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Autore: bianchimarsi    13/05/2010    4 recensioni
Il momento della decisione più difficile della vita di Regulus: la decisione di morire per sentirsi almeno una volta vivo. Ricordando tutte le menzogne raccontate dai genitori, il lento avicinarsi della Signora con la Falce...
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Memorie di menzogne



Quante ore insonni avevo passato, ancora ragazzo, in quel letto dalle lenzuola nere come la pece. Ore passate a fissare quegli stendardi verde-argento, senza veramente vederli, accecato dalla rabbia e dal dolore.

Dolore per quel mondo oscuro, che odiavo, ma da cui non riuscivo ad allontanarmi. Perché in quel mondo avevo molti, troppi affetti da cui non volevo staccarmi.

Accidenti a noi uomini e alla nostra capacità di amare.

Perché non riuscivo ad andare via? A cercare di vivere, dopo tanto tempo passato cercando solo di sopravvivere. Cosa mi teneva legato a quel posto infame?

-Io e tua madre siamo molto fieri di te. Sei tutto ciò che avevamo desiderato che tu diventassi.

-Grazie, padre.

Perché non ero scappato via, lontano da questo luogo infernale? Prima di arrivare al punto di non ritorno…

Il dolore era tale da poter vedere distintamente la soglia della morte.

“Fa male, mamma… Fa male… Perché hai permesso tutto questo?”

-Ed adesso fai parte di noi Mangiamorte, degni servi puri del nostro Signore Oscuro.

Il mio braccio non faceva più parte del mio corpo. Sentivo solo una fiamma, che ardeva e ardeva fino alle ossa…

 “Perché mamma? Perché? Tu che mi hai sempre considerato il migliore, tu che mi hai sempre amato, perché non mi porti via da qui?”

-Sei stato marchiato a vita. Se oserai trasgredire le nostre leggi o tradire in qualunque modo il nostro Signore, sarai ucciso-.

“Portami via mamma. Ho tanta paura… Non voglio continuare questa strada che tu hai scelto per me. Io non ti ho mai deluso. Non ti ho mai fatto soffrire come Sirius. Portami via, ti prego.”

Ero ritornato bambino fra quelle mura ingrigite dal tempo, mai toccate dalla luce del sole sotto quello strato di tappezzeria di un tetro grigio. Ero stanco. Troppo stanco. E solo in quel momento capivo che era stata solo colpa vostra.

-Sei tu il migliore, l’unico dei miei figli.

- Regulus, sei tutto ciò che ci rimane. Tieni altro il nostro onore. Ti vogliamo bene.

-Siamo molto fieri di te, Reg… Sei tutto ciò che avevamo desiderato tu diventassi.

- Reg, ti vogliamo bene…

Menzogne.

Erano state solo belle, inutili menzogne. Che mi avevano illuso fino alla fine.

“Mamma, se davvero mi vuoi bene, perché mi hai fatto provare questo dolore?

Sono ciò che desideri adesso, padre, con questo teschio al braccio?”

Come anni prima, fissai il soffitto della camera, dove erano dipinte miriadi di stelle, individuando quella che portava il mio nome.

Non avrei mai brillato tanto quanto lei. Tanto valeva arrendersi.

Quando uscii dalla stanza, senza riuscire quasi a vedere dal dolore accecante che mi percorreva, fui sorretto da braccia potenti.

-Regulus, sei stato bravissimo. Ti vogliamo bene.

Sei solo una bugiarda, mamma. Tu non mi vuoi bene. Per te non sono niente.

-Continua così, Reg. Vedrai che fra poco riscatterai il nome della famiglia Black.

Smettila di ripetermelo, padre. Sono stanco di tutta questa pagliacciata sul sangue puro. Voglio tornare ad essere un ragazzo con un fratello maggiore. Voglio tornare a casa, addormentarmi e svegliarmi la mattina senza questo stupido tatuaggio al braccio. Voglio vivere.

-Ti vogliamo bene, Regulus.

E se fosse la verità?

-Anche io. Vi voglio bene anche io.-

Nella vita, solo la Signora con la falce, quando ti soffierà nell’orecchio per portarti via, ti dirà la verità. Ti dirà che stai morendo, senza nessuno accanto. Che stai morendo solo. Non esiste che menzogna, fra queste mura. Imparalo presto, Reg.

Quando si muore, si muore soli. *

Ti sei arreso? Muori con dignità, perlomeno. Scappa. Ma non raccontare una bugia anche a te stesso. Vivi, se puoi. Sennò alzati e muori combattendo.

Regulus Arctrus Black morì una sera d’inverno, in una caverna buia dove non era mai entrato un raggio di sole.

Morì da solo, senza nessuno vicino. Circondato e abbracciato da cadaveri.

Cadaveri che erano sempre stati più vivi di lui.

 

 

 

*Citazione di De André.

 

Beh… Un’altra one shot dalla vostra Bianchimarsi.

Uscita di getto, così, in un momento di frustrazione. Il momento della fatidica decisione di Regulus: quella di riscattarsi verso un mondo che sempre lo aveva ostacolato, combattendo per la prima volta.

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