Fanfic su attori > Cast Twilight
Ricorda la storia  |       
Autore: Cassandra caligaria    30/05/2010    2 recensioni
“Voglio te”. Tremai di emozione a quelle parole.
“Sono tuo”, sorrisi. Non c'era cosa più vera.
Poi si mise in ginocchio sul letto, e senza mai allontanare i suoi occhi dai miei, mi cinse il collo con le braccia e mi baciò. Cercai di prolungare quel contatto, ma non potevo infrangere di troppo le regole del copione, così cercai di non farmi prendere troppo dalla foga del momento. Mi stesi per mettermi più comodo trascinando Kristen su di me.
Staccò le sue labbra dalle mie e iniziò a sbottonarmi la camicia. Il suo ginocchio destro finì maldestramente tra le mie gambe. Pregai tutti i santi del paradiso affinchè non si vedessero troppo le reazioni fisiologiche del mio corpo.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

  Buonasera a tutti ... sono le 3.00 e io sono qui che posto questa nuova storia scritta tra ieri notte e oggi pomeriggio!!! Allora tutto è nato quando ho visto quest'immagine, due giorni fa....mi è venuta l'ispirazione di scrivere questa breve storia che inizialmente doveva essere una one shot,ma data la lunghezza ho preferito dividere in tre parti. Vi lascio la prima parte, fatemi sapere cosa ne pensate!!!

Vi lascio anche il link dell'altra storia che sto scrivendo, su Edward e Bella. http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=504353&i=1

 

THE RING

Anello Eclipse

 

Oddio. Sposarsi entro l'estate! Rabbrividii.

E inoltre, mi sentivo infastidita perché i miei mi avevano insegnato a guardare con terrore al matrimonio.

Edward interruppe i miei pensieri. «Non c'è bisogno di fare le cose in pompa magna. Non voglio grandi celebrazioni. Non dovrai dirlo a nessuno, né fare alcun cambiamento. Andremo a Las Vegas... potrai indossare i tuoi vecchi jeans, andremo in una di quelle cappelle in cui basta aprire il finestrino, senza nemmeno scendere dall'auto. Voglio soltanto rendere ufficiale il nostro legame: voglio che tu appartenga a me e a nessun altro».

«La cosa non potrà essere più ufficiale di quanto lo è adesso», brontolai. Ma come descrizione non era male. Peccato per Alice, sarebbe rimasta un po' delusa.

«Ne riparleremo». E sorrise compiaciuto. «Suppongo che in questo momento non ti vada di ricevere un anello».

Deglutii prima di rispondere. «La tua supposizione è corretta».

Rise della mia espressione. «Fantastico. Ma te lo metterò al dito presto».

Gli lanciai un'occhiataccia. «Parli come se l'avessi in tasca».

«Proprio così», ribatté in modo sfacciato. «Sono pronto ad approfittare del tuo primo momento di distrazione».

«Sei incredibile».

«Vuoi vederlo?», mi chiese. Il topazio liquido dei suoi occhi si accese di entusiasmo.

«No!», urlai quasi, senza pensarci su. Me ne pentii all'istante. Anche lui ci rimase male. «A meno che non desideri davvero mostrarmelo», aggiunsi. Serrai la bocca per non mostrare il mio terrore irrazionale.

«Non c'è problema», si strinse nelle spalle. «Posso aspettare».

Sospirai. «Fammi vedere quel maledetto anello, Edward».

Scosse la testa. «No».

Studiai la sua espressione per un istante interminabile.

«Per favore», dissi calma, sperimentando l'arma di persuasione che avevo appena scoperto di possedere. Con la punta delle dita gli toccai con delicatezza il volto. «Per favore, posso vederlo?».

Affilò lo sguardo. «Sei la creatura più pericolosa che abbia mai incontrato», mormorò. Poi si alzò e s'inginocchiò con grazia inconsapevole accanto al comodino. Un istante dopo era di nuovo sul letto, accanto a me, e mi cingeva le spalle con un braccio. Teneva in mano una scatolina nera. La mise in bilico sul mio ginocchio sinistro.

«Avanti allora, aprila», disse in modo brusco.

Prendere quella scatolina inoffensiva fu più difficile di quanto pensassi, ma non volevo ferirlo di nuovo, così provai a fermare il tremore della mia mano. La superficie era morbida, in raso nero. La sfiorai con le dita, indecisa.

«Hai speso un sacco di soldi, vero? Menti pure, se l'hai fatto».

«Non ho speso nulla», mi rassicurò. «È solo un altro riciclaggio. È l'anello di fidanzamento di mia madre».

«Ah». La mia voce si riempì di sorpresa. Strinsi il coperchio tra il pollice e l'indice, ma non riuscii ad aprirlo.

«Immagino che sia un po' fuori moda», si scusò, divertito. «All'antica, come me. Ti posso far avere qualcosa di più moderno. Ti andrebbe qualcosa di Tiffany?».

«Mi piacciono le cose fuori moda», mormorai e aprii esitante il coperchio. Protetto dal satin nero, l'anello di Elizabeth Masen brillava alla luce fioca. Era un ovale allungato, coperto da file oblique di pietre tonde e luccicanti. La montatura era d'oro giallo, sottile e delicata. Loro formava una rete finissima attorno ai diamanti. Non avevo mai visto nulla del genere.

Senza pensarci accarezzai le gemme scintillanti.

«Che carino», mormorai sorpresa.

«Ti piace?».

«È bellissimo». Alzai le spalle, fingendo di non essere interessata. «Perché non dovrebbe piacermi?».

Ridacchiò. «Guarda se ti va bene».

La mia mano sinistra si strinse in un pugno.

«Bella», disse. «Non te lo salderò al dito. Vorrei solo che te lo provassi per vedere se la misura è giusta. Dopo te lo puoi togliere».

«Bene», borbottai.

Feci per prenderlo, ma le sue dita lunghe furono più veloci. Mi prese la mano sinistra e infilò l'anello all'anulare. Mi sollevò la mano ed entrambi osservammo l'anello brillare al contrasto con la mia pelle. Portare un anello al dito non era orribile come temevo.

«Misura perfetta», disse quasi indifferente. «Non c'è male... mi risparmia un viaggio dall'orefice».

Dietro al tono disinvolto della sua voce percepii una forte emozione e lo guardai in