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Autore: Julia Weasley    21/05/2010    16 recensioni
Argomento di questa storia è la vita di Regulus Black, dal momento della sua nascita a quello della morte. La crescita in una famiglia Purosangue piena di pregiudizi, il difficile rapporto con il fratello Sirius, i sette anni trascorsi a Hogwarts, la decisione di unirsi ai Mangiamorte fino al suo completo riscatto, tutto raccontato in 50 capitoli.
[ Altri personaggi: Famiglia Black, Kreacher, Barty Crouch jr, Rachel Queen (originale), Severus Piton, i Malandrini, Emmeline Vance, Voldemort, Mangiamorte ]
Storia vincitrice del primo turno dell'Harry Potter Final Contest
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'R.A.B.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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49
Fandom: Harry Potter

Personaggio: Regulus Black

Prompt: 50. Strada

Rating: verde

Note: immagine di Laverinth

Disclaimer: Regulus Black e quasi tutti i personaggi di questa storia appartengono a J.K. Rowling

Tabella: http://juliablack89.livejournal.com/2009/06/11/

Ventiquattro ore

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Novembre 1979

Il tintinnio delle posate e le voci dei commensali risuonavano nella grande e maestosa sala da pranzo, sfiorando l’udito di Regulus, senza tuttavia che il ragazzo li sentisse veramente.
Immobile, con la forchetta in mano, fissava il piatto di porcellana da parecchi minuti, anche se si rendeva a mala pena conto di dove si trovava e di cosa stesse facendo. Il suo sguardo fisso in realtà era perso nel nulla più assoluto.
Era orribile pensare che entro poco tempo non avrebbe più potuto compiere gesti semplicissimi come prendere in mano una posata. Gli sembrava un’idea quasi assurda. Aveva diciotto anni; non sarebbe dovuto morire così presto, abbandonando la sua famiglia, lasciando Rachel nella disperazione e Sirius nella convinzione che la sua scomparsa fosse causata dalla sua stupidità e nulla di più.
Ma ormai aveva preso la sua decisione. Non sarebbe potuto andare avanti così tanto a lungo: Voldemort si sarebbe accorto presto del suo cambiamento. Lo avrebbe ucciso in ogni caso, perciò sarebbe stato molto più dignitoso affrontare le acque mortifere del lago di sua spontanea volontà piuttosto che farsi inseguire per tutta la vita per poi essere trovato e trucidato.
Un lieve scoppio di risate lo riscosse, e Regulus si ricordò improvvisamente di dove si trovava. Era nella sala da pranzo di villa Malfoy, seduto ad un lato del lungo tavolo imbandito. Alla sua destra c’era Narcissa, a sinistra era seduto Rabastan. Il padrone di casa, Lucius, era collocato a capotavola, mentre di fronte a Regulus si trovavano Bellatrix e suo marito Rodolphus.
Non aveva la più pallida idea di cosa avessero parlato fino a quel momento. Non aveva avuto neanche tanta voglia di accettare l’invito a cena di sua cugina, ma Narcissa aveva insistito tanto che sarebbe stato scortese non presentarsi.
“Regulus, l’arrosto non ti è piaciuto?” chiese all’improvviso Narcissa, mentre Lucius lanciava una gelida occhiata assassina al suo elfo domestico, Dobby, il quale sussultò per la paura di non aver cucinato bene per gli ospiti.
In effetti, la domanda era più che legittima, dal momento che Regulus aveva trascorso gli ultimi dieci minuti a fissare il piatto senza mangiare nulla e a rigirare il cibo con la forchetta. Il ragazzo vide i grandi occhi verdi di Dobby colmi di attesa e terrore per un’eventuale punizione, e si affrettò a rispondere:
“La cena è ottima, sono io che non mi sono riposato molto, in questi ultimi giorni”.
“Infatti si vede. Sei un po’ sciupato” osservò Bellatrix, prendendo poi il proprio calice e bevendo il vino elfico che vi era contenuto.
Regulus evitò di rispondere e si sforzò di ascoltare i discorsi dei convitati. Rabastan stava parlando dell’ultimo omicidio compiuto da Travers: a quanto pareva, qualche tempo prima aveva trucidato l’intera famiglia McKinnon.
Regulus era sicuro di conoscere quel cognome, e infatti ricordò che una di loro, Marlene, faceva parte dell’Ordine della Fenice.
“Purtroppo è successo una settimana dopo l’omicidio di Fenwick, e poi non siamo riusciti più a trovarne uno. Quelli dell’Ordine stanno aumentando le difese” commentò Rodolphus.
Regulus tirò un sospiro di sollievo.
