Crossover
Segui la storia  |       
Autore: ilcantastorie    11/05/2010    4 recensioni
Ero un normale Otaku, davvero. Un giorno andai dal mio fumettaro di fiducia e..poff! Trasportato in un'altra dimensione. E...poff!Tutte le dimensioni in cui mi avventuro vivono personaggi di anime e manga...e poff!Sono il prescelto, Chosen One che deve salvare il mondo da degli assurdi cattivi, che cercano di uccidermi...Fortuna o sfortuna? Boh, decidete un po' voi...
Genere: Commedia, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Fumetti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Deserto e Male, diceva il foglio del giornale. Deserto e Male avrei dovuto affrontare se volevo tornare a casa mia...

 

Ma non mi aspettavo certo di finire lì.

 

Lì dove, tra parentesi? Non c'era niente e non udivo niente... Cioè, la cosa che più assomigliava a quel luogo in cui mi trovavo era la Stanza dello Spirito e del Tempo di Dragon Ball... ma...

 

Di certo non lo era. Aveva qualcosa di diverso.

 

E soprattutto  in Dragon Ball non c'era nessun cavaliere senza volto.

 

Era di fronte a me, imponente sul suo cavallo, rivestito di un'armatura completamente bianca, così come lo era il suo immenso cavallo e... anche il cielo in quel posto.

 

Non aveva occhi, ma sapevo che mi stava fissando.

 

Poi sorrise, ma non aveva bocca con cui farlo. Però io sapevo che l'aveva appena fatto.

 

Scese quindi da quel cavallo, continuando a fissarmi.

 

Anche sceso era imponente, alto almeno due metri e largo di spalle: una perfetta macchina da combattimento.

 

Però, stranamente, nonostante questo suo aspetto, non mi incuteva timore né terrore; solo molto rispetto.

 

Poi parlò, pur non avendo la bocca e disse:

 

Dunque sei tu il Prescelto delle Entità di questo secolo, eh?”

 

Prescelto... delle Entità?

 

“Bene, sbrigati, non so quanto tempo abbiamo, ma è comunque meglio fare il più possibile.”

 

“Fare... cosa?” dissi, trovando il coraggio di parlare.

 

“Allenarci, ovviamente!” disse il cavaliere “Che altro vorresti fare? Non penserai che le Entità ti  abbiano mandato così allo sbaraglio, vero?”

 

“Le... Entità?”

 

“Sì, le Entità! Chi credi ti permetta di viaggiare tra un mondo e l'altro?”


“Pensavo...” dissi, scoprendo che mi mancava il fiato “qualche mia abilità innata...”

 

Ahahaha!”rise “Sei divertente, ragazzino! Ma che ti insegnano a scuola al giorno d'oggi?”

 

Sorrise di nuovo.

 

Cosa diavolo pensava che insegnassero a scuola?

 

“Ok, in pratica io sono il tuo Maestro. D'ora in poi ti rivolgerai a me chiamandomi così e farai tutto quello che ti dirò.”

 

“Ehi, aspett...”

 

“Le spiegazioni a dopo, adesso a terra e fammi 50 flessioni”

 

“COSA?”

 

Sdraiati e sbrigati!

 

Non potei che ubbidire. La voce era carica di una tale... decisione e forza... forza proveniente dai millenni... una forza a cui era impossibile opporsi...

 

E mi sdraiai e incominciai a fare flessioni.

 

“Bene” diceva mentre facevo la prima flessione “ti spiego un po' come funziona.”

 

Seconda flessione.

 

“Ogni secolo Eris, la dea della discordia, si risveglia dal suo lungo sonno.”

 

Feci la terza flessione.

 

“E, ogni secolo, le Entità scelgono un Prescelto che ha il compito di viaggiare tra i mondi e recuperare qualcosa, che cambia da persona a persona. Attraverso questi viaggi il Prescelto matura e si rafforza fino a raggiungere un grado di forza necessario per sconfiggere Eris. Ma la dea non se ne sta certo con le mani in mano, o no! Ovviamente non può intervenire direttamente, per cui manda qualcuno che uccida il Prescelto quando non è ancora forte; forse ti sarà già capitato... ragazzo? Ragazzo?”

