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Autore: cinderellatom    19/05/2010    0 recensioni
questao romanzo parla di amicizia e avventura ed è stata creata da me e dalla mia migliore amica anch'essa nel racconto.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7 CHILDREN IN THE HORROR HOUSE

 

 

 

 

 

INDICE

 

 

  • · CAPITOLO 1

LE VACANZE DA PROGRAMMARE  

 

 

  • CAPITOLO 2

LA LETTERA MISTERIOSA

 

 

  • CAPITOLO 3

L’ACCUSA DI HENRY

 

  • CAPITOLO 4

BIG PROBLEMS

 

  • CAPITOLO 5

VALVERDE DI CESENATICO

 

  • CAPITOLO 6

MRS.K

 

  • CAPITOLO 7

VOCI NEL SILENZIO

 

  • CAPITOLO 8

OMBRE, GELO, ALI SCURE

 

  • CAPITOLO 9

ARIANNA TENTA LA FUGA

 

  • CAPITOLO 10

SETTE RAGAZZI NELLA CASA DELL’ORRORE

 

  • CAPITOLO 11

IL SEGRETO DI HENRY

 

  • RINGRAZIAMENTI

 

 

 

I PERSONAGGI DELLA STORIA

 

 

 

 

 

VERONICA SMITH

E’ la protagonista della storia, la migliore amica di Sandra ed ex fidanzata di Gordon Cevolani. Pensa che Henry sia uno spavaldo ricattatore e sua cugina troppo perfettina a tal punto da far nascere una piccola lite tra le due, anche se è una ragazza scherzosa e temeraria, alla fine del racconto si dimostrerà ferma e comprensiva.

 

 

 

MICHELLE ESTREMPO

Dice a chiunque la incontri per strada che Arianna è la sua migliore amica nonostante ciò sa bene che non accadrà mai. Snobba Vanessa in ogni occasione e la sua ossessione, pare sia, quella di accaparrarsi tutti i beni di Henry anche se fa di tutto per non darlo a vedere. Ripete spesso che Sandra è una buffona. Diventerà molto legata a Jack.

 

 ARIANNA LULA’S

Sta con Michelle solamente perché le piace essere la sua controfigura. Non sopporta minimamente Vanessa e Gabriella. Alla fine del racconto accrescera’ la sua ostilità nei confronti di Michelle.

 

SANDRA CANTONESE

Italocinese, è la migliore amica di Veronica e molto protettiva verso Henry anche se lo considera solo un amico. Viene presa in giro da molti ragazzi ma dietro la sua eccessiva allegria si nasconde una ragazza la cui comprensività servirà moltissimo ai suoi amici

 

GORDON CEVOLANI

E’ l’ex fidanzato di Veronica ed è molto amico di Sandra, si chiede spesso  perché tutti lo considerino insignificante. Anche se in apparenza è scontroso e schivo in realtà si dimostra capace di provare sentimenti buoni che lo porteranno ad un faccia a faccia col destino. 

 

JACK TOLL

Rugbista di fama amatoriale, nonché braccio destro di Henry a cui non nega assolutamente nulla. Spera di diventare un broker famoso. Non tollera Arianna perché sostiene che gli voglia sottrarre la fama con tutti i guai in cui si troverà coinvolto.

 

HENRY GAYANI

E’ il più astuto manager quattordicenne del paese, non tollera l’ignoranza e la vanità nonostante molto spesso sia lui l’esempio perfetto,  nasconde un terribile segreto  ed il suo divertimento è torturare le persone psicologicamente per questo ha scelto Gordon come scagnozzo. Snobba molto volentieri Arianna.

 

VANESSA DE LA ROSE

Cugina di Veronica.  E’ la più saggia del gruppo ma anche la più decisa sul da farsi. Viene spesso additata come bugiarda o sapientona da quelli come Arianna. Gradisce la compagnia di Gabriella e ripete spesso che Jack è un egoista.

 

GABRIELLA MONTESODO

E’ la fidanzata di Jack. Odia Arianna e la sua politica razzista, è anche molto amica di Sandra ma le sta alla larga per via di Arianna. Anche lei, come Jack e Gordon aspira alla fortuna e ai beni di Henry. Ma è solo una questione di soldi.

 

PERSONAGGI SECONDARI

: GENITORI

: MRS.K

: ALBERT PONDRELLI

 

 

 

 

 

Capitolo1

LE VACANZE DA PROGRAMMARE

 

Quello era e sarebbe stato, il giorno più torrido e noioso dell'anno, all'aperto si respirava aria  secca che penetrando nei polmoni, dava un terribile fastidio. Era un Sabato bollente, di un Giugno orribile, in una cittadina dall'aspetto ridente, semisepolta dall'Appennino.... Pievepelago. Un Sabato inospitale, ma che ben  presto si sarebbe rivelato uno dei migliori e dei meno orrendi, questo non lo sapeva Veronica Smith, che se ne stava in procinto di un'attesa, seduta nel salotto di casa sua. Veronica era una brillante quattordicenne provenzale, viveva con i genitori e la sorella Sylvia di tre anni più grande, in una villetta di paese. Veronica se ne stava accovacciata sul sofà quando il campanello emise trillo sommesso "Drrrrrrrrr!", come una molla saltò e corse alla porta: "Finalmente!", esclamò  Veronica . "Michie …!", sulla soglia c'era una ragazzina magra, alta e con lunghi capelli biondo cenere, in testa aveva un largo sombrero arancione, sopra alla t-shirt coloratissima portava un lungo poncho giallo grano, sul naso appuntito erano in bella vista degli occhiali rosa acceso e molto cool, firmati Ray-Ban. Michelle Estrempo fece un cenno  di saluto con la testa  e s'infilò in casa; apparteneva ad una delle  ricche famiglie del paese, sua madre lavorava in una rinomata profumeria "La rosa di François" mentre suo padre lavorava presso una villa  di  ricchi signori come giardiniere. Michelle era di origine svedese, con padre spagnolo e madre tedesca, e conosceva a perfezione entrambe le lingue. "Uff!" sbuffò la ragazza lasciandosi cadere sul sofà  che ondeggiò violentemente, "Attenta! Che mia madre mi fa lucidare!" protestò Veronica. Michelle ignorò la protesta e disse in tono lento e con lieve accento da  nordica "Allora? Hai già programmato le vacanze?"

"No… tu?" le chiese l'amica "Ah!... Mi vedi felice? Noti qualche completo hawaiano che io indosso? Sto facendo dei salti di gioia?" disse Michelle rivolgendo a Veronica uno sguardo interrogativo e tornò a sbuffare ondeggiando sulla poltrona freneticamente."Ehi ATTENTA!" esclamò Veronica quasi urlando, Michelle le lanciò uno sguardo truce, come se fosse stata interrotta appositamente durante il suo discorso. "Come sta Arianna?" proseguì ignorando lo sbadiglio di Veronica, "Mmm, bene, ieri era il compleanno di sua nonna..... ottantanove anni, ma come fa?" disse Michelle esaltando il suo evidente stupore. Arianna Lulàs era la sua migliore amica, veniva dalla Grecia ed entrambe avevano le madri colleghe nella profumeria. Arianna era l'ombra di Michie s'assomigliavano in tutto e per tutto, anche se per Arianna  il fatto di stare con Michelle era solo un modo per sentirsi importante! "Quindi neppure tu hai trovato villeggiatura?" proseguì Michelle, Veronica scosse la testa avvilita "No, ho litigato talmente tanto con mamma che questa mattina tutta allegra mi dice che le discussioni l'hanno fatta riflettere..." Michelle aggrottò la fronte e domandò: "Quindi..?" "Andremo in colonia da dei suoi amici belgi" concluse Veronica, e aggiunse "Li odio quei tizi lì, stanno sempre muti a guardarti fisso, con quel marmocchio.. che chiede sempre perché...!" Michelle scoppiò in una risata sguaiata. "Sei davvero messa male! Quasi tutti quelli della nostra classe sanno già dove andare …. ha … ha! Solo noi sette non lo sappiamo … ha … ha!" Veronica avrebbe tanto voluto strangolarla. Ignorando con forza l'istinto omicida che la stava assalendo si diresse verso il freezer ed estrasse due bibite ghiacciate, ne lanciò una a Michelle. Solo allora s'accorse che l'amica non si era neppure svestita "Hai caldo?" le chiese. La ragazza scosse vigorosamente la testa. "Uffa! Che giorno è oggi?", "Otto Giugno" borbottò Veronica; aprì la sua lattina e bevve un lungo sorso, "Ho una voglia matta di una sigaretta, posso fumare? " domandò Michelle infilandosi la mano nei jeans sbiaditi. Veronica stava per protestare dicendo  che era vietato, quando trillò il campanello, fu Michelle che andò ad aprire e tornò poco dopo annunciando "Meno male …. c'è Sandra!"; Sandra Cantonese era una ragazzina dall'aria gaia, italiana ma  di origine cinese; ed era la migliore amica di Veronica. Con il suo solito sorriso, una ragazzina grassoccia dal viso roseo e capelli neri fece capolino dalla porta del salotto, teneva in mano una grossa sporta e pareva affannata. Si lasciò cadere a peso morto sul sofà di pelle (scatenando una serie di imprecazioni da parte di  Veronica)  commentando con vocetta squillante "Amiche! Sono stata da "FARE SHOPPING", ho preso delle bellissime magliette e pantaloncini!" e mostrò alle amiche quattro magliette di colore: rosa acceso, grigio topo, cioccolato e giallo banana, più due calzoncini uno rosso ed uno grigio. Tutti gli indumenti parevano fatti apposta per essere indossati da una persona di stazza molto pronunciata. "Oh, guarda … Veronica … come sono... sono … così carini!" cinguettò Michelle in falsetto, Veronica invece era inorridita "Non vorrai mica indossare quelli … vero?" e accennò ai pelosi pantaloncini color topo che recavano sul didietro a lettere cubitali la parola "SQUITT!", e la "Q" era rappresentata dalla faccina di un topo. "Ah, volevo salutare Jack, ma non c'era, così ho pensato di fare un salto da Henry per vedere se era lì" proseguì Sandra . Henry Gayani era il più ricco ed avaro del paese, un egoista che  passava tutto il suo tempo piegato sulla sua scrivania a recapitare assegni e contare soldi a palate mentre fumava il suo sigaro e sospirava ripetutamente "Ah … gli affari!". A soli quattordici anni faceva affari con diversi istituti di credito come manager, magari anche all’insaputa dei genitori! Già … i genitori, perché quelli di Henry  non si erano mai visti in giro e nessuno li conosceva, né loro né la loro storia. Pareva persino che la polizia fosse andata a ispezionare “Villa Gayani” per assegnare Henry ai servizi sociali. Ma per strane ragioni  questa si era ritirata, forse perché lo stesso Henry li aveva profumatamente pagati per il  loro silenzio … NUOTAVA NELL'ORO … .Inoltre era il migliore amico di Sandra (o almeno così lei diceva in giro). "Ah il vecchio Henry … !" disse Veronica "Scommetto che ti avrà cronometrato i minuti... fa sempre così quello!" borbottò Michelle vaga. "E Jack?" domandò Veronica, Sandra ripeté che non l'aveva visto. Jack Toll era il ragazzo più corteggiato di Pievepelago, quasi tutte erano innamorate di lui. Jack era il sex simbol scolastico, aveva una voce magnifica, cantante perfetto nelle canzoni contemporanee che improvvisava nei corridoi della scuola, era neozelandese e viveva in un accampamento di roulotte con la famiglia intera (bisnonni inclusi) nel parco vicino alle scuole,  oltretutto, (nonostante avesse ammiratrici a non finire) era fidanzato con un'arcigna e vanitosa ragazzina di nome Gabriella Montesodo che Jack preferiva chiamare affettuosamente "Gab". Gabriella era la peggior nemica di Arianna Lulàs. Jack, Sandra, Gab e Gordon Cevolani (del quale vi parlerò più avanti) erano i soci incalliti del perfido Henry! "Lunedì di nuovo a scuola! Se avessi diciott'anni l'avrei lasciata da un pò, invece tutti i giorni devo subirmi le lamentele di mamma! disse Michelle stiracchiandosi sul sofà. "Io sono peggio!" ringhiò Sandra d'un tratto seria "Perché?" le chiesero in coro le due amiche "La mamma ha avuto la straordinaria idea di invitare poco prima della fine scuola i miei cari nonni di Hong Kong! E credo che passino l'estate con noi... almeno, le vacanze spero!" disse Sandra guardando le amiche avvilita, odiava i suoi nonni, sua madre e le sue origini. "Povera Sand (così la chiamavano), sola, sola a sorseggiare the e a trangugiare spaghetti di soia in salsa Wang!" scherzò Veronica  ma in tono drammatico, poi però s'ammutolì perché l'amica la stava guardando malissimo. "Eh già … sapete che il 29  c'è il concerto dei Tokio Hotel?" esclamò Michelle, Sandra annuì e Veronica sorrise compiaciuta "Se ce la faremo con la scuola avremo quel pò che ci permetterà di andare al concerto". "Sì, voi sì; ma io no!" piagnucolò Sandra stringendosi la lunga gonna rosso porpora, guardò le amiche come un cane bastonato guarda il padrone "Peccato, Tom suonerà tutto solo, senza la sua donna sarà ancora più deluso!" ridacchiò Michelle, e una ciocca bionda le scivolò sugli occhi …. sorrise. "Ah … guardate fuori, non si muove una foglia!" disse piano Sandra fissando la finestra con sguardo triste. "Beh, che dite.... vado a casa? Devo aiutare mia madre a fare i ravioli di pesce spada, meglio che m'affretti!!!!" disse Michelle alzandosi, prese la sua decorata borsa jeans facendo tintinnare le perline penzolanti, uscì dal soggiorno e si chiuse la porta alle spalle. "Meglio che vada pure io …" sospirò Sandra, "Devo finire la ricerca di scienze... ecosistemi!" e guardando Veronica aggiunse "Ah …! Henry non può aiutare Jack... affari" concluse sbuffando, mulinò i capelli corvini e sparì dietro alla porta, Veronica rimase seduta provando ad immaginare quanto fosse complicato aiutare Jack Toll in una ricerca. Alle sue spalle si udirono dei passi e poco dopo sua sorella Sylvia apparve in soggiorno con indosso una larghissima tuta, aprì il frigorifero dal quale prese una bottiglietta di Chinotto, lo richiuse e salì le scale che portavano alle stanze superiori. Veronica e Sylvia erano sorelle invisibili l'una all’ altra.  Vivevano sotto lo stesso tetto ma era come se non si conoscessero. "Viviamo qui, solo perché siamo sorelle!" ripeteva Veronica. In casa Smith la parola "insieme" non la conosceva nessuno, la madre delle due ragazze era una donna ossuta coi capelli corti e con taglio perfetto, era sempre indaffarata perché lavorava in un programma televisivo molto famoso, oppure usciva con le amiche; il padre era un impiegato, un impiegato di banca che tornava tardi la sera quando ormai le altre avevano mangiato e stavano per andare a letto, ascoltava le quattro cavolate di Sylvia ed andava a letto anche lui rialzandosi il mattino dopo, alle prime luci dell'alba, per raggiungere Modena dove lavorava. Le due figlie erano sempre impegnate: Veronica col pattinaggio, amiche e i corsi di pianoforte, Sylvia con l'equitazione, body building , le uscite col fidanzato e il calcio. Non che ci fosse da lamentarsi di quella famiglia , per Veronica era perfetta, ma neppure da stimarsi più di tanto per il solo  fatto che quel tipo di famiglia  non si ritrovava tutte le sere a casa per parlare davanti ad un bel piatto di spaghetti fumanti! Non era  perfetta come quella di Vanessa de la Rose , la cugina di Veronica e Sylvia, che  abitava in una casetta indipendente con giardino graziosa vicino ad un boschetto  situata appena fuori dal paese. I De la Rose, erano una famiglia ordinata, che vedeva la tv un'ora al giorno e che consumava il meno possibile di elettricità, e si nutriva esclusivamente di verdura! Veronica invidiava Vanessa, invidiava il suo permanente ottimismo che emergeva anche nei momenti più bui, veniva sempre fuori con una saggia frase o un complimento che molte volte suscitava l' ironia di quest'ultima. L'unico posto in cui riusciva ad essere sé stessa senza ordini né pregiudizi era la scuola.....

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo2

LA LETTERA MISTERIOSA

 

Nella classe 3G quel giorno c'era aria di burrasca, da un pò di tempo alcuni ragazzi stavano diventando terribilmente irrequieti solamente perché ancora una volta venivano sottoposti ad una di quelle tipiche vacanze estive di mare o di montagna … con nonne mielose, ziette zitelle e padri improvvisamente innamorati "della ragazza della porta affianco",madri super rilassate e fratellini e sorelline spacca timpani, tutto questo genere di cose a cui scrittori accaniti e paranoici  si sono sempre ispirati. Questi ragazzini (tra cui Veronica) non volevano assolutamente sottoporsi a questo genere di "torture familiari" e così finirono per rovinare l'umore degli  altri compagni  facendo aumentare le possibilità di ritrovarsi con  pagelle piene di 5 e  condotta a rischio di bocciatura! A causa di ciò gli alunni commettevano nei compiti errori grossolani, "Dovremo bocciarli … altro che esami!" ripetevano gli insegnanti sconsolati. Quella mattina, esattamente il 9 Giugno, accadde una cosa che cambiò per sempre la” tranquilla” vita che per tredici anni era stata  vissuta da sette innocui ragazzi. "Uffa, cos'ho fatto per meritare questo?" si lamentò Michelle, "Se penso che dovrò stare a casa tutta l'estate china sui libri, si sbagliano!" aggiunse. "Io allora?" protestò Sandra "Io andrò coi miei cugini in Inghilterra a vedere il castello dove hanno girato la serie di Harry Potter, poi faremo una sosta in albergo ed andremo dal fidanzato di mia cugina Isilde" disse Arianna, visibilmente poco contenta "Noi andremo in Trentino per una settimana, poi a casa ed infine qualche giorno al Lago di Garda" disse Vanessa allegramente, dietro di lei, Gordon Cevolani era chino sul suo banco e continuava istericamente a piangere, alzò il viso color peperone e singhiozzò" I... io ..vado a R...Roma con mio nonno..... abita lì...ma senza la mamma … non vado da nessuna parte!" e poi di nuovo a piangere. Gordon era l'ex fidanzato di Veronica: un ragazzino piagnucoloso dai capelli biondicci e unti, che passava il maggior tempo a piangere nel bagno maschile, un bambino fragile che scoppiava in lacrime alla prima domanda che gli veniva posta durante le interrogazioni,  piangeva non appena lasciava sua madre davanti alle scale della scuola, o  correva a casa perché i suoi compagni lo prendevano in giro, o non partecipava alle gite scolastiche perché temeva che gli insegnanti lo abbandonassero..... per questi ed altri innumerevoli motivi Veronica lo aveva lasciato. Vanessa gli cinse le spalle con un braccio mormorandogli parole incoraggianti  "Ma come fai tu ad essere così felice? Voglio dire, ridi sempre anche quando accade un disastro?" le chiese Veronica "No, cerco solo di osservare quello che le persone fanno per me. Dovreste essere grati per quello che fanno i vostri genitori per voi, non pensare solo al vostro smisurato egoismo!" disse Vanessa suscitando in Veronica uno scatto d'ira, intanto mentre la confusione conquistava la classe Henry Gayani protestava "Tutta questa confusione! Mi rovina! Ah … gli affari! Se non ci fossero questi! " Poco lontano Arianna, una ragazzina dal naso adunco e l'aria scontrosa  scrutava con disgusto Gabriella Montesodo intenta a tagliarsi le unghie "Tu dove andrai Henry per le vacanze?"chiese Sandra al ragazzo che gonfiò il petto come un tacchino e gongolò in tono professionale "Oh, io andrò a Stoccolma  per un incontro di rappresentanti con cui farò alcune escursioni a vedere vecchie banche storiche. Poi tornerò qui e comincerò il nuovo programma finanziario". "Uuuh!" sospirò Michelle in tono di scherno mentre Sandra batteva le mani compiaciuta. "E' inutile che ti vanti!” lo rimbeccò Arianna arricciando il naso, "tanto a Stoccolma i tuoi non ti ci mandano!" Henry, visibilmente offeso stava per controbattere quando dal corridoio giunse l'inconfondibile suono della campanella d'inizio ricreazione. "Avete sentito che il 29 ci sarà il concerto dei Tokio Hotel, ad Ancona?" cinguettò Veronica, appena uscirono nel cortile interno, si sedettero all'ombra di un grande faggio "Si, l’hai già detto! Se questa volta avremo fortuna, con i fondi del mercatino faremo cassa e potremo andare a vederli!" disse Michelle eccitatissima, lei e Vanessa andavano il sabato mattina nella piazza del paese a vendere bellissime collanine di perline che lei stessa produceva . "E da quel che ho letto,  i biglietti andavano a ruba!" "Di sicuro non potrò andarci io!" borbottò Sandra "Ma va là …., certo che ce la fai!" esclamò Veronica, a volte l'amica l'innervosiva tante di quelle volte che spesso e volentieri la scaricava con una serie di parolacce. Più in là due esili personaggi  chiamati Gabriella e Jack passeggiavano guardandosi attorno con leggero ribrezzo come se la scuola fosse stata una palude "Allora vieni quest'estate da me in Sardegna?" chiese per la dodicesima volta la ragazza a Jack "Non lo so.. è che mio padre voleva andare in Nuova Zelanda a trovare un suo zio.. e io …. non lo so, non vorrei disturbare …." disse il ragazzo "Uff, sei così indeciso!" sbuffò Gabriella dando un tiro alla sua sigaretta "Non vorrei essere d'impiccio, e poi non ne ho molta voglia" disse Jack con un'alzata di spalle. Gabriella bofonchiò qualcosa d'incomprensibile poi si voltò a guardarlo socchiudendo gli occhi, allora disse con la voce che le tremava dalla rabbia "Ah certo, dovevo immaginarlo, come ho potuto dimenticarlo?" "Ma che stai dicendo?" chiese Jack, mentre la ragazza continuava a blaterare "Sto dicendo che ho assolutamente scordato che preferivi passare le vacanze con Arianna, vero?". A quel punto Jack divenne color carminio ed esplose facendo trasalire alcuni ragazzini del primo anno "AH, BENISSIMO, FANTASTICO, PER TUA INFORMAZIONE HA FATTO SOLO BENE A VENIRMI A TROVARE MENTRE TU, TE NE STAVI SPAPARANZATA  IN QUEL MALEDETTO POSTO IO PATIVO LE PENE DELL'INFERNO IN QUELL'OSPEDALE DEL CAVOLO, MI HA SOLO FATTO UN FAVORE, TUTTE QUESTE SONO SOLO FESSERIE INUTILI...SE NON AVESSI FATTO TUTTE QUELLE CAZZATE ALLA FESTA L'AVRESTI EVITATO, TU NON C'ERI...RICORDALO!". E senza aggiungere altro le voltò le spalle e se ne andò furibondo lasciando Gabriella sbigottita e arrabbiata. Il motivo per cui lei ed Arianna divennero improvvisamente nemiche ebbe inizio una sera, di due mesi prima durante uno show a teatro in cui partecipavano tutti i ragazzi della 3G che dovevano ballare pezzi di canzoni tra cui quelle di artisti famosi , il musical si teneva a Roma. Arianna era rimasta un pò  contrariata quando nella prima parte del balletto Gab doveva venire  sollevata  da Jack e Michelle, ma non ci rimuginò troppo sopra, accadde però che, alla fine della serata Jack, Gabriella e Sandra dovettero venire portati all'ospedale in ambulanza perché avevano fatto uso di molti alcolici alla frutta  e qualche stupefacente presi dopo la festa in un night club dietro al teatro. I ragazzi erano ignari della quantità d'alcol presa e passarono la serata a cantare canzoni marinaresche e sentimentali tracannando Campari a fiumi e facendosi prendere in giro da tutti, e mentre arrivava l'ambulanza Sandra piagnucolò pretendendo a tutti i costi di voler restare a fare compagnia ad un vecchio barbone. Dovettero restare dentro per due settimane, solo che, Gabriella che doveva partire per il Marocco una delle due settimane, fu recuperata dai genitori che la presero con loro, Sandra rimase dentro per qualche altro giorno mentre Jack dovette subirsi le due settimane, e capitò uno di quei giorni che Arianna venne a fargli visita, secondo Gabriella, Arianna avrebbe fatto apposta a baciare il suo ragazzo per volerglielo rubare, invece la ragazzina accidentalmente aveva dato una semplice carezza  a Jack. Questa bugia  era stata riferita a Gab da una vecchia rompiscatole del paese che conosceva tutti e tutto e non perdeva l'occasione di spifferare o parlare male degli altri. Da quel giorno le due ragazze cominciarono a farsi guerra tra loro, odiandosi insistentemente e combinandone di tutti i colori..... Qualche metro più in la le ragazze avevano osservato attentamente il dibattito tra i due innamorati  "Che schifo! Davvero nauseante!" commentò Arianna arricciando il naso "Ma che peccato! Varrebbe la pena rimettersi assieme?" squittì Michelle preoccupata "Varrebbe la pena che Jack si rendesse conto con chi ha a che fare, sarebbe meglio che mollasse 'quella lì!" gracchiò Arianna disgustata. "Sarebbe meglio che lui non venisse da lei, gli direbbe un sacco di fesserie su di me!"proseguì incrociando le gambe ed assumendo un cipiglio sinistro e malevolo. "Ah, che storia eccitante!" commentò Sandra romantica "Buongiorno ragazze!" disse una voce profonda  ed intellettuale, Henry era dietro di loro, in mano teneva una pila di scartoffie che risultava fossero moduli finanziari "Un bel sole, vero?" esclamò "Credo proprio che oggi me ne andrò al circolo a giocare a tennis!" "E i tuoi affari? Li abbandoni così?" lo schernì Veronica con tono  ironico "Quelli certo non li dimentico …" ribatté il ragazzo serio, e continuò "Ho visto lo straziante litigio tra Jack e Gabriella, secondo me farebbero meglio ad unirsi a me negli affari, come dico sempre, loro si rifiutano … come al solito!" concluse sbuffando "Non mi meraviglio!" borbottò Veronica tra i denti, Henry le lanciò un'occhiataccia fulminante "Considerare i miei beni un inutile spreco è diventato il tuo record Veronica Smith?" (Quando riprendeva qualcuno Henry chiamava sempre per cognome) "Beh, forse li considerano un tantino noiosi e condizionati dal tuo... ehm.. eccessivo egocentrismo, a loro non piace doversi per forza sottomettere a qualcuno" disse Veronica, aveva parlato male e fu troppo anche per Henry "Tu osi considerare i miei affari uno spreco? E secondo te io li costringerei! Brava, tanto per te è tutto uguale vero? I miei affari sono tempo sprecato no? Cambierai idea Veronica Smith, e molto presto!" e detto questo, con un'occhiata spettrale se ne andò. Da lontano  si udì la campanella di fine ricreazione. Henry aveva previsto una cosa che Veronica avrebbe considerato terribile, che avrebbe cambiato per sempre la sua vita e quella dei suoi amici, e quello era solo l'inizio.  Nell’ora seguente c'era aritmetica con una professoressa terribile, arcigna e sempre pronta a beccare sul misfatto o a chiedere quello che non si sapeva. Gli alunni avevano poca voglia di lavorare ma la professoressa no,  quindi assegnò subito una moltitudine di problemi con operazioni di radice quadrata, Veronica vide Henry e Jack bisbigliare fitto fitto in quella che pareva una delle tante sfuriate di Jack. "Silenzio! Toll e Gayani, vi divido sapete!" tuonò la prof un pò divertita, faceva sempre la ruffiana con chi le pareva, il legame tra i due amici era di fama "Prof, ci può dire quanto fa 1:2?" chiese qualcuno "No! Tu, Stebbini, impara da solo a contare!" esclamò la prof minacciosa, Vanessa s'intromise "Ma professoressa! Lui voleva soltanto chiederle un risultato! Non deve essere così dura con gli alunni..." la prof la squadrò con occhi di fuoco e tuonò sputando saliva ovunque "Insomma De la Rose, non stai mai zitta! Non ti hanno detto che è assolutamente vietato riprendere un adulto? E per di più un insegnante! Ti faccio stare zitta io, vieni qui, consegnami il diario che ti scrivo qualche riga...", tutti i presenti si voltarono verso Vanessa che guardava la prof terrorizzata mentre con mano febbrile andava alla ricerca del suo diario, Veronica desiderò ardentemente che succedesse qualsiasi cosa che non  rovinasse terribilmente la reputazione della cugina.... proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta, "Avanti!" ruggì l'insegnante, la porta si aprì ed apparve la bidella che con passo di marcia entrò nell'aula, odorava di solventi "Professoressa, mi è appena giunta una comunicazione, dovrei ritirare alcuni alunni dal Direttore... vede...." "Benissimo... De la Rose vai a fare una visitina all'ufficio del Preside, ne hai tanto bisogno!" tuonò la prof, la bidella fece finta di nulla e al centro della stanza tutti annunciò "Dovrei ritirare i seguenti ragazzi che il Direttore vuole, sono: Smith Veronica, Toll Jack, Lulàs Arianna, Estrempo Michelle, Cevolani Gordon, De la Rose Vanessa, (applauso della prof)e Cantonese Sandra!" "Ma cos'abbiamo fatto!" sbottò Jack "Taci Toll, hai sentito?" tuonò la prof con voce grossa "Se li tenga pure e dica al Preside di tenerli per un mese, 'sti ragazzi hanno bisogno di disciplina!" “Esigiamo delle spiegazioni valide su ciò, perché no?” esclamò Michelle “Non abbiamo commesso nulla noi, che se la prendano con Gayani   che non studia mai niente e prende sempre 10!” insorse Arianna “Noi restiamo qui, che venga il preside!” disse Veronica incrociando le braccia sul petto e fissando la bidella dritto negli occhi, la donna strinse i pugni e proseguì spazientita "Insomma il mio lavoro è questo! Problemi o no il Direttore vi vuole. E che fate lì in ancora! Sbrigatevi, devo potare le rose!" ed uscì. Furibondi i sette ragazzi la seguirono di malavoglia come condannati ad un'esecuzione; prima di voltare l'angolo Veronica vide un maligno sorriso sul  viso porcino della prof, che, rigirava pigramente la biro tra le dita grassocce. La bidella li scortò fuori dall'ufficio del direttore poi fece dietro-front e sparì. Arianna aprì la porta, dietro alla sua scrivania iper-ordinata c'era la distinta figura di un uomo dall'aria professionale, appena li vide disse "Ah, vi è appena arrivata questa, non so chi la mandi ma è indirizzata a voi..." "Signor Preside la prego, non ci porti via da qui, non lo faccia!" disse Vanessa in tono supplichevole ignorando completamente la busta che il Direttore le porgeva, il quale s'alzò e scoppiò a ridere ed uscì dallo studio. Prima di chiudersi la porta alle spalle mormorò "Vi consiglio, dopo, di tornarvene diligentemente in classe vostra, fareste felicissima la vostra insegnante!". Una volta soli Vanessa aprì la busta: conteneva una lettera,  la grafia era scritta in modo veloce ma comprensibile, quasi fosse stampata, la carta era giallastra ed emanava un forte odore di chiuso, c'era scritto:

 

Cari Veronica, Jack, Arianna, Sandra, Vanessa ,Gordon e Michelle, vi starete subito chiedendo chi io sia, ma anche se ve lo dicessi non cambierebbe nulla, ma mi presento comunque: sono Albert Pondrelli ed ho recentemente scoperto di essere vostro prozio! E per conoscervi avevo pensato di invitarvi tutti nella mia accogliente dimora a Valverde di Cesenatico, in campagna! Potremo conoscerci meglio, ovviamente se non avete già programmato altro..... intanto vi auguro un buon fine scuola e...... arrivederci al 20 giugno!

Statemi bene        con affetto, vostro zio

Albert Pondrelli           AP

 

Veronica lesse e rilesse la lettera fino ad accertarsi che quello che aveva visto non fosse follia pura:sto sognando, io non ho mai avuto uno zio di nome Albert! "Chi è? Perché dice di essere nostro zio?" domandò Sandra, che non era mai stata una persona che capiva al volo, "Non lo so e non mi interessa!" esclamò Vanessa e fece per strappare la lettera "No!" urlò Veronica "Non vedi? Non capisci quanto può essere importante per noi?" disse bloccando Vanessa per il polso ossuto "No" rispose secca la cugina "Non capisci? E' una nuova occasione da barattare con tutte quella schifose vacanzette da  quattro soldi che ci avevano progettato!" "E che importa io vado in montagna..." rispose Vanessa "No! Hai letto cos' ha scritto? Di invitarci, noi, capisci? Solo io te e gli altri!" proseguì Veronica entusiasta "Veronica ha ragione Vavì!" disse Arianna lentamente, "Ma perché dovrei cambiare? E' un vostro problema, non un mio" specificò l'amica "Vabbé, dai andiamo a conoscere il nuovo zio!" disse sbrigativa Sandra "Non lo so, devo prima chiederlo ai miei genitori...." disse Vanessa che era una ragazzina consapevole delle proprie azioni. "No! Direbbero subito di no e tu non potrai andarci assieme a tutti noi!" disse Michelle "La cosa che conta è che io e Gordon non partiamo con “fuori-di-testa” come voi!" intervenne Jack con decisione "Ah, bene allora voi no!" rispose Veronica sbrigativa "Io vado, tanto anche se manco i miei non diranno niente, farò finta di dover andare in colonia da sola, le fanno ancora no?" e sorrise "Vedrò anch'io cosa trovare..." disse Arianna "Meglio adesso che torniamo dentro, la prof sarà troppo contenta di darci per perse" disse Michelle giuliva: "Oh è vero, siamo ancora a scuola?" chiese Sandra. Le altre la fissarono sbigottite. Mentre tornavano in classe  Gordon disse piano a Jack "Non andremo con loro vero?"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 3

L'ACCUSA DI HENRY

 

"E invece ci andrete!" tuonò Henry battendo furiosamente una mano sul tavolo facendoli trasalire sulle sedie. Erano passate tre ore dall'avvenuto della  lettera misteriosa, Jack, Gordon, e Gabriella si trovavano nello studio di Henry, a villa Gayani, fuori il vento soffiava leggermente dando a Pievepelago un'aria sempre più smarrita e inospitale. "Dobbiamo proprio?" si lamentò Gordon, Henry gli lanciò un'occhiata carica di veleno. "Dicevo.., riprese come se nulla fosse, che le cinque ragazze... hanno ricevuto una lettera da questo zio ,Alberto hai detto?" chiese rivolgendosi a Jack "Che dice di avere su di sè la responsabilità di tenervi per le vacanze, giusto?" i tre annuirono "Quindi questa notizia, non vi fa molto, ehm... piacere!" "Assolutamente no!" decise Gordon "A quanto pare sembra che Arianna sia con voi" disse Gabriella "E vorrei farvi una proposta, Jack, Gord: vi andrebbe di diventare le mie spie personali? Potrò pagarvi profumatamente se presterete il servizio...." disse Henry "Noi? che significa …." domandò Gordon aggrottando la fronte "Significa che voi andrete con loro a Valverde, fingendo completamente di non sapere nulla, mi fornirete delle migliori informazioni sul luogo, su cosa fanno le ragazze o altro. In teoria dovreste tender loro una trappola.... al resto penserò io ok?" "Noi , ma in che modo?" domandò Jack "Fare il doppio gioco, dimostrandovi comprensivi e fingendo di sottostare alle loro regole ma nello stempo essere scaltri e non risparmiare accuse varie ….. e se farete molto verrete premiati!" cinguettò Gayani "Quanto?" domandò Gabriella "Oh, dunque... cinquecentomila euro in totale.... diciamo che duecentocinquantamila euro a testa vanno più che bene" "Cosaaa?" Jack, Gordon e Gabriella fecero un balzo rovesciano le sedie, "Calmi, calmi, sì lo so che sono una bella cifra e che mi fido di voi..." rise Henry "Ma sai quanti sono? A stento i miei ne guadagnano mille al mese in due!" esclamò Jack, la sua famiglia faceva i salti mortali per portare a casa l'occorrente che serviva a sfamare ventidue stomaci affamati... ed Henry poteva avere soldi come e quando voleva, era davvero il colmo! "Però una cosa non me l' hai risolta!"saltò su Gabriella "Come la mettiamo con Arianna?" "Ah, ragazza.....!" sospirò Henry "No caro, non voglio che quella divida il materasso col mio fidanzato!" "Vedrò cosa fare, ma suvvia, dopotutto non è gran cosa...." "E INVECE SI!" tuonò Gabriella infiammandosi di brutto "Io quella donna la odio, e non permetterò a Jack di stare con lei, Henry per piacere …., pulirò anche il tuo cadavere ma devi giurarmi che la eliminerai completamente!", Henry la guardò, fissò i suoi amici ammutoliti, cosa volevano tutti da lui? Era davvero importante allora, sembrava godere di tutta quell'ammirazione... "Ma sì, d'accordo, una in meno cosa fa..... ma allora anche quella ficcanaso di Veronica Smith va eliminata! Parla troppo e ragiona poco, tratta le sue amiche come schiave solo perché le piace sentirsi lodata davanti a tutti, sapete cosa mi ha detto? Che i miei affari sono tempo perso!" , Jack sbuffò "Ma cambierà molto in fretta, quella donna è un pericolo per la società e non voglio che tutti si inchinino ai suoi piedi,è solo una semplice contadinella di Provenza..... fate in modo che durante la vostra permanenza a Valverde  lei venga isolata e che le sue solite regole vengano ignorate, se andremo avanti così ci metterà tutti a tacere con un dito" Henry era stizzito e divertito allo stesso tempo, quella discussione lo aveva fatto ragionare su quanta gente stupida ci fosse al mondo.... "E dopo questa breve riunione io vi congedo, andate in pace e non raccontate nulla a nessuno" concluse Henry alzandosi in piedi e stringendo la mano agli amici con un piccolo chinarsi del capo.

I tre amici uscirono in silenzio dalla stanza, scortati fuori dalla cameriera. A quel punto, rimasto completamente solo, Henry prese il telefono e compose un numero..........

"Come sarebbe a dire vengono giovedì?" esclamò Sandra Cantonese, si trovava nel bel mezzo di una litigata con sua madre nella megagalattica cucina di casa sua. "Voglio dire che vengono giovedì!" rispose la madre, i nonni cinesi avevano telefonato dicendo che il giorno di partenza era stato anticipato e che sarebbero venuti il giovedì seguente.... "No mamma ti prego, e poi il 29 c'è il concerto dei Tokio Hotel, devo andare benissimo a scuola per comprare i biglietti, se avrò quei due stoccafissi intorno … dimmi tu, come faccio a trovare la concentrazione!" saltò su la figlia pestando i piedi nervosa "Per piacere Sandra non dire sciocchezze" disse ironica la madre in lingua cinese, che usava quando la figlia faceva i capricci "Tu non andrai al concerto, tu non andrai via da sola, tu non fari niente di niente.. resterai qui come un'allocca a goderti l'atmosfera di famiglia, che vada bene o no chiaro? E adesso fila in camera a finire di studiare!" Sandra si precipitò di sopra, il cuore colmo di odio che provava per sua madre......

 

Il giorno dopo, la certezza di Henry si fece più nitida, Veronica e le sue amiche cominciavano  ad essere sempre più irrequiete, ascoltavano poco ed erano terribilmente maldestre! Inoltre a tutte le ricreazioni se ne stavano a lungo nel gabinetto femminile per discutere di non-si-sa-che-cosa, che condizionava il loro comportamento, rendendole  più distratte. "Io vengo, il ragazzo di mia cugina ultimamente ha problemi e lei altrettanto. Per di più, Harry Potter non mi interessa, e così ho pensato che potrebbe essere carino se venissi anch'io" disse Arianna appena entrarono nell'atrio della scuola dividendosi e mischiandosi a tante altre  persone nelle rispettive classi. "Ceerto, vieni!" disse Veronica sorridendo, si diresse al suo banco ed estrasse l'astuccio dal suo zaino, "Probabilmente anch'io verrò con voi, mio nonno ha detto che dalle sue parti si sono verificati atti di terrorismo e sarebbe meglio che noi non andassimo... in Messico" disse Michelle sfilandosi lo zainetto, "Controllatele permanentemente quelle lì, soprattutto Veronica, voglio vedere se dietro a questa storiella dello zio c'è anche una questione di soldi..." disse Henry a Jack che si era appena seduto accanto all'amico. Quel giorno Henry aveva un'aria strana, sembrava essere stato provato da qualcosa di indecifrabile, come se avesse appena scoperto che il suo compleanno era ieri. "Buongiorno" disse la voce stridula della professoressa di storia, entrò nell'aula con passo svelto "Oggi interrogo, ma prima ripassate l'Illuminismo, avanti!" a causa della scarsa voglia d'apprendimento, gli insegnanti erano costretti ad assumere comportamenti sbrigativi ed esigenti, anche un pò buffi, "Avete mezz'ora, intanto.... Cantonese …, vieni che ti interrogo, vediamo se hai "studiato" come ti ho detto.... visto che hai molta voglia di parlare con Stebbini!" Sandra s'alzò febbrilmente e con passo ondeggiante s'avviò verso la cattedra "Ehm... potrei dare una piccola ripassata … sa,… non.." "No! Ti ho detto di studiare, se non l' hai fatto neanche questa volta ti do una nota!" disse risoluta la prof in tono minaccioso, Sandra squittì "Chi erano gli Egizi e che riti praticavano?" domandò la docente. Sandra la fissò poi chinò il capo: neanche quella volta si era fatta valere, non studiava mai e perciò i suoi voti non erano neppure sufficienti. Inoltre aveva un'alta possibilità di bocciatura rispetto ai suoi compagni "Dove seppellivano i defunti? Cos'erano le piramidi, dovresti saperlo..." "Gli Egizi... seppellivano i morti nelle bare... e le piramidi.." parlottò Sandra "Che diamine, le tue cosiddette "bare" avevano un nome! Cerchiamo di usare un gergo corretto…. Cantonese!" la rimproverò la professoressa "I sarcofaghi, e … i faraoni vivevano nelle piramidi.... no … vivevano …" "Questa è buona" rise la prof "Gli Egizi abitavano nelle piramidi, giusto(secondo te)! Se per te va bene.... chi era Ramsete II?" domandò ancora "Prof io..." disse Sandra "Non hai studiato, e posso chiederti perché?" chiese la prof, la ragazza non rispose "Va bene, Cantonese potresti cortesemente darmi il diario, che voglio scrivere qualcosa  , giusto perché i tuoi genitori vengano a  conoscenza del tuo rendimento scolastico" disse in tono ironico anche se  apparentemente affettuoso, e Sandra fu "giustiziata".

Dopo l'interrogazione i ragazzi ricevettero per colpa di Sandra un'approfondita ricerca sugli Egizi "Così vedremo se la nostra cara Cantonese ci risponderà meglio, il prossimo argomento sarà La Prima Guerra Mondiale" annunciò la prof che aveva la mania di passare da un periodo storico all’altro come se nulla fosse , "Forse è meglio che cominci a studiare..." disse Veronica, quando Sandra le si sedette accanto avvilita "Ho consultato su Internet qualcosa su Valverde di Cesenatico, poi ho dato un'occhiata all'elenco telefonico..." disse Michelle alle loro spalle, china sul suo libro di testo storico "Ah si? Che hai trovato?" le chiese Veronica "Una cosa stranissima..." "E cioè?" "Il nome Pondrelli Albert non esiste!", a quel punto Veronica fece uno scatto che persino Vanessa che era in quarta fila nel mezzo se ne accorse "Silenzio …" disse la prof "Cosa vorresti dire?" chiese Sandra voltandosi, "Che probabilmente lo zio non ha il numero di casa" incalzò Michelle "Avrà il cellulare....." aggiunse  Arianna che era al suo fianco  "Cosa insolita è, come mai solo oggi so di avere uno zio mai visto, avrei dovuto saperlo..." soggiunse Veronica, "E poi che strana parentela... abbiamo in comune lo stesso zio!" disse Veronica continuando a scrivere sul libro per gli  appunti "Ohi, bello vero?" disse Michelle entusiasta. Sei banchi più in là Gabriella che era a portata d'orecchi stava riferendo frammenti della conversazione a Gordon  " Oh, la pivella freme!" disse maligna, sul viso di Gordon comparve uno strano sorriso, a metà tra una smorfia e un ghigno indecifrabile.  "Pensa ai 250.000 euro..... diventerò ricco, comprerò una casa e farò carriera!" sogghignò "E io senza Arianna sarò la ragazza più felice del mondo, credo che, a quel punto, sposerò Jack.." cinguettò Gabriella, ed insieme soffocarono dalle risate dietro i libri ."Cos'è questo rumore? SILENZIO!" ordinò la prof alzando la testa di scatto, a quel punto si dovette fare silenzio obbligatoriamente, Veronica era entusiasta: finalmente poteva vivere un'avventura solo lei con  le sue amiche, lontana dalla famiglia e da tutti, accanto ad uno zio che le voleva bene, una perfetta casa di campagna, giornate sempre in spiaggia e notti disco-dance..... immaginò di essere una famosa star di Hollywood che scopriva di avere uno zio d'America, che dopo pochi giorni avrebbe raggiunto, immaginò la sua grandissima villa di campagna in mezzo a fagiani, volpi ,lepri e quant'altro, passava le giornate al mare, le nottate nei pub e nelle discoteche all'avanguardia, immaginò che lo zio fosse un distinto uomo e il  loro vicino di casa fosse il chitarrista dei Tokio Hotel, Tom Kaulitz, che tutte le notti raggiungeva per baciare appassionatamente........s'immaginò Valverde piena di pini marittimi e macchine super moderne, giornate con le amiche......"Veronica, ehi!" si sentì tirare per il braccio "Si, la macchina....?" mormorò con voce impastata ancora presa dal suo sogno ad occhi aperti "No, volevo dirti che ti è... caduta la biro, ma cosa stavi facendo?", ora Michelle le tirava il braccio "Nulla, te lo dico dopo... che ore sono?" "Fra tre ore si va a casa, c'è Inglese", "Prof, ci può dire cosa significa nobody's?" domandò Gordon ad altissima voce "E come si dice milionario?" saltò su Jack a un decibel  decisamente elevato "E tradimento?" disse Gabriella rimarcando la parola. La prof rimase zitta, "Cosa ti ho detto riguardo ai soldi?"  disse con voce gracchiante  e furibondo Henry a Jack, a volte il ragazzino gli dava sui nervi, diventava terribilmente pedante e noioso, talmente spesso che molte volte Henry aveva lottato contro  l’irrefrenabile impulso di sopprimerlo all’istante..... "Prof, siamo ricchi!" esclamò Gabriella "Prof!!" strillò Vanessa sovrastando appositamente il rumore "Prof, la prego non  ci dia di nuovo gli avverbi!" supplicò Michelle"I don't belive it!" esclamò la prof sconvolta, poi rimase impietrita davanti alla scena che le si presentava e infine urlò "Fuori! Voi sette … fuori! Io non permetto a dei balordi come voi di rovinare la mia lezione, avete cinque minuti di tempo per sparire, balordi …, e STATE ZITTI VOI TUTTI! O vi butto fuori, io chiamo il preside, oggi tutti a casa FUORI HO DETTO! STEBBINI CHIUDI IL BECCO, VAI IN BAGNO E RESTACI ….! E' da un'ora che me lo chiedi, voi sette FUORI, MI AVETE SENTITO?", senza farselo ripetere due volte i ragazzi uscirono fuori inseguiti da urla, attraversarono a gambe levate il corridoio  e  chiudendo il portone alle  proprie spalle che rimbombò nell'atrio.

"Ma che brava Michie!" disse Veronica furente “Peggio di così non poteva andare!” ringhiò Gordon furente mentre si accendeva una sigaretta a causa del nervosismo "Non è stata colpa mia, non volevo farlo...." "Adesso come facciamo? Dove andiamo? E se ci bocciano?" chiedeva Michelle terrorizzata "Forse lo hanno già fatto " rispose Veronica in monotono, Michelle emise un gemito soffocato "Allora dove andiamo?  Dovremo pur salvarci la reputazione, no? Andiamo da qualcuno, potremo discutere meglio" disse Arianna "Perché non andiamo da Veronica?" propose di nuovo Michie, "Non se ne parla! Mia mamma è a casa oggi, farebbe subito delle domande!" protestò Veronica "D'accordo, allora...." "Allora andiamo a casa mia, potrò torturarvi meglio, che qui davanti a tutti!" concluse Vanessa rimboccandosi le maniche, le tre ragazze impallidirono violentemente (su Veronica era improbabile scorgere segni di rossore o di schiarimento, per via  della sua carnagione scura), senza fiatare le cinque amiche e Jack e Gordon sellarono le bici e raggiunsero in un'ora casa De la Rose. "Non si è mai vista una situazione del genere!" esclamò esterrefatta Sandra a Veronica mentre  tutti scendevano ripidi verso una macchia d'alberi tra i quali la villetta di Vanessa ,"Come pensi che ci ricorderanno?" Veronica preferì non rispondere, non s'immaginò nemmeno cosa potessero pensare i suoi futuri eredi, se un giorno avessero scoperto che la loro madre era stata cacciata da scuola assieme ai suoi amici e che per un pelo aveva rischiato la pelle......