“Sono pochi e spauriti. Non avremo problemi a scovarli uno per volta” commentò Lucius con aria soddisfatta. “Il Signore Oscuro per il momento preferisce occuparsi delle elezioni del Ministro della Magia”.
“Da quando Barty ha posto sotto Imperius l’assistente di suo padre, su quel fronte possiamo stare tranquilli. Ora ci resta la Bagnold da scovare. Comunque, Regulus, il tuo amico è proprio in gamba” disse Rodolphus.
Il ragazzo bofonchiò un ringraziamento.
“Già, hai fatto una grande scoperta” aggiunse Rabastan, aggiungendo in tono confidenziale. “Scommetto che mi hai mentito quando hai rubato quella cosa per il Signore Oscuro, a Hogwarts. Non gli avevi lanciato nessuna Imperius, vero? Scommetto che ti ha aiutato di sua spontanea volontà”.
“Be’, in effetti è così” ammise Regulus, ricordandosi della movimentata notte in cui aveva rubato il diario vuoto di Tom Riddle.
“Di che si tratta?” intervenne Lucius.
“Di quella cosa che io ho consegnato al Signore Oscuro e che poi Lui ha pensato bene di affidare a te” sbottò Rabastan, evidentemente irritato per il privilegio concesso a Lucius, e al tempo stesso attento a non far sapere troppe cose a Narcissa, l’unica tra i presenti a non essere marchiata.
“Oh, giusto… spiacente, ma il Signore Oscuro ha molta fiducia in me, Rabastan. E infatti quella cosa non potrebbe trovarsi in un posto più sicuro” rispose Lucius con immensa soddisfazione, e Regulus notò la sua occhiata rivolta alla parete di fronte, dietro la quale c’era il salotto. Quindi era nascosto nel maniero dei Malfoy, pensò, senza tuttavia dare molta importanza a quell’informazione.
In quel momento, Narcissa fece un discreto colpetto di tosse, tanto per ricordare agli altri la propria presenza: cominciava a sentirsi un po’ esclusa.
“Lucius, non dovevamo dire qualcosa?” chiese in tono eloquente.
Il marito parve sorpreso.
“Pensavo che dovessimo aspettare fino al dolce, ma va bene” rispose.
“Di che cosa state parlando?” chiese Bellatrix, sospettosa.
“Del vero motivo per cui vi abbiamo invitati a cena” disse Lucius con la sua solita aria pomposa. “Siamo lieti di annunciare ufficialmente che presto la famiglia Malfoy avrà un erede”.
Seguirono alcuni secondi di silenzio, perché i presenti dovevano ancora assimilare l’informazione, poi cominciarono a complimentarsi con i padroni di casa.
“Non me lo avevi detto!” esclamò Bellatrix, rivolta alla sorella.
“Volevo aspettare di esserne sicura” rispose Narcissa.
“Congratulazioni, Cissy” disse Regulus, senza avere la più pallida idea di cosa aggiungere. Lei gli rivolse un sorrisetto e aprì la bocca per rispondere, ma fu interrotta da Bellatrix, che aggiunse:
“Aspettate a cantare vittoria troppo presto. Potrebbe essere una femmina”.
Lucius inarcò un sopracciglio e le rivolse un sorriso di circostanza.
“Ti diverti sempre a fare la guastafeste, Bella? Non preoccuparti, abbiamo già utilizzato tutti i metodi di preveggenza esistenti e hanno dato tutti la stessa risposta: sarà quasi certamente un maschio”.
Regulus distolse lo sguardo da quei due che bisticciavano quando notò che Rodolphus aveva lanciato un’occhiata in parte irritata e in parte rassegnata in direzione della moglie. A quanto pareva, non era il solo a preoccuparsi dell’estinzione della propria famiglia.
Regulus immaginava che Bellatrix non volesse figli. Una Mangiamorte come lei non poteva avere qualcuno che le impedisse di servire costantemente la causa di Voldemort. Peccato che suo marito non ne fosse altrettanto convinto.
“Quando dovrebbe nascere?” chiese Regulus, tornando a rivolgersi a Narcissa.
“A giugno. Adesso sto al secondo mese” rispose la cugina. Lui notò che appariva molto più bella del solito, ma forse era solo una sua impressione. “Reg?”
Lui la guardò, incuriosito. Narcissa lanciò un’impercettibile occhiata agli altri, come per assicurarsi che non sentissero.
“Quando nascerà, mi piacerebbe se tu accettassi di essere il suo padrino, che ne pensi?”
Regulus deglutì a fatica. Se l’era aspettato, ma aveva sperato che non glielo chiedesse.
“Ehm… Lucius è d’accordo?”
“Si convincerà senza problemi” rispose lei con la massima calma. “Allora?”
“Be’…” Regulus si rese conto di avere la gola secca, “… mi piacerebbe molto… grazie”.
Narcissa parve soddisfatta ma Regulus non lo era per niente. Sapeva già che lei presto avrebbe dovuto chiederlo a qualcun altro: non poteva essere il padrino di un bambino che non avrebbe mai visto nascere.


