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Autore: sssundew    29/05/2010    1 recensioni
Ragazzi sbagliati, scorci di vita e sorrisi perduti che si intrecciano e confondono, facendo da sottofondo ad una realtà che non sempre è quella che uno si merita, e che si cerca - ed è spesso irreperibile - nei sogni di un'adolescenza agli sgoccioli.
[ from: #chapter one; canenero ] Nero sulla pelle, nel cuore, nell'anima.
Mi chiamo Daren Coleman e non conosco altro colore; nero nero nero, tutto è dannatamente nero: la vita, il passato, i sogni.
Anche se questi ultimi - ormai, non rientrano più nelle mie capacità.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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tutto è efficacia e razionalità,
niente può stupire e non è certo il tempo quello che

ti invecchia e che ti fa morire;
ma tu rifiuti di ascoltare ogni segnale che ti può cambiare,
perché ti fa paura quello che succederà se poi ti senti uguale. „

 

Nero sulla pelle, nel cuore, nell'anima.
Mi chiamo Daren Coleman e non conosco altro colore; nero nero nero, tutto è dannatamente nero: la vita, il passato, i sogni.
Anche se questi ultimi - ormai, non rientrano più nelle mie capacità.
Già; quando tua madre dipende dagli psicofarmaci, quando tuo padre non conosce neppure il tuo nome, quando non sei un cazzo per nessuno, i sogni non sono esattamente una tua prerogativa. Non vuoi illuderti, ma vivere solamente di realtà, cruda essenziale realtà.
Anche se fa male, un male del diavolo.
Perchè tutti abbiamo bisogno di qualcosa di fittizio, chimerico, ma non tutti siamo così coraggiosi da riuscire ad immergervisi. Per me, però, non si tratta più di codardia, bensì di paura, terrore di illudermi e scontrarmi poi con quello che è reale; di sognare qualcosa di diverso e poi vedere che tuttavia la vita, la mia vita, è sempre la stessa, che le mie ambizioni, i miei desideri rimangono solo sangue rappreso. Sporco

Per questo ora - mentre diluisco un antidepressivo in un bicchier d'acqua - non penso che potrei essere al campo a giocare a basket; penso a contare le gocce di farmaco, che l'acqua sia fresca, che tanto quest'ennesima cura non servirà a nulla, come le precedenti; che finirò al riformatorio, perchè - certo, i soldi per tutte queste medicine non li trovo mica sugli alberi; che è inutile provarci con Danah, che è stupido pensare e soprattutto pensare tutte queste cose insieme.
E quando raggiungo mia madre in camera e la trovo distesa in terra, immersa in una pozza di lacrime e sangue - scivolato via dai palmi tagliati -, non le dico che starà meglio, non le prometto una vita migliore. Semplicemente, la aiuto a rialzarsi, le asciugo gli zigomi umidi e disinfetto le ferite sulle mani, dopo aver nascosto il rasoio. Poi le dico che le voglio bene perchè, si, almeno questo è vero.

 

 

 

Author's notices ;

Brevissima, inutile, futile storia. La prima di un numero ancora indefinito di sue gemelle.
Oltretutto, chiamarla storia è darle troppa importanza; come vedete, si tratta di un monologo che descrive sensazioni, emozioni e retroscena che si celano dietro il volto, la vita di un ragazzo qualunque - in questo caso. Spero vi sia piaciuto questo inizio, che vi abbia suscitato almeno un'emozione piccola piccola (*_*) e che, magari, avrete il tempo di farmi sapere quanto schifo/piacere vi abbia fatto quanto ho scritto con una recensione o con il mezzo che più vi aggrada ( vi avverto solo che io e i piccioni non andiamo molto d'accordo, XD )
Alla prossima :D
sssun.

Prima che mi dimentichi: il titolo è preso dall'omonima canzone dei subsonica, mentre il testo della citazione in alto, è uno scorcio di "Non è per sempre" degli After Hours ù_ù

  
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