Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: verolax    28/05/2010    1 recensioni
***Prima classificata a parimerito con Hanil al contest "La vita segreta delle parole" indetto da the forgotten dreamer sul forum di EFP*** Prendo a prestito le parole di forgotten per introdurvi la mia fic: Una ff dalle tinte misteriose e oscure. Lo sguardo di Itachi, il suo animo tumultuoso e tormentato mi ha ricordato tanto un’atmosfera da romanzo vittoriano… semplicemente fantastica.
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa fiction si è classificata PRIMA a pari merito con Hanil (“Petali”) al contest “La vita segreta delle parole” indetto da the forgotten dreamer sul forum di EFP. In fondo trascrivo lo splendido giudizio, per il quale ringrazio infinitamente la giudice…

 

- Nick Autore: verolax
- Titolo: Dark Angel
- Frase scelta:
Era pallido, gli occhi… ardevano minacciosi e pieni di rabbia ma c'era in lui una sorta di dignità, di purezza, somigliava a un angelo severo scolpito nel duro marmo…
- Personaggi/o principali/e: Itachi Uchiha, OC (Ayumu)
- Altri personaggi: nessuno
- Genere: Non saprei!
J
- Rating: Verde
- Avvertimenti: one-shot

Dark Angel

 

Era pallido, gli occhi… ardevano minacciosi e pieni di rabbia ma c'era in lui una sorta di dignità, di purezza, somigliava a un angelo severo scolpito nel duro marmo.

Questo è il mio primo ricordo di Itachi Uchiha.

Lo vidi da lontano, in piedi su una roccia a strapiombo sul mare; il vento scompigliava i suoi lunghi capelli corvini ed il nero mantello dell’Akatsuki sbatteva violentemente contro le sue caviglie fasciate. Lo sguardo perso nel vuoto, fissava l’orizzonte rossastro con aria cupa e malinconica; eppure, anche in quel momento di solitaria contemplazione, i suoi occhi nerissimi ardevano di una furia animalesca mista ad una folle, folle determinazione. Il colore aranciato del mare al tramonto – un mare che pareva calmo al largo, ma si infrangeva con violenza sulle rocce parecchi metri sotto ad Itachi – si rifletteva nelle iridi scure del ninja, quasi una prefigurazione dello Sharingan che di lì a poco avrebbe infiammato i suoi occhi. Mi ritrovai a pensare come il mare tumultuoso fosse uno specchio dell’anima di Itachi: apparentemente calmo, nascondeva sotto la superficie un moto ondoso perpetuo pronto a scagliarsi contro il primo ostacolo incontrato sul suo percorso.

Mi avvicinai ad Itachi con circospezione. Conoscevo bene le sue abilità – ed anche tutta la sua storia: il nonno me ne aveva parlato a lungo - ed ero determinata a non farmi scoprire anzitempo. Arrivata a pochi passi da lui, aprii la bocca per annunciarmi in modo che lui non mi attaccasse: “Itachi Uchiha”.

Nel medesimo istante in cui le parole sfioravano le mie labbra, vidi il braccio di Itachi scattare all’indietro per ghermirmi la gola, senza che per questo il ninja dovesse voltarsi nella mia direzione: mi dava ancora le spalle, eppure il suo braccio rovesciato all’indietro mi aveva mancato per un soffio, e soltanto grazie alla mia prontezza di riflessi nel balzare fuori dalla sua portata non mi ritrovai con le sue unghie conficcate nel collo.

Lentamente, Itachi si voltò per fronteggiarmi.

“Ti stavo aspettando”, disse in un soffio. Il volto indecifrabile, le mani pronte all’azione - eppure immobile - Itachi mi osservava con occhio avvelenato. Il rosso delle sue iridi era così profondo che per un momento ne ebbi paura.

Raccolsi il coraggio di cui andavo tanto orgogliosa, ma questo fece fatica a tornare: era come se Itachi fosse in grado di annullare in me la forza combattiva.

Capii che non sapeva chi fossi, e che le sue parole erano dovute al fatto che da tempo stava seguendo il mio furtivo avvicinamento alla sua persona.

“Non sono qui per combattere,” affermai, stupendomi della sicurezza che ero riuscita ad imprimere nella mia voce.

“Lo so,” rispose Itachi con un ghigno mentre i suoi occhi riprendevano il colore della notte.

Il silenzio che cadde fra noi fu interrotto soltanto dal sibilo insistente del vento e dal lontano infrangersi della furia del mare sulle rocce appuntite della costa. Itachi si voltò ad osservare il tumulto sottostante e per un attimo assomigliò ad un bambino che osservi un dolce molto ghiotto. Ma fu solo un istante. Mille pensieri si affollarono nella mia mente: il più prepotente di loro, simile ad un campanello di allarme, diceva stai pronta, Ayumu (Ho scelto questo nome che significa “cammino”, ma che si può tradurre con “autrice del proprio destino”, perché Ayumu è una persona ostinata che crede fermamente in se stessa., nda), Itachi sta per gettarsi tra i flutti. Mi irrigidii, pronta a bloccarlo se l’avesse fatto; ma lui non mosse un muscolo e distolse rapidamente lo sguardo dalle acque agitate per rivolgersi nuovamente a me. Notai un guizzo di divertimento nel modo incontrollato in cui il suo labbro si inarcò verso l’alto, in maniera quasi impercettibile. Del resto, la mia abilità innata consisteva proprio nel riuscire a notare i piccoli cambiamenti d’umore del mio avversario.

