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Autore: FedeHermy    31/08/2005    9 recensioni
E' una storia che ho scritto da un pò, la mia prima one-shot, è dolce e un pò scontata... una Ron/Hermione come tante ambientate nell'estate tra il 6 e il 7 anno... vi prego recensite...e datemi dei consigli, vi supplico!!! "Intanto Ron era davanti alla porta della stanza di Hermione, indeciso sul da farsi, quando la porta si aprì di scatto e si ritrovò di fronte Hermione. Questa, presa alla sprovvista, rimase interdetta qualche secondo prima di sbottare: “E adesso che vuoi tu?”" ATTENZIONE: contiene dei piccoli spoiler del sesto libro
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto per colpa di una lettera

Tutto per colpa di una lettera

 

Il trio più famoso di Hogwarts era alla tana, ad aiutare nei preparativi per il matrimonio di Bill e Fleur. La Signora Weasley, infatti, aveva accettato Fleur come moglie per suo figlio a condizione che il matrimonio venisse organizzato alla Tana da lei stessa; Fleur e Bill avevano accettato e così Harry, Ron e Hermione si erano ritrovati a dover collaborare per rendere possibili le nozze che ormai erano sempre più vicine. In quel momento Harry e Ron stavano liberando il giardino dai soliti gnomi mentre Hermione li guardava a metà divertita e a metà scandalizzata per la sorte di quelle ‘povere creature’, come le chiamava lei. Fu allora che Ron esclamò:

“Invece di stare lì a lamentarti e a criticare il modo in cui liberiamo il giardino perché non ci fai il favore di andare a prendere la lista delle faccende che mamma pretende che noi facciamo entro oggi?”

“Uff, come sei permaloso, non si può mai dire niente! Comunque okay, stavo cominciando ad annoiarmi, dov’è?”

“Su, in camera mia, dove vuoi che sia?”

Hermione preferì non rispondere a quella provocazione ed entrò dentro la casa in silenzio, per poi salire le scale fino alla stanza che Ron divideva momentaneamente con Harry. Si diresse verso la scrivania dove trovò, tra il caos, una lista caratterizzata dall’impaziente scrittura della signora Weasley. Afferrandola velocemente, però, fece cadere un pezzo di pergamena dalla scrivania, chinandosi a raccoglierlo notò che la scrittura era quella disordinata di Ron, si guardò in torno per verificare di essere sola, e cominciò a leggere:

 

Mi dispiace immensamente per quello che è successo quest’anno, soprattutto perché a un certo punto sembravamo esserci finalmente avvicinati. Invece, come mio solito ho rovinato tutto, preferendo la compagnia di quella stupida alla tua. Ti assicuro che lei non ha mai contato niente per me, è solo che ho avuto stupidamente paura di quello che sarebbe successo se ti avessi confessato i miei veri sentimenti che  sono più profondi di quelli che io ti abbia mai dimostrato…io… penso di amarti. Certo che non avrò mai il coraggio di darti questa mia lettera ti saluto lo stesso,

                            tuo

                                  Ron

 

Hermione rimase un attimo sconvolta,facendo cadere la lettera per terra, incerta se arrabbiarsi o sciogliersi in lacrime; preferì la prima opzione, più dignitosa, e scese le scale come una furia per raggiungere Harry e, soprattutto, Ron in giardino. Infuriata gli diede di malo modo la lista con un:

“Sei un’idiota!” secco.

“Che cosa? Ma che ti ho fatto?” rispose lui, preso alla sprovvista.

“Beh, niente di cui preoccuparsi, solo un pretesto per prenderti gioco di me con la tua Lavanda quanto glielo racconterai!” urlò lei, incapace di trattenersi, prima di risalire le scale velocemente per raggiungere la sua stanza.

“Ma cosa hai fatto? Sei tornato con Lavanda?” chiese Harry sorpreso.

“Certo che no! Non riesco a capire perché si sia infuriata a quel modo…”

“Direi che è meglio provare a vedere di sopra, ci dev’essere qualcosa che l’ha sconvolta…”

Salirono le scale e appena entrati in camera Ron esclamò:

“Non riesco proprio a capire cosa mai… cos’è questo?” si inchinò per raccogliere il foglio da terra e sbiancò. “Oh mio dio! L’ha letta! Ma perché..?”

Harry gli strappò impaziente la lettera di mano e dopo averla letta chiese:

“A chi è indirizzata?”

“Beh…a Hermione, ovviamente” rispose Ron imbarazzatissimo e rosso in zona orecchie.

“Mi sembra chiaro che per Hermione non fosse così ovvio…immagino abbia pensato fosse per Lavanda. Mi spieghi perché non hai scritto l’intestazione alla lettera?”