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 4

BIG PROBLEMS

 

Vennero dentro a passo silenzioso: i muri  rivestiti in legno di pino, il soggiorno, allegramente decorato con tappeto e mobili e vari piattini, pentole di rame con su disegnati animali fantastici. La cucina era di legno anch'essa come tutte le altre stanze, una piccola stufetta poggiava contro il muro, affianco al lavello e all'acquario dei pesci rossi, le stanze erano piccole ma confortevoli, i letti comodissimi e sulle testate anteriori e posteriori erano intagliati due grandi cuori, i bagni avevano i rubinetti d'ottone elegante e luccicante. Queste caratteristiche facevano casa De la Rose la più accogliente dimora inimmaginabile! Anche Vanessa in persona lo sapeva, e di questo era contenta..... "Venite, appoggiate gli zaini qui, oh … che sole! Andiamo in cucina, deve esserci il gelato di mamma" disse Vanessa distrattamente, gli altri corsero in fondo alle scale e le scesero in fretta, la cucina era in mezzo ad un bagno di sole, “Mia mamma ha preparato il gelato ieri sera, c’è con le noccioline e cioccolata, crema, amarena, banana, fiordilatte e.....menta verde con scaglie di cioccolato!” disse Vanessa aprendo il frigorifero “Prima di ammazzarci, facci mangiare in pace, almeno andremo in paradiso con un buon ricordo” disse Arianna ironica, Veronica e Jack scoppiarono a ridere, Michelle abbozzò un sorrisetto ma Vanessa non rise, fissò i suoi amici con  uno sguardo assassino, “E per colpa vostra, anche io mi sono dovuta beccare la ramanzina.... quasi quasi andrei dalla prof a spiegarle la situazione, non cado nel  fosso con voi!” esclamò brandendo il cucchiaio come una lancia e sfoderando un sorriso maligno che fece brillare i suoi occhi smeraldo. “Tu non vai da nessuna parte, resti qui e ci aiuti a sistemare la situazione! Ci sei anche tu e con noi  chiaro?, e resta qui!” disse Arianna “No, io...io non sto qui  con voi!Oppure......” “E lo zio Albert? Eh? Chi ci pensa a lui?” chiese Veronica esterrefatta “Oh, non essere ridicola....” le disse Michelle “Non sono ridicola è che in questa situazione nulla cambia e vorrei saperne qualcosa di più, altrimenti me ne vado a casa, parto da sola e..... amici come prima!” saltò su Veronica quasi urlando, Michelle si zittì offesa. Incrociò le braccia e rimase a guardare gli altri. “Calmiamoci tutti, Veronica siamo al 12 Giugno, tante cose possono succedere ….” sospirò Sandra, Veronica le lanciò un’occhiata di fuoco “Invece di stare qui a ciondolare per nulla....mettiamoci a fare qualcosa” disse Gordon, prese dallo zaino un pacchetto di sigarette e ne offrì a Sandra, Jack e Michelle. “Per esempio?” chiese Veronica sgarbatamente “Cercare informazioni su questo zio, programmare la partenza (magari anticipandola di poco) e vedere se i nostri genitori non hanno già programmato qualcosa” spiegò il ragazzo “Ma tu non venivi?” gli chiese Vanessa”Mio padre mi ha detto che andrà a trovare alcune persone in India, mi ha detto anche che se voglio posso stare dai nonni oppure, no” buttò li Gord aspirando dalla sua sigaretta “Io, ho deciso che verrò, tanto ormai.....” disse Vanessa scoraggiata “Bene, ma adesso?” chiese Arianna “Adesso cosa?” disse brusca Vanessa “Adesso vediamo come cavarcela!” strillò Arianna, poi d’un tratto scoppiò in lacrime “Cos’ hai?” le chiese Michelle avvicinandosi all’amica singhiozzante e lanciando a Vanessa un’occhiata spettrale “Oh, non posso venire con voi, se vado al mare, con tutta quella sabbia e quel caldo mi si seccherà la pelle!” piangeva la ragazzina, Gordon sbuffò “Tranquilla” le disse Michelle “No! E i miei capelli? Poi col sole della campagna si rovineranno tutti e.....!” Arianna  ricominciò a piangere “Quante storie!” bofonchiò Jack, Gordon non disse nulla. “Oh, ma pensa un pò alle discoteche, i pub, le nottate brave, i ragazzi e il mare!” disse Michelle nel tentativo di dissuadere l’amica “E pensa anche alla campagna, la spiaggia, la bella gente e.....”, Arianna ululò in tono straziante e melodrammatico, Michie guardò Vanessa come per dire “visto? Sei contenta ora?”. “Bene, allora ve ne andate tutti a casa a farvi i fattacci vostri perché io mi sono stufata!” esplose Vanessa rabbiosa. Mezz’ora dopo si trovavano sul ciglio della strada, in sella alle loro bici e con un’orrenda sensazione allo stomaco.

Veronica aprì il cancello di casa sua, le luci erano accese, spalancò la porta  ed entrò in casa dove vi trovò sua madre e sua sorella impegnate a manovrare quella che sembrava la produzione di un vaso “Ciao!” salutò “Ciao tesoro” “Ciao …”, andò nella sua camera dai muri fuxia e dalle tende cobalto, lanciò il suo zainetto sul lettone. Si guardò attorno e provò a pensare a quello che  da li a poco sarebbe potuto accadere.... ma era solo l’inizio …. Mancavano solo nove giorni alla partenza, bisognava organizzarsi presto, trovare accordi giusti e cercare di non farsi intralciare dalle pretese dei genitori che in quel momento erano sempre più concentrati a ricevere il tanto atteso stipendio mensile, lo squillo del telefono interruppe i suoi pensieri, alzò la cornetta “Pronto?” s’udì un sommesso brontolio, come se dall’altra parte ci fosse stato un orso molto grosso “Pronto? Vanessa sei tu?” domandò Veronica “No, sono io” rispose una voce, le parole non ebbero neppure la rabbia con le quali le aveva udite “Cos’hai Sand?” sospirò in tono lamentoso ed accennando ad un sorrisetto scherzoso “Indovina...” “Dunque … tua mamma ti ha appena detto che sei stata una brava ragazza e che per premio ti porterà ad Hong Kong!” buttò li Veronica in tono scherzoso “Ma sfotti anche!” protestò Sandra “Volevo tirare su un pò di umore allegro” si giustificò Veronica con vocetta mielosa “C’è poco da tirar su, qui le cose sono peggio di prima” protestò Sandra con rabbia, Veronica ridacchiò sotto i baffi “I nonni vengono dopodomani e non so come fare, giuro che se portano il Vu Gong e Nasi Ghoreng glieli faccio ingoiare!” esclamò la ragazza furente “Su su ,dopotutto la roba cinese non è male” scherzò Veronica tranquilla, dall’altra parte s’udì ancora quel sordo ringhiare, allora chiese “Di un po’ … da quand’è che ti piacciono i grizzly?” “Cosa centra con tutto questo … scusa …?” chiese Sandra confusa “Toglimi una curiosità …, c’è un orso lì con te? Passamelo, così gli dico di non...” “Ma brava! Oltretutto continui a  fare  spirito, bell’amica!” piagnucolò Sandra stizzita pestando i piedi “Ma no! E’ così strano vederti seria, di solito è raro...” spiegò Veronica “Sono una buffona vero?” ammise sconsolata Sandra, ed aggiunse in tono permaloso “Però non prendere tutto per scherzo!”, poi, non si sa come scoppiarono a ridere, risero così forte che la madre di Veronica piombò in camera sua convinta che alla figlia stessero venendo le convulsioni, Veronica salutò Sandra, e s’appoggiò al letto con le lacrime agli occhi. “Era molto divertente?” volle sapere la madre “Un pò...secondo te?” disse Veronica alzando lo sguardo “Cos’avete di strano, ultimamente hai una certa fretta, oggi sei arrivata a casa prima, un silenzio....c’è qualcosa che non so?” chiese sospettosa la donna “Nulla di che preoccuparsi mammina!” cinguettò Veronica sbattendo le ciglia. “Cara mamma, oggi a scuola mi hanno cacciato, ho uno zio misterioso e a fine Giugno lo andrò a trovare, saremo solo io e le mie amiche e Jack e Gordon” cantilenò Veronica mentalmente, sorrise, magari lo zio poteva essere anche giovane... poi un pensiero la colpì: ma se quello era il suo prozio allora... era il figlio  o il fratello di suo nonno o sua nonna, ma paterni o materni? D’istinto aprì un cassetto affianco a se e ne estrasse l’album di foto, lo sfogliò entusiasta: ecco la foto del suo battesimo, lo zio doveva esserci sicuramente, lo cercò e lo cercò, ma s’accorse che, nonostante le ricerche lo zio non lo aveva ancora visto! Ma se quello era lo zio di Vanessa, Michelle, Arianna, Gordon, Jack e Sandra allora doveva essere presente anche ai loro battesimi, eppure nemmeno un biglietto, neanche un giocattolo o una foto né un abito sembravano esserle stati conferiti da uno zio.... che strano, ma quando sarebbe stata a Valverde avrebbe chiesto qualunque cosa allo zio Albert Pondrelli!

“Pondrelli, Pondrelli.....” se allora fosse esistito si sarebbe fatto vedere prima e non quando ormai aveva quattordici anni! “Magari è stato allontanato dalla famiglia, o avrà tolto i contatti” le disse Arianna, quando Veronica le telefonò riferendole tutti i suoi dubbi “Strano, io non ho ricordi suoi... a quanto pare non era granché importante come prozio, eh, lo zio Albert” disse Ari “Magari sarà stato via..da qualche parte” aggiunse “Si, d’accordo ma per tredici anni? Senza contatti né nulla? Poco normale, piuttosto insolito direi!” esclamò Veronica “Bah, secondo me sei troppo fissata, magari neppure tu ci tenevi” buttò li Arianna “Neanche io, mi sembra così strano, che solo ieri ha scoperto di essere nostro zio, e ti chiedi mai perché proprio di noi! Capisci? E’  come se un giorno scoprissi che Pauline Potraiz è mia madre” esclamò Veronica scettica “Strano sì ma avremo occasione di scoprirlo dopo, intanto... devo salutarti, ho poco tempo, devo lavarmi e cenare....” la ragazza fece per riattaccare quando un’idea la colpì, e con voce priva di espressione biascicò “ Ti consiglio di stare attenta, non che tu sia all’inconscio di quel che fai, ma … ecco … da recenti esperienze che ho avuto … insomma … potrebbe trattarsi di qualche malintenzionato disposto a rapirci per chiedere soldi alle famiglie. Devi sapere che, quattro anni fa andai in Francia con i miei, mio padre aveva un suo amico che viveva là, il quale ci disse di aver trovato per noi delle stanze in un albergo di lusso in pieno centro a Parigi … dunque … quella fu l’occasione in cui non rivide più mio padre … perché il cosiddetto albergo era in realtà un … una topaia lurida piena di barboni, alcolizzati ed adolescenti con gli ormoni completamente partiti! Quindi non sempre la fortuna fa il tifo per te …“ “Non ho detto questo” ribattè Veronica “Oh, no … no … come non poterlo immaginare … tu sei perfetta, no … ah … per la cronaca … dovesse capitarci nulla mentre siamo là, io verrei a farti i miei più devoti complimenti, in caso contrario … la prima a rimetterci sarai tu! Non so se mi spiego … se a me , Michelle  o agli altri dovesse succedere qualcosa di grave … che la colpa sia di chiunque … pagherai tutto tu, e la tua famiglia. Non te lo dico perché è amicizia … sono troppo carina per finire sui giornali … adiòs!“Arianna congedò Veronica che riattaccò perplessa. “Cos’è questo mistero? Di chi state parlano?” chiese Sylvia irrompendo nella stanza della sorella minore “Fatti i fatti tuoi, non è il caso di dirlo!”rispose Veronica, sua sorella le mostrò la lingua e sparì, quella era stata davvero una giornata stressante!

 

 

 

 

 

 

Capitolo 5

VALVERDE DI CESENATICO

20 Giugno arrivò con ansie e paure, qualche giorno prima della partenza Veronica cominciò a riflettere su come avrebbe fatto per depistare lei stessa e la famiglia, ma come avrebbe fatto? “Potrei bloccare il treno” pensò “O magari prenderne un altro ,di soppiatto,senza farmi vedere!” “Magari verremo a prenderti noi, dici ai tuoi che hai lasciato qualcosa in macchina e mentre scendi vieni con noi” le proposero Arianna e Michelle, “No, devo creare una situazione particolare....o darmi per dispersa oppure....quando loro non ci sono io scappo!” disse Veronica “Ma vai, no? Il Belgio è la mia città natale!” disse Vanessa “Lo so, ma io voglio andare dallo zio!” rispose cocciuta Veronica, Vanessa sospirò. “Vedrò cosa fare....” disse Michelle. La sera prima della partenza la famiglia Smith era riunita in cucina per una sistemazione da viaggio, “Chissà come sarà contenta Midge di vedermi” disse la madre “E Alan mi farà un sacco di complimenti!” esclamò il padre “Tu, Veronica sei  grande, potresti giocare con i più piccoli” esclamò la madre mentre affettava una carota dalle pronunciate dimensioni “Io, giocare con quei due?” chiese esterrefatta Veronica “Perché no?” domandò il padre “Papà Will e Grace hanno solo otto e sei anni” disse Veronica “E allora? Potresti fare amicizia!” disse la madre continuando ad affettare, “E credo che venga anche lo zio....? Come si chiama?” disse Sylvia confusa “Albert!” esclamò Veronica “Ma che dici?” sbraitò Sylvia, la madre riprese entrambe “Sylvia!!” strillò la donna stizzita, la figlia maggiore bofonchiò qualcosa come “Uscita … fuori come un balcone …”, “Comunque, hanno detto che per le otto va bene!” rispose il padre “Per le otto?!” esclamarono le due figlie “Oh si, di sera” completò Darren Smith, “Stasera tutti a letto, domani si parte alle sei in punto, e il treno parte alle sette e venti, abbiamo mezz’ora di tragitto fino alla stazione, la carrozza  è la 29, posti a sedere 11, 12, 13, 14, c’è anche il vagone ristorante” disse Pauline Smith, si voltò verso il marito e le figlie ,“Bene, ho finito, lavarsi i denti, e a nanna!”, con passo lento si diressero tutti al bagno, Veronica fece tutto in modo febbrile, andò persino a letto con il tovagliolo della cena ancora appeso al collo. Per tutta la notte non fece che girarsi e rigirarsi nel letto, era emozionata, non dormì. Il giorno dopo s’alzo alle cinque e venti, si lavò silenziosamente, non mangiò ma attese impaziente che anche gli altri si svegliassero. Quella fu una mattina insolita: Pauline Smith, correva per casa con i bigodini in testa e l’asciugamano avvolto  al petto, il marito brontolava perché le sue scarpe lucide erano sparite, Sylvia strillava isterica perché il gatto s’era mangiata la sua crema per capelli, le si era rotta la confezione di lacca e si era spezzata un’unghia, Veronica fremeva impaziente in salotto, “Cosa fai? Sei già sveglia?” le domandò la madre piombando il cucina con phon e spazzole, Veronica annuì “Allora aiutaci, invece di rimanere lì come una scema … fila a prendere le valigie!” , al piano di sopra s’udirono dei lamenti, tra i quali il terrorizzato miagolio del gatto “MAMMAAAA!” “PAULAAAA! DOVE SONO LE MIE SCARPE? “Se andiamo avanti così perderemo il treno” si lamentava Veronica mentre lanciava le valigie per tutta la casa, riempì quella di Sylvia gettandoci dentro di tutto e alla rinfusa, lasciò a metà quella dei genitori e fece la sua in maniera accurata ma con la testa altrove …. Dopo tre quarti d’ora la faccenda era risolta, e la famiglia si trovava in macchina, “Siamo in ritardo….” esclamò il padre con rabbia, a Veronica squillò il cellulare “Vero … noi siamo al binario 5, tu dove sei?” chiese la voce affannata di Vanessa “Io devo arrivare, cerchiamo la carrozza 29...!” rispose Veronica “D’accordo, ci vediamo là!” disse Vanessa. Arrivati alla affollatissima stazione, gli Smith si fecero largo tra borsoni, persone di fretta ed un rumore fortissimo “Dove sei 29 ?”pensò Veronica mentre con il suo trolley zigzagava tra la folla che si faceva sempre più fitta, poi lo vide, in fondo alla fila di binari, le sembrò di scorgere Jack all’entrata che si guardava intorno, come se la stesse cercando. "Devo sbrigarmi!" pensò Veronica mentre passava attraverso un signore ed un ragazzo indiani, seguiva la famiglia con passo malfermo, salì sul treno, sul primo momento pensò di darsela a gambe, scappare in mezzo alla confusione e raggiungere Jack con gli altri, poi pensò di bloccare il treno appena quello sarebbe partito, si guardò attorno nel tentativo di scorgere una maniglia ed un punto ben nascosto dal quale tirare la leva e bloccare il binario, "Magari mentre mamma e papà vanno a prenotare il vagone ristorante" pensò, poi decise che era cosa sbagliata,e troppo pericolosa, si sedette con calma affianco a sua madre e ogni tanto lanciava uno sguardo fuori, scorse Arianna e le rivolse un sorriso birichino, la ragazza ammiccò furbamente, si posò un dito sulle labbra e sparì. Alle sette in punto il treno partì, Veronica guardò fuori, la vegetazione che sfrecciava sotto i suoi occhi, i colori che si mescolavano e la gente che guardava quel finestrino, lei, Veronica Smith, tranquilla studentessa dall'aria svampita, lei stessa stava per commettere un reato, mentre scivolava dietro ad una tenda per fermare la carrozza; la madre disse: Vado con vostro padre a prenotare il vagone ristorante!" e fecero per alzarsi, ma d’un tratto un forte scossone bloccò il treno, le luci si spensero e’udirono urla agghiaccianti. Poi una donna urlò che la stavano derubando, e di nuovo strilli di bambini piccoli “E ora che combino?” pensò la ragazza, il capotreno consigliava alla gentile clientela di mantenere la calma, un vecchio minacciava di chiamare la polizia, allora Veronica afferrò la sua valigia ed ignorando le proteste e le urla della sorella che era rimasta chiusa in bagno e al buio, sorpassò un paio di bambini e per sbaglio calpestò le dita di una vecchietta tramortita dal caldo e uscì dalle porte che in quel momento s'erano aperte. Appena scesa si guardò intorno, qualcuno l'afferrò dalla manica e la trascinò sotto una tettoia al riparo dal sole. Veronica si voltò e si trovò faccia a faccia con Jack, "Vieni, c'é un pulmino fuori dalla stazione, hai le valigie?" "Sì!" rispose Veronica, con passo goffo raggiunsero la stazione affollata, in dieci minuti  furono fuori dal trambusto mattiniero. "E' là!" disse Jack indicandole un pulmino azzurro parcheggiato di fronte ad un bar, salirono, in fondo alla vettura sedevano Sandra, Gordon, Arianna, Michelle e Vanessa vestiti in maniera molto colorata, "Ciao amica! Ce l'hai fatta?" scherzò Arianna  agitando la mano decorata da braccialetti tintinnanti, Michelle, al suo fianco s'era fatta la permanente ai capelli biondi che ora erano molto gonfi e dorati, l'autista mise in moto il pulmino, con un rombo  tremulo la vettura partì "Non ci crederai ma c'abbiamo messo tutta la notte per programmare quest'uscita di programma!" disse Arianna sventolandosi con un coloratissimo ventaglio rosa "Che é venuto male! Potevamo farle una sorpresa no?" disse Gordon, "Ma voi pensate che io ci creda a questa storia?" chiese Veronica scettica, Arianna e Gordon si strinsero nelle spalle, il pulmino avanzava, in tre ore raggiunsero l'autostrada, "Abbiamo fatto male, ora i suoi genitori la daranno per dispersa! Avranno chiamato la polizia!" sbraitò Gordon "Hai ragione, se ci troviamo i  carabinieri alle calcagna per me é la fine!" esclamò Michelle "Allora potevate organizzarvi meglio, anziché rapirmi in quel modo" disse Veronica "Non sapevamo come fare, non dovevamo farlo sapere!" disse Jack "Si ma ora la situazione è grave! Se chiamano la polizia..."  "Lo zietto  aggiusta tutto vedrai…!" le assicurò Sandra "Ma non dire scemenze, lo sai che non è possibile, neanche lo conosciamo, magari è un mafioso che … oh … basta!" disse Veronica esasperata.  Presi dall'emozione, in pochi secondi s'addormentarono.

Dopo ore che parevano secoli Veronica aprì gli occhi, e per poco non cacciò un urlo per la  sorpresa; il pulmino azzurro sfrecciava in mezzo ad una larga strada, sui marciapiedi s'innalzavano grandi discoteche, bar all'avanguardia, lidi sulla  spiaggia, alberi grandi, hotel, case colorate a due piani e gente abbronzatissima, insomma il turismo fiorente! "Sto sognando!" pensò, poi si sporse in avanti e domandò all'autista "Scusi dove siamo?" "A Cesenatico, tra cinque minuti saremo a destinazione, vi dovrò lasciare davanti ad un lido, lì c'é la persona che può condurvi a destinazione" rispose l'autista "E perché non ci può portare lei?" chiese Veronica "Perché io faccio viaggi organizzati, la vostra casa sta fuori dal mio percorso, ci si arriva in un altro modo!" proseguì l'uomo ed aggiunse "Intanto, se vuoi dormire ancora...", ma Veronica non aveva sonno, voleva guardare le strade, i grattacieli e la gente multietnica che camminava sui marciapiedi, i venditori ambulanti sulle strade o sulle spiagge, ma soprattutto, l'infinita distesa all'orizzonte: il mare.

Svegliò Michelle con uno scossone, "Che bello! Arianna guarda, ci sono i bar e le discoteche!" esclamò eccitata, Arianna si svegliò con un brontolio, e cominciò a squittire assieme a Michelle ad ogni bella cosa che capitava davanti a loro, "Da sogno!"commentò Arianna sistemandosi in testa il grazioso cappellino a fiori azzurri e arancio e stirandosi il lungo vestito pervinca. "Non vedo l'ora che arriviamo, ma ... perché rallentiamo?", il pulmino si era fermato accanto ad un bagno marittimo "Dovete scendere, lì dentro, al bar c'é un mio collega che vi porta a casa di vostro zio!" spiegò l'autista. Anche Sandra, Vanessa e Gord e Jack si svegliarono ("OOOh!") e con foga scaricarono i bagagli, Vanessa ringraziò l'autista che ripartì "Ahh … che bel sole!" esclamò Arianna stiracchiandosi, parecchi ragazzi che passavano applaudirono non appena scorsero il  suo vistoso decolté , "Entriamo laggiù, deve esserci qualcuno" disse Jack, attraversarono il piccolo ponte che conduceva ad un bar fuori dal quale stava seduta parecchia gente in costume. Entrarono , dietro ad un bancone era seduto comodamente un grasso signore in canottiera e bermuda, con un giornale sugli occhi, russava terribilmente forte. "Ehm…, scusi, vorremmo un' informazione" disse Vanessa titubante, l'uomo grugnì e continuò comodamente a ronfare, "Lei, scusi... vorremmo un'informazione su un posto, ce la può dire?" chiese Arianna gentilmente(alzando ulteriormente il volume di voce), l'uomo neanche la sentì, allora Michelle gli si avvicinò e portando un giornale arrotolato alla bocca gridò "Scusi lei, razza di idiota, vorremmo un'informazione! Invece di dormire ascolti la clientela, cosa l' hanno assunta a fare … vorrei saperlo...!", finalmente l'uomo si svegliò di soprassalto e scrutò le ragazze assonnato "Ehm, Ehm, buongiorno signorine e signori, volete?" "Noi vorremmo un'informazione: un suo collega ha detto che lei poteva aiutarci a trovare una casa" disse Michelle sull’orlo di una crisi di nervi "Sì, Pondrelli Albert, lo conosce?" esclamò sbrigativa Veronica con tono professionale, a quelle parole il grasso signore ebbe un fremito, impallidì ,inspirò ed espirò velocemente, si chinò a raccogliere un grosso elenco con modo febbrile "Io, sono dipendente del comune, sapete, ho molto lavoro" borbottava balbettando imbarazzato, aprì una pagina con mano tremante, si girò dando le spalle ai ragazzi, fotocopiò qualcosa che consegnò a Michelle "Ecco fatto cara, serve altro?" sembrava piuttosto spaventato, come se quella faccenda fosse da eclissare al più presto, Veronica osservò il foglio che Michelle teneva in mano: era un biglietto con su scritto l'indirizzo dello zio Albert.

 

ALBERT PONDRELLI

VIA DEL SALICE PIANGENTE BRUCIATO

E SPEZZATO DAL VENTO N. 85-1

VALVERDE DI CESENATICO

 

"Ma che razza di indirizzo é?" esclamò Gordon "Piuttosto insolito!" disse Arianna con un filo di voce "Se gli alberi sono ridotti così là non m'immagino le persone!" disse Veronica "Ci porti lì!" ordinò Jack. Venti minuti dopo un'auto rossa tutta sgangherata e scoppiettante parcheggiò su una strada sterrata di campagna, da essa scesero ragazzini, dall'aria insolita, vestiti in maniera colorata, con sé portavano grandi trolley da viaggio. L'auto partì rombando e lasciandosi dietro una fumana nerastra e puzzolente che fece tossire Sandra "Strano tipo …" sbuffò Arianna, e si voltò verso la casa alle sue spalle, anche gli altri si voltarono e rimasero di sasso davanti a quella casa: l'edificio era imponente, a tre piani, le finestre del secondo piano erano rotte, come tutte le altre d‘altronde, avevano le persiane scolorite, da alcune persino mancavano gli scuri, o ad altre entrambi, il tetto aveva alcune tegole rotte,e nel punto in cui doveva esserci la soffitta, mancava un pezzo che rivelava un enorme squarcio deformato, tutt'attorno, nel giardino era popolato da piante di natura mediterranea che ora erano rinsecchite e cotte dal sole, sotto un pino stava un dondolo arruginito e invaso dai ragni,…..di salici piangenti  neppure l'ombra, sempre nel giardino, sul retro c'era una piccola tettoia che fungeva da garage, sotto  alla quale c'erano un vecchio taglia-erbe  e alcuni vasi, tutt'attorno solo campagna desolata, non c'era altro che ciuffi di piantine verdi e giovani che spuntavano dalle zolle di terra rimosse. "E questa sarebbe la...." disse Arianna senza parole "Siete sicuri che sia questa la casa?.., eppure..." disse Michelle confusa riguardando l'indirizzo "   Controlliamo subito… Jack! Vai a controllate se l'indirizzo é quello giusto!" ordinò Arianna, il ragazzo la guardò ma non fece nulla, Arianna ripeté l'ordine ma lui rimase  dov'era "Ascolta tu… brutto ignorante, sei venuto con noi e ora cerca  di renderti utile, per l'ultima volta vai a controllare!"  Questa volta il ragazzo si mosse, mollò un potente calcio al cancelletto d'entrata, scavalcò le piante secche e raggiunse con passò malfermo la porta, socchiuse gli occhi in cerca di numeri identificabili sotto al  campanello, poi, vide, semisepolto dalla polvere  un numero, lo pulì dalla sporcizia di secoli : era il numero dell'abitazione. "C'é il numero!" urlò "Guarda bene!" gli rispose Arianna "Certo che ho guardato bene, brutta befana" bofonchiò a denti stretti, si chinò e in fondo, contro il muro vide un bottoncino arrugginito, lo premette e si raggelò dietro a quello che sembrava un urlo agghiacciante! Persino Veronica lo udì, si voltò di scatto in direzione di Jack, che  si era irrigidito, lo sguardo fisso al piano superiore "Jack, tutto ok?" domandò, il ragazzo non rispose"Jack, mi senti? Jack!" chiamò di nuovo la ragazza, questa volta il ragazzo si voltò, con passo veloce raggiunse gli altri, "Stai bene?" gli chiese Sandra, "Si, sto bene, adesso che si fa?" domandò con voce tremante "Ma stai bene davvero?" ripeté Veronica scrutandolo "Sì, sta bene, andiamo allora a  vedere l'accogliente casa dello zio" disse Vanessa poco convinta "Noi là non ci entriamo!" esclamarono assieme Arianna e Michelle incrociando le braccia "Vorrà dire che non verrete!" disse Gordon sbrigativo, "Te la senti?" chiese Veronica a Jack, che annuì, lo sguardo basso. “Veronica, basta con le carinerie … finge di stare male, oh povero lui! Strillò Arianna con un  tono melodrammatico, accompagnando le parole con un finto svenimento.Con un colpo secco la porta s'aprì, e Gordon entrò nella casa, era buio totale, "Che puzza…..!" gemette Arianna tappandosi il naso, Veronica avanzò lentamente, si trovavano sul pianerottolo, "Zio Albert!" chiamò, non ebbe risposta, ripeté ma s'udì solamente il rimbombo della voce. "Forse sarebbe meglio tirare le serrande!" disse e si voltò nel buio, "Forse dorme …" disse Sandra, si guardò intorno "Non credete che sia meglio....." "AAAAAAAHH!"strillò Arianna "AAAAAHG!" strillò Michelle "AAAAH! AAAH!" urlarono Vanessa e Gordon, "Calmi, ho solo tirato le serrande, quanto siete tesi?" sospirò Veronica. La luce del sole entrava debolmente attraverso la finestra arrugginita, nonostante il pianerottolo fosse illuminato, il buio tetro era rimasto in alcuni punti, a sinistra c'era la cucina, in pessime condizioni: la struttura di legno formava una L lungo i muri, tutt'assieme erano mobili, dispensa, lavello, frigo e vari cassetti, il lavello era infestato da ragni e da bruchi molto grossi, la polvere ricopriva ogni singolo mobile, al centro della cucina stava un largo e lungo tavolo al c'entro del quale giaceva una grande farfalla morta, le piastrelle dei muri erano di un orribile verde scuro,che sembravano non aver mai visto una spugna! Il frigo era molto capiente, vuoto, e  che conteneva un enorme ragno pelosissimo! Di fronte alla cucina c'era invece il salotto:tutto sporco e pieno di ragnatele, il grosso divano che una volta era stato grande e spazioso, ora era ridotto ad un ammasso di pelle e legno, dal quale spuntavano pezzi di molle con strane angolature, le finestre erano ornate da bellissime tende di seta indiana, ma che col tempo si erano rovinate ed erano tutte strappate e bruciacchiate ai bordi, il televisore era impolverato ma dall'aspetto resistente, subito dopo l’ all'entrata stava un grosso armadio, il sottoscala era affianco. "Che schifo….!" commentò Arianna, che, non aveva tutti i torti, "Io qui non pulirò mai, sia chiaro!" dichiarò Vanessa, "Io cercherei lo zio Albert!" propose Veronica infastidita da tutti quei commenti inutili, e cominciò a salire ai piani superiori "Cosa? Non avrai intenzione di salire lassù, spero! Ci sarà un mucchio di sporcizia!" gracchiò Arianna schifata "Io salgo con Veronica" disse Vanessa, con quel suo tono calmo che faceva venire i nervi, salirono la scala di legno e si ritrovarono ai piani superiori: le stanze del primo piano erano in tutto tre, con letti matrimoniali, in fondo al corridoio c'era uno sgabuzzino con dentro un materasso e alcune scope, tutte le camere da letto avevano due finestre, un armadio capiente(che era infestato da tarli, pulci e pidocchi), i bagni erano d'artigianato costoso, i rubinetti d'ottone prezioso e gli specchi di vetro pregiato. Le docce erano in ceramica con le mattonelle giallo arancio, "Oh, che bello, un letto comodo! Michie, vieni sistemiamoci qui!" disse Arianna entrando nella stanza in fondo, quella coi muri rosa shoking "Un letto, che bello!" cinguettò avida Michelle saltellando, si voltò e si lasciò cadere sul materasso, ma si rialzò quasi subito con un grido: una molla era saltata via e sul letto, più precisamente, sulla sopracoperta autunnale era appallottolato un grosso scarafaggio marrone! "Cos'era? Che schifo!" strillò Arianna, fece per uscire, ma inciampò in Michelle e cadde lunga distesa, trascinando l'amica con sé. Rimasero annaspanti sul duro pavimento legnoso in preda a tremendi lamenti. "Visto?" disse con vocetta  acida  Sandra agitando i grassi fianchi e facendo una linguaccia alle due ragazze in terra, si voltò e tornò dagli altri. Veronica e Vanessa stavano ispezionando il bagno più grande, il secondo, nel quale stava una larga vasca di marmo, che ora si presentava con scorticature rugginose, era lercia e logora, puzzava di marcio. In terra, vicino al  lavandino stava un grosso topo stecchito. "Faremo meglio ad evacuare" disse Veronica fissando con profondo disgusto il corpo del roditore, "O’ … dare una sistematina … questa catapecchia crolla a pezzi!" esclamò Arianna evidenziando le parole con profondo disgusto e guardandosi attorno e storcendo il naso .“Di sopra ci sono solo la lavanderia, un'altra stanza e la soffitta", disse Michelle ,apparendo dalla porta in fondo, aveva i capelli intrisi di ragnatele "E' un delirio!" sospirò esausta. "Che ne dite se ce ne andiamo in albergo?" propose Gordon che desiderava essere a casa prima ancora di arrivare lì, Arianna lo guardò con malignità "Già, perché no! Bravo Gord, potremo" "Io non sarei d'accordo, se arriva lo zio Albert come facciamo?" chiese Vanessa "Lo zio Albert, sarebbe meglio che sistemi questa casa prima di farla abitare!" ribatté Arianna in tono strafottente ;"Forse non avrà i soldi …" rispose Vanessa "Infatti,si vede..." disse Arianna guardando le ragnatele "Allora lo faremo noi! Un pò di fatica non guasta,  non trovi…? Almeno sarà più contento!" ribatté Vanessa "Non vorrei interrompervi, ma vi siete accorti che da qui al paese ci vuole un'ora e mezza di cammino a piedi?" disse Veronica "Hai ragione!" esclamò Michelle "Mpf…, chiameremo un taxi!" continuò Arianna spavalda, arricciandosi una ciocca castana. "Ma ci vuole l'assenso degli altri!" l'apostrofò Sandra "Andremo solo noi, Michelle chiama un taxi!" rispose sbrigativa Arianna, mentre l'amica estraeva il suo nuovo telefonino dalla borsa, "Allora andiamo anche noi!" s’arrese Vanessa "Non incolparmi se lo zio Albert s'arrabbia!" "S'arrabbia, s'arrabbia..." le fece  la eco Ari mulinando i lunghi capelli "Ari, non so per quale motivo ma il cellulare non prende" si lamentò Michelle, l'amica le prese il cellulare dalle mani con fare brusco e si mise fuori della porta agitandolo in cielo "Dannazione, non prende! Ma che razza di aggeggio hai comprato che nemmeno funziona!" esclamò irata  inveendo contro la povera Michie che rimase zitta "L'avevo caricato sai? Forse è la zona  scoperta di campo " disse "Ah … davvero? Beh...allora vediti di comprartene uno nuovo perché quel bagaglio di cellulare, che non so nemmeno in quale posto l'hai preso, fa schifo! Dove l'hai comprato, eh? Al mercatino dei cinesi? A cinque euro?" esclamò Arianna, Michelle si zittì furibonda, poi all'improvviso scoppiò in lacrime. "Scusami, mi dispiace, non volevo, Michie … davvero" si scusò poi Ari "N...non fa nulla, andiamo..." singhiozzò l'amica. Un'ora dopo erano in cammino sulla strada, avevano provato a chiamare un taxi ma al centralino nessuno rispondeva. "Meglio morti, che su 'sta strada!" protestò Arianna "E' tutta colpa di Vanessa!" disse Michelle che era tornata in sé ed aveva riacquistato la sua quotidiana arroganza, "Cosa centra?" saltò su Veronica bloccandosi d'un tratto a mettendosi a guardare Michelle, lei, Michelle, la grande amica di Arianna, una falsa ,ecco cos'era! "Io sono sempre stata tua amica no? Cosa ti ha fatto?" volle sapere Veronica "Cosa abbiamo fatto? Lasciaci in pace!" intervenne Arianna "Veronica parla troppo, sarebbe meglio che si facesse un esame di spirito!" disse Jack "Non ti ci mettere pure tu! E poi si dice di coscienza, non di spirito, ignorante !" ribatté la ragazza "Io dico come mi pare miss Smith!" disse Jack, terribilmente identico ad Henry "E io dico che sei un..." "Basta!" li interruppe Vanessa, "Affrettate il passo, non arriveremo, é quasi l'una". Esausti, arrabbiati, col fiato corto e i vestiti rovinati, i sette ragazzi raggiunsero il centro di Valverde, l'aria era fresca, si udivano le chitarre degli zingari, gli squittii dei peluche dei venditori ambulanti, le urla dei bambini, il profumo del mare... "Che bello …! Michie, andiamo in quel negozio laggiù, compriamoci dei bikini!" disse Arianna, in quattro salti furono dentro al PRENDISOLE, il negozio di articoli per la spiaggia, e vestiti estivi, "Guarda Ari, che bella minigonna, me la provo…!" disse Michelle, indicandone una tutta perline, catenelle e pizzi rosa chiaro ,Veronica osservò un due pezzi verde ,a cerchi blu scuro, odorava di nuovo, sopra alla cassa c'era in bella mostra un paio di occhiali fucsia molto moderni "IIIH! Michie guarda! Che begli occhiali, li voglio!" strillò eccitata Arianna indicandoli e saltellando freneticamente "Commessa, commessa!" chiamò Sandra, "Che razza di negozio è questo? La commessa non c'è...." "HEY!" urlò Gordon,  da una tenda affianco all'entrata era  uscita una ragazza, non poteva avere più di sedici anni…., era molto alta e magra, aveva i capelli lunghi legati in una treccia sottile, indossava un completino attillato, ai polsi e al collo stavano ogni genere di collanine, braccialetti, catenelle tintinnanti. La ragazza doveva aver riconosciuto il ragazzo perché spalancò gli occhi truccatissimi e gridò "GORDON! Sei proprio tu!?" "Tu!" esclamò Gordon, ed inspiegabilmente i due s'abbracciarono.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 6

MRS. K

 

Quando i due ragazzi si staccarono, s'accorsero che erano osservati da almeno una  quindicina di persone; infatti, attratta da quelle urla, la gente di passaggio s'era affacciata alla vetrina per osservare la scena. "Ragazzi, vi presento una mia amica, Mrs K!" la ragazza sorrise arrossendo violentemente. "Ma chi é tanto idiota da darsi un nome così?" bofonchiò Arianna sbucando da un camerino, "Gordon , sono così sorpresa di vederti! Ma da dove vieni adesso?" chiese la ragazza, parlava con una voce squillante e chiara. "Oh, io abito a Pievepelago, e questi sono i miei amici e amiche di scuola, siamo in classe assieme!" spiegò il ragazzo, poi si volse verso gli altri "Siamo stati fidanzati per molto tempo io e lei, poi è sparita...." "Oh, non essere sciocco! Te l' ho detto che avevo impegni da quando ho trovato un lavoro!" disse Mrs K, "Sono una giornalista free lance", spiegò quando vide gli sguardi interrogativi attorno a sé, "Ma piuttosto voi cosa fate qui? Siete in villeggiatura? Chiese sorridendo "Oh, si siamo ospiti di uno zio" disse Gordon "Io invece lavoro qui, d'estate, per guadagnare un pò di soldi, svolgo diversi lavori" disse la ragazza "Dove hai detto che stai? Da vostro zio? Dove? Potremo incontrarci..." "Oh, in campagna, dal prozio Albert Pondrelli!" rispose pronta Vanessa, quelle parole ebbero lo stesso effetto di quando Michelle le aveva pronunciate davanti al barista del lido, anche Mrs K impallidì, rimase a riflettere per un attimo poi mormorò "Non è possibile! Albert Pondrelli avete detto? In campagna?" "Sì" risposero  assieme i sette ragazzi, "In quella casa? Credevo fosse abbandonata..." disse la ragazza "Beh, in effetti è come se lo fosse" precisò Arianna "Lo sapevo..." sibilò Mrs K pensierosa "E voi sareste i nipoti di Pondrelli, cugini dunque!" disse "Noi...cioè....veramente...." balbettò Veronica incerta "Siamo amici" aggiunse  "Ma se avete lo stesso zio in comune, avrete anche gli stessi nonni in comune!" disse Mrs K aggrottando la fronte "Quindi non  siete cugini di terzo grado ma ….fratelli!" concluse. I ragazzi la fissarono ammutoliti, mentre l'assurdità si librava nell'aria "Noi? Fratelli?" disse Arianna guardandosi in giro come se cercasse un'indicazione che potesse affermare ciò, "Io, sarei tua sorella!" esclamò Sandra tutta contenta battendo le mani, Veronica l'abbracciò saltellando. "Tu saresti mio fratello? Ma che schifo, io che ti ho pure baciato!" esclamò poi Veronica risentita,  rivolgendosi a Gord "No, non è possibile! Tu non puoi essere mia sorella!" gracchiò con disgusto Arianna rivolta a Vanessa, si fissavano con puro odio  "Bisognerebbe fare degli studi accertati …" disse Gordon. In mezzo a tutta quella confusione l'unico che era rimasto neutro era Jack, sul suo volto si stava formando una smorfia, indecifrabile  che non faceva capire  cosa gli stesse frullando per la testa, Veronica capì al volo cosa stava pensando "E' arrabbiato perché sa che Gabriella non sarà affatto contenta!" e sorrise maligna al pensiero. "Vorresti fermarti da noi per pranzo? Magari possiamo stare assieme" propose Gordon a Mrs K, "Cosa? Io...beh non credo sia il caso, vedi Gordon, quella casa é il motivo per cui Albert Pondrelli è famoso, molti di qui sono certi che in quel posto ci sia qualcosa di...ehm...insolito!" rispose la ragazza, ed abbassò la voce in modo che solo il ragazzo la potesse udire "In quel posto, molti anni fa è morta una bambina, aveva la vostra stessa età credo di ricordare. Il motivo per cui è morta sta nell' inconscio collettivo, quindi è meglio che stiate attenti se non volete essere i prossimi!" "Ma allora perché non la demoliscono, visto che ce n'è  pure  bisogno?" chiese Gordon, Mrs K strabuzzò gli occhi e disse "Scherzi? Sarebbe la rovina dell'intero paese! Se la demolissero sai cosa succederebbe? Succede che questo paese  cadrà come una mosca nella ragnatela con ogni sciagura! Gordon, ascolta, te ne devi andare, quel posto non è sicuro, per nulla, ti consiglio,  libero di decidere, ma stai attento!" e gli lanciò un'occhiata desolata, da lontano, Gordon vide che Arianna li guardava male , si voltò verso la ragazza, non sapeva se crederle o no. E se la storia fosse stata vera? Quella bambina era davvero morta? Voleva dire che sarebbero morti  anche tutti loro? "Pondrelli questo  non lo sa, ma crede che siano tutte dicerie!" disse Mrs K  "Noi siamo suoi nipoti, no? E quindi? Cosa ce ne importa ?" disse Gordon mortalmente offeso per quella lugubre descrizione "Tu ascolti solo quello che dicono gli altri, hai sempre fatto così!" protestò il ragazzo. Mrs K s'ammutolì, gli voltò le spalle mormorando l'incomprensibile, si voltò verso gli altri e disse in tono cupo e carico di rimorso "Bene adesso, scusatemi ma il negozio chiude, dovete andarvene", "Io compro questi!" esclamò Arianna mettendo sul bancone dodici paia di bikini per lei e per Michelle. Quando uscirono dal negozio dopo aver fatto quei pochi acquisti, a spese di Arianna, Veronica s'accorse che molta gente li guardava in modo strano, e quando passarono vicino ad un gruppo di signori  anziani quelli con un balzo si fecero di lato, come se  volessero evitare un contagio. Entrarono in un piccolo ristorante, al loro passaggio molti presenti si voltarono a guardarli e alcune signore emisero urla spaventate. La notizia sull'arrivo dei nipoti di Albert Pondrelli si era diffusa a velocità impressionante! "Tutta colpa della tua amichetta impicciona!" sussurrò Arianna furente a Gordon, "Se non fosse stato per quella lì...". Si sedettero ad un tavolino ed ordinarono alcuni panini e  del succo d'arancia. I panini arrivarono belli caldi ma invece di venire consegnati ai proprietari dal cameriere furono appoggiati su un tavolino, un bambino curioso s'avvicinò ai piatti, con l'aria affamata , dalla taschina della camicia gli cadde un carillon, Sandra si chinò per raccoglierlo, ma una donna(forse la madre del piccolo) la vide e urlò "Giù le mani da mio figlio ,strega!", Sandra alzò il viso verso la donna e le disse che il bambino non l'aveva neppure toccato "Samuele sa benissimo camminare! Tu non devi assolutamente toccarlo, strega! Mi hai capito?" esclamava la donna, molti presenti osservavano la scena, Sandra, che non era molto acuta, ma nemmeno tanto stupida ,approfittò dell'occasione, s'alzò in piedi, (sovrastava la donna di tutta la testa) e a pieni polmoni esclamò: "Io il suo bambino lo tocco come  e quando voglio! Sono una strega e se non stai zitta subito ti faccio volare fuori!", a quelle parole la donna raccolse il piccolo, quasi pesasse un grammo, e uscì di corsa dal ristorante. "Bene, allora se non siamo graditi ce ne andiamo, togliamo il disturbo!" disse Veronica ad alta voce in modo che potessero udirla tutti i presenti, e con un cenno uscì seguita dagli altri, prima di andarsene Michelle cinguettò acida "E ricordate, chi disprezza... compra!", e come una strega soffiò e agitò le dita con aria spettrale, uscì.  Appena ebbero percorso la distanza che li separava dal ristorante, Michelle si voltò verso Gordon, con tono provocatorio "Arianna mi ha detto tutto sai? Sei stato bravo....barattare la nostra

amicizia con la morte!" "Ma che centro io? Mrs. K me l' ha detto!" ribatté il ragazzo "Come no! Dillo che un pò eri contento di questa disgrazia! Ti piace essere elogiato, no? Dillo che lo vuoi Gordon Cevolani!" continuò Michelle imperterrita, il ragazzo si fermò, girò su se stesso e furibondo afferrò Michelle per la collottola della camicetta e ringhiò "Tu! Io non ho chiesto nulla a nessuno, me l' ha solo detto! E potrebbe essere un avvertimento il suo, quindi... impara a ficcare il tuo brutto naso in qualcos'altro!", e con passo  deciso e costante s'allontanò "Dove vai?" gli chiese Veronica "Nel posto migliore in cui possa sentirmi bene!" fu la risposta. "Ma cos' ha? Non l' ho mai visto così aggressivo" disse Vanessa, guardandolo, "Secondo me quello nasconde qualcosa, non si è mai rivolto così a noi" disse Michelle "Tu potevi anche evitarlo" le disse Vanessa "Veramente è stata quella  Mrs. K, gliel' ha detto quella!" esclamò Arianna in tono accusatorio "Già! L'ha fatto apposta! Magari quel messaggio era rivolto a noi" disse Sandra cupa, "E’ sicuramente  rivolto a noi! Hai sentito? Parlava a Gordon come se stesse parlando del Demonio!" disse Veronica "Che gli stiamo antipatici, ok, ma che si comporti così, non è da lui" disse Vanessa "Non è da Gord!" aggiunse Michelle stridula, "Quella  Mrs. K è da controllare, potrebbe essere una spia o un'inviata pericolosa" disse Veronica, proprio in quel momento Jack si voltò verso di lei "Cosa?" "Ho detto che..." "No, quella parola ,prima...." disse Jack, con gli occhi che luccicavano "Potrebbe essere un'inviata pericolosa...una spia!" disse Veronica, gli occhi di Jack brillavano di uno strano bagliore: sembrava avesse vinto una somma stratosferica! "Stai bene?" gli chiese Sandra aggrottando la fronte ma il ragazzo non l'ascoltò, si voltò e di corsa raggiunse Gordon che stava per voltare l'angolo della strada. "Mah.." disse Arianna "Cosa pensi che abbiano?" domandò Sandra all'amica "Cose di uomini …" sospirò quella "Ma, che  è … parlano di spie? Non è che per caso stanno parlando di Henry..?" domandò Veronica sospettosa "Perché Henry è qui?" saltò su Sandra guardandosi intorno "Andiamo a casa?" propose Vanessa "Non ci pensare nemmeno!" gracchiò Michelle "Allora c'andremo solo io, Sandra e Veronica!" disse Vanessa, prese le amiche per le braccia e furente s'avviò verso la fermata di un taxi "Ragazzi, non venite?" sbraitò Sandra "No!" fu la risposta secca da parte di Gordon. I due amici erano seduti su una panchina, e, parevano intenti in una frenetica conversazione al cellulare.

