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Autore: Lady Lynx    29/05/2010    6 recensioni
Roxanne Weasley, figlia di Angelina Johnson e Fred Weasley, ha una caratteristica che la distingue dai suoi numerosi cugini: è l’unica della famiglia ad essere stata Smistata nella disonorevole casata di Hufflepuff. Costretta a restare all’ombra della popolarità dei suoi parenti, coltiva la lettura delle rune come sua unica passione. Questa stessa abilità per la Divinazione le ispira un’idea per cambiare radicalmente la sua condizione sociale a Hogwarts, un progetto che ha come scopo la ribellione contro l’élite formata proprio dai suoi cugini. Tutto sembra andare liscio, ma… a volte il destino gioca brutti scherzi.
Best Longfic al New Generation Contest! indetto da Only_Me
Genere: Commedia, Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo IV - Guai

Ero alla festa dei Gryffindor.

Merlino, quando era strano pensarlo. Ero – alla – festa – dei – Gryffindor!
Mi aveva invitata Violet Spencer, la ragazza di James, come ringraziamento per il mio prezioso aiuto nel guarire il mio adorabile cugino dalla malattia del tradimento.
“Come ci è riuscita?”, vi chiederete. Beh, non è stato molto difficile, in fondo.
È stato sufficiente scattargli una foto mentre era in atteggiamenti intimi con una Slytherin molto più piccola di lui e poi minacciare di mandare questa prova scottante a zia Ginny in caso l’avessi beccato con altre ragazze diverse da Violet.
Ok, so bene che è una cosa spregevole, non corretta e tutto il resto.
Ma almeno ero riuscita a partecipare alla festa dei Gryffindor, no? La mia prima festa clandestina dopo sei anni di Hogwarts!
Ed ero l’unica Hufflepuff di tutto il party, quindi doppia soddisfazione.
Dovevo ammettere che sarebbe stato il massimo poter far parte quotidianamente di questa gente, loro sapevano come divertirsi. Altro che i miei compagni di Casata, la cui aspirazione massima era fare il gioco della bottiglia senza contemplare neanche lontanamente l’ipotesi del bacio.
L’unico grosso neo della situazione era che per tutti rimanevo Roxanne Weasley, la sfigata.
L’invito a quella festa mi era stato concesso per gentilezza di Violet, non perché qualcuno volesse veramente che io partecipassi. Fu probabilmente per quello che rimasi appiccicata al muro per ore, con in mano un bicchiere quasi finito di succo di zucca, con le persone che mi passavano davanti senza neanche calcolarmi – o, se lo facevano, era solo per commentare quanto il mio vestito stonasse con la tappezzeria della loro Sala Comune.
Accidenti, il mio entusiasmo era improvvisamente scemato. Non era poi così fantastico far parte di una festa dell’élite se poi l’élite non mi cagava di striscio.
- Hai sentito, Rosie? Le previsioni di quella Madama Annex hanno funzionato anche per Vi, questo martedì ci devo assolutamente andare anch’io per vedere come andrà a finire con Robert! –
- Nikki, non hai bisogno di andare da quella per sapere che riuscirai benissimo a tenerti stretta sia lui che il tuo amante senza che nessuno dei due lo sospetti! –
- Rosie, tesoro, voglio esserne sicura… -
Si fermarono davanti a me, interrompendo improvvisamente il discorso. Sentii i loro occhi percorrermi dalla punta dei piedi alla radice dei capelli, vidi i loro le loro labbra lucide aprirsi come due fiori appariscenti sulle dentature candide.
- Roxanne! Che sorpresa vederti qui! –
Come se la loro amica Violet non le avesse avvertite della mia presenza ad un loro party.
- Rose, Dominique… come state? –
- Dai, vieni a ballare, non stare lì come una Hufflepuff imbranata! – urlò la prima, senza curarsi di rispondere alla mia domanda.
- Non ne ho voglia… -
- Vieni! –
Era stata Dominique a parlare, insieme a Rose mi prese per le braccia e mi portò in mezzo alla sala affollata. Se solo mi avessero lasciata libera di muovermi avrei anche potuto anche accennare qualche passo di danza decente, ma la loro intenzione non sembrava essere questa. Mi mossero loro, come se fossi stata un burattino, costringendomi a fare delle mosse imbarazzanti all’ennesima potenza. Sentivo le guance in fiamme, sapevo che la mia faccia era il ritratto del disagio.
- Lasciatemi! – urlai con decisione, cercando di sovrastare la musica.
Niente da fare, o non mi sentivano o non mi volevano sentire. Con uno strattone esasperato mi liberai dalla loro presa e cercai di farmi strada tra i corpi ammassati, senza poter evitare di sentire le loro risate alle mie spalle. Ero stata profondamente umiliata.
Una volta uscita dal dormitorio di Gryffindor, nel buio silenzioso delle scalinate della scuola, mi resi conto di aver sbagliato qualcosa. Non bastava uno schiocco di dita per liberarsi della propria fama, una fama acquisita in sei lunghissimi anni. Non bastava aver fatto un favore ad una delle ragazze più popolari della scuola, non bastava un invito ad una festa e non bastava fingere di essere figa.
Non lo ero, e come se non bastasse l’assenza di Kristien e Lucy mi aveva messa ancora più in difficoltà.
Camminai a testa bassa verso il rifugio di Hufflepuff, sentendomi umiliata nell’animo.
Quante persone mi avevano vista, prigioniera di Dominique e Rose, a ballare in quel modo scomposto?
Quante avrebbero riso ancora la mattina seguente, pronte a raccontare a tutti l’ultima prodezza di Roxanne Weasley?
Pensai che forse era quello che intendeva la mia runa, quella del primo giorno di quest’anno scolastico, quando diceva che avrei peccato di ambizione.
Forse io non ero fatta per la popolarità, la grazia, l’eleganza e la perfezione.
Scuotendo la testa sconsolata, entrai nella Sala Comune del mio dormitorio. Con sorpresa vidi che Lucy e Kristy erano ancora sveglie, nonostante fossero le due di notte. Mi avevano aspettata pazientemente.
Il loro affetto mi provocò una stretta alla gola: faticavo a parlare, ma probabilmente loro capirono già dal mio sguardo cosa era successo. Si alzarono in contemporanea, vennero verso di me, mi strinsero in un abbraccio desiderato.
Le lacrime dell’umiliazione poterono finalmente sgorgare liberamente sulle mie guance.

