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Autore: FlaviaFenice    14/05/2010    5 recensioni
Forse, in quel momento, aveva pensato solo a quanto sembrasse fragile come una cerva ferita, e bella, bella come una fiera tigre dei boschi...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Geoffrey/Brianna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Il Leone di Dunchester stava appoggiato sulla balaustra del torrione di Seòur, fissando il paesaggio sottostante con lo sguardo d’ acciaio. I suoi pensieri andavano a briglia sciolta e si snodavano uno dopo l’altro mentre un vento leggero gli scompigliava i capelli castani. Geoffrey sarebbe tornato in Inghilterra l’indomani, a sostenere una causa che forse era già persa in partenza. Il suo sguardo si fece cupo al pensiero della guerra civile in corso nella sua patria. Quei baroni vigliacchi e opportunisti, che quando Senza Terra era vivo pregavano il Delfino di prendere la corona d’ Inghilterra e ora invece tentavano di scacciarlo dal trono a favore di un bambino, un re fantoccio da manipolare come faceva loro comodo. Alcuni di quei baroni una volta erano stati anche suoi amici. Ora però provava solo disgusto per loro. Il pensiero gli corse alla volta in cui, un paio d’anni prima, era dovuto fuggire da Dunchester assediata e andare di persona a chiedere ai dannati Francesi il loro intervento. Di riflesso ricordò tutta quell’avventura, nella quale aveva dovuto stringere alleanza con l’allora odiato Falco d’argento e abbandonare la sua casa nelle mani del nemico. Particolarmente vivido era il ricordo del viaggio sulla nave di Ned Stone, con Brianna ferita e priva si sensi in grembo. Ebbe a quel ricordo una punta d’imbarazzo, e ripetersi che quel gesto era unicamente per scaldarla nella convalescenza serviva a poco. Come diavolo mi è venuta in mente un’idea simile? Si chiese per l’ennesima volta. E ogni volta cercava di convincersi che non ci fosse risposta, anche se veniva puntualmente smentito da un piccolo dubbio, per niente spiacevole doveva ammetterlo, annidato in fondo alla sua coscienza. Forse…forse non era stata semplice volontà d’animo. Forse, quando aveva avvolto la coperta attorno a loro due, non pensava solo a saldare il debito di riconoscenza che aveva nei suoi confronti come cavaliere. Forse, in quel momento, aveva pensato solo a quanto sembrasse fragile come una cerva ferita, e bella, bella come una fiera tigre dei boschi… Geoffrey interruppe il flusso di pensieri e si chiese onestamente: Cosa provo io per Brianna? Di sicuro nessun’altra donna aveva mai suscitato in lui un’ interesse , anzi un ’affetto così vivo e profondo, che Martewall non sapeva definire. Di sicuro era qualcosa di più di semplice amicizia. “Sir Martewall, anche voi qui?” Le sue riflessioni perplesse si interruppero come congelate, al suono di quella voce nota e incredibilmente sensuale. Nell’udirla Geoffrey si sentì riempire il petto di aria calda, poi fredda, e il cuore che accelerava i battiti e tradiva così una strana emozione. Si voltò e vide Brianna, bellissima, focosa, selvatica, che si ricomponeva in un inchino dicendo sommessamente: “perdonatemi se vi ho colto di sorpresa…desiderate che vi lasci solo?” Probabilmente aveva notato il suo turbamento e l’aveva interpretato come uno scatto di irritazione. Geoffrey ne fu dispiaciuto. “no” rispose subito “restate pure…” Lei gli rivolse un mezzo sorriso e fissò una grande nuvola colorata di rosa dal tramonto, un brillio di malizia nello sguardo. Improvvisamente a Geoffrey tornò in mente ciò che aveva detto il giorno prima Sancerre: “ Il Leone inglese è in età da prole. A quanto pare, ha voglia di guardarsi intorno e forse non sta cercando neanche troppo lontano”. Fu colto da una fitta di fastidio: che