 

Le tre amiche, esauste, raggiunsero la casa dello zio Albert. Neanche questa volta ebbero risposta, "Tornerà stasera …" borbottò Vanessa, "Che ne dite....di..." cominciò, ma fu interrotta da un tonfo assordante e da un agghiacciante lamento provenienti dai piani superiori! "Cos'è!?" urlò Sandra allarmata "Non lo so!" gemette Veronica, con le gambe che tremavano, Vanessa era pallida come un cencio, fissavano tutte e tre l'alto soffitto, da cui ora veniva giù una sottile polverina di segatura, "Oddio, la casa sta crollando!" esclamò la ragazza spaventata "Si salvi chi può!" squittì Sandra arretrando bruscamente "Credete che moriremo?" domandò Veronica terrorizzata "Non lo so, ma spero di poter raccontare questa vicenda, in futuro" rispose vaga Vanessa, gli occhi fissi al soffitto e le gambe tremanti "Mrs. K ha ragione, questa casa è stregata!" disse Sandra "Ma che dici? Dai ascolto alle chiacchiere di una povera ignorante!" la rimbeccò Veronica "No,  stavo solo dicendo … la casa...." cominciò Sandra, ma Veronica l'interruppe "C'è silenzio ora! Andiamo a controllare, sarà caduto qualcosa" , e facendosi coraggio, ed ignorando le gambe di gelatina, con passo deciso salirono i primi gradini, Sandra attaccata al gomito sinistro, e Vanessa alle loro spalle squittiva terrorizzata. Arrivarono al primo piano, scrutarono con terrore ogni singolo angolo

"Visto? Non c'è nulla" ridacchiò Veronica nervosa, "Come v' ho detto..." aggiunse. "Guardate, c'è scritto qualcosa qui!" esclamò Sandra chinandosi  a terra "Sembra una scritta ,….con una data...." disse la ragazza, sussultò rumorosamente quando una pesante asse di ferro cadde a  pochi centimetri dal suo piede destro! Sandra,che era agile, la mancò di  scatto "Ma cos'era?" strillò "Andiamocene via, questo posto è da pazzi!" urlò Vanessa, e si voltò per scendere di corsa le scale, "Aiuto" disse Sandra terrorizzata, "Ma perché siamo venute solo noi?" piagnucolò Veronica "Potev...." "AAAAAARGHHHHH!" Sandra urlò quando qualcosa sfiorò la sua mano sinistra, si voltò di scatto, "Sand! Quante storie! Era solo una ragnatela!" disse Veronica, Sandra divenne verde in volto. Stava per aggiungere altro, quando, dal pianterreno giunse un tremendo stridere, come se una pentola arrugginita stesse sfiorando una superficie in marmo, producendo uno di quei rumori fastidiosissimi che danno i brividi. "Cos'é?….." chiese Vanessa che tremava ancora "Credo…. sia il campanello, restate qui, vado ad aprire" disse Veronica; lentamente si mosse verso le scale, s'udì un rumore di chiavi, e di passi pesanti dal basso, voci sommesse, poi Veronica urlare "Ehm…, Vanessa, ci sono visite!" Vanessa corse di sotto, seguita da Sandra. Affianco alla porta d'entrata c'erano Jack, Gordon, Arianna e Michelle, tutti e quattro rossi in volto, sudati e fumanti di rabbia. "Dicevi …?" chiese Vanessa alla cugina, che si fece di lato permettendo ad Arianna di oltrepassarla. La ragazza si fermò davanti a Vanessa, la fissò a lungo, per interminabili secondi, poi, con le narici frementi lasciò cadere la borsa e....mollò un forte pugno a Vanessa! Vanessa, cadde a terra, completamente sorpresa, non s'aspettava un gesto come quello da Arianna, persino Gordon e Jack si stupirono: Arianna non aveva mai alzato le mani sulle persone. "Ma che ti salta in mente?" gridò Veronica prendendo l'amica per le spalle, fissava ancora Vanessa a terra con odio, si voltò verso Veronica "Non sono affari tuoi" disse in tono asciutto, prese il suo trolley e la sua borsetta, passò affianco a Vanessa, salì le scale diretta alla sua  camera da letto, seguita da Michelle. "Ma quella, è fuori" disse Sandra, "Totalmente…" aggiunse Vanessa ripulendosi il sangue dal naso "Stai bene?" le chiese, la cugina, annuì. "Ma perché l' ha fatto?" domandò Jack "Non lo so, è pazza da legare" disse Sandra aiutando l'amica a rialzarsi. "Non creda di passarla liscia, me la paga questa!" ringhiò Veronica e fece per salire, ma Jack la fermò "Non ne vale la pena".

Più tardi, all'ora di cena nessuno fiatò. L'atteggiamento di Arianna aveva fatto riflettere, da quando avevano raggiunto Valverde l'amica aveva improvvisamente cambiato umore. Ed anche Michelle era diventata più vendicativa, lei ed Arianna erano amiche fidate, ma benché s'assomigliassero in molte cose, Michelle non aveva mai dato troppo adito ad Arianna quando sbagliava. Adesso invece s'era completamente sottomessa all'amica, ma perché le dava corda allora…? "Domani è domenica" disse Sandra, come se quello fosse stato l'argomento più interessante; al contrario, ricevette solo facce scure e nemmeno un complimento. Si zittì. "Mrs. K vorrebbe incontrarci domani davanti alla gelateria" disse Gordon inforcando un pezzo molto grosso di carne e verdure. " Bene" rispose Arianna continuando a tagliare la sua bistecca ai ferri "Intanto le docce sono fuori uso" aggiunse "Perché?" chiese Veronica "Sono da pulire, e i rubinetti da cambiare, l'acqua è arrugginita e piena di fanghiglia" rispose Arianna "Puliremo" sospirò  Vanessa . "Gabriella come sta?" chiese Michelle a Jack "Non lo so, ultimamente non ci sentiamo più" rispose il ragazzo "Sarà l'interferenza" disse Michelle "Ed Henry?" domandò Sandra, Gordon alzò lo sguardo, e anche Jack. Rimasero in uno strano silenzio, poi come niente fosse Jack riabbassò lo sguardo sul suo piatto. "Sta bene anche lui" disse Gordon sorridendo. "Ragazze, che ne dite se stasera ce ne andiamo in discoteca? Dopotutto siamo grandi, possiamo stare sveglie fino all'alba" disse Arianna "Buona idea" acconsentì Michelle  "Allora vieni, Sandra, Veronica.....Vanessa?" domandò Arianna "Io non me la sento" buttò li Vanessa alzandosi e andando verso il lavello a ripulire il piatto, "Non lo so..." disse Veronica, ma si morse la lingua perché in effetti l'idea non era male, ballare davanti a ragazzi carini...la musica a bomba e drink succosissimi da bere... "Per me andrebbe bene" disse Sandra "Oggi è una lunga giornata, meglio riposare, domani potremo far più cose" disse Vanessa sparecchiando la sua parte di tavola. "E' un'occasione" disse Michelle "Io non ho bisogno di scuse per riappacificare, mi serve la sincerità" continuò Vanessa, che aveva capito il gioco di Arianna, "Potremo incontrare tanta bella gente" insistette Sandra "Io non esco, se voi volete fatelo!" concluse Vanessa. "Come sempre" disse Michelle acida "Devi sempre rovinare tutto tu!" sbottò Arianna, s'alzò dalla sedia bruscamente, uscì dalla cucina "Dove vai?" le chiese Michelle "In camera mia!" urlò  Arianna. "Forse è meglio che andiamo a letto tutti, fra un pò sono le nove" disse Vanessa "E allora? Troppo presto! Almeno alle dieci e un quarto!" gracchiò Michelle "Se vuoi puoi fare l'una, alle nove e un quarto vado a letto" disse Vanessa. "Mi faccio un bagno, odoro come una scimmia" disse Sandra alzandosi per sparecchiare la tavola, poi uscì. "Comincio a veder male questo posto" disse Michelle "Tutti credono che siamo persone pericolose" "E' per colpa di Mrs K" disse Veronica "E di Gordon" aggiunse guardando il ragazzo "Me l' ha solo detto" "Non doveva" disse Michelle "Per te nessuno deve mai!" borbottò Jack "Cosa?" sibilò la ragazza, gli occhi ridotti a due fessure. "Sei troppo presuntuosa, ecco tutto" concluse Jack, Michelle gli lanciò un'occhiata raggelante, poi si volse a Veronica "E tu dici niente?" "Cosa dovrei dire?" chiese l'altra "Insomma, darmi conforto, aiutarmi, perché sei dalla mia parte no?" chiese Michelle in tono mieloso "Io non sto dalla parte di nessuno, sono vostra amica ma non intendo immischiarmi nelle vostre assurdità!" disse Veronica "M'illumini…." commentò Gordon ironico "E adesso, se permettete vado a farmi una doccia" disse Veronica, sbadigliando uscì dalla cucina. "La solita" sbuffò Michelle accendendosi una sigaretta, "Secondo me si da troppe arie" disse Gordon "Parla troppo, vi sta sfruttando" disse Jack "Che vuoi dire?" gli chiese Michelle "Vi vuole sfruttare per arrivare ai suoi scopi, in modo che, se, si trovasse nei guai, ha voi che obbedienti, le tenete la parte! E' una falsa" continuò "Lei non è affatto arrabbiata con Mrs. K" disse Gordon "La notizia di questa casa la vuole sfruttare per uccidervi, o insomma, facendo in modo di guadagnare i soldi, dalla vostra morte" disse "Cioè, intendi dire, che, lei ci ha portati qui, perché le fa comodo" disse Michelle "Sì. Sta cercando di usarvi nella peggiore maniera!" disse Jack. "Ma Veronica non farebbe mai una cosa del genere! E' nostra amica da anni" disse Michelle "Quella dell'amicizia è una copertura, in realtà quella pensa solo a se stessa, preferisce salvare la pelle, alle amiche" le disse Gordon "Ma perché lo farebbe? Cosa le abbiamo fatto?" domandò la ragazza "Non ne ho idea, ma quello che sta commettendo è increscioso, non ti rendi conto? Vi sta comandando a bacchetta, voi le date retta, e lei ne approfitta per far di voi quel che vuole, siete come tante mosche nella tela di un ragno!" concluse Jack, Michelle rimase muta, neanche lei voleva crederci: la sua amica Veronica che si comportava così? Come poteva farle questo? "La conosco da tanto, lei e Vanessa, mi ha sempre detto di essere amica mia! Invece, per tutto questo tempo, mi ha trattato come una marionetta" pianse, Gordon le cinse le spalle con un braccio "Su Michie, a questo penseremo noi, giuro. Ti aiuteremo, anzi vi aiuteremo a sfuggire a questa prigionia. Adesso vai a letto". Michelle, singhiozzante, frustrata e confusa salì in camera sua. "Tempismo perfetto" sussurrò Jack a Gordon "Almeno la piccola ha abboccato". Il piano di Henry stava riuscendo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   Capitolo 7

   VOCI NEL SILENZIO

 

"La nostra prima notte da sole" disse eccitata Veronica appena s'infilò nella coperta estiva assieme a Sandra "Che emozione! Lontano da casa si sente più liberi" sospirò Sandra "Magari questa può essere un'occasione per riavvicinarti a Gordon" aggiunse "Capirai che importanza" sbuffò Veronica "Domani telefono ad Henry" disse Sandra, "Ma ti piace proprio!" sospirò Veronica rigirandosi fra le coperte leggere "Che caldo!" sbuffò "Perché non dovrebbe piacermi, è bello, è ricco, è fortunato, cosa vuoi di più?" chiese allegra Sandra "Non ho detto questo, intendo il tipo di persona, vedi, Henry è un po’… troppo invadente" disse l'amica "Allora? Potremo vivere assieme!" esclamò giulivamente Sandra "Ma che vita condurresti con uno che pretende solo di fare  affari nella vita?" si lamentò Veronica "Condurrei la classica vita, tutta moglie, casa e figli!" rispose Sandra soddisfatta "E il lavoro?" chiese Veronica "Oh, a quello ci pensa lui!" proseguì l'amica "Allora buona....fortuna" le disse Veronica scettica, si rigirò nel letto, piena di dubbi."E così Veronica ci vorrebbe tradire?" domandò Arianna a Michelle appena ebbero spento la luce sul comodino, "A quanto pare si" rispose Michelle "Non me lo sarei mai aspettato!" disse Arianna "Nemmeno io, Veronica ci ha sempre dato degli ottimi consigli, ci ha aiutate" disse Michelle "Ma come fanno Gordon e Jack a saperlo?" chiese Arianna "Non è che per caso ti hanno preso in giro?" "Ma Ari? Come avrebbero potuto? Sembravano così sicuri!" piagnucolò Michelle "Chiedevo....perché da quando siamo venuti

qui che tutti cominciano a comportarsi in modo strano" disse Arianna "E danno la colpa a noi!" "Quella Mrs. K!" ringhiò "E Veronica? Anche lei non è una santa, prende esclusivamente le parti di Sandra e Vanessa, anche quando so, che ne farebbe a meno" disse Michelle "Secondo me è lei che crea tutto questo caos" disse Arianna "Anche Vanessa, deve sempre mettere i bastoni fra le ruote, con quella sua sfacciataggine!" gracchiò "Gordon e Jack ci daranno una mano" disse Michelle "In caso contrario, una sola persona potrà darci supporto" "Henry!?" completò Arianna maligna. E piene di pensieri rimasero avvolte dalle loro sottili coperte. In tutta la casa faceva buio, un buio pesto, ogni singolo angolo appariva oscuro e tetro, passarono i minuti, le ore. Poi, dal basso, s'udì uno scricchiolio sinistro, seguito da uno più forte. Nella sua stanza, Jack grugnì nel sonno. Sempre dal basso, dal pianterreno, qualcosa si mosse di scatto, strisciò verso le scale....all'improvviso s'udirono dei passi pesanti, e un agghiacciante lamento. Sandra e Veronica si rizzarono a sedere sul letto e rimasero in ascolto. "Cos'è?" sussurrò Veronica, i passi divennero più veloci e pesanti, anche Arianna e Michelle li avevano uditi "Qualcuno sta salendo" disse Michelle terrorizzata, mentre i passi divennero più rapidi, s'udì un sordo brontolio, Arianna scese di scatto dal letto, rapida chiuse l'uscio a chiave, anche Veronica lo chiuse. I due ragazzi e Vanessa, che avevano le stanze un pò più in là, non udirono nulla e continuarono a ronfare tranquilli. I passi si fermarono davanti alla porta della camera da letto di Arianna e Michelle. Un potente colpo scosse la porta. Michelle squittì, "Sta cercando di entrare" disse Arianna terrorizzata, s'infilò più a fondo nelle lenzuola. Un colpo, due colpi, tre, quattro, "E' un mostro?" chiese Michelle, la testa nascosta dal lenzuolo. La porta s'aprì di colpo mandando per aria la chiave, i cardini tremarono, mentre qualcosa di pesante e maleodorante cadeva sulle gambe delle due ragazze pietrificate. Arianna emise un lieve squittio. D'improvviso la cosa pesante sparì e la porta sbatté tornandosi a chiudere. "Cos'era?" domandò terrorizzata Michelle appena furono        sole "Non lo so, credo un gatto" disse Arianna, si guardò attorno, ma la stanza era buia "Cosa facciamo adesso?" domandò Michelle "Non lo so" fu la risposta "E' tutto buio, ho paura...e ...sento che qualcosa si muove sotto i piedi!" gemette l'amica "Io non ho certo intenzione di dormire" disse Arianna "Perché io?"sbraitò Michelle "Se non fosse perché la gente è così stupida io a quest'ora sarei nel Galles" disse Arianna, all'improvviso si udirono dei lamenti agghiaccianti, Michelle sussultò e rimase immobile, le due amiche passarono così una notte insonne trattenendo il respiro ad ogni scricchiolio e rumore del vento. Il giorno dopo era domenica, alle cinque di mattina Michelle cadde con un tonfo dal letto procurandosi una lussatura al polso destro, Arianna si ritrovò senza voce, Jack si procurò un grosso bernoccolo mentre andava in bagno, Veronica si spezzò un'unghia mentre tentava di sorreggere Gordon che stava per cadere dalla balaustra del secondo piano, Sandra s'era alzata alle cinque e mezzo di mattina per evitare di ritrovarsi poi, nella vorace bocca di un mostro assetato di sangue, l'unica che non riportò gravi danni fu Vanessa che rimase sorpresa trovando i suoi amici in cucina, alle otto e mezza, seduti attorno al tavolo con lo sguardo pesto. "Buongiorno, dormito bene?" chiese allegramente versando dell'acqua nel bollitore per il the "Da morire…." borbottò Jack premendosi il pacchetto di ghiaccio sulla fronte, "Non abbiamo chiuso occhio" gracchiò Arianna "Hai sentito anche tu quei lamenti? Quelle urla?" chiese Gordon "No" rispose Vanessa, si voltò per apparecchiare la tavola "Questa casa ha qualcosa di strano, forse è stregata" disse Veronica "Già, li avete sentiti quei passi, qualcuno deve essere entrato stanotte" disse Sandra "Siete sicure che non fosse lo zio Albert che rientrava?" chiese Vanessa "No, e poi non farebbe tutto quel rumore!" rispose Sandra "A meno che non fosse uno  psicopatico...." aggiunse Veronica sorridendo "Magari aveva sete ed è sceso per bere qualcosa..." proseguì Vanessa mettendo lo zucchero nel the "Mmm, come no, e per prendere da bere uno scalpita, urla e ci balza sul letto facendoci quasi morire dallo spavento! Tu questo come lo chiami?" esclamò Arianna "Magari voleva solo darvi la buonanotte" commentò Veronica "Senti, smettila! Ci mancano solo i tuoi commenti..." Si lamentò scocciato Gordon "Ma secondo te perché oggi non s'è visto?" domandò Michelle "Dovremo parlarne con Mrs. K" disse Gordon "Magari lei ci può dire qualcosa" aggiunse Veronica "Si, per farci prendere in giro da tutto il paese!" sbottò Michelle "Non capite, non sentite come ci chiamano? Streghe, questa è bella!" "Forse perché lo zio Albert è uno stregone che fugge dalla polizia per terminare loschi malefici, ed ha pensato di prendere noi come distrazione...in questa innocua casetta, in realtà covo malefico per le sette sataniche!" sussurrò Sandra in tono lugubre "Bah!" fece Arianna. Fecero colazione, poi salirono in camera a vestirsi, due ore dopo si trovavano seduti davanti alla gelateria, il luogo dell'incontro, Mrs. K ascoltò con pazienza la descrizione di Gordon sulla notte prima "Quindi qualcosa o qualcuno è entrato nella camera di Arianna e Michelle e poi se ne andato … insolito" disse Mrs.K “Avranno mangiato qualcosa di pesante da digerire … sai com è, a volte l’agitazione gioca brutti scherzi” scherzò Vanessa  sarcastica “Taci o stavolta le prendi sul serio!” la rimbeccò Arianna "Per tutta la notte abbiamo udito dei lamenti, dei passi e scricchiolii, dopo silenzio … e dopo la stessa cosa" spiegò Sandra  "Quella casa è molto famosa perché anni fa, dopo che Pondrelli se ne andò venne a viverci una ragazza, molto scapestrata che non dava retta a nessuno, si chiamava Amanda Dulce, sapevano tutti che quella casa era in pessime condizioni, ma lei era completamente sorda alle parole della gente, diceva che quella casa la ispirava...dopo qualche mese trovarono il suo corpo in un fosso, non si sapeva chi l'avesse uccisa, ma era completamente piena di tagli e bruciature, come se qualcuno l' avesse colpita con un bastone ardente e molto appuntito.   Le autopsie non rivelarono  nulla, ed allora casa Pondrelli è malvista, molti pensano che sia invasa da spiriti maligni, Alberto Pondrelli, o  Albert, credono tutti che sia un assassino, so che è improbabile, ma se ha ucciso suo figlio..." "Cosa?" chiese Sandra "Albert Podrelli aveva un figlio, si è suicidato,ma  molti pensano che l' abbia ucciso lui" continuò Mrs. K vaga "Sai come si chiama?" chiese Gordon "No, pochi lo conoscevano, alcuni dicono che sia morto appena è nato, altri dicono che sia stato portato via da casa sua all'età di tre anni, altri dicono che si sia trasformato in un pipistrello e sia volato via" disse la ragazza, Arianna scoppiò in una risata stridula. "E il caro Pondrelli, forse per pulirsi la coscienza si è fatto da parte, mettendovi in cattiva  luce." "Ma perché pensano che siamo streghe? La gente...." disse Michelle "Beh, siete suoi nipoti, tutti capitati qui all'improvviso, nessuno vi conosce, è normale che un pò di domande si facciano" disse Mrs. K "Ma questi sono pregiudizi!" protestò Veronica "La gente è strana...." disse Vanessa. Ordinarono alcuni gelati alla cioccolata e panna montata, Mrs K chiese un drink alcolico. "Ma dove sono i tuoi genitori?"   le chiese Arianna "Sono andati a Roma, hanno deciso di trovare un posto tranquillo, nel quale esercitare il loro spirito artistico" "Pittori …" spiegò la ragazza "E tu come mai sei qui?" le chiese Veronica "I miei nonni sono di Rimini, hanno un loro ristorante , così io sono sempre lì. Vengo qui per riposarmi e perché ho il negozio." disse Mrs. K, succhiando un pò dalla sua cannuccia, "All'inizio non venivo sempre qua, ma visto che ho degli amici … poi la zona comincia a piacermi, vengo spesso a fare un salto" aggiunse "Ma se sai che qui ci abita Pondrelli, perché continui a venirci?" le chiese Gordon "Vengo qui per trovare ispirazione per la mia rivista, voglio pubblicare un libro e cerco ispirazione" rispose la ragazza.  "A me sembra piuttosto bella come idea" disse Vanessa "Ma a me sembra piuttosto brutto dormire tutte le notti coi fantasmi in casa" si lamentò Sandra "Saranno stati alcuni cani" disse Jack "No, quella casa è in campagna aperta, stanotte non c'è stato vento, e i vicini sono miglia e miglia lontani" disse Mrs K  "Sarà qualche kilometro" sbuffò Jack, "Comunque, v'ho detto, state attenti" li avvertì Mrs. K, roteò la sua oliva nel calice "Io a tutta questa superstizione non credo! Secondo me ci stai prendendo in giro" disse Arianna, la ragazza alzò le spalle "Pensatela come volete, a distanza d'anni le cose cambiano, questo è quello che sento e che in parte so" disse Mrs. K in tono sommesso "Non è che per caso ci vuoi usare come cavie per la tua rivista!" disse Arianna "Sì, secondo me ci stai pensando: trovi dei ragazzini insoliti, senza nemmeno un passato al corrente, nipoti di un assassino, e per di più abitanti di una casa invasa da spiriti. Guadagnare tutti questi soldi..... ci stai "ballando" sulla nostra vita eh?" disse Michelle "Ci vuoi sfruttare, dire a tutti che noi siamo nipoti di Albert Pondrelli, il pericoloso assassino, ora in latitanza, siamo considerati eretici dal punto di vista personale, un pò di soldi non farebbero male...." continuò Michelle accusatoria "Ma che state dicendo? Che ne sapete voi!" esclamò Gordon alzandosi di scatto dalla sua sedia, molti passanti si erano fermati ed ora li fissavano ammutoliti, "Allora perché non dite veramente chi siete?" chiese un vecchio seduto poco lontano "Siamo nipoti di Albert Pondrelli" rispose Veronica "Cosa te lo fa dire ragazzina?" chiese un altro vecchio "Noi... ehm, siamo stati invitati a passare l'estate qui!" disse Vanessa "Nella sua accogliente dimora!" rincarò la dose Michelle, sapeva che quelle parole avrebbero fatto saltare il vecchio "In quella casa? Siete matti, dove vivono gli spiriti! Siete figli del demonio!" urlò una signora piuttosto panciuta e rotonda; tutti i presenti erano  in silenzio, i sette ragazzi, invece, rimasero comodamente seduti al tavolino, guardando la gente come se si fosse trattato di una normalissima riunione, "I figli del demonio! Qui bisogna contattare un esorcista! Questa città è in serio pericolo" esclamò un vecchio raggrinzito, che stava bevendo il caffè, "Per sua informazione, siamo fratelli, ci vogliamo bene e non siamo noi i figli del demonio!" ribatté Arianna "Che ci vogliamo bene potevi risparmiartelo" le sussurrò Veronica, ma l'amica non le dava ascolto "I figli del demonio sarete voi! Le nostre famiglie ci vogliono bene!" esclamò "Ah, se vediamo il demonio prometto che gli farò un salutino da Valverde, anzi, gli mando una cartolina!" esclamò Michelle acida, Veronica, Gordon e Vanessa scoppiarono a ridere fragorosamente, qualche donna abbozzò a un sorrisetto. "Comunque, vacanze o no! Noi non vi vogliamo! Avete rovinato la nostra quiete! Andatevene di qui, prima che chiami il prete!" disse la signora grassa "Sì, a Don Alfredo!" strillò il vecchio raggrinzito, Don Alfredo era il parroco della chiesa, terribile … se ne andava in giro tutto curvo con la sua tonaca nera e il vangelo sotto l'ascella, girava guardingo con il suo naso ricurvo come una strega, era il terrore della parrocchia, ma il rimedio utilissimo per l'esorcismo, la sua perfidia  avrebbe spaventato anche il Diavolo stesso "Andate a quel paese tutti quanti!" esclamò Veronica poi uscì. "Maledetti vecchiacci!" esclamò appena furono in casa loro "Quel che credono" disse Mrs. K guardandosi attorno, "Adesso devo andare, ci vediamo dopodomani" disse frettolosamente "Perché non domani?" le chiese Gordon "Vengono i miei da Roma,  di passaggio" spiegò la ragazza "Resta qui se vuoi" disse Arianna "Non credo sia il caso..." ridacchiò Mrs. K imbarazzata "Credi anche tu a loro vero? Come darti torto." disse Veronica, "Sarebbe come..." disse ma si bloccò appena vide Jack, il ragazzo stava fissando con stupore la parete del salotto "Hai visto qualcosa?" chiese Veronica, il ragazzo non le rispose, lo chiamò e Jack si voltò "No, nulla, mi era sembrato.... sarà il sole" borbottò e salì in camera sua. "Da un pò di tempo quei due non mi appaiono normali" disse Arianna "Già, sono più schivi, i loro atteggiamenti sono ovattati, e i due sempre più pensierosi" disse Michelle "Anche Jack è strano, nemmeno Gabriella si fa più sentire, che strano, sarebbero partiti assieme, ma lui non l' ha fatto..." "E lei lo ha mollato" completò Arianna "Era ora" disse. "Ma neanche Gordon è meglio! Ragazze, quei due sono strani" disse Veronica. "Magari non staranno bene" disse Vanessa "Forse... forse" disse Veronica, ma non era molto convinta. "Ma lo zio tarda ad arrivare!" si lamentò Vanessa qualche ora più tardi, mentre pranzavano, "Lo so!" disse Arianna "E non m'interessa! Avrà preferito lasciarci la sua catapecchia e comprarsi una casa nuova!" gracchiò "Che bel modo! Dev'essere una persona molto pulita!" commentò Michelle in tono dispregiativo  "Magari per cattiveria ci ha abbandonati qui, in modo che subissimo noi le ingiustizie! Ma che centriamo noi?" chiese Sandra "E cos' ho fatto io per venire assieme a voi in questo lurido posto pieno zeppo di ragni, pulci e pidocchi!" gracchiò Arianna con voce stridula, un ragno cadde dal soffitto con un lieve tonfo, "Bleah!"  fece Vanessa disgustata "Sono poco contenta di essere venuta qui! E che due scatole! Neanche il mare abbiamo visto!" si lamentò Michelle "E' vero! Ora che ci penso, ieri abbiamo incontrato Mrs. K e il bagno non l'abbiamo fatto, ci andremo oggi pomeriggio, fa caldo!" decise Gordon raccogliendo il sugo nel suo piatto con la forchetta, "Sempre che quella giornalista da quattro soldi non s'impicci! Comunque tu Veronica hai avuto una pessima idea portandoci qui" proseguì Arianna alzando il sopracciglio con fare schizzinoso "Ma che ne sapevo di quel che sarebbe successo?" sbottò Veronica "E non dare la colpa a me, che anche tu volevi venire!" "Io, m'immaginavo tutt'altro" rispose Arianna con aria innocente "Come no...." borbottò Veronica, s'appoggiò alla sua sedia con sguardo torvo. "Dovremo tornare a casa" disse Sandra "No! Ora siamo qui e...." protestò Veronica, ma s'irrigidì non appena un  tonfo scosse le pareti "C'è qualcosa di sopra" disse Jack, nessuno si mosse "Visto? In questa casa è tutto finto!" disse Arianna sorseggiando la sua coca cola con cipiglio vezzoso. "Mi chiedo cosa stiano facendo i miei genitori" disse Sandra "E i miei" aggiunse Veronica "Ormai m'avranno data per dispersa" disse "Comunque, verità o no, quella Mrs. K vuole qualcosa da noi" disse Michelle seria "E se facesse parte di una società investigativa? Magari FBI o cosa?" aggiunse "Neanche il suo nome è da sottovalutare, dico, quanta gente conosci che si chiama così?" disse Arianna, poi si rivolse a Gordon "Tu che la conosci meglio di noi, ti ha mai detto il suo vero nome?" chiese "No, almeno così mi ha raccontato, non le ho mai fatto domande riguardo al suo nome" disse il ragazzo "Fidarsi è bene non fidarsi è meglio" disse Veronica "La mia frase preferita" aggiunse sorridendo, Arianna le rivolse un finto sorrisetto "Indagheremo più tardi, questo pomeriggio andremo in spiaggia....sperando di non incontrarla di nuovo" disse Sandra, il telefonino di Jack vibrò, il ragazzo uscì dalla stanza e andò in soggiorno chiudendo la porta "Pronto?" "Socio, tutto scorre a meraviglia?" chiese la voce di Henry dall'altro capo "Benissimo, Michelle ha creduto alla storia, ora non restano che gli altri" sussurrò Jack "Vedrai, in poco tempo Veronica si ritroverà sola" disse Henry "Albert Pondrelli non s'è ancora visto, gli altri credono che sia stato rapito, credono sia fuggito o sia in galera" continuò Jack avido "Vedrai, sto preparando un piano coi fiocchi, ho tutto qui nella mia testa, quelle povere sciocche si troveranno ben presto con un pugno di mosche!" gracchiò Henry con una risata stridula "Ma niente violenza almeno" disse Jack che non ci teneva a vedere inutili spargimenti di sangue "Oh …ma che ti prende! D'un tratto se diventato così protettivo! Ti sei forse innamorato?" lo derise Henry "No! Niente violenza,  è tutto" rispose l'amico "Va bene, spero che anche Gordon si stia dando da fare" continuò Henry  “Ecco … veramente … cioè, non che non collabori, diciamo che io sono quello con una marcia in più …” si giustificò Jack “Ecco, bene … lo sapevo, come sempre … non c‘era da fidarsi, ma ormai … io vi ho pagati per cosa? Per farvi delle vacanze in completa tranquillità? Dico io … muoviti a dire a quell‘imbecille di muoversi! Se non collabora e si mette a tubare con Sandra i soldi li vede col binocolo! Hai capito?” urlò Henry furibondo, Jack si mise una mano sulla bocca per non ridere "Si e.... credo di averti trovato un'aiutante" disse Jack con gli occhi luccicanti, raccontò in breve tempo la comparsa di Mrs. K "Mmmm, non credo che mi serva un'aiutante. La metterò in una "lista d'attesa" nel caso mi serva" sbuffò Henry "Come sta Gab?" chiese Jack "Gab sta bene, un pò affaticata ma sta bene" "Cosa intendi dire?" "No, nulla, dicevo solo che il clima sardo l'affatica un poco, lavora molto da sua nonna, mi chiede spesso di te" disse Henry "Salutamela tanto! Adesso ti devo lasciare, ci sentiamo poi per un futuro aggiornamento sul piano modificabile, ciao!" e Jack spense il telefonino.  Le altre ragazze stavano sparecchiando la tavola; Veronica e Sandra spazzavano il pavimento, Arianna di sopra si lamentava perché aveva smarrito il suo tallieur estivo "Non uscirò mai senza quello!" strillava, Michelle si stava concentrando con ribrezzo su un grasso bruco spiaccicato su uno scalino, Gordon fissava a vuoto lo schermo del televisore che trasmetteva una pubblicità di un sexy shop,"Alleluia! Ci sei! Ce ne hai messo di tempo per finire la telefonata!" disse Veronica in tono affettuoso ripiegando la tovaglia "Chi era, la tua spasimante segreta?" chiese invece Michelle in tono di scherno "Non sono affari tuoi!" rispose secco Jack "Credete che col mio bikini qualcuno mi guardi?" chiese Arianna irrompendo sul pianerottolo, il suo eccessivo profumo fu la prima cosa che tutti notarono, ed anche Michelle si tenne a distanza con lo sguardo impenetrabile."Andiamo, sei vestita?" chiese Vanessa annoiata "Usciamo adesso?" chiese Gordon con voce nasale  tenendosi il naso fra il pollice e l'indice "Ma abbiamo appena mangiato!" protestò Veronica "E allora? Prenderemo il sole no?" gracchiò brusca Michelle "Come sei antiquata sembri la mia bisnonna" disse Arianna in tono lamentoso, Michelle alle sue spalle ridacchiò. "Arcaica è l'aggettivo" esclamò con voce stridula, per evitare l'arrivo di un ennesimo litigio Gordon decise di chiamare un taxi, ma si ricordò che laggiù i taxi non arrivavano, e la zona di Cesenatico era irraggiungibile, perlomeno lì …. Rimasero così sul ciglio della strada ad aspettare un passante che potesse dar loro un passaggio, ebbero fortuna, un vecchio signore su un carretto trainato da una mula percorreva la strada polverosa, caricò i sette ragazzi con sé, ma non appena Sandra riferì al vecchio chi fossero loro, questi in tutta fretta li fece scendere e ripartì di gran carriera, lanciando urla disumane mentre frustava a più non posso la mula.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 8

OMBRE ,GELO, ALI SCURE

 

Il caldo pomeriggio d'estate aveva affollato la città che si era ormai concentrata sulla spiaggia, i chioschi erano stracolmi  di gente di tutte le stazze, razze e colori.  Il mare era calmo con poco vento e sulla superficie dell'acqua era possibile notare una sottilissima scia di vapore. "Bene, sistemiamoci qui" disse Arianna gettando la sua borsa su uno sdraio. Jack e Gordon la fissarono disgustati "Cosa sono quelle facce? Avete da discutere pure qui?" esclamò stridula. "Arianna cara, perché non ce ne andiamo a prendere due bei ghiaccioli al cedro?" propose Michelle ruffiana "Al cedro? Ma non fanno schifo?" domandò l'amica aggrottando le sopracciglia in maniera molto all'antica "No, sono buonissimi, vieni te li faccio assaggiare!" disse Michelle e la prese per mano e insieme trotterellarono sulla sabbia "Per me un gelato al fiordilatte!" esclamò Sandra "Per me una granita all'amarena!" esclamò Vanessa "Io una coca cola, anche per Gord!" disse Jack "Ma dove siamo al ristorante? Ve li prendete da soli!" sbraitò Arianna stizzita "Essere cortesi, è sempre una cosa gentile" disse Veronica "Parli tu che di gentilezza sei la numero uno!" rispose Arianna con odio "Ma cosa ho detto?" si chiese Veronica non appena le due amiche si furono voltate "C'è qualcosa di strano in loro. Sono diventate più aggressive....qui gatta ci cova" pensò. "Telefono a Gab" disse Jack estraendo il suo telefonino dalla tasca, compose il numero e rimase in attesa, dopo qualche minuto mormorò "Strano davvero…, ci deve essere poco campo laggiù. Ma se sta vicino alle coste allora…" disse "Gab non si fa attendere così tanto, telefona subito, o almeno si fa sentire." Disse Vanessa. "Qualcosa non mi torna, Henry mi parla strano riguardo a Gabriella, e lei non si fa sentire, ho chiamato a casa e nessuno risponde...." disse Jack "Saranno andati fuori città" disse Gordon "Lo so, ma ho un brutto presentimento, sento che qualcosa non va" "I tuoi soliti ragionamenti sciocchi" disse Veronica "Vuoi sempre tenerci sull'orlo" disse Sandra.  "E se magari Jack avesse ragione? Se fossero i commenti di Veronica sbagliati?!" domandò Arianna "Jack, io ti sono vicina, se Veronica è insensibile non devo interessarmene" disse Michelle "Bravi pecoroni!" li derise Veronica irritata da quell'aspro commento "Se almeno mi diceste cos'avete contro di me …" "No, cos 'hai tu contro di noi, il perché ti sei messa d'un tratto a comandare!" s'intromise Arianna acida "Parli tu! Proprio quella che voleva venire! Ragazzi se sono qui è anche perché ve la siete voluta! Potevate dire no altrimenti!" ribatté Veronica "Ma come potevamo, avevamo le mani legate" disse Michelle "Non sembravi così poco entusiasta quando hai letto la lettera" disse ironica Veronica, Michelle sbuffò "E alla fine siamo qui, aspettiamo lo zio Albert e fine della storia" continuò "Egoista! Volevi solo per te le vacanze, senza pensare a noi, dovevi ammetterlo che non sapevi da che parte cominciare, se vedevi che le cose andavano male potevamo tornare in dietro! Ma sei come al solito la solita cocciuta, hai tirato avanti portando nella fossa anche noi!" sbraitò Arianna "Egoista! Ci hai ridotto alla miseria, sei una truffatrice!" gridò Michelle furibonda. Veronica tacque incapace di aggiungere altro, poi si voltò a guardare in direzione di un pub sulla strada che era strapieno di gente perché erano arrivati i Tokio Hotel! "Come  credevo, il piano ha funzionato" pensò Gordon malignamente. All'improvviso, la terra sotto i suoi piedi tremò vertiginosamente, il cielo s'oscurò di nubi, il mare s'increspò, "Ma che sta succedendo?" gridò Arianna calcandosi il cappello in testa. Un lampo squarciò il cielo e ci fu un freddo terribile. "Forse uno  tsunami a sud delle isole Eolie, o un surriscaldamento della crosta terrestre" disse Jack, "Che freddo! E' quasi Luglio e si gela!" esclamò Michelle proteggendosi dal vento ruggente "Corriamo dall'altra parte, se ce la facciamo raggiungiamo la strada secondo corrente" disse Sandra e fece per alzarsi ma cadde pesantemente, Veronica vide il suo braccio piegarsi in una strana angolatura, la afferrò per le ascelle e la trascinò verso la riva, col vento che le graffiava il viso. Accadde una cosa stranissima: tutte le persone che erano a prendere il sole caddero una dopo l'altra come birilli, rimanendo a terra immobili. Veronica vide con sorpresa e terrore Bill Kaulitz, il cantante dei Tokio Hotel  correre verso una cabina telefonica e rifugiarsi all'interno, ma quella a causa della tempesta si fracassò in un'esplosione di vetri ferendolo. "Michelle vieni!" urlò Arianna afferrando l'amica per un braccio e correndo verso la sporgenza al limite della strada, il mare era mosso. Vanessa raccolse quella poca roba che non era volata via e aiutò Veronica a trascinare Sandra sulla riva opposta. I corpi delle persone sulla spiaggia ondeggiavano minacciando di volare via col vento. "Cadono tutti a terra!" esclamò Jack, un pò divertito e un pò spaventato. Arianna e Michelle raggiunsero una cabina e vi si chiusero dentro, Vanessa, Veronica e Sandra si chiusero alle spalle le porte del chiosco. "Madonna santa!" esclamò Vanessa "Il diluvio universale, per poco non volavamo via anche noi!" disse Veronica "Che vento!" disse Sandra  "Credo che il tuo braccio sia rotto" disse lentamente Vanessa "Anche secondo me, sei caduta bene…." disse Veronica "Ironizza pure" disse Sandra in tono dolente, lanciando all'amica uno sguardo truce. "Adesso calmiamoci" disse Vanessa pulendosi via la sabbia dai capelli, "Voglio vedere dove sono quelle.." ma all'improvviso le porte si spalancarono e un turbinio di sabbia, vento e sassi le investirono, Veronica urlò. La tempesta infuriava ancor di più, il freddo pungente rendeva i movimenti ancora più faticosi, ogni cosa sembrava non muoversi più, persino le persone giacenti a terra apparivano stecchite, "Riparati sotto quel tavolo!" urlò Vanessa a Veronica mentre con una mano reggeva Sandra e con l'altra un'anziana signora tramortita, una gelata improvvisa penetrò all'interno della baracchina travolgendo ogni cosa, rompendo qualsiasi oggetto  che gli si posava davanti. Sandra si trascinò fino alla porta in frantumi, si voltò per cercare le altre, ma un'ondata di gelo la costrinse ad abbassarsi, Veronica si stava riparando dietro ad un grande vaso di ceramica, presa da un'illuminazione s'avventò su di un tavolo e lo rovesciò con le gambe rivolte a sé, prese per mano Vanessa. "Vai a cercare Arianna e Michelle, devono essere in quella cabina blu, e portale al bagno dei surfisti, lì non c'è molto vento, io arrivo" "Ma non sarà rischioso?" domandò Vanessa preoccupatissima, l'amica scosse la testa, il rumore del vento sembrava impercettibile, la parte piana del tavolo fungeva da scudo dal vento. "Sandra dov'è?" chiese Veronica "Credo sia..." disse Vanessa, non fu in grado di concludere la frase perché d'un tratto un potentissimo urto del vento, poco meno forte d'un uragano, si schiantò sul tavolo  spezzandolo in due e mandando le due ragazze a cozzare contro la parete a qualche metro più in là. "Dobbiamo andare controvento!" urlò Veronica sovrastando l'ululato  furioso, e a gattoni avanzò lentamente, i capelli scompigliati, intravide Sandra riparata dietro ad una colonna, la cabina in cui erano rifugiate Arianna Michelle si rovesciò all'indietro e poi si sollevò di almeno sei metri roteando ed andandosi a fendere contro un lampione. Veronica fissò Sandra terrorizzata, per un nanosecondo, finché qualcosa non s'illuminò nelle loro teste, si presero per mano e, col vento alle spalle corsero a tutta velocità, (Vanessa alle loro spalle) sulla riva opposta, raggiunto il marciapiede si lanciarono nuovamente in una folle corsa verso il paraurti di un'automobile parcheggiata, vi si saldarono fortemente pregando perché quella tempesta finisse, passarono interminabili secondi, intanto stava cominciando a piovere, ma non era un acquazzone normale, qualunque cosa toccava l’acqua s’inzuppava, si spappolava e si scioglieva, gli abiti dei sette ragazzi erano trasparenti dalla gran acqua che avevano ricevuto. All'improvviso, parevano passati anni, e come era venuta la tempesta, se ne andò con un risucchio assordante e un fremito. I sette ragazzi rimasero ansanti sull'auto. Gordon alzò lo sguardo ansimando. Veronica si voltò e così fece anche Sandra, erano tutti incapaci di pronunciare alcuna parola perché erano sconvolti, poi, lentamente Arianna si mise a sedere sul cofano dell'auto,  sulla guancia destra si era aperta una lunga ferita che sanguinava copiosamente, anche Michelle si guardò intorno poi aprì la bocca per dire qualcosa, ma non produsse alcun suono, e subito delle lacrime cominciarono a rigarle il viso, abbracciò Arianna e rimasero immobili a singhiozzare, anche Gordon scoppiò in lacrime, ed anche Sandra, piangevano più per lo spavento appena subito che per il dolore causato dalle ferite riportate. "Dove andremo ora?" singhiozzò Michelle "Credo che almeno la nostra casa sia al sicuro, sempre se avremo un tetto sotto cui ripararci" disse Veronica. Con passo malfermo avanzarono sulla strada: dappertutto sabbia, fogli di giornale, carta, vetri e persino vestiti  che erano rimasti, i Tokio Hotel, spaventati e feriti salirono velocissimi su un taxi che passava di lì. L'unica cosa rimasta della tempesta era il freddo pungente "V..voglio recuperare....la ...m...mia roba" singhiozzò Arianna "Ma cosa fai, non sarà rimasto più nulla" disse Veronica voltandosi "Non me ne.....importa, voglio andare lo stesso" disse Arianna incamminandosi verso ilo lido "Vieni qui Ari, ti farai male, sei tutta ferita,non è il caso" disse Gordon "Ho detto che voglio controllare!" strillò Arianna rauca, ormai non aveva nemmeno la forza di urlare, s'appoggiò ad un palo e vi rimase appoggiata, con la mano tremante sul viso e i nervi visibili sulla pelle cadaverica. "Disgrazia, disgrazia" sussurrava, Vanessa le cinse le spalle con il braccio, ma Ari si scostò sussurrando fra i singhiozzi e fremiti "Non mi serve aiuto, posso camminare da sola! Tutto questo è inspiegabile, ho freddo e voglio la mia coperta" si voltò con passo lento, ancora scossa da fremiti e si chinò ogni tanto a raccogliere oggetti, biro, cappellini o fogli, che rigettava nella sabbia.  Sul marciapiede s'era fermata ora, parecchia gente che guardava la scena tra mormorii, qualche minuto dopo arrivò vicino al lido una vettura della polizia, scesero un uomo e una donna in divisa celeste e s'avvicinarono a Jack, "Chi è il responsabile?" domandò l'uomo, che dimostrava sulla quarantina, la donna non poteva dimostrare più che trent'anni, il ragazzo lo guardò poi spiegò in poche parole l'accaduto, fu una cosa molto difficile perché i due poliziotti facevano le stesse domande in maniera fastidiosa, la domanda più frequente che facevano era "Avete notato soggetti strani? O oggetti di tipo particolare?" e segnavano tutto sui loro blocchetti. "Glielo ripeto, non sappiamo né il perché né il cosa sia successo, sappiamo solo che ad un certo punto si è alzato un forte vento, il mare era mosso e c'era un gran freddo" spiegò Vanessa per l'ennesima volta, cominciava stufarsi pure lei, "Poi all'improvviso  la gente ha cominciato a cadere per terra, sembrava che fossero stati colpiti da qualcosa, non si sono più rialzati" aggiunse Sandra "Bene, io vado ad ispezionare, mentre credo che tu abbia bisogno di un dottore" disse la donna  rivolta ad Arianna "No … ehm … sto bene" disse la ragazza strofinandosi la fronte "Il tuo braccio si è rotto" disse l'uomo a Sandra "Ho pensato che forse le persone vanno portate in ospedale, e fatte delle analisi! Sono cadute senza motivo avete detto?" "Si, e tu ragazza, vieni con me che telefono ai tuoi genitori" disse la donna a Sandra mettendole una mano dietro alle spalle "Io, sto bene, davvero......e....il braccio me lo guarisco da sola" disse Sandra "Non è solo il tuo braccio da guarire, sei piena di ferite e anche la tua amica coi capelli biondi dovrebbe farsi visitare, dove abitate?" chiese di nuovo la poliziotta "Siamo di Pievepelago, e siamo venuti qui per passare l'estate" spiegò Veronica "I vostri genitori possono essere contattati?" chiese la donna, Veronica capì di essersi trovata in un grande guaio, se avesse riferito la loro situazione ai due poliziotti, sua madre sarebbe stata mandata in galera assieme ai genitori degli altri. "Sono andati al lavoro presto e...." "Siamo ospiti di un nostro zio" disse Vanessa, Veronica le pestò un piede: come poteva dare la testimonianza che lo zio Albert Pondrelli esistesse, se fosse stato veramente con la fedina penale sporca, i ragazzi si sarebbero trovati in grave pericolo ed avrebbero dovuto inventare un'altra scusa (che non c’era), lo sapevano tutti che ad una persona che è stata in galera non possono venire affidati dei minorenni, almeno che questi non abbiano compiuto i diciott'anni! "Come ti chiami?" chiese l'uomo a Veronica "Veronica" rispose la ragazza "E poi?" "Siamo in sette: Veronica Smith, Vanessa De la Rose, Gordon Cevolani, Jack Toll, Arianna Lulàs, Michelle Estrempo  e Sandra Cantonese" disse Veronica tutto d'un fiato. Il poliziotto scriveva ogni frase, Veronica pensò che forse lo stesse facendo apposta "Sette ragazzini......nomi.....età?" "Quattordici anni,tutti" rispose Vanessa "L'avvenuto quando è accaduto?" ( in un momento più propizio saremmo caduti in risate),domandò di nuovo il poliziotto  "Poco fa" disse Jack "Ma a che orario?" "Almeno un'ora fa". "Potete ripetermi i vostri nomi per piacere, e anche l'avvenimento?" domandò l'uomo, Veronica sospirò e ripeté tutto quanto "Bene, allora quel che ho sentito non era quello che credevo" concluse tranquillamente il poliziotto posando la penna e guardando per la prima volta Veronica negli occhi. "Cosa vuole dire?" chiese Arianna "Che non è successo niente, non preoccupatevi" aggiunse di nuovo guardandoli con un sorrisetto che fece saltare i nervi a Veronica, "E quindi secondo lei, il fatto che per un pelo non siamo morti non lo considera affatto" disse Vanessa "Il succo è più o meno quello, soltanto il fatto di questo strano vento e dei feriti. Indagheremo di più, scusate ma il lavoro chiama" e detto questo raggiunse la vettura, "Sicura che non vuoi venire con noi, il braccio rotto va guardato, da sola non ce la faresti" disse la donna a Sandra che scosse la testa "Ma scherzi? Sanno benissimo cavarsela da soli, vero ragazzi? Guardali, sono tutti in piedi, sono scappati tutti assieme ad un forte ventaccio, che cariiiniii!" e con un sorriso idiota il poliziotto mise in moto l'auto e ripartì. "Pensate anche voi quello che penso io?" chiese Veronica "Non mi meraviglio che oggi come oggi ci siano un sacco di casi irrisolti" disse Sandra. "Faremo meglio a chiamare un taxi, più ce ne andiamo e meglio sarà" disse Michelle, s'incamminarono verso la stazione dei taxi, "Se è così allora meglio che torniamo a casa" disse Jack, "No, resteremo qui ad aspettare lo zio, sento che in qualche maniera arriverà" disse Veronica, fece un lungo fischio a un taxi di passaggio che frenò con uno stridio di gomme, qualche ora dopo, alle cinque di pomeriggio Veronica uscì sul giardino per inspirare aria fresca, la disavventura alla spiaggia l'aveva ancora scossa, ma si rilassò quando vide Arianna e Michelle chine per terra a strappare quelle che sembravano erbacce "Vi state dando al giardinaggio? Avete voglia anche voi di pulizie estive, non vi fanno mica male sapete, un pò di lavoro... Di questo passo potrete aprire una giardineria!" commentò con sarcasmo "Stai zitta, stiamo solo cercando di rendere questo postaccio un luogo almeno un pò presentabile!" gracchiò Arianna "Ce la facciamo benissimo da sole, se non ti dispiace gradirei non averti fra i piedi, ci rallenti il lavoro" aggiunse Michelle continuando a strappare dal terreno arso ciuffi di erba secca, Veronica ridacchiò e rientrò in casa, non appena se ne fu andata ,Arianna prese Michelle per un braccio "Ascolta, ho in mente un piano bellissimo per scappare da qui" "Scappare? Intendi dire uscire da qui? Evadere?" chiese eccitata l'amica "Si, non credo che restare qui serva a molto, con Veronica ai comandi....credo che un posto migliore stia aspettando di riceverci" continuò Arianna, Michelle la guardò ed entrambe sorrisero malignamente "Il piano è molto semplice" aggiunse e in brevi versi tutto fu in azione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 9