“L’intestazione?” fece Ron, più sconvolto e confuso che mai

“Sì insomma, qualcosa tipo: ‘ Cara Hermione ’ o ‘ Carissima Hermione ’, se preferisci”

“Ehm… sai io ci ho provato, solo che ‘cara’ era troppo poco e ‘carissima’ mi sembrava sdolcinato e ‘bellissima’ esagerato, e…”

“Sì, ho capito” lo interruppe l’altro “A questo punto ti conviene andare a spiegarle tutto”

“Ma…” cercò di protestare il rosso

“Niente ma, Ronald Bilius Weasley!” tuonò Harry in un’impressionante imitazione della Signora Weasley “Adesso vai di là da Hermione e le spieghi tutto una volta per tutte!”.

Lo spinse fuori dalla stanza verso quella di Hermione per poi ritornare in giardino, un po’ frastornato dal suo proprio comportamento. ‘Assomigliavo davvero tanto alla signora Weasley’ si disse, preoccupato, con un brivido.

 

Intanto Ron era davanti alla porta della stanza di Hermione, indeciso sul da farsi, quando la porta si aprì di scatto e si ritrovò di fronte Hermione. Questa, presa alla sprovvista, rimase interdetta qualche secondo prima di sbottare:

“E adesso che vuoi tu?”

“Io…ecco, io…”

“Non ho tempo da perdere, sai, Ronald?!”

“Beh, ti volevo parlare” rispose lui, incerto.

“E di cosa?!”

“Della lettera…a proposito perché l’hai letta?” ma seppe subito di aver detto la cosa sbagliata, Hermione ricominciò ad urlare:

“Come perché?!?! Non starai dicendo che stavo ficcando il naso nei tuoi affari spero! Perché è semplicemente caduta dalla scrivania senza che lo volessi, visto tutto il caos che c’è in quella stanza immagino che avrei potuto lasciarla per terra, secondo te, vero?!”

“No…solo…hai ragione, e… ti è piaciuta?” 

“Che cosa? E perché lo chiedi a me? Comunque se è per quello ti faccio notare che non l’hai neanche iniziata come si deve! Di solito uno incomincia col scrivere il nome del destinatario, magari accompagnato da un aggettivo…E’ incredibile che tu non sappia neanche scrivere una lettera come si deve!”

“Ma sai…non sapevo come scrivere…cara, o carissima, o…”

“Ti assicuro che un semplice ‘Cara Lavanda’ andava benissimo! O anche ‘Carissima Lavanda’, se è per quello! Nessuno bada a un aggettivo in una lettera così semplice!” replicò lei, rossa in viso, cercando di nacsondere il suo dispiacere con la rabbia.

“Dici? Comunque non andava bene di sicuro ‘Cara Lavanda’…Voglio dire, già ‘Cara Hermione’ mi sembrava un po’ fuori posto, stavo per optare a un ‘Mia Cara Hermione’ solo che poi avresti detto che sono maschilista ad usare un possessivo, così…”

“M-mia c-cara Hermione? Quindi era per me?”

“Cosa? Oh, sì…” accorgendosi solo in quell’istante che le aveva praticamente detto che Lavanda non c’entrava niente e arrossendo furiosamente. Hermione rimase interdetta per un paio di secondi, di cui Ron approfittò per aggiungere, questa volta in modo più deciso:

“Sì, era per te, solo che non ho avuto il coraggio di dartela, sai per…quello che c’era scritto”, pensando ‘O la va o la spacca, questa volta’ alzò lo sguardo per guardare Hermione dritto negli occhi, che ora che lo notava erano pieni di…

“Lacrime? Perché piangi?”

“Che domanda stupida, Ron! Stupida quasi quanto te!”

Ron stava per ribattere che non era affatto stupido quando Hermione gli buttò le braccia al collo e lo baciò dolcemente. Quando si staccarono Ron, in un turbinio di emozione mai provato, si sentì un po’ spaesato e, dimentico che la ragazza di fronte a lui era quella che gli aveva appena dato dello stupido, sorrise alla ragazza che amava, che lo amava, e che lo aveva appena baciato.

Allegramente chiese:

“Allora vuol dire che mi hai perdonato?”

“Diciamo che la traduzione di quel bacio potrebbe anche essere quella…sì!” rispose ridendo, lo baciò di nuovo e aggiunse “Scendiamo?”

Ron annuì e, mentre scendevano le scale tenendosi per mano, borbottò con aria pensierosa e un po’ distratta:

“Certo che tutto questo per colpa di una lettera!”

Hermione si girò verso di lui, con la faccia che usava per rimproverargli uno sbaglio nell’ultimo compito di Trasfigurazione e come tante altre volte lo corresse con la precisione che la distingueva:

“Non ‘per colpa’…E’ decisamente più adatto: ‘Tutto questo grazie a una lettera’!”

E risero entrambi, insieme.

  
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