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Autore: slice    10/05/2010    3 recensioni
"Shikamaru si stende sul suo prato con uno sbuffo che sa quasi di soddisfazione.[...]È così strano, e grottesco, e surreale. È lui, Itachi, che rende tutto così strano."
Altro squarcio di quello che vedo io tra questi due stupendi personaggi.
Spero non disturbi il fatto che ho deciso di rispondere alle recensioni delle storie che fanno parte di questa serie nella shot successiva, come se fosse un nuovo capitolo.
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Shikamaru Nara
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Là, dove il sole fa ombra'
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Dolce come i dango
di slice





Shikamaru si stende sul suo prato con uno sbuffo che sa quasi di soddisfazione.
Il sole è alto, il primo pomeriggio è scorso lento nell'ufficio di Kakashi-sama e l'indomani avrà una missione per conto del Daymio, ma ora il sonnellino non glielo toglie nessuno.

Infatti quando sta per cadere in catalessi arriva, acuta, la voce della sua compagna di team. Non si chiama 'Nessuno', lei.
“Non avresti dovuto chiedermelo così,” sbraita Ino contro Sai.
Beh, fin qui tutto è nella norma. Shikamaru s'indigna però che lo facciano lì, a dieci metri da lui. Sul suo prato!
La Yamanaka insiste dicendo cose che possono sembrare scollegate, ma che lui sa sono tutte legate da un filo visibile solo alle donne; la ragazza è davvero inviperita e, nella testa del genio, si dipinge l'immagine della compagna che morde una vipera perché pensare il contrario è così sbagliato che lo farebbe sbuffare.
Sai cerca di prendere parola, ma la voce di Ino è sempre più vicina ad incrinarsi e il ragazzo sembra non sapere davvero dove ha sbagliato. Ma niente panico, ci pensa lei ad urlarglielo in faccia, non sia mai sia diventato sordo tutto ad un tratto.
“Ci dovrebbe essere silenzio,” dice Ino; e Shikamaru annuisce senza rendersene conto, pienamente concorde. “Ci dovrebbero essere migliaia di margherite bianche, ti saresti dovuto mettere in ginocchio e...” tira su con il naso, piagnucolante, “e dov'è l'anello?” conclude, stridula.
Improvvisamente è tutto troppo chiaro e il Nara aggrotta la fronte aprendo gli occhi mentre si volta nella loro direzione.
Sai tira fuori una scatolina e Ino piange più forte.
Che palle. Tutto quel frignare e poi dice sì lo stesso. Mah. Donne!
Intanto sorride mentre lo pensa perché Ino è la sua migliore amica e lui ha visto l'inizio di quel travagliato tira e molla tra lei e Sai, quindi era giusto vedesse anche la fine.
Si sente un po' di troppo però, e allora gli lascia il suo prato, cosciente del fatto che non varrà come regalo di nozze.

Senza farci troppo caso si trova a percorrere la strada che porta al quartiere Uchiha. Sospira.
Non c'è versi, neanche se ne accorge più. Che fastidio!
Bussa a quel portone recentemente ristrutturato, come il resto della villa, ma nessuno apre.
Si passa una mano sui capelli sbuffando, poi si dirige a sud del quartiere dove sa che c'è un piccolo prato.





Dormire è bellissimo.
La maggior parte delle volte il suo è un sonnecchiare, soffice e caldo, non un vero e proprio sonno, ma è un po' che non si concede tranquillità grazie a Nakaru, il figlio di Kurenai e di Asuma, ed è proprio per questo che si lascia irretire dalle spire della pesante fase rem.
Quello non è il suo prato, ma è verde, è accogliente. È silenzioso, soprattutto. E lo culla.

Sta sognando di rientrare a casa quando, facendo gli scalini, crede di cadere. Si sente cadere davvero, il suo corpo ha uno spasmo, mentre la sua mente torna un minimo cosciente e la nebbia onirica si dirada poco alla volta, con graduale e confortante lentezza. L'odore d'Itachi gli palesa la sua presenza, e un altro, forte e delicato insieme, gli pervade le narici.
Inspira e aggrotta le sopracciglia aprendo gli occhi. Quando la visione laterale è offuscata, dal verde, pensa la sua mente senza conseguente e opportuna spiegazione logica, si accorge di non essere sullo stesso prato dove si è addormentato.
Questo pensiero invece arriva subito, lo fa scattare a sedere come se fosse stato punto da un insetto. E finalmente ha una visione completa.
Non c'è una spiegazione logica, ma la sua testa registra tutto quel che vede intorno a sé, annotandosi la purezza e la bellezza del luogo e del gesto, il significato di ciò che gli viene offerto senza la costrizione o la pretesa di un anello. La testa gli gira e gli sembra di avere gli occhi vagamente lucidi, ma va bene perché ha la bocca asciutta, in compenso.
Rimane senza fiato, a bocca aperta: si sente piccolo lì in mezzo, in un campo di migliaia di margherite bianche.
Quando avverte un leggero movimento accanto a lui si rende conto anche dello sguardo che ha addosso. Si preme le dita sugli occhi e nasconde il viso con i palmi mentre torna sdraiato.
Toglie le mani dal viso arrossendo lievemente, suo malgrado, e guarda l'altro mangiare dei dango con la sua solita noncuranza.