ARIANNA TENTA LA FUGA  

           

Quella sera a cena ci fu uno strano silenzio, tutti mangiavano lentamente col capo abbassato. Sandra non era andata all'ospedale ma Vanessa, che aveva fatto corsi da crocerossina, le aveva fasciato il braccio con una solita benda foderata in modo da evitare il peggio aggiungendo anche una stecca di legno, Michelle ed Arianna erano apparentemente silenziose, fremevano in verità che arrivassero le dieci, che ormai tutti erano a letto, per sgattaiolare via e mettere in atto il loro piano. "Oggi è stata una giornata piuttosto stressante" disse Gordon "In cui sono successi avvenimenti a dir poco terribili..." disse Veronica "E questo è solo l'inizio..." disse Jack "Quindi ringraziamo Dio che non ci capitino altre sfortune" disse ancora Gordon congiungendo le mani e meditando in un'ironica preghiera "Fai pena" disse Arianna in tono asciutto tagliando la sua cipolla e storcendo il naso adunco in un espressione di ribrezzo; come se il ragazzo fosse stato uno schifosissimo ragno da schiacciare "Lo sappiamo tutti che non sai pregare!" lo schernì Michelle sorridendo con antipatia "E che non ti piace andare in chiesa" aggiunse Arianna  "E anche che ci andavi a cinque anni solo perché la tua mammina ti faceva guardare gli angioletti" disse Michelle con voce infantile, Gordon abbassò lo sguardo arrossendo, "Questa sera doveva arrivare mio nonno dall'America" disse "Ma che strano, i nostri genitori non si sono degnati di telefonarci!" commentò Arianna "Chissà chissà perché!" aggiunse Michelle ironica alzando il sopracciglio sinistro "A quel che appare, siamo così importanti per loro che per non ripetercelo ci fanno partire da soli!" esclamò Arianna con fare osceno "Avranno riservato le sgridate per dopo..." disse Vanessa "Si, come se ce ne importasse, io me ne vado a letto" disse Arianna alzandosi, mulinò i lunghi capelli in un gesto melodrammatico e camminò sulle punte come una ballerina e sparì. "Certe volte Arianna non la comprendo proprio" borbottò Michelle, "Io vado a lavarmi, se non mi tolgo di dosso questa sensazione....." disse Sandra e uscì dalla cucina tossicchiando "Forse è meglio che mi avvii pure io" disse Veronica concludendo con uno sbadiglio, Gordon e Jack aiutarono Vanessa a sparecchiare poi si sedettero tutti e tre davanti alla televisione che trasmetteva “TOCCA  A TE!!” un quiz televisivo. Finirono per andare a letto alle undici e mezza. "Ancora qualche minuto, aspetta che dormano. Deve arrivare mezzanotte" disse Arianna a Michelle, sotto le coperte, avevano indossato degli stivali estivi, jeans e top. Passarono parecchi minuti prima che la mezzanotte arrivasse, quando finalmente arrivò, il telefonino di Arianna vibrò vigorosamente. "Allora, ho preparato la corda per calarci, e i mattoni della casa sono a nostro favore: alcuni infatti sporgono e possono  servire per aggrapparsi, ed altri sono abbastanza fragili, con un poco di forza riusciremo a staccane via per  calarci, ho con me la torcia. Gli stivali servono per non graffiarsi i polpacci e in alcuni angoli ci sono piantati chiodi arrugginiti, bene, adesso vieni" disse Arianna, s'alzò dal letto e si avvicinò alla finestra, l'aprì legando con l'aiuto di Michelle la manopola al muro, le fece segno si starle dietro, si mise lo zaino in spalla , arrivata all'estremità  prese la corda alla quale aveva fatto in anello che si sarebbe agganciato ad un chiodo in fondo al muro, si voltò per calarsi, Michelle le passò la torcia, facendo bene attenzione a dove metteva i piedi scese lentamente all'indietro; non avendo cinturoni da montagna, la discesa era molto difficile, e se si provava a scorrere si rischiava di sbucciarsi i palmi delle mani. Anche lei cominciò a sedersi sulla sporgenza aspettò che l'amica fosse a qualche metro di distanza per poi scendere, in un primo momento scivolò pericolosamente verso il basso, Arianna sotto di lei sibilò, erano quasi arrivate all'ultimo piano quando un'ombra apparve proprio sotto ad Arianna, la ragazzina era ignara del pericolo e perciò non se ne accorse e continuò a scendere. All'improvviso dal basso provenne un sordo latrato, Arianna sussultò, Michelle socchiuse gli occhi e disse "C'è qualcuno laggiù" abbassarono entrambe lo sguardo verso il buio, Arianna puntò la torcia contro la figura che emise un brontolio sguaiato spaventando le due amiche "Cos'è?" sussurrò Michelle "Non lo so, non ho visto bene, mi è sembrato  che fosse un gatto, un gatto molto grosso" rispose Arianna e continuò a scendere, Michelle rimase terrorizzata a fissare il basso, e lo fu ancor più quando, sotto di lei Arianna emise un grido acuto e per poco non cadde dalla sporgenza che le separava dal piano terra, anche Michelle urlò e si voltò a guardare l'amica che ora si dondolava a sei metri dal terreno, la torcia cadde e s'infranse con un rumore secco, Michelle tirò la corda verso la finestra, ma  il peso di Arianna la costrinse ad abbassarsi, l'amica continuava ad agitarsi, Michelle era appesa sopra, ma il laccio di corda  che aveva fatto Arianna si sciolse e le due ragazze precipitarono nel buio! La prima cosa che pensò Michelle fu "Sto morendo, mi si è spezzato l'osso del collo, addio..." ma invece l'osso non si ruppe, si rialzò a sedere sull'erba secca e umida, si tastò il corpo alla ricerca di qualche frattura, poi si ricordò di Arianna e a tentoni toccò il suo braccio, "Ma cosa è successo?" chiese, ma Arianna sembrava non sentirla, l'amica le prese il capo fra le mani e le chiamò sussurrando, emise qualche segno di vita, Michelle tirò un sospiro di sollievo. Arianna tossicchiò e si mise a sedere, attorno non si vedeva nulla, solo il vento che aveva cominciato a muoversi. "Siamo cadute?" chiese "Si" fu la risposta "Qualcosa deve avermi morso alla caviglia, mi fa un male....e non so se riuscirò a muovermi" disse, poi si mise in ascolto perché dall'alto provennero dei rumori, la luce della loro stanza s'accese e la figurina di Vanessa s'affacciò al cornicione della finestra e disse con voce flebile per il sonno "Ma che ci fate voi due li?". Una volta in casa le due ragazze cercarono ogni modo per non fare sapere dell'accaduto, ma le loro urla si erano ben udite e le due amiche non passarono inosservate, "Chi urlava così forte?" domandò Jack sbadigliando non appena arrivò in soggiorno "Abbiamo sentito degli urli, credevamo si trattasse di spiriti particolarmente violenti" disse Sandra, Michelle abbassò il capo "Come mai vi trovavate fuori? E stranamente in giardino?" proseguì Vanessa, Arianna sospirò chiudendo gli occhi "Che domanda, volevano sicuramente concludere il loro lavoro, sai cugina le nostre due amiche si danno al giardinaggio, oggi pomeriggio le ho trovate a pulire il cortile,  infatti come dicevo …. se andate avanti di questo passo potrete aprire una giardineria!" commentò Veronica "Stai diventando piuttosto irritante con queste battute!" l'avvertì Arianna, poi si rivolse agli altri "Quello che volevamo fare non vi riguarda, facevamo solo quattro passi, siamo sonnambule" e si voltò per andarsene in camera ma Jack disse "Ma perché indossi gli stivali? Mica si dorme con gli stivali a letto!", Arianna si voltò "Hai la gamba ferita" le fece notare Vanessa, solo allora Arianna s'accorse di quanto atroce fosse il dolore "Sono inciampata su una pianta" s'affrettò ad aggiungere "Devi stare attenta" disse Vanessa "Ed è pure profonda. Ti verrà un'infezione se non va curata" disse Sandra, la ferita infatti sanguinava copiosamente, e quando la ragazzina si tolse lo stivale, mostrò quattro brutti e profondi fori. Sandra rabbrividì risucchiando l’aria  "Qui bisogna fare qualcosa" disse Veronica "Ma cosa facevate in piedi?" chiese  "Parlavamo di te!" esclamò Michelle, che sembrava avere ripreso la sua solita arroganza "Ah si? E cosa dicevate?" l'incalzò "Che sei una brutta sporca, schifosa, arrogante bugiarda!" fu la risposta "Ehi! Vacci piano, non hai il diritto di accusare mia cugina!" strillò Vanessa "Non ti permettere mai più di parlare così di Veronica, sarà l'ultima parola che dirai!" l'avvertì. "Io me ne vado a letto" disse Arianna e s'alzò a fatica puntellandosi sulla gamba sana "Sei ferita, sporcherai tutte le lenzuola" disse Jack "Non mi è successo nulla, sono caduta, ok? Ora la disinfetto e domani starà bene!" gli rispose, ma persino lei era preoccupata, la ferita sarebbe stata molto difficile da rimarginare, e se  ci fossero voluti mesi? O magari anni? la ferita ,non  sarebbe mai più guarita?  Avrebbe potuto andare in cancrena  e che fare,  vivere senza un arto? "Più giorni passano e più ne combinano" disse Veronica quando furono salite di sopra "Avete visto che ferita? " chiese Jack "Non può essere caduta, quei segni non possono essere graffi, sarebbero molto più leggeri" disse Sandra "Secondo voi cosa può esserle successo?" domandò Jack "Non ne ho la più pallida idea, ma so che anche lei ha capito di trovarsi in una grave situazione. Può morire così…." disse Veronica "Ma perché non la curiamo? Sarebbe meglio aiutarla!" esclamò Vanessa "Vai tu" disse Sandra "Ci pensa Michelle, ha preso delle garze" disse Jack "Domani torniamo a casa?" propose  "Meglio di si, in questo posto più restiamo e più stiamo male" disse Vanessa stiracchiandosi. "Torniamo a letto?" chiese Sandra "Io esco un attimo" disse Vanessa ,"Hai intenzione di procurarti un'altra ferita anche tu?" la schernì Jack "No, volevo vedere......", dopo qualche minuto rientrò, in mano teneva la corda e lampada e lo zainetto, "Ho trovato questi fuori" disse "Abbiamo un indizio in più" disse Jack "il caso  ci fa pensar che non fossero uscite solo per quattro chiacchiere" disse Sandra "Da quel che vedo sembrava volessero prendere qualcosa" disse Vanessa "Infatti è così, nello zainetto ci sono i biglietti per  il treno!" disse Veronica estraendo dalla tasca anteriore i due biglietti "Volevano scappare, andarsene e lasciarci qui!" esclamò esterrefatta Sandra "Mai e poi mai mi sarei aspettata una cosa del genere da Michelle" disse Veronica in tono lugubre, ma all'improvviso uno strano latrato interruppe i loro pensieri. Rimasero in silenzio ad ascoltare, il latrato si ripeté lentamente e più volte, anche Michelle ed Arianna dovevano essersi fermate. D'un tratto tutte le luci si spensero con un botto e il divano su cui erano seduti i ragazzi schizzò all'indietro e frenando così forte da mandarli a faccia in giù per terra. Dai piani superiori s'udì l'urlo di Michelle, poi un rumore di legno spezzato e qualcosa che si rompeva, di sotto Jack, Vanessa , Sandra e Veronica s'alzarono a fatica e salirono le scale, raggiunsero il secondo piano, ma furono malamente scaraventati all'indietro da qualcosa di invisibile che li mandò a cozzare contro il muro con un tonfo, Arianna, nella sua stanza s'alzò in silenzio ed uscì a tentoni, ma qualcosa alla sua destra catturò l'attenzione, come se qualcuno di molto lontano la stesse chiamando, si voltò ma la figura era sparita, un bagliore argenteo la costrinse ad avanzare nel buio, ben presto s'accorse di avere raggiunto il terzo piano! Percepì un movimento proveniente dalla soffitta, un po’ esitante aprì la porta. "Ma è la persona più sgradevole che speravo di incontrare!" gracchiò una voce proveniente da chissà quale parte, una figura luminosa trapassò la parete e le si piazzò davanti, Arianna la studiò attentamente e dopo qualche minuto capì come mai Jack era così ansioso di ritornare a casa … come mai tutte quelle telefonate erano senza risposta, e perché Henry gli aveva parlato così stranamente, "Gabriella…?" sussurrò

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 10

SETTE RAGAZZI NELLA CASA DELL'ORRORE

       

 Il pallido viso della ragazza si tramutò in una smorfia maligna, "Sei...sei..." "Un pò morta?" la schernì Gabriella in tono lamentoso "Sei un fantasma?" le chiese Arianna "Già, strano quello che può fare la natura vero?" disse la ragazza fluttuando pigramente "Ma cosa ti sei fatta, non può…." disse Arianna esterrefatta "Non mi sono fatta nulla, sono morta d'amore" rispose quella "Quando ho scoperto che Henry non aveva rispettato il patto, non volevo affatto che  Jack se ne andasse con te, così ho raggiunto Hen e ho provato a convincerlo che tutto questo non serviva a niente, ma non mi ha ascoltato, e io, quando ho scoperto che eravate qui non ce l'ho fatta e allora...." e si guardò "Ma perché?" chiese Arianna "Non lo so, sono forse pazza, sì è vero, ma se tu non ti fossi intromessa questo l'avrei evitato" disse Gabriella, poi guardò Arianna e sussurrò "Questo Jack lo sa?", Arianna scosse la testa "Ho sempre pensato che ci andavi male. Jack non l' ho mai voluto" disse "Invece si. Ti eri ingelosita e ne hai approfittato solo perché è il migliore amico di Henry!" esclamò Gab "Era in ospedale, tu non c'eri e così sono passata a salutarlo, sì è trattato solo di un veloce bacio" si giustificò Ari "Non è vero, l' hai fatto apposta, sapevi che non lo volevo, e hai continuato così per anni, sperando sempre di trovare una scusa che ti permetteva di stare da sola con Jack!" sbraitò  con rabbia la ragazza" Così ti ho fatto capire cos'era veramente il dolore, peccato.....una persona innocente, ma molto utile" "Che stai dicendo?" chiese Arianna "Hanno rapito Mrs. K, la uccideranno" disse Gabriella, Arianna la fissò: era persino arrivata a sacrificare le persone pur di vendicarsi, non glielo poteva permettere; sacrificare una persona innocente? "Maledetta, tu! Dove l' hai mandata?" urlò, ma alla sua sinistra provennero dei rumori, e dal buio pesto emerse una ragazza, Mrs. K, appena vide Arianna esclamò "Arianna! Ti avevo cercato dappertutto, ero passata qui per vedere se c'eravate, ma quando sono venuta...." ed accennò a Gabriella, stava per aggiungere altro quando da sotto provennero delle urla, "Oh no!" urlò Arianna e si voltò per uscire, ignorando il tremendo dolore alla caviglia volò giù per le scale, ma inciampò e cadde lunga distesa.  Sandra si trovava in giardino, era uscita perché anche lei voleva capire per quale motivo Arianna e Michelle erano volute scappare, si fermò sotto la finestra della loro stanza, la luce era ancora accesa, arretrò d'un passo, ma inciampò in una radice e cadde all'indietro picchiando la testa su un arbusto, si alzò a sedere massaggiandosi la nuca e fece per alzarsi, ma qualcosa di duro la costrinse a cadere seduta.Si tastò il ginocchio e trasalì: qualcosa serpeggiava su per il polpaccio, le si arrotolava attorno ai muscoli e ben presto si ritrovò le gambe strette da corde provenienti da chissà dove, chiamò aiuto ma non ricevette alcun soccorso, s'afferrò il polpaccio e s'accorse che era stretto in una grossa radice, tirò con tutte le sue forze ma non riuscì a liberarsi, avvertì qualcosa sotto il sedere e qualcosa di duro le serpeggiò sulla schiena. Soffocò un urlo quando un cappio stretto le si strinse attorno alla gola tirandole la testa all'indietro, s'accorse ben presto di essere legata da delle radici che lentamente la tiravano a terra, cercò di dimenarsi ma ogni sforzo era inutile, anzi più si agitava più le radici si arrotolavano, il cielo sopra di lei esplose nell'oscurità, le stelle s'oscurarono sempre più, man mano che le radici le stringevano la gola e la trascinavano sempre più in basso! Sandra raccolse tutte le sue forze e allargò le gambe nel tentativo che le radici si spezzassero, aprì gli occhi e si rese conto di avere la bocca asciutta e il respiro affannoso che lentamente diminuiva "Sto morendo" pensò. Arianna  raggiunse il primo piano  buio, trovò Michelle  che fissava il vuoto con terrore "Michie, cos' hai?" domandò Arianna "Ari, ma cosa sta succedendo? Fa freddo e.." disse la ragazza "Dove sono tutti?" chiese Michelle "La porta è bloccata" sussurrò Michelle, d'un tratto fu come se una gigantesca calamita la stesse tirando dal basso, improvvisamente scivolò all'indietro a velocità incredibile verso le scale, raggiunto il pianerottolo rimase stesa per terra mentre una scia di sangue scuro rimaneva dietro di sé, s'alzò barcollando ed andò verso una poltrona, ma quella fece un scatto e si rovesciò, alle spalle di Michelle un armadio spalancò le ante di botto e la ragazza ci cadde dentro a ruzzoloni, le porte si chiusero di scatto con un rumore metallico. "Aiuto!" strillò Michelle dall'interno picchiando contro il solido legno che non cedette, il guardaroba scivolò all'indietro andando a sbattere contro la parete opposta. Michelle picchiò la schiena contro il legno e svenne. Veronica si muoveva in silenzio, Gordon era dietro di lei, si muovevano a tentoni nel buio perché tutte le luci erano saltate, "Ma dove saranno finiti tutti?" domandò Veronica "E che ne so? D'un tratto c'è stata un'esplosione e mi sono svegliato" disse Gordon "Bene, adesso cerchiamo Vanessa" disse Veronica e continuò a camminare, nel buio la sua mano si strinse attorno a qualcosa, aprì lentamente una porta e con la mano cercò l'interruttore. "Niente interruttore vabbé" disse "Almeno vai avanti" le disse Gordon, che in un certo senso odiava restare appiccicato a una ragazza, soprattutto in una situazione come quella, avanzarono di qualche passo, Gordon stava per aggiungere che se ne voleva uscire quando Veronica urlò, il ragazzo si sentì improvvisamente leggero, come sospeso nel cielo e poi d'un tratto i suoi piedi toccarono un solido pavimento e le sue ginocchia nodose si piegarono. Ruzzolarono, Veronica s'alzò di scatto "Dove siamo?" urlò "Non lo so, devo essere caduto da qualche scala" disse il ragazzo "Cerchiamo almeno di uscire da qui!" disse la ragazza terrorizzata, mise le mani avanti e toccò una superficie fredda di piastrelle "Dove siamo" pensò "Non lo so, forse in un corridoio" disse Gord, Veronica lanciò un'imprecazione "Stai calma, adesso ce la faremo...ma cos'è questo odore?" “Hai paura?” chiese il ragazzo “Di che?” domandò la ragazza “Di morire, intendo …” ci fu qualche minuto di silenzio, poi “No, è solo che ora c’è un freddo che mi sta venendo sulla testa, ma cos’è?” “Ma ..”  Veronica aveva riconosciuto l’aria fredda prima ancora che Gordon l'avesse domandato: quello era sicuramente il fresco dell'acqua, doveva essere almeno quanto una cascata, sentì sopra la testa la freschezza dell'onda che le si schiantava, arretrò di almeno un metro per evitare che quel diluvio si abbattesse sulle loro teste "Gordon stai...", ma la parola "attento" le rimase nella gola, un gelido manto liquido la investì mozzandole il fiato, non ebbe nemmeno la forza per urlare, il gelo l'aveva immobilizzata dallo shock. Avvertì che l'acqua saliva di parecchi metri, agitò i piedi per sollevarsi, dalla durata capì che dovevano trovarsi a non meno di otto o nove metri di profondità. Non appena emerse cercò qualcosa a cui aggrapparsi, non sentì nulla, l'acqua era tempestosa e la stava facendo ruotare verso il basso, agitò le braccia ma la forza impetuosa era più forte. "Gordon!" chiamò "Aiuto! Aiutooo! AIUUUTOOOO!!!" urlò il ragazzo a pieni polmoni, non riuscivano nemmeno a percepirsi l'un l'altra tanto era forte lo scroscio dell'acqua impetuosa, nuotavano entrambi molto bene ma la forza delle onde li stava travolgendo, Gordon fu il primo a trovare la sponda, ma ben presto un'altra ondata lo sommerse mandandolo a schiantarsi contro la sponda alle sue spalle dove  vi si fracassò la testa, Veronica continuava a nuotare, scivolava verso le onde, la sua mano sottile percepì qualcosa di rigido, vi conficcò le dita e si sollevò, capì che aveva raggiunto la sponda. Rabbrividì appena fuori dall'acqua, corse sul pavimento bagnato, raggiunse la porta e vi si accasciò ansimando ripetutamente. Prima che potesse riprendersi un'onda alta venti metri le calò sulla testa, fece una capriola all'indietro e si ritrovò nell'acqua di nuovo, si spinse in alto, l'acqua gelida che le penetrava nei polmoni, le forze la stavano abbandonando, mosse i piedi più che poté, non riuscì a sentire nulla, le sue dita stavano velocemente perdendo sensibilità, il pollice e il medio toccarono di nuovo la sponda, con le ultime forze che le restavano risalì dall'acqua, strisciò verso la porta e vi si  addossò mentre un cavallone le si schiantava sulle spalle. Aprì la porta a fatica, le ginocchia cedettero, gemette mentre cadeva lentamente, non aveva neppure le forze per respirare, perse conoscenza nel giro di un secondo. Arianna avanzava lentamente, stava spuntando la luna, chiara e pallida come il volto di Gabriella, risplendeva alta nel cielo ebano. Da una porta affianco a sé fece capolino Jack, il suo viso non era più così gioviale, ora era segnato profondamente dalla paura, Arianna non lo aveva mai visto così spaventato. "Dove sono tutti quanti?" chiese con voce flebile "Non lo so, sono ore che giro, Michelle è sparita, Veronica, Sandra...." disse Arianna roteando le mani con tremore "Ascolta, io...non so ...." "Cosa devi dirmi?" "Io...ecco....ho visto Gabriella" disse Arianna, nonostante il pallido chiarore, gli occhi di Jack si spalancarono a dismisura "Lei è qui?" chiese "Si, sembra strano ma..." "Stai mentendo, lei non è qui, è in Sardegna!" esclamò "No ascolta, è qui, l' ho vista con i miei occhi! C'è anche Mrs. K! E' successa una cosa terribile!" disse Arianna "Cosa ti ha detto?"le chiese il ragazzo "Niente di importante, ma... è lei che..." "Cosa? Spiegati!" ordinò il ragazzo "Jack, ascolta...Gabriella..." disse Arianna, faceva dispiacere anche a lei, non si sarebbe mai aspettata un comportamento del genere "Meglio adesso, almeno lo shock è stato anticipato" pensò la ragazza, fece un lungo respiro e tutto d'un fiato disse "Gabriella è morta". Ci fu un lungo silenzio nel quale sperò di vederlo ridere, dirle che non ci credeva, che era uno scherzo, invece no... rimase a fissarla ammutolito. "Gabriella è morta" sussurrò "Gabriella è morta" ripeté la frase parecchie volte evidenziando sempre di più la parola "morta". Poi si voltò verso Arianna e chiese "Quando?" "Dopo che siamo partiti" rispose Arianna, Jack rimase in silenzio a riflettere, poi si coprì il viso con una mano e fece l'ultima cosa che Arianna potesse aspettarsi: si mise a piangere. "E' colpa mia, è colpa mia" ripeteva, un urlo improvviso li fece voltare, Mrs. K era in bilico su un'asse di legno spezzata, se fosse caduta nel vuoto non ci sarebbe stata più speranza "Dammi la mano!" urlò Jack avvicinandosi alla balaustra davanti alla quale era la ragazza, si sporse per afferrarle la mano, le loro dita a malapena si toccavano "Più vicina!" esclamò il ragazzo "Non ce la faccio!" gemette Mrs. K, si sporse in avanti "Aspettami, vedo se ce la faccio io!" urlò Jack, mettendo le gambe a cavalcioni della balaustra "Così cadrete!" esclamò Arianna, Jack si sporse in avanti, ora poteva quasi farcela, si dondolò avanti e indietro, con la mano afferrò le dita della ragazza e tirò a sé, ci sarebbe riuscito se in quel momento Gabriella non avesse gettato un grosso mattone che spezzò in due l'asta, Mrs. K volò in aria, si saldò alla balaustra, Jack le prese la mano e tirò "Non ci riesco! Mi sudano le mani!" urlò la ragazza, Jack aveva la fronte sudata, la prese per il braccio, e tirò "AAAh! Attento! Mi fai male!" squittì la ragazza, "Rimani li dove..." disse Jack, ma mentre la sollevava, lo stivale della ragazza scivolò su di un gradino, la balausta a cui era appesa ondeggiò e infine si spezzò con un Crak! E la ragazza precipitò giù nel buio! Si udì un tonfo seguito dal rumore di ferro rimosso, probabilmente nella caduta si era infilzata in un chiodo. Arianna guardò esterrefatta il vuoto in cui un attimo prima era sparita la sua amica, Mrs. K era venuta a cercarli, sapeva che erano persone intelligenti e simpatiche, la ragazza che nonostante la cattiveria della gente del paese si era sempre mostrata tollerante e rispettosa nei confronti dei sette ragazzi, e  ora…. non c'era più.... Vanessa li raggiunse, abbracciò Arianna che scoppiò in lacrime "Arianna! Ma che cos' hai amica mia?" le chiese, Arianna scosse la testa "Mrs. K...Mrs. K" singhiozzò la ragazza "Cos'ha?" chiese Vanessa "Mrs. K è...è.. morta" singhiozzò Arianna, anche Vanessa scoppiò in lacrime, rimasero abbracciate “Chi è stato? Chi l’ha uccisa? Oh mio Dio!” pianse Arianna “Stava venendo da noi quando è caduta giù per la balaustra” disse Michelle stridula "Gli altri dove sono?" chiese Jack "Michelle...oh l'avevo scordata!" disse Arianna staccandosi dall'abbraccio, aiutata dal chiarore della luna seguì la scia argentea, chiamò l'amica e risposero solo dei forti colpi "Michelle,stai bene dove sei?" urlò Arianna "Sono dentro all'armadio! Non respiro!" fu la risposta, Arianna cercò a tentoni la direzione da seguire, la sua mano toccò la poltrona che aveva scaraventato Michelle nell'armadio, la poltrona si mosse con uno scossone mandando Arianna per terra, a carponi raggiunse l'armadio e provò le serrature, invano. "Arianna, sto soffocando!" Michelle tirava potenti calci alla serratura, Arianna raccolse una trave arrugginita alla sua sinistra, si alzò in piedi e conficcò la punta sulla superficie dell'armadio, la punta aguzza si infilò nel solido legno, con forza Arianna lo rigirò spezzando in due la trave e mandando in pezzi l'armadio, afferrò Michelle per le braccia e la strinse a sé singhiozzando "Arianna....ho......paura!"sussurrò Michelle tra i singhiozzi "Credevo....di...di..morire...e..dove sono gli altri?" chiese infine "Non lo so, oh Veronica!" e risalì le scale chiamando Veronica a gran voce, "Oh, dov' è?" chiese Michelle, salirono al secondo piano, finché sentirono una vocina flebile "Chi c'è? Vanessa sei tu?", Arianna le si precipitò davanti "Sei tutta bagnata! Disse "C'era dell'acqua, io sono uscita" gracchiò Veronica "Gordon dov'è?" chiese Michelle "Non lo so, io sono uscita, ma lui no, credo che...oddio!" "No, non anche lui!" gemette Arianna "Mrs. K è morta" disse "Era qui? Dove? Perché?" chiese Veronica "Era di sotto, c'era venuta a cercare....anche Gabriella è morta" disse Arianna, aiutò Veronica ad alzarsi "Jack!" urlò Michelle quando vide il ragazzo fermo sul pianerottolo "Non...oh, prima Gabriella...Mrs. K...e adesso Gordon" gemette Veronica, Vanessa si coprì la bocca con le mani angosciata "Gordon?" gracchiò Jack rauco "Sì, eravamo in una stanza piena d'acqua e... io sono uscita mentre lui.....non ce l' ha fatta...è annegato" spiegò Veronica "No! Non posso perdere anche lui!" gemette Jack "Stanno morendo tutti,è un incubo" gemette Vanessa "Sandra....dov'è?" chiese Veronica, Vanessa la guardò "E' vero, dov'è?" in un attimo piombarono fuori "L'avevo vista uscire, non so cosa stesse facendo!" disse Vanessa, estrasse dalla tasca dei jeans una piccola pila, la lasciò vagare nel buio finché non la puntò sul viso inerte di Sandra "Aiutami a scavare , presto!" ordinò a Veronica, si chinarono e con forza tirarono quelle potentissime radici, non ebbero successo "Sta soffocando, oh aiuto" gemette Veronica prendendosi la testa fra le mani, tirò una radice, e sentì che questa cedeva "Tira Vanessa, tira!" urlò, con spinte, tirate, tagli vari riuscirono a liberare Sandra, la presero per i piedi e la posarono sul prato per farla respirare. Il suo viso era immobile, bluastro e gli occhi vitrei. Vanessa provò con la tecnica di rianimazione "Credo che..." disse mentre Veronica le tastava il polso, Sandra sbatté lievemente le palpebre, d'un tratto emise un respiro soffocato e prese a respirare regolarmente, Veronica l'adagiò a sedere lentamente, e le amiche si abbracciarono piangendo. "Mi stavano soffocando" disse, mentre Veronica le carezzava i mori capelli. Vanessa piangeva, quella terribile esperienza aveva lasciato una ferita che non si sarebbe mai più rimarginata. Esauste dal dolore, fatica e sonno caddero  addormentate in un sonno profondo.

Veronica si chiese come mai la vita andasse avanti tranquilla, lasciandosi alle spalle ogni dolore e dispiacere per poi crearne un altro. Il mattino seguente sopra Valverde s'era adagiato un cielo plumbeo ma senza piogge. I telegiornali riportarono le cause dll’alluvione che si era creata la sera precedente in seguito alla rottura della rete fognaria sotterranea che si era distrutta ed aveva inondato strade e fatto straripare i fossi e i fiumi che avevano inondato ogni cosa. Veronica si risvegliò sul duro pavimento della cucina, c'era un silenzio tombale, si guardò attorno e vide che anche gli altri si erano addormentati, lanciò uno sguardo all'orologio appeso al muro del pianerottolo, segnava le dieci e mezza. Per terra restavano ancora i segni della sera prima, l'armadio giaceva in pezzi  sparsi sul pianerottolo. C'era dell'acqua sul pavimento. Rimase in silenzio a guardare la disgrazia che le aveva strappato tre persone care: Gordon Cevolani ,Mrs. K e Gabriella. Dentro di sé c'era un vuoto, ma nessuna lacrima fu versata, a volte il dolore e la tristezza sono più potenti di un pianto. Sandra si svegliò, si rialzò lentamente massaggiandosi il braccio, "Sono così addolorata che nemmeno sento  più il dolore", Veronica abbozzò a un leggero sorriso, "Come faremo ora?" domandò a Veronica "Vivremo" fu la risposta "Con un grande peso nel cuore,ma vivremo". Svegliarono anche gli altri, misero i pezzi dell'armadio fracassato dentro ad un sacco di plastica verde "Vuoi...vuoi spostarlo?" chiese Arianna a Veronica, l'amica scosse la testa "Mi farebbe più dispiacere saperlo vivo ma con il dispiacere nel cuore. Voleva molto bene a Mrs. K". Rimasero seduti sulle sedie della cucina, non avevano fame: i loro stomaci erano serrati da morse potentissime, all'improvviso la porta del pianerottolo si aprì e si udirono dei passi, poco dopo un omino di almeno un metro fece capolino dalla porta, indossava una camicia a righe verdi e blu, una bombetta nera e in mano teneva una grossa valigia, era molto paffutello con la faccia tonda e rossa come un pomodorino ciliegia. Sorrise apertamente ai ragazzi "I miei nipoti! Come ve la passate?"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 11

IL SEGRETO DI HENRY

 

"Zio Albert?" chiese Vanessa esterrefatta, lo fissarono tutti quanti "Non siete sorpresi? Io si!" cinguettò allegro lo zio "Spero non vi siate preoccupati durante la mia assenza" disse, i ragazzi preferirono non parlare. "Allora, cosa mi raccontate di bello?", fu Veronica a raccontare dell'arrivo a Valverde, dell'incontro con Mrs. K e dell'arrivo in casa Pondrelli, naturalmente saltò la vicenda della bufera e delle mal credenze su di loro da parte dei paesani. Preferì inventare una storia credibile. "Bene, così possiamo passare questa ultima settimana assieme!" esclamò lo zio sfregandosi le mani, studiò i ragazzi attentamente "State bene? Vi vedo un pò spenti, siete sorpresi eh?" e sorrise. Quella era sicuramente l'ultima cosa di cui i ragazzi avessero bisogno, "Ma come mai sei stato via zio?" chiese Vanessa "Ho avuto una chiamata importante e non sono riuscito a passare qui per avvertirvi" spiegò Albert "Ma non vi siete sentiti soli vero?" aggiunse con un sorriso furbetto "Ah, no...è stato molto bello qui.." aggiunse Vanessa cercando di ricomporsi in modo che l'aspetto suo non la tradisse. Veronica raccontò dell'arrivo in città e della loro permanenza, molte fasi del racconto preferì evitarle o inventarle, addirittura per non fare dispiacere allo zio...ma la faccenda della notte prima non poteva certo parlargliene! "Mi fa piacere, peccato però che ci restino solo dieci giorni. Dimenticavo: un mio vecchio amico è da un sacco d'anni che cerca di invitarmi nella sua villetta su al Lago di Como, credo che venire con voi sia l'idea giusta non trovate? Anche perché so che a lui andrebbe proprio bene lui adora i bambini!" esclamò lo zio Albert, Sandra tossicchiò, dopo tutte quelle disgrazie e quei dolori, un poco di tranquillità sul lago non avrebbe guastato. Guardò gli altri per cercare nei loro occhi assenso, ma erano ancora tutti scossi "C'è qualcosa che dovete dirmi?" chiese lo zio, il silenziò calò su di loro "Potete parlarmi di qualsiasi cosa" aggiunse "Siamo un pò sorpresi dalla visita" ridacchiò Arianna mascherando le lacrime che teneva nel cuore "Siamo d'accordo partiamo"decise Vanessa "Non sarà male, no?" chiese Veronica. Non avrebbe guastato nemmeno rimanersene laggiù sulla riviera romagnola, con il caldo e il mare, ma con allegria, amici..quando invece loro erano tristi ed addolorati dalla perdita dei loro amici, quel posto avrebbe creato loro solo ferite nel cuore, era inutile nascondersi all'evidenza del mondo normale. Le giornate passarono veloci ed arrivò il triste giorno della partenza per tornare a casa "Pievepelago è l'ultimo posto in cui desidero andarci, la mancanza di Gordon sarebbe ancora più forte" disse Veronica quella loro ultima mattinata in compagnia dello zio, "E la sua famiglia? Dovremo dirglielo, immagino che vorranno saperlo" disse Michelle "Inventeremo una scusa credibile. Credo sarà difficile perché i Cevolani tenteranno di sapere i particolari. Richiederanno indietro il corpo del loro figlio" aggiunse Veronica. La stazione di Valverde era affollatissima perché parecchia gente saliva o scendeva  da binari diversi così era ancora più difficile decidere l'orario prestabilito. "Il nostro treno è quello che va per Pievepelago, ricordate" disse Arianna mentre percorrevano il corridoio in attesa del treno, in mezzo a fiumi di gente rumorosa. "Dovremo essere a casa per le undici" disse Veronica guardando l'enorme orologio appeso sul bar della stazione "Devo dire che dieci giorni sullo splendido lago sono stati magnifici" disse Sandra stiracchiandosi, "Sì, ma non dimenticherò mai quell'incidente con quella gallina, per poco non ci cadevi sopra" rise Arianna (alludendo ad un episodio avvenuto nella villetta del lago di Como) "E Mr. Casotto? Che buffo quell'uomo ci sorprendeva sempre" disse Veronica "E Mandame Cousine, la governante?" disse Arianna con disprezzo "Eh, si, povera donna, non le stavamo molto in simpatia" disse Vanessa "Almeno, io mi rendevo utile" aggiunse "Voi vi rimpinzavate di uova e tonno ogni minuto, dormivate fino a tardi....e per completare avete fatto fare una bruttissima figura a quella povera donna!" continuò rivolta a Michelle e Sandra. Un forte stridio le avvertì che il loro treno era giunto, raccolsero i loro trolley e si spostarono verso il centro per lasciare passare la gente. Appena salita Veronica si ricordò di quando, salita sul treno dove c’era stato quel blackout, rimpianse quel giorno in cui, erano tutti felici, ignari completamente della disgrazia futura. La stazione di Pievepelago era meno affollata e i sei ragazzi riuscirono velocemente ad uscire e a prendere il taxi che li avrebbe condotti sulla zona sud, verso il centro. Scesero all'ora prevista e non appena furono fuori Jack si rivolse alle amiche dicendo: "Venite, ho una cosa da dirvi" e con loro sorpresa le portò a villa Gayani. Li fece entrare la solita cameriera dall'aria scontrosa, Henry era dietro alla sua solita scrivania, a fumare il suo solito sigaro e a fare le sue solite telefonate di lavoro. Alzò lo sguardo e mormorò qualcosa nel telefono poi chiuse la chiamata, sorrise amichevolmente "Jack, amico mio! Quanto tempo! Come sono andate le vacanze?", cambiò espressione invece, quando vide le ragazze "Che cosa ci fanno loro qui?" chiese "Henry, ti devo parlare, loro restano" disse Jack sbrigativo, si sedette di fronte a Henry "Dov'è Gordon?" chiese quest'ultimo "Se mi ascolti te lo dico" disse Jack. "Henry, Gordon è morto, ed anche Gabriella è morta come lo è anche Mrs. K, io voglio sapere perché ci hai traditi" disse  Jack "Non può essere, sono mortificato. Io....quando è stato?" chiese Henry "Una notte di dieci giorni fa, durante una lotta...Veronica si è salvata e Gordon no" disse Jack "Oh" disse Henry in tono lugubre "Contatterò la sua famiglia dirò che il loro figlioletto è morto in un grave incidente" spiegò Henry sospirando "Perché Gab si è suicidata?" chiese Jack "Non credo che sia il caso di parlarne, lo sai anche tu" disse Henry sbrigativo "Lei non era d'accordo. Ha fatto di testa sua!" aggiunse. "No, l' ha fatto perché l' hai costretta tu! Se c'erano dei problemi me lo dicevi invece di lasciarla uccidersi!" esclamò Jack scattando in piedi, Henry lo fissò gelido, "Non ho avuto un'altra chance. Mi conveniva non creare altri problemi. Ti ho pagato per questo, mi sembra" disse "Pagato?" sussurrò Arianna "Ecco il motivo....tu in realtà sapevi tutto!" urlò Veronica puntando il dito contro Jack "L'avevi pagato per far morire Gordon e Gabriella e nello stesso tempo fingere che non fosse successo nulla!" aggiunse "Non l' ho pagato per uccidere Gordon e Gab" disse Henry lentamente "L' ho pagato per eliminarti una volta per tutte!" concluse guardandola con cattiveria "E hai detto a loro di credere alla tua buffonata!" esclamò Veronica accennando a Michelle ed Arianna che si chiesero come mai l'avesse capito."Ci dispiace, se lo sapevamo lo evitavamo. Ma eravamo così confuse!" disse Michelle e scoppiò in lacrime "Ci avete preso in giro!" ringhiò Arianna fissando i due ragazzi con occhi cattivi ,Henry sospirò :"E' vero. Gabriella m'aveva chiesto di eliminare per sempre Arianna, sapevo che non era saggio far morire una persona innocente, così pagai Jack e Gord per seguirvi e tentare di allontanare Veronica da tutte le sue amiche, in modo che abbassasse la cresta. Ma il mio piano non è andato a buon fine perché due giorni dopo la partenza Gabriella mi raggiunse dicendomi che aveva scoperto tutto e accusandomi di non saper fare il manager, le dissi che per motivi molto chiari non potevo uccidere Arianna o comunque eliminarla, ma le spiegai che Jack e Gordon erano laggiù e stavano facendo buon lavoro. Lei non mi credette, era contraria ovviamente che tu, Jack, dividessi il letto con Arianna, cosa che  a questo punto immagino non abbiate fatto....tornò Gabriella da me per chiedermi se avevo rispettato il patto, le dissi che non potevo e che non avevo nessuna garanzia di poterlo fare perché avrei rischiato la prigione, non mi diede ascolto, così si tolse la vita, credendolo il miglior modo per testimoniare la sua innocenza. Poi tu, Jack, mi parlasti di Mrs. K e mi dicesti che poteva essere una buona esca. Io non credetti che fosse un' idea valida perché sapevo che costringere una persona per nulla era inutile, ma tenni comunque la situazione sott'occhio. Poi mi accertai che la gente di quel paese non testimoniasse di avermi visto..." "Perché?" gracchiò Vanessa con una voce stranamente diversa dal solito "Il vostro zio tardava ad arrivare così strinsi i tempi" aggiunse Henry "La ragione per cui vi ho mandato è un'altra, ma non credo certo sarete contenti di saperlo " disse: "Cioè?" chiese Veronica "Albert Pondrelli è mio padre" "Ma ti chiami Gayani di cognome!" disse Veronica "Si, l'ho cambiato a nove anni dopo che lui lasciò me e mia madre, eravamo senza soldi, lei  mi affidò ad una famiglia di aristocratici, non avevano il modo per mandare avanti la baracca, così, come ho detto, venni affidato ai due, impegnatissimi … e perciò non erano mai a casa, mi costruii una vita completamente diversa, fatta di soldi, affari e fumo. Ormai avevo dieci anni e alle spalle una serie di inganni usati per abbordare anche i manager più scrupolosi, mio padre venne a dirmi di smetterla con le bambinate e cominciare a comportarmi da uomo. Non lo perdonai mai per quello, accecato dall’odio e dalla rabbia decisi di isolarlo, di fargli capire quanto ero pericoloso, mi sbarazzai dei miei due tutori e distrussi la mia famiglia avvelenando mia madre ed esiliando mio padre dal resto della civiltà. Poi firmai moduli che mi riconoscevano come il miglior manager, ovviamente presi il posto del mio padre adottivo … venni assunto nelle migliori banche, ma per non destare dubbi sulla mia incolumità scelsi di recitare la parte dello studente modello, in modo che tutti coloro che sapevano di me non sarebbero intervenuti a rovinare tutto.  Nello studio cadde il silenzio più assoluto, rotto soltanto dal ticchettio dei marchingegni metallici di Henry "Il motivo per cui non è venuto è perché l' ho chiamato qui a dirgli gentilmente di farsi da parte e che io stavo crescendo e le sue inutili credenze mi avrebbero sicuramente rovinato la carriera" disse il ragazzo  con sguardo carico di perfidia, guardandosi vagamente intorno "Perché non ce l' hai detto?" chiese Vanessa "Vuoi dire che, quando abbiamo ricevuto la lettera sapevi tutto!" disse Sandra, Henry annuì "Per questo ho pagato loro due per seguirvi a Valverde" aggiunse "Ma sono il tuo migliore amico, avevo il diritto di saperlo!" esclamò Jack "Lo so, hai ragione, ma questo era un affare fra me e mio padre" disse Henry sbrigativo, Jack si sedette con le narici frementi "Infine l' ho mandato al Lago di Como approfittandone per estendere i miei fondi" disse Henry "Cioè?" "Casa Pondrelli si trasformerà in una banca, i cui consiglieri sapranno fornirmi di importanti garanzie, e ci sarà anche un satellite per captare dallo spazio il futuro dell' Intesa!" esclamò gongolando, Veronica lo fissò con disgusto "Che animale! Hai buttato fuori di casa un pover' uomo innocente, non hai  proprio nemmeno un cuore!" disse lentamente "Va bene, lo odierai ,perché, non lo so, avrà fatto pure qualche errore ma è pur sempre tuo padre! E i genitori vanno perdonati più di ogni altra persona!" disse Vanessa "Ora il mio posto è con gli affari, mio padre non mi ha mai compreso fino in fondo" spiegò Henry. "Non ci posso credere, sei un'animale senza scrupoli, un riccastro che spreca il suo denaro esiliando la gente e costruendo fondi sulle loro ossa! E mi volevi pure eliminare, lo so come sei, un morto di fame che si chiude dentro e un guscio di cattiveria! Mi fai pena, sei un vigliacco!" urlò Veronica furiosa, si voltò dando le spalle agli altri e fece per uscire, quando sentì un rumore metallico alle sue spalle "Non ti muovere" sibilò Henry suadente, Veronica si voltò lentamente e lo fissò. Il ragazzo era in piedi e le puntava contro una pistola "Henry, non fare cazzate" disse Jack "Eh no, mio caro! Questa società sarà mia e di voi solo un ricordo. Mi sei stato utile Jack, ma ti prego di non  farmi rimandare a quello che avrei dovuto fare da anni" disse Henry "Aspetta, tu sei pazzo, stai commettendo un grosso errore, ascolta!" lo implorò Vanessa, ma il ragazzo puntò la pistola anche su di lei. Sandra lo fissò ammutolita: l' Henry che conosceva, era diverso, ma quello che aveva di fronte non era lui, il suo viso era cadaverico e lo sguardo assatanato, sembrava aver pe

7 CHILDREN IN THE HORROR HOUSE

 

 

 

 

 

INDICE

 

 

  • · CAPITOLO 1

LE VACANZE DA PROGRAMMARE  

 

 

  • CAPITOLO 2

LA LETTERA MISTERIOSA

 

 

  • CAPITOLO 3

L’ACCUSA DI HENRY

 

  • CAPITOLO 4

BIG PROBLEMS

 

  • CAPITOLO 5

VALVERDE DI CESENATICO

 

  • CAPITOLO 6

MRS.K

 

  • CAPITOLO 7

VOCI NEL SILENZIO

 

  • CAPITOLO 8

OMBRE, GELO, ALI SCURE

 

  • CAPITOLO 9

ARIANNA TENTA LA FUGA

 

  • CAPITOLO 10

SETTE RAGAZZI NELLA CASA DELL’ORRORE

 

  • CAPITOLO 11

IL SEGRETO DI HENRY

 

  • RINGRAZIAMENTI

 

 

 

I PERSONAGGI DELLA STORIA

 

 

 

 

 

VERONICA SMITH

E’ la protagonista della storia, la migliore amica di Sandra ed ex fidanzata di Gordon Cevolani. Pensa che Henry sia uno spavaldo ricattatore e sua cugina troppo perfettina a tal punto da far nascere una piccola lite tra le due, anche se è una ragazza scherzosa e temeraria, alla fine del racconto si dimostrerà ferma e comprensiva.

 

 

 

MICHELLE ESTREMPO

Dice a chiunque la incontri per strada che Arianna è la sua migliore amica nonostante ciò sa bene che non accadrà mai. Snobba Vanessa in ogni occasione e la sua ossessione, pare sia, quella di accaparrarsi tutti i beni di Henry anche se fa di tutto per non darlo a vedere. Ripete spesso che Sandra è una buffona. Diventerà molto legata a Jack.

 

 ARIANNA LULA’S

Sta con Michelle solamente perché le piace essere la sua controfigura. Non sopporta minimamente Vanessa e Gabriella. Alla fine del racconto accrescera’ la sua ostilità nei confronti di Michelle.

 

SANDRA CANTONESE

Italocinese, è la migliore amica di Veronica e molto protettiva verso Henry anche se lo considera solo un amico. Viene presa in giro da molti ragazzi ma dietro la sua eccessiva allegria si nasconde una ragazza la cui comprensività servirà moltissimo ai suoi amici

 

GORDON CEVOLANI

E’ l’ex fidanzato di Veronica ed è molto amico di Sandra, si chiede spesso  perché tutti lo considerino insignificante. Anche se in apparenza è scontroso e schivo in realtà si dimostra capace di provare sentimenti buoni che lo porteranno ad un faccia a faccia col destino. 

 

JACK TOLL

Rugbista di fama amatoriale, nonché braccio destro di Henry a cui non nega assolutamente nulla. Spera di diventare un broker famoso. Non tollera Arianna perché sostiene che gli voglia sottrarre la fama con tutti i guai in cui si troverà coinvolto.

 

HENRY GAYANI

E’ il più astuto manager quattordicenne del paese, non tollera l’ignoranza e la vanità nonostante molto spesso sia lui l’esempio perfetto,  nasconde un terribile segreto  ed il suo divertimento è torturare le persone psicologicamente per questo ha scelto Gordon come scagnozzo. Snobba molto volentieri Arianna.

 

VANESSA DE LA ROSE

Cugina di Veronica.  E’ la più saggia del gruppo ma anche la più decisa sul da farsi. Viene spesso additata come bugiarda o sapientona da quelli come Arianna. Gradisce la compagnia di Gabriella e ripete spesso che Jack è un egoista.

 

GABRIELLA MONTESODO

E’ la fidanzata di Jack. Odia Arianna e la sua politica razzista, è anche molto amica di Sandra ma le sta alla larga per via di Arianna. Anche lei, come Jack e Gordon aspira alla fortuna e ai beni di Henry. Ma è solo una questione di soldi.

