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Autore: Aida    20/05/2010    8 recensioni
Juliet – Vuoi già andar via? Il giorno è ancora lontano. È stato l'usignolo, non l'allodola, che ha colpito l'incavo del tuo orecchio timoroso. Canta ogni notte, laggiù, su quell’albero di melograno. Credimi, amore, era l'usignolo. Romeo – Era l'allodola, la messaggera del mattino, non l'usignolo. Guarda, amore, come quelle strisce di luce invidiose coprono di merletti le nubi che si stanno aprendo, là, a oriente. Le candele della notte si sono consumate, e il giorno allegro si fa avanti in punta di piedi sulle cime nebbiose dei monti. Debbo andarmene e vivere, oppure restare e morire. Juliet – Quella luce non è l'alba, ne son sicura, io. È una meteora, emanata dal sole per illuminarti la strada e scortarti, stanotte, come un servo con la torcia, sino a Mantova. Ecco perché puoi ancora restare: non c'è bisogno che te ne vada. Romeo and Juliet, atto III, scena V; William Shakespeare
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Ancora un momento

Fandom:
Merlin

Pairing:
Arthur/Merlin


Personaggi: Arthur Pendragon, Merlin

Parte:
1/1

Rating:
Pg

Conteggio Parole:
225

Riassunto:
Juliet – Vuoi già andar via? Il giorno è ancora lontano. È stato l'usignolo, non l'allodola, che ha colpito l'incavo del tuo orecchio timoroso. Canta ogni notte, laggiù, su quell’albero di melograno. Credimi, amore, era l'usignolo.

Romeo – Era l'allodola, la messaggera del mattino, non l'usignolo. Guarda, amore, come quelle strisce di luce invidiose coprono di merletti le nubi che si stanno aprendo, là, a oriente. Le candele della notte si sono consumate, e il giorno allegro si fa avanti in punta di piedi sulle cime nebbiose dei monti. Debbo andarmene e vivere, oppure restare e morire.

Juliet – Quella luce non è l'alba, ne son sicura, io. È una meteora, emanata dal sole per illuminarti la strada e scortarti, stanotte, come un servo con la torcia, sino a Mantova. Ecco perché puoi ancora restare: non c'è bisogno che te ne vada.

Romeo and Juliet, atto III, scena V; William Shakespeare

Note: Slash, future!fic. Diciamo che per questa cosina le citazioni sono anche troppe, ma i trip mentali partono così XD Sì, l’innominata è lei, sì proooprioo lei. Trovo tanto coccolo il Merlin di questa fic e ammirate il mio sforzo di non aver scritto con il punto di vista di Arthur, sarebbe stato con molte più valanghe di angst e amarezza. Ok, ok vi lascio alla fic.

Disclaimer:
non sono miei, non ci guadagno niente ed è solo la mia immaginazione che mi ha portata a scrivere questa cosa *più o meno*

 

 

 

 

 

 

 

Ancora un momento

 

 

 

 

 

 

Molto prima della luce c’è odore e sapore di alba.

L’inverno del nostro scontento, John Steinbeck

 

 

 

Merlin si gira sul proprio giaciglio per il fruscio di coperte di fianco a sè. Arthur sta per andarsene, segno dell’imminente inizio di un nuovo giorno. Gli piacerebbe tanto che il sole per un solo giorno, almeno una volta, non si alzasse e restasse a dormire, ma il sole in fondo è come Arthur, non viene mai ai suoi doveri. Apre gli occhi e può notare i tentativi di quello sciocco per fare piano, ancora non si rende conto che lui non riesce mai a dormire se non l’ha di fianco. Maledetto giorno, pensa.

Arthur si volta e nota, finalmente, che è sveglio. Gli sorride e si avvicina.

Merlin con una mano tira la sua veste, supplicandolo con gli occhi. Lo supplica di non sentire sulla lingua il sapore del giorno, ma di sentire il suo; lo supplica di non sentire l’odore d’erba e terra, ma di abbassarsi (di nuovo) e attorniarsi del suo odore.

Il re sorride amaro prima di ricongiungere le proprie labbra a quelle del suo amante.

Merlin approfondisce il bacio per portarselo poi dietro nella giornata; per non impazzire alla vista del suo amato con lei.

Il mago, il consigliere del re sa molto prima che vi sia luce, quando arriva l’alba, perché è il momento in cui Arthur torna da lei.

Da tempo i giorni d’Arthur non sono più suoi.

 

 

                                                 

Gli amanti possono compiere i loro riti alla sola luce della loro stessa bellezza. Se l’amore è cieco, meglio si addice alla notte.

Romeo and Juliet, atto III, scena II; William Shakespeare
  
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