The thread of our destiny.
La vita è
maligna, beffarda e, spesso, crudelmente ironica. Chi avrebbe mai detto che
sarebbe finita così?
Sono
stata egoista, lo ammetto, e terribilmente effimera, chiusa nella mia perenne
indecisione, nel mio totale menefreghismo.
Ma come
potevo scegliere?
Due
creature tanto diverse quanto similmente perfette.
Uno
fuoco, l’altro ghiaccio.
Uno
tenebre, l’altro luce.
Ero
attratta da entrambi con la stessa intensità, un’intensità così forte da
riuscire a distruggere me e tutto ciò che mi circondava.
Il filo
sottile che legava i nostri destini, così impossibili da convivere, si è
spezzato ed è impossibile sistemare le cose con un nodo ben fatto, ormai.
Ho
temporeggiato a lungo, cercando un tempo che io stessa non avevo, la mia vita è
così breve rispetto alla loro, credevo che, prima o poi, avrei trovato un
motivo valido per abbandonare uno dei due e donarmi completamente all’altro.
Ma più
cercavo, meno trovavo.
Come
potevo rinunciare alla vitalità, alla gioia, al calore di una vita terrena? E
donarmi completamente, senza rimpianti, alla perfezione del gelo eterno?
E, nello
stesso momento, potevo donarmi alla vita ignorando il mio passato e colui che
era per due anni aveva rappresentato la mia metà?
Avevo
spesso cercato di valutare chi fosse il migliore tra i due, eppure sapevo che i
difetti e i pregi dell’uno erano eguali per numero a quelli dell’altro.
Da una
parte c’era Edward, il buon vampiro, fermo in una glaciale bellezza da ormai un
secolo, con la sua cavalleria, i suoi modi così antichi, il profondo altruismo
e quel’alone di mistero che lo contraddistinguevano da chiunque altro.
Poi c’era
Jacob, il licantropo spavaldo che aveva fin da subito lottato per me.
Caldo,
ironico, solare passionale… rappresentava tutto ciò che la vita poteva
offrirmi.
Vivo,
Jake era vivo.
E, stare
con lui, significava sentire il calore, la vivacità, la speranza, la
spensieratezza di una vita terrena più intensamente che mai.
Bello
nella sua totale imperfezione, così grande e grosso da sembrare minaccioso
anche all’uomo più spavaldo, ma io sapevo che oltre a quella maschera si
nascondeva ancora il mio Jacob.
Erano
così diversi, eppure così troppo per
me.
Sembrava
che non se ne accorgessero, che io, stupida umana, rappresentassi tutto ciò che
di più bello esistesse al mondo, per loro.
Come
facevano a vedere in me tanto?
Non
vedevano nell’altro quella perfezione che li completava?
Se Edward
era la ragione, Jacob la passione.
Se Jake
rappresentava la vita, Edward la morte.
Mi
trovavo tra due metà, nell’incapacità di
scegliere.
Ma sapevo
che, prima o poi, avrei dovuto fare quella scelta, e che se non ci sarei
riuscita qualcuno lo avrebbe fatto per me.
In molti
potevano distruggere le mie incertezze, primi tra tutti le due creature che più
amavo.
Per
quanto ancora avrebbero tollerato il mio silenzio?
Chiusa
nei miei dubbi e nelle mie paure, non mi accorgevo che qualcosa era in procinto di cambiare, che quella scelta era ormai
stata fatta senza che io potessi fare niente.
Non erano
stati molti i momenti in cui Jacob ed Edward erano rimasti da soli, senza
nessun altro, umano, vampiro o licantropo che fosse, fino al momento in cui,
ironia della sorte, non furono obbligati a stare vicini per la mia incolumità.*
Per molte
sere e molti notti non si parlarono, né guardarono, standosene ognuno al
proprio posto, in silenzio.
Edward
sembrava una statua di marmo, immobile come non mai, con un’espressione dura,
intento a guardare il vuoto. Avrei scommesso che stesse cercando di ignorare i
pensieri dell’altro che ne stava seduto non lontano dal vampiro con una strana
espressione soddisfatta.
Poi,
quasi per caso, incrociarono lo sguardo, e Jacob sorrise.
Un
sorriso sincero e cordiale, così accecante e malizioso da non poter essere
ignorato.
Ed Edward
inevitabilmente rispose, con quella smorfia sghemba e maledettamente sexy che
mi aveva fatto innamorare di lui.
In
quell’attimo tutto cambiò.
Jacob
scoppiò a ridere, ed Edward lo seguì.
Io,
dall’alto della mia stanza, silenziosa e sbalordita seguivo rapita la scena.
Poi
parlarono, parlarono a lungo.
Non seppi
mai cosa si dissero, eppure rimasi tutto il tempo lì, a quella finestra,
intenta ad osservargli con assoluta ammirazione.
Se divisi
erano creature divine, insieme erano qualcosa di indescrivibile.
Poi Jacob
si porse in avanti, prese Edward per la nuca, e lo obbligò a guardarlo negli
occhi.
Sapevo
che Edward stava leggendo nella mente di Jake e, per qualche motivo, per un
attimo, la sorpresa attraversò i suoi occhi.
Eccoli
lì, gli uomini (poco importava se uomini non fossero) che più amavo al mondo,
uno davanti all’altro, così vicini da sfiorarsi.
Poi
successe.
Edward si
avvicinò maggiormente a Jake e lo baciò. Un bacio casto e quasi infantile,
subito interrotto.
Jacob,
poi, sorridendo congiunse le labbra per la seconda volta a quello che, per
natura, era sempre stato il suo più grande nemico.
La luce
incontrò le tenebre.
Il fuoco
si fuse con il ghiaccio, con un’incredibile armonia.
E lo
vidi, nitido come non mai, l’alone di amore che li circondava, capii che non
sarebbero mai stati raggiungibili per me, ero solo stata l’anello che li aveva
fatti congiungere.
Non
urlai, non piansi, né mi disperai.
Sapevo
che, prima o poi, qualcuno avrebbe scelto per me, ed ero felice che quel
qualcuno fossero stati loro due.
Dopotutto
avevo saputo che, in qualche modo, in quella storia, ero io quella di troppo.
Loro si
appartenevano.
Notes.
Uhm.
Allora… Ho una spiegazione per questa cosa, sapete? u.ù Il fatto è che non
sopporto Isabella Swan, ma adoro immensamente Jacob e, solitamente, scrivo su Jacob e Bella. Ma, ultimamente, mi
sono innamorata delle yaoi, in
particolare delle Jake/Edward! *-*
Ed è così
che è nata questa shot. Spero non abbia scritto una totale schifezza (anche se
sono quasi sicura che sia così xD), in tal caso, ma anche in caso contrario eh,
un commentino sarebbe gradito :D
Bacioni,
Sbranina
alias Diletta.
* Parlo
di quando, in Eclipse, la proteggono da Victoria :)