 

PERSONAGGI SECONDARI

: GENITORI

: MRS.K

: ALBERT PONDRELLI

 

 

 

 

 

Capitolo1

LE VACANZE DA PROGRAMMARE

 

Quello era e sarebbe stato, il giorno più torrido e noioso dell'anno, all'aperto si respirava aria  secca che penetrando nei polmoni, dava un terribile fastidio. Era un Sabato bollente, di un Giugno orribile, in una cittadina dall'aspetto ridente, semisepolta dall'Appennino.... Pievepelago. Un Sabato inospitale, ma che ben  presto si sarebbe rivelato uno dei migliori e dei meno orrendi, questo non lo sapeva Veronica Smith, che se ne stava in procinto di un'attesa, seduta nel salotto di casa sua. Veronica era una brillante quattordicenne provenzale, viveva con i genitori e la sorella Sylvia di tre anni più grande, in una villetta di paese. Veronica se ne stava accovacciata sul sofà quando il campanello emise trillo sommesso "Drrrrrrrrr!", come una molla saltò e corse alla porta: "Finalmente!", esclamò  Veronica . "Michie …!", sulla soglia c'era una ragazzina magra, alta e con lunghi capelli biondo cenere, in testa aveva un largo sombrero arancione, sopra alla t-shirt coloratissima portava un lungo poncho giallo grano, sul naso appuntito erano in bella vista degli occhiali rosa acceso e molto cool, firmati Ray-Ban. Michelle Estrempo fece un cenno  di saluto con la testa  e s'infilò in casa; apparteneva ad una delle  ricche famiglie del paese, sua madre lavorava in una rinomata profumeria "La rosa di François" mentre suo padre lavorava presso una villa  di  ricchi signori come giardiniere. Michelle era di origine svedese, con padre spagnolo e madre tedesca, e conosceva a perfezione entrambe le lingue. "Uff!" sbuffò la ragazza lasciandosi cadere sul sofà  che ondeggiò violentemente, "Attenta! Che mia madre mi fa lucidare!" protestò Veronica. Michelle ignorò la protesta e disse in tono lento e con lieve accento da  nordica "Allora? Hai già programmato le vacanze?"

"No… tu?" le chiese l'amica "Ah!... Mi vedi felice? Noti qualche completo hawaiano che io indosso? Sto facendo dei salti di gioia?" disse Michelle rivolgendo a Veronica uno sguardo interrogativo e tornò a sbuffare ondeggiando sulla poltrona freneticamente."Ehi ATTENTA!" esclamò Veronica quasi urlando, Michelle le lanciò uno sguardo truce, come se fosse stata interrotta appositamente durante il suo discorso. "Come sta Arianna?" proseguì ignorando lo sbadiglio di Veronica, "Mmm, bene, ieri era il compleanno di sua nonna..... ottantanove anni, ma come fa?" disse Michelle esaltando il suo evidente stupore. Arianna Lulàs era la sua migliore amica, veniva dalla Grecia ed entrambe avevano le madri colleghe nella profumeria. Arianna era l'ombra di Michie s'assomigliavano in tutto e per tutto, anche se per Arianna  il fatto di stare con Michelle era solo un modo per sentirsi importante! "Quindi neppure tu hai trovato villeggiatura?" proseguì Michelle, Veronica scosse la testa avvilita "No, ho litigato talmente tanto con mamma che questa mattina tutta allegra mi dice che le discussioni l'hanno fatta riflettere..." Michelle aggrottò la fronte e domandò: "Quindi..?" "Andremo in colonia da dei suoi amici belgi" concluse Veronica, e aggiunse "Li odio quei tizi lì, stanno sempre muti a guardarti fisso, con quel marmocchio.. che chiede sempre perché...!" Michelle scoppiò in una risata sguaiata. "Sei davvero messa male! Quasi tutti quelli della nostra classe sanno già dove andare …. ha … ha! Solo noi sette non lo sappiamo … ha … ha!" Veronica avrebbe tanto voluto strangolarla. Ignorando con forza l'istinto omicida che la stava assalendo si diresse verso il freezer ed estrasse due bibite ghiacciate, ne lanciò una a Michelle. Solo allora s'accorse che l'amica non si era neppure svestita "Hai caldo?" le chiese. La ragazza scosse vigorosamente la testa. "Uffa! Che giorno è oggi?", "Otto Giugno" borbottò Veronica; aprì la sua lattina e bevve un lungo sorso, "Ho una voglia matta di una sigaretta, posso fumare? " domandò Michelle infilandosi la mano nei jeans sbiaditi. Veronica stava per protestare dicendo  che era vietato, quando trillò il campanello, fu Michelle che andò ad aprire e tornò poco dopo annunciando "Meno male …. c'è Sandra!"; Sandra Cantonese era una ragazzina dall'aria gaia, italiana ma  di origine cinese; ed era la migliore amica di Veronica. Con il suo solito sorriso, una ragazzina grassoccia dal viso roseo e capelli neri fece capolino dalla porta del salotto, teneva in mano una grossa sporta e pareva affannata. Si lasciò cadere a peso morto sul sofà di pelle (scatenando una serie di imprecazioni da parte di  Veronica)  commentando con vocetta squillante "Amiche! Sono stata da "FARE SHOPPING", ho preso delle bellissime magliette e pantaloncini!" e mostrò alle amiche quattro magliette di colore: rosa acceso, grigio topo, cioccolato e giallo banana, più due calzoncini uno rosso ed uno grigio. Tutti gli indumenti parevano fatti apposta per essere indossati da una persona di stazza molto pronunciata. "Oh, guarda … Veronica … come sono... sono … così carini!" cinguettò Michelle in falsetto, Veronica invece era inorridita "Non vorrai mica indossare quelli … vero?" e accennò ai pelosi pantaloncini color topo che recavano sul didietro a lettere cubitali la parola "SQUITT!", e la "Q" era rappresentata dalla faccina di un topo. "Ah, volevo salutare Jack, ma non c'era, così ho pensato di fare un salto da Henry per vedere se era lì" proseguì Sandra . Henry Gayani era il più ricco ed avaro del paese, un egoista che  passava tutto il suo tempo piegato sulla sua scrivania a recapitare assegni e contare soldi a palate mentre fumava il suo sigaro e sospirava ripetutamente "Ah … gli affari!". A soli quattordici anni faceva affari con diversi istituti di credito come manager, magari anche all’insaputa dei genitori! Già … i genitori, perché quelli di Henry  non si erano mai visti in giro e nessuno li conosceva, né loro né la loro storia. Pareva persino che la polizia fosse andata a ispezionare “Villa Gayani” per assegnare Henry ai servizi sociali. Ma per strane ragioni  questa si era ritirata, forse perché lo stesso Henry li aveva profumatamente pagati per il  loro silenzio … NUOTAVA NELL'ORO … .Inoltre era il migliore amico di Sandra (o almeno così lei diceva in giro). "Ah il vecchio Henry … !" disse Veronica "Scommetto che ti avrà cronometrato i minuti... fa sempre così quello!" borbottò Michelle vaga. "E Jack?" domandò Veronica, Sandra ripeté che non l'aveva visto. Jack Toll era il ragazzo più corteggiato di Pievepelago, quasi tutte erano innamorate di lui. Jack era il sex simbol scolastico, aveva una voce magnifica, cantante perfetto nelle canzoni contemporanee che improvvisava nei corridoi della scuola, era neozelandese e viveva in un accampamento di roulotte con la famiglia intera (bisnonni inclusi) nel parco vicino alle scuole,  oltretutto, (nonostante avesse ammiratrici a non finire) era fidanzato con un'arcigna e vanitosa ragazzina di nome Gabriella Montesodo che Jack preferiva chiamare affettuosamente "Gab". Gabriella era la peggior nemica di Arianna Lulàs. Jack, Sandra, Gab e Gordon Cevolani (del quale vi parlerò più avanti) erano i soci incalliti del perfido Henry! "Lunedì di nuovo a scuola! Se avessi diciott'anni l'avrei lasciata da un pò, invece tutti i giorni devo subirmi le lamentele di mamma! disse Michelle stiracchiandosi sul sofà. "Io sono peggio!" ringhiò Sandra d'un tratto seria "Perché?" le chiesero in coro le due amiche "La mamma ha avuto la straordinaria idea di invitare poco prima della fine scuola i miei cari nonni di Hong Kong! E credo che passino l'estate con noi... almeno, le vacanze spero!" disse Sandra guardando le amiche avvilita, odiava i suoi nonni, sua madre e le sue origini. "Povera Sand (così la chiamavano), sola, sola a sorseggiare the e a trangugiare spaghetti di soia in salsa Wang!" scherzò Veronica  ma in tono drammatico, poi però s'ammutolì perché l'amica la stava guardando malissimo. "Eh già … sapete che il 29  c'è il concerto dei Tokio Hotel?" esclamò Michelle, Sandra annuì e Veronica sorrise compiaciuta "Se ce la faremo con la scuola avremo quel pò che ci permetterà di andare al concerto". "Sì, voi sì; ma io no!" piagnucolò Sandra stringendosi la lunga gonna rosso porpora, guardò le amiche come un cane bastonato guarda il padrone "Peccato, Tom suonerà tutto solo, senza la sua donna sarà ancora più deluso!" ridacchiò Michelle, e una ciocca bionda le scivolò sugli occhi …. sorrise. "Ah … guardate fuori, non si muove una foglia!" disse piano Sandra fissando la finestra con sguardo triste. "Beh, che dite.... vado a casa? Devo aiutare mia madre a fare i ravioli di pesce spada, meglio che m'affretti!!!!" disse Michelle alzandosi, prese la sua decorata borsa jeans facendo tintinnare le perline penzolanti, uscì dal soggiorno e si chiuse la porta alle spalle. "Meglio che vada pure io …" sospirò Sandra, "Devo finire la ricerca di scienze... ecosistemi!" e guardando Veronica aggiunse "Ah …! Henry non può aiutare Jack... affari" concluse sbuffando, mulinò i capelli corvini e sparì dietro alla porta, Veronica rimase seduta provando ad immaginare quanto fosse complicato aiutare Jack Toll in una ricerca. Alle sue spalle si udirono dei passi e poco dopo sua sorella Sylvia apparve in soggiorno con indosso una larghissima tuta, aprì il frigorifero dal quale prese una bottiglietta di Chinotto, lo richiuse e salì le scale che portavano alle stanze superiori. Veronica e Sylvia erano sorelle invisibili l'una all’ altra.  Vivevano sotto lo stesso tetto ma era come se non si conoscessero. "Viviamo qui, solo perché siamo sorelle!" ripeteva Veronica. In casa Smith la parola "insieme" non la conosceva nessuno, la madre delle due ragazze era una donna ossuta coi capelli corti e con taglio perfetto, era sempre indaffarata perché lavorava in un programma televisivo molto famoso, oppure usciva con le amiche; il padre era un impiegato, un impiegato di banca che tornava tardi la sera quando ormai le altre avevano mangiato e stavano per andare a letto, ascoltava le quattro cavolate di Sylvia ed andava a letto anche lui rialzandosi il mattino dopo, alle prime luci dell'alba, per raggiungere Modena dove lavorava. Le due figlie erano sempre impegnate: Veronica col pattinaggio, amiche e i corsi di pianoforte, Sylvia con l'equitazione, body building , le uscite col fidanzato e il calcio. Non che ci fosse da lamentarsi di quella famiglia , per Veronica era perfetta, ma neppure da stimarsi più di tanto per il solo  fatto che quel tipo di famiglia  non si ritrovava tutte le sere a casa per parlare davanti ad un bel piatto di spaghetti fumanti! Non era  perfetta come quella di Vanessa de la Rose , la cugina di Veronica e Sylvia, che  abitava in una casetta indipendente con giardino graziosa vicino ad un boschetto  situata appena fuori dal paese. I De la Rose, erano una famiglia ordinata, che vedeva la tv un'ora al giorno e che consumava il meno possibile di elettricità, e si nutriva esclusivamente di verdura! Veronica invidiava Vanessa, invidiava il suo permanente ottimismo che emergeva anche nei momenti più bui, veniva sempre fuori con una saggia frase o un complimento che molte volte suscitava l' ironia di quest'ultima. L'unico posto in cui riusciva ad essere sé stessa senza ordini né pregiudizi era la scuola.....

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo2

LA LETTERA MISTERIOSA

 

Nella classe 3G quel giorno c'era aria di burrasca, da un pò di tempo alcuni ragazzi stavano diventando terribilmente irrequieti solamente perché ancora una volta venivano sottoposti ad una di quelle tipiche vacanze estive di mare o di montagna … con nonne mielose, ziette zitelle e padri improvvisamente innamorati "della ragazza della porta affianco",madri super rilassate e fratellini e sorelline spacca timpani, tutto questo genere di cose a cui scrittori accaniti e paranoici  si sono sempre ispirati. Questi ragazzini (tra cui Veronica) non volevano assolutamente sottoporsi a questo genere di "torture familiari" e così finirono per rovinare l'umore degli  altri compagni  facendo aumentare le possibilità di ritrovarsi con  pagelle piene di 5 e  condotta a rischio di bocciatura! A causa di ciò gli alunni commettevano nei compiti errori grossolani, "Dovremo bocciarli … altro che esami!" ripetevano gli insegnanti sconsolati. Quella mattina, esattamente il 9 Giugno, accadde una cosa che cambiò per sempre la” tranquilla” vita che per tredici anni era stata  vissuta da sette innocui ragazzi. "Uffa, cos'ho fatto per meritare questo?" si lamentò Michelle, "Se penso che dovrò stare a casa tutta l'estate china sui libri, si sbagliano!" aggiunse. "Io allora?" protestò Sandra "Io andrò coi miei cugini in Inghilterra a vedere il castello dove hanno girato la serie di Harry Potter, poi faremo una sosta in albergo ed andremo dal fidanzato di mia cugina Isilde" disse Arianna, visibilmente poco contenta "Noi andremo in Trentino per una settimana, poi a casa ed infine qualche giorno al Lago di Garda" disse Vanessa allegramente, dietro di lei, Gordon Cevolani era chino sul suo banco e continuava istericamente a piangere, alzò il viso color peperone e singhiozzò" I... io ..vado a R...Roma con mio nonno..... abita lì...ma senza la mamma … non vado da nessuna parte!" e poi di nuovo a piangere. Gordon era l'ex fidanzato di Veronica: un ragazzino piagnucoloso dai capelli biondicci e unti, che passava il maggior tempo a piangere nel bagno maschile, un bambino fragile che scoppiava in lacrime alla prima domanda che gli veniva posta durante le interrogazioni,  piangeva non appena lasciava sua madre davanti alle scale della scuola, o  correva a casa perché i suoi compagni lo prendevano in giro, o non partecipava alle gite scolastiche perché temeva che gli insegnanti lo abbandonassero..... per questi ed altri innumerevoli motivi Veronica lo aveva lasciato. Vanessa gli cinse le spalle con un braccio mormorandogli parole incoraggianti  "Ma come fai tu ad essere così felice? Voglio dire, ridi sempre anche quando accade un disastro?" le chiese Veronica "No, cerco solo di osservare quello che le persone fanno per me. Dovreste essere grati per quello che fanno i vostri genitori per voi, non pensare solo al vostro smisurato egoismo!" disse Vanessa suscitando in Veronica uno scatto d'ira, intanto mentre la confusione conquistava la classe Henry Gayani protestava "Tutta questa confusione! Mi rovina! Ah … gli affari! Se non ci fossero questi! " Poco lontano Arianna, una ragazzina dal naso adunco e l'aria scontrosa  scrutava con disgusto Gabriella Montesodo intenta a tagliarsi le unghie "Tu dove andrai Henry per le vacanze?"chiese Sandra al ragazzo che gonfiò il petto come un tacchino e gongolò in tono professionale "Oh, io andrò a Stoccolma  per un incontro di rappresentanti con cui farò alcune escursioni a vedere vecchie banche storiche. Poi tornerò qui e comincerò il nuovo programma finanziario". "Uuuh!" sospirò Michelle in tono di scherno mentre Sandra batteva le mani compiaciuta. "E' inutile che ti vanti!” lo rimbeccò Arianna arricciando il naso, "tanto a Stoccolma i tuoi non ti ci mandano!" Henry, visibilmente offeso stava per controbattere quando dal corridoio giunse l'inconfondibile suono della campanella d'inizio ricreazione. "Avete sentito che il 29 ci sarà il concerto dei Tokio Hotel, ad Ancona?" cinguettò Veronica, appena uscirono nel cortile interno, si sedettero all'ombra di un grande faggio "Si, l’hai già detto! Se questa volta avremo fortuna, con i fondi del mercatino faremo cassa e potremo andare a vederli!" disse Michelle eccitatissima, lei e Vanessa andavano il sabato mattina nella piazza del paese a vendere bellissime collanine di perline che lei stessa produceva . "E da quel che ho letto,  i biglietti andavano a ruba!" "Di sicuro non potrò andarci io!" borbottò Sandra "Ma va là …., certo che ce la fai!" esclamò Veronica, a volte l'amica l'innervosiva tante di quelle volte che spesso e volentieri la scaricava con una serie di parolacce. Più in là due esili personaggi  chiamati Gabriella e Jack passeggiavano guardandosi attorno con leggero ribrezzo come se la scuola fosse stata una palude "Allora vieni quest'estate da me in Sardegna?" chiese per la dodicesima volta la ragazza a Jack "Non lo so.. è che mio padre voleva andare in Nuova Zelanda a trovare un suo zio.. e io …. non lo so, non vorrei disturbare …." disse il ragazzo "Uff, sei così indeciso!" sbuffò Gabriella dando un tiro alla sua sigaretta "Non vorrei essere d'impiccio, e poi non ne ho molta voglia" disse Jack con un'alzata di spalle. Gabriella bofonchiò qualcosa d'incomprensibile poi si voltò a guardarlo socchiudendo gli occhi, allora disse con la voce che le tremava dalla rabbia "Ah certo, dovevo immaginarlo, come ho potuto dimenticarlo?" "Ma che stai dicendo?" chiese Jack, mentre la ragazza continuava a blaterare "Sto dicendo che ho assolutamente scordato che preferivi passare le vacanze con Arianna, vero?". A quel punto Jack divenne color carminio ed esplose facendo trasalire alcuni ragazzini del primo anno "AH, BENISSIMO, FANTASTICO, PER TUA INFORMAZIONE HA FATTO SOLO BENE A VENIRMI A TROVARE MENTRE TU, TE NE STAVI SPAPARANZATA  IN QUEL MALEDETTO POSTO IO PATIVO LE PENE DELL'INFERNO IN QUELL'OSPEDALE DEL CAVOLO, MI HA SOLO FATTO UN FAVORE, TUTTE QUESTE SONO SOLO FESSERIE INUTILI...SE NON AVESSI FATTO TUTTE QUELLE CAZZATE ALLA FESTA L'AVRESTI EVITATO, TU NON C'ERI...RICORDALO!". E senza aggiungere altro le voltò le spalle e se ne andò furibondo lasciando Gabriella sbigottita e arrabbiata. Il motivo per cui lei ed Arianna divennero improvvisamente nemiche ebbe inizio una sera, di due mesi prima durante uno show a teatro in cui partecipavano tutti i ragazzi della 3G che dovevano ballare pezzi di canzoni tra cui quelle di artisti famosi , il musical si teneva a Roma. Arianna era rimasta un pò  contrariata quando nella prima parte del balletto Gab doveva venire  sollevata  da Jack e Michelle, ma non ci rimuginò troppo sopra, accadde però che, alla fine della serata Jack, Gabriella e Sandra dovettero venire portati all'ospedale in ambulanza perché avevano fatto uso di molti alcolici alla frutta  e qualche stupefacente presi dopo la festa in un night club dietro al teatro. I ragazzi erano ignari della quantità d'alcol presa e passarono la serata a cantare canzoni marinaresche e sentimentali tracannando Campari a fiumi e facendosi prendere in giro da tutti, e mentre arrivava l'ambulanza Sandra piagnucolò pretendendo a tutti i costi di voler restare a fare compagnia ad un vecchio barbone. Dovettero restare dentro per due settimane, solo che, Gabriella che doveva partire per il Marocco una delle due settimane, fu recuperata dai genitori che la presero con loro, Sandra rimase dentro per qualche altro giorno mentre Jack dovette subirsi le due settimane, e capitò uno di quei giorni che Arianna venne a fargli visita, secondo Gabriella, Arianna avrebbe fatto apposta a baciare il suo ragazzo per volerglielo rubare, invece la ragazzina accidentalmente aveva dato una semplice carezza  a Jack. Questa bugia  era stata riferita a Gab da una vecchia rompiscatole del paese che conosceva tutti e tutto e non perdeva l'occasione di spifferare o parlare male degli altri. Da quel giorno le due ragazze cominciarono a farsi guerra tra loro, odiandosi insistentemente e combinandone di tutti i colori..... Qualche metro più in la le ragazze avevano osservato attentamente il dibattito tra i due innamorati  "Che schifo! Davvero nauseante!" commentò Arianna arricciando il naso "Ma che peccato! Varrebbe la pena rimettersi assieme?" squittì Michelle preoccupata "Varrebbe la pena che Jack si rendesse conto con chi ha a che fare, sarebbe meglio che mollasse 'quella lì!" gracchiò Arianna disgustata. "Sarebbe meglio che lui non venisse da lei, gli direbbe un sacco di fesserie su di me!"proseguì incrociando le gambe ed assumendo un cipiglio sinistro e malevolo. "Ah, che storia eccitante!" commentò Sandra romantica "Buongiorno ragazze!" disse una voce profonda  ed intellettuale, Henry era dietro di loro, in mano teneva una pila di scartoffie che risultava fossero moduli finanziari "Un bel sole, vero?" esclamò "Credo proprio che oggi me ne andrò al circolo a giocare a tennis!" "E i tuoi affari? Li abbandoni così?" lo schernì Veronica con tono  ironico "Quelli certo non li dimentico …" ribatté il ragazzo serio, e continuò "Ho visto lo straziante litigio tra Jack e Gabriella, secondo me farebbero meglio ad unirsi a me negli affari, come dico sempre, loro si rifiutano … come al solito!" concluse sbuffando "Non mi meraviglio!" borbottò Veronica tra i denti, Henry le lanciò un'occhiataccia fulminante "Considerare i miei beni un inutile spreco è diventato il tuo record Veronica Smith?" (Quando riprendeva qualcuno Henry chiamava sempre per cognome) "Beh, forse li considerano un tantino noiosi e condizionati dal tuo... ehm.. eccessivo egocentrismo, a loro non piace doversi per forza sottomettere a qualcuno" disse Veronica, aveva parlato male e fu troppo anche per Henry "Tu osi considerare i miei affari uno spreco? E secondo te io li costringerei! Brava, tanto per te è tutto uguale vero? I miei affari sono tempo sprecato no? Cambierai idea Veronica Smith, e molto presto!" e detto questo, con un'occhiata spettrale se ne andò. Da lontano  si udì la campanella di fine ricreazione. Henry aveva previsto una cosa che Veronica avrebbe considerato terribile, che avrebbe cambiato per sempre la sua vita e quella dei suoi amici, e quello era solo l'inizio.  Nell’ora seguente c'era aritmetica con una professoressa terribile, arcigna e sempre pronta a beccare sul misfatto o a chiedere quello che non si sapeva. Gli alunni avevano poca voglia di lavorare ma la professoressa no,  quindi assegnò subito una moltitudine di problemi con operazioni di radice quadrata, Veronica vide Henry e Jack bisbigliare fitto fitto in quella che pareva una delle tante sfuriate di Jack. "Silenzio! Toll e Gayani, vi divido sapete!" tuonò la prof un pò divertita, faceva sempre la ruffiana con chi le pareva, il legame tra i due amici era di fama "Prof, ci può dire quanto fa 1:2?" chiese qualcuno "No! Tu, Stebbini, impara da solo a contare!" esclamò la prof minacciosa, Vanessa s'intromise "Ma professoressa! Lui voleva soltanto chiederle un risultato! Non deve essere così dura con gli alunni..." la prof la squadrò con occhi di fuoco e tuonò sputando saliva ovunque "Insomma De la Rose, non stai mai zitta! Non ti hanno detto che è assolutamente vietato riprendere un adulto? E per di più un insegnante! Ti faccio stare zitta io, vieni qui, consegnami il diario che ti scrivo qualche riga...", tutti i presenti si voltarono verso Vanessa che guardava la prof terrorizzata mentre con mano febbrile andava alla ricerca del suo diario, Veronica desiderò ardentemente che succedesse qualsiasi cosa che non  rovinasse terribilmente la reputazione della cugina.... proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta, "Avanti!" ruggì l'insegnante, la porta si aprì ed apparve la bidella che con passo di marcia entrò nell'aula, odorava di solventi "Professoressa, mi è appena giunta una comunicazione, dovrei ritirare alcuni alunni dal Direttore... vede...." "Benissimo... De la Rose vai a fare una visitina all'ufficio del Preside, ne hai tanto bisogno!" tuonò la prof, la bidella fece finta di nulla e al centro della stanza tutti annunciò "Dovrei ritirare i seguenti ragazzi che il Direttore vuole, sono: Smith Veronica, Toll Jack, Lulàs Arianna, Estrempo Michelle, Cevolani Gordon, De la Rose Vanessa, (applauso della prof)e Cantonese Sandra!" "Ma cos'abbiamo fatto!" sbottò Jack "Taci Toll, hai sentito?" tuonò la prof con voce grossa "Se li tenga pure e dica al Preside di tenerli per un mese, 'sti ragazzi hanno bisogno di disciplina!" “Esigiamo delle spiegazioni valide su ciò, perché no?” esclamò Michelle “Non abbiamo commesso nulla noi, che se la prendano con Gayani   che non studia mai niente e prende sempre 10!” insorse Arianna “Noi restiamo qui, che venga il preside!” disse Veronica incrociando le braccia sul petto e fissando la bidella dritto negli occhi, la donna strinse i pugni e proseguì spazientita "Insomma il mio lavoro è questo! Problemi o no il Direttore vi vuole. E che fate lì in ancora! Sbrigatevi, devo potare le rose!" ed uscì. Furibondi i sette ragazzi la seguirono di malavoglia come condannati ad un'esecuzione; prima di voltare l'angolo Veronica vide un maligno sorriso sul  viso porcino della prof, che, rigirava pigramente la biro tra le dita grassocce. La bidella li scortò fuori dall'ufficio del direttore poi fece dietro-front e sparì. Arianna aprì la porta, dietro alla sua scrivania iper-ordinata c'era la distinta figura di un uomo dall'aria professionale, appena li vide disse "Ah, vi è appena arrivata questa, non so chi la mandi ma è indirizzata a voi..." "Signor Preside la prego, non ci porti via da qui, non lo faccia!" disse Vanessa in tono supplichevole ignorando completamente la busta che il Direttore le porgeva, il quale s'alzò e scoppiò a ridere ed uscì dallo studio. Prima di chiudersi la porta alle spalle mormorò "Vi consiglio, dopo, di tornarvene diligentemente in classe vostra, fareste felicissima la vostra insegnante!". Una volta soli Vanessa aprì la busta: conteneva una lettera,  la grafia era scritta in modo veloce ma comprensibile, quasi fosse stampata, la carta era giallastra ed emanava un forte odore di chiuso, c'era scritto:

 

Cari Veronica, Jack, Arianna, Sandra, Vanessa ,Gordon e Michelle, vi starete subito chiedendo chi io sia, ma anche se ve lo dicessi non cambierebbe nulla, ma mi presento comunque: sono Albert Pondrelli ed ho recentemente scoperto di essere vostro prozio! E per conoscervi avevo pensato di invitarvi tutti nella mia accogliente dimora a Valverde di Cesenatico, in campagna! Potremo conoscerci meglio, ovviamente se non avete già programmato altro..... intanto vi auguro un buon fine scuola e...... arrivederci al 20 giugno!

Statemi bene        con affetto, vostro zio

Albert Pondrelli           AP

 

Veronica lesse e rilesse la lettera fino ad accertarsi che quello che aveva visto non fosse follia pura:sto sognando, io non ho mai avuto uno zio di nome Albert! "Chi è? Perché dice di essere nostro zio?" domandò Sandra, che non era mai stata una persona che capiva al volo, "Non lo so e non mi interessa!" esclamò Vanessa e fece per strappare la lettera "No!" urlò Veronica "Non vedi? Non capisci quanto può essere importante per noi?" disse bloccando Vanessa per il polso ossuto "No" rispose secca la cugina "Non capisci? E' una nuova occasione da barattare con tutte quella schifose vacanzette da  quattro soldi che ci avevano progettato!" "E che importa io vado in montagna..." rispose Vanessa "No! Hai letto cos' ha scritto? Di invitarci, noi, capisci? Solo io te e gli altri!" proseguì Veronica entusiasta "Veronica ha ragione Vavì!" disse Arianna lentamente, "Ma perché dovrei cambiare? E' un vostro problema, non un mio" specificò l'amica "Vabbé, dai andiamo a conoscere il nuovo zio!" disse sbrigativa Sandra "Non lo so, devo prima chiederlo ai miei genitori...." disse Vanessa che era una ragazzina consapevole delle proprie azioni. "No! Direbbero subito di no e tu non potrai andarci assieme a tutti noi!" disse Michelle "La cosa che conta è che io e Gordon non partiamo con “fuori-di-testa” come voi!" intervenne Jack con decisione "Ah, bene allora voi no!" rispose Veronica sbrigativa "Io vado, tanto anche se manco i miei non diranno niente, farò finta di dover andare in colonia da sola, le fanno ancora no?" e sorrise "Vedrò anch'io cosa trovare..." disse Arianna "Meglio adesso che torniamo dentro, la prof sarà troppo contenta di darci per perse" disse Michelle giuliva: "Oh è vero, siamo ancora a scuola?" chiese Sandra. Le altre la fissarono sbigottite. Mentre tornavano in classe  Gordon disse piano a Jack "Non andremo con loro vero?"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 3

L'ACCUSA DI HENRY

 

"E invece ci andrete!" tuonò Henry battendo furiosamente una mano sul tavolo facendoli trasalire sulle sedie. Erano passate tre ore dall'avvenuto della  lettera misteriosa, Jack, Gordon, e Gabriella si trovavano nello studio di Henry, a villa Gayani, fuori il vento soffiava leggermente dando a Pievepelago un'aria sempre più smarrita e inospitale. "Dobbiamo proprio?" si lamentò Gordon, Henry gli lanciò un'occhiata carica di veleno. "Dicevo.., riprese come se nulla fosse, che le cinque ragazze... hanno ricevuto una lettera da questo zio ,Alberto hai detto?" chiese rivolgendosi a Jack "Che dice di avere su di sè la responsabilità di tenervi per le vacanze, giusto?" i tre annuirono "Quindi questa notizia, non vi fa molto, ehm... piacere!" "Assolutamente no!" decise Gordon "A quanto pare sembra che Arianna sia con voi" disse Gabriella "E vorrei farvi una proposta, Jack, Gord: vi andrebbe di diventare le mie spie personali? Potrò pagarvi profumatamente se presterete il servizio...." disse Henry "Noi? che significa …." domandò Gordon aggrottando la fronte "Significa che voi andrete con loro a Valverde, fingendo completamente di non sapere nulla, mi fornirete delle migliori informazioni sul luogo, su cosa fanno le ragazze o altro. In teoria dovreste tender loro una trappola.... al resto penserò io ok?" "Noi , ma in che modo?" domandò Jack "Fare il doppio gioco, dimostrandovi comprensivi e fingendo di sottostare alle loro regole ma nello stempo essere scaltri e non risparmiare accuse varie ….. e se farete molto verrete premiati!" cinguettò Gayani "Quanto?" domandò Gabriella "Oh, dunque... cinquecentomila euro in totale.... diciamo che duecentocinquantamila euro a testa vanno più che bene" "Cosaaa?" Jack, Gordon e Gabriella fecero un balzo rovesciano le sedie, "Calmi, calmi, sì lo so che sono una bella cifra e che mi fido di voi..." rise Henry "Ma sai quanti sono? A stento i miei ne guadagnano mille al mese in due!" esclamò Jack, la sua famiglia faceva i salti mortali per portare a casa l'occorrente che serviva a sfamare ventidue stomaci affamati... ed Henry poteva avere soldi come e quando voleva, era davvero il colmo! "Però una cosa non me l' hai risolta!"saltò su Gabriella "Come la mettiamo con Arianna?" "Ah, ragazza.....!" sospirò Henry "No caro, non voglio che quella divida il materasso col mio fidanzato!" "Vedrò cosa fare, ma suvvia, dopotutto non è gran cosa...." "E INVECE SI!" tuonò Gabriella infiammandosi di brutto "Io quella donna la odio, e non permetterò a Jack di stare con lei, Henry per piacere …., pulirò anche il tuo cadavere ma devi giurarmi che la eliminerai completamente!", Henry la guardò, fissò i suoi amici ammutoliti, cosa volevano tutti da lui? Era davvero importante allora, sembrava godere di tutta quell'ammirazione... "Ma sì, d'accordo, una in meno cosa fa..... ma allora anche quella ficcanaso di Veronica Smith va eliminata! Parla troppo e ragiona poco, tratta le sue amiche come schiave solo perché le piace sentirsi lodata davanti a tutti, sapete cosa mi ha detto? Che i miei affari sono tempo perso!" , Jack sbuffò "Ma cambierà molto in fretta, quella donna è un pericolo per la società e non voglio che tutti si inchinino ai suoi piedi,è solo una semplice contadinella di Provenza..... fate in modo che durante la vostra permanenza a Valverde  lei venga isolata e che le sue solite regole vengano ignorate, se andremo avanti così ci metterà tutti a tacere con un dito" Henry era stizzito e divertito allo stesso tempo, quella discussione lo aveva fatto ragionare su quanta gente stupida ci fosse al mondo.... "E dopo questa breve riunione io vi congedo, andate in pace e non raccontate nulla a nessuno" concluse Henry alzandosi in piedi e stringendo la mano agli amici con un piccolo chinarsi del capo.

I tre amici uscirono in silenzio dalla stanza, scortati fuori dalla cameriera. A quel punto, rimasto completamente solo, Henry prese il telefono e compose un numero..........

"Come sarebbe a dire vengono giovedì?" esclamò Sandra Cantonese, si trovava nel bel mezzo di una litigata con sua madre nella megagalattica cucina di casa sua. "Voglio dire che vengono giovedì!" rispose la madre, i nonni cinesi avevano telefonato dicendo che il giorno di partenza era stato anticipato e che sarebbero venuti il giovedì seguente.... "No mamma ti prego, e poi il 29 c'è il concerto dei Tokio Hotel, devo andare benissimo a scuola per comprare i biglietti, se avrò quei due stoccafissi intorno … dimmi tu, come faccio a trovare la concentrazione!" saltò su la figlia pestando i piedi nervosa "Per piacere Sandra non dire sciocchezze" disse ironica la madre in lingua cinese, che usava quando la figlia faceva i capricci "Tu non andrai al concerto, tu non andrai via da sola, tu non fari niente di niente.. resterai qui come un'allocca a goderti l'atmosfera di famiglia, che vada bene o no chiaro? E adesso fila in camera a finire di studiare!" Sandra si precipitò di sopra, il cuore colmo di odio che provava per sua madre......

 

Il giorno dopo, la certezza di Henry si fece più nitida, Veronica e le sue amiche cominciavano  ad essere sempre più irrequiete, ascoltavano poco ed erano terribilmente maldestre! Inoltre a tutte le ricreazioni se ne stavano a lungo nel gabinetto femminile per discutere di non-si-sa-che-cosa, che condizionava il loro comportamento, rendendole  più distratte. "Io vengo, il ragazzo di mia cugina ultimamente ha problemi e lei altrettanto. Per di più, Harry Potter non mi interessa, e così ho pensato che potrebbe essere carino se venissi anch'io" disse Arianna appena entrarono nell'atrio della scuola dividendosi e mischiandosi a tante altre  persone nelle rispettive classi. "Ceerto, vieni!" disse Veronica sorridendo, si diresse al suo banco ed estrasse l'astuccio dal suo zaino, "Probabilmente anch'io verrò con voi, mio nonno ha detto che dalle sue parti si sono verificati atti di terrorismo e sarebbe meglio che noi non andassimo... in Messico" disse Michelle sfilandosi lo zainetto, "Controllatele permanentemente quelle lì, soprattutto Veronica, voglio vedere se dietro a questa storiella dello zio c'è anche una questione di soldi..." disse Henry a Jack che si era appena seduto accanto all'amico. Quel giorno Henry aveva un'aria strana, sembrava essere stato provato da qualcosa di indecifrabile, come se avesse appena scoperto che il suo compleanno era ieri. "Buongiorno" disse la voce stridula della professoressa di storia, entrò nell'aula con passo svelto "Oggi interrogo, ma prima ripassate l'Illuminismo, avanti!" a causa della scarsa voglia d'apprendimento, gli insegnanti erano costretti ad assumere comportamenti sbrigativi ed esigenti, anche un pò buffi, "Avete mezz'ora, intanto.... Cantonese …, vieni che ti interrogo, vediamo se hai "studiato" come ti ho detto.... visto che hai molta voglia di parlare con Stebbini!" Sandra s'alzò febbrilmente e con passo ondeggiante s'avviò verso la cattedra "Ehm... potrei dare una piccola ripassata … sa,… non.." "No! Ti ho detto di studiare, se non l' hai fatto neanche questa volta ti do una nota!" disse risoluta la prof in tono minaccioso, Sandra squittì "Chi erano gli Egizi e che riti praticavano?" domandò la docente. Sandra la fissò poi chinò il capo: neanche quella volta si era fatta valere, non studiava mai e perciò i suoi voti non erano neppure sufficienti. Inoltre aveva un'alta possibilità di bocciatura rispetto ai suoi compagni "Dove seppellivano i defunti? Cos'erano le piramidi, dovresti saperlo..." "Gli Egizi... seppellivano i morti nelle bare... e le piramidi.." parlottò Sandra "Che diamine, le tue cosiddette "bare" avevano un nome! Cerchiamo di usare un gergo corretto…. Cantonese!" la rimproverò la professoressa "I sarcofaghi, e … i faraoni vivevano nelle piramidi.... no … vivevano …" "Questa è buona" rise la prof "Gli Egizi abitavano nelle piramidi, giusto(secondo te)! Se per te va bene.... chi era Ramsete II?" domandò ancora "Prof io..." disse Sandra "Non hai studiato, e posso chiederti perché?" chiese la prof, la ragazza non rispose "Va bene, Cantonese potresti cortesemente darmi il diario, che voglio scrivere qualcosa  , giusto perché i tuoi genitori vengano a  conoscenza del tuo rendimento scolastico" disse in tono ironico anche se  apparentemente affettuoso, e Sandra fu "giustiziata".

Dopo l'interrogazione i ragazzi ricevettero per colpa di Sandra un'approfondita ricerca sugli Egizi "Così vedremo se la nostra cara Cantonese ci risponderà meglio, il prossimo argomento sarà La Prima Guerra Mondiale" annunciò la prof che aveva la mania di passare da un periodo storico all’altro come se nulla fosse , "Forse è meglio che cominci a studiare..." disse Veronica, quando Sandra le si sedette accanto avvilita "Ho consultato su Internet qualcosa su Valverde di Cesenatico, poi ho dato un'occhiata all'elenco telefonico..." disse Michelle alle loro spalle, china sul suo libro di testo storico "Ah si? Che hai trovato?" le chiese Veronica "Una cosa stranissima..." "E cioè?" "Il nome Pondrelli Albert non esiste!", a quel punto Veronica fece uno scatto che persino Vanessa che era in quarta fila nel mezzo se ne accorse "Silenzio …" disse la prof "Cosa vorresti dire?" chiese Sandra voltandosi, "Che probabilmente lo zio non ha il numero di casa" incalzò Michelle "Avrà il cellulare....." aggiunse  Arianna che era al suo fianco  "Cosa insolita è, come mai solo oggi so di avere uno zio mai visto, avrei dovuto saperlo..." soggiunse Veronica, "E poi che strana parentela... abbiamo in comune lo stesso zio!" disse Veronica continuando a scrivere sul libro per gli  appunti "Ohi, bello vero?" disse Michelle entusiasta. Sei banchi più in là Gabriella che era a portata d'orecchi stava riferendo frammenti della conversazione a Gordon  " Oh, la pivella freme!" disse maligna, sul viso di Gordon comparve uno strano sorriso, a metà tra una smorfia e un ghigno indecifrabile.  "Pensa ai 250.000 euro..... diventerò ricco, comprerò una casa e farò carriera!" sogghignò "E io senza Arianna sarò la ragazza più felice del mondo, credo che, a quel punto, sposerò Jack.." cinguettò Gabriella, ed insieme soffocarono dalle risate dietro i libri ."Cos'è questo rumore? SILENZIO!" ordinò la prof alzando la testa di scatto, a quel punto si dovette fare silenzio obbligatoriamente, Veronica era entusiasta: finalmente poteva vivere un'avventura solo lei con  le sue amiche, lontana dalla famiglia e da tutti, accanto ad uno zio che le voleva bene, una perfetta casa di campagna, giornate sempre in spiaggia e notti disco-dance..... immaginò di essere una famosa star di Hollywood che scopriva di avere uno zio d'America, che dopo pochi giorni avrebbe raggiunto, immaginò la sua grandissima villa di campagna in mezzo a fagiani, volpi ,lepri e quant'altro, passava le giornate al mare, le nottate nei pub e nelle discoteche all'avanguardia, immaginò che lo zio fosse un distinto uomo e il  loro vicino di casa fosse il chitarrista dei Tokio Hotel, Tom Kaulitz, che tutte le notti raggiungeva per baciare appassionatamente........s'immaginò Valverde piena di pini marittimi e macchine super moderne, giornate con le amiche......"Veronica, ehi!" si sentì tirare per il braccio "Si, la macchina....?" mormorò con voce impastata ancora presa dal suo sogno ad occhi aperti "No, volevo dirti che ti è... caduta la biro, ma cosa stavi facendo?", ora Michelle le tirava il braccio "Nulla, te lo dico dopo... che ore sono?" "Fra tre ore si va a casa, c'è Inglese", "Prof, ci può dire cosa significa nobody's?" domandò Gordon ad altissima voce "E come si dice milionario?" saltò su Jack a un decibel  decisamente elevato "E tradimento?" disse Gabriella rimarcando la parola. La prof rimase zitta, "Cosa ti ho detto riguardo ai soldi?"  disse con voce gracchiante  e furibondo Henry a Jack, a volte il ragazzino gli dava sui nervi, diventava terribilmente pedante e noioso, talmente spesso che molte volte Henry aveva lottato contro  l’irrefrenabile impulso di sopprimerlo all’istante..... "Prof, siamo ricchi!" esclamò Gabriella "Prof!!" strillò Vanessa sovrastando appositamente il rumore "Prof, la prego non  ci dia di nuovo gli avverbi!" supplicò Michelle"I don't belive it!" esclamò la prof sconvolta, poi rimase impietrita davanti alla scena che le si presentava e infine urlò "Fuori! Voi sette … fuori! Io non permetto a dei balordi come voi di rovinare la mia lezione, avete cinque minuti di tempo per sparire, balordi …, e STATE ZITTI VOI TUTTI! O vi butto fuori, io chiamo il preside, oggi tutti a casa FUORI HO DETTO! STEBBINI CHIUDI IL BECCO, VAI IN BAGNO E RESTACI ….! E' da un'ora che me lo chiedi, voi sette FUORI, MI AVETE SENTITO?", senza farselo ripetere due volte i ragazzi uscirono fuori inseguiti da urla, attraversarono a gambe levate il corridoio  e  chiudendo il portone alle  proprie spalle che rimbombò nell'atrio.

"Ma che brava Michie!" disse Veronica furente “Peggio di così non poteva andare!” ringhiò Gordon furente mentre si accendeva una sigaretta a causa del nervosismo "Non è stata colpa mia, non volevo farlo...." "Adesso come facciamo? Dove andiamo? E se ci bocciano?" chiedeva Michelle terrorizzata "Forse lo hanno già fatto " rispose Veronica in monotono, Michelle emise un gemito soffocato "Allora dove andiamo?  Dovremo pur salvarci la reputazione, no? Andiamo da qualcuno, potremo discutere meglio" disse Arianna "Perché non andiamo da Veronica?" propose di nuovo Michie, "Non se ne parla! Mia mamma è a casa oggi, farebbe subito delle domande!" protestò Veronica "D'accordo, allora...." "Allora andiamo a casa mia, potrò torturarvi meglio, che qui davanti a tutti!" concluse Vanessa rimboccandosi le maniche, le tre ragazze impallidirono violentemente (su Veronica era improbabile scorgere segni di rossore o di schiarimento, per via  della sua carnagione scura), senza fiatare le cinque amiche e Jack e Gordon sellarono le bici e raggiunsero in un'ora casa De la Rose. "Non si è mai vista una situazione del genere!" esclamò esterrefatta Sandra a Veronica mentre  tutti scendevano ripidi verso una macchia d'alberi tra i quali la villetta di Vanessa ,"Come pensi che ci ricorderanno?" Veronica preferì non rispondere, non s'immaginò nemmeno cosa potessero pensare i suoi futuri eredi, se un giorno avessero scoperto che la loro madre era stata cacciata da scuola assieme ai suoi amici e che per un pelo aveva rischiato la pelle......

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 4

BIG PROBLEMS

 

Vennero dentro a passo silenzioso: i muri  rivestiti in legno di pino, il soggiorno, allegramente decorato con tappeto e mobili e vari piattini, pentole di rame con su disegnati animali fantastici. La cucina era di legno anch'essa come tutte le altre stanze, una piccola stufetta poggiava contro il muro, affianco al lavello e all'acquario dei pesci rossi, le stanze erano piccole ma confortevoli, i letti comodissimi e sulle testate anteriori e posteriori erano intagliati due grandi cuori, i bagni avevano i rubinetti d'ottone elegante e luccicante. Queste caratteristiche facevano casa De la Rose la più accogliente dimora inimmaginabile! Anche Vanessa in persona lo sapeva, e di questo era contenta..... "Venite, appoggiate gli zaini qui, oh … che sole! Andiamo in cucina, deve esserci il gelato di mamma" disse Vanessa distrattamente, gli altri corsero in fondo alle scale e le scesero in fretta, la cucina era in mezzo ad un bagno di sole, “Mia mamma ha preparato il gelato ieri sera, c’è con le noccioline e cioccolata, crema, amarena, banana, fiordilatte e.....menta verde con scaglie di cioccolato!” disse Vanessa aprendo il frigorifero “Prima di ammazzarci, facci mangiare in pace, almeno andremo in paradiso con un buon ricordo” disse Arianna ironica, Veronica e Jack scoppiarono a ridere, Michelle abbozzò un sorrisetto ma Vanessa non rise, fissò i suoi amici con  uno sguardo assassino, “E per colpa vostra, anche io mi sono dovuta beccare la ramanzina.... quasi quasi andrei dalla prof a spiegarle la situazione, non cado nel  fosso con voi!” esclamò brandendo il cucchiaio come una lancia e sfoderando un sorriso maligno che fece brillare i suoi occhi smeraldo. “Tu non vai da nessuna parte, resti qui e ci aiuti a sistemare la situazione! Ci sei anche tu e con noi  chiaro?, e resta qui!” disse Arianna “No, io...io non sto qui  con voi!Oppure......” “E lo zio Albert? Eh? Chi ci pensa a lui?” chiese Veronica esterrefatta “Oh, non essere ridicola....” le disse Michelle “Non sono ridicola è che in questa situazione nulla cambia e vorrei saperne qualcosa di più, altrimenti me ne vado a casa, parto da sola e..... amici come prima!” saltò su Veronica quasi urlando, Michelle si zittì offesa. Incrociò le braccia e rimase a guardare gli altri. “Calmiamoci tutti, Veronica siamo al 12 Giugno, tante cose possono succedere ….” sospirò Sandra, Veronica le lanciò un’occhiata di fuoco “Invece di stare qui a ciondolare per nulla....mettiamoci a fare qualcosa” disse Gordon, prese dallo zaino un pacchetto di sigarette e ne offrì a Sandra, Jack e Michelle. “Per esempio?” chiese Veronica sgarbatamente “Cercare informazioni su questo zio, programmare la partenza (magari anticipandola di poco) e vedere se i nostri genitori non hanno già programmato qualcosa” spiegò il ragazzo “Ma tu non venivi?” gli chiese Vanessa”Mio padre mi ha detto che andrà a trovare alcune persone in India, mi ha detto anche che se voglio posso stare dai nonni oppure, no” buttò li Gord aspirando dalla sua sigaretta “Io, ho deciso che verrò, tanto ormai.....” disse Vanessa scoraggiata “Bene, ma adesso?” chiese Arianna “Adesso cosa?” disse brusca Vanessa “Adesso vediamo come cavarcela!” strillò Arianna, poi d’un tratto scoppiò in lacrime “Cos’ hai?” le chiese Michelle avvicinandosi all’amica singhiozzante e lanciando a Vanessa un’occhiata spettrale “Oh, non posso venire con voi, se vado al mare, con tutta quella sabbia e quel caldo mi si seccherà la pelle!” piangeva la ragazzina, Gordon sbuffò “Tranquilla” le disse Michelle “No! E i miei capelli? Poi col sole della campagna si rovineranno tutti e.....!” Arianna  ricominciò a piangere “Quante storie!” bofonchiò Jack, Gordon non disse nulla. “Oh, ma pensa un pò alle discoteche, i pub, le nottate brave, i ragazzi e il mare!” disse Michelle nel tentativo di dissuadere l’amica “E pensa anche alla campagna, la spiaggia, la bella gente e.....”, Arianna ululò in tono straziante e melodrammatico, Michie guardò Vanessa come per dire “visto? Sei contenta ora?”. “Bene, allora ve ne andate tutti a casa a farvi i fattacci vostri perché io mi sono stufata!” esplose Vanessa rabbiosa. Mezz’ora dopo si trovavano sul ciglio della strada, in sella alle loro bici e con un’orrenda sensazione allo stomaco.