“Mi manda Fuumu. Voglio unirmi all’Akatsuki”.

Durante i lunghi attimi di silenzio appena trascorsi avevo recuperato tutta la mia sicurezza e il mio distacco. Itachi si accorse immediatamente di essere passato da una situazione di vantaggio ad una di parità sia per il cambiamento del mio tono di voce che per il nome da me pronunciato, di cui registrò l’importanza con un leggero quanto per me visibile allargamento delle pupille, subito cancellato da un rigido autocontrollo.

“Fuumu, eh?,” ripeté con un sorriso enigmatico. Lessi nelle rughe che apparvero improvvise agli angoli della sua bocca che avrebbe voluto domandarmi come stava il vecchio.

Prima che potessi ragionare, risposi come se effettivamente Itachi mi avesse rivolto la domanda. “Oh, lo conosci bene, no? Sempre più vecchio, e sempre più testardo. Ma ancora in grado di sbaragliare gli avversari con una sola tecnica”.

Itachi rimase un istante senza parole. Alzò una mano come per zittirmi, ma era chiaro che ancora una volta si stava trattenendo dal domandarmi come avessi fatto a leggere nella sua mente. Decisi che ancora per questa volta avrei risposto, anche se la domanda non era mai stata formulata realmente.

“Sono sua nipote”.

Un lampo di comprensione passò velocemente sul volto del ninja, che si ricompose all’istante in tutta la sua calcolata freddezza.

“Capisco,” rispose con nonchalance – ma non potei far a meno di notare un guizzo di interesse nei miei confronti transitare rapidamente nei suoi occhi.

Prese a camminare in direzione di un rado boschetto, facendomi cenno di seguirlo. 

---

Era pallido, gli occhi… ardevano minacciosi e pieni di rabbia ma c'era in lui una sorta di dignità, di purezza, somigliava a un angelo severo scolpito nel duro marmo.

Questo è il mio ultimo ricordo di Itachi Uchiha.

Siamo stati compagni nell’Akatsuki per dieci, lunghi anni; ho imparato a conoscerlo meglio di chiunque altro, un po’ grazie alla mia abilità innata di leggere nella mente delle persone e sfruttare le loro debolezze per sconfiggerli, ma anche perché in fondo Itachi mi ha ritenuta degna di condividere con lui alcuni dei suoi fardelli. Amici prima, amanti poi – certo, non nel senso canonico del termine – lui, violento anche nell’amore, io ostinata ed orgogliosa quanto lui, e appena un poco più ingentilita dal mio sesso – siamo stati sempre vicini, fin dal nostro primo incontro. Ho sempre amato in lui quello sguardo fiero, che nascondeva innominabili peccati e strazianti dolori; ho sempre ammirato la sua immancabile aria controllata, distaccata, dignitosa. Un angelo severo scolpito nel duro marmo – un marmo che soltanto io ero riuscita a scalfire, trovando che il suo interno, pur coriaceo, era appena più morbido dell’esterno. Un angelo severo, perché mai si è concesso un attimo di debolezza - fino ad oggi.

Oggi io lo guardo morire perché Itachi Uchiha ha ceduto alla sua unica, terribile debolezza: l’avermi amata. Il vecchio Fuumu, mio nonno, sta per morire - ed ha deciso che la  nostra abilità innata debba morire con lui. Così ha tentato di uccidermi, e sarebbe riuscito nel suo intento se non fosse sopraggiunto Itachi. Io sono debole e ferita gravemente e non posso fare altro che osservare mio nonno ed il mio amante che si uccidono a vicenda.

Fuumu giace in una pozza di sangue, ormai esanime.

Itachi sta per seguirlo nell’ultimo viaggio verso l’eterno.

Lo raggiungo strisciando, i miei occhi appena velati di lacrime di rimorso e compassione.

“Non piangere,” rantola lui, il solito ghigno dipinto sul volto appena deformato dal dolore.

“Itachi, io…”

Prende con forza il mio mento tra le dita, ferendomi con l’unghia appuntita del pollice.

“Non piangere, ti ho detto,” ringhia; trova l’energia per rigirarmi sotto di sé un’ultima volta. Il peso del suo corpo sulle mie ossa rotte è terribilmente doloroso, e dolce al tempo stesso. Come i dieci anni passati insieme, del resto. E in questo Itachi non si vuole smentire proprio adesso.

Mi guarda con gli occhi infiammati di desiderio.