La balconata della sala da pranzo si affacciava direttamente sul giardino curato che, tuttavia, era completamente immerso nell’oscurità. Le uniche fonti di chiarore erano delle fiaccole disposte lungo la balaustra, che si riflettevano nelle acque tremolanti della fontana.
Appoggiato al parapetto, Regulus osservava quelle fiammelle che, per un effetto ottico, sembravano galleggiare appena sotto la superficie increspata della vasca.
Finita la cena, era riuscito a defilarsi con discrezione mentre tutti gli altri invitati si intrattenevano con i Malfoy. Fino a quel momento era riuscito a sembrare piacevolmente sorpreso, ma alla fine aveva sentito il bisogno di rifugiarsi nella solitudine.
Sapeva perché aveva avuto quel tipo di reazione. Era una sofferenza atroce vedere persone felici e realizzate, pensare ad una nuova vita che stava per cominciare, mentre la sua era irrimediabilmente condannata a concludersi nel giro di poco tempo.
Ripensando a Narcissa e Lucius, si rendeva ancora più conto di quel che aveva perso. Si era precluso per sempre la possibilità di una vita normale, che sarebbe stata sufficiente a salvare la famiglia. E invece presto i Black si sarebbero estinti, ponendo fine alla storia di una delle stirpi Purosangue più nobili del mondo magico. Era già difficile accettare una cosa del genere; a maggior ragione quando pensava che sarebbe stato proprio lui e chiudere la partita.
Non aveva eseguito le ultime volontà di suo padre, anzi, era riuscito nell’impresa di ottenere l’esatto contrario di quello che gli era stato richiesto.
Rubare e distruggere l’Horcrux sarebbe stata l’ultima occasione per dimostrare – almeno a se stesso – di non essere un fallimento su tutti i fronti.
L’idea di entrare in quella caverna lo terrorizzava, ma in realtà cominciava a credere che rimanere con le mani in mano a rimuginare sulla rovina della casata e a rimordersi la coscienza fosse mille volte peggio. Al momento la vita per lui era solo dolore e paura. A rigor di logica, quindi, la morte sarebbe stata una liberazione: niente più sofferenze, rimorsi, rimpianti e incertezze.
Non sapeva con precisione che cosa ci sarebbe stato dopo, ma di sicuro non sarebbe stato peggio della sua condizione attuale.
In effetti, l’idea di non provare più emozioni e di sprofondare nel nulla cominciava ad allettarlo. Ormai aveva anche trovato un medaglione falso da sostituire all’originale. L’unico pensiero che lo frenava, a parte quello delle persone a cui teneva, era piuttosto il dolore che avrebbe provato prima di trovare finalmente pace, sempre se così si poteva definire.
Ed ecco che, non appena sembrava convinto di desiderare la morte, tutto a un tratto sentiva di nuovo il desiderio di continuare a vivere, atroce e lancinante, proprio perché vano e stupido.
In quel momento era come se dentro di sé si svolgesse una lotta cruenta tra rassegnazione e speranza. Quest’ultima tuttavia era destinata a soccombere e infatti la sua resistenza si manifestava solo sotto forma di fantasticherie senza costrutto: l’unico vantaggio che apportavano era quello di aiutarlo ad andare avanti per quel poco tempo che gli rimaneva…
Un improvviso rumore di passi alle spalle lo costrinse a tornare di colpo con i piedi per terra.
“Ah, sei qui” esordì Bellatrix, affiancandolo.
“Stavo prendendo un po’ d’aria” spiegò lui, meravigliandosi del proprio tono perfettamente tranquillo. “E tu?”
Bellatrix appoggiò a sua volta le mani sulla balaustra e fece una smorfia.
“Narcissa voleva già coinvolgermi nella scelta delle tende per la camera del marmocchio. Come se arredi e abiti fossero in cima alle mie priorità”.
Regulus tentò di simulare qualcosa di vagamente simile ad un sorriso divertito, ma non gli riuscì, quindi decise di rinunciare.
“Spero che prenda più dal suo lato Black. Se somigliasse al padre sarebbe un… peccato” borbottò Bellatrix, contrariata.
Lucius Malfoy non le andava a genio, perché lei lo considerava un opportunista, ma Regulus sperava l’esatto contrario. L’istinto di conservazione dei Malfoy era di gran lunga maggiore di quello dei Black, i quali invece avevano delle fatali tendenze all’autolesionismo, e lui ne era la prova lampante.
