Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Nymphy Lupin    25/05/2010    5 recensioni
Victoire ha paura di volare. Ce la farà Ted a farle cambiare idea?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Era un caldo pomeriggio d’estate e due ragazzi stavano camminando lungo la spiaggia. Il ragazzo era alto, con i capelli azzurri lunghi fino alle spalle che gli cadevano davanti agli occhi ambrati. Teneva per mano l’altra ragazza, più bassa di lui di tutta la testa, con i lunghi capelli d’orati che ondeggiavano al vento e gli occhi azzurri che guardavano l’orizzonte.
I raggi luminosi del sole accarezzavano i loro volti e il mare luccicava come se tutte le stelle fossero sotto la superficie, in attesa di salire di nuovo in cielo per brillare tutta la notte. Ted lasciò la mano di Victoire e la appoggiò sul suo fianco, stringendola a sé. Lei sorrise.
Lui la guardò.
« Ho un’idea » disse.
« Spero che non preveda qualcosa di pericoloso e assolutamente contro ogni regola » gli rispose, sorridendo ancora di più.
« Dipende di che regole stiamo parlando... se ti riferisci a quelle di tuo padre, credo proprio che ne infrangeremo qualcuna » ghignò, prima di abbassarsi su di lei e baciarla.
Victoire alzò le braccia fino a circondargli il collo e affondò le mani nei suoi capelli. Rimasero così abbracciati fino a che non ebbero più fiato.
« Allora » disse Victoire, quando si separarono. « Cosa stavi dicendo prima? »
« Vieni con me ».
E presala per mano, Ted si Smaterializzò.

Ricomparvero davanti ai cancelli di Hogwarts. La ragazza lo guardò meravigliata e aprì la bocca per far la domanda più logica che potesse fare il quel momento, ma Ted le posò un dito sulle labbra.
« Aspetta ».
Superò i cancelli e iniziò a camminare verso la capanna di Hagrid. Victoire lo seguì, sempre più confusa.
Hagrid stava sulla porta della capanna, seduto su uno sgabello, e stava intagliando un pezzo di legno con un coltello a serramanico.
« Ted, Victoire » li salutò.
« Ciao Hagrid » risposero loro, in coro.
Hagrid appoggiò il coltello per terra e chiese:
« Come mai qui? »
« Possiamo prendere in prestito Fierobecco? » domandò Ted.
Victoire spalancò gli occhi e lo guardò.
« Che cosa?! »
Hagrid sorrise.
« Ma certo che potete! Ci avrebbe proprio voglia di fare un giro » esclamò. « È dietro alla casa ».
« Grazie » disse Ted, salutandolo con la mano, mentre con l’altra prendeva Victoire per un braccio e la trascinava con sé.
La ragazza lo seguì. Una volta nascosti alla vista di Hagrid, gli si piazzò davanti, le mani sui fianchi e lo sguardo assassino che cercava di nascondere l’inquietudine.
« Cos’hai in mente? » sibilò.
Ted ghignò e si avvicinò all’ippogrifo che li guardava disinteressato dal suo angolo. Il ragazzo si inchinò e gli accarezzò le piume sul dorso.
« Dai, avvicinati » disse alla ragazza, che ancora tentennava. « Forza, non ti mangia mica! »
“Non è questo che mi preoccupa” pensò lei.
Victoire si inchinò e, al cenno positivo della creatura, avanzò lentamente. Quando arrivò a toccargli la testa, sorrise involontariamente.
« È bello » disse.
Ted le si avvicinò la dietro e la prese per i fianchi.
« No » le sussurrò all’orecchio. « Il bello viene adesso ».
Victoire sentì un brivido lungo la schiena. Lui la sollevò e la issò sulla groppa dell’ippogrifo. Il cuore della ragazza iniziò a battere all’impazzata.
« Cosa credi di fare?! » urlò. « Fammi scendere! »
Ted la ignorò e salì dietro di lei. Victoire era rigida e aveva le nocche bianche per la forza con qui stringeva le piume dell’animale.
« Ted » ansimò, senza fiato per la paura. « Fammi scendere ».
Lui la circondò da dietro con le braccia e appoggiò le grandi mani calde sulle sue. Le diede un bacio sul collo bianco.
« Ti fidi di me? » sussurrò.
Victoire rabbrividì al sentire il suo fiato caldo sul collo, ma le labbra rimasero serrate e gli occhi spalancati.
« Victoire? »
Il suo nome, detto da lui, aveva un suono diverso, speciale.
« Ti fidi di me? »
Ancora quella domanda, sussurrata all’orecchio. Si fidava di lui? « Sì » rispose con voce fioca.
Ted si aggrappò alle piume dell’ippogrifo.
« Allora tieniti forte ».
Fierobecco spalancò le lunghe ali e, con una spinta, si sollevò da terra. Victoire urlò con quanto fiato aveva in gola. Continuarono a salire sempre di più, i capelli spettinati dal vento. I raggi del sole morente illuminavano i loro volti e davano ai capelli di Victoire una sfumatura ramata. Con uno strattone, Ted fece rallentare l’ippogrifo che, stendendo le ali, rimase sospeso in aria. La ragazza aveva ancora gli occhi chiusi.
« Apri gli occhi, Victoire » le sussurrò. « Apri gli occhi e guarda ».
Lei obbedì. Si trovavano sopra al lago. Le montagne che lo circondavano erano tinte di rosso e in ogni direzione si estendevano prati sconfinati. La Foresta Proibita, da quell’altezza, non sembrava poi così spaventosa e si potevano scorgere le rare radure che spuntavano qua e là. Victoire guardò giù.
Represse un brivido e si strinse di più con le gambe ai fianchi di Fierobecco, irrigidendosi. Ted l’abbracciò, facendola appoggiare con la schiena al suo petto.
« Non ti lascerei mai cadere, lo sai » disse.
La ragazza si abbandonò a quella stretta calda e rassicurante.