c’entrava quel commento malizioso con quella situazione? Prima che potesse darsi una risposta, Brianna disse: “spero di non starvi dando fastidio, ma avevo bisogno di uscire all’aria aperta. Là dentro la situazione si sta facendo tesa.” Accennò, con un gesto grazioso della mano, alla porta dalla quale era venuta, che dava sul corridoio dell’ala est de castello, e che Geoffrey sapeva essere riservata alle riunioni. “ di che si tratta?” le chiese, tornando serio per un attimo. Lei rispose: “ Monsieur Jean sta discutendo con gli altri feudatari, per via di Gant. Sono stata messa al corrente da Beau di quel che è successo” aggiunse, sollevando il mento “ e ora stanno discutendo per trovare delle prove a carico di Gant.” Geoffrey annuì accigliato, benché in quel momento i suoi pensieri non fossero completamente concentrati sul problema di Gant. “ e per ora non se ne sono trovate, immagino” disse comunque “ancora no” assentì Brianna. Tornò tra loro un silenzio pensoso. “ a quanto pare, devo ringraziarvi” disse ancora Brianna. Fu il turno di Geoffrey di guardarla perplesso: “ cosa intendete dire?” Lei gli rivolse un sorriso arguto “mio figlio mi ha raccontato tutto” disse “ e pare che il Falco debba a voi il fatto di essere vivo. Senza di lui sarebbero rimaste ben poche persone a corte disposte a ospitare ancora me e Beau. Perciò vi ringrazio.” Colto di sorpresa, Geoffrey non seppe che rispondere se non: “ ho l’impressione che questa non sarà l’ultima volta che qualcuno gli salverà la vita.” Si sentì le guance bollenti quando Brianna proruppe in una risata morbida e sincera e si avvicinò con naturalezza di un passo. Lui si voltò per dissimulare quell’emozione strana. Guardò giù verso l’alta corte del castello, e fu grato di avere i capelli abbastanza lunghi da nascondergli il viso. Il sole stava tramontando lentamente e Seòur era abbracciato da una dolce luce rosata. I due rimasero in silenzio per un po’, a fissare il sole che moriva tra le colline. “Secondo me non è il solo a cui voi avete salvato la vita…” disse a un certo punto Brianna, riprendendo il discorso di prima, mentre lo guardava di sottecchi. Geoffrey sentì una campana d’allarme mettersi a suonare nella sua testa. Aveva sperato di evitare il discorso che Brianna stava tirando fuori. “Non mi avete mai detto chiaramente cosa accadde sulla nave per la Francia.” Continuò Brianna prima che lui potesse mettere su una risposta. La campana d’allarme lo assordava, ora. Non esisteva una risposta che potesse dare senza mettersi in imbarazzo. Dannazione, pensò. E ora che faccio? L’unica soluzione, decise, era levarsi il dente e dirle cos’era successo. Se Brianna era come sembrava, non ci sarebbero stati problemi. Almeno spero, si disse. Si voltò verso la giovane e le raccontò quello che era successo e la soluzione che lui aveva pescato dal nulla per farle evitare il freddo e la febbre durante il viaggio. “Sul mio onore, madonna, non ho mai inteso mancarvi di rispetto né mettervi in imbarazzo in qualche modo” concluse, riprendendo fiato. Guardò sulle spine Brianna, consapevole di avere il viso in fiamme dalla vergogna. Questa ebbe un’espressione allibita per qualche secondo, durante i quali Geoffrey dovette trattenersi dal fuggire a gambe levate o gettarsi dai bastioni. Alla fine si aprì in un sorriso dietro il quale Martewall scorse molti sentimenti indecifrabili. “Credetemi, ho sempre sospettato che foste voi. E non avete bisogno di scusarvi: probabilmente mi avete salvato la vita, in un modo o nell’altro che sia.” Solo quando levò un sospiro Geoffrey si rese conto di aver trattenuto il fiato. Era andata, glie l’aveva detto e a quanto pare lei l’aveva presa bene. Ma come poteva esserne sicuro?
  
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