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Autore: xela182    13/05/2010    9 recensioni
Questa storia prende spunto da un episodio della serie Friends "Allergia al kiwi".
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Friends & HP'
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Ringrazio tutti coloro che continuano piacevolmente a recensire le mie fic, che mi hanno inserito tra gli autori preferiti o che mettono le mie storie tra le preferite, che mi consigliano e che mi leggono

 

Era un pomeriggio di fine estate, uno come tanti, se non fosse che per quel giorno, cinque giovani amici avevano deciso di lasciarsi il mondo alle spalle.

L’ orrore della guerra, visto alla loro età, rimaneva impresso per tutta la vita, specialmente considerando che erano tutti in prima linea a combattere le forze oscure.

Di comune accordo, dato che era il primo complemese del nuovo arrivato nel gruppo, il piccolo Harry, era stato organizzato un pic nic in un’ area babbana poco conosciuta sulla quale facilmente potevano funzionare gli incantesimi di protezione.

Il ritrovo era previsto per le 14 a casa Potter, dove Lily aveva già preparato dolci, tramezzini, bibite e una squisita torta che ancora troneggiava sul tavolo, come a saggiare la golosità di chi la guardava.

Stranamente puntuali, i Malandrini al loro arrivo, portarono una folata di confusione, parlando, com’ era loro abitudine, tutti insieme, per raccontarsi le ultime novità.

- Che c’ è Lily? Sembri turbata… - domandò, alla fine dei convenevoli, Lupin, mentre scambiava la Pluffa con Black.

- No, è che… c’ è un piccolo problema con Harry… - ammise lei riluttante.

- Uff, non è niente, - intervenne James – Lily è convinta di non piacere al piccolo.

- Ma che dici, sei sua madre! – sbottò Sirius tagliando con poca grazia la torta che era rimasta fuori dai pacchetti e dalle buste già pronte.

- Intanto metti giù quel dolce Felpato, perché lo dobbiamo portare via! – rispose la donna in tono perentorio. Le sembrava di avere a che fare con cinque bambini, non uno. – E poi sta’ a vedere.

Prese in braccio il piccolo Harry, che pochi istanti prima osservava beato il mondo che lo circondava, e lui per tutta risposta cominciò a frignare.

James si sostituì a Lily e i lamenti cessarono.

- Dipende da come lo tieni in braccio. – spiegò paziente James, dondolando dolcemente il fagottino.

- No, non gli piaccio io! – mugolò la donna sull’ orlo delle lacrime.

- Scusa posso fare una prova? – chiese Remus prendendo in braccio il piccolo che sorrideva beato.

Lo tenne in braccio accanto alla madre e il viso di Harry cominciò a tremare per poi sciogliersi in un pianto che terminò quando Remus lo distaccò dalla donna.

- Forte! – esclamò Sirius, mentre Lupin ripeteva il gesto fatto con la Pluffa; la tenne accanto a sé mentre Peter ne faceva l’ equivalente sonoro della tranquillità: - Gu… gu… gu!

Quando invece Remus avvicinò la Pluffa a Lily, Peter prese a strillare quasi quanto Harry: - Ueeeeee! – scatenando l’ ilarità di James.

- Ah ha ha, molto divertente. Me la passi un momento? – chiese la signora Potter, indicando la Pluffa, che non appena le finì in mano, la scagliò con tutta la forza fuori dalla finestra, mettendo a tacere le risatine dei Malandrini.

- Bene, direi che l’ idea di una partita a Quidditch… è volata dalla finestra, quind… che succede? – domandò Black sentendo degli strani rumori alle sue spalle.

- Coff.. coff… - sembrava che James si stesse strozzando, dopo aver inghiottito un pezzo di dolce.

- Tutto bene? – domandò Remus avvicinandosi e picchiettandogli la schiena per liberare le vie respiratorie.

- Don… don mi è andado di travesso… - esalò il ragazzo, grattandosi nervosamente il collo e le braccia.

