Oblio Fu
-Merlin basta! Perché ti comporti così?-
Chiese Arthur alzando la voce. Aveva bisogno di
spiegazioni.
Basta sotterfugi, basta bugie.
-Perché sono un mago, un mago!-
Rispose Merlin tra le lacrime che, rabbiose, gli
graffiavano il viso.
[Paura.]
Il servo si rese conto solo dopo di ciò che aveva detto.
Aprì e chiuse la bocca ripetutamente, ma non uscì niente.
Alzò la testa, mentre l’ultima lacrima lasciava spazio
all’immagine del principe.
[Vuoto.]
Lui era lì fermo, immobile.
Lo fissava, ma non vedeva.
Solo un'unica parola gli echeggiava nella mente.
[Tradimento.]
Il servo lo osservava e si sentiva morire.
Il servo non riusciva a parlare e si sentiva morire.
Il servo cercava i suoi occhi e si sentiva morire.
[Indifferenza.]
Un rantolo simile a un “Arthur” spezzò il silenzio.
Si era aspettato urla, rabbia, disprezzo.
Tutto tranne questo.
[Nulla.]
Quella situazione, quell’aria lo stavano uccidendo.
Arthur lo stava uccidendo con il suo silenzio.
Fatto di parole non dette e promesse infrante.
Di tutto e di niente.
Dì qualcosa, ti
prego.
Qualsiasi cosa.
In quegli occhi non c’era più niente.
Non c’era più Merlin,
non c’era servo idiota.
Vuoto nello sguardo, vuoto nelle parole.
[Distacco.]
Vide i capelli muoversi e le spalle voltarsi.
Solo l’eco dei passi nelle sue orecchie.
Non aveva il coraggio di guardare.
[Consapevolezza.]
Gli occhi bruciavano, ma il viso era arido.
Si lasciò andare e la mano si strinse al petto.
Proprio nel punto dove avrebbe dovuto sentire i propri
battiti.
Proprio nel punto in cui non sentiva niente.
[Oblio fu.]
***Angolino della squinternata***
Chiedo umilmente scusa, mi dispiace tantissimo.
Mi dispiace avervi fatto perdere tempo, mi dispiace
avervi fatto leggere questo, mi dispiace e basta.
È un momento un po’ così per me, lasciate stare.
Bè questa è la mia ipotetica reazione di Arthur alla
rivelazione di Merlin.
Ce ne sono state tante. Quelle arrabbiate, quelle slash,
quelle serene.
Questa è la mia, quella che ritengo vera, secondo la mia
mera opinione.
Arthur si è sentito tradito, ingannato, solo, proprio da
colui che riteneva il suo amico, colui a cui dava fiducia cieca. Lo sgomento è
stato troppo.
Per questo non si arrabbia, per questo non urla, per
questo non lo picchia. È semplicemente spiazzato, deluso e terribilmente
ferito.
I pensieri vorticano e le parole non trovano spazio. C’è
solo un pesante silenzio.
Ignorare la cosa risolverebbe tutti i problemi, forse. Non
è la soluzione, ma una posizione temporanea.
Ripeto, questo è quello che m’immagino io, magari sbaglio
alla grande (probabile!)
Sarei felicissima di sapere cosa ne pensate, fatemi
notare eventuali errori o castronerie.
Mi scuso ancora per aver rubato il vostro tempo, è la
prima volta che scrivo su questo fandom, nonostante io abbia letto tanto su di
loro.
Vi ringrazio per essere arrivati fin qui, veramente.