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Autore: allanon9    15/05/2010    2 recensioni
Un caso più duro del solito porterà a sviluppi imprevisti. Prima Ff a puntate, buona lettura.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Autore: Allanon9
Spoilers:
Qualcuno per la seconda stagione.
Pairing:
Jisbon.
Rating: Per tutti, qualche scena però potrebbe essere forte.
Disclaimer: I personaggi citati in questa fanfiction non mi appartengono, ho solo preso liberamente spunto dalla serie "
The Mentalist" di proprietà della CBS.

 

IL PATTO

 

 

1° Capitolo.

 

Teresa Lisbon si svegliò per l’insistente squillo del cellulare.

“Pronto?” mugugnò.

“Agente Lisbon è stato rinvenuto un cadavere giù a downtown e il vice procuratore vuole che ve ne occupiate lei ed il suo team.” Disse senza tanti convenevoli l’agente speciale Hightower, la donna che aveva sostituito Minnelli a capo del CBI.

“Vado subito signora.” Rispose Lisbon che già aveva cominciato a vestirsi.

Riattaccò e, dopo aver ricevuto il messaggio con le coordinate del luogo del delitto, chiamò prima Cho e poi Rigsby e Van Pelt.

Lasciò Jane per ultimo perché, alle quattro e mezza di mattina, ci avrebbe scommesso il suo distintivo, che fosse già sveglio.

Infatti quando Jane rispose alla sua telefonata, la sua voce era calma e non rivelava assolutamente la minima traccia di sonno residuo.

“Ci vediamo là Lisbon.” Le rispose riagganciando.

Meno di venti minuti dopo il team al completo si riunì davanti ad una palazzina abbastanza fatiscente nel cuore di Downtown.

L’agente Mallory, il poliziotto incaricato del caso, si avvicinò al gruppo appena Teresa gli fece vedere il distintivo.

“Agente Lisbon.” Si presentò Teresa. “Cosa abbiamo?”

“Una donna ha chiamato il 911 dicendo di aver trovato il corpo di una bambina nel locale caldaie del palazzo, signora.” Le illustrò l’uomo, facendole strada verso il luogo del ritrovamento.

“Quando siamo arrivati ed abbiamo visto il corpo…è stato orribile!” esclamò l’agente facendosi da parte.

Lisbon, tallonata da Jane e dal resto della squadra, entrò nel locale caldo ed umido.

Il corpo era stato pietosamente coperto con un telo e Jane, senza tante cerimonie, lo scostò.

“Jane…” cercò di fermarlo Lisbon.

Troppo tardi. Lo scempio che l’uomo si trovò di fronte era agghiacciante; in quei sei anni di collaborazione col CBI aveva visto tanti cadaveri, oltre a quelli di sua moglie e sua figlia, ma mai in condizioni così pietose.

Gli occhi azzurri di Jane si allargarono per l’orrore e un improvvisa nausea lo spinse ad uscire boccheggiando dal locale.

“Van Pelt, va da lui.” Ordinò Lisbon alla giovane recluta.

“Sì capo.” Rispose la ragazza, anche lei abbastanza sconvolta da quello spettacolo.

“Tutto ok Jane?” gli chiese Grace avvicinandosi al collega.

“Sì, sto bene.” Mormorò lui passandosi nervosamente le mani sulla faccia.

“Che razza di pazzo può fare una cosa simile ad una bambina?” continuò Van Pelt aggirandosi nervosamente davanti alla porta.

Jane la guardò un secondo dritto negli occhi, come se stesse cercando la risposta al suo quesito.

“E’ quello che scopriremo Grace.” Disse rientrando nella sala caldaie.

“Jane…” disse Lisbon vedendolo avvicinarsi al cadavere.

“Sto bene.” Si inginocchiò per esaminare i resti.

“Avrà avuto sette o otto anni, castana scura, il corpo è stato portato qui dopo che l’hanno uccisa. Grace hai i guanti?” disse alla giovane che gliene porse uno.

“Grazie. Intorno al collo ha un medaglione.” E dopo averlo sfilato lo porse a Cho, che lo mise in una bustina per le prove.

“Come fai a dire che è stata portata qui dopo la morte?” gli chiese Rigsby.

“Guarda…” disse indicando la zona sotto ed intorno al cadavere.

“A parte i fluidi corporei non c’è traccia di sangue.” Disse dopo essersi schiarito la gola, l’odore dolciastro della putrefazione era insopportabile.

“E’ vero.” Concordò Cho.

“E poi guarda la sua postura, chi l’ha messa qua l’ha posizionata come se dormisse.” Aggiunse schiarendosi ancora la gola.

“Poteri già dirti chi è l’assassino Lisbon, ma aspetterò ancora un po’ per esserne certo al 100%. E ora scusatemi, sto soffocando.” Disse uscendo a precipizio dal locale, strizzando gli occhi in una delle sue espressioni tipiche di quando era turbato.

“Ok ragazzi, andiamo. Lasciamo alla scientifica il campo libero.” Disse Lisbon, grata di poter uscire a respirare dell’aria fresca.

“Agente Mallory ci faccia avere tutti i risultati della scientifica appena pronti.”

“Sì signora.” Rispose quello toccandosi il cappello.

Avendo ognuno la propria auto si diressero al quartier generale per iniziare a coordinare le indagini.

Appena entrati nel bullpen Jane si sdraiò sul divano chiudendo gli occhi, sperava di potersi riposare un po’; Grace si sedette alla sua scrivania avviando il computer, Lisbon gli aveva chiesto di cercare nel database se ci fosse qualche bambina castana e di sette o otto anni, scomparsa nella zona di downtown nelle ultime settimane.

Rigsby e Cho erano andati a prendere la donna che aveva trovato il corpo per l’interrogatorio.

Lisbon si chiuse nel suo ufficio con l’umore cupo, odiava i casi che coinvolgevano i bambini.

 

“Ho trovato qualcosa.” Disse Grace.

“La settimana scorsa Maurine Scott ha denunciato la scomparsa di sua figlia, una bambina di otto anni, castana, occhi castani, che abitava a duecento metri dal luogo del ritrovamento.”

Jane aprì lentamente gli occhi e disse “Lasciami indovinare qualcosa sulla madre Grace: disoccupata, single e con problemi di esaurimento nervoso sin dall’adolescenza.”

Van Pelt eseguì una silenziosa ricerca sul database e guardandolo incredula mormorò: “Ma come hai fatto? Tutto giusto, anche se l’esaurimento risale a quando aveva vent’anni.”

Jane si alzò sorridendo dal divano.

“Mi sembra logico Grace, il quartiere in cui è stata ritrovata la piccola è abitato da povera gente, famiglie dove se lavora anche un solo membro è un miracolo.”

“Ma il fatto che fosse single e con l’esaurimento? Non l’abbiamo ancora mai vista e non sappiamo neppure se è la denuncia giusta.” Continuò lei.

Jane fece spallucce.

“Sarà quella giusta vedrai. Vado a dirlo a Lisbon.” Ed uscì dal bullpen con quella sua andatura elastica ed  un po’ ondeggiante.

Grace si volse verso il monitor e disse alla sua immagine riflessa: “Puoi negarlo quanto vuoi Patrick Jane, ma tu sei davvero un sensitivo.” 

Ringrazio le ragazze che hanno recensito la Oneshot Sorry, sono contenta che vi sia piaciuta, io adoro i finali alternativi.

  
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