Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Ricorda la storia  |       
Autore: Deeper_and_Deeper    29/05/2010    1 recensioni
Sun Rain è una ragazza strana, diversa. È sempre chiusa e non parla quasi mai con nessuno, se non chè per rispondere alle continue domande dei suoi compagni. È stata adottata da due famosi stilisti, Luc e Arnold, i quali sono gli stessi stilisti incaricati di fare un abito a Bill Kaulitz, che Sun ha incontrato una sera al parco. Sun ha una brutta storia alle spalle ed è a causa di questa che lei si caccerà nei guai molto spesso. Riuscira, però, a trovare una persona che la capisca e le impedisca di fare gesti stupidi?
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Sun Rain'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
01 Alien
.01 Alien


L'acqua sgorgava copiosa dalla fontanella arrugginita. Era notte. La ragazza camminava lentamente sul prato e si guardava attorno abbattuta.
Era semplicemente stanca. Stanca di fare avanti e indietro per il mondo, stanca di dover spiegare ai suoi compagni che era affidata a due suoi "fratelli" perchè i genitori non erano in grado di crescerla e non molto spesso frequentava la scuola, ma aveva un' insegnante privato.. stanca.
Non aveva fratelli, non ne aveva mai avuti. Quelli con cui stava erano solo due anime pie che l'avevano accolta nella loro casa e che le avevano fatto assumere il loro cognome. Rain. Pioggia. Cognome che faceva a pugni col suo nome di battesimo, Sun. Sole Pioggia. Due schifosissimi opposti.
Cadde. Aveva inciampato su un arbusto sporgente ed era caduta sull'erba morbida. Si sdraiò a terra e chiuse gli occhi.

Il sole era alto in quella cittadina del sud Italia e lei aveva sorriso al pensiero di quanto fosse bello il cielo azzurro.
Poi d'improvviso tutto divenne nero e il cielo azzurro che lei amava venne sostituito da un cileo plumbeo e triste.

Non sapeva che cosa ricordare di quella città. Era semplicemente troppo piccola per far sì che le immagini venissero impresse nella sua mente e così non fece neanche un piccolo sforzo. Ci aveva rinunciato a tredici anni quando, vedendo un film ambientato in Italia, quel ricordo era apparso all'improvviso nella sua mente facendosi spazio tra le scene del film. Allora lei si era sentita felice come non mai e aveva tentato di scavare nella sua mente alla ricerca di altre parti del suo passato di cui lei non sapeva assolutamente nulla.
"Sarà una tossica, lasciala stare" disse una voce cupa e cavernosa "Andiamo a pisciare più in là".
Non parlò. A suo parere non valeva la pena sprecare fiato con un cretino dalla voce stupida, poi però lo riconobbe. Era quel frocetto che suonava la chitarra in quella band per idioti esaltati.
"Già... 'sto tizio ha proprio ragione" disse lei aprendo gli occhi all'improvviso e sorridendo delle faccie stupite "Lasciatemi stare".
"Vedi lo dice anche lei andiamo" continuò il ragazzo di prima trascinandone per un braccio un altro, tutto truccato.
La ragazza fece per tornare indietro quando l'altro ragazzo le chiese: "Come ti chiami?".
Era gentile, educato e molto curioso, lo aveva capito dallo sguardo. Essendo completamente diverso da quel buzzurro del compagno, rispose: "Sun, mi chiamo Sun" e se ne tornò a casa.

Chiamarla casa era troppo poco. Quei due fratelli che l'avevano adottata vivevano totalmente nella bambagia. Invece di una misera casetta disponevano di una mega-villa extra-lusso; questo perchè entrambi erano stilisti e quindi viaggiavano molto e guadagnavano il doppio.
Lei faceva ciò che le pareva e nessuno le diceva mai niente. Talvolta però aveva desiderato che qualcuno le avesse dato un grandissimo schiaffone per le cavolate che aveva fatto nel corso di una vita.

Entrò in casa e si stese sul divano nero. Sospirò. Un'altra serata monotona e assurda. Come tutta la sua vita, del resto.

Si ricordò una canzone che i due suoi fratellastri le cantarono la prima volta che venne a casa loro. Era una canzone infantile che però l'aveva aiutata nei momenti difficili e quando sentiva il bisogno di un conforto.

Tic, Toc
Piccola stella senza cielo
Tic, Toc
Butta quello stupido velo
Sai che ti sentirai bene
Sai che la forza tu ce l'hai
Ma non la dimostri mai.
Tic, Toc
Mia stellina
Tic, Toc

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Deeper_and_Deeper