- E allora cosa c’ è? – si allarmò Sirius che teneva in braccio Harry, mentre Lily si accostava al marito.

- Oh, per tutte le Fate Madrine! Sei pieno di bolle! – esclamò la moglie, vedendogli il collo e il torace riempirsi di piccole vesciche.

- Lily che cosssa hai messso nella totta? – s’ informò James, che riusciva a parlare a stento.

- Ti si è gonfiata la lingua? – chiese Peter.

- O quessto o ssi è rimpicchiolita la bocca! – rispose esasperato.

- Che ci ho messo? – intervenne Lily, guardando il dolce incriminato – Burro, uova, farina, zucchero, yogurt, ribes…

- ‘ibes? – urlò James inorridito.

- Sei allergico, Jamie? – domandò incerta Lily.

- Direi di sì. – Remus rispose per lui.

- Dovete portarlo al San Mungo! – affermò la donna, indicando i due giovani.

- Noi? – chiesero in coro gli interessati.

- Sì voi!

- Tanto per cominciare Lunastorta non può venire, danno la caccia ai mannari, ricordi? – spiegò Minus.

- Codaliscia ha un conto in sospeso con una dozzina di Guaritori dopo l’ ultimo ricovero… - proseguì Black.

- E per finire Felpato ha il terrore degli ospedali. – concluse Lupin.

- E alloa che ‘i fa? – chiese un sempre più terrorizzato James.

- Ti porto io. – dichiarò Lily.

- E Hai? – domandò ancora Potter, preoccupato per la sorte del piccolo erede.

- Starà con noi. In fondo sono il padrino! – sorrise Sirius.

- Io me ne intendo di bambini. Mia cugina ha un allevamento di Labrador! – asserì Peter, lasciando sgomenti i genitori del piccolo.

- Tranquilli ci sarò anch’ io. – confermò Lupin, vedendo le facce sbigottite dei coniugi.

- Grazie Remus! – disse Lily.

- ‘aie ‘emu. – le fece eco James.

- Ehi! – esclamarono indignati in coro i due Animagi.

 

*****

 

- E cucci, cucci, cucci, cu! – Peter faceva ridacchiare Harry solleticandolo sulla pancia, mentre gli altri cercavano qualcosa di divertente da fare.

- Ehm, non per interrompere il vostro flusso creativo… - esordì però poco dopo – Ma qui c’ è un problemino…

I ragazzi si voltarono a guardare l’ amico che teneva il bambino alla distanza che gli permettevano le sue braccia distese.

 

*****

 

- Scusate, ma chi ha stabilito che IO mi debba occupare di questo? – chiese Remus, cercando di pulire il sederino del piccolo Harry, disteso su un paio di asciugamani approntati sulla tavola, senza avvicinare troppo il volto.

- Ti ricordo che io ho disposto il tavolo a fasciatoio. – sbadigliò Peter sedendosi di schianto sul divano.

- E io ho fatto evanescere il pannolino. – aggiunse Sirius, prendendosi un lungo sorso di Burrobirra.

- Chissà perché, quando ci siete di mezzo voi due, mi sento sempre fregato. – commentò Remus, terminando di cambiare il piccolo.

- Che facciamo ragazzi? Davvero vogliamo stare tutto il pomeriggio chiusi in casa? – si lagnò Peter.

- Potremmo portare fuori Harry! Si rimorchia un casino con un marmocchietto! – propose Sirius eccitato all’ idea di fare qualcosa di insolito.

- Ma possibile che tu riesca a pensare solo a quello? – domandò Lupin.

- Devo pensarci anche per te! – rispose ridendo il rampollo Black – E poi non fare il geloso, lo sai che sei solo tu il mio amore… - aggiunse in un sussurro, avvicinandosi malizioso al licantropo, che si scansò immediatamente, rosso in volto.

- Finiscila! Ho anche Harry in braccio, non te ne approfittare! – lo minacciò Lupin.