***

E poi, finalmente, giunse l’ora della vendetta.
Il martedì precedente Dominique era venuta da me, o meglio da Madama Annex, per chiedere previsioni sulle sue varie storie d’amore.
Avevo concordato con Lucy e Kristien che non era più importante diventare celebri per l’esattezza delle mie previsioni. Mi avevano consigliato di usare il potere acquisito sulla popolazione scolastica per mandare fuori di testa le mie cugine e fare del mio meglio per ottenere un lavoro di giustizia.
Era come il proverbio “se non riesci a sconfiggerli, unisciti a loro”, solo al contrario.
L’alleanza non era servita a niente… quindi era iniziata la guerra.
Avevo preparato un bel discorso da fare alla cara Nikki. Le avevo predetto talmente tante disgrazie da farla diventare paranoica e in più le avevo dato dei consigli francamente assurdi che lei aveva detto avrebbe seguito alla lettera.
Risultato di tutto questo?
Un giorno dopo la seduta con me, Robert aveva scoperto il suo doppiogioco e l’aveva lasciata platealmente in Sala Grande davanti a tutti. Dominique, in preda alla rabbia, aveva urlato le peggiori ingiurie contro Madama Annex e aveva giurato che gliel’avrebbe fatta pagare cara.
Peccato che tutti i presenti, colpiti dalla abilità nelle previsioni e dalla gentilezza della mia alter ego, si fossero rivoltati in massa contro Dominique spedendola in infermeria.
Uno spettacolo esilarante, davvero.
Forse una vendetta un po’ cattiva, ma decisamente dolce.
Per farla pagare alla cara Rose, invece, attesi la settimana dopo.
L’avevo sentita proprio quella mattina urlare in classe ad una delle sue amichette che aveva bisogno di una previsione per la partita Gryffindor/Slytherin di domenica. Probabilmente non era abbastanza fedele alla sua Nikki da rinunciare a lanciare un’occhiata nel futuro.
Anche per lei mi ero preparata una sfilza di consigli del tutto rovinosi, in modo da completare la mia piccola vendetta.
- Non sto nella pelle, Lucy… - le confessai con un sorriso, mentre rimischiavo le rune distrattamente.
- Sono veramente curiosa di sentire cosa le dirai – replicò lei ridacchiando divertita.
Riappoggiai il sacchettino sul tavolo, una delle rune cadde sul pavimento vicino al mio piede. Sbuffai, cercai di raccoglierla contorcendomi e, sfortuna delle sfortune, proprio in quel momento sentii il rumore della porta che si apriva. Mi affrettai a tirarmi seduta e a riprendere la mia dignità, ma mi fu difficile farlo una volta accortami di chi mi sta davanti. Sentii uno squittio intimorito provenire dalla mia destra, sbattei un paio di volte le palpebre per assicurarmi che stessi davvero vedendo quello che vedevo.
- P… professor Zabini? –
La mia domanda si rivelò molto gracchiante, poco mistica, ma accolse un sorriso aperto. Lanciai una rapida occhiata alla runa che avevo raccolto, notai che era di nuovo Thurisaz, prima di rimetterla nel sacchettino con mani tremanti.
La domanda del momento era: “dove diamine sono finiti i miei neuroni?”
In un patetico tentativo di rompere il silenzio che era caduto, tentai di enunciare il mio rituale discorso d’apertura.
- Ehm… creatura dei vivi, rivelami… cioè, mi riveli… -
Stavo balbettando come un’idiota. Roxanne Weasley, le lettrici di rune credibili non balbettano!
- Vuole sapere la mia domanda, Madama Annex? – chiese lui educatamente, nascondendo abilmente la sua sorpresa nel trovarsi davanti una simile incompetente.
- Sì, sì… -
Bene, almeno avevo scoperto che rispondendo a monosillabi non sembravo una appena colpita da un Languelingua.
- Vorrei sapere qualcosa riguardo il mio futuro, in generale… mi sorprenda… -
Merlino, ma quanto era sexy la sua voce?
Papà mi aveva raccontato che il suo professore di Pozioni era un tizio untuoso e anche piuttosto sgradevole che probabilmente non aveva mai conquistato una donna in vita sua. E invece il professor Zabini era… indescrivibile!
“Roxanne, concentrati!” mi auto imposi, mentre tentavo disperatamente di afferrare una delle tante rune del sacchetto “Non è diverso dagli altri clienti, quindi stai calma!”
Le mie dita abbracciarono uno dei miei ciottoli, lo appoggiarono sul tavolo rivolto verso l’alto. Non feci tempo ad aprire bocca che lui mi anticipò.
- La runa Ehwaz, giusto? –
Naturalmente aveva ragione. Quella emme maiuscola è inconfondibile, rappresenta il cavallo che a sua volta è simbolo dei viaggi.
- Esatto. Significa che nel suo futuro sono previste delle vacanze lontane dal luogo in cui vive o addirittura un trasferimento… -