“Se potessi, adesso io vorrei…”

Un ultimo intenso sguardo di bramosia e di possesso. Si lascia cadere sopra di me premendo le sue labbra fredde contro le mie; baciandomi, esala l’ultimo respiro.

---

Non sono in grado di muovermi per svariate ore – forse giorni; credo di essere svenuta. La piana deserta che ha ospitato lo scontro fra titani è lontana miglia e miglia da qualsivoglia forma di vita e credo che morirò qui.  Non so se succederà  a causa delle ferite non curate oppure per la disidratazione, ma non mi importa.

Con uno sforzo immane riesco a spostare il corpo esanime di Itachi dal mio.

Le mie interiora e i miei muscoli bruciano dolorosamente per la sete e per il gesto che ho compiuto.

Sento una nuova e definitiva incoscienza premere contro le mie palpebre dall’interno: resisto appena un istante per osservare Itachi un’ultima volta.

Anche nel sonno eterno della morte, Itachi assomiglia al ricordo che ho del nostro primo incontro.

È pallido, gli occhi… non ardono più minacciosi e pieni di rabbia, ma… c'è ancora in lui una sorta di dignità, di purezza, che - ora più che mai - lo rende simile a un angelo severo scolpito nel duro marmo…

 

GIUDIZIO di the forgotten dreamer:

 

Prima classificata parimerito: Verolax con "Dark Angel"

Correttezza grammaticale e sintattica, ortografia: 15/15 punti
Non ho nemmeno un appunto da fare. Una ff praticamente perfetta, pulita e precisa. Ho molto apprezzato la scelta del lessico, accurato ed evocativo. Non ho trovato nemmeno un errore di battitura, né tantomeno piccole imperfezioni. Brava.

Stile, forma e lettura scorrevole: 15/15 punti
Anche qui assolutamente nulla da dire. Hai uno stile particolare, diretto ed insieme estremamente accurato. Con le parole riesci a costruire immagini “vive”, cosa molto difficile da fare ed insieme non si appesantisce per nulla la lettura, nonostante le descrizioni siano articolate. Nessun appunto sulla forma: le espressioni sono sempre precise, giuste nel contesto e particolarmente evocative. Riesci a rendere molto bene gli stati d’animo. La ff scorre veloce, eppure lascia addosso una sottile malinconia che, personalmente, ho adorato. Brava.

Originalità: 9/10 punti
Molto originale da tutti i punti di vista. La storia è divisa in due parti esattamente speculari, entrambe segnate dalla frase (quella che hai scelto fra quelle proposte), e da un’espressione che si ripete simile, ma non identica: “Questo è il mio primo/ultimo ricordo di Itachi Uchiha.” Due facce della stessa medaglia, due fili dello stesso ricamo… davvero bello il tutto. Ho particolarmente apprezzato che tu non ti sia soffermata, ma abbia lasciato intendere, l’evoluzione del rapporto fra i due. Itachi (come tu stessa dici) è un animo oscuro, tormentato, un mare in tempesta al di là del velo di rigida compostezza. Non è da lui lasciarsi andare a gesti così aperti; tutto è sottile, ambiguo, nascosto con lui… anche e soprattutto l’amore. Personalmente avrei preferito che morisse si per salvare lei, ma in uno scontro contro Sasuke. Non so perché ma se la scena fosse stata quella la ff sarebbe stata davvero perfetta: morire per amore due volte, per salvare lei (magari perché si era messa in mezzo fra lui e Sasuke durante lo scontro) e per salvare il fratello (per un motivo che non ti posso spiegare, visto che non vuoi spoiler!). Comunque anche così è una storia eccellente e quella che ti ho sottolineato è una piccola “imperfezione” (che poi non può essere nemmeno definita tale) facilmente perdonabile.

Caratterizzazione dei personaggi: 9,5/10 punti
Non c’è che dire: Itachi è perfetto. Oscuro, affascinante al punto giusto. Si riesce ad intravedere, ma appena e senza scendere nell’OOC, ciò che nasconde dietro quella calma apparente. Adorabile nel finale senza essere smielato.
Anche la tua Ayumu mi è piaciuta molto, a partire dal significato del nome. Una donna determinata, ma anche appena “fragile”, se è il termine adatto per descriverla nel finale. Brava.

Attinenza alla frase scelta: 10/10 punti
È la prima volta in un contest che mi capita di dare il massimo in questo parametro. La frase è bellissima ed è stata usata nel migliore dei modi. Tutto ruota intorno all’enigmatica figura di Itachi, al suo essere un angelo ed insieme un essere maledetto. Nelle descrizioni iniziali, nel sottolineare la sua “Immobilità”, la sua distanza da tutto ciò che lo circonda, sembrava davvero una figura scolpita nel marmo. Brava.

Giudizio personale: 9,5/10 punti
Una ff dalle tinte misteriose e oscure. Lo sguardo di Itachi, il suo animo tumultuoso e tormentato mi ha ricordato tanto un’atmosfera da romanzo vittoriano… semplicemente fantastica.

Totale 68/70

 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: verolax