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Autore: Piccola Ketty    20/05/2010    3 recensioni
Melanie lo sa, che può contare su Kate per qualunque cosa. E lo ha scoperto proprio conoscendo cosa significa amare qualcuno, ma non un amore profondo tra ragazzo e ragazza, quell'amore che non finirà mai, quell'amore che soltanto un'amica può darti. E Kate ce la sta mettendo tutta per dimostrare a Mel tutto l'amore che lei può donarle. Dovete leggere Embrance di Never Think, per capire questa OS. E' corta, ma è reale.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Embrance) <-- Leggere prima di questa OS.

L’amico è qualcuno,
che conosce la canzone del
tuo cuore e può cantartela
anche quando hai dimenticato
le parole.

 

La strinsi forte contro il mio petto.
Era fragile, mi aveva mentito al telefono, quando l’avevo chiamata la sera prima.
 
“Ehi, allora sei pronta per partire?”, le domandai ansiosa ed emozionata.
“Certo, ho già fatto le valigie, sono sul letto..”.
Era strana, non mi piaceva il tono della sua voce.
“Ehi Mel, va tutto bene?”, le domandai con il cuore in gola.
Se il suo nome fosse ancora uscito dalle sue labbra, sarai andata a cercare di persona quell’essere spregevole.
“Si, certo! Sai, sono solo un po’ agitata!”, ammise.
Effettivamente la aspettava un lungo viaggio.
“Sicura di non mentirmi? Lo sai, di me ti puoi fidare”.
“Si Kate, non ti preoccupare! Vedrai che domani andrà tutto bene. Devo pensare a come passare il tempo sul treno. Non voglio che le vecchiette inizino a parlarmi della loro vita”.
“Potresti chiamare una chat erotica”, scoppiammo subito a ridere, ricordando la chiamata con mia madre, qualche mese prima.
“Dai, fammi respirare..allora, adesso mi preparo psicologicamente. Così domani mattina sarò bella fresca..”.
“Mel?”, avevo la voce rotta dalla felicità.
L’avrei vista, finalmente. Dopo mesi di chiacchierate telefoniche, finalmente l’avrei guardata negli occhi.
“Si?”.
“Non vedo l’ora che arrivi domani. Non sai quanta voglia ho di stringerti tra le mie braccia”, e scoppiai a piangere, come una stupida.
“Oh, ti prego”, anche lei aveva la voce tremolante, “non fare così, che poi domani inondiamo Genova se continui”.
Sorrisi, scoprendomi sempre più meravigliata, nel notare quanto Melanie riuscisse a risollevarmi il morale nel giro di pochi secondi.
“Hai ragione! Qui c’è già abbastanza acqua. Allora, ci vediamo domani?”.
“Fa un certo effetto sentirlo dire”, rise.
“Eh, non dirlo a me, che lo devo dire..”.
“Buona notte Kate”.
“Buona notte Panda”, sorridemmo un’ultima volta, prima di riattaccare.
Poche ore, e finalmente avrei potuto toccare con le mani, un sogno che finalmente diventava realtà.
 
La sentii singhiozzare.
Forse io mi ero preparata di più, e quindi era quello il motivo per il quale riuscivo ad essere più lucida, ma sapevo che lei stava male per dell’altro.
Ed io ero lì per quello.
“Ehi Pandina..”, cercai di farla allontanare, per guardarla negli occhi.
“Ora mi chiami con il tuo gatto?”, abbozzò un sorriso, asciugandosi le lacrime.
“Certo, vedrai, ti piacerà!”.
La strinsi di nuovo, emozionandomi anche io, forse più di lei.
“Lo sai che ora ci sono io con te, vero? Lo sai che non ti lascio da sola?”.
“Si, lo so..ed è per questo che piango. Per la prima volta, da tre mesi, piango perché sono felice Kate”.
Altre lacrime solcarono le mie guance.
“Ed io piangerò con te, amica mia, nel bene e nel male, io starò per sempre con te..”.
Ci stringemmo più forte, sapendo che nonostante ci fossero mille persone in quella stazione, nonostante il tempo, e le distanze giocassero a nostro sfavore, l’una poteva contare sempre sull’altra.


Ti voglio bene piccola Rò.
Ricordati che Kate c’è.
Sempre.








   
 
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