Il silenzio era rotto solo dalle ali dell’ippogrifo che si sollevavano e si abbassavano a un ritmo costante. Victoire chiuse gli occhi e sorrise. Fin da piccola, aveva sempre avuto paura delle altezze, soprattutto se si trattava di volare. Quando aveva due anni era salita su una delle scope che sua nonna teneva nel capanno dietro alla Tana. Si era sollevata solo di un paio d metri, prima che suo padre la riportasse a terra, ma aveva avuto così tanta paura, che da allora non si era mai alzata da terra di più di un metro e mezzo per mettere il puntale del gigantesco albero di Natale che mettevano in casa ogni Natale.
E ora stava volando in groppa a un ippogrifo. All’inizio era terrorizzata e quell’episodio della sua infanzia le si era ripresentato davanti agli occhi. Ma non era da sola: c’era Ted. C’erano le sue forti braccia che la circondavano, il suo profumo di muschio che la inebriava. E accanto a lui, non aveva paura.

Il ragazzo fece planare lentamente Fierobecco verso il lago.
Victoire si strinse un po’ di più a lui. L’ippogrifo sfiorò il pelo dell’acqua con le zampe. Ted sporse di lato, stringendo i fianchi della ragazza.
Lei aprì la bocca per protestare, e cercò di divincolarsi e tornare dritta, ma lui le prese la mano e la avvicinò all’acqua. Le loro dita intrecciate la sfiorarono, tracciando una scia sulla sua superficie liscia.
Victoire sorrise.
L’ippogrifo tornò a volare più in alto, verso il sole infuocato. Il cerchio rosso che spariva lentamente nel lago rifletteva la sua luce sull’acqua, creando uno spettacolo meraviglioso.
« È bellissimo » sussurrò Victoire.
Ted la guardò serio.
« Non se paragonato a te » disse, prima posare dolcemente le labbra sulle sue.