Si augurò che il figlio di Narcissa fosse meno stupido di lui, almeno non avrebbe commesso il suo stesso errore. Avrebbe voluto vederlo nascere e, col passare degli anni, dargli un esempio di cosa succedeva ad unirsi a Voldemort senza esserne davvero convinti.
Quando alzò lo sguardo, si accorse che sua cugina lo stava osservando.
“Che c’è?”
“Dovrei essere io a chiedertelo. Hai qualcosa che non va”.
Regulus evitò di farsi guardare negli occhi, inquieto. Bellatrix era la più pericolosa per lui, ovviamente dopo Voldemort stesso.
“Te l’ho già detto. Sono stanco. Questa guerra non è mica una passeggiata” disse.
“Non preoccuparti, finirà. Dobbiamo soltanto avere fiducia nel Signore Oscuro” rispose lei, fissando il giardino buio. Le fiamme delle torce si riflettevano nei suoi occhi scuri, conferendole un aspetto minaccioso. “Il Signore Oscuro libererà il mondo dalla feccia e finalmente noi Purosangue potremo occupare il ruolo che ci spetta di diritto e governeremo al Suo fianco…”
A Regulus fece molta impressione il tono in cui Bellatrix aveva parlato: era stato deciso e crudele ma al tempo stesso mostrava una nota appassionata e – possibile? – carezzevole nella voce.
Si sforzò di annuire, notando che le gote di lei si erano tinte di rosso.
“Devi essere pronto a fare qualsiasi cosa per Lui, e vedrai che riceverai la giusta ricompensa”.
Bellatrix gli aveva destato sempre una gran soggezione ma in quel momento Regulus si chiese come potesse essersi così illusa. La devozione totale che mostrava nei confronti di Voldemort era troppo esagerata, per i suoi gusti.
Possibile che ci fosse un motivo più grande che la spingesse a seguirlo in tutto e per tutto, lei che non si sottometteva mai a nessuno? L’emozione che traspariva dai suoi atteggiamenti quando parlava di Lui erano indicativi. In questo Bellatrix aveva un punto in comune con Sirius: non controllava le proprie emozioni. Era impulsiva, a differenza di Narcissa e Regulus stesso.
Aveva iniziato a sospettare che si fosse addirittura innamorata di Voldemort, anche se gli sembrava strano che una donna forte e indipendente come lei potesse farlo. Ma, in effetti, lui era l’unico che poteva dominarla.
In ogni caso, continuava a ritenerla un follia vera e propria. Il Signore Oscuro aveva dimostrato a sufficienza di non avere cuore, perciò non avrebbe mai potuto ricambiarla. Anzi, di certo non sarebbe stato felice di saperlo.
Sentendo le voci all’interno della sala, Regulus si chiese se Rodolphus sospettasse qualcosa. Ma pensò che, anche se lo avesse intuito, non avrebbe potuto fare niente, a parte sfogare la propria ferocia e frustrazione sui Sanguesporco che incontrava.
“Però” aggiunse Bellatrix, distogliendolo da quei pensieri, “devi anche diventare più motivato. Con la Cruciatus vai bene, ma non riesci ancora ad uccidere. Se non fossi sempre in compagnia di qualcun altro, saresti catturato in poco tempo, te ne rendi conto?”
“Sì, Bella” rispose lui, serrando le mani intorno al bordo del balcone. Non vedeva l’ora di finirla, perché più viveva e più rischiava di ritrovarsi improvvisamente a dover scegliere se risparmiare la vita di qualcuno o ucciderlo per non destare sospetti. Era spaventoso soltanto pensarlo.
“Vedrai che non è così difficile come sembra” affermò lei, indifferente.
“Certo…”
Regulus ad un certo punto si chiese se Bellatrix avrebbe sofferto per la sua morte. Anche se l’aveva sempre ammirata fin da piccolo, lei non lo aveva considerato molto finché non era diventato un Mangiamorte. Lo aveva sempre ritenuto un moccioso e il suo scarso istinto materno la aveva indotta a ignorarlo più delle altre due sorelle.
Si ricordava che, quando Andromeda era scappata di casa, Bellatrix ci era rimasta davvero male ma era riuscita subito a reprimere quel sentimento, per poi decidere di cancellarla per sempre dalla propria vita.
Perciò Regulus si rese conto che, anche se avesse sofferto per la sua scomparsa, la consapevolezza del suo tradimento sarebbe stata molto più forte e presto avrebbe odiato anche lui.