Veronica aprì il cancello di casa sua, le luci erano accese, spalancò la porta  ed entrò in casa dove vi trovò sua madre e sua sorella impegnate a manovrare quella che sembrava la produzione di un vaso “Ciao!” salutò “Ciao tesoro” “Ciao …”, andò nella sua camera dai muri fuxia e dalle tende cobalto, lanciò il suo zainetto sul lettone. Si guardò attorno e provò a pensare a quello che  da li a poco sarebbe potuto accadere.... ma era solo l’inizio …. Mancavano solo nove giorni alla partenza, bisognava organizzarsi presto, trovare accordi giusti e cercare di non farsi intralciare dalle pretese dei genitori che in quel momento erano sempre più concentrati a ricevere il tanto atteso stipendio mensile, lo squillo del telefono interruppe i suoi pensieri, alzò la cornetta “Pronto?” s’udì un sommesso brontolio, come se dall’altra parte ci fosse stato un orso molto grosso “Pronto? Vanessa sei tu?” domandò Veronica “No, sono io” rispose una voce, le parole non ebbero neppure la rabbia con le quali le aveva udite “Cos’hai Sand?” sospirò in tono lamentoso ed accennando ad un sorrisetto scherzoso “Indovina...” “Dunque … tua mamma ti ha appena detto che sei stata una brava ragazza e che per premio ti porterà ad Hong Kong!” buttò li Veronica in tono scherzoso “Ma sfotti anche!” protestò Sandra “Volevo tirare su un pò di umore allegro” si giustificò Veronica con vocetta mielosa “C’è poco da tirar su, qui le cose sono peggio di prima” protestò Sandra con rabbia, Veronica ridacchiò sotto i baffi “I nonni vengono dopodomani e non so come fare, giuro che se portano il Vu Gong e Nasi Ghoreng glieli faccio ingoiare!” esclamò la ragazza furente “Su su ,dopotutto la roba cinese non è male” scherzò Veronica tranquilla, dall’altra parte s’udì ancora quel sordo ringhiare, allora chiese “Di un po’ … da quand’è che ti piacciono i grizzly?” “Cosa centra con tutto questo … scusa …?” chiese Sandra confusa “Toglimi una curiosità …, c’è un orso lì con te? Passamelo, così gli dico di non...” “Ma brava! Oltretutto continui a  fare  spirito, bell’amica!” piagnucolò Sandra stizzita pestando i piedi “Ma no! E’ così strano vederti seria, di solito è raro...” spiegò Veronica “Sono una buffona vero?” ammise sconsolata Sandra, ed aggiunse in tono permaloso “Però non prendere tutto per scherzo!”, poi, non si sa come scoppiarono a ridere, risero così forte che la madre di Veronica piombò in camera sua convinta che alla figlia stessero venendo le convulsioni, Veronica salutò Sandra, e s’appoggiò al letto con le lacrime agli occhi. “Era molto divertente?” volle sapere la madre “Un pò...secondo te?” disse Veronica alzando lo sguardo “Cos’avete di strano, ultimamente hai una certa fretta, oggi sei arrivata a casa prima, un silenzio....c’è qualcosa che non so?” chiese sospettosa la donna “Nulla di che preoccuparsi mammina!” cinguettò Veronica sbattendo le ciglia. “Cara mamma, oggi a scuola mi hanno cacciato, ho uno zio misterioso e a fine Giugno lo andrò a trovare, saremo solo io e le mie amiche e Jack e Gordon” cantilenò Veronica mentalmente, sorrise, magari lo zio poteva essere anche giovane... poi un pensiero la colpì: ma se quello era il suo prozio allora... era il figlio  o il fratello di suo nonno o sua nonna, ma paterni o materni? D’istinto aprì un cassetto affianco a se e ne estrasse l’album di foto, lo sfogliò entusiasta: ecco la foto del suo battesimo, lo zio doveva esserci sicuramente, lo cercò e lo cercò, ma s’accorse che, nonostante le ricerche lo zio non lo aveva ancora visto! Ma se quello era lo zio di Vanessa, Michelle, Arianna, Gordon, Jack e Sandra allora doveva essere presente anche ai loro battesimi, eppure nemmeno un biglietto, neanche un giocattolo o una foto né un abito sembravano esserle stati conferiti da uno zio.... che strano, ma quando sarebbe stata a Valverde avrebbe chiesto qualunque cosa allo zio Albert Pondrelli!

“Pondrelli, Pondrelli.....” se allora fosse esistito si sarebbe fatto vedere prima e non quando ormai aveva quattordici anni! “Magari è stato allontanato dalla famiglia, o avrà tolto i contatti” le disse Arianna, quando Veronica le telefonò riferendole tutti i suoi dubbi “Strano, io non ho ricordi suoi... a quanto pare non era granché importante come prozio, eh, lo zio Albert” disse Ari “Magari sarà stato via..da qualche parte” aggiunse “Si, d’accordo ma per tredici anni? Senza contatti né nulla? Poco normale, piuttosto insolito direi!” esclamò Veronica “Bah, secondo me sei troppo fissata, magari neppure tu ci tenevi” buttò li Arianna “Neanche io, mi sembra così strano, che solo ieri ha scoperto di essere nostro zio, e ti chiedi mai perché proprio di noi! Capisci? E’  come se un giorno scoprissi che Pauline Potraiz è mia madre” esclamò Veronica scettica “Strano sì ma avremo occasione di scoprirlo dopo, intanto... devo salutarti, ho poco tempo, devo lavarmi e cenare....” la ragazza fece per riattaccare quando un’idea la colpì, e con voce priva di espressione biascicò “ Ti consiglio di stare attenta, non che tu sia all’inconscio di quel che fai, ma … ecco … da recenti esperienze che ho avuto … insomma … potrebbe trattarsi di qualche malintenzionato disposto a rapirci per chiedere soldi alle famiglie. Devi sapere che, quattro anni fa andai in Francia con i miei, mio padre aveva un suo amico che viveva là, il quale ci disse di aver trovato per noi delle stanze in un albergo di lusso in pieno centro a Parigi … dunque … quella fu l’occasione in cui non rivide più mio padre … perché il cosiddetto albergo era in realtà un … una topaia lurida piena di barboni, alcolizzati ed adolescenti con gli ormoni completamente partiti! Quindi non sempre la fortuna fa il tifo per te …“ “Non ho detto questo” ribattè Veronica “Oh, no … no … come non poterlo immaginare … tu sei perfetta, no … ah … per la cronaca … dovesse capitarci nulla mentre siamo là, io verrei a farti i miei più devoti complimenti, in caso contrario … la prima a rimetterci sarai tu! Non so se mi spiego … se a me , Michelle  o agli altri dovesse succedere qualcosa di grave … che la colpa sia di chiunque … pagherai tutto tu, e la tua famiglia. Non te lo dico perché è amicizia … sono troppo carina per finire sui giornali … adiòs!“Arianna congedò Veronica che riattaccò perplessa. “Cos’è questo mistero? Di chi state parlano?” chiese Sylvia irrompendo nella stanza della sorella minore “Fatti i fatti tuoi, non è il caso di dirlo!”rispose Veronica, sua sorella le mostrò la lingua e sparì, quella era stata davvero una giornata stressante!

 

 

 

 

 

 

Capitolo 5

VALVERDE DI CESENATICO

20 Giugno arrivò con ansie e paure, qualche giorno prima della partenza Veronica cominciò a riflettere su come avrebbe fatto per depistare lei stessa e la famiglia, ma come avrebbe fatto? “Potrei bloccare il treno” pensò “O magari prenderne un altro ,di soppiatto,senza farmi vedere!” “Magari verremo a prenderti noi, dici ai tuoi che hai lasciato qualcosa in macchina e mentre scendi vieni con noi” le proposero Arianna e Michelle, “No, devo creare una situazione particolare....o darmi per dispersa oppure....quando loro non ci sono io scappo!” disse Veronica “Ma vai, no? Il Belgio è la mia città natale!” disse Vanessa “Lo so, ma io voglio andare dallo zio!” rispose cocciuta Veronica, Vanessa sospirò. “Vedrò cosa fare....” disse Michelle. La sera prima della partenza la famiglia Smith era riunita in cucina per una sistemazione da viaggio, “Chissà come sarà contenta Midge di vedermi” disse la madre “E Alan mi farà un sacco di complimenti!” esclamò il padre “Tu, Veronica sei  grande, potresti giocare con i più piccoli” esclamò la madre mentre affettava una carota dalle pronunciate dimensioni “Io, giocare con quei due?” chiese esterrefatta Veronica “Perché no?” domandò il padre “Papà Will e Grace hanno solo otto e sei anni” disse Veronica “E allora? Potresti fare amicizia!” disse la madre continuando ad affettare, “E credo che venga anche lo zio....? Come si chiama?” disse Sylvia confusa “Albert!” esclamò Veronica “Ma che dici?” sbraitò Sylvia, la madre riprese entrambe “Sylvia!!” strillò la donna stizzita, la figlia maggiore bofonchiò qualcosa come “Uscita … fuori come un balcone …”, “Comunque, hanno detto che per le otto va bene!” rispose il padre “Per le otto?!” esclamarono le due figlie “Oh si, di sera” completò Darren Smith, “Stasera tutti a letto, domani si parte alle sei in punto, e il treno parte alle sette e venti, abbiamo mezz’ora di tragitto fino alla stazione, la carrozza  è la 29, posti a sedere 11, 12, 13, 14, c’è anche il vagone ristorante” disse Pauline Smith, si voltò verso il marito e le figlie ,“Bene, ho finito, lavarsi i denti, e a nanna!”, con passo lento si diressero tutti al bagno, Veronica fece tutto in modo febbrile, andò persino a letto con il tovagliolo della cena ancora appeso al collo. Per tutta la notte non fece che girarsi e rigirarsi nel letto, era emozionata, non dormì. Il giorno dopo s’alzo alle cinque e venti, si lavò silenziosamente, non mangiò ma attese impaziente che anche gli altri si svegliassero. Quella fu una mattina insolita: Pauline Smith, correva per casa con i bigodini in testa e l’asciugamano avvolto  al petto, il marito brontolava perché le sue scarpe lucide erano sparite, Sylvia strillava isterica perché il gatto s’era mangiata la sua crema per capelli, le si era rotta la confezione di lacca e si era spezzata un’unghia, Veronica fremeva impaziente in salotto, “Cosa fai? Sei già sveglia?” le domandò la madre piombando il cucina con phon e spazzole, Veronica annuì “Allora aiutaci, invece di rimanere lì come una scema … fila a prendere le valigie!” , al piano di sopra s’udirono dei lamenti, tra i quali il terrorizzato miagolio del gatto “MAMMAAAA!” “PAULAAAA! DOVE SONO LE MIE SCARPE? “Se andiamo avanti così perderemo il treno” si lamentava Veronica mentre lanciava le valigie per tutta la casa, riempì quella di Sylvia gettandoci dentro di tutto e alla rinfusa, lasciò a metà quella dei genitori e fece la sua in maniera accurata ma con la testa altrove …. Dopo tre quarti d’ora la faccenda era risolta, e la famiglia si trovava in macchina, “Siamo in ritardo….” esclamò il padre con rabbia, a Veronica squillò il cellulare “Vero … noi siamo al binario 5, tu dove sei?” chiese la voce affannata di Vanessa “Io devo arrivare, cerchiamo la carrozza 29...!” rispose Veronica “D’accordo, ci vediamo là!” disse Vanessa. Arrivati alla affollatissima stazione, gli Smith si fecero largo tra borsoni, persone di fretta ed un rumore fortissimo “Dove sei 29 ?”pensò Veronica mentre con il suo trolley zigzagava tra la folla che si faceva sempre più fitta, poi lo vide, in fondo alla fila di binari, le sembrò di scorgere Jack all’entrata che si guardava intorno, come se la stesse cercando. "Devo sbrigarmi!" pensò Veronica mentre passava attraverso un signore ed un ragazzo indiani, seguiva la famiglia con passo malfermo, salì sul treno, sul primo momento pensò di darsela a gambe, scappare in mezzo alla confusione e raggiungere Jack con gli altri, poi pensò di bloccare il treno appena quello sarebbe partito, si guardò attorno nel tentativo di scorgere una maniglia ed un punto ben nascosto dal quale tirare la leva e bloccare il binario, "Magari mentre mamma e papà vanno a prenotare il vagone ristorante" pensò, poi decise che era cosa sbagliata,e troppo pericolosa, si sedette con calma affianco a sua madre e ogni tanto lanciava uno sguardo fuori, scorse Arianna e le rivolse un sorriso birichino, la ragazza ammiccò furbamente, si posò un dito sulle labbra e sparì. Alle sette in punto il treno partì, Veronica guardò fuori, la vegetazione che sfrecciava sotto i suoi occhi, i colori che si mescolavano e la gente che guardava quel finestrino, lei, Veronica Smith, tranquilla studentessa dall'aria svampita, lei stessa stava per commettere un reato, mentre scivolava dietro ad una tenda per fermare la carrozza; la madre disse: Vado con vostro padre a prenotare il vagone ristorante!" e fecero per alzarsi, ma d’un tratto un forte scossone bloccò il treno, le luci si spensero e’udirono urla agghiaccianti. Poi una donna urlò che la stavano derubando, e di nuovo strilli di bambini piccoli “E ora che combino?” pensò la ragazza, il capotreno consigliava alla gentile clientela di mantenere la calma, un vecchio minacciava di chiamare la polizia, allora Veronica afferrò la sua valigia ed ignorando le proteste e le urla della sorella che era rimasta chiusa in bagno e al buio, sorpassò un paio di bambini e per sbaglio calpestò le dita di una vecchietta tramortita dal caldo e uscì dalle porte che in quel momento s'erano aperte. Appena scesa si guardò intorno, qualcuno l'afferrò dalla manica e la trascinò sotto una tettoia al riparo dal sole. Veronica si voltò e si trovò faccia a faccia con Jack, "Vieni, c'é un pulmino fuori dalla stazione, hai le valigie?" "Sì!" rispose Veronica, con passo goffo raggiunsero la stazione affollata, in dieci minuti  furono fuori dal trambusto mattiniero. "E' là!" disse Jack indicandole un pulmino azzurro parcheggiato di fronte ad un bar, salirono, in fondo alla vettura sedevano Sandra, Gordon, Arianna, Michelle e Vanessa vestiti in maniera molto colorata, "Ciao amica! Ce l'hai fatta?" scherzò Arianna  agitando la mano decorata da braccialetti tintinnanti, Michelle, al suo fianco s'era fatta la permanente ai capelli biondi che ora erano molto gonfi e dorati, l'autista mise in moto il pulmino, con un rombo  tremulo la vettura partì "Non ci crederai ma c'abbiamo messo tutta la notte per programmare quest'uscita di programma!" disse Arianna sventolandosi con un coloratissimo ventaglio rosa "Che é venuto male! Potevamo farle una sorpresa no?" disse Gordon, "Ma voi pensate che io ci creda a questa storia?" chiese Veronica scettica, Arianna e Gordon si strinsero nelle spalle, il pulmino avanzava, in tre ore raggiunsero l'autostrada, "Abbiamo fatto male, ora i suoi genitori la daranno per dispersa! Avranno chiamato la polizia!" sbraitò Gordon "Hai ragione, se ci troviamo i  carabinieri alle calcagna per me é la fine!" esclamò Michelle "Allora potevate organizzarvi meglio, anziché rapirmi in quel modo" disse Veronica "Non sapevamo come fare, non dovevamo farlo sapere!" disse Jack "Si ma ora la situazione è grave! Se chiamano la polizia..."  "Lo zietto  aggiusta tutto vedrai…!" le assicurò Sandra "Ma non dire scemenze, lo sai che non è possibile, neanche lo conosciamo, magari è un mafioso che … oh … basta!" disse Veronica esasperata.  Presi dall'emozione, in pochi secondi s'addormentarono.

Dopo ore che parevano secoli Veronica aprì gli occhi, e per poco non cacciò un urlo per la  sorpresa; il pulmino azzurro sfrecciava in mezzo ad una larga strada, sui marciapiedi s'innalzavano grandi discoteche, bar all'avanguardia, lidi sulla  spiaggia, alberi grandi, hotel, case colorate a due piani e gente abbronzatissima, insomma il turismo fiorente! "Sto sognando!" pensò, poi si sporse in avanti e domandò all'autista "Scusi dove siamo?" "A Cesenatico, tra cinque minuti saremo a destinazione, vi dovrò lasciare davanti ad un lido, lì c'é la persona che può condurvi a destinazione" rispose l'autista "E perché non ci può portare lei?" chiese Veronica "Perché io faccio viaggi organizzati, la vostra casa sta fuori dal mio percorso, ci si arriva in un altro modo!" proseguì l'uomo ed aggiunse "Intanto, se vuoi dormire ancora...", ma Veronica non aveva sonno, voleva guardare le strade, i grattacieli e la gente multietnica che camminava sui marciapiedi, i venditori ambulanti sulle strade o sulle spiagge, ma soprattutto, l'infinita distesa all'orizzonte: il mare.

Svegliò Michelle con uno scossone, "Che bello! Arianna guarda, ci sono i bar e le discoteche!" esclamò eccitata, Arianna si svegliò con un brontolio, e cominciò a squittire assieme a Michelle ad ogni bella cosa che capitava davanti a loro, "Da sogno!"commentò Arianna sistemandosi in testa il grazioso cappellino a fiori azzurri e arancio e stirandosi il lungo vestito pervinca. "Non vedo l'ora che arriviamo, ma ... perché rallentiamo?", il pulmino si era fermato accanto ad un bagno marittimo "Dovete scendere, lì dentro, al bar c'é un mio collega che vi porta a casa di vostro zio!" spiegò l'autista. Anche Sandra, Vanessa e Gord e Jack si svegliarono ("OOOh!") e con foga scaricarono i bagagli, Vanessa ringraziò l'autista che ripartì "Ahh … che bel sole!" esclamò Arianna stiracchiandosi, parecchi ragazzi che passavano applaudirono non appena scorsero il  suo vistoso decolté , "Entriamo laggiù, deve esserci qualcuno" disse Jack, attraversarono il piccolo ponte che conduceva ad un bar fuori dal quale stava seduta parecchia gente in costume. Entrarono , dietro ad un bancone era seduto comodamente un grasso signore in canottiera e bermuda, con un giornale sugli occhi, russava terribilmente forte. "Ehm…, scusi, vorremmo un' informazione" disse Vanessa titubante, l'uomo grugnì e continuò comodamente a ronfare, "Lei, scusi... vorremmo un'informazione su un posto, ce la può dire?" chiese Arianna gentilmente(alzando ulteriormente il volume di voce), l'uomo neanche la sentì, allora Michelle gli si avvicinò e portando un giornale arrotolato alla bocca gridò "Scusi lei, razza di idiota, vorremmo un'informazione! Invece di dormire ascolti la clientela, cosa l' hanno assunta a fare … vorrei saperlo...!", finalmente l'uomo si svegliò di soprassalto e scrutò le ragazze assonnato "Ehm, Ehm, buongiorno signorine e signori, volete?" "Noi vorremmo un'informazione: un suo collega ha detto che lei poteva aiutarci a trovare una casa" disse Michelle sull’orlo di una crisi di nervi "Sì, Pondrelli Albert, lo conosce?" esclamò sbrigativa Veronica con tono professionale, a quelle parole il grasso signore ebbe un fremito, impallidì ,inspirò ed espirò velocemente, si chinò a raccogliere un grosso elenco con modo febbrile "Io, sono dipendente del comune, sapete, ho molto lavoro" borbottava balbettando imbarazzato, aprì una pagina con mano tremante, si girò dando le spalle ai ragazzi, fotocopiò qualcosa che consegnò a Michelle "Ecco fatto cara, serve altro?" sembrava piuttosto spaventato, come se quella faccenda fosse da eclissare al più presto, Veronica osservò il foglio che Michelle teneva in mano: era un biglietto con su scritto l'indirizzo dello zio Albert.

 

ALBERT PONDRELLI

VIA DEL SALICE PIANGENTE BRUCIATO

E SPEZZATO DAL VENTO N. 85-1

VALVERDE DI CESENATICO

 

"Ma che razza di indirizzo é?" esclamò Gordon "Piuttosto insolito!" disse Arianna con un filo di voce "Se gli alberi sono ridotti così là non m'immagino le persone!" disse Veronica "Ci porti lì!" ordinò Jack. Venti minuti dopo un'auto rossa tutta sgangherata e scoppiettante parcheggiò su una strada sterrata di campagna, da essa scesero ragazzini, dall'aria insolita, vestiti in maniera colorata, con sé portavano grandi trolley da viaggio. L'auto partì rombando e lasciandosi dietro una fumana nerastra e puzzolente che fece tossire Sandra "Strano tipo …" sbuffò Arianna, e si voltò verso la casa alle sue spalle, anche gli altri si voltarono e rimasero di sasso davanti a quella casa: l'edificio era imponente, a tre piani, le finestre del secondo piano erano rotte, come tutte le altre d‘altronde, avevano le persiane scolorite, da alcune persino mancavano gli scuri, o ad altre entrambi, il tetto aveva alcune tegole rotte,e nel punto in cui doveva esserci la soffitta, mancava un pezzo che rivelava un enorme squarcio deformato, tutt'attorno, nel giardino era popolato da piante di natura mediterranea che ora erano rinsecchite e cotte dal sole, sotto un pino stava un dondolo arruginito e invaso dai ragni,…..di salici piangenti  neppure l'ombra, sempre nel giardino, sul retro c'era una piccola tettoia che fungeva da garage, sotto  alla quale c'erano un vecchio taglia-erbe  e alcuni vasi, tutt'attorno solo campagna desolata, non c'era altro che ciuffi di piantine verdi e giovani che spuntavano dalle zolle di terra rimosse. "E questa sarebbe la...." disse Arianna senza parole "Siete sicuri che sia questa la casa?.., eppure..." disse Michelle confusa riguardando l'indirizzo "   Controlliamo subito… Jack! Vai a controllate se l'indirizzo é quello giusto!" ordinò Arianna, il ragazzo la guardò ma non fece nulla, Arianna ripeté l'ordine ma lui rimase  dov'era "Ascolta tu… brutto ignorante, sei venuto con noi e ora cerca  di renderti utile, per l'ultima volta vai a controllare!"  Questa volta il ragazzo si mosse, mollò un potente calcio al cancelletto d'entrata, scavalcò le piante secche e raggiunse con passò malfermo la porta, socchiuse gli occhi in cerca di numeri identificabili sotto al  campanello, poi, vide, semisepolto dalla polvere  un numero, lo pulì dalla sporcizia di secoli : era il numero dell'abitazione. "C'é il numero!" urlò "Guarda bene!" gli rispose Arianna "Certo che ho guardato bene, brutta befana" bofonchiò a denti stretti, si chinò e in fondo, contro il muro vide un bottoncino arrugginito, lo premette e si raggelò dietro a quello che sembrava un urlo agghiacciante! Persino Veronica lo udì, si voltò di scatto in direzione di Jack, che  si era irrigidito, lo sguardo fisso al piano superiore "Jack, tutto ok?" domandò, il ragazzo non rispose"Jack, mi senti? Jack!" chiamò di nuovo la ragazza, questa volta il ragazzo si voltò, con passo veloce raggiunse gli altri, "Stai bene?" gli chiese Sandra, "Si, sto bene, adesso che si fa?" domandò con voce tremante "Ma stai bene davvero?" ripeté Veronica scrutandolo "Sì, sta bene, andiamo allora a  vedere l'accogliente casa dello zio" disse Vanessa poco convinta "Noi là non ci entriamo!" esclamarono assieme Arianna e Michelle incrociando le braccia "Vorrà dire che non verrete!" disse Gordon sbrigativo, "Te la senti?" chiese Veronica a Jack, che annuì, lo sguardo basso. “Veronica, basta con le carinerie … finge di stare male, oh povero lui! Strillò Arianna con un  tono melodrammatico, accompagnando le parole con un finto svenimento.Con un colpo secco la porta s'aprì, e Gordon entrò nella casa, era buio totale, "Che puzza…..!" gemette Arianna tappandosi il naso, Veronica avanzò lentamente, si trovavano sul pianerottolo, "Zio Albert!" chiamò, non ebbe risposta, ripeté ma s'udì solamente il rimbombo della voce. "Forse sarebbe meglio tirare le serrande!" disse e si voltò nel buio, "Forse dorme …" disse Sandra, si guardò intorno "Non credete che sia meglio....." "AAAAAAAHH!"strillò Arianna "AAAAAHG!" strillò Michelle "AAAAH! AAAH!" urlarono Vanessa e Gordon, "Calmi, ho solo tirato le serrande, quanto siete tesi?" sospirò Veronica. La luce del sole entrava debolmente attraverso la finestra arrugginita, nonostante il pianerottolo fosse illuminato, il buio tetro era rimasto in alcuni punti, a sinistra c'era la cucina, in pessime condizioni: la struttura di legno formava una L lungo i muri, tutt'assieme erano mobili, dispensa, lavello, frigo e vari cassetti, il lavello era infestato da ragni e da bruchi molto grossi, la polvere ricopriva ogni singolo mobile, al centro della cucina stava un largo e lungo tavolo al c'entro del quale giaceva una grande farfalla morta, le piastrelle dei muri erano di un orribile verde scuro,che sembravano non aver mai visto una spugna! Il frigo era molto capiente, vuoto, e  che conteneva un enorme ragno pelosissimo! Di fronte alla cucina c'era invece il salotto:tutto sporco e pieno di ragnatele, il grosso divano che una volta era stato grande e spazioso, ora era ridotto ad un ammasso di pelle e legno, dal quale spuntavano pezzi di molle con strane angolature, le finestre erano ornate da bellissime tende di seta indiana, ma che col tempo si erano rovinate ed erano tutte strappate e bruciacchiate ai bordi, il televisore era impolverato ma dall'aspetto resistente, subito dopo l’ all'entrata stava un grosso armadio, il sottoscala era affianco. "Che schifo….!" commentò Arianna, che, non aveva tutti i torti, "Io qui non pulirò mai, sia chiaro!" dichiarò Vanessa, "Io cercherei lo zio Albert!" propose Veronica infastidita da tutti quei commenti inutili, e cominciò a salire ai piani superiori "Cosa? Non avrai intenzione di salire lassù, spero! Ci sarà un mucchio di sporcizia!" gracchiò Arianna schifata "Io salgo con Veronica" disse Vanessa, con quel suo tono calmo che faceva venire i nervi, salirono la scala di legno e si ritrovarono ai piani superiori: le stanze del primo piano erano in tutto tre, con letti matrimoniali, in fondo al corridoio c'era uno sgabuzzino con dentro un materasso e alcune scope, tutte le camere da letto avevano due finestre, un armadio capiente(che era infestato da tarli, pulci e pidocchi), i bagni erano d'artigianato costoso, i rubinetti d'ottone prezioso e gli specchi di vetro pregiato. Le docce erano in ceramica con le mattonelle giallo arancio, "Oh, che bello, un letto comodo! Michie, vieni sistemiamoci qui!" disse Arianna entrando nella stanza in fondo, quella coi muri rosa shoking "Un letto, che bello!" cinguettò avida Michelle saltellando, si voltò e si lasciò cadere sul materasso, ma si rialzò quasi subito con un grido: una molla era saltata via e sul letto, più precisamente, sulla sopracoperta autunnale era appallottolato un grosso scarafaggio marrone! "Cos'era? Che schifo!" strillò Arianna, fece per uscire, ma inciampò in Michelle e cadde lunga distesa, trascinando l'amica con sé. Rimasero annaspanti sul duro pavimento legnoso in preda a tremendi lamenti. "Visto?" disse con vocetta  acida  Sandra agitando i grassi fianchi e facendo una linguaccia alle due ragazze in terra, si voltò e tornò dagli altri. Veronica e Vanessa stavano ispezionando il bagno più grande, il secondo, nel quale stava una larga vasca di marmo, che ora si presentava con scorticature rugginose, era lercia e logora, puzzava di marcio. In terra, vicino al  lavandino stava un grosso topo stecchito. "Faremo meglio ad evacuare" disse Veronica fissando con profondo disgusto il corpo del roditore, "O’ … dare una sistematina … questa catapecchia crolla a pezzi!" esclamò Arianna evidenziando le parole con profondo disgusto e guardandosi attorno e storcendo il naso .“Di sopra ci sono solo la lavanderia, un'altra stanza e la soffitta", disse Michelle ,apparendo dalla porta in fondo, aveva i capelli intrisi di ragnatele "E' un delirio!" sospirò esausta. "Che ne dite se ce ne andiamo in albergo?" propose Gordon che desiderava essere a casa prima ancora di arrivare lì, Arianna lo guardò con malignità "Già, perché no! Bravo Gord, potremo" "Io non sarei d'accordo, se arriva lo zio Albert come facciamo?" chiese Vanessa "Lo zio Albert, sarebbe meglio che sistemi questa casa prima di farla abitare!" ribatté Arianna in tono strafottente ;"Forse non avrà i soldi …" rispose Vanessa "Infatti,si vede..." disse Arianna guardando le ragnatele "Allora lo faremo noi! Un pò di fatica non guasta,  non trovi…? Almeno sarà più contento!" ribatté Vanessa "Non vorrei interrompervi, ma vi siete accorti che da qui al paese ci vuole un'ora e mezza di cammino a piedi?" disse Veronica "Hai ragione!" esclamò Michelle "Mpf…, chiameremo un taxi!" continuò Arianna spavalda, arricciandosi una ciocca castana. "Ma ci vuole l'assenso degli altri!" l'apostrofò Sandra "Andremo solo noi, Michelle chiama un taxi!" rispose sbrigativa Arianna, mentre l'amica estraeva il suo nuovo telefonino dalla borsa, "Allora andiamo anche noi!" s’arrese Vanessa "Non incolparmi se lo zio Albert s'arrabbia!" "S'arrabbia, s'arrabbia..." le fece  la eco Ari mulinando i lunghi capelli "Ari, non so per quale motivo ma il cellulare non prende" si lamentò Michelle, l'amica le prese il cellulare dalle mani con fare brusco e si mise fuori della porta agitandolo in cielo "Dannazione, non prende! Ma che razza di aggeggio hai comprato che nemmeno funziona!" esclamò irata  inveendo contro la povera Michie che rimase zitta "L'avevo caricato sai? Forse è la zona  scoperta di campo " disse "Ah … davvero? Beh...allora vediti di comprartene uno nuovo perché quel bagaglio di cellulare, che non so nemmeno in quale posto l'hai preso, fa schifo! Dove l'hai comprato, eh? Al mercatino dei cinesi? A cinque euro?" esclamò Arianna, Michelle si zittì furibonda, poi all'improvviso scoppiò in lacrime. "Scusami, mi dispiace, non volevo, Michie … davvero" si scusò poi Ari "N...non fa nulla, andiamo..." singhiozzò l'amica. Un'ora dopo erano in cammino sulla strada, avevano provato a chiamare un taxi ma al centralino nessuno rispondeva. "Meglio morti, che su 'sta strada!" protestò Arianna "E' tutta colpa di Vanessa!" disse Michelle che era tornata in sé ed aveva riacquistato la sua quotidiana arroganza, "Cosa centra?" saltò su Veronica bloccandosi d'un tratto a mettendosi a guardare Michelle, lei, Michelle, la grande amica di Arianna, una falsa ,ecco cos'era! "Io sono sempre stata tua amica no? Cosa ti ha fatto?" volle sapere Veronica "Cosa abbiamo fatto? Lasciaci in pace!" intervenne Arianna "Veronica parla troppo, sarebbe meglio che si facesse un esame di spirito!" disse Jack "Non ti ci mettere pure tu! E poi si dice di coscienza, non di spirito, ignorante !" ribatté la ragazza "Io dico come mi pare miss Smith!" disse Jack, terribilmente identico ad Henry "E io dico che sei un..." "Basta!" li interruppe Vanessa, "Affrettate il passo, non arriveremo, é quasi l'una". Esausti, arrabbiati, col fiato corto e i vestiti rovinati, i sette ragazzi raggiunsero il centro di Valverde, l'aria era fresca, si udivano le chitarre degli zingari, gli squittii dei peluche dei venditori ambulanti, le urla dei bambini, il profumo del mare... "Che bello …! Michie, andiamo in quel negozio laggiù, compriamoci dei bikini!" disse Arianna, in quattro salti furono dentro al PRENDISOLE, il negozio di articoli per la spiaggia, e vestiti estivi, "Guarda Ari, che bella minigonna, me la provo…!" disse Michelle, indicandone una tutta perline, catenelle e pizzi rosa chiaro ,Veronica osservò un due pezzi verde ,a cerchi blu scuro, odorava di nuovo, sopra alla cassa c'era in bella mostra un paio di occhiali fucsia molto moderni "IIIH! Michie guarda! Che begli occhiali, li voglio!" strillò eccitata Arianna indicandoli e saltellando freneticamente "Commessa, commessa!" chiamò Sandra, "Che razza di negozio è questo? La commessa non c'è...." "HEY!" urlò Gordon,  da una tenda affianco all'entrata era  uscita una ragazza, non poteva avere più di sedici anni…., era molto alta e magra, aveva i capelli lunghi legati in una treccia sottile, indossava un completino attillato, ai polsi e al collo stavano ogni genere di collanine, braccialetti, catenelle tintinnanti. La ragazza doveva aver riconosciuto il ragazzo perché spalancò gli occhi truccatissimi e gridò "GORDON! Sei proprio tu!?" "Tu!" esclamò Gordon, ed inspiegabilmente i due s'abbracciarono.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 6

MRS. K

 

Quando i due ragazzi si staccarono, s'accorsero che erano osservati da almeno una  quindicina di persone; infatti, attratta da quelle urla, la gente di passaggio s'era affacciata alla vetrina per osservare la scena. "Ragazzi, vi presento una mia amica, Mrs K!" la ragazza sorrise arrossendo violentemente. "Ma chi é tanto idiota da darsi un nome così?" bofonchiò Arianna sbucando da un camerino, "Gordon , sono così sorpresa di vederti! Ma da dove vieni adesso?" chiese la ragazza, parlava con una voce squillante e chiara. "Oh, io abito a Pievepelago, e questi sono i miei amici e amiche di scuola, siamo in classe assieme!" spiegò il ragazzo, poi si volse verso gli altri "Siamo stati fidanzati per molto tempo io e lei, poi è sparita...." "Oh, non essere sciocco! Te l' ho detto che avevo impegni da quando ho trovato un lavoro!" disse Mrs K, "Sono una giornalista free lance", spiegò quando vide gli sguardi interrogativi attorno a sé, "Ma piuttosto voi cosa fate qui? Siete in villeggiatura? Chiese sorridendo "Oh, si siamo ospiti di uno zio" disse Gordon "Io invece lavoro qui, d'estate, per guadagnare un pò di soldi, svolgo diversi lavori" disse la ragazza "Dove hai detto che stai? Da vostro zio? Dove? Potremo incontrarci..." "Oh, in campagna, dal prozio Albert Pondrelli!" rispose pronta Vanessa, quelle parole ebbero lo stesso effetto di quando Michelle le aveva pronunciate davanti al barista del lido, anche Mrs K impallidì, rimase a riflettere per un attimo poi mormorò "Non è possibile! Albert Pondrelli avete detto? In campagna?" "Sì" risposero  assieme i sette ragazzi, "In quella casa? Credevo fosse abbandonata..." disse la ragazza "Beh, in effetti è come se lo fosse" precisò Arianna "Lo sapevo..." sibilò Mrs K pensierosa "E voi sareste i nipoti di Pondrelli, cugini dunque!" disse "Noi...cioè....veramente...." balbettò Veronica incerta "Siamo amici" aggiunse  "Ma se avete lo stesso zio in comune, avrete anche gli stessi nonni in comune!" disse Mrs K aggrottando la fronte "Quindi non  siete cugini di terzo grado ma ….fratelli!" concluse. I ragazzi la fissarono ammutoliti, mentre l'assurdità si librava nell'aria "Noi? Fratelli?" disse Arianna guardandosi in giro come se cercasse un'indicazione che potesse affermare ciò, "Io, sarei tua sorella!" esclamò Sandra tutta contenta battendo le mani, Veronica l'abbracciò saltellando. "Tu saresti mio fratello? Ma che schifo, io che ti ho pure baciato!" esclamò poi Veronica risentita,  rivolgendosi a Gord "No, non è possibile! Tu non puoi essere mia sorella!" gracchiò con disgusto Arianna rivolta a Vanessa, si fissavano con puro odio  "Bisognerebbe fare degli studi accertati …" disse Gordon. In mezzo a tutta quella confusione l'unico che era rimasto neutro era Jack, sul suo volto si stava formando una smorfia, indecifrabile  che non faceva capire  cosa gli stesse frullando per la testa, Veronica capì al volo cosa stava pensando "E' arrabbiato perché sa che Gabriella non sarà affatto contenta!" e sorrise maligna al pensiero. "Vorresti fermarti da noi per pranzo? Magari possiamo stare assieme" propose Gordon a Mrs K, "Cosa? Io...beh non credo sia il caso, vedi Gordon, quella casa é il motivo per cui Albert Pondrelli è famoso, molti di qui sono certi che in quel posto ci sia qualcosa di...ehm...insolito!" rispose la ragazza, ed abbassò la voce in modo che solo il ragazzo la potesse udire "In quel posto, molti anni fa è morta una bambina, aveva la vostra stessa età credo di ricordare. Il motivo per cui è morta sta nell' inconscio collettivo, quindi è meglio che stiate attenti se non volete essere i prossimi!" "Ma allora perché non la demoliscono, visto che ce n'è  pure  bisogno?" chiese Gordon, Mrs K strabuzzò gli occhi e disse "Scherzi? Sarebbe la rovina dell'intero paese! Se la demolissero sai cosa succederebbe? Succede che questo paese  cadrà come una mosca nella ragnatela con ogni sciagura! Gordon, ascolta, te ne devi andare, quel posto non è sicuro, per nulla, ti consiglio,  libero di decidere, ma stai attento!" e gli lanciò un'occhiata desolata, da lontano, Gordon vide che Arianna li guardava male , si voltò verso la ragazza, non sapeva se crederle o no. E se la storia fosse stata vera? Quella bambina era davvero morta? Voleva dire che sarebbero morti  anche tutti loro? "Pondrelli questo  non lo sa, ma crede che siano tutte dicerie!" disse Mrs K  "Noi siamo suoi nipoti, no? E quindi? Cosa ce ne importa ?" disse Gordon mortalmente offeso per quella lugubre descrizione "Tu ascolti solo quello che dicono gli altri, hai sempre fatto così!" protestò il ragazzo. Mrs K s'ammutolì, gli voltò le spalle mormorando l'incomprensibile, si voltò verso gli altri e disse in tono cupo e carico di rimorso "Bene adesso, scusatemi ma il negozio chiude, dovete andarvene", "Io compro questi!" esclamò Arianna mettendo sul bancone dodici paia di bikini per lei e per Michelle. Quando uscirono dal negozio dopo aver fatto quei pochi acquisti, a spese di Arianna, Veronica s'accorse che molta gente li guardava in modo strano, e quando passarono vicino ad un gruppo di signori  anziani quelli con un balzo si fecero di lato, come se  volessero evitare un contagio. Entrarono in un piccolo ristorante, al loro passaggio molti presenti si voltarono a guardarli e alcune signore emisero urla spaventate. La notizia sull'arrivo dei nipoti di Albert Pondrelli si era diffusa a velocità impressionante! "Tutta colpa della tua amichetta impicciona!" sussurrò Arianna furente a Gordon, "Se non fosse stato per quella lì...". Si sedettero ad un tavolino ed ordinarono alcuni panini e  del succo d'arancia. I panini arrivarono belli caldi ma invece di venire consegnati ai proprietari dal cameriere furono appoggiati su un tavolino, un bambino curioso s'avvicinò ai piatti, con l'aria affamata , dalla taschina della camicia gli cadde un carillon, Sandra si chinò per raccoglierlo, ma una donna(forse la madre del piccolo) la vide e urlò "Giù le mani da mio figlio ,strega!", Sandra alzò il viso verso la donna e le disse che il bambino non l'aveva neppure toccato "Samuele sa benissimo camminare! Tu non devi assolutamente toccarlo, strega! Mi hai capito?" esclamava la donna, molti presenti osservavano la scena, Sandra, che non era molto acuta, ma nemmeno tanto stupida ,approfittò dell'occasione, s'alzò in piedi, (sovrastava la donna di tutta la testa) e a pieni polmoni esclamò: "Io il suo bambino lo tocco come  e quando voglio! Sono una strega e se non stai zitta subito ti faccio volare fuori!", a quelle parole la donna raccolse il piccolo, quasi pesasse un grammo, e uscì di corsa dal ristorante. "Bene, allora se non siamo graditi ce ne andiamo, togliamo il disturbo!" disse Veronica ad alta voce in modo che potessero udirla tutti i presenti, e con un cenno uscì seguita dagli altri, prima di andarsene Michelle cinguettò acida "E ricordate, chi disprezza... compra!", e come una strega soffiò e agitò le dita con aria spettrale, uscì.  Appena ebbero percorso la distanza che li separava dal ristorante, Michelle si voltò verso Gordon, con tono provocatorio "Arianna mi ha detto tutto sai? Sei stato bravo....barattare la nostra

amicizia con la morte!" "Ma che centro io? Mrs. K me l' ha detto!" ribatté il ragazzo "Come no! Dillo che un pò eri contento di questa disgrazia! Ti piace essere elogiato, no? Dillo che lo vuoi Gordon Cevolani!" continuò Michelle imperterrita, il ragazzo si fermò, girò su se stesso e furibondo afferrò Michelle per la collottola della camicetta e ringhiò "Tu! Io non ho chiesto nulla a nessuno, me l' ha solo detto! E potrebbe essere un avvertimento il suo, quindi... impara a ficcare il tuo brutto naso in qualcos'altro!", e con passo  deciso e costante s'allontanò "Dove vai?" gli chiese Veronica "Nel posto migliore in cui possa sentirmi bene!" fu la risposta. "Ma cos' ha? Non l' ho mai visto così aggressivo" disse Vanessa, guardandolo, "Secondo me quello nasconde qualcosa, non si è mai rivolto così a noi" disse Michelle "Tu potevi anche evitarlo" le disse Vanessa "Veramente è stata quella  Mrs. K, gliel' ha detto quella!" esclamò Arianna in tono accusatorio "Già! L'ha fatto apposta! Magari quel messaggio era rivolto a noi" disse Sandra cupa, "E’ sicuramente  rivolto a noi! Hai sentito? Parlava a Gordon come se stesse parlando del Demonio!" disse Veronica "Che gli stiamo antipatici, ok, ma che si comporti così, non è da lui" disse Vanessa "Non è da Gord!" aggiunse Michelle stridula, "Quella  Mrs. K è da controllare, potrebbe essere una spia o un'inviata pericolosa" disse Veronica, proprio in quel momento Jack si voltò verso di lei "Cosa?" "Ho detto che..." "No, quella parola ,prima...." disse Jack, con gli occhi che luccicavano "Potrebbe essere un'inviata pericolosa...una spia!" disse Veronica, gli occhi di Jack brillavano di uno strano bagliore: sembrava avesse vinto una somma stratosferica! "Stai bene?" gli chiese Sandra aggrottando la fronte ma il ragazzo non l'ascoltò, si voltò e di corsa raggiunse Gordon che stava per voltare l'angolo della strada. "Mah.." disse Arianna "Cosa pensi che abbiano?" domandò Sandra all'amica "Cose di uomini …" sospirò quella "Ma, che  è … parlano di spie? Non è che per caso stanno parlando di Henry..?" domandò Veronica sospettosa "Perché Henry è qui?" saltò su Sandra guardandosi intorno "Andiamo a casa?" propose Vanessa "Non ci pensare nemmeno!" gracchiò Michelle "Allora c'andremo solo io, Sandra e Veronica!" disse Vanessa, prese le amiche per le braccia e furente s'avviò verso la fermata di un taxi "Ragazzi, non venite?" sbraitò Sandra "No!" fu la risposta secca da parte di Gordon. I due amici erano seduti su una panchina, e, parevano intenti in una frenetica conversazione al cellulare.

 

Le tre amiche, esauste, raggiunsero la casa dello zio Albert. Neanche questa volta ebbero risposta, "Tornerà stasera …" borbottò Vanessa, "Che ne dite....di..." cominciò, ma fu interrotta da un tonfo assordante e da un agghiacciante lamento provenienti dai piani superiori! "Cos'è!?" urlò Sandra allarmata "Non lo so!" gemette Veronica, con le gambe che tremavano, Vanessa era pallida come un cencio, fissavano tutte e tre l'alto soffitto, da cui ora veniva giù una sottile polverina di segatura, "Oddio, la casa sta crollando!" esclamò la ragazza spaventata "Si salvi chi può!" squittì Sandra arretrando bruscamente "Credete che moriremo?" domandò Veronica terrorizzata "Non lo so, ma spero di poter raccontare questa vicenda, in futuro" rispose vaga Vanessa, gli occhi fissi al soffitto e le gambe tremanti "Mrs. K ha ragione, questa casa è stregata!" disse Sandra "Ma che dici? Dai ascolto alle chiacchiere di una povera ignorante!" la rimbeccò Veronica "No,  stavo solo dicendo … la casa...." cominciò Sandra, ma Veronica l'interruppe "C'è silenzio ora! Andiamo a controllare, sarà caduto qualcosa" , e facendosi coraggio, ed ignorando le gambe di gelatina, con passo deciso salirono i primi gradini, Sandra attaccata al gomito sinistro, e Vanessa alle loro spalle squittiva terrorizzata. Arrivarono al primo piano, scrutarono con terrore ogni singolo angolo

"Visto? Non c'è nulla" ridacchiò Veronica nervosa, "Come v' ho detto..." aggiunse. "Guardate, c'è scritto qualcosa qui!" esclamò Sandra chinandosi  a terra "Sembra una scritta ,….con una data...." disse la ragazza, sussultò rumorosamente quando una pesante asse di ferro cadde a  pochi centimetri dal suo piede destro! Sandra,che era agile, la mancò di  scatto "Ma cos'era?" strillò "Andiamocene via, questo posto è da pazzi!" urlò Vanessa, e si voltò per scendere di corsa le scale, "Aiuto" disse Sandra terrorizzata, "Ma perché siamo venute solo noi?" piagnucolò Veronica "Potev...." "AAAAAARGHHHHH!" Sandra urlò quando qualcosa sfiorò la sua mano sinistra, si voltò di scatto, "Sand! Quante storie! Era solo una ragnatela!" disse Veronica, Sandra divenne verde in volto. Stava per aggiungere altro, quando, dal pianterreno giunse un tremendo stridere, come se una pentola arrugginita stesse sfiorando una superficie in marmo, producendo uno di quei rumori fastidiosissimi che danno i brividi. "Cos'é?….." chiese Vanessa che tremava ancora "Credo…. sia il campanello, restate qui, vado ad aprire" disse Veronica; lentamente si mosse verso le scale, s'udì un rumore di chiavi, e di passi pesanti dal basso, voci sommesse, poi Veronica urlare "Ehm…, Vanessa, ci sono visite!" Vanessa corse di sotto, seguita da Sandra. Affianco alla porta d'entrata c'erano Jack, Gordon, Arianna e Michelle, tutti e quattro rossi in volto, sudati e fumanti di rabbia. "Dicevi …?" chiese Vanessa alla cugina, che si fece di lato permettendo ad Arianna di oltrepassarla. La ragazza si fermò davanti a Vanessa, la fissò a lungo, per interminabili secondi, poi, con le narici frementi lasciò cadere la borsa e....mollò un forte pugno a Vanessa! Vanessa, cadde a terra, completamente sorpresa, non s'aspettava un gesto come quello da Arianna, persino Gordon e Jack si stupirono: Arianna non aveva mai alzato le mani sulle persone. "Ma che ti salta in mente?" gridò Veronica prendendo l'amica per le spalle, fissava ancora Vanessa a terra con odio, si voltò verso Veronica "Non sono affari tuoi" disse in tono asciutto, prese il suo trolley e la sua borsetta, passò affianco a Vanessa, salì le scale diretta alla sua  camera da letto, seguita da Michelle. "Ma quella, è fuori" disse Sandra, "Totalmente…" aggiunse Vanessa ripulendosi il sangue dal naso "Stai bene?" le chiese, la cugina, annuì. "Ma perché l' ha fatto?" domandò Jack "Non lo so, è pazza da legare" disse Sandra aiutando l'amica a rialzarsi. "Non creda di passarla liscia, me la paga questa!" ringhiò Veronica e fece per salire, ma Jack la fermò "Non ne vale la pena".

