Tutto per colpa di una lettera
Il trio più famoso di Hogwarts era alla tana, ad aiutare nei preparativi per il matrimonio di Bill e Fleur. La Signora Weasley, infatti, aveva accettato Fleur come moglie per suo figlio a condizione che il matrimonio venisse organizzato alla Tana da lei stessa; Fleur e Bill avevano accettato e così Harry, Ron e Hermione si erano ritrovati a dover collaborare per rendere possibili le nozze che ormai erano sempre più vicine. In quel momento Harry e Ron stavano liberando il giardino dai soliti gnomi mentre Hermione li guardava a metà divertita e a metà scandalizzata per la sorte di quelle ‘povere creature’, come le chiamava lei. Fu allora che Ron esclamò:
“Invece di stare lì a lamentarti e a criticare il modo in cui liberiamo il giardino perché non ci fai il favore di andare a prendere la lista delle faccende che mamma pretende che noi facciamo entro oggi?”
“Uff, come sei permaloso, non si può mai dire niente! Comunque okay, stavo cominciando ad annoiarmi, dov’è?”
“Su, in camera mia, dove vuoi che sia?”
Hermione preferì non rispondere a quella provocazione ed entrò dentro la casa in silenzio, per poi salire le scale fino alla stanza che Ron divideva momentaneamente con Harry. Si diresse verso la scrivania dove trovò, tra il caos, una lista caratterizzata dall’impaziente scrittura della signora Weasley. Afferrandola velocemente, però, fece cadere un pezzo di pergamena dalla scrivania, chinandosi a raccoglierlo notò che la scrittura era quella disordinata di Ron, si guardò in torno per verificare di essere sola, e cominciò a leggere:
Mi dispiace immensamente per quello che è successo quest’anno, soprattutto perché a un certo punto sembravamo esserci finalmente avvicinati. Invece, come mio solito ho rovinato tutto, preferendo la compagnia di quella stupida alla tua. Ti assicuro che lei non ha mai contato niente per me, è solo che ho avuto stupidamente paura di quello che sarebbe successo se ti avessi confessato i miei veri sentimenti che sono più profondi di quelli che io ti abbia mai dimostrato…io… penso di amarti. Certo che non avrò mai il coraggio di darti questa mia lettera ti saluto lo stesso,
tuo
Ron
Hermione rimase un attimo
sconvolta,facendo cadere la lettera per terra, incerta se arrabbiarsi o
sciogliersi in lacrime; preferì la prima opzione, più dignitosa, e scese le
scale come una furia per raggiungere Harry e, soprattutto, Ron in giardino. Infuriata
gli diede di malo modo la lista con un:
“Sei un’idiota!” secco.
“Che cosa? Ma che ti ho
fatto?” rispose lui, preso alla sprovvista.
“Beh, niente di cui
preoccuparsi, solo un pretesto per prenderti gioco di me con la tua Lavanda quanto glielo racconterai!” urlò lei,
incapace di trattenersi, prima di risalire le scale velocemente per raggiungere
la sua stanza.
“Ma cosa hai fatto? Sei
tornato con Lavanda?” chiese Harry sorpreso.
“Certo che no! Non riesco
a capire perché si sia infuriata a quel modo…”
“Direi che è meglio
provare a vedere di sopra, ci dev’essere qualcosa che l’ha sconvolta…”
Salirono le scale e appena
entrati in camera Ron esclamò:
“Non riesco proprio a
capire cosa mai… cos’è questo?” si inchinò per raccogliere il foglio da terra e
sbiancò. “Oh mio dio! L’ha letta! Ma perché..?”
Harry gli strappò
impaziente la lettera di mano e dopo averla letta chiese:
“A chi è indirizzata?”
“Beh…a Hermione,
ovviamente” rispose Ron imbarazzatissimo e rosso in zona orecchie.
“Mi
sembra chiaro che per Hermione non fosse così ovvio…immagino abbia pensato
fosse per Lavanda. Mi spieghi perché non hai scritto l’intestazione alla
lettera?”
“L’intestazione?” fece
Ron, più sconvolto e confuso che mai
“Sì insomma, qualcosa
tipo: ‘ Cara Hermione ’ o ‘ Carissima Hermione ’, se preferisci”
“Ehm… sai io ci ho
provato, solo che ‘cara’ era troppo poco e ‘carissima’ mi sembrava sdolcinato e
‘bellissima’ esagerato, e…”
“Sì, ho capito” lo
interruppe l’altro “A questo punto ti conviene andare a spiegarle tutto”
“Ma…” cercò di protestare
il rosso
“Niente
ma, Ronald Bilius Weasley!” tuonò Harry in un’impressionante imitazione della
Signora Weasley “Adesso vai di là da Hermione e le spieghi tutto una volta per
tutte!”.