***

Regulus diede un ultima occhiata al biglietto sul quale erano scritti luogo e ora dell’appuntamento e lo incenerì.
Si trovava nel bel mezzo di Hyde Park, a Londra. Il sole non era ancora tramontato, ma il cielo aveva già assunto una tinta di fuoco. La luce rossastra filtrava attraverso le chiome degli alberi. Sotto uno di questi, Regulus riconobbe una sagoma familiare e le si avvicinò.
“Ciao” esordì, rivolgendosi al ragazzo che aveva appena voltato la testa dalla sua parte.
“Ciao” rispose Barty, con un tono che si sforzava di sembrare naturale. In realtà era parecchio giù di tono. Lo sguardo cupo e l’espressione tesa lo dimostravano ampiamente, ma Regulus non gli chiese nulla perché sapeva che, quando era di cattivo umore, a Barty non piaceva essere infastidito.
Questo gli fece un cenno ed entrambi iniziarono a camminare. Per un po’ rimasero in silenzio, ascoltando solo i propri passi attutiti dall’erba, mentre il parco iniziava già a svuotarsi.
“Come va il corso di Magisprudenza?” chiese Regulus, sforzandosi di iniziare un discorso. Non era proprio in vena di chiacchierate ma aveva intuito che, se non fosse stato lui a cominciare, probabilmente Barty non avrebbe aperto bocca.
“Bene” rispose quello, come se si fosse improvvisamente risvegliato, “anche se non siamo ancora membri del Ministero a tutti gli effetti. Dobbiamo usare l’ingresso visitatori”.
Per un altro po’ camminarono lungo un viale coperto di ghiaia, senza dire nulla, e Regulus ebbe l’occasione per notare come Barty fosse cambiato un’altra volta. Se fino a poco tempo prima aveva cercato di dimostrare la propria intenzione di fare il ribelle, facendo poca attenzione all’ordine dei suoi abiti, adesso era vestito di tutto punto e sembrava di nuovo il ragazzo perfettino che aveva conosciuto al primo anno, atteggiamento volto a mascherare la sua doppia identità. Tuttavia il suo modo di fare non era più quello insicuro di un tempo: era diventato molto più determinato ed estremamente bravo a mascherare ogni suo pensiero.
Però quella volta sembrava fare eccezione: doveva esserci qualcosa che lo preoccupava molto. Barty infatti appariva davvero nervoso. Muoveva gli occhi incessantemente, senza farli fermare un attimo, come se non sapesse dove guardare. Aveva le sopracciglia aggrottate che rivelavano una grande inquietudine. Regulus percepì il suo nervosismo e ne fu inspiegabilmente invaso a sua volta.
“Allora?” chiese Regulus, impaziente. “Come mai mi hai chiesto di incontrarci?”
A quel punto Barty si fermò, decidendo di individuare una direzione in cui puntare gli occhi, e lo guardò. Era incerto ma anche cupo e serio. Esitò per alcuni secondi, poi cominciò a parlare.
“Avrei una cosa da chiederti”.
Regulus gli fece cenno di continuare e quello proseguì.
“Stamattina al Ministero ho incontrato Rachel, e lei mi ha detto che vi siete lasciati”.
Regulus sentì una fitta dolorosa al cuore, ma si impose di ignorarla. In quelle ultime settimane aveva cercato di non pensarla, ma naturalmente ogni suo sforzo in quel senso si era rivelato inutile.
“Sì, e allora?” sbottò, nervoso. Non gli andava di parlarne, in particolare con Barty. Non si poteva fidare più di lui.
“Mi chiedevo come mai. Lei non me l’ha voluto dire”.
Regulus si domandò perché gli interessasse tanto.
“Non mi va di parlarne”.
Barty non parve deluso. Piuttosto, sembrava che volesse chiedere qualcos’altro ma che non sapesse se avrebbe potuto osare tanto.
“Non è normale” disse. “Non vi sareste mai lasciati se non per un motivo molto serio”.
“Dove vuoi arrivare?” sbottò Regulus, irritato.
Barty finalmente lo guardò dritto negli occhi, riponendo ogni esitazione.
“Le hai detto che sei un Mangiamorte, vero?”
Regulus impallidì e distolse lo sguardo, il cuore che gli martellava nel petto. La sua reazione però diede all’altro la conferma dei suoi sospetti.
“Lo sapevo! Le hai confessato tutto!”
Regulus gli scoccò un’occhiataccia.
“Non le ho detto proprio tutto… e comunque non sono affari tuoi. Lei non lo racconterà a nessuno”.
Barty diede un calcio a un sassolino, scagliandolo dall’altra parte della strada. Nello sforzo di calmarsi, fece un lungo respiro.
“Non è questo il punto… Pensa se decidesse di denunciarti… Non le hai detto di me, voglio sperare”.
“Credi che sia un idiota? No che non gliel’ho detto”.
Regulus era sicuro che a quel punto Barty si sarebbe relativamente calmato, e invece si sbagliava di grosso. Si torturava il labbro inferiore con i denti, come se non avesse ancora detto tutto quello che voleva. Alla fine sembrò trovarne il coraggio e lo guardò di nuovo, ansioso.
“Parliamoci chiaro, Black. Ci conosciamo da otto anni ormai, perciò so intuire quando c’è qualcosa che non va. Io ti sarò sempre grato perché, se non fosse stato per te, non sarei mai diventato un Mangiamorte. Sono contento di quello che faccio, anzi, ne sono entusiasta. Tu però ti comporti in un modo strano, ultimamente. Ogni giorno non vedi l’ora di tornartene a casa, parli pochissimo e hai lo sguardo sfuggente. E non sono l’unico pensarla così: anche Piton l’ha notato. Sei cambiato”.