 

Ero arrivato, sforzandomi grandemente, a tredici flessioni. Ma poi non c'è l'avevo più fatta, ero crollato a terra, esausto.

 

“Tredici flessioni?” fece il cavaliere “Che rammollito! Eh, spero davvero che, dopo quaranta vittorie consecutive, il mondo non si trovi nuovamente nel chaos! Sarebbe anche un peccato per me interromperne la serie...”

 

“Quaranta... vittorie consecutive?” dissi ansimando.

 

“Esatto! Chi credi abbia fatto vincere voi Prescelti negli ultimi quattromila anni? Prima non c'era nessun allenatore e arrivavano completamente impreparati di fronte a Eris.”

 

Non riuscivo a rispondere, avevo ancora il fiatone.

 

“Strano...” dissi quando finalmente riuscii a parlare “Nel mio mondo riuscivo a farne almeno una trentina prima di cadere in questo stato...”

 

“E' normale” rispose il cavaliere “Qui l'aria è più rarefatta e la gravità un tantino maggiore; il posto perfetto per allenarti!”

 

“Ma scusa...”

 

Ricevetti un'occhiataccia che mi fece subito correggere la frase.

 

“Mi scusi maestro... ma come sono arrivato qui? Dov'è Jigen?”

 

“Ah, per quello non preoccuparti!” disse “Questo è il Mondo di Mezzo, un mondo che è e che non è... Il centro si può dire. Il Prescelto arriva qui quando ha raggiunto una forza necessaria a sostenere l'allenamento. Anche se, non saprei... solo tredici flessioni... il precedente ne fece cinquanta senza alcuno sforzo.”

 

“Cinquanta?!”Strabuzzai gli occhi “Ma chi era il precedente Prescelto, Achille?”

 

“No, Achille è stato uno dei Prescelti nel... non ricordo più, comunque almeno dieci prescelti fa, credo.” mi rispose il maestro.

 

Si grattò la testa.

 

“Ma non è importante adesso, al lavoro!”

 

Forse non è il caso che vi racconti a quali e a quanti massacranti allenamenti fui sottoposto.

 

Davvero non è il caso.

 

Posso solo dirvi che in confronto quelli di “Kenichi: Il Discepolo Più Forte della Storia” non erano che bazzecole.

 

E posso elencarvi gli allenamenti che fece: sollevamenti con manichini progressivamente più grandi, flessioni con castagne bollenti sotto gli addominali e corsa con gomme di macchina appese al busto, trasportando il maestro stesso che lo frustrava, nel frattempo.

 

E il mio maestro, l'esimio Cavaliere Senzavolto, sembrava conoscere alla perfezione tutti questi tipi di allenamenti, visto che fui sottoposto ad ognuno di essi…

 

Senza contare... senza contare...

 

Sigh!

 

Che questi erano tra quelli più umani!

 

Certo, perché avevo ragione, visto che ero il Prescelto avevo dei poteri superfighi da utilizzare... Peccato che per utilizzarli dovessi sottopormi ad allenamenti disumani.

 

Senza contare che voleva... assolutamente... senza alcuna possibilità di rifiuto, insegnarmi ad utilizzare il mio Ki.

 

No, non sono un bimbominkia che mette “K” al posto del “ch”... con il Ki intendo l'energia interna. Avete presente la Kamehameha di Dragon Ball, Hadouken di Street Fighter? Ecco quelle sono manifestazioni del Ki, dell'Energia Interna.

 

Sarei riuscito anch'io a lanciare una Kamehameha o un Hadouken?

 

Il Maestro mi rispose di No... ci voleva un allenamento costante per esternare il proprio Ki.

 

Il massimo che poteva fare con me era farmi imparare ad utilizzarlo... e a farlo scorrere dentro il corpo in modo da rendermi un po' più resistente del normale.

Per essere offensivo avrei utilizzato la magia elementare il cui uso era concesso al solo Prescelto, ovvero io.

 

La magia elementare era quella basata sui quattro elementi, terra, acqua, fuoco, e aria.

 

***

 

 

Ero in alto, troppo in alto.

 

Sotto di me c'era solo una foresta e, se non mi fossi fermato subito, mi sarei fatto mooooolto male!