Lo
spinse fuori dalla stanza verso quella di Hermione per poi ritornare in
giardino, un po’ frastornato dal suo proprio comportamento. ‘Assomigliavo
davvero tanto alla signora Weasley’ si disse, preoccupato, con un brivido.
Intanto
Ron era davanti alla porta della stanza di Hermione, indeciso sul da farsi,
quando la porta si aprì di scatto e si ritrovò di fronte Hermione. Questa,
presa alla sprovvista, rimase interdetta qualche secondo prima di sbottare:
“E
adesso che vuoi tu?”
“Io…ecco,
io…”
“Non
ho tempo da perdere, sai, Ronald?!”
“Beh,
ti volevo parlare” rispose lui, incerto.
“E
di cosa?!”
“Della
lettera…a proposito perché l’hai letta?” ma seppe subito di aver detto la cosa
sbagliata, Hermione ricominciò ad urlare:
“Come
perché?!?! Non starai dicendo che stavo ficcando il naso nei tuoi affari spero!
Perché è semplicemente caduta dalla scrivania senza che lo volessi, visto tutto
il caos che c’è in quella stanza immagino che avrei potuto lasciarla per terra,
secondo te, vero?!”
“No…solo…hai
ragione, e… ti è piaciuta?”
“Che
cosa? E perché lo chiedi a me? Comunque se è per quello ti faccio notare che
non l’hai neanche iniziata come si deve! Di solito uno incomincia col scrivere
il nome del destinatario, magari accompagnato da un aggettivo…E’ incredibile
che tu non sappia neanche scrivere una lettera come si deve!”
“Ma
sai…non sapevo come scrivere…cara, o carissima, o…”
“Ti
assicuro che un semplice ‘Cara Lavanda’ andava benissimo! O anche ‘Carissima
Lavanda’, se è per quello! Nessuno bada a un aggettivo in una lettera così
semplice!” replicò lei, rossa in viso, cercando di nacsondere il suo dispiacere
con la rabbia.
“Dici?
Comunque non andava bene di sicuro ‘Cara Lavanda’…Voglio dire, già ‘Cara
Hermione’ mi sembrava un po’ fuori posto, stavo per optare a un ‘Mia Cara
Hermione’ solo che poi avresti detto che sono maschilista ad usare un
possessivo, così…”
“M-mia
c-cara Hermione? Quindi era per me?”
“Cosa?
Oh, sì…” accorgendosi solo in quell’istante che le aveva praticamente detto che
Lavanda non c’entrava niente e arrossendo furiosamente. Hermione rimase
interdetta per un paio di secondi, di cui Ron approfittò per aggiungere, questa
volta in modo più deciso:
“Sì,
era per te, solo che non ho avuto il coraggio di dartela, sai per…quello che
c’era scritto”, pensando ‘O la va o la spacca, questa volta’ alzò lo sguardo
per guardare Hermione dritto negli occhi, che ora che lo notava erano pieni di…
“Lacrime?
Perché piangi?”
“Che
domanda stupida, Ron! Stupida quasi quanto te!”
Ron
stava per ribattere che non era affatto stupido quando Hermione gli buttò le
braccia al collo e lo baciò dolcemente. Quando si staccarono Ron, in un
turbinio di emozione mai provato, si sentì un po’ spaesato e, dimentico che la
ragazza di fronte a lui era quella che gli aveva appena dato dello stupido,
sorrise alla ragazza che amava, che lo amava, e che lo aveva appena baciato.
Allegramente
chiese:
“Allora
vuol dire che mi hai perdonato?”
“Diciamo
che la traduzione di quel bacio potrebbe anche essere quella…sì!” rispose
ridendo, lo baciò di nuovo e aggiunse “Scendiamo?”
Ron
annuì e, mentre scendevano le scale tenendosi per mano, borbottò con aria
pensierosa e un po’ distratta:
“Certo
che tutto questo per colpa di una lettera!”
Hermione
si girò verso di lui, con la faccia che usava per rimproverargli uno sbaglio
nell’ultimo compito di Trasfigurazione e come tante altre volte lo corresse con
la precisione che la distingueva:
“Non
‘per colpa’…E’ decisamente più adatto: ‘Tutto questo grazie a una lettera’!”
E
risero entrambi, insieme.