- Lo sapete, sì, che date il voltastomaco?

- Ma se non gli ho neanche palpato il culo! – si difese Sirius.

- Cosa che non devi neanche lontanamente pensare di fare, se vuoi continuare a respirare. – sibilò Lupin, sempre ninnando Harry, che sembrava seguire attentamente la discussione.

- Che ne dite di un giro per Londra babbana? Così non rischiamo di incontrare nessuno che conosciamo e ci possiamo dedicare al nostro sport preferito! – propose Peter, infilandosi la giacca – Le ragazze! – aggiunse poi ammiccante.

- Sai Peter, credo sia difficile definire il tuo sport preferito uno che hai visto solo dalla panchina. – obiettò Sirius, grattandosi la nuca.

- Sei gentile Felpato. Io avrei detto dalla tribuna! – intervenne Lupin, sedendo Harry nel passeggino.

 

*****

 

- Davvero volete prendere l’ autobus? – chiese Remus, una volta arrivati nel centro di Londra.

- Davvero non hai visto quelle tre gallinelle? – ribattè Peter, indicando tre giovani fanciulle che parlottavano alla fermata.

Senza indugiare oltre, Sirius aveva scansato i compagni, iniziando a flirtare con le sconosciute; in pochi minuti i tre erano in dolce compagnia sul bus a due piani.

- Ok, mettiamo le cose in chiaro e velocemente. – Sussurrò Sirius a Remus che gli era accanto – Io prendo la bionda, tu puoi sceglierti la mora o la rossa.

- Sentiamo, Grande Genio, a chi pensi di lasciare Harry mentre tu sarai con la bionda, io con la mora e Pete con la rossa? – disse in un soffio il licantropo.

- Scegli la mora? Avrei detto la rossa… hai visto che fondoschiena?

- La mora ha più tette. – commentò semplicemente Lupin.

- Comunque lo conosci Pete, - riprese Black - Non concluderebbe neanche se fosse Confusa…

In breve tempo, Sirius era riuscito amabilmente a convincere le tre ragazze ad andare a prendere un the, così scesero tutti e sei dopo un paio di fermate.

Fu la Rossa ad accorgersi per prima che qualcosa non andava.

- Ehm, scusate, ma chi di voi tre ha il bambino? – domandò candidamente, giocherellando con una ciocca di capelli, come aveva fatto sino a quel momento.

I tre ragazzi si guardarono l’ un l’ altro sgomenti.

 

*****

- Fermaaaaaa! – l’ urlo di Sirius si diffuse per Cannon Street, facendo voltare alcuni passanti stupiti, mentre il ragazzo correva a perdifiato dietro l’ autobus.

- Non credo che il conducente riesca a sentirti, sai? – gli gridò di rimando Remus di poco avanti a lui.

- Magari ci sente Harry e suona il campanello della fermata… - ansimò Peter dietro a loro.

Alla curva successiva il pullman era sparito dalla loro vista.

 

*****

 

Ufficio Oggetti Smarriti Società di Trasporti Londinesi

 

- Lunastorta, sei assolutamente sicuro? – chiese impaziente Sirius, mentre percorrevano il corridoio.

- Ti dico che è qui che i Babbani portano le cose che perdono sui mezzi pubblici. – disse spazientito l’ altro.

- Ma non si tratta di un oggetto Rem, è un bambino! – esclamò titubante Peter, grattandosi la nuca.

- Avete delle idee più brillanti? – domandò sprezzante il licantropo, mentre gli altri due abbassavano gli occhi – Allora avanti.

Entrarono nell’ ufficio e si trovarono di fronte un uomo alto, pallido, con una folta barba rossa.

- Buongiorno, abbiamo dimenticato un bambino sull’ autobus, è qui? – chiesero all’ unisono i ragazzi, scambiandosi uno sguardo truce e rimproverandosi a vicenda per aver parlato.

- È qui. – e i tre tirarono un sospiro di sollievo – Quindi uno di voi sarà il padre?