Regulus fu assalito dalla paura, che gli intorpidì le facoltà mentali.
“Non è vero” riuscì solo a rispondere.
“E adesso…” proseguì Barty, come se non fosse mai stato interrotto: sembrava che si fosse preparato quel discorso a memoria. “… vengo a sapere che hai confessato chi sei ad una che – spiacente – ma non essendo con noi, è contro di noi. Ti rendi conto da solo che il tuo non è un comportamento normale”.
Regulus sentì l’ansia salire a livelli mai raggiunti prima ma si impose di restare impassibile e di fare il finto tonto.
“Non capisco cosa vuoi dire” rispose, sostenendo con fermezza il suo sguardo.
Barty aveva ancora un’aria indecisa e forse vagamente dispiaciuta.
“Lo spero per te. Io sono tuo amico, perciò in linea di massima mi fido di te. Ma proprio perché siamo amici, dovresti sapere che la cosa che odio di più al mondo è il tradimento. La mia fedeltà va tutta al Signore Oscuro, e chiunque altro viene sempre dopo di Lui, perciò regolati di conseguenza”.
Quelle parole gli rimbombarono nella sua testa, come se avessero prodotto un’eco interminabile. Regulus ebbe l’impressione che lo stomaco gli si fosse riempito di piombo.
“Che cosa vorresti insinuare?”
Barty gli si avvicinò con aria minacciosa.
“Lo sai. Ti dico solo che un giorno non vorrei ritrovarmi a dover riferire al Signore Oscuro che lo hai tradito. Sono stato chiaro?”
Ci fu una breve pausa di silenzio, durante la quale Regulus valutò la possibilità di estrarre la bacchetta e cancellargli la memoria, ma non sarebbe stata una mossa saggia.
“Come la luce del sole” rispose, esteriormente glaciale, ma in realtà scosso dal terrore. “Peccato che le tue idee non siano altrettanto chiare”.
“Quindi non hai intenzione di tradirlo?”
“No”.
“Me lo auguro. Ma sei avvertito, Black. Io servirò sempre e incondizionatamente il Signore Oscuro. Per questo i suoi nemici sono anche miei nemici. Sicuramente mi sono sbagliato a sospettare di te. In effetti, sarebbe strano se uno come te, un Black, cambiasse ideali, ma ho pensato che fosse meglio avvertirti, prima che ti vengano in mente strane idee”.
Poi cadde un altro silenzio teso. Regulus e Barty continuarono a guardarsi con diffidenza per alcuni secondi. Anche se a parole lo aveva solo avvertito di quella possibilità, era evidente che Barty non si sarebbe più fidato di lui.
Regulus non aveva mai dato eccessiva importanza all’amicizia, sostenendo di non averne bisogno: era sempre stato Sirius quello che non poteva farne a meno, non certo lui. In quel momento però capì che qualcosa tra loro due si era infranto per sempre e ne fu dispiaciuto, molto più di quanto avrebbe mai potuto pensare.
Non erano più i ragazzini dei tempi della scuola. Erano cresciuti e avevano fatto le loro scelte, decidendo di percorrere due strade del tutto opposte.
Si sentiva anche un po’ responsabile, perché se Barty aveva preso una strada sbagliata, la colpa in parte era sua. Era stato lui a presentarlo al Signore Oscuro e ai Mangiamorte. Sapeva che, con o senza il suo aiuto, Barty avrebbe sbagliato lo stesso autonomamente, ma avrebbe voluto fargli capire chi fosse davvero lord Voldemort.
“Be’, io vado, adesso” tagliò corto Barty. “Ci vediamo domani”.
Un attimo dopo si era Smaterializzato, lasciando Regulus in preda al terrore.
Il panico gli impediva quasi di respirare. Non aveva più tempo per rimandare il viaggio nella caverna. Se Barty aveva iniziato a sospettare di lui, doveva andare il prima possibile. Sarebbe entrato nella caverna la sera successiva, così Voldemort non lo avrebbe potuto fermare prima.
Gli sembrò impossibile quando si rese conto che gli restavano solo ventiquattro ore, le ultime ventiquattro ore della sua vita. Come le avrebbe trascorse? Aveva così tante questioni in sospeso da chiarire prima di andarsene per sempre, ma non sapeva da dove cominciare e inoltre si rendeva conto di non poterle risolvere tutte.
Tutti lo avrebbero ricordato come il Mangiamorte stupido che aveva avuto paura ed era stato punito. Quasi non gli importava. Poteva sopportare che la comunità magica la pensasse così, addirittura che Sirius, Alphard e sua madre si facessero quella opinione di lui. Anzi, pensò, dovevano pensarla in quel modo: così sarebbero stati più al sicuro.
Ma l’unica cosa che non poteva tollerare era che Rachel lo considerasse un vigliacco. Lei doveva sapere la verità. Non le avrebbe detto nulla di quello che aveva scoperto, ma doveva almeno confessarle che si era pentito.
Sentiva il bisogno lancinante di stringerla di nuovo a sé. Forse lei non glielo avrebbe permesso, ma si sarebbe accontentato di poterla vedere per l’ultima volta, perché anche soltanto guardarla da lontano lo avrebbe aiutato a trovare la forza per affrontare l’ultima prova che lo attendeva, la più difficile di tutte.