 

Provai ad armeggiare, a biascicare qualche parola strana per fermarmi ma... riuscii a rallentare solo di poco la mia caduta. Di molto poco.

 

L'aria mi sferzava addosso, colpendomi quasi fino a farmi male. Vedevo la foresta vicinissima.

 

Sentii il mio nuovo cappotto sventolare nell'aria.

 

Le orecchie percepivano solo uno strano ronzio, unito ad un altrettanto strano fischio.

 

Tuttavia, per quanto fossi preoccupato di schiantarmi addosso ad una foresta, non potevo che godermi quella caduta da paracadutista.

 

Paracadutista senza paracadute, mi ricordò una vocina interiore.

 

“O merda o merda o merda!” urlai, continuando ad agitare le mani per cercare di fermarmi.

 

La mia voce si perse nel fragore del vento.

 

“O dannaz...”

 

Beccai un primo ramo, dritto in faccia, sotto l'occhio, che si spezzò sotto il mio peso.

 

Poi sempre più giù, rompendone altri con tutti gli arti che possedevo, graffiandomi in ogni punto umanamente possibile, pregando di fermarmi, finché non...

 

Aaaaaah...”

 

La mia voce andò affievolendosi sempre di più; un ramo, bello grosso tra l'altro, aveva colpito proprio la mia parte più delicata... Probabilmente distruggendo tutta la mia futura progenie...

 

Non che questo servì a fermarmi. Continuai a cadere precipitosamente. Chiusi gli occhi per aspettare l'impatto che sapevo non mi avrebbe ucciso ma che sicuramente mi avrebbe fatto davvero molto male, ma...

 

Non avvenne mai. A circa 20 metri dal suolo i miei improperi e i miei movimenti erano serviti a qualcosa e mi ero fermato di botto.

 

Per poi cadere di nuovo.

 

“NOOOOOOOOOOOOOO!”

 

Caddi sul terreno... anzi, no quello non era il terreno, cioè sarebbe stato troppo morbido. Poi ero sicuro di aver urtato contro qualcosa o qualcuno... ma era strano perché da qualche metro in giù non avrebbero più dovuto esserci rami....

 

Era qualcuno.

 

Lo capì visto che avevo la mano su qualcosa di incredibilmente caldo. E morbido.

 

Molto morbido.

 

Non avevo mai sentito niente del genere.

 

Ma avevo l'impressione di sapere che fosse.

 

Continuai a tastare per accertarmene. Essì, pensai proprio che fosse una tett...

 

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!”

 

Mi alzai di botto, mettendomi con la schiena attaccata ad un albero, in preda al panico.

 

Se fossimo stati nel mondo reale avrei potuto spiegare... e al massimo me la sarei cavata con uno schiaffo e invece...

 

E invece... ero in un anime o un manga (ma in quale?) e se la ragazza era violenta...

 

Potevano succedermi varie cose tra cui la terminazione completa della mia progenie o, nel minore dei casi, pugni, schiaffi e quant'altro che mi avrebbe mandato in orbita come solo il Team Rocket sapeva fare.

 

La ragazza in effetti non aveva preso bene il mio palpeggio selvaggio, perché di palpeggio selvaggio si trattava, e mi guardava da terra con espressione arcigna.

 

Ok, ok, sarò sincero. Non era arcigna. Era arrabbiata... cioè, no, non era proprio arrabbiata... era incazzata nera... cioè... eheheh, in realtà aveva in volto un'espressione omicida, e dire omicida era dire poco.

 

Il suo sguardo mi perforava e guardava oltre, come se già non esistessi più. Certo, perché non avevo il minimo dubbio che volesse usare la mia pelle, opportunamente svuotata degli organi interni, a mo' di scendiletto, per poi mettermi davanti al camino mentre avrebbe sorseggiato un buon thé verde.

 

Poi magari, caduto il rancore e trovatomi fuori moda, sarei stato sbattuto in soffitta e non avrei mai più rivisto la luce del sole... Se non mille anni dopo, quando i discendenti della ragazza mi avrebbero trovato e venduto a qualche museo.

