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Autore: DarkAeris    19/05/2010    1 recensioni
Fa parte di un Gioco di Ruolo su Star Wars, i personaggi non sono quelli della saga ;)
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Le astronavi erano allineate l'una accanto all'altra e sembravano centinaia. Eravamo pronti per prendere il potere, lo avevamo conquistato con anni di abili inganni all'interno del Senato e adesso tutto sembrava attendere l'attimo finale.
Avrei distrutto l'Ordine Jedi nella sua interezza. Avrei spazzato via tutta l'ipocrisia, tutta quella superbia dal mondo. Loro, che si credevano unici nel loro rapporto con la Forza. Loro, che sembravano compatire noi perché desideravamo di più, senza che si rendessero conto che i veri pietosi erano loro, chiusi nelle loro mentalità ristrette.
Ripensai al mio cammino, a quando non ero altro che una giovane Padawan in cerca di insegnamento e mi rivenne in mente lui.
Il mio Master aveva qualche anno più di me e non mi scorderò mai la sensazione di calma interiore che sapeva portare dentro il mio cuore.
Ma la calma tanto giusta per i Jedi mi abbandonò presto, lasciando spazio, nella adolescenza, alla possessività. Mi uccideva pensare che quello che era il MIO Master potesse addestrare altri Padawan, che potesse abbandonarmi.
Volevo che stesse sempre con me, che mi guidasse nel mondo. Ero gelosa di lui in maniera spasmodica e mi accorsi che non avevo più la capacità di restare tranquilla quando lui era nella mia stessa stanza.
Mi batteva il cuore così forte che stentavo io stessa a crederci.
Ero innamorata del mio Master.
Cercai di negarlo, di reprimerlo, ma più ci provavo, più il sentimento si faceva strada e mi rendeva preda delle passioni. Quelle stesse passioni che i Jedi rifuggivano con disgusto.
Avevo deciso che tenermi tutto dentro poteva funzionare, che restando una Jedi avrei potuto vederlo sempre e sarei riuscita a non farmi scoprire da nessuno, ma poi si avverò quell'odioso incubo: al mio Master venne assegnata una nuova Padawan.
Io ormai ero in grado di cavarmela da sola, presto sarei stata nominata Jedi a tutti gli effetti e avrei potuto iniziare il mio cammino, mentre lei, povera dolce creatura, aveva bisogno di tutte le sue attenzioni, continuamente.
Ed ecco che la mia gelosia mi squarciava da dentro, non facendomi dormire mai una notte, bombardandomi il cervello di immagini amorose irrealizzabili, ma che mi facevano impazzire.
Quando mi accorsi che non riuscivo più a sopportare un tale affanno, decisi di recarmi dal mio Master, per discutere con lui di queste paure, certa che mi avrebbe capita, aiutata a confutare il timore che le mie emozioni mi cancellassero l'anima, ma quella sera lo trovai in una piccola buia stanza, mentre si allenava con Lei.
Se mi fossi basata sulla ragione, non avrei trovato nulla di intollerabile in tale circostanza, nulla di strano, ma nelle mie condizioni percepì la scena come immensamente oscena e volgare e la molla, che tanto avevo sperato di nascondere, scattò con tutta la sua forza.
Il mio Master mi fece cenno di uscire, per impedirmi di continuare ad urlare dentro la stanza dove la povera piccola poteva udire e si fece seguire fuori.
Non ricordo cosa gli dissi. Ricordo solo che feci parlare per la prima volta la vera me, quella che non si reprimeva e probabilmente non ci fu una sola cosa che non gli raccontai.
Ma vedevo che ad ogni mia confessione i suoi occhi neri si incupivano maggiormente e all'interno di questi non c'era ombra di quei sentimenti che avevo sperato di trovare. Quella passione, quell'ardore, quell'odio e quella disperazione che desideravo scorgergli dentro lasciavano spazio solo per la pietà, una pietà, oltre che inutile, per me insopportabile e offensiva!
E questo portò alla decisione che mi rese quella che sono ora.
Smisi di parlare, fissandolo attentamente e infine lo baciai per un tempo indefinito, senza curarmi del fatto che fosse d'accordo, anche se, e a questa memoria mi attaccai per anni, mi resi conto che ricambiò la pressione delle mie labbra, quasi ugualmente bramoso.
Ma infine mi allontanai, senza mai distogliere lo sguardo, gli consegnai la mia spada laser e mi incamminai verso il mio futuro.
Sono passati anni da allora e le passioni hanno vinto la partita con la mia ragione. Sono a capo dei Sith, sono forte come non avrei mai potuto sognare di essere, eppure l'idea di rivederlo mi spaventa ancora da morire.
Ma non per questo mi fermerò. Noi, "dispensatori di emozioni", sbaraglieremo quella calma piatta dei Jedi che mi giudicò e condannò e lo faremo una volta per tutte!
   
 
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