01. Addio. 02. Ricordi. 03. Speranza. 04. Bellezza. 05. Fotografia.
06. Gatto. 07. Cane. 08. Musica. 09. Fuochi d'artificio. 10. Cioccolato.
11. Carta. 12. Paura. 13. Sole. 14. Sangue. 15. Bambola.
16. Ali. 17. Cuscino. 18. Candela. 19. Dolce. 20. Amaro.
21. Pelle. 22. Ghiaccio. 23. Sogno. 24. Incubo. 25. Risveglio.
26. Incontro. 27. Vertigine. 28. Lacrime. 29. Attesa. 30. Noia.
31. Felicità. 32. Dolore. 33. Solitudine. 34. Silenzio. 35. Campanello.
36. Nascosto. 37. Gelosia. 38. Nodo. 39. Caldo. 40. Freddo.
41. Tempo. 42. Bacio. 43. Sorriso. 44. Desiderio. 45. Illusione.
46. Specchio. 47. Latte. 48. Caffè. 49. Potere. 50. Strada.

*Angolo autrice*
In questo capitolo non è successo quasi nulla, ma l'ho dovuto scrivere soprattutto per dare il tempo a Regulus di riflettere su cosa lo aspetta.
Draco nasce il 5 giugno 1980, perciò secondo i miei calcoli nel novembre 1979 Narcissa doveva essere già al secondo mese. Ho sempre pensato che Regulus sarebbe stato il padrino perfetto per Draco: magari avrebbe potuto far entrare un po' di buon senso in quella zucca! S
u Draco nutrivo molte speranze, e invece nell'ultimo libro è stato la mia più grande delusione. Ci ho impiegato più di un anno per riprendermi dallo shock. E pensare che dopo il sesto mi piaceva tanto... Ho odiato la Rowling anche per questo. :-(
Passando ad altro, Bellatrix è un'altra che mi mette soggezione,
quindi spero di averla descritta almeno decentemente!
Come avrete notato,
in questi ultimi capitoli sto inserendo alcuni personaggi che avevo un po' abbandonato: è un po' un modo per salutarli. Anche se non riesco ad inserirli tutti. A Emmeline Vance, per esempio, non sono riuscita a ritagliare neanche un piccolo spazio, perché ora fa parte dell'Ordine e un incontro con Regulus non sarebbe proprio pacifico! E, prima che vi illudiate, purtroppo non ci saranno nuovi incontri con Sirius. Visto che ho già ideato quello che ci sarà nel seguito, preferisco aspettare fino a quel momento, se no mi si esaurisce un po' del pathos se i due fratelli li faccio chiarire prima! (prego, adesso lanciatemi pure la frutta marcia... argh!)

Ultimo (sigh) aggiornamento: tra il 28 sera e il 29 maggio.