 

Ma che la mia pelle, in un tempo remoto e alquanto improbabile, divenisse un oggetto da museo non era certo il mio problema principale.

 

In effetti, se davvero non volevo diventare uno scendiletto, mi sarei dovuto difendere da quella ragazza che adesso si stava alzando da terra, sempre con quello sguardo omicida.

 

Beh, sguardo arcigno a parte, non si poteva certo dire che non fosse una bella ragazza.

 

Era poco più bassa di me, con una coda di cavallo e due ciocche di capelli che le scendevano davanti le orecchie. Ed era senz'altro una ninja, quello era certo. Aveva una spada sul fianco un po' più lunga del normale, che mi avrebbe messo volentieri in posti innominabili. Anche questo era certo.

 

E io ne avevo paura.

 

Le sorrisi nervosamente e mi allontanai lentamente, facendo dei passi indietro, mantenendo lo sguardo fisso su di lei.

 

 

Esatto, la stavo trattando come un animale pericoloso.

 

“Allontanati, Leo, allontanati...” mi dicevo “Abbastanza, almeno perché non ti affetti con un colpo...”

 

Almeno un po' dignitosamente volevo difendermi! Morire al primo colpo dopo tutti gli allenamenti passati? Troppa fatica sprecata!

 

Continuai ad indietreggiare, lentamente... poi... mi girai e incominciai a scappare a gambe levate.

 

“Dove credi di andare maledetto maniaco?!”

 

Mi girai un attimo.

 

Diavolo! Stava sfoderando la sua spada! E... o porc...!

 

A parte che la spada era lunga due volte il suo fodero.... a parte che mi stava arrivando una strana cosa tagliente verde che aveva appena dilaniato un albero...

 

Ma quale a parte! Era quello l'importante!

 

Mi gettai su un lato per cercare di evitarlo... MA MANCO PER scherzo!

 

Quel coso mi inseguiva! Sì, mi stava maledettamente inseguendo!

 

Forse avrei potuto attuare il classico scherzetto “Alla Freezer”, ma certo quella ragazza non si meritava di fare la stessa fine di quel megalomane asessuato. Insomma, per quanto avesse reagito male.... alla fine la colpa era la mia... credo...

 

“Però” pensavo, mentre la sua lama di vento mi faceva le basette “Non voglio certo morire io!”

 

E in più quella ragazza mi stava davvero sul cazzo.

 

Scusate la scurrilità, ma è vero.

 

Guardala, lì lontana! A ridere di me, non intervenendo nemmeno! Certo! Ovvio! A lei non serviva intervenire! Ci pensavano le sue Lame di Vento! Leonardo Silvestri non era abbastanza per farla scomodare personalmente.

 

Diavolo.

 

No.

Cazzo.

 

Era ora di toglierle quel ghigno dalla faccia con una di quelle mosse che avevo imparato quasi a costo della vita.

 

Misi le mani quasi come uno scudo... “E come fai a far mettere le mani come uno scudo?” Vi starete chiedendo; ebbene, non lo so neanche io, anche perché non è un vero scudo cioè… volevo essere un po' epico... insomma... Ok, avete presente “Specchio riflesso bacia il cesso?” che facevamo quando avevamo sei anni in risposta agli insulti, insieme a l'onnipresente, “Chi lo dice lo è”? Ecco, la posizione era quella.

 

L’incantesimo funzionò alla perfezione! Dopotutto ci avevo sputato sangue! Ecchecavolo!

 

Praticamente, la lama di vento si fermò precisamente davanti al mio “Scudo”, per poi ritornare indietro sotto forma di “Palla d’energia fatta di vento”.

 

Il principio era semplice: convertivo l’energia elementare che mi si mandava contro in quella che solo io, il Prescelto del bla bla bla e del bla bla bla, poteva utilizzare.

 

Evidentemente la ragazza non se l’aspettava per niente, perché non ebbe che il tempo di stramazzare al suolo.

 

“O cazz…

 

Dannazione a me e al mio spirito di cavaliere! Perché mi dovevo preoccupare di una ragazza che non avevo mai visto?

