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Autore: candidalametta    27/05/2010    8 recensioni
chiunque di voi abbia avuto l'occasione di andare a vedere una tragedia graca sa quanto sia bella.e quanto sia dannatamente pesante. nella speranza di non farmi fulminare da Zeus ho trasformato la Fedra di Euripide in qualcosa di meno angosciante pur salvando la trama originale. buona lettura! ....---- Artemide: Afro non puoi! Questo si chiama incesto! Capisco che essere nata da una vongola gigante ti dia problemi ad accettare i legami di parentela ma credimi, non si fa! --- la bellissima dea si stringe nelle spalle snobbandola.--- Afrodite: e perché dovrebbe essere un problema? a Beautiful succede in continuazione e nessuno dice niente!--- Artemide si sbatte un palmo incrostato di fango sulla fronte e la tragedia ha finalmente inizio. ---
Genere: Comico, Commedia, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parodo (io l’ho sempre chiamato preambolo ma giacché ci stiamo impegnando …)
Nell’insignificante paese di Trezene, posto dimenticato persino dalle professoresse di ginnasio dei licei classici più rigidi, vive il prode Teseo con la moglie Fedra e il figlio del precedente matrimonio Ippolito.
Beh, vive … bivacca!
Infatti Teseo è sempre fuori città per “affari”, e mentre la moglie langue il figliolo ora adolescente cerca la sua indipendenza andando a caccia.
Ovviamente essendo un giovine delicato e di buona famiglia non riesce a prendere neanche un etto di tritato al banco macelleria, figuriamoci una vera preda.
Così, altamente frustrato, non fa che onorare Artemide dea della caccia nella speranza che gli faccia investire un coniglio mentre guida la biga ignorando i ripetuti richiami delle ninfe dei boschi e della meravigliosa Afrodite che non fa che lamentarsi con Artemide dell’insensibilità del ragazzo …

Afrodite: io non capisco che cosa devo fare con lui, non so quante volte mi sono fatta trovare in mezzo a quel boschetto. Sopra il cespuglio, dentro una grotta, perfino sul suo cavallo, ma lui niente, continua a scansarmi chiedendomi solo dove si sia cacciata quella dannata volpe! Perché questo giovane non mi ama? Non sono forse la personificazione dell’amore?
Brontola la dea sbattendo le ciglia con aria trasognata.

Artemide: forse non sei il tipo di amore che desidera Afro, ci hai mai pensato? magari vuole solamente imparare a cacciare per ottenere l’ammirazione dei suoi amici … e una dolce occhiata dal suo amichetto biondo …

Risponde Artemide pulendosi le unghie sporche di terra con un coltellino (ci tiene all’igiene la signora)

La dea dell’amore incrocia le braccia ignorando volutamente l’allusione (e il modo efferato di farsi una manicure di Artemide) pensando che Ippolito sia semplicemente troppo distratto per accorgersi della bella manza che è lei, decide quindi di tirargli un tiro mancino.

Afrodite: ho deciso Artemide, darò una bella scossa a quel lunatico di Ippolito, lo costringerò a capire cosa significa essere amati dalla persona che non vorresti mai, così si accorgerà che è pazzo di me!

La dea della caccia sospira nelle manie di protagonismo di Afrodite guardandola seccata.

Artemide: e sentiamo, quale sarebbe il tuo grande piano?

Afrodite: farò in modo che la sua matrigna Fedra si innamori perdutamente e pazzamente di lui, così fuggendo a gambe levate da lei si getterà tra le mie braccia!

Esclama con un luccichio inquietante negli occhi.

Artemide: Afro non puoi! Questo si chiama incesto! Capisco che essere nata da una vongola gigante ti dia problemi ad accettare i legami di parentela ma credimi, non si fa!

Afrodite si stringe nelle spalle snobbandola.

Afrodite: e perché dovrebbe essere un problema? a Beautiful succede in continuazione e nessuno dice niente!

Artemide si sbatte un palmo incrostato di fango sulla fronte e la tragedia ha finalmente inizio.

Primo episodio

Fedra gira per la sua stanza con le braccia al vento come un colombo spaventato e parla da sola (tanto per non darci subito l’idea che è matta da legare).

Fedra: oh buon mattino, che mi hai svegliato con uno strano pensiero in testa, vorrei proprio sapere dove mi condurrai oggi.

Dall’entrata della camera senza porta (perché la legge sulla privacy è cosa recente signori miei) passa Ippolito mezzo nudo, con un misero fazzolettino di stoffa sulle pudenda e un asciugamano buttato sulla spalla, come a farci capire che la doccia lo attende.

Fedra lo guarda imbambolata fin quando la visione non sparisce e lei torna a veleggiare per la stanza con le braccia a mulino.