Più tardi, all'ora di cena nessuno fiatò. L'atteggiamento di Arianna aveva fatto riflettere, da quando avevano raggiunto Valverde l'amica aveva improvvisamente cambiato umore. Ed anche Michelle era diventata più vendicativa, lei ed Arianna erano amiche fidate, ma benché s'assomigliassero in molte cose, Michelle non aveva mai dato troppo adito ad Arianna quando sbagliava. Adesso invece s'era completamente sottomessa all'amica, ma perché le dava corda allora…? "Domani è domenica" disse Sandra, come se quello fosse stato l'argomento più interessante; al contrario, ricevette solo facce scure e nemmeno un complimento. Si zittì. "Mrs. K vorrebbe incontrarci domani davanti alla gelateria" disse Gordon inforcando un pezzo molto grosso di carne e verdure. " Bene" rispose Arianna continuando a tagliare la sua bistecca ai ferri "Intanto le docce sono fuori uso" aggiunse "Perché?" chiese Veronica "Sono da pulire, e i rubinetti da cambiare, l'acqua è arrugginita e piena di fanghiglia" rispose Arianna "Puliremo" sospirò  Vanessa . "Gabriella come sta?" chiese Michelle a Jack "Non lo so, ultimamente non ci sentiamo più" rispose il ragazzo "Sarà l'interferenza" disse Michelle "Ed Henry?" domandò Sandra, Gordon alzò lo sguardo, e anche Jack. Rimasero in uno strano silenzio, poi come niente fosse Jack riabbassò lo sguardo sul suo piatto. "Sta bene anche lui" disse Gordon sorridendo. "Ragazze, che ne dite se stasera ce ne andiamo in discoteca? Dopotutto siamo grandi, possiamo stare sveglie fino all'alba" disse Arianna "Buona idea" acconsentì Michelle  "Allora vieni, Sandra, Veronica.....Vanessa?" domandò Arianna "Io non me la sento" buttò li Vanessa alzandosi e andando verso il lavello a ripulire il piatto, "Non lo so..." disse Veronica, ma si morse la lingua perché in effetti l'idea non era male, ballare davanti a ragazzi carini...la musica a bomba e drink succosissimi da bere... "Per me andrebbe bene" disse Sandra "Oggi è una lunga giornata, meglio riposare, domani potremo far più cose" disse Vanessa sparecchiando la sua parte di tavola. "E' un'occasione" disse Michelle "Io non ho bisogno di scuse per riappacificare, mi serve la sincerità" continuò Vanessa, che aveva capito il gioco di Arianna, "Potremo incontrare tanta bella gente" insistette Sandra "Io non esco, se voi volete fatelo!" concluse Vanessa. "Come sempre" disse Michelle acida "Devi sempre rovinare tutto tu!" sbottò Arianna, s'alzò dalla sedia bruscamente, uscì dalla cucina "Dove vai?" le chiese Michelle "In camera mia!" urlò  Arianna. "Forse è meglio che andiamo a letto tutti, fra un pò sono le nove" disse Vanessa "E allora? Troppo presto! Almeno alle dieci e un quarto!" gracchiò Michelle "Se vuoi puoi fare l'una, alle nove e un quarto vado a letto" disse Vanessa. "Mi faccio un bagno, odoro come una scimmia" disse Sandra alzandosi per sparecchiare la tavola, poi uscì. "Comincio a veder male questo posto" disse Michelle "Tutti credono che siamo persone pericolose" "E' per colpa di Mrs K" disse Veronica "E di Gordon" aggiunse guardando il ragazzo "Me l' ha solo detto" "Non doveva" disse Michelle "Per te nessuno deve mai!" borbottò Jack "Cosa?" sibilò la ragazza, gli occhi ridotti a due fessure. "Sei troppo presuntuosa, ecco tutto" concluse Jack, Michelle gli lanciò un'occhiata raggelante, poi si volse a Veronica "E tu dici niente?" "Cosa dovrei dire?" chiese l'altra "Insomma, darmi conforto, aiutarmi, perché sei dalla mia parte no?" chiese Michelle in tono mieloso "Io non sto dalla parte di nessuno, sono vostra amica ma non intendo immischiarmi nelle vostre assurdità!" disse Veronica "M'illumini…." commentò Gordon ironico "E adesso, se permettete vado a farmi una doccia" disse Veronica, sbadigliando uscì dalla cucina. "La solita" sbuffò Michelle accendendosi una sigaretta, "Secondo me si da troppe arie" disse Gordon "Parla troppo, vi sta sfruttando" disse Jack "Che vuoi dire?" gli chiese Michelle "Vi vuole sfruttare per arrivare ai suoi scopi, in modo che, se, si trovasse nei guai, ha voi che obbedienti, le tenete la parte! E' una falsa" continuò "Lei non è affatto arrabbiata con Mrs. K" disse Gordon "La notizia di questa casa la vuole sfruttare per uccidervi, o insomma, facendo in modo di guadagnare i soldi, dalla vostra morte" disse "Cioè, intendi dire, che, lei ci ha portati qui, perché le fa comodo" disse Michelle "Sì. Sta cercando di usarvi nella peggiore maniera!" disse Jack. "Ma Veronica non farebbe mai una cosa del genere! E' nostra amica da anni" disse Michelle "Quella dell'amicizia è una copertura, in realtà quella pensa solo a se stessa, preferisce salvare la pelle, alle amiche" le disse Gordon "Ma perché lo farebbe? Cosa le abbiamo fatto?" domandò la ragazza "Non ne ho idea, ma quello che sta commettendo è increscioso, non ti rendi conto? Vi sta comandando a bacchetta, voi le date retta, e lei ne approfitta per far di voi quel che vuole, siete come tante mosche nella tela di un ragno!" concluse Jack, Michelle rimase muta, neanche lei voleva crederci: la sua amica Veronica che si comportava così? Come poteva farle questo? "La conosco da tanto, lei e Vanessa, mi ha sempre detto di essere amica mia! Invece, per tutto questo tempo, mi ha trattato come una marionetta" pianse, Gordon le cinse le spalle con un braccio "Su Michie, a questo penseremo noi, giuro. Ti aiuteremo, anzi vi aiuteremo a sfuggire a questa prigionia. Adesso vai a letto". Michelle, singhiozzante, frustrata e confusa salì in camera sua. "Tempismo perfetto" sussurrò Jack a Gordon "Almeno la piccola ha abboccato". Il piano di Henry stava riuscendo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   Capitolo 7

   VOCI NEL SILENZIO

 

"La nostra prima notte da sole" disse eccitata Veronica appena s'infilò nella coperta estiva assieme a Sandra "Che emozione! Lontano da casa si sente più liberi" sospirò Sandra "Magari questa può essere un'occasione per riavvicinarti a Gordon" aggiunse "Capirai che importanza" sbuffò Veronica "Domani telefono ad Henry" disse Sandra, "Ma ti piace proprio!" sospirò Veronica rigirandosi fra le coperte leggere "Che caldo!" sbuffò "Perché non dovrebbe piacermi, è bello, è ricco, è fortunato, cosa vuoi di più?" chiese allegra Sandra "Non ho detto questo, intendo il tipo di persona, vedi, Henry è un po’… troppo invadente" disse l'amica "Allora? Potremo vivere assieme!" esclamò giulivamente Sandra "Ma che vita condurresti con uno che pretende solo di fare  affari nella vita?" si lamentò Veronica "Condurrei la classica vita, tutta moglie, casa e figli!" rispose Sandra soddisfatta "E il lavoro?" chiese Veronica "Oh, a quello ci pensa lui!" proseguì l'amica "Allora buona....fortuna" le disse Veronica scettica, si rigirò nel letto, piena di dubbi."E così Veronica ci vorrebbe tradire?" domandò Arianna a Michelle appena ebbero spento la luce sul comodino, "A quanto pare si" rispose Michelle "Non me lo sarei mai aspettato!" disse Arianna "Nemmeno io, Veronica ci ha sempre dato degli ottimi consigli, ci ha aiutate" disse Michelle "Ma come fanno Gordon e Jack a saperlo?" chiese Arianna "Non è che per caso ti hanno preso in giro?" "Ma Ari? Come avrebbero potuto? Sembravano così sicuri!" piagnucolò Michelle "Chiedevo....perché da quando siamo venuti

qui che tutti cominciano a comportarsi in modo strano" disse Arianna "E danno la colpa a noi!" "Quella Mrs. K!" ringhiò "E Veronica? Anche lei non è una santa, prende esclusivamente le parti di Sandra e Vanessa, anche quando so, che ne farebbe a meno" disse Michelle "Secondo me è lei che crea tutto questo caos" disse Arianna "Anche Vanessa, deve sempre mettere i bastoni fra le ruote, con quella sua sfacciataggine!" gracchiò "Gordon e Jack ci daranno una mano" disse Michelle "In caso contrario, una sola persona potrà darci supporto" "Henry!?" completò Arianna maligna. E piene di pensieri rimasero avvolte dalle loro sottili coperte. In tutta la casa faceva buio, un buio pesto, ogni singolo angolo appariva oscuro e tetro, passarono i minuti, le ore. Poi, dal basso, s'udì uno scricchiolio sinistro, seguito da uno più forte. Nella sua stanza, Jack grugnì nel sonno. Sempre dal basso, dal pianterreno, qualcosa si mosse di scatto, strisciò verso le scale....all'improvviso s'udirono dei passi pesanti, e un agghiacciante lamento. Sandra e Veronica si rizzarono a sedere sul letto e rimasero in ascolto. "Cos'è?" sussurrò Veronica, i passi divennero più veloci e pesanti, anche Arianna e Michelle li avevano uditi "Qualcuno sta salendo" disse Michelle terrorizzata, mentre i passi divennero più rapidi, s'udì un sordo brontolio, Arianna scese di scatto dal letto, rapida chiuse l'uscio a chiave, anche Veronica lo chiuse. I due ragazzi e Vanessa, che avevano le stanze un pò più in là, non udirono nulla e continuarono a ronfare tranquilli. I passi si fermarono davanti alla porta della camera da letto di Arianna e Michelle. Un potente colpo scosse la porta. Michelle squittì, "Sta cercando di entrare" disse Arianna terrorizzata, s'infilò più a fondo nelle lenzuola. Un colpo, due colpi, tre, quattro, "E' un mostro?" chiese Michelle, la testa nascosta dal lenzuolo. La porta s'aprì di colpo mandando per aria la chiave, i cardini tremarono, mentre qualcosa di pesante e maleodorante cadeva sulle gambe delle due ragazze pietrificate. Arianna emise un lieve squittio. D'improvviso la cosa pesante sparì e la porta sbatté tornandosi a chiudere. "Cos'era?" domandò terrorizzata Michelle appena furono        sole "Non lo so, credo un gatto" disse Arianna, si guardò attorno, ma la stanza era buia "Cosa facciamo adesso?" domandò Michelle "Non lo so" fu la risposta "E' tutto buio, ho paura...e ...sento che qualcosa si muove sotto i piedi!" gemette l'amica "Io non ho certo intenzione di dormire" disse Arianna "Perché io?"sbraitò Michelle "Se non fosse perché la gente è così stupida io a quest'ora sarei nel Galles" disse Arianna, all'improvviso si udirono dei lamenti agghiaccianti, Michelle sussultò e rimase immobile, le due amiche passarono così una notte insonne trattenendo il respiro ad ogni scricchiolio e rumore del vento. Il giorno dopo era domenica, alle cinque di mattina Michelle cadde con un tonfo dal letto procurandosi una lussatura al polso destro, Arianna si ritrovò senza voce, Jack si procurò un grosso bernoccolo mentre andava in bagno, Veronica si spezzò un'unghia mentre tentava di sorreggere Gordon che stava per cadere dalla balaustra del secondo piano, Sandra s'era alzata alle cinque e mezzo di mattina per evitare di ritrovarsi poi, nella vorace bocca di un mostro assetato di sangue, l'unica che non riportò gravi danni fu Vanessa che rimase sorpresa trovando i suoi amici in cucina, alle otto e mezza, seduti attorno al tavolo con lo sguardo pesto. "Buongiorno, dormito bene?" chiese allegramente versando dell'acqua nel bollitore per il the "Da morire…." borbottò Jack premendosi il pacchetto di ghiaccio sulla fronte, "Non abbiamo chiuso occhio" gracchiò Arianna "Hai sentito anche tu quei lamenti? Quelle urla?" chiese Gordon "No" rispose Vanessa, si voltò per apparecchiare la tavola "Questa casa ha qualcosa di strano, forse è stregata" disse Veronica "Già, li avete sentiti quei passi, qualcuno deve essere entrato stanotte" disse Sandra "Siete sicure che non fosse lo zio Albert che rientrava?" chiese Vanessa "No, e poi non farebbe tutto quel rumore!" rispose Sandra "A meno che non fosse uno  psicopatico...." aggiunse Veronica sorridendo "Magari aveva sete ed è sceso per bere qualcosa..." proseguì Vanessa mettendo lo zucchero nel the "Mmm, come no, e per prendere da bere uno scalpita, urla e ci balza sul letto facendoci quasi morire dallo spavento! Tu questo come lo chiami?" esclamò Arianna "Magari voleva solo darvi la buonanotte" commentò Veronica "Senti, smettila! Ci mancano solo i tuoi commenti..." Si lamentò scocciato Gordon "Ma secondo te perché oggi non s'è visto?" domandò Michelle "Dovremo parlarne con Mrs. K" disse Gordon "Magari lei ci può dire qualcosa" aggiunse Veronica "Si, per farci prendere in giro da tutto il paese!" sbottò Michelle "Non capite, non sentite come ci chiamano? Streghe, questa è bella!" "Forse perché lo zio Albert è uno stregone che fugge dalla polizia per terminare loschi malefici, ed ha pensato di prendere noi come distrazione...in questa innocua casetta, in realtà covo malefico per le sette sataniche!" sussurrò Sandra in tono lugubre "Bah!" fece Arianna. Fecero colazione, poi salirono in camera a vestirsi, due ore dopo si trovavano seduti davanti alla gelateria, il luogo dell'incontro, Mrs. K ascoltò con pazienza la descrizione di Gordon sulla notte prima "Quindi qualcosa o qualcuno è entrato nella camera di Arianna e Michelle e poi se ne andato … insolito" disse Mrs.K “Avranno mangiato qualcosa di pesante da digerire … sai com è, a volte l’agitazione gioca brutti scherzi” scherzò Vanessa  sarcastica “Taci o stavolta le prendi sul serio!” la rimbeccò Arianna "Per tutta la notte abbiamo udito dei lamenti, dei passi e scricchiolii, dopo silenzio … e dopo la stessa cosa" spiegò Sandra  "Quella casa è molto famosa perché anni fa, dopo che Pondrelli se ne andò venne a viverci una ragazza, molto scapestrata che non dava retta a nessuno, si chiamava Amanda Dulce, sapevano tutti che quella casa era in pessime condizioni, ma lei era completamente sorda alle parole della gente, diceva che quella casa la ispirava...dopo qualche mese trovarono il suo corpo in un fosso, non si sapeva chi l'avesse uccisa, ma era completamente piena di tagli e bruciature, come se qualcuno l' avesse colpita con un bastone ardente e molto appuntito.   Le autopsie non rivelarono  nulla, ed allora casa Pondrelli è malvista, molti pensano che sia invasa da spiriti maligni, Alberto Pondrelli, o  Albert, credono tutti che sia un assassino, so che è improbabile, ma se ha ucciso suo figlio..." "Cosa?" chiese Sandra "Albert Podrelli aveva un figlio, si è suicidato,ma  molti pensano che l' abbia ucciso lui" continuò Mrs. K vaga "Sai come si chiama?" chiese Gordon "No, pochi lo conoscevano, alcuni dicono che sia morto appena è nato, altri dicono che sia stato portato via da casa sua all'età di tre anni, altri dicono che si sia trasformato in un pipistrello e sia volato via" disse la ragazza, Arianna scoppiò in una risata stridula. "E il caro Pondrelli, forse per pulirsi la coscienza si è fatto da parte, mettendovi in cattiva  luce." "Ma perché pensano che siamo streghe? La gente...." disse Michelle "Beh, siete suoi nipoti, tutti capitati qui all'improvviso, nessuno vi conosce, è normale che un pò di domande si facciano" disse Mrs. K "Ma questi sono pregiudizi!" protestò Veronica "La gente è strana...." disse Vanessa. Ordinarono alcuni gelati alla cioccolata e panna montata, Mrs K chiese un drink alcolico. "Ma dove sono i tuoi genitori?"   le chiese Arianna "Sono andati a Roma, hanno deciso di trovare un posto tranquillo, nel quale esercitare il loro spirito artistico" "Pittori …" spiegò la ragazza "E tu come mai sei qui?" le chiese Veronica "I miei nonni sono di Rimini, hanno un loro ristorante , così io sono sempre lì. Vengo qui per riposarmi e perché ho il negozio." disse Mrs. K, succhiando un pò dalla sua cannuccia, "All'inizio non venivo sempre qua, ma visto che ho degli amici … poi la zona comincia a piacermi, vengo spesso a fare un salto" aggiunse "Ma se sai che qui ci abita Pondrelli, perché continui a venirci?" le chiese Gordon "Vengo qui per trovare ispirazione per la mia rivista, voglio pubblicare un libro e cerco ispirazione" rispose la ragazza.  "A me sembra piuttosto bella come idea" disse Vanessa "Ma a me sembra piuttosto brutto dormire tutte le notti coi fantasmi in casa" si lamentò Sandra "Saranno stati alcuni cani" disse Jack "No, quella casa è in campagna aperta, stanotte non c'è stato vento, e i vicini sono miglia e miglia lontani" disse Mrs K  "Sarà qualche kilometro" sbuffò Jack, "Comunque, v'ho detto, state attenti" li avvertì Mrs. K, roteò la sua oliva nel calice "Io a tutta questa superstizione non credo! Secondo me ci stai prendendo in giro" disse Arianna, la ragazza alzò le spalle "Pensatela come volete, a distanza d'anni le cose cambiano, questo è quello che sento e che in parte so" disse Mrs. K in tono sommesso "Non è che per caso ci vuoi usare come cavie per la tua rivista!" disse Arianna "Sì, secondo me ci stai pensando: trovi dei ragazzini insoliti, senza nemmeno un passato al corrente, nipoti di un assassino, e per di più abitanti di una casa invasa da spiriti. Guadagnare tutti questi soldi..... ci stai "ballando" sulla nostra vita eh?" disse Michelle "Ci vuoi sfruttare, dire a tutti che noi siamo nipoti di Albert Pondrelli, il pericoloso assassino, ora in latitanza, siamo considerati eretici dal punto di vista personale, un pò di soldi non farebbero male...." continuò Michelle accusatoria "Ma che state dicendo? Che ne sapete voi!" esclamò Gordon alzandosi di scatto dalla sua sedia, molti passanti si erano fermati ed ora li fissavano ammutoliti, "Allora perché non dite veramente chi siete?" chiese un vecchio seduto poco lontano "Siamo nipoti di Albert Pondrelli" rispose Veronica "Cosa te lo fa dire ragazzina?" chiese un altro vecchio "Noi... ehm, siamo stati invitati a passare l'estate qui!" disse Vanessa "Nella sua accogliente dimora!" rincarò la dose Michelle, sapeva che quelle parole avrebbero fatto saltare il vecchio "In quella casa? Siete matti, dove vivono gli spiriti! Siete figli del demonio!" urlò una signora piuttosto panciuta e rotonda; tutti i presenti erano  in silenzio, i sette ragazzi, invece, rimasero comodamente seduti al tavolino, guardando la gente come se si fosse trattato di una normalissima riunione, "I figli del demonio! Qui bisogna contattare un esorcista! Questa città è in serio pericolo" esclamò un vecchio raggrinzito, che stava bevendo il caffè, "Per sua informazione, siamo fratelli, ci vogliamo bene e non siamo noi i figli del demonio!" ribatté Arianna "Che ci vogliamo bene potevi risparmiartelo" le sussurrò Veronica, ma l'amica non le dava ascolto "I figli del demonio sarete voi! Le nostre famiglie ci vogliono bene!" esclamò "Ah, se vediamo il demonio prometto che gli farò un salutino da Valverde, anzi, gli mando una cartolina!" esclamò Michelle acida, Veronica, Gordon e Vanessa scoppiarono a ridere fragorosamente, qualche donna abbozzò a un sorrisetto. "Comunque, vacanze o no! Noi non vi vogliamo! Avete rovinato la nostra quiete! Andatevene di qui, prima che chiami il prete!" disse la signora grassa "Sì, a Don Alfredo!" strillò il vecchio raggrinzito, Don Alfredo era il parroco della chiesa, terribile … se ne andava in giro tutto curvo con la sua tonaca nera e il vangelo sotto l'ascella, girava guardingo con il suo naso ricurvo come una strega, era il terrore della parrocchia, ma il rimedio utilissimo per l'esorcismo, la sua perfidia  avrebbe spaventato anche il Diavolo stesso "Andate a quel paese tutti quanti!" esclamò Veronica poi uscì. "Maledetti vecchiacci!" esclamò appena furono in casa loro "Quel che credono" disse Mrs. K guardandosi attorno, "Adesso devo andare, ci vediamo dopodomani" disse frettolosamente "Perché non domani?" le chiese Gordon "Vengono i miei da Roma,  di passaggio" spiegò la ragazza "Resta qui se vuoi" disse Arianna "Non credo sia il caso..." ridacchiò Mrs. K imbarazzata "Credi anche tu a loro vero? Come darti torto." disse Veronica, "Sarebbe come..." disse ma si bloccò appena vide Jack, il ragazzo stava fissando con stupore la parete del salotto "Hai visto qualcosa?" chiese Veronica, il ragazzo non le rispose, lo chiamò e Jack si voltò "No, nulla, mi era sembrato.... sarà il sole" borbottò e salì in camera sua. "Da un pò di tempo quei due non mi appaiono normali" disse Arianna "Già, sono più schivi, i loro atteggiamenti sono ovattati, e i due sempre più pensierosi" disse Michelle "Anche Jack è strano, nemmeno Gabriella si fa più sentire, che strano, sarebbero partiti assieme, ma lui non l' ha fatto..." "E lei lo ha mollato" completò Arianna "Era ora" disse. "Ma neanche Gordon è meglio! Ragazze, quei due sono strani" disse Veronica. "Magari non staranno bene" disse Vanessa "Forse... forse" disse Veronica, ma non era molto convinta. "Ma lo zio tarda ad arrivare!" si lamentò Vanessa qualche ora più tardi, mentre pranzavano, "Lo so!" disse Arianna "E non m'interessa! Avrà preferito lasciarci la sua catapecchia e comprarsi una casa nuova!" gracchiò "Che bel modo! Dev'essere una persona molto pulita!" commentò Michelle in tono dispregiativo  "Magari per cattiveria ci ha abbandonati qui, in modo che subissimo noi le ingiustizie! Ma che centriamo noi?" chiese Sandra "E cos' ho fatto io per venire assieme a voi in questo lurido posto pieno zeppo di ragni, pulci e pidocchi!" gracchiò Arianna con voce stridula, un ragno cadde dal soffitto con un lieve tonfo, "Bleah!"  fece Vanessa disgustata "Sono poco contenta di essere venuta qui! E che due scatole! Neanche il mare abbiamo visto!" si lamentò Michelle "E' vero! Ora che ci penso, ieri abbiamo incontrato Mrs. K e il bagno non l'abbiamo fatto, ci andremo oggi pomeriggio, fa caldo!" decise Gordon raccogliendo il sugo nel suo piatto con la forchetta, "Sempre che quella giornalista da quattro soldi non s'impicci! Comunque tu Veronica hai avuto una pessima idea portandoci qui" proseguì Arianna alzando il sopracciglio con fare schizzinoso "Ma che ne sapevo di quel che sarebbe successo?" sbottò Veronica "E non dare la colpa a me, che anche tu volevi venire!" "Io, m'immaginavo tutt'altro" rispose Arianna con aria innocente "Come no...." borbottò Veronica, s'appoggiò alla sua sedia con sguardo torvo. "Dovremo tornare a casa" disse Sandra "No! Ora siamo qui e...." protestò Veronica, ma s'irrigidì non appena un  tonfo scosse le pareti "C'è qualcosa di sopra" disse Jack, nessuno si mosse "Visto? In questa casa è tutto finto!" disse Arianna sorseggiando la sua coca cola con cipiglio vezzoso. "Mi chiedo cosa stiano facendo i miei genitori" disse Sandra "E i miei" aggiunse Veronica "Ormai m'avranno data per dispersa" disse "Comunque, verità o no, quella Mrs. K vuole qualcosa da noi" disse Michelle seria "E se facesse parte di una società investigativa? Magari FBI o cosa?" aggiunse "Neanche il suo nome è da sottovalutare, dico, quanta gente conosci che si chiama così?" disse Arianna, poi si rivolse a Gordon "Tu che la conosci meglio di noi, ti ha mai detto il suo vero nome?" chiese "No, almeno così mi ha raccontato, non le ho mai fatto domande riguardo al suo nome" disse il ragazzo "Fidarsi è bene non fidarsi è meglio" disse Veronica "La mia frase preferita" aggiunse sorridendo, Arianna le rivolse un finto sorrisetto "Indagheremo più tardi, questo pomeriggio andremo in spiaggia....sperando di non incontrarla di nuovo" disse Sandra, il telefonino di Jack vibrò, il ragazzo uscì dalla stanza e andò in soggiorno chiudendo la porta "Pronto?" "Socio, tutto scorre a meraviglia?" chiese la voce di Henry dall'altro capo "Benissimo, Michelle ha creduto alla storia, ora non restano che gli altri" sussurrò Jack "Vedrai, in poco tempo Veronica si ritroverà sola" disse Henry "Albert Pondrelli non s'è ancora visto, gli altri credono che sia stato rapito, credono sia fuggito o sia in galera" continuò Jack avido "Vedrai, sto preparando un piano coi fiocchi, ho tutto qui nella mia testa, quelle povere sciocche si troveranno ben presto con un pugno di mosche!" gracchiò Henry con una risata stridula "Ma niente violenza almeno" disse Jack che non ci teneva a vedere inutili spargimenti di sangue "Oh …ma che ti prende! D'un tratto se diventato così protettivo! Ti sei forse innamorato?" lo derise Henry "No! Niente violenza,  è tutto" rispose l'amico "Va bene, spero che anche Gordon si stia dando da fare" continuò Henry  “Ecco … veramente … cioè, non che non collabori, diciamo che io sono quello con una marcia in più …” si giustificò Jack “Ecco, bene … lo sapevo, come sempre … non c‘era da fidarsi, ma ormai … io vi ho pagati per cosa? Per farvi delle vacanze in completa tranquillità? Dico io … muoviti a dire a quell‘imbecille di muoversi! Se non collabora e si mette a tubare con Sandra i soldi li vede col binocolo! Hai capito?” urlò Henry furibondo, Jack si mise una mano sulla bocca per non ridere "Si e.... credo di averti trovato un'aiutante" disse Jack con gli occhi luccicanti, raccontò in breve tempo la comparsa di Mrs. K "Mmmm, non credo che mi serva un'aiutante. La metterò in una "lista d'attesa" nel caso mi serva" sbuffò Henry "Come sta Gab?" chiese Jack "Gab sta bene, un pò affaticata ma sta bene" "Cosa intendi dire?" "No, nulla, dicevo solo che il clima sardo l'affatica un poco, lavora molto da sua nonna, mi chiede spesso di te" disse Henry "Salutamela tanto! Adesso ti devo lasciare, ci sentiamo poi per un futuro aggiornamento sul piano modificabile, ciao!" e Jack spense il telefonino.  Le altre ragazze stavano sparecchiando la tavola; Veronica e Sandra spazzavano il pavimento, Arianna di sopra si lamentava perché aveva smarrito il suo tallieur estivo "Non uscirò mai senza quello!" strillava, Michelle si stava concentrando con ribrezzo su un grasso bruco spiaccicato su uno scalino, Gordon fissava a vuoto lo schermo del televisore che trasmetteva una pubblicità di un sexy shop,"Alleluia! Ci sei! Ce ne hai messo di tempo per finire la telefonata!" disse Veronica in tono affettuoso ripiegando la tovaglia "Chi era, la tua spasimante segreta?" chiese invece Michelle in tono di scherno "Non sono affari tuoi!" rispose secco Jack "Credete che col mio bikini qualcuno mi guardi?" chiese Arianna irrompendo sul pianerottolo, il suo eccessivo profumo fu la prima cosa che tutti notarono, ed anche Michelle si tenne a distanza con lo sguardo impenetrabile."Andiamo, sei vestita?" chiese Vanessa annoiata "Usciamo adesso?" chiese Gordon con voce nasale  tenendosi il naso fra il pollice e l'indice "Ma abbiamo appena mangiato!" protestò Veronica "E allora? Prenderemo il sole no?" gracchiò brusca Michelle "Come sei antiquata sembri la mia bisnonna" disse Arianna in tono lamentoso, Michelle alle sue spalle ridacchiò. "Arcaica è l'aggettivo" esclamò con voce stridula, per evitare l'arrivo di un ennesimo litigio Gordon decise di chiamare un taxi, ma si ricordò che laggiù i taxi non arrivavano, e la zona di Cesenatico era irraggiungibile, perlomeno lì …. Rimasero così sul ciglio della strada ad aspettare un passante che potesse dar loro un passaggio, ebbero fortuna, un vecchio signore su un carretto trainato da una mula percorreva la strada polverosa, caricò i sette ragazzi con sé, ma non appena Sandra riferì al vecchio chi fossero loro, questi in tutta fretta li fece scendere e ripartì di gran carriera, lanciando urla disumane mentre frustava a più non posso la mula.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 8

OMBRE ,GELO, ALI SCURE

 

Il caldo pomeriggio d'estate aveva affollato la città che si era ormai concentrata sulla spiaggia, i chioschi erano stracolmi  di gente di tutte le stazze, razze e colori.  Il mare era calmo con poco vento e sulla superficie dell'acqua era possibile notare una sottilissima scia di vapore. "Bene, sistemiamoci qui" disse Arianna gettando la sua borsa su uno sdraio. Jack e Gordon la fissarono disgustati "Cosa sono quelle facce? Avete da discutere pure qui?" esclamò stridula. "Arianna cara, perché non ce ne andiamo a prendere due bei ghiaccioli al cedro?" propose Michelle ruffiana "Al cedro? Ma non fanno schifo?" domandò l'amica aggrottando le sopracciglia in maniera molto all'antica "No, sono buonissimi, vieni te li faccio assaggiare!" disse Michelle e la prese per mano e insieme trotterellarono sulla sabbia "Per me un gelato al fiordilatte!" esclamò Sandra "Per me una granita all'amarena!" esclamò Vanessa "Io una coca cola, anche per Gord!" disse Jack "Ma dove siamo al ristorante? Ve li prendete da soli!" sbraitò Arianna stizzita "Essere cortesi, è sempre una cosa gentile" disse Veronica "Parli tu che di gentilezza sei la numero uno!" rispose Arianna con odio "Ma cosa ho detto?" si chiese Veronica non appena le due amiche si furono voltate "C'è qualcosa di strano in loro. Sono diventate più aggressive....qui gatta ci cova" pensò. "Telefono a Gab" disse Jack estraendo il suo telefonino dalla tasca, compose il numero e rimase in attesa, dopo qualche minuto mormorò "Strano davvero…, ci deve essere poco campo laggiù. Ma se sta vicino alle coste allora…" disse "Gab non si fa attendere così tanto, telefona subito, o almeno si fa sentire." Disse Vanessa. "Qualcosa non mi torna, Henry mi parla strano riguardo a Gabriella, e lei non si fa sentire, ho chiamato a casa e nessuno risponde...." disse Jack "Saranno andati fuori città" disse Gordon "Lo so, ma ho un brutto presentimento, sento che qualcosa non va" "I tuoi soliti ragionamenti sciocchi" disse Veronica "Vuoi sempre tenerci sull'orlo" disse Sandra.  "E se magari Jack avesse ragione? Se fossero i commenti di Veronica sbagliati?!" domandò Arianna "Jack, io ti sono vicina, se Veronica è insensibile non devo interessarmene" disse Michelle "Bravi pecoroni!" li derise Veronica irritata da quell'aspro commento "Se almeno mi diceste cos'avete contro di me …" "No, cos 'hai tu contro di noi, il perché ti sei messa d'un tratto a comandare!" s'intromise Arianna acida "Parli tu! Proprio quella che voleva venire! Ragazzi se sono qui è anche perché ve la siete voluta! Potevate dire no altrimenti!" ribatté Veronica "Ma come potevamo, avevamo le mani legate" disse Michelle "Non sembravi così poco entusiasta quando hai letto la lettera" disse ironica Veronica, Michelle sbuffò "E alla fine siamo qui, aspettiamo lo zio Albert e fine della storia" continuò "Egoista! Volevi solo per te le vacanze, senza pensare a noi, dovevi ammetterlo che non sapevi da che parte cominciare, se vedevi che le cose andavano male potevamo tornare in dietro! Ma sei come al solito la solita cocciuta, hai tirato avanti portando nella fossa anche noi!" sbraitò Arianna "Egoista! Ci hai ridotto alla miseria, sei una truffatrice!" gridò Michelle furibonda. Veronica tacque incapace di aggiungere altro, poi si voltò a guardare in direzione di un pub sulla strada che era strapieno di gente perché erano arrivati i Tokio Hotel! "Come  credevo, il piano ha funzionato" pensò Gordon malignamente. All'improvviso, la terra sotto i suoi piedi tremò vertiginosamente, il cielo s'oscurò di nubi, il mare s'increspò, "Ma che sta succedendo?" gridò Arianna calcandosi il cappello in testa. Un lampo squarciò il cielo e ci fu un freddo terribile. "Forse uno  tsunami a sud delle isole Eolie, o un surriscaldamento della crosta terrestre" disse Jack, "Che freddo! E' quasi Luglio e si gela!" esclamò Michelle proteggendosi dal vento ruggente "Corriamo dall'altra parte, se ce la facciamo raggiungiamo la strada secondo corrente" disse Sandra e fece per alzarsi ma cadde pesantemente, Veronica vide il suo braccio piegarsi in una strana angolatura, la afferrò per le ascelle e la trascinò verso la riva, col vento che le graffiava il viso. Accadde una cosa stranissima: tutte le persone che erano a prendere il sole caddero una dopo l'altra come birilli, rimanendo a terra immobili. Veronica vide con sorpresa e terrore Bill Kaulitz, il cantante dei Tokio Hotel  correre verso una cabina telefonica e rifugiarsi all'interno, ma quella a causa della tempesta si fracassò in un'esplosione di vetri ferendolo. "Michelle vieni!" urlò Arianna afferrando l'amica per un braccio e correndo verso la sporgenza al limite della strada, il mare era mosso. Vanessa raccolse quella poca roba che non era volata via e aiutò Veronica a trascinare Sandra sulla riva opposta. I corpi delle persone sulla spiaggia ondeggiavano minacciando di volare via col vento. "Cadono tutti a terra!" esclamò Jack, un pò divertito e un pò spaventato. Arianna e Michelle raggiunsero una cabina e vi si chiusero dentro, Vanessa, Veronica e Sandra si chiusero alle spalle le porte del chiosco. "Madonna santa!" esclamò Vanessa "Il diluvio universale, per poco non volavamo via anche noi!" disse Veronica "Che vento!" disse Sandra  "Credo che il tuo braccio sia rotto" disse lentamente Vanessa "Anche secondo me, sei caduta bene…." disse Veronica "Ironizza pure" disse Sandra in tono dolente, lanciando all'amica uno sguardo truce. "Adesso calmiamoci" disse Vanessa pulendosi via la sabbia dai capelli, "Voglio vedere dove sono quelle.." ma all'improvviso le porte si spalancarono e un turbinio di sabbia, vento e sassi le investirono, Veronica urlò. La tempesta infuriava ancor di più, il freddo pungente rendeva i movimenti ancora più faticosi, ogni cosa sembrava non muoversi più, persino le persone giacenti a terra apparivano stecchite, "Riparati sotto quel tavolo!" urlò Vanessa a Veronica mentre con una mano reggeva Sandra e con l'altra un'anziana signora tramortita, una gelata improvvisa penetrò all'interno della baracchina travolgendo ogni cosa, rompendo qualsiasi oggetto  che gli si posava davanti. Sandra si trascinò fino alla porta in frantumi, si voltò per cercare le altre, ma un'ondata di gelo la costrinse ad abbassarsi, Veronica si stava riparando dietro ad un grande vaso di ceramica, presa da un'illuminazione s'avventò su di un tavolo e lo rovesciò con le gambe rivolte a sé, prese per mano Vanessa. "Vai a cercare Arianna e Michelle, devono essere in quella cabina blu, e portale al bagno dei surfisti, lì non c'è molto vento, io arrivo" "Ma non sarà rischioso?" domandò Vanessa preoccupatissima, l'amica scosse la testa, il rumore del vento sembrava impercettibile, la parte piana del tavolo fungeva da scudo dal vento. "Sandra dov'è?" chiese Veronica "Credo sia..." disse Vanessa, non fu in grado di concludere la frase perché d'un tratto un potentissimo urto del vento, poco meno forte d'un uragano, si schiantò sul tavolo  spezzandolo in due e mandando le due ragazze a cozzare contro la parete a qualche metro più in là. "Dobbiamo andare controvento!" urlò Veronica sovrastando l'ululato  furioso, e a gattoni avanzò lentamente, i capelli scompigliati, intravide Sandra riparata dietro ad una colonna, la cabina in cui erano rifugiate Arianna Michelle si rovesciò all'indietro e poi si sollevò di almeno sei metri roteando ed andandosi a fendere contro un lampione. Veronica fissò Sandra terrorizzata, per un nanosecondo, finché qualcosa non s'illuminò nelle loro teste, si presero per mano e, col vento alle spalle corsero a tutta velocità, (Vanessa alle loro spalle) sulla riva opposta, raggiunto il marciapiede si lanciarono nuovamente in una folle corsa verso il paraurti di un'automobile parcheggiata, vi si saldarono fortemente pregando perché quella tempesta finisse, passarono interminabili secondi, intanto stava cominciando a piovere, ma non era un acquazzone normale, qualunque cosa toccava l’acqua s’inzuppava, si spappolava e si scioglieva, gli abiti dei sette ragazzi erano trasparenti dalla gran acqua che avevano ricevuto. All'improvviso, parevano passati anni, e come era venuta la tempesta, se ne andò con un risucchio assordante e un fremito. I sette ragazzi rimasero ansanti sull'auto. Gordon alzò lo sguardo ansimando. Veronica si voltò e così fece anche Sandra, erano tutti incapaci di pronunciare alcuna parola perché erano sconvolti, poi, lentamente Arianna si mise a sedere sul cofano dell'auto,  sulla guancia destra si era aperta una lunga ferita che sanguinava copiosamente, anche Michelle si guardò intorno poi aprì la bocca per dire qualcosa, ma non produsse alcun suono, e subito delle lacrime cominciarono a rigarle il viso, abbracciò Arianna e rimasero immobili a singhiozzare, anche Gordon scoppiò in lacrime, ed anche Sandra, piangevano più per lo spavento appena subito che per il dolore causato dalle ferite riportate. "Dove andremo ora?" singhiozzò Michelle "Credo che almeno la nostra casa sia al sicuro, sempre se avremo un tetto sotto cui ripararci" disse Veronica. Con passo malfermo avanzarono sulla strada: dappertutto sabbia, fogli di giornale, carta, vetri e persino vestiti  che erano rimasti, i Tokio Hotel, spaventati e feriti salirono velocissimi su un taxi che passava di lì. L'unica cosa rimasta della tempesta era il freddo pungente "V..voglio recuperare....la ...m...mia roba" singhiozzò Arianna "Ma cosa fai, non sarà rimasto più nulla" disse Veronica voltandosi "Non me ne.....importa, voglio andare lo stesso" disse Arianna incamminandosi verso ilo lido "Vieni qui Ari, ti farai male, sei tutta ferita,non è il caso" disse Gordon "Ho detto che voglio controllare!" strillò Arianna rauca, ormai non aveva nemmeno la forza di urlare, s'appoggiò ad un palo e vi rimase appoggiata, con la mano tremante sul viso e i nervi visibili sulla pelle cadaverica. "Disgrazia, disgrazia" sussurrava, Vanessa le cinse le spalle con il braccio, ma Ari si scostò sussurrando fra i singhiozzi e fremiti "Non mi serve aiuto, posso camminare da sola! Tutto questo è inspiegabile, ho freddo e voglio la mia coperta" si voltò con passo lento, ancora scossa da fremiti e si chinò ogni tanto a raccogliere oggetti, biro, cappellini o fogli, che rigettava nella sabbia.  Sul marciapiede s'era fermata ora, parecchia gente che guardava la scena tra mormorii, qualche minuto dopo arrivò vicino al lido una vettura della polizia, scesero un uomo e una donna in divisa celeste e s'avvicinarono a Jack, "Chi è il responsabile?" domandò l'uomo, che dimostrava sulla quarantina, la donna non poteva dimostrare più che trent'anni, il ragazzo lo guardò poi spiegò in poche parole l'accaduto, fu una cosa molto difficile perché i due poliziotti facevano le stesse domande in maniera fastidiosa, la domanda più frequente che facevano era "Avete notato soggetti strani? O oggetti di tipo particolare?" e segnavano tutto sui loro blocchetti. "Glielo ripeto, non sappiamo né il perché né il cosa sia successo, sappiamo solo che ad un certo punto si è alzato un forte vento, il mare era mosso e c'era un gran freddo" spiegò Vanessa per l'ennesima volta, cominciava stufarsi pure lei, "Poi all'improvviso  la gente ha cominciato a cadere per terra, sembrava che fossero stati colpiti da qualcosa, non si sono più rialzati" aggiunse Sandra "Bene, io vado ad ispezionare, mentre credo che tu abbia bisogno di un dottore" disse la donna  rivolta ad Arianna "No … ehm … sto bene" disse la ragazza strofinandosi la fronte "Il tuo braccio si è rotto" disse l'uomo a Sandra "Ho pensato che forse le persone vanno portate in ospedale, e fatte delle analisi! Sono cadute senza motivo avete detto?" "Si, e tu ragazza, vieni con me che telefono ai tuoi genitori" disse la donna a Sandra mettendole una mano dietro alle spalle "Io, sto bene, davvero......e....il braccio me lo guarisco da sola" disse Sandra "Non è solo il tuo braccio da guarire, sei piena di ferite e anche la tua amica coi capelli biondi dovrebbe farsi visitare, dove abitate?" chiese di nuovo la poliziotta "Siamo di Pievepelago, e siamo venuti qui per passare l'estate" spiegò Veronica "I vostri genitori possono essere contattati?" chiese la donna, Veronica capì di essersi trovata in un grande guaio, se avesse riferito la loro situazione ai due poliziotti, sua madre sarebbe stata mandata in galera assieme ai genitori degli altri. "Sono andati al lavoro presto e...." "Siamo ospiti di un nostro zio" disse Vanessa, Veronica le pestò un piede: come poteva dare la testimonianza che lo zio Albert Pondrelli esistesse, se fosse stato veramente con la fedina penale sporca, i ragazzi si sarebbero trovati in grave pericolo ed avrebbero dovuto inventare un'altra scusa (che non c’era), lo sapevano tutti che ad una persona che è stata in galera non possono venire affidati dei minorenni, almeno che questi non abbiano compiuto i diciott'anni! "Come ti chiami?" chiese l'uomo a Veronica "Veronica" rispose la ragazza "E poi?" "Siamo in sette: Veronica Smith, Vanessa De la Rose, Gordon Cevolani, Jack Toll, Arianna Lulàs, Michelle Estrempo  e Sandra Cantonese" disse Veronica tutto d'un fiato. Il poliziotto scriveva ogni frase, Veronica pensò che forse lo stesse facendo apposta "Sette ragazzini......nomi.....età?" "Quattordici anni,tutti" rispose Vanessa "L'avvenuto quando è accaduto?" ( in un momento più propizio saremmo caduti in risate),domandò di nuovo il poliziotto  "Poco fa" disse Jack "Ma a che orario?" "Almeno un'ora fa". "Potete ripetermi i vostri nomi per piacere, e anche l'avvenimento?" domandò l'uomo, Veronica sospirò e ripeté tutto quanto "Bene, allora quel che ho sentito non era quello che credevo" concluse tranquillamente il poliziotto posando la penna e guardando per la prima volta Veronica negli occhi. "Cosa vuole dire?" chiese Arianna "Che non è successo niente, non preoccupatevi" aggiunse di nuovo guardandoli con un sorrisetto che fece saltare i nervi a Veronica, "E quindi secondo lei, il fatto che per un pelo non siamo morti non lo considera affatto" disse Vanessa "Il succo è più o meno quello, soltanto il fatto di questo strano vento e dei feriti. Indagheremo di più, scusate ma il lavoro chiama" e detto questo raggiunse la vettura, "Sicura che non vuoi venire con noi, il braccio rotto va guardato, da sola non ce la faresti" disse la donna a Sandra che scosse la testa "Ma scherzi? Sanno benissimo cavarsela da soli, vero ragazzi? Guardali, sono tutti in piedi, sono scappati tutti assieme ad un forte ventaccio, che cariiiniii!" e con un sorriso idiota il poliziotto mise in moto l'auto e ripartì. "Pensate anche voi quello che penso io?" chiese Veronica "Non mi meraviglio che oggi come oggi ci siano un sacco di casi irrisolti" disse Sandra. "Faremo meglio a chiamare un taxi, più ce ne andiamo e meglio sarà" disse Michelle, s'incamminarono verso la stazione dei taxi, "Se è così allora meglio che torniamo a casa" disse Jack, "No, resteremo qui ad aspettare lo zio, sento che in qualche maniera arriverà" disse Veronica, fece un lungo fischio a un taxi di passaggio che frenò con uno stridio di gomme, qualche ora dopo, alle cinque di pomeriggio Veronica uscì sul giardino per inspirare aria fresca, la disavventura alla spiaggia l'aveva ancora scossa, ma si rilassò quando vide Arianna e Michelle chine per terra a strappare quelle che sembravano erbacce "Vi state dando al giardinaggio? Avete voglia anche voi di pulizie estive, non vi fanno mica male sapete, un pò di lavoro... Di questo passo potrete aprire una giardineria!" commentò con sarcasmo "Stai zitta, stiamo solo cercando di rendere questo postaccio un luogo almeno un pò presentabile!" gracchiò Arianna "Ce la facciamo benissimo da sole, se non ti dispiace gradirei non averti fra i piedi, ci rallenti il lavoro" aggiunse Michelle continuando a strappare dal terreno arso ciuffi di erba secca, Veronica ridacchiò e rientrò in casa, non appena se ne fu andata ,Arianna prese Michelle per un braccio "Ascolta, ho in mente un piano bellissimo per scappare da qui" "Scappare? Intendi dire uscire da qui? Evadere?" chiese eccitata l'amica "Si, non credo che restare qui serva a molto, con Veronica ai comandi....credo che un posto migliore stia aspettando di riceverci" continuò Arianna, Michelle la guardò ed entrambe sorrisero malignamente "Il piano è molto semplice" aggiunse e in brevi versi tutto fu in azione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 9

ARIANNA TENTA LA FUGA  

           

