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Autore: whitevelyn    13/05/2010    8 recensioni
Una dedica a te, dolce Robert, che oggi sei nato.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E questo è dedicato a te,
alla tua lucente armonia..

Dedicato a te, Le Vibrazioni.





Da solo due anni mi spiego il mistero del mese di maggio. Il mese che da una vita mi fa sentire illimitatamente incompleta, illimitatamente smarrita.
Da due anni, di questi trentuno giorni, soltanto uno, il tredicesimo, mi stordisce davvero. Perchè il tredicesimo giorno, Robert, tu sei nato.
Dovrei tirare un sospiro di sollievo, per averlo scoperto? Per aver saputo che alla fine il mio scompenso, non era del tutto ingiustificato?
Questa è solo una delle tante domande a cui credo di non saper ancora fornir risposta. Quello che so è che ho smesso, ma soltanto da un po', di rifiutarti e rinnegarti.
Infondo è sempre stata una di quelle battaglie già perse in partenza. E daltronde solo una scellerata come me poteva realmente convincersi di potercela fare a scendere in guerra priva d'ascia ed armatura. Ed è soltanto da un po', quindi, che mi sono resa conto, che ciò che in verità ho sempre fatto, è stato tentare di difendermi. Ma non ho mai posseduto neppure scudi.
La mia è stata tutta un'utopia, quella di pensare di salvarmi, perchè, alla fine l'ho capito, dall'azzurro di un paio d'occhi, non ci si salva.
L'azzurro di un paio d'occhi non è fatto per essere fronteggiato, e non è fatto per essere sconfitto. L'azzurro di un paio d'occhi, semplicemente, t'intacca l'anima.
Ostinata, o forse solo cocciuta, ad un certo punto mi son lanciata nella fuga, sperando d'essere sufficientemente veloce e di possedere scorte inesauribili di fiato.
Perchè la mia, e di questo non ho mai dubitato, sarebbe stata una di quelle fughe che durano tutta una vita. Una di quelle fughe che s'arrestano solo a tempo scaduto, all'ultimo dei giorni.
Una di quelle fughe consapevoli di non potersi concedere riposo e neppure la gloria del traguardo. Una di quelle fughe in cui neppure la certezza della salvezza è contemplata.
Ma intanto finchè l'illusione è durata, non ho fatto altro che correre. Non ho fatto altro che immaginare che prima o poi, il tuo fiato sul collo, avrei smesso di sentirlo.
Eppure, avrei dovuto saperlo, che il leone è il leone, e la gazzella, soltanto una gazzella.

I giorni e le notti che ho trascorso scappando da qui, non li ho mai contati e non appartengono ancora ad un passato poi così remoto.
Eppure ho già dimenticato il perchè di quella stupida sensazione, di quella stupida convinzione, di quella stupida congettura, per cui l'odore del tuo sguardo sulla mia pelle che brucia, si trovasse rinchiuso tra le pareti della mia stanza. E che fuori di qui, se fossi riuscita a mimetizzarmi, ad assimilare i riflessi e i colori delle altre persone, dei loro odori, forse una via di scampo l'avrei trovata.
Ma tu non sei mai stato nella mia stanza.
Paradossalmente, proprio questo era il problema.
Paradossalmente, questa la causa dell'irrespirabilità dell'aria che vi ristagnava, come priva d'ossigeno.

Per un po' di tempo ce l'ho avuta su con te, scioccamente per tutti i mesi che ho speso nell'impossibilità di concepire la ragione di questo amore.
Poi una sera mi sono, quasi per caso, -anche se ho finito per credere più nel destino- imbattuta nella lettura di un proverbio francese.
Prova a ragionar sull'amore e perderai la ragione. E forse per questo dovrei ringraziar mia nonna, che mi ha sempre insegnato, che bisogna prestar fede ai modi di dire, o se non a tutti, alla maggiorparte, sta di fatto che ho gettato la spugna e per la prima volta in tutta la mia vita, la resa, mi è sembrata un atto di coraggio.
Così ho lasciato che m'infettassi, che m'intossicassi, che mi sfregiassi persino, col tuo sapore di fiori e veleno. Fino all'ultima molecola.
Il cuore non è altro che un muscolo involontario. Se vuol battere lo fa, di noi, delle nostre volontà, se ne frega.
Il mio cuore ti voleva. Pensi che mi avrebbe lasciato scelta?

Ora che ho smesso di darmi il tormento per l'inadeguatezza del mio sentimento, il mio tormento resti solo tu.
Tutto quello che vorrei oggi, è poterti dire buon compleanno.
E darei indietro tutto il mio tempo, e non so, forse anche quello che mi resta, per un tuo soffio bisbigliato anche dentro un telefono.
Se non altro ora la mia stanza non mi spaventa più, perchè è diventata l'angolo di mondo in cui scrivo a te. L'angolo di mondo in cui tu sembri molto più mio, che di chiunque altro.
L'angolo di mondo in cui ad occhi chiusi ti vedo. L'angolo di mondo in cui scendendo a patti con Morfeo, lui mi consegna le sue chiavi, e dietro a qualunque porta tu ti nasconda, mi è concesso trovarti. L'angolo di mondo in cui svengo tra le lenzuola, ad ogni risveglio, sempre più stremata.
L'angolo di mondo in cui tu sai come sono anche se non mi hai mai vista, e le mie mani s'infiammano anche se non ti han mai toccato.
Ma se è vero che il destino esiste, è anche vero che è scritto da qualche parte?
Perchè siam nati in questo modo, tu là ed io qui?
E perchè, maledizione, proprio tu? Questo non riesco a smettere di chiedermelo, e suona ormai come un ritornello, dentro la mia testa, il suono di queste parole.
Perchè, maledizione, proprio tu? Perchè tu là ed io qui?
Ma oggi mi sforzerò di non piangere, perchè infondo è il tredicesimo giorno di maggio. E' il giorno del tuo compleanno.
E se avessi la possibilità di farti un regalo, di certo non sarebbero delle lacrime.
Forse ti terrei per mano. Forse mi sorrideresti.
Forse questo mondo sarebbe un posto migliore per tutti.
Forse non esisterebbero le guerre.
Forse non esisterebbero le distanze.
Forse si potrebbero mangiare le stelle, forse saprebbero di zucchero.

Forse ti porterei al mare. O forse mi ci porteresti tu.
Ed anche avendolo di fronte, forse ci metteremmo ad ascoltarlo dentro le conchiglie.

Forse mentre ti concentreresti a cogliere il fruscio di ogni singola onda, d'improvviso, ma con cura, scanserei dal tuo orecchio quella conchiglia e ci mormorerei dentro che ti amo.
Forse ti volteresti e capiresti dal mio successivo silenzio che non c'è poi molto bisogno d'aggiungere altro. Che certi amori non sopportano di essere mortificati con troppe parole.

Forse morirei.

Infondo, il cuore, non è altro che un muscolo involontario.

Happy birthday, Love.
  
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