È così strano, e grottesco, e surreale. È lui, Itachi, che rende tutto così strano. Shikamaru non sa come definirlo subito, ma poi trova risposta in qualcosa che credeva esistesse solo nel vocabolario femminile. È qualcosa di necessario, che stringe il cuore e, invece di far male, fa stare così bene che non faresti altro.
É dolcezza. Ma è la stessa dolcezza dei dango: non stucca e non annoia.
E non c'è niente di imbarazzante, scopre, niente che lo sminuisce come uomo, niente che stona in quella parola posta tra loro due. Gli sta bene così. E già lo sapeva anche se non lo aveva mai ammesso nemmeno con sé stesso.

Si gira, prono, e allunga una mano nel sacchettino dei dango.
L'Uchiha lo sta ancora guardando mentre ne mangia uno.
Quando però incrocia i suoi occhi, Itachi rivolge lo sguardo al cielo e Shikamaru lo vede: sulle labbra è un leggero stirarsi, ma gli occhi sorridono e brillano, e lui non può che chinarsi a baciargli una guancia. Se lo è meritato dopotutto, pensa lo stratega prima di riavere quegli occhi neri su di sé.
Scuote la testa, mangiandosi una pallina di riso, dolce, e sorride; non riesce ad evitarselo.
“Che seccatura,” mormora beato, guardando una margherita che penzola nella sua direzione, quasi parlasse con lei.



Owari





Nakaru è un anagramma delle consonanti di Kurenai (KRN) e delle vocali di Asuma (AUA), ho fatto questa scelta per la simmetria - persino le mie storie risentono della mia nevrastenia – che si crea: le consonanti in 'Kurenai' sono tre come le vocali di 'Asuma', e formano un nome di tre sillabe. Loro, dopotutto, saranno sempre in tre, no?

Oh insomma, cosa volete che vi dica? Questi due mi sanno di maschio e di dolcezza insieme!
Perché, chi mai ha deciso che una cosa escluda l'altra? Non sono sdolcinati, sono dolci, come i dango. XD
Itachi adora i dolci, Itachi mi sa di dango, non so, è un uomo, ma mi sa di dolcioso, a suo modo. E Shikamaru ne rimane abbagliato e sconvolto. Da una parte gli piace, dall'altra si chiede quello che mi son chiesta io - ottocientocinquantatre volte, per la precisione - mentre scrivevo questa shot: non rischieremo tutti il diabete? E la risposta è sì, ma il nostro - mio e di Shikamaru u.u - è un problema di prospettiva: chi se ne frega del diabete se ho Itachi!

Nota: questa trovata delle margherite non è nuova; non è la stessa, copiata pari pari, ma non è comunque mia. Ho visto troppo “Una mamma per amica”. u___u



Vorrei ringraziare qui le persone che hanno recensito le precedenti shot facenti parte di questa raccolta: grazie davvero, a tutte/i. Sono felice che vi siano piaciute.

Abitudine”
Salice: ho uno stile delicato e sognante? ^^ Grazie! Urdi usa termini come 'onirico' per parlare di come tratto questa coppia, ma non ho mai ricevuto un complimento così, è bellissimo, grazie.
Rohchan: 'graziosa' è un termine che non speravo nemmeno si potesse attribuire alle mie storie. Non voglio sminuire altri termini, lo sai come sono e ogni commento positivo per me è una gioia e una sorpresa, ma 'grazioso' indica qualcosa di così delicato e ben trattato che mi fa voglia di abbracciarti! XD Grazie.

Espulso”
Urdi: amora! Kakashi Rokudaime è d'obbligo, la vecchiaccia deve abdicare! Kakashi for president, forever! XDD *fangerlismo mode: on* Il fatto che i suoi pensieri riempiano la sala e che si veda quella sensazione che gli esplode dentro e quel dolore che viene, appunto, espulso, sono felicissima. Era in definitiva quel che volevo! Grazie tata, grazie davvero.
Elos: è normale che tu detesta la piega che ha preso il manga, la detesto anch'io. È così ingiusto che fa davvero rabbia. Sasuke schivo come sempre ma che ha una motivazione diversa dall'odio per non guardare verso il fratello fa lo stesso effetto anche a me, fidati. È bello, e rinfrescante. Grazie. Anche per quello stupendo “è piena di luce”. *___*
Ainsel: certo che puoi! u.u Eeeh, mi dispiace ma è una cosa diversa quella che ho scritto, non è una ItaSasu. XD Però ok, ne prendo nota! ^^ Sakura e Naruto fanno parte di qualsiasi scena in cui ci sia Sasuke secondo me, direttamente o indirettamente. Grazie mille.



Chu



I personaggi e i luoghi non mi appartengono, e non c'è lucro.

  
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