Fandom: Avatar, the last Airbender. Personaggi: Iroh, nominati Mako, Zuko, il Signore del Fuoco.
Disclaimer: All © Nickelodeon, io non ci guadagno nulla. Introduzione/Riassunto: Tre momenti dedicati ad Iroh; tre passi della sua vita espressi in tre Drabble.
Generi: Triste, Malinconico, Slice of Life. Avvertenze: Missing Moments, Drabble.
Note: 1. Scritta per il One Hundred Prompt Project con i prompt “sole”, “pioggia”, “neve”. Altre Note: Amo il personaggio di Iroh. L’amo e non posso farci nulla. *_*
Non sto esagerando (cioè, di solito quando devo esprimere il mio entusiasmo per un pg o una serie esagero, però…), è che ho sempre avuto un’immensa stima di lui.** …Ed ecco a voi, insomma, un piccolo tributo di tre dabble (tutte concentrate su un momento della vita del Sommo Pg) dedicate a questo personaggio. Bon; grazie per la lettura! Alla prossima. <3
È un tranquillo pomeriggio di sole, e Iroh se ne sta in piedi in cima alla collina vicino a casa sua, ammirando il paesaggio e il benestare della gente e della sua famiglia che lui stesso ha guadagnato. Il benestare di quel impero che un giorno lui guiderà saggiamente, per poi lasciarlo ancora fiorente a suo figlio ed a suo fratello. È un tranquillo pomeriggio di sole, e la brezza nell’aria fa sentire Iroh incredibilmente bene, perché in pace con se stesso.
Pensando all’avvenire non riesce a vedere altro che gioia, con quel caldo sole a riscaldare il suo corpo e l’immagine di suo figlio accanto a sé.
Non avrebbe mai creduto che l’inverno potesse arrivare così velocemente. Non per lui. Suo figlio Mako giace ora morto, steso sulle sue ginocchia, ed Iroh non più davvero comprendere come una cosa del genere sia mai potuta accadere. Il dolore è atroce – lacera dentro, fino a farti mancare il respiro. Il dolore è tutto, in quella terribile giornata di pioggia. Perché lui, suo figlio, il suo unico ed adorato figlio, così giovane, così speranzoso, così geniale nei pensieri, così straordinario in battaglia, non meritava questo né lo avrebbe mai meritato.
E mentre la pioggia continua a cadere, Iroh sa che quel dolore che sente al petto rimarrà sempre lì, assurdo sostituto di ciò per cui il vecchio generale aveva sempre pensato valesse la pena di vivere.
Sembra strano, ora, ritrovarsi a sedere nella stessa medesima collina di tanti anni prima. Ben coperto da vestiti pesanti, Iroh si siede su una panchina, ed osserva il panorama.
Non ha più l’entusiasmo né la passione del tempo, forse, ma l’amore per quella terra lo conserva gelosamente. Vedere l’inverno arrivare, assistere alla rinascita dell’Impero del Fuoco, aiutare suo nipote a salire al trono ed a maturare, sono tutte cose che, da giovane, ben poco sarebbe riuscito a prevedere.
Ricorda Mako, i pomeriggi passati insieme su quella collina, ricorda Zuko e tutte quelle promesse che gli aveva dato e ripetuto nel tempo. Pensa alla crescita di entrambi, delle possibilità che hanno avuto o che avrebbero potuto avere, e sorride. Cominciano a cadere i fiocchi, spargendosi per tutta la Terra del Fuoco. Ed è ancora la prima neve.