Un anno fa eravamo nella stessa classe. Non sapevamo se avremmo superato l'esame di maturità. Il nostro più grande problema era liberarci dell'etichetta di liceali.

Oggi siamo sedute una di fronte all'altra, sullo stesso treno. Dopo le prime frasi di circostanza, non ci siamo più dette nulla.

Lei indossa jeans trendy, ballerine nere, sciarpa e Rayban che le coprono il viso. 
Io indosso una semplice T-shirt, jeans consumati e scarpe da ginnastica.

Lei studia Economia e Commercio.
Io (non) studio Lingue e Letterature Straniere.

Lei trascorre il weekend tra discoteche e amici.
Io il weekend lavoro in un ristorante.

Lei ha un fidanzato.
Io ormai ho perso le speranze.

Lei vota per la destra, ma continua a fingersi una piccola rivoluzionaria comunista.
Io non mi vergogno di dire che ho annullato il mio voto.

Lei fa scorrere le sue belle dita curate sul touchscreen del suo SmartPhone.
Il mio cellulare ha più ammaccature che numeri in memoria.

Lei ascolta "Poker Face" di Lady GaGa, sillabandone silenziosamente il testo e tamburellando con le dita sulle ginocchia.
Io scrivo racconti riflettendo sulle note di "Chicco e Spillo" di Samuele Bersani.

Lei otterrà la laurea e tutti si complimenteranno con lei.
Io lascerò l'università e sarò l'oggetto delle critche delle malelingue del paesello.

Lei avrà un buon lavoro, una bella casa e una macchina veloce.
Io dividerò un monolocale con un cane pulcioso e mi sposterò in bicicletta.

Lei si sposerà con il fidanzato storico e avranno un solo figlio, da trattare come un re.
Io sarò una ragazza madre con un figlio meraviglioso a cui insegnare come viaggia la vita.

Lei avrà una vita da favola.
Io avrò una vita vera.