Brutta notizia, direi. Avrei dovuto confessargli che mi sarebbe mancato?
- Non può dirmi altro? –
Certo che potevo dirgli altro. Potevo anche predirgli tutta la vita, se voleva. Per lui, questo e altro!
- Naturalmente è possibile. La seconda domanda sarebbe a pagamento, ma per lei posso fare un’eccezione… -
Gli sorrisi e mi sentii apprezzata. In quel momento capii che le ragazze more, con la pelle candida e gli occhi azzurri riescono a conquistare anche un professore affascinante come Zabini senza troppa fatica.
Quanto è ingiusto il mondo…
Scrollando via questo pensiero estrassi la seconda runa, quella che avrebbe dovuto dare maggiori dettagli sul viaggio.
Era Isa, che rappresenta la luce lunare e la conservazione. Non riuscivo a capire come potesse collegarsi con l’idea del viaggio, ad essere sincera, ma dovevo assolutamente dire qualcosa a Zabini dato che mi osservava in attesa di un responso.
- Il viaggio che intraprenderà spezzerà un legame affettivo molto importante –
Che imbarazzo. Non sono mai stata molto brava ad inventare previsioni, forse è per quello che sono capace di vedere veramente il futuro.
- Questo mi rammarica, Madama Annex… - sussurrò lui con voce impregnata di tristezza – perché significa che, anche se io le confessassi in questo momento l’attrazione che provo per lei, questo sentimento sarebbe destinato a morire… so che siamo fatti per stare insieme da  quando l’ho vista per la prima volta pochi minuti fa… è stato un colpo di fulmine… -
Rimasi sconvolta davanti a quelle parole. Sentii un risolino giungere dal punto in cui si trovava Lucy, non potei fare a meno di rivolgerle un gestaccio.
- C’è qualcuno oltre a noi? – chiese il professore, sembrando infastidito.
- Sì, c’è la mia aiutante… Madama Ceely… -
Una piccola ruga si incise sulla sua fronte perfetta, facendolo sembrare ancora più desiderabile ai miei occhi. Che fosse dannato il giorno in cui il professore untuoso dei vecchi tempi se n’era andato per lasciare posto a Zabini!
- La mandi via, la prego… -
Come avrei potuto resistere ad una richiesta di quell’uomo detta con una tale gentilezza? Feci cenno a mia cugina di uscire, lei obbedì ma senza nascondere il suo disappunto. Non appena Lucy sparì dietro la porta, Zabini si alzò in piedi e il mio cuore accelerò inspiegabilmente i suoi battiti.
- Madama Annex, so che non potrò mai dimostrarle appieno il mio amore, ma desidero darle un assaggio di questo inestimabile sentimento almeno in questo breve momento di solitudine… -
Rimasi congelata, sentii i neuroni rimescolarsi nella testa, mentre mi dicevo che tutto quello era irreale.
Fin troppo irreale.
- La prego, Madama Annex, non abbiamo molto tempo! – mi sollecitò lui, abbandonando il tono romantico per esplicitare il suo invito.
- Io… io non capisco come lei possa pensare di amarmi dopo avermi visto solo per qualche istante… -
- La prego, Madama, mi accontenti… -
Mi alzai in piedi nonostante il tremore delle mie gambe, ricevetti un caloroso sorriso che mi convinse dell’irrealtà della situazione. Come era possibile che lui, Blaise Zabini, uomo maturo e navigato, decidesse di dare un “gesto del suo amore” ad una veggente sconosciuta?
- So che sei una studentessa, ma non mi importa… - sussurrò lui, mentre appoggiava una delle sue mani alla mia vita.
Strabuzzai gli occhi, consapevole della bruttezza del mio viso con quella espressione da pazza, ma Zabini non fece una piega. Vidi le sue labbra piene sporgersi verso di me e poi premere sulle mie.
Seguì un’incredibile vampata di calore alle guance per l’imbarazzo, quasi temetti che potesse sciogliere la maschera Imitapelle che indossavo.
E poi, accadde tutto all’improvviso: la porta della Stanza delle Necessità si aprì di colpo, Dominique entrò di sorpresa e strattonò Zabini lontano da me, la professoressa McGranitt la seguì a bacchetta levata, un miscuglio di urla insopportabili.
Nikki strillò contro il professore di Pozioni, dandogli del pervertito approfittatore.
La Preside mi rimproverò con estrema severità, mi intimò di togliermi la “bardatura” che avevo addosso – e lo feci senza protestare, con suo grande stupore – poi anch’essa rivolse tutta la sua rabbia contro il professore.
Non so per quanto tempo durò quello scambio isterico di battute e repliche, di cui io ero solo la spettatrice.
Sapevo solo che qualcosa non mi quadrava, e quel qualcosa era il ghigno soddisfatto di Dominique alle spalle della McGranitt.
Ah, sapevo anche un’altra cosa, a dire il vero.
Ero in un mare di guai.