Quella sera a cena ci fu uno strano silenzio, tutti mangiavano lentamente col capo abbassato. Sandra non era andata all'ospedale ma Vanessa, che aveva fatto corsi da crocerossina, le aveva fasciato il braccio con una solita benda foderata in modo da evitare il peggio aggiungendo anche una stecca di legno, Michelle ed Arianna erano apparentemente silenziose, fremevano in verità che arrivassero le dieci, che ormai tutti erano a letto, per sgattaiolare via e mettere in atto il loro piano. "Oggi è stata una giornata piuttosto stressante" disse Gordon "In cui sono successi avvenimenti a dir poco terribili..." disse Veronica "E questo è solo l'inizio..." disse Jack "Quindi ringraziamo Dio che non ci capitino altre sfortune" disse ancora Gordon congiungendo le mani e meditando in un'ironica preghiera "Fai pena" disse Arianna in tono asciutto tagliando la sua cipolla e storcendo il naso adunco in un espressione di ribrezzo; come se il ragazzo fosse stato uno schifosissimo ragno da schiacciare "Lo sappiamo tutti che non sai pregare!" lo schernì Michelle sorridendo con antipatia "E che non ti piace andare in chiesa" aggiunse Arianna  "E anche che ci andavi a cinque anni solo perché la tua mammina ti faceva guardare gli angioletti" disse Michelle con voce infantile, Gordon abbassò lo sguardo arrossendo, "Questa sera doveva arrivare mio nonno dall'America" disse "Ma che strano, i nostri genitori non si sono degnati di telefonarci!" commentò Arianna "Chissà chissà perché!" aggiunse Michelle ironica alzando il sopracciglio sinistro "A quel che appare, siamo così importanti per loro che per non ripetercelo ci fanno partire da soli!" esclamò Arianna con fare osceno "Avranno riservato le sgridate per dopo..." disse Vanessa "Si, come se ce ne importasse, io me ne vado a letto" disse Arianna alzandosi, mulinò i lunghi capelli in un gesto melodrammatico e camminò sulle punte come una ballerina e sparì. "Certe volte Arianna non la comprendo proprio" borbottò Michelle, "Io vado a lavarmi, se non mi tolgo di dosso questa sensazione....." disse Sandra e uscì dalla cucina tossicchiando "Forse è meglio che mi avvii pure io" disse Veronica concludendo con uno sbadiglio, Gordon e Jack aiutarono Vanessa a sparecchiare poi si sedettero tutti e tre davanti alla televisione che trasmetteva “TOCCA  A TE!!” un quiz televisivo. Finirono per andare a letto alle undici e mezza. "Ancora qualche minuto, aspetta che dormano. Deve arrivare mezzanotte" disse Arianna a Michelle, sotto le coperte, avevano indossato degli stivali estivi, jeans e top. Passarono parecchi minuti prima che la mezzanotte arrivasse, quando finalmente arrivò, il telefonino di Arianna vibrò vigorosamente. "Allora, ho preparato la corda per calarci, e i mattoni della casa sono a nostro favore: alcuni infatti sporgono e possono  servire per aggrapparsi, ed altri sono abbastanza fragili, con un poco di forza riusciremo a staccane via per  calarci, ho con me la torcia. Gli stivali servono per non graffiarsi i polpacci e in alcuni angoli ci sono piantati chiodi arrugginiti, bene, adesso vieni" disse Arianna, s'alzò dal letto e si avvicinò alla finestra, l'aprì legando con l'aiuto di Michelle la manopola al muro, le fece segno si starle dietro, si mise lo zaino in spalla , arrivata all'estremità  prese la corda alla quale aveva fatto in anello che si sarebbe agganciato ad un chiodo in fondo al muro, si voltò per calarsi, Michelle le passò la torcia, facendo bene attenzione a dove metteva i piedi scese lentamente all'indietro; non avendo cinturoni da montagna, la discesa era molto difficile, e se si provava a scorrere si rischiava di sbucciarsi i palmi delle mani. Anche lei cominciò a sedersi sulla sporgenza aspettò che l'amica fosse a qualche metro di distanza per poi scendere, in un primo momento scivolò pericolosamente verso il basso, Arianna sotto di lei sibilò, erano quasi arrivate all'ultimo piano quando un'ombra apparve proprio sotto ad Arianna, la ragazzina era ignara del pericolo e perciò non se ne accorse e continuò a scendere. All'improvviso dal basso provenne un sordo latrato, Arianna sussultò, Michelle socchiuse gli occhi e disse "C'è qualcuno laggiù" abbassarono entrambe lo sguardo verso il buio, Arianna puntò la torcia contro la figura che emise un brontolio sguaiato spaventando le due amiche "Cos'è?" sussurrò Michelle "Non lo so, non ho visto bene, mi è sembrato  che fosse un gatto, un gatto molto grosso" rispose Arianna e continuò a scendere, Michelle rimase terrorizzata a fissare il basso, e lo fu ancor più quando, sotto di lei Arianna emise un grido acuto e per poco non cadde dalla sporgenza che le separava dal piano terra, anche Michelle urlò e si voltò a guardare l'amica che ora si dondolava a sei metri dal terreno, la torcia cadde e s'infranse con un rumore secco, Michelle tirò la corda verso la finestra, ma  il peso di Arianna la costrinse ad abbassarsi, l'amica continuava ad agitarsi, Michelle era appesa sopra, ma il laccio di corda  che aveva fatto Arianna si sciolse e le due ragazze precipitarono nel buio! La prima cosa che pensò Michelle fu "Sto morendo, mi si è spezzato l'osso del collo, addio..." ma invece l'osso non si ruppe, si rialzò a sedere sull'erba secca e umida, si tastò il corpo alla ricerca di qualche frattura, poi si ricordò di Arianna e a tentoni toccò il suo braccio, "Ma cosa è successo?" chiese, ma Arianna sembrava non sentirla, l'amica le prese il capo fra le mani e le chiamò sussurrando, emise qualche segno di vita, Michelle tirò un sospiro di sollievo. Arianna tossicchiò e si mise a sedere, attorno non si vedeva nulla, solo il vento che aveva cominciato a muoversi. "Siamo cadute?" chiese "Si" fu la risposta "Qualcosa deve avermi morso alla caviglia, mi fa un male....e non so se riuscirò a muovermi" disse, poi si mise in ascolto perché dall'alto provennero dei rumori, la luce della loro stanza s'accese e la figurina di Vanessa s'affacciò al cornicione della finestra e disse con voce flebile per il sonno "Ma che ci fate voi due li?". Una volta in casa le due ragazze cercarono ogni modo per non fare sapere dell'accaduto, ma le loro urla si erano ben udite e le due amiche non passarono inosservate, "Chi urlava così forte?" domandò Jack sbadigliando non appena arrivò in soggiorno "Abbiamo sentito degli urli, credevamo si trattasse di spiriti particolarmente violenti" disse Sandra, Michelle abbassò il capo "Come mai vi trovavate fuori? E stranamente in giardino?" proseguì Vanessa, Arianna sospirò chiudendo gli occhi "Che domanda, volevano sicuramente concludere il loro lavoro, sai cugina le nostre due amiche si danno al giardinaggio, oggi pomeriggio le ho trovate a pulire il cortile,  infatti come dicevo …. se andate avanti di questo passo potrete aprire una giardineria!" commentò Veronica "Stai diventando piuttosto irritante con queste battute!" l'avvertì Arianna, poi si rivolse agli altri "Quello che volevamo fare non vi riguarda, facevamo solo quattro passi, siamo sonnambule" e si voltò per andarsene in camera ma Jack disse "Ma perché indossi gli stivali? Mica si dorme con gli stivali a letto!", Arianna si voltò "Hai la gamba ferita" le fece notare Vanessa, solo allora Arianna s'accorse di quanto atroce fosse il dolore "Sono inciampata su una pianta" s'affrettò ad aggiungere "Devi stare attenta" disse Vanessa "Ed è pure profonda. Ti verrà un'infezione se non va curata" disse Sandra, la ferita infatti sanguinava copiosamente, e quando la ragazzina si tolse lo stivale, mostrò quattro brutti e profondi fori. Sandra rabbrividì risucchiando l’aria  "Qui bisogna fare qualcosa" disse Veronica "Ma cosa facevate in piedi?" chiese  "Parlavamo di te!" esclamò Michelle, che sembrava avere ripreso la sua solita arroganza "Ah si? E cosa dicevate?" l'incalzò "Che sei una brutta sporca, schifosa, arrogante bugiarda!" fu la risposta "Ehi! Vacci piano, non hai il diritto di accusare mia cugina!" strillò Vanessa "Non ti permettere mai più di parlare così di Veronica, sarà l'ultima parola che dirai!" l'avvertì. "Io me ne vado a letto" disse Arianna e s'alzò a fatica puntellandosi sulla gamba sana "Sei ferita, sporcherai tutte le lenzuola" disse Jack "Non mi è successo nulla, sono caduta, ok? Ora la disinfetto e domani starà bene!" gli rispose, ma persino lei era preoccupata, la ferita sarebbe stata molto difficile da rimarginare, e se  ci fossero voluti mesi? O magari anni? la ferita ,non  sarebbe mai più guarita?  Avrebbe potuto andare in cancrena  e che fare,  vivere senza un arto? "Più giorni passano e più ne combinano" disse Veronica quando furono salite di sopra "Avete visto che ferita? " chiese Jack "Non può essere caduta, quei segni non possono essere graffi, sarebbero molto più leggeri" disse Sandra "Secondo voi cosa può esserle successo?" domandò Jack "Non ne ho la più pallida idea, ma so che anche lei ha capito di trovarsi in una grave situazione. Può morire così…." disse Veronica "Ma perché non la curiamo? Sarebbe meglio aiutarla!" esclamò Vanessa "Vai tu" disse Sandra "Ci pensa Michelle, ha preso delle garze" disse Jack "Domani torniamo a casa?" propose  "Meglio di si, in questo posto più restiamo e più stiamo male" disse Vanessa stiracchiandosi. "Torniamo a letto?" chiese Sandra "Io esco un attimo" disse Vanessa ,"Hai intenzione di procurarti un'altra ferita anche tu?" la schernì Jack "No, volevo vedere......", dopo qualche minuto rientrò, in mano teneva la corda e lampada e lo zainetto, "Ho trovato questi fuori" disse "Abbiamo un indizio in più" disse Jack "il caso  ci fa pensar che non fossero uscite solo per quattro chiacchiere" disse Sandra "Da quel che vedo sembrava volessero prendere qualcosa" disse Vanessa "Infatti è così, nello zainetto ci sono i biglietti per  il treno!" disse Veronica estraendo dalla tasca anteriore i due biglietti "Volevano scappare, andarsene e lasciarci qui!" esclamò esterrefatta Sandra "Mai e poi mai mi sarei aspettata una cosa del genere da Michelle" disse Veronica in tono lugubre, ma all'improvviso uno strano latrato interruppe i loro pensieri. Rimasero in silenzio ad ascoltare, il latrato si ripeté lentamente e più volte, anche Michelle ed Arianna dovevano essersi fermate. D'un tratto tutte le luci si spensero con un botto e il divano su cui erano seduti i ragazzi schizzò all'indietro e frenando così forte da mandarli a faccia in giù per terra. Dai piani superiori s'udì l'urlo di Michelle, poi un rumore di legno spezzato e qualcosa che si rompeva, di sotto Jack, Vanessa , Sandra e Veronica s'alzarono a fatica e salirono le scale, raggiunsero il secondo piano, ma furono malamente scaraventati all'indietro da qualcosa di invisibile che li mandò a cozzare contro il muro con un tonfo, Arianna, nella sua stanza s'alzò in silenzio ed uscì a tentoni, ma qualcosa alla sua destra catturò l'attenzione, come se qualcuno di molto lontano la stesse chiamando, si voltò ma la figura era sparita, un bagliore argenteo la costrinse ad avanzare nel buio, ben presto s'accorse di avere raggiunto il terzo piano! Percepì un movimento proveniente dalla soffitta, un po’ esitante aprì la porta. "Ma è la persona più sgradevole che speravo di incontrare!" gracchiò una voce proveniente da chissà quale parte, una figura luminosa trapassò la parete e le si piazzò davanti, Arianna la studiò attentamente e dopo qualche minuto capì come mai Jack era così ansioso di ritornare a casa … come mai tutte quelle telefonate erano senza risposta, e perché Henry gli aveva parlato così stranamente, "Gabriella…?" sussurrò

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 10

SETTE RAGAZZI NELLA CASA DELL'ORRORE

       

 Il pallido viso della ragazza si tramutò in una smorfia maligna, "Sei...sei..." "Un pò morta?" la schernì Gabriella in tono lamentoso "Sei un fantasma?" le chiese Arianna "Già, strano quello che può fare la natura vero?" disse la ragazza fluttuando pigramente "Ma cosa ti sei fatta, non può…." disse Arianna esterrefatta "Non mi sono fatta nulla, sono morta d'amore" rispose quella "Quando ho scoperto che Henry non aveva rispettato il patto, non volevo affatto che  Jack se ne andasse con te, così ho raggiunto Hen e ho provato a convincerlo che tutto questo non serviva a niente, ma non mi ha ascoltato, e io, quando ho scoperto che eravate qui non ce l'ho fatta e allora...." e si guardò "Ma perché?" chiese Arianna "Non lo so, sono forse pazza, sì è vero, ma se tu non ti fossi intromessa questo l'avrei evitato" disse Gabriella, poi guardò Arianna e sussurrò "Questo Jack lo sa?", Arianna scosse la testa "Ho sempre pensato che ci andavi male. Jack non l' ho mai voluto" disse "Invece si. Ti eri ingelosita e ne hai approfittato solo perché è il migliore amico di Henry!" esclamò Gab "Era in ospedale, tu non c'eri e così sono passata a salutarlo, sì è trattato solo di un veloce bacio" si giustificò Ari "Non è vero, l' hai fatto apposta, sapevi che non lo volevo, e hai continuato così per anni, sperando sempre di trovare una scusa che ti permetteva di stare da sola con Jack!" sbraitò  con rabbia la ragazza" Così ti ho fatto capire cos'era veramente il dolore, peccato.....una persona innocente, ma molto utile" "Che stai dicendo?" chiese Arianna "Hanno rapito Mrs. K, la uccideranno" disse Gabriella, Arianna la fissò: era persino arrivata a sacrificare le persone pur di vendicarsi, non glielo poteva permettere; sacrificare una persona innocente? "Maledetta, tu! Dove l' hai mandata?" urlò, ma alla sua sinistra provennero dei rumori, e dal buio pesto emerse una ragazza, Mrs. K, appena vide Arianna esclamò "Arianna! Ti avevo cercato dappertutto, ero passata qui per vedere se c'eravate, ma quando sono venuta...." ed accennò a Gabriella, stava per aggiungere altro quando da sotto provennero delle urla, "Oh no!" urlò Arianna e si voltò per uscire, ignorando il tremendo dolore alla caviglia volò giù per le scale, ma inciampò e cadde lunga distesa.  Sandra si trovava in giardino, era uscita perché anche lei voleva capire per quale motivo Arianna e Michelle erano volute scappare, si fermò sotto la finestra della loro stanza, la luce era ancora accesa, arretrò d'un passo, ma inciampò in una radice e cadde all'indietro picchiando la testa su un arbusto, si alzò a sedere massaggiandosi la nuca e fece per alzarsi, ma qualcosa di duro la costrinse a cadere seduta.Si tastò il ginocchio e trasalì: qualcosa serpeggiava su per il polpaccio, le si arrotolava attorno ai muscoli e ben presto si ritrovò le gambe strette da corde provenienti da chissà dove, chiamò aiuto ma non ricevette alcun soccorso, s'afferrò il polpaccio e s'accorse che era stretto in una grossa radice, tirò con tutte le sue forze ma non riuscì a liberarsi, avvertì qualcosa sotto il sedere e qualcosa di duro le serpeggiò sulla schiena. Soffocò un urlo quando un cappio stretto le si strinse attorno alla gola tirandole la testa all'indietro, s'accorse ben presto di essere legata da delle radici che lentamente la tiravano a terra, cercò di dimenarsi ma ogni sforzo era inutile, anzi più si agitava più le radici si arrotolavano, il cielo sopra di lei esplose nell'oscurità, le stelle s'oscurarono sempre più, man mano che le radici le stringevano la gola e la trascinavano sempre più in basso! Sandra raccolse tutte le sue forze e allargò le gambe nel tentativo che le radici si spezzassero, aprì gli occhi e si rese conto di avere la bocca asciutta e il respiro affannoso che lentamente diminuiva "Sto morendo" pensò. Arianna  raggiunse il primo piano  buio, trovò Michelle  che fissava il vuoto con terrore "Michie, cos' hai?" domandò Arianna "Ari, ma cosa sta succedendo? Fa freddo e.." disse la ragazza "Dove sono tutti?" chiese Michelle "La porta è bloccata" sussurrò Michelle, d'un tratto fu come se una gigantesca calamita la stesse tirando dal basso, improvvisamente scivolò all'indietro a velocità incredibile verso le scale, raggiunto il pianerottolo rimase stesa per terra mentre una scia di sangue scuro rimaneva dietro di sé, s'alzò barcollando ed andò verso una poltrona, ma quella fece un scatto e si rovesciò, alle spalle di Michelle un armadio spalancò le ante di botto e la ragazza ci cadde dentro a ruzzoloni, le porte si chiusero di scatto con un rumore metallico. "Aiuto!" strillò Michelle dall'interno picchiando contro il solido legno che non cedette, il guardaroba scivolò all'indietro andando a sbattere contro la parete opposta. Michelle picchiò la schiena contro il legno e svenne. Veronica si muoveva in silenzio, Gordon era dietro di lei, si muovevano a tentoni nel buio perché tutte le luci erano saltate, "Ma dove saranno finiti tutti?" domandò Veronica "E che ne so? D'un tratto c'è stata un'esplosione e mi sono svegliato" disse Gordon "Bene, adesso cerchiamo Vanessa" disse Veronica e continuò a camminare, nel buio la sua mano si strinse attorno a qualcosa, aprì lentamente una porta e con la mano cercò l'interruttore. "Niente interruttore vabbé" disse "Almeno vai avanti" le disse Gordon, che in un certo senso odiava restare appiccicato a una ragazza, soprattutto in una situazione come quella, avanzarono di qualche passo, Gordon stava per aggiungere che se ne voleva uscire quando Veronica urlò, il ragazzo si sentì improvvisamente leggero, come sospeso nel cielo e poi d'un tratto i suoi piedi toccarono un solido pavimento e le sue ginocchia nodose si piegarono. Ruzzolarono, Veronica s'alzò di scatto "Dove siamo?" urlò "Non lo so, devo essere caduto da qualche scala" disse il ragazzo "Cerchiamo almeno di uscire da qui!" disse la ragazza terrorizzata, mise le mani avanti e toccò una superficie fredda di piastrelle "Dove siamo" pensò "Non lo so, forse in un corridoio" disse Gord, Veronica lanciò un'imprecazione "Stai calma, adesso ce la faremo...ma cos'è questo odore?" “Hai paura?” chiese il ragazzo “Di che?” domandò la ragazza “Di morire, intendo …” ci fu qualche minuto di silenzio, poi “No, è solo che ora c’è un freddo che mi sta venendo sulla testa, ma cos’è?” “Ma ..”  Veronica aveva riconosciuto l’aria fredda prima ancora che Gordon l'avesse domandato: quello era sicuramente il fresco dell'acqua, doveva essere almeno quanto una cascata, sentì sopra la testa la freschezza dell'onda che le si schiantava, arretrò di almeno un metro per evitare che quel diluvio si abbattesse sulle loro teste "Gordon stai...", ma la parola "attento" le rimase nella gola, un gelido manto liquido la investì mozzandole il fiato, non ebbe nemmeno la forza per urlare, il gelo l'aveva immobilizzata dallo shock. Avvertì che l'acqua saliva di parecchi metri, agitò i piedi per sollevarsi, dalla durata capì che dovevano trovarsi a non meno di otto o nove metri di profondità. Non appena emerse cercò qualcosa a cui aggrapparsi, non sentì nulla, l'acqua era tempestosa e la stava facendo ruotare verso il basso, agitò le braccia ma la forza impetuosa era più forte. "Gordon!" chiamò "Aiuto! Aiutooo! AIUUUTOOOO!!!" urlò il ragazzo a pieni polmoni, non riuscivano nemmeno a percepirsi l'un l'altra tanto era forte lo scroscio dell'acqua impetuosa, nuotavano entrambi molto bene ma la forza delle onde li stava travolgendo, Gordon fu il primo a trovare la sponda, ma ben presto un'altra ondata lo sommerse mandandolo a schiantarsi contro la sponda alle sue spalle dove  vi si fracassò la testa, Veronica continuava a nuotare, scivolava verso le onde, la sua mano sottile percepì qualcosa di rigido, vi conficcò le dita e si sollevò, capì che aveva raggiunto la sponda. Rabbrividì appena fuori dall'acqua, corse sul pavimento bagnato, raggiunse la porta e vi si accasciò ansimando ripetutamente. Prima che potesse riprendersi un'onda alta venti metri le calò sulla testa, fece una capriola all'indietro e si ritrovò nell'acqua di nuovo, si spinse in alto, l'acqua gelida che le penetrava nei polmoni, le forze la stavano abbandonando, mosse i piedi più che poté, non riuscì a sentire nulla, le sue dita stavano velocemente perdendo sensibilità, il pollice e il medio toccarono di nuovo la sponda, con le ultime forze che le restavano risalì dall'acqua, strisciò verso la porta e vi si  addossò mentre un cavallone le si schiantava sulle spalle. Aprì la porta a fatica, le ginocchia cedettero, gemette mentre cadeva lentamente, non aveva neppure le forze per respirare, perse conoscenza nel giro di un secondo. Arianna avanzava lentamente, stava spuntando la luna, chiara e pallida come il volto di Gabriella, risplendeva alta nel cielo ebano. Da una porta affianco a sé fece capolino Jack, il suo viso non era più così gioviale, ora era segnato profondamente dalla paura, Arianna non lo aveva mai visto così spaventato. "Dove sono tutti quanti?" chiese con voce flebile "Non lo so, sono ore che giro, Michelle è sparita, Veronica, Sandra...." disse Arianna roteando le mani con tremore "Ascolta, io...non so ...." "Cosa devi dirmi?" "Io...ecco....ho visto Gabriella" disse Arianna, nonostante il pallido chiarore, gli occhi di Jack si spalancarono a dismisura "Lei è qui?" chiese "Si, sembra strano ma..." "Stai mentendo, lei non è qui, è in Sardegna!" esclamò "No ascolta, è qui, l' ho vista con i miei occhi! C'è anche Mrs. K! E' successa una cosa terribile!" disse Arianna "Cosa ti ha detto?"le chiese il ragazzo "Niente di importante, ma... è lei che..." "Cosa? Spiegati!" ordinò il ragazzo "Jack, ascolta...Gabriella..." disse Arianna, faceva dispiacere anche a lei, non si sarebbe mai aspettata un comportamento del genere "Meglio adesso, almeno lo shock è stato anticipato" pensò la ragazza, fece un lungo respiro e tutto d'un fiato disse "Gabriella è morta". Ci fu un lungo silenzio nel quale sperò di vederlo ridere, dirle che non ci credeva, che era uno scherzo, invece no... rimase a fissarla ammutolito. "Gabriella è morta" sussurrò "Gabriella è morta" ripeté la frase parecchie volte evidenziando sempre di più la parola "morta". Poi si voltò verso Arianna e chiese "Quando?" "Dopo che siamo partiti" rispose Arianna, Jack rimase in silenzio a riflettere, poi si coprì il viso con una mano e fece l'ultima cosa che Arianna potesse aspettarsi: si mise a piangere. "E' colpa mia, è colpa mia" ripeteva, un urlo improvviso li fece voltare, Mrs. K era in bilico su un'asse di legno spezzata, se fosse caduta nel vuoto non ci sarebbe stata più speranza "Dammi la mano!" urlò Jack avvicinandosi alla balaustra davanti alla quale era la ragazza, si sporse per afferrarle la mano, le loro dita a malapena si toccavano "Più vicina!" esclamò il ragazzo "Non ce la faccio!" gemette Mrs. K, si sporse in avanti "Aspettami, vedo se ce la faccio io!" urlò Jack, mettendo le gambe a cavalcioni della balaustra "Così cadrete!" esclamò Arianna, Jack si sporse in avanti, ora poteva quasi farcela, si dondolò avanti e indietro, con la mano afferrò le dita della ragazza e tirò a sé, ci sarebbe riuscito se in quel momento Gabriella non avesse gettato un grosso mattone che spezzò in due l'asta, Mrs. K volò in aria, si saldò alla balaustra, Jack le prese la mano e tirò "Non ci riesco! Mi sudano le mani!" urlò la ragazza, Jack aveva la fronte sudata, la prese per il braccio, e tirò "AAAh! Attento! Mi fai male!" squittì la ragazza, "Rimani li dove..." disse Jack, ma mentre la sollevava, lo stivale della ragazza scivolò su di un gradino, la balausta a cui era appesa ondeggiò e infine si spezzò con un Crak! E la ragazza precipitò giù nel buio! Si udì un tonfo seguito dal rumore di ferro rimosso, probabilmente nella caduta si era infilzata in un chiodo. Arianna guardò esterrefatta il vuoto in cui un attimo prima era sparita la sua amica, Mrs. K era venuta a cercarli, sapeva che erano persone intelligenti e simpatiche, la ragazza che nonostante la cattiveria della gente del paese si era sempre mostrata tollerante e rispettosa nei confronti dei sette ragazzi, e  ora…. non c'era più.... Vanessa li raggiunse, abbracciò Arianna che scoppiò in lacrime "Arianna! Ma che cos' hai amica mia?" le chiese, Arianna scosse la testa "Mrs. K...Mrs. K" singhiozzò la ragazza "Cos'ha?" chiese Vanessa "Mrs. K è...è.. morta" singhiozzò Arianna, anche Vanessa scoppiò in lacrime, rimasero abbracciate “Chi è stato? Chi l’ha uccisa? Oh mio Dio!” pianse Arianna “Stava venendo da noi quando è caduta giù per la balaustra” disse Michelle stridula "Gli altri dove sono?" chiese Jack "Michelle...oh l'avevo scordata!" disse Arianna staccandosi dall'abbraccio, aiutata dal chiarore della luna seguì la scia argentea, chiamò l'amica e risposero solo dei forti colpi "Michelle,stai bene dove sei?" urlò Arianna "Sono dentro all'armadio! Non respiro!" fu la risposta, Arianna cercò a tentoni la direzione da seguire, la sua mano toccò la poltrona che aveva scaraventato Michelle nell'armadio, la poltrona si mosse con uno scossone mandando Arianna per terra, a carponi raggiunse l'armadio e provò le serrature, invano. "Arianna, sto soffocando!" Michelle tirava potenti calci alla serratura, Arianna raccolse una trave arrugginita alla sua sinistra, si alzò in piedi e conficcò la punta sulla superficie dell'armadio, la punta aguzza si infilò nel solido legno, con forza Arianna lo rigirò spezzando in due la trave e mandando in pezzi l'armadio, afferrò Michelle per le braccia e la strinse a sé singhiozzando "Arianna....ho......paura!"sussurrò Michelle tra i singhiozzi "Credevo....di...di..morire...e..dove sono gli altri?" chiese infine "Non lo so, oh Veronica!" e risalì le scale chiamando Veronica a gran voce, "Oh, dov' è?" chiese Michelle, salirono al secondo piano, finché sentirono una vocina flebile "Chi c'è? Vanessa sei tu?", Arianna le si precipitò davanti "Sei tutta bagnata! Disse "C'era dell'acqua, io sono uscita" gracchiò Veronica "Gordon dov'è?" chiese Michelle "Non lo so, io sono uscita, ma lui no, credo che...oddio!" "No, non anche lui!" gemette Arianna "Mrs. K è morta" disse "Era qui? Dove? Perché?" chiese Veronica "Era di sotto, c'era venuta a cercare....anche Gabriella è morta" disse Arianna, aiutò Veronica ad alzarsi "Jack!" urlò Michelle quando vide il ragazzo fermo sul pianerottolo "Non...oh, prima Gabriella...Mrs. K...e adesso Gordon" gemette Veronica, Vanessa si coprì la bocca con le mani angosciata "Gordon?" gracchiò Jack rauco "Sì, eravamo in una stanza piena d'acqua e... io sono uscita mentre lui.....non ce l' ha fatta...è annegato" spiegò Veronica "No! Non posso perdere anche lui!" gemette Jack "Stanno morendo tutti,è un incubo" gemette Vanessa "Sandra....dov'è?" chiese Veronica, Vanessa la guardò "E' vero, dov'è?" in un attimo piombarono fuori "L'avevo vista uscire, non so cosa stesse facendo!" disse Vanessa, estrasse dalla tasca dei jeans una piccola pila, la lasciò vagare nel buio finché non la puntò sul viso inerte di Sandra "Aiutami a scavare , presto!" ordinò a Veronica, si chinarono e con forza tirarono quelle potentissime radici, non ebbero successo "Sta soffocando, oh aiuto" gemette Veronica prendendosi la testa fra le mani, tirò una radice, e sentì che questa cedeva "Tira Vanessa, tira!" urlò, con spinte, tirate, tagli vari riuscirono a liberare Sandra, la presero per i piedi e la posarono sul prato per farla respirare. Il suo viso era immobile, bluastro e gli occhi vitrei. Vanessa provò con la tecnica di rianimazione "Credo che..." disse mentre Veronica le tastava il polso, Sandra sbatté lievemente le palpebre, d'un tratto emise un respiro soffocato e prese a respirare regolarmente, Veronica l'adagiò a sedere lentamente, e le amiche si abbracciarono piangendo. "Mi stavano soffocando" disse, mentre Veronica le carezzava i mori capelli. Vanessa piangeva, quella terribile esperienza aveva lasciato una ferita che non si sarebbe mai più rimarginata. Esauste dal dolore, fatica e sonno caddero  addormentate in un sonno profondo.

Veronica si chiese come mai la vita andasse avanti tranquilla, lasciandosi alle spalle ogni dolore e dispiacere per poi crearne un altro. Il mattino seguente sopra Valverde s'era adagiato un cielo plumbeo ma senza piogge. I telegiornali riportarono le cause dll’alluvione che si era creata la sera precedente in seguito alla rottura della rete fognaria sotterranea che si era distrutta ed aveva inondato strade e fatto straripare i fossi e i fiumi che avevano inondato ogni cosa. Veronica si risvegliò sul duro pavimento della cucina, c'era un silenzio tombale, si guardò attorno e vide che anche gli altri si erano addormentati, lanciò uno sguardo all'orologio appeso al muro del pianerottolo, segnava le dieci e mezza. Per terra restavano ancora i segni della sera prima, l'armadio giaceva in pezzi  sparsi sul pianerottolo. C'era dell'acqua sul pavimento. Rimase in silenzio a guardare la disgrazia che le aveva strappato tre persone care: Gordon Cevolani ,Mrs. K e Gabriella. Dentro di sé c'era un vuoto, ma nessuna lacrima fu versata, a volte il dolore e la tristezza sono più potenti di un pianto. Sandra si svegliò, si rialzò lentamente massaggiandosi il braccio, "Sono così addolorata che nemmeno sento  più il dolore", Veronica abbozzò a un leggero sorriso, "Come faremo ora?" domandò a Veronica "Vivremo" fu la risposta "Con un grande peso nel cuore,ma vivremo". Svegliarono anche gli altri, misero i pezzi dell'armadio fracassato dentro ad un sacco di plastica verde "Vuoi...vuoi spostarlo?" chiese Arianna a Veronica, l'amica scosse la testa "Mi farebbe più dispiacere saperlo vivo ma con il dispiacere nel cuore. Voleva molto bene a Mrs. K". Rimasero seduti sulle sedie della cucina, non avevano fame: i loro stomaci erano serrati da morse potentissime, all'improvviso la porta del pianerottolo si aprì e si udirono dei passi, poco dopo un omino di almeno un metro fece capolino dalla porta, indossava una camicia a righe verdi e blu, una bombetta nera e in mano teneva una grossa valigia, era molto paffutello con la faccia tonda e rossa come un pomodorino ciliegia. Sorrise apertamente ai ragazzi "I miei nipoti! Come ve la passate?"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo 11

IL SEGRETO DI HENRY

 

"Zio Albert?" chiese Vanessa esterrefatta, lo fissarono tutti quanti "Non siete sorpresi? Io si!" cinguettò allegro lo zio "Spero non vi siate preoccupati durante la mia assenza" disse, i ragazzi preferirono non parlare. "Allora, cosa mi raccontate di bello?", fu Veronica a raccontare dell'arrivo a Valverde, dell'incontro con Mrs. K e dell'arrivo in casa Pondrelli, naturalmente saltò la vicenda della bufera e delle mal credenze su di loro da parte dei paesani. Preferì inventare una storia credibile. "Bene, così possiamo passare questa ultima settimana assieme!" esclamò lo zio sfregandosi le mani, studiò i ragazzi attentamente "State bene? Vi vedo un pò spenti, siete sorpresi eh?" e sorrise. Quella era sicuramente l'ultima cosa di cui i ragazzi avessero bisogno, "Ma come mai sei stato via zio?" chiese Vanessa "Ho avuto una chiamata importante e non sono riuscito a passare qui per avvertirvi" spiegò Albert "Ma non vi siete sentiti soli vero?" aggiunse con un sorriso furbetto "Ah, no...è stato molto bello qui.." aggiunse Vanessa cercando di ricomporsi in modo che l'aspetto suo non la tradisse. Veronica raccontò dell'arrivo in città e della loro permanenza, molte fasi del racconto preferì evitarle o inventarle, addirittura per non fare dispiacere allo zio...ma la faccenda della notte prima non poteva certo parlargliene! "Mi fa piacere, peccato però che ci restino solo dieci giorni. Dimenticavo: un mio vecchio amico è da un sacco d'anni che cerca di invitarmi nella sua villetta su al Lago di Como, credo che venire con voi sia l'idea giusta non trovate? Anche perché so che a lui andrebbe proprio bene lui adora i bambini!" esclamò lo zio Albert, Sandra tossicchiò, dopo tutte quelle disgrazie e quei dolori, un poco di tranquillità sul lago non avrebbe guastato. Guardò gli altri per cercare nei loro occhi assenso, ma erano ancora tutti scossi "C'è qualcosa che dovete dirmi?" chiese lo zio, il silenziò calò su di loro "Potete parlarmi di qualsiasi cosa" aggiunse "Siamo un pò sorpresi dalla visita" ridacchiò Arianna mascherando le lacrime che teneva nel cuore "Siamo d'accordo partiamo"decise Vanessa "Non sarà male, no?" chiese Veronica. Non avrebbe guastato nemmeno rimanersene laggiù sulla riviera romagnola, con il caldo e il mare, ma con allegria, amici..quando invece loro erano tristi ed addolorati dalla perdita dei loro amici, quel posto avrebbe creato loro solo ferite nel cuore, era inutile nascondersi all'evidenza del mondo normale. Le giornate passarono veloci ed arrivò il triste giorno della partenza per tornare a casa "Pievepelago è l'ultimo posto in cui desidero andarci, la mancanza di Gordon sarebbe ancora più forte" disse Veronica quella loro ultima mattinata in compagnia dello zio, "E la sua famiglia? Dovremo dirglielo, immagino che vorranno saperlo" disse Michelle "Inventeremo una scusa credibile. Credo sarà difficile perché i Cevolani tenteranno di sapere i particolari. Richiederanno indietro il corpo del loro figlio" aggiunse Veronica. La stazione di Valverde era affollatissima perché parecchia gente saliva o scendeva  da binari diversi così era ancora più difficile decidere l'orario prestabilito. "Il nostro treno è quello che va per Pievepelago, ricordate" disse Arianna mentre percorrevano il corridoio in attesa del treno, in mezzo a fiumi di gente rumorosa. "Dovremo essere a casa per le undici" disse Veronica guardando l'enorme orologio appeso sul bar della stazione "Devo dire che dieci giorni sullo splendido lago sono stati magnifici" disse Sandra stiracchiandosi, "Sì, ma non dimenticherò mai quell'incidente con quella gallina, per poco non ci cadevi sopra" rise Arianna (alludendo ad un episodio avvenuto nella villetta del lago di Como) "E Mr. Casotto? Che buffo quell'uomo ci sorprendeva sempre" disse Veronica "E Mandame Cousine, la governante?" disse Arianna con disprezzo "Eh, si, povera donna, non le stavamo molto in simpatia" disse Vanessa "Almeno, io mi rendevo utile" aggiunse "Voi vi rimpinzavate di uova e tonno ogni minuto, dormivate fino a tardi....e per completare avete fatto fare una bruttissima figura a quella povera donna!" continuò rivolta a Michelle e Sandra. Un forte stridio le avvertì che il loro treno era giunto, raccolsero i loro trolley e si spostarono verso il centro per lasciare passare la gente. Appena salita Veronica si ricordò di quando, salita sul treno dove c’era stato quel blackout, rimpianse quel giorno in cui, erano tutti felici, ignari completamente della disgrazia futura. La stazione di Pievepelago era meno affollata e i sei ragazzi riuscirono velocemente ad uscire e a prendere il taxi che li avrebbe condotti sulla zona sud, verso il centro. Scesero all'ora prevista e non appena furono fuori Jack si rivolse alle amiche dicendo: "Venite, ho una cosa da dirvi" e con loro sorpresa le portò a villa Gayani. Li fece entrare la solita cameriera dall'aria scontrosa, Henry era dietro alla sua solita scrivania, a fumare il suo solito sigaro e a fare le sue solite telefonate di lavoro. Alzò lo sguardo e mormorò qualcosa nel telefono poi chiuse la chiamata, sorrise amichevolmente "Jack, amico mio! Quanto tempo! Come sono andate le vacanze?", cambiò espressione invece, quando vide le ragazze "Che cosa ci fanno loro qui?" chiese "Henry, ti devo parlare, loro restano" disse Jack sbrigativo, si sedette di fronte a Henry "Dov'è Gordon?" chiese quest'ultimo "Se mi ascolti te lo dico" disse Jack. "Henry, Gordon è morto, ed anche Gabriella è morta come lo è anche Mrs. K, io voglio sapere perché ci hai traditi" disse  Jack "Non può essere, sono mortificato. Io....quando è stato?" chiese Henry "Una notte di dieci giorni fa, durante una lotta...Veronica si è salvata e Gordon no" disse Jack "Oh" disse Henry in tono lugubre "Contatterò la sua famiglia dirò che il loro figlioletto è morto in un grave incidente" spiegò Henry sospirando "Perché Gab si è suicidata?" chiese Jack "Non credo che sia il caso di parlarne, lo sai anche tu" disse Henry sbrigativo "Lei non era d'accordo. Ha fatto di testa sua!" aggiunse. "No, l' ha fatto perché l' hai costretta tu! Se c'erano dei problemi me lo dicevi invece di lasciarla uccidersi!" esclamò Jack scattando in piedi, Henry lo fissò gelido, "Non ho avuto un'altra chance. Mi conveniva non creare altri problemi. Ti ho pagato per questo, mi sembra" disse "Pagato?" sussurrò Arianna "Ecco il motivo....tu in realtà sapevi tutto!" urlò Veronica puntando il dito contro Jack "L'avevi pagato per far morire Gordon e Gabriella e nello stesso tempo fingere che non fosse successo nulla!" aggiunse "Non l' ho pagato per uccidere Gordon e Gab" disse Henry lentamente "L' ho pagato per eliminarti una volta per tutte!" concluse guardandola con cattiveria "E hai detto a loro di credere alla tua buffonata!" esclamò Veronica accennando a Michelle ed Arianna che si chiesero come mai l'avesse capito."Ci dispiace, se lo sapevamo lo evitavamo. Ma eravamo così confuse!" disse Michelle e scoppiò in lacrime "Ci avete preso in giro!" ringhiò Arianna fissando i due ragazzi con occhi cattivi ,Henry sospirò :"E' vero. Gabriella m'aveva chiesto di eliminare per sempre Arianna, sapevo che non era saggio far morire una persona innocente, così pagai Jack e Gord per seguirvi e tentare di allontanare Veronica da tutte le sue amiche, in modo che abbassasse la cresta. Ma il mio piano non è andato a buon fine perché due giorni dopo la partenza Gabriella mi raggiunse dicendomi che aveva scoperto tutto e accusandomi di non saper fare il manager, le dissi che per motivi molto chiari non potevo uccidere Arianna o comunque eliminarla, ma le spiegai che Jack e Gordon erano laggiù e stavano facendo buon lavoro. Lei non mi credette, era contraria ovviamente che tu, Jack, dividessi il letto con Arianna, cosa che  a questo punto immagino non abbiate fatto....tornò Gabriella da me per chiedermi se avevo rispettato il patto, le dissi che non potevo e che non avevo nessuna garanzia di poterlo fare perché avrei rischiato la prigione, non mi diede ascolto, così si tolse la vita, credendolo il miglior modo per testimoniare la sua innocenza. Poi tu, Jack, mi parlasti di Mrs. K e mi dicesti che poteva essere una buona esca. Io non credetti che fosse un' idea valida perché sapevo che costringere una persona per nulla era inutile, ma tenni comunque la situazione sott'occhio. Poi mi accertai che la gente di quel paese non testimoniasse di avermi visto..." "Perché?" gracchiò Vanessa con una voce stranamente diversa dal solito "Il vostro zio tardava ad arrivare così strinsi i tempi" aggiunse Henry "La ragione per cui vi ho mandato è un'altra, ma non credo certo sarete contenti di saperlo " disse: "Cioè?" chiese Veronica "Albert Pondrelli è mio padre" "Ma ti chiami Gayani di cognome!" disse Veronica "Si, l'ho cambiato a nove anni dopo che lui lasciò me e mia madre, eravamo senza soldi, lei  mi affidò ad una famiglia di aristocratici, non avevano il modo per mandare avanti la baracca, così, come ho detto, venni affidato ai due, impegnatissimi … e perciò non erano mai a casa, mi costruii una vita completamente diversa, fatta di soldi, affari e fumo. Ormai avevo dieci anni e alle spalle una serie di inganni usati per abbordare anche i manager più scrupolosi, mio padre venne a dirmi di smetterla con le bambinate e cominciare a comportarmi da uomo. Non lo perdonai mai per quello, accecato dall’odio e dalla rabbia decisi di isolarlo, di fargli capire quanto ero pericoloso, mi sbarazzai dei miei due tutori e distrussi la mia famiglia avvelenando mia madre ed esiliando mio padre dal resto della civiltà. Poi firmai moduli che mi riconoscevano come il miglior manager, ovviamente presi il posto del mio padre adottivo … venni assunto nelle migliori banche, ma per non destare dubbi sulla mia incolumità scelsi di recitare la parte dello studente modello, in modo che tutti coloro che sapevano di me non sarebbero intervenuti a rovinare tutto.  Nello studio cadde il silenzio più assoluto, rotto soltanto dal ticchettio dei marchingegni metallici di Henry "Il motivo per cui non è venuto è perché l' ho chiamato qui a dirgli gentilmente di farsi da parte e che io stavo crescendo e le sue inutili credenze mi avrebbero sicuramente rovinato la carriera" disse il ragazzo  con sguardo carico di perfidia, guardandosi vagamente intorno "Perché non ce l' hai detto?" chiese Vanessa "Vuoi dire che, quando abbiamo ricevuto la lettera sapevi tutto!" disse Sandra, Henry annuì "Per questo ho pagato loro due per seguirvi a Valverde" aggiunse "Ma sono il tuo migliore amico, avevo il diritto di saperlo!" esclamò Jack "Lo so, hai ragione, ma questo era un affare fra me e mio padre" disse Henry sbrigativo, Jack si sedette con le narici frementi "Infine l' ho mandato al Lago di Como approfittandone per estendere i miei fondi" disse Henry "Cioè?" "Casa Pondrelli si trasformerà in una banca, i cui consiglieri sapranno fornirmi di importanti garanzie, e ci sarà anche un satellite per captare dallo spazio il futuro dell' Intesa!" esclamò gongolando, Veronica lo fissò con disgusto "Che animale! Hai buttato fuori di casa un pover' uomo innocente, non hai  proprio nemmeno un cuore!" disse lentamente "Va bene, lo odierai ,perché, non lo so, avrà fatto pure qualche errore ma è pur sempre tuo padre! E i genitori vanno perdonati più di ogni altra persona!" disse Vanessa "Ora il mio posto è con gli affari, mio padre non mi ha mai compreso fino in fondo" spiegò Henry. "Non ci posso credere, sei un'animale senza scrupoli, un riccastro che spreca il suo denaro esiliando la gente e costruendo fondi sulle loro ossa! E mi volevi pure eliminare, lo so come sei, un morto di fame che si chiude dentro e un guscio di cattiveria! Mi fai pena, sei un vigliacco!" urlò Veronica furiosa, si voltò dando le spalle agli altri e fece per uscire, quando sentì un rumore metallico alle sue spalle "Non ti muovere" sibilò Henry suadente, Veronica si voltò lentamente e lo fissò. Il ragazzo era in piedi e le puntava contro una pistola "Henry, non fare cazzate" disse Jack "Eh no, mio caro! Questa società sarà mia e di voi solo un ricordo. Mi sei stato utile Jack, ma ti prego di non  farmi rimandare a quello che avrei dovuto fare da anni" disse Henry "Aspetta, tu sei pazzo, stai commettendo un grosso errore, ascolta!" lo implorò Vanessa, ma il ragazzo puntò la pistola anche su di lei. Sandra lo fissò ammutolita: l' Henry che conosceva, era diverso, ma quello che aveva di fronte non era lui, il suo viso era cadaverico e lo sguardo assatanato, sembrava aver perso completamente la ragione! "Tu non eri così! Sei impazzito, non sai quello che fai, metti giù la pistola, stai sbagliando!" disse "Ti stai sbagliando, Veronica ha cercato di aiutarci,nel caso, sei tu che devi morire!" esclamò Arianna, "Se mi ucciderai, chi potrà testimoniare dell'incidente?" chiese Veronica lentamente, lo sguardo del ragazzo si posò su di lei, le sue mani fremettero, d’un tratto mollò un forte calcio ad una statua di ceramica cubana che cadde a terra frantumandosi, mentre Henry lanciava urla animalesche … poi il ragazzo gettò l'arma per terra, rimase in ginocchio sul suo tappeto, ansante. Jack gli cinse la schiena col braccio "Non posso..... è tutta una follia... devo..." singhiozzava, s'alzò in piedi e abbracciò l'amico, "Non ti dimenticherò mai" sussurrò "Ti prego, perdonami, non voglio che mi ricordi come un brutto amico" aggiunse "Ma cosa dici? Tu sei il mio migliore amico, anche Gordon lo era, e Gab!" disse Jack "Già, ma questo non era quello che volevo, almeno non vedrò mio padre morire di stenti" disse Henry “Tu non sai una cosa … io e Gab … ci frequentavamo fin dall’inizio, lei stava con me in realtà. Poi le ho consigliato di mettersi con te perché era meglio per entrambi … ma una cosa devo aggiungere … lei ha solo, e sempre amato te. Credimi. E dopo aver capito che stava rischiando di perderti è venuta da me minacciandomi di riferire tutto a te, ti ha sempre voluto bene, con me era solo una storia di affari e soldi … Addio!”  "Henry...cosa fai?" chiese Jack ancora sconvolto dalle parole. Troppo tardi, il ragazzo si era già diretto alla finestra, l'aprì e guardò di sotto, si sedette sul cornicione dando le spalle al cielo "Chi in futuro mi ricorderà male, sarà perdonato" sussurrò, e con un sospiro si lasciò cadere all'indietro urlando  e andandosi a schiantare sul lastricato a trenta metri sotto di sé. "NOOO!" urlò Jack, corse alla finestra nel tentativo di recuperare l'amico, ma non c'era più nulla da fare. Il caro Henry Gerard Gayani aveva deciso di finire la sua vita, il potere e i soldi l'avevano fatto impazzire, come era sempre stato perché per tredici lunghi anni non aveva ricevuto nemmeno un pò d'affetto. La banca, il lavoro s'erano appesantiti sul suo cuore, creando  su di lui un forte scudo d'arroganza e odio. E adesso era morto, convinto di non potercela fare. Aveva abbandonato tutti, aveva abbandonato Jack. 

 

Ringraziamenti

 

Ringrazio soprattutto la mia amica Giuly che mi ha fornito le principali idee sulle quali  ho costruito la storia, saluto i miei compagni di classe ai quali pongo le mie più devote scuse se nel racconto hanno subito o visto subire, situazioni difficili, saluto i miei genitori, ringrazio anche i Tokio Hotel perché senza di loro non avrei aggiunto quella sfumatura in rosa per il racconto, ringrazio la mia amica Arianna  per la sua simpatia, ringrazio gli Scissors Sisters perché la loro canzone dell'album “Ta Dah” "Ooh" ha fornito quel pizzico di frenesia e ritmo che ho introdotto nella storia. Saluto con affetto tutti gli scrittori di libri macabri o sentimentalmente streganti: Darren Shan, Stephanie Meyer, R. L. Stine, e Johanne Katleen Rowling. Ringrazio infine Valverde che ha fatto da schermo per il racconto, per cui ho pensato di ambientarlo ai giorni nostri, le mie emozioni, rabbie e dolcezze le ho messe in Veronica, permettendo così di far capire ai lettori quanto ci si possa sentire "stretti" in un mondo completamente diretto da ragazzini. Ringrazio le scuole medie di Bologna....... il mio nome vero non importa che ve lo dica, mi piace così come l'ho creato........Veronica Janette Smith!   

rso completamente la ragione! "Tu non eri così! Sei impazzito, non sai quello che fai, metti giù la pistola, stai sbagliando!" disse "Ti stai sbagliando, Veronica ha cercato di aiutarci,nel caso, sei tu che devi morire!" esclamò Arianna, "Se mi ucciderai, chi potrà testimoniare dell'incidente?" chiese Veronica lentamente, lo sguardo del ragazzo si posò su di lei, le sue mani fremettero, d’un tratto mollò un forte calcio ad una statua di ceramica cubana che cadde a terra frantumandosi, mentre Henry lanciava urla animalesche … poi il ragazzo gettò l'arma per terra, rimase in ginocchio sul suo tappeto, ansante. Jack gli cinse la schiena col braccio "Non posso..... è tutta una follia... devo..." singhiozzava, s'alzò in piedi e abbracciò l'amico, "Non ti dimenticherò mai" sussurrò "Ti prego, perdonami, non voglio che mi ricordi come un brutto amico" aggiunse "Ma cosa dici? Tu sei il mio migliore amico, anche Gordon lo era, e Gab!" disse Jack "Già, ma questo non era quello che volevo, almeno non vedrò mio padre morire di stenti" disse Henry “Tu non sai una cosa … io e Gab … ci frequentavamo fin dall’inizio, lei stava con me in realtà. Poi le ho consigliato di mettersi con te perché era meglio per entrambi … ma una cosa devo aggiungere … lei ha solo, e sempre amato te. Credimi. E dopo aver capito che stava rischiando di perderti è venuta da me minacciandomi di riferire tutto a te, ti ha sempre voluto bene, con me era solo una storia di affari e soldi … Addio!”  "Henry...cosa fai?" chiese Jack ancora sconvolto dalle parole. Troppo tardi, il ragazzo si era già diretto alla finestra, l'aprì e guardò di sotto, si sedette sul cornicione dando le spalle al cielo "Chi in futuro mi ricorderà male, sarà perdonato" sussurrò, e con un sospiro si lasciò cadere all'indietro urlando  e andandosi a schiantare sul lastricato a trenta metri sotto di sé. "NOOO!" urlò Jack, corse alla finestra nel tentativo di recuperare l'amico, ma non c'era più nulla da fare. Il caro Henry Gerard Gayani aveva deciso di finire la sua vita, il potere e i soldi l'avevano fatto impazzire, come era sempre stato perché per tredici lunghi anni non aveva ricevuto nemmeno un pò d'affetto. La banca, il lavoro s'erano appesantiti sul suo cuore, creando  su di lui un forte scudo d'arroganza e odio. E adesso era morto, convinto di non potercela fare. Aveva abbandonato tutti, aveva abbandonato Jack. 

 

Ringraziamenti

 

Ringrazio soprattutto la mia amica Giuly che mi ha fornito le principali idee sulle quali  ho costruito la storia, saluto i miei compagni di classe ai quali pongo le mie più devote scuse se nel racconto hanno subito o visto subire, situazioni difficili, saluto i miei genitori, ringrazio anche i Tokio Hotel perché senza di loro non avrei aggiunto quella sfumatura in rosa per il racconto, ringrazio la mia amica Arianna  per la sua simpatia, ringrazio gli Scissors Sisters perché la loro canzone dell'album “Ta Dah” "Ooh" ha fornito quel pizzico di frenesia e ritmo che ho introdotto nella storia. Saluto con affetto tutti gli scrittori di libri macabri o sentimentalmente streganti: Darren Shan, Stephanie Meyer, R. L. Stine, e Johanne Katleen Rowling. Ringrazio infine Valverde che ha fatto da schermo per il racconto, per cui ho pensato di ambientarlo ai giorni nostri, le mie emozioni, rabbie e dolcezze le ho messe in Veronica, permettendo così di far capire ai lettori quanto ci si possa sentire "stretti" in un mondo completamente diretto da ragazzini. Ringrazio le scuole medie di Bologna....... il mio nome vero non importa che ve lo dica, mi piace così come l'ho creato........Veronica Janette Smith!   

  
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