 

Forse avrei fatto la stessa cosa con un uomo? No, maledizione! Non l’avrei fatto! Però ero preoccupato ugualmente per lei, nonostante mi avesse tirato addosso “lame del vento non meglio specificate”, che probabilmente avevano tutta l’intenzione di dare (anche loro) un deciso taglio alla mia futura progenie.

 

Quindi corsi verso di lei e mi assicurai su come stesse. Respirava e il suo cuore batteva; forse avrebbe avuto un po’ di mal di testa quando si sarebbe svegliata…ma vabbè…

 

Essì, era davvero carina ed era sdraiata scompostamente sul terreno ricoperto di varie foglie, arancioni, rosse, verdi…

 

I tipici colori autunnali. Che in quel mondo fosse autunno? E soprattutto in quale mondo di anime o manga ero finito?

 

Cioè, l’unica persona che avevo incontrato era questa ragazza... E non avevo idea di chi fosse o da quale anime venisse.

 

Era possibile? NAAAAAAA, non credo, sono troppo Nerd… pardon, Otaku, per non conoscerla nemmeno di vista… Almeno che non fosse qualche personaggio ultra secon…

 

La ragazza emise un gemito e lentamente riaprì gli occhi.

 

Diavolo! Non avevo preventivato che si sarebbe svegliata così presto! E non volevo certo essere lì quando questo sarebbe successo! Ho capito… dovrò dire davvero addio al mio Generale e ai suoi due Colonnelli…

 

O forse potevo fare del mio meglio perché questo non accadesse…

 

“Salve” dissi “scusa per prim..”

 

“Scusa per avermi palpato le tette?” disse, sempre rimanendo per terra, con lo sguardo più truce che potesse mandarmi.

 

“Beh, sì” dissi incerto “Non l’ho fatto certo apposta. Sai praticamente sono caduto…

 

“Caduto da dove?” continuò la ragazza, più truce che mai “C’ero io sopra gli alberi…

 

Ehm… beh…

 

A questo punto mi venne un dubbio. A che punto era arrivata la tecnologia di questo mondo? No, perché se le dicevo che ero caduto dal cielo in un mondo in cui la mongolfiera non era stata ancora inventata... Nella migliore ipotesi mi dava del bugiardo e nella peggiore… avrebbe tentato di uccidermi!(Di nuovo!)

 

“In sostanza… sono inciampato mentre camminavo su un albero più alto di quello su cui camminavi tu!”

 

Mi sorpresi di me stesso e della mia capacità di inventare balle credibili (E quella era una balla credibile? In quale universo parallelo?) in un così breve lasso di tempo.

 

Beh… sembra credibile…” disse la ragazza guardandomi sottecchi, quasi imbarazzata “E anche io ho reagito violentemente senza neanche darti il tempo di dare spiegazioni…

 

Alleluia! La ragazza l’aveva detto! Aveva riconosciuto di essere in torto! Lei sì che avrebbe avuto un futuro! Un piccolo passo per le ragazze violente dei manga… e un grande passo per me!

 

“Meglio così.” le dissi con un sorriso “Vuoi una mano?”

 

E, da perfetto gentiluomo qual ero, le porsi la mano per rialzarsi… mano che venne sdegnosamente ignorata, visto che si rialzò da sola. Probabilmente ce l’aveva ancora con me.

 

Ehm…”ripresi guardandola negli occhi “Volevo sapere… ehm… Dove siamo di preciso?”

 

Ecco, le feci la domanda che mi premeva di più senza pensare alle conseguenze! Davvero geniale, Prescelto dei miei stivali!

 

“E tu… senza… nemmeno sapere dove sei… Sali sugli alberi…

 

“Beh, cercavo di capire dov’ero salendo in cima all’albero più alto…

 

Ancora una volta mi sorpresi della mia abilità di contaballe: che anni di scuola mi avessero dato queste capacità soprannaturali?

 

Ehm… sì, hai ragione…”disse un po’ imbarazzata, grattandosi la folta chioma nera con nonchalant.

 

“Praticamente siamo nella foresta che conduce al villaggio di Konoha.”

 

“CHE COOOOOOOOOOOOOOSAAAAAAAAAAAAA?”

 

E quasi contemporaneamente al mio urlo, uno stormo di uccelli si alzò in cielo, cinguettando e gracchiando.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: ilcantastorie