Dopo pochi minuti, ricominciarono a scendere verso un boschetto. Atterrarono in una piccola radura dove un rivolo d’acqua argentata zampillava da alcune rocce. Ted fece scendere la ragazza dall’ippogrifo. Poi estrasse la bacchetta ed evocò una coperta dove poterono sdraiarsi a osservare le stello che splendevano nel cielo sopra di loro.
Victoire appoggiò il capo sul petto del ragazzo. Lui le baciò i capelli e le passò un braccio attorno alle spalle.
« Quella è Sirio » disse, indicando un punto nel cielo stellato. « Mentre quella » spostò il braccio, « è la costellazione di Andromeda ».
La ragazza si voltò a guardarlo. Un’ombra gli aveva oscurato il viso e i capelli sembravano più opachi. Lo baciò dolcemente sulla fronte. Lui sorrise tristemente.
« Scusa, non volevo, è solo che... » s’interruppe e abbassò lo sguardo.
« Non scusarti, non è colpa tua ».
« È che ogni tanto mi assaliscono i ricordi e vorrei riavere mia nonna vicino. Sai perché ho spostato il letto, dopo aver dipinto le stelle sul soffitto? » chiese.
Victoire sorrise, contenta che si stesse confidando con lei. Probabilmente ne aveva parlato con qualcuno, forse con Terry, la sua migliore amica, ma con lei aveva sempre evitato l’argomento.
« No, perché? »
Ted aveva dipinto tutte le stelle conosciute sul soffitto di camera sua, qualche anno prima, perché, diceva, non c’è niente di più bello che addormentarsi sotto un cielo stellato. E quei piccoli puntini, al buio, splendevano come se fossero veri.
« Proprio sopra al mio letto c’è la costellazione di Andromeda » disse, alzando le spalle. « È un modo per sentirla più vicina ».
Victoire lo abbracciò, affondando il viso nell’incavo del collo.
Ted si separò da lei e la baciò. Le loro labbra si muovevano insieme come se fossero fatte per stare unite. Presto i loro respiri divennero affannosi e le loro mani più audaci. Lui le accarezzò la schiena sotto alla maglietta, risalendo fino alla chiusura del reggiseno. Lei lasciò vagare le mani sul suo petto, scolpito dagli innumerevoli allenamenti di Quidditch. Si distesero sulla coperta, sotto il cielo stellato, mentre le loro mani inesperte vagavano sul corpo dell’altro.
Per la prima volta, scoprirono il piacere dell’amore, le stelle che vegliavano su di loro.

« È ora di tornare a casa ».
Ted le scoccò un altro bacio a fior di labbra e la sollevò da terra. Si sorrisero. Insieme montarono in groppa a Fierobecco e tornarono a Hogwarts.
Dopo aver legato di nuovo l’ippogrifo dietro alla capanna di Hagrid, si smaterializzarono davanti a Villa Conchiglia.
« Buona notte » disse Victoire, sollevandosi in punta di piedi e baciandolo.
« Sogni d’oro » rispose lui, dopo aver ripreso fiato.
La ragazza sorrise e chiuse la porta.

La Tana era piena di gente, la famiglia si era riunita per il solito pranzo della domenica.
Ted stava chiacchierando allegramente con Fred e James, quando d’un tratto sembrò ricordarsi di una cosa molto importante. Alzò la testa e si rivolse a una ragazza dall’altra parte della stanza.
« Ehi, Dominique! » urlò. « Mi devi tre galeoni, ho vinto la scommessa! »
« No! »
« Che cosa?! »
Dominique e Victoire si guardarono, una incredula e l’altra furiosa.




*******Angolo autrice*********
Ho notato che faccio fatica a esprimere i pensieri e i sentimenti di Ted, quando scrivo di loro due... È un personaggio complicato, e non me la sento di affrontarlo con leggerezza, dovrò lavorarci su.

Spero che questa piccola sciocchezza vi sia piaciuta.

Nymphy^^

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Nymphy Lupin