Fedra: oh, questo calore che mi invade, non credo che sia la tazza di latte di capra bollente che mi sono scolata un minuto fa, deve essere qualcos’altro … ma cosa!?”

Ippolito ripassa fischiettando mentre l’acqua scroscia dal rubinetto lasciato aperto (ovviamente) per riprendere il sapone per pelli delicate che aveva lasciato in camera.

Fedra lo riguarda trattenendo il respiro fin quando i glutei del figliastro non sono spariti dietro l’angolo.

Fedra: E poi … sento come qualcosa che si agita nel mio stomaco, e non può essere il latte di poco fa perché l’effetto è un altro. E allora cosa sarà mai … io mi domando …

La testa di Ippolito spunta dalla porta con aria trasognata e la schiuma dello shampoo in testa e uno spazzolone per la schiena in mano, ovviamente questa volta è decisamente sprovvisto di fazzolettino e la matrigna non riesce a staccare gli occhi dalla parte interessante del ragazzo ignorando dl tutto invece le orride ciabatte gialle a forma di paperella.

Ippolito: madreeee! Abbiamo finito il balsamo al cocco, lo aggiungi alla lista della spesa?

Fedra deglutisce a fatica facendo appena un cenno di assenso e mentre il baldo giovine torna a consumare ettolitri d’acqua si accascia li dove si erge con aria sconsolata.

Fedra: merda, mi sa che mi sono innamorata di Ippolito!

Mentre la povera Fedra rimungina sull’unico pensiero razionale (per modo di dire) della mattinata arriva la nutrice, la classica zitella bassa e grassoccia che vive dei cazz… hem, delle confidenze altrui che mentre riordina la stanza ha il vago presentimento che la padrona (ancora inginocchiata sul pavimento con aria quanto mai spaesata) abbia qualche problema.

Nutrice: Fefè che ti succede? Hai l’aria strana, cos’è, senti di nuovo le voci?

Fedra scuote la testa incapace di proferire parola

Nutrice: avanti tesorino, lo sai che a me puoi dire tutto, in fondo so qualsiasi cosa di te; il tuo numero di scarpe, la tua serie tv preferita, che effetto ti fa il latte di capra caldo a colazione … suvvia dimmi quello che ti affligge!

Fedra: ha, cara nutrice, non posso proprio dirtelo, ho la netta impressione che tu possa avere un mancamento se ti dicessi la verità.

La Nutrice la guarda perplessa mentre piega le coperte.

Nutrice: avanti stupidina, raccontami quel’è il problema, mi sembri pallida, non sarai mica malata!

Fedra: (illuminandosi) esatto! Sono malata! Molto malata! Di una malattia terribile e inguaribile

Nutrice: ditemi il suo nome signora!

Fedra: non posso, nominarla è condanna per me

Nutrice: descrivetemela allora

Fedra: ecco, è come se contenessi dentro di me una grande forza oscura, potente e inarrestabile, eppure, io la trattengo, poiché essa sarebbe condannata dal mondo una volta venuta alla luce!

Nutrice: (visibilmente sarcastica) non ditemi che siete nuovamente stitica.

Fedra: (interdetta) no Nutrice, ma in ogni caso ecco io non scherzo, se tu sapessi il nome della mia malattia potresti sentirti male davvero, io questa responsabilità non la voglio!

Nutrice: suvvia mia regina! Forza, raccontami questa storia e facciamola finita che il pubblico sugli spalti mormora.

Fedra: (respirando pesantemente) sono innamorata di Ippolito.

La nutrice sviene di colpo e Fedra sospirando le si avvicina gattonando

Fedra: lo sapevo che finiva cosi, Nutrice? Nutrice? (la prende a schiaffetti nella speranza che si risvegli)

Nutrice: (svegliandosi, intontita) ah! sei tu Fefè, sai, stavo sognando che mi dicevi una cosa strana …

Fedra: cosa? Che mi sono innamorata di Ippolito?

Nutrice: hai! Mi sento male!

La nutrice sviene di nuovo lasciando la donna sconsolata.

Fedra: io però glielo avevo detto! Nutrice, ora basta, svegliati che ti devo pregare di non dirlo a nessuno che amo il mio figliastro anche se lo so che la tua unica passione è spettegolare con la servitù e farmi sembrare ancora più paranoica di quello che sono!

Nutrice: (ri-svegliandosi) Fefè ma che mi dici? Sarà l’alito ma ogni volta che apri bocca svengo!

Fedra: e io lo sapevo! Per questo non volevo dirtelo!

Nutrice: dirmi cosa? (chiede nella speranza di stare ancora sognando)

Fedra: che sono innamorata di Ippolito!

La nutrice sviene per l’ennesima volta e Fedra la lascia li a prendere polvere mentre vaga per la sua stanza agitando le braccia al vento.

  
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