- Sì, sono io. – risposero nuovamente in coro – Cioè… è lui… - s’ indicarono a vicenda.

- Va bene, ho capito, - sbuffò il responsabile – Da quella parte. – indicò una porta alle sue spalle.

I Malandrini, felici di aver ritrovato Harry, si gettarono sul lettino, non accorgendosi però, di un dettaglio…

- Ehm ehm, - esordì Minus – Vi siete resi conto che i bambini in questa stanza sono due?

Lupin e Black alzarono lo sguardo dalle reciproche culle per poi scambiarlo con Peter.

- E… ecco… voi lo sapete riconoscere, vero, il nostro Harry? – indugiò Sirius.

- Ma tu sei il padrino! – esclamò indignato Peter.

- Calmi. – ordinò Remus – Harry ha gli occhi verdi. – disse poi semplicemente, come a voler risolvere la questione.

- Questo li ha verdi. – affermò Sirius, studiando il bebè accanto a lui.

- Anche questo li ha verdi. – asserì Peter dal bordo dell’ altro lettino. – Ok, allora uno ha la maglietta con le paperelle… e uno con i clown.

- E allora? – domandò Remus.

- E Harry aveva senz’ altro le paperelle…

- Evvai! – esultarono Lunastorta e Felpato.

- … O i clown. – terminò la frase Codaliscia.

- Bene, adesso facciamo a modo mio; - disse Sirius, frugandosi nelle tasche – Testa o croce!

- Vuoi davvero fare testa o croce? – sbottò meravigliato Remus.

- Hai delle idee migliori? – chiese l’ Animagus, lanciando in aria la moneta. – Testa!

- Forse devi decidere cos’ è “testa”. – suggerì il mannaro.

- Paperelle è “testa”, perché le papere hanno la testa! – esclamò Peter.

- Ma che razza di clown hai visto? – domandò Sirius.

 

*****

 

James stava placidamente disteso sul divano di casa, coccolato da Lily, che non la smetteva più di scusarsi per l’ errore fatto, quando i ragazzi entrarono nell’ appartamento, riportando il bimbo dai genitori.

- Eccoci qua! – esordì Peter.

- Oh, il mio piccolino! – strillò Lily prendendolo in braccio e sbaciucchiandolo.

I Malandrini rimasero un attimo con il fiato sospeso per verificare che fosse effettivamente il bambino giusto, quello che avevano messo tra le braccia della donna.

- Ehi, non piange più avete visto?

Sirius, Remus e Peter si guardarono terrorizzati, convinti di aver scelto il bebè errato, ma Harry li salvò cominciando a frignare dopo un istante.

- Sìììììì! – urlarono i ragazzi, immediatamente taciuti da un’ occhiataccia di Lily.

- C’ è ancora torta! – tentò di salvarsi Sirius.

- Vieni qui, piccolino. – James prese in braccio il figlioletto e sdraiandolo sul tavolo, cominciò a cambiarlo – Che hai fatto con gli zii, eh?

- È stato sull’ autobus! – rispose meccanicamente Peter, prendendosi una gomitata da entrambi gli amici.

- Ah, sì? Il mio tesor… ehi! – esclamò leggermente adirato – Mi volete spiegare perché c’ è scritto “Proprietà dei trasporti londinesi” sul suo pannolino?

- Oh, beh… riderai da morire… - esordì Sirius, facendo qualche passo indietro.

- Sì, è una bella storia Jamie… - continuò Remus, seguendo Black.

- Ma magari te la raccontiamo un’ altra volta! – dichiarò Peter.

- Scusa Lily, tienilo un secondo… VENITE SUBITO QUI! – gridò, con fare decisamente minaccioso, all’ indirizzo dei tre Malandrini che si stavano allontanando rapidamente.

Lupin fu il più lesto e prese tra le mani il piatto con la torta di Lily.

- Fermo! Ho il ribes! Sir, Pete correte! Correte!

 

 

  
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