Note dell'autrice

Ciao a tutti!
Posto questo capitolo in ritardo a causa di diversi problemi di tipo personale. Spero che possiate perdonarmi.
Intanto ringrazio chi ha aggiunto questa storia tra le Seguite (delfy96, HarryPotterianaDOC, Jaslyn, Jhaa, kiaa, Luna1312,mary96twilight, rubiaA, _sunflower) e le Preferite (AliceRosy, BlackFra92, Miss_Slytherin, zmarz).
Grazie anche a chi legge in silenzio e a chi recensisce.
Baci,
Lady Lynx

foolfetta: sorpresa di averti sorpresa, dato che pensavo la storia potesse risultare fin troppo lineare e scontata. Roxanne, da brava Weasley, rivela tutta la sua potenza per proteggere chi la circonda... e Lucy ne è l'esempio calzante. In effetti un pensiero gentile andrebbe fatto anche per la povera Violet, vittima dell'infedeltà di James. Grazie per la recensione!
Dully:  se lo scorso capitolo ti è piaciuto per la reazione di Roxie alla "dittatura" dei suoi cugini, allora probabilmente questo non sarà molto di tuo gradimento dato che c'è un ritorno sul trono proprio di quei malefici esseri. Spero comunque che le continue svolte, magari anche inaspettate, ti rendano piacevole anche questo argomento ^^ Grazie per la recensione!
  
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