love with you.”

 

Cosa?

 

Da Isobel spostai il mio sguardo su Stefan, che ora guardava un punto indefinito per terra, con le sopracciglia parecchio aggrottate.

Ma fu solo un attimo, perché poi tornai a focalizzarmi su Elena, con gli occhi ridotti a fessura e la mascella indurita che evidenziavano il mio stato d’animo poco tranquillo.

 Detestavo sembrare così emotivo, ma immaginavo che in questo caso non c'era nulla di cui preoccuparsi, perché ora gli altri avevano riportato la loro attenzione su Isobel.

Io mantenni gli occhi su Elena, e mentre mi appuntavo mentalmente di trafiggere sua madre con il primo legnetto che avessi trovato un altro migliaio di sentimenti rischiavano di sopraffarmi, e diventava sempre più difficile mantenere la mia maschera di sfrontata indifferenza.

 

He is in love with you. He is in love with you.

 

No, non avevo affatto gradito questa scottante rivelazione che Isobel aveva fatto alla diretta interessata.

 

Un palo, datemi un palo. Mi farei bastare anche una matita.

 

Non ne aveva il diritto. Non quando neppure io avevo mai detto a me stesso quello che in fondo da tanto tempo sapevo. Che piano piano, quel sentimento si era evoluto, era cresciuto ed era diventato così forte da dominare quasi ogni mia azione, rendendomi schiavo, e facendomi fare le cose più cretine di questa mia pseudo-vita.

Cose come intimare ad Isobel di star lontana dalla figlia, senza pensare alle conseguenze.

 

Brutta stronza di una vampira troia. Oh sì, la uccido.

 

Per la prima volta lo ammisi a me stesso: prima era semplicemente voglia di innervosire mio fratello, poi era diventata malsana curiosità verso quella ragazza così simile a Katherine, infine era diventata attrazione, e non sapevo se fosse per la somiglianza con la vampira che mi aveva trasformato o meno.

Al ballo del founder’s day ogni mio dubbio era stato spazzato via quando avevo visto Elena Gilbert senza cavaliere. Avevo provato istinti omicidi verso mio fratello, ed ero corso ad aspettarla ai piedi della scalinata, perché quella creatura non meritava una simile umiliazione.

E ballando con lei me n’ero accorto, quello che provavo non era in memoria di Katherine. Era interamente diretto all’umana con cui ballavo.

Ma che l’amavo lo avevo capito solo in quell’istante, con le parole di Isobel.

Elena aprì la bocca per parlare, inutile dire che i miei occhi seguirono e studiarono ogni sua mossa.

 

“Grazie.”

 

“Per cosa?”

 

E io non riuscìi a credere a quello che avevo sentito.

Elena aveva ringraziato Isobel. Perché? Eppure sembrava tutto così chiaro.

 

Isobel ha rivelato i miei sentimenti verso di lei. Lei ha detto grazie. Se ringrazia vuol dire che… Elena… lei…

 

“Per essere una delusione colossale. Questo mantiene il ricordo della mia vera madre… completamente intatto.”

 

E la delusione colossale ora la sentii io, all’altezza del mio petto, laddove una fiamma di speranza appena nata mi aveva riscaldato dentro e fatto trattenere il fiato.

Avrei riso di me e della mia ingenuità, se non fossi stato così incazzato… con Elena. Perchè non aveva speso più di qualche secondo a riflettere sulla rivelazione di Isobel, e questo dimostrava quanto poco gli interessassi.

 

“Katherine è stata furba. È fuggita.”

 

Ma poi la discussione fra mamma e figlia prese una piega che mi fece gelare, e dilatai gli occhi dalla paura. Perché non volevo che anche Elena fuggisse via. Avrei preferito restare solo un amico ed averla al mio fianco, piuttosto che non poterla vedere mai più.

Stronzate, mi contraddii pochi attimi dopo quando Isobel si levò dai coglioni e Stefan andò ad abbracciare Elena. L’amicizia non mi sarebbe bastata, mai.

Lo confermarono la gelosia cieca, la rabbia e la tristezza quando Elena cercò il mio sguardo mentre abbracciava il fratello sbagliato.

Ricambiai il suo sguardo e non nascosi nulla, non costruii nessun sorrisetto sfrontato per dissimulare quello che sentivo.

Lei però distolse quasi subito lo sguardo, chiuse gli occhi e si abbandonò contro la spalla di Stefan.

Ed ecco che anche Stefan mi guardò da sotto le sue sopracciglia aggrottate. E no, non avevo nessuna voglia di mantenere il suo sguardo e venire psicanalizzato.

Senza dire nulla mi girai e andai via.

Passai di fianco ad una ragazza che cadendo si era sbucciata il ginocchio.

L’odore del sangue fresco come sempre era invitante, ma mi sfiorò appena e continuai a camminare, con l’immagine degli occhi di Elena a dominare la mia mente.

  
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