Alohomora: hai ragione, Alphard ricordava molto Sirius adulto nel capitolo scorso. In effetti, ho giocato molto sulle storie che si ripetono, e non solo quelle d'amore! In effetti poi la scoperta degli Horcrux l'ho fatta passare in secondo piano, perché volevo concentrarmi più che altro su quello che ha provato Regulus dopo la scoperta che sulla solita spiegazione di cosa sono gli Horcrux (anche perché la conosciamo tutti, mi sembrava una ripetizione inutile!)
Mirwen: oh be', capita! Certe volte anche io sono convinta di aver fatto una cosa e invece... XD Non potevo non parlare più di Alphard... mi è mancato tanto!
November Rain: ciao, sono contenta che hai letto questa storia! Volevo anche dirti che hai un bellissimo nickname! ^^ Hai ragione, non sei stata l'unica a pensare a Sirius nell'Ordine della Fenice quando hai letto di Alphard. Come hai potuto vedere, il capitolo in cui Regulus riparlerà con Rachel sarà il prossimo, anche perché pensavo di concludere proprio nel momento in cui lui sta per entrare nella caverna. La scena della sua morte l'ho già descritta in un'altra fanfiction e anche in una one-shot che non ho ancora pubblicato, quindi capirai che ormai rischio solo di ripetermi! Quella scena poi potrebbe apparire nel seguito What if, in cui cambierò alcuni eventi, quindi preferisco fare così...
Circe: prima di tutto, grazie del commento positivo su Severus, mi ha fatto piacere! Spero che qui Bellatric ti sia piaciuta. Non l'ho approfondita troppo, altrimenti avrei scritto un poema, ma mi auguro che ti abbia convinta! Ormai tu sei la massima esperta su Bellatrix per me, quindi il tuo giudizio sarà il più influente! ^^ Nel capitolo scorso, anzi, non mi sono soffermata troppo sulla ricerca sui libri, perché non volevo ripetere cose risapute, ma sono felice che ti sia piaciuto lo stesso.
Lellas92: mi accingo a rispondere a questa lunga recensione! Più che altro la punizione divina l'ho meritata io! H
o dovuto aggiornare in anticipo perché visto che vado sempre a letto tardi e poi il venerdì sera sono uno zombie! Tu invece ti meriti un premio: 8 capitoli al giorno è un'impresa, complimenti! Sono felice che la mia versione di Regulus ti sia rimasta impressa! Sì, lui era meno innocente di una come Edvige, che il massimo che poteva aver fatto era di aver beccato Harry quando la ignorava, perciò sono contenta di essere già arrivata al suo pentimento (di Regulus, non di Edvige!). Sono felice anche che ti piaccia Rachel e che il cambiamento di Barty ti abbia convinta: anche io temevo di dovermi arrampicare sugli specchi per lui! Eh, Sirius in effetti è più serio del normale, soprattutto perché Regulus lo vede spesso a Grimmauld Place dove di certo non si divertiva, sia perché a scuola si rivolgevano la parola quasi sempre per litigare (-.-) Riguardo James... scusa, è più forte di me! Però sapere da una sua fan che sono riuscita lo stesso a trattarlo bene mi rincuora: ho sempre timore di esagerare! Nel seguito alcune morti ci saranno (per esempio molti dell'Ordine come i Prewett, ecc) ma sicuramente i personaggi essenziali vivranno molto più serenamente...
Vodia: be' di solito preparo il capitolo seguente con le relative risposte alle recensioni a metà settimana, cioè quando ho un po' più di tempo e poi guardo solo se ne arrivano di nuove! ^^ Stavolta però ho ricontrollato la tua pochi minuti prima di aggiornare, così sto tranquilla! Per quanto riguarda le tue domande: 1) Regulus non ha detto mai a nessun parente di aver cambiato idea, neanche a Kreacher, perché - come dice Hermione - così sarebbero stati più al sicuro, per questo ho evitato che lo raccontasse ad Alphard. 2) E' una buona idea, sai? La Rowling non ha mai fatto collaborare Alphard con l'Ordine (forse lei lo immaginava già morto, chissà) però potrei farci un pensierino!
vulneraria: grazie! Meno male, mi state incoraggiando tantissimo: vuol dire che ho fatto bene a lasciare tutto così com'era! Non temere, tra Regulus e Rachel si aggiusterà tutto e anche Alphard e Perseus si riavvicineranno, anche se non proprio subito...
lyrapotter: il fatto che Regulus avrebbe trovato informazioni sugli Horcrux da Alphard era praticamente l'unica certezza che avevo all'inizio della storia, quindi meno male che vi è piaciuta! Hai ragione, Walburga è stata sempre la solita, anzi, magari ha dimostrato anche un po' più di pazienza che in fututo... Comunque sia, non si finisce mai di parlar male di lei! XD A proposito, nel prossimo capitolo anche lei avrà una parte, proprio perché lei è sempre presente, purtroppo... Ma poi ci sarà anche Rachel, che immagino sarà più gradita dell'adorabile signora Black!
_Mary: ci tenevo tanto a far riappacificare Regulus e Alphard, o meglio a fare in modo che Regulus non fingesse più di avercela ancora con lui! E' proprio per scrivere questo capitolo che ho deciso di modificare nei limiti del possibile la storia dei galeoni che Alphard ha dato a Sirius, non facendolo morire così presto! Certo, ora è invecchiato, e purtroppo nemmeno lui è eterno, ma per il momento preferisco non pensarci. Sono felice di quello che hai scritto, perché ho scoperto che la saga non si conosce mai abbastanza, e infatti non è facile far combaciare tutto perfettamente! Quindi grazie ancora! La dicitura VIF mi sta benissimo, anzi, ne sarei lusingata! XD
Rinalamisteriosa: complimenti per aver letto tutta la storia in così poco tempo, anzi, grazie per aver impiegato il tuo tempo! Lo so che è lunghetta, anche se a me non lo è sembrata perché mi piace scriverla! Sì, ho dovuto fare parecchie ricerche, ma per fortuna c'è un sito fantastico (HP Lexicon) che dà più o meno tutte le risposte, anche se è in inglese (sob!). La vera difficoltà l'ho incontrata quando ho dovuto descrivere il cambiamento di Barty Crouch, ma alla fine ce l'ho fatta. Grazie ancora!
malandrina4ever: sì, in questi ultimi capitoli sono sempre più fiera di Regulus, e meno male, perché nel suo primo periodo da Mangiamorte mi dispiaceva un sacco fargli fare certe cose... Adesso però posso finalmente sbizzarrirmi e dire apertamente che è un eroe! XD Credo che io e te arriveremo a fondare un culto in suo onore! In questo capitolo come hai potuto vedere ha riflettuto molto su quello che lo aspetta: se lo avessi fatto in quello scorso, sarebbe stato troppo, e poi doveva avere il tempo di assimilare la notizia (e anche io!). Un probabile romanzo mi sembra ancora molto lontano! Prima mi esercito qui e poi si vedrà! Anche perché non credo che il periodo delle fanfiction si esaurirà tanto presto! XD

E infine grazie a MEISSA_S per aver ritagliato un po' del suo tempo limitatissimo per indicare i capitoli più significativi in cui è comparsa Rachel! Grazie mille! :-)
  
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