Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Yoney    22/05/2010    1 recensioni
Questa fanfiction nasce da un mio sogno, dal mio desiderio di vivere nel magico mondo della Takahashi. Decisi, quindi, di scrivere questa fanfiction... Per i primi due capitoli temo che Inuyasha non centrerà moltissimo, tranne che per l'amore della protagonista nei suoi confronti. Inoltre Temo che Inuyasha e Kagome come personaggi veri e propri verranno solo dal terzo capitolo in poi. Ah! Loro non saranno proprio la coppia principale... La storia parla di Etsumi Akizuki, una ragazza dell'epoca moderna, Innamorata della vita e della felicità. Un giorno uno strano incontro nei bagni scolastici la porteranno a cambiare radicalmente la sua vita ed a rivivere le stesse orme della sua eroina e del suo eroe... In compagnia di essi! Spero di avervi incuriosito. Un bacio
Genere: Generale, Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Artigli blu -

"Di fronte al mare la felicità è un'idea semplice."  [Jean-Claude Izzo]

Siete mai stati davvero innamorati? Ne dubito. È raro riuscire a trovare la persona perfetta per te. Quella persona che ti fa stare così bene che non desidereresti nient’altro. Una persona per cui dai tutto... Tutto.
Per me è così, lo amo. Lo amo in tutti i sensi della parola, lo adoro, non riesco a stare lontano da lui un solo istante. Non faccio altro che pensarlo e lo guardo sempre con così tanta attenzione e amore che potrei perforarlo.
Il mio mezzo demone. Il mio amato Inuyasha.
Il mio
impossibile
Inuyasha.
Il mio
non esistente
Inuyasha.
Il mio manga Inuyasha.
Ok, sono matta? Si, decisamente. Ma non trovo altro modo per esprimere questa mia devozione per questo mito. Altro che spiderman o Batman. Lui
è il mio eroe!
Ma, purtroppo, è anche una persona che non esiste...
Uff. guardo fuori dalla finestra. È inutile, continuo a perdermi nelle mie fantasie e non ci capisco niente di storia. Ma che mi serve seguire? Questa parte del programma la conosco a memoria, l’ho già studiata per conto mio. Per interesse mio. Indovinate un po’ qual è? Esatto.
L’epoca Sengoku.
Peccato che, ovviamente, sia molto più noiosa quella scritta nei libri che quella di Rumiko Takahashi…  
Il professore sbatte il giornale arrotolato sul banco.
-Akizuki!-
Dio, non si può più neanche pensare!
Gli rispondo, impassibile.
-Si, prof?-
-Ancora disattenta! Cosa devo fare con te? Vuoi dirmelo? Perché io, davvero, non lo so più! Sei sempre persa con la testa nei tuoi manga. A questo punto trasferisciti nel loro mondo, che fai prima!-
Questa “battuta” del prof provoca le risatine generali. E certo! Siamo all’inizio dell’anno (Dio mio!), è ovvio che tutti vogliono iniziare ingraziandosi il prof.
Bleah, lecchini!
Se c’è una cosa che odio, dopo l’infantilità, sono proprio i lecchini. E il vittimismo. In pratica la falsità…
-Scusi prof. Starò attenta!-
-Si certo! Come mi hai detto appena cinque minuti fa! Invece di fare la spiritosa…-
Ah! Ora sarei io la spiritosa?!
-Rispondimi a questa domanda: In che anno finirono le guerre di Oda Nobunaga?-
-Nel 1582 prof!-
Lui è imbarazzato e non sa bene che dire. Ho risposto giusto…
Beh, l’ho già detto che l’epoca Sengoku la so a memoria, no?
-Ok... Però stai attenta.-
-certo prof!- mi siedo, poi mi rialzo e alzo la mano.
-prof?-
Lui mi guarda esasperato, che è proprio quello che volevo ottenere.
-Si, Akizuki?-
-Posso andare in bagno?-
Diventa rosso come un peperone
“ora mi parte di capoccia…”
Per fortuna si trattiene.
-vai vai vai! E, possibilmente, restaci!-
“Wow grazie!”
-La prenderò in parola!-
Dico, un attimo prima che la porta dell’aula si chiuda d’avanti alla sua faccia stupita e disperata insieme.

*****

Mi chiamo Etsumi Akizuki, ho 15 anni e vado in terza media.
Questo basta. Di me non parlo mai, perché non ho niente da dire.
Per descrivermi, come dicono tutti, basta una parola... Manga. Sono un manga vivente. Beh, ok che qui in Giappone lo siamo un po’ tutti ma io lo sono in maniera esagerata. O almeno, questo, è quello che dicono...
Vorrei dirvi che non me ne importa niente di quello che si dice di me, ma purtroppo non è vero. Non sono una persona così. Penso e penserò sempre a quello che gli altri pensano… fa parte di me. Anche se non so perché lo faccio… Forse la troppa paura. Paura di cosa? Della solitudine.
Ah, sono super permalosa. Ma questo non è importante.
Do un pugno sul muro (e mi faccio pure male), quello stronzo del professore! Io giuro che se non andavo in bagno gli partivo di capoccia. A lui e a quella stronza d’avanti a me che se la rideva... Ok, non sono decisamente la finezza in persona. O, meglio, chiamo le cose con i loro nomi.
Apro l’acqua del lavandino e mi sciacquo il viso. Ahhhh, pace. Non lo so perché, ma l’acqua è sempre stata una fonte di tranquillità per i miei pensieri troppo affollati, sin da ragazzina mi bastava toccare l’acqua per tornare guizzante e allegra se ero stanca, e per donarmi tranquillità se troppo stressata.
A volte sembra quasi che mi ascolti... Ma questo non è possibile.
Mi guardo allo specchio e faccio una smorfia.
-Uff, vorrei i capelli blu!- Dico. Tanto perché nessuno può sentirmi.
-E vorrei poter nuotare per ore senza aver bisogno di respirare e vorrei essere come una sirena e poter vivere nell’acqua e sulla terra, un po’ e un po’…-
Mi guardo ancora allo specchio (nota: Etsumi non è assolutamente narcisista! è solo che dovevo dargli qualcosa da fare nel frattempo.^^) :
-Scema! Ma cosa vai a pensare…-
-Lo vorresti davvero?-
Mi prendo un colpo. Accanto alla porta delle docce è comparsa una ragazza, bassissima e magra, ma così magra, che sembra un filo d’acqua. Ha i capelli Turchesi e degli occhi di un azzurro, ma così azzurro, che ti ci perderesti.
Ha un vestito vaporoso, blu e bianco, a veli. È completamente bagnata.
-Hem, ciao. Scusa ma tu da dove spunti? E perché sei fradicia?-
Lei fa un cenno verso le docce -pensavo non funzionassero…-
“bene! E le hai aperte eh?! Intelligente!”
-Wow, che fico! Hai i capelli turchesi! Dove li hai tinti?-
-Lo vorresti davvero?-
Hem…
-Cosa?-
-Vorresti davvero vivere nell’acqua e non smettere mai di nuotare e non essere più un essere umano?-
Ok, questa non sta bene…
-Hem, non lo so… Senti, come ti chiami?-
“meglio che la riporti subito in classe sua. Questa sembra avere seri problemi!”
-Rie. Ma, per tua informazione, non sono malata.-
La risposta mi lascia di stucco. Sa anche leggere nel pensiero, questa qui?!
-Allora? Lo vorresti?-
Ancora?
-Beh… Si, certo! Lo vorrei tantissimo. Ma, tanto, che importanza ha?-
Lei fa un sorriso strano, freddo.
-Allora lascia che ti faccia un regalo…-
-Co-cosa…?-
All’improvviso una luce accecante la circonda, e lei inizia a librarsi da terra. Un momento! Ma cosa succede?!
-Ahhhh!- I rubinetti esplodono e l’acqua viene attirata verso Rie come una calamita fa col ferro. Rie è circondata dall’acqua. Rie sembra fatta d’acqua!
L’unica cosa che si vede, di Rie, sono due occhi, grandi e neri come la pece.
-Ringraziami, esaudirò il tuo desiderio!-
Tira fuori la mano da quel circolo d’acqua. Una mano bella, piccola. Con lunghi artigli blu al posto delle unghie. Sembrano fatti anch’essi d’acqua…
No, un momento. L’acqua, il mio elemento. La cosa che più amo…
Non può farmi del male, vero?!
-Aspetta! Cosa…?-
È l’unica cosa che riesco a dire, prima che gli artigli blu mi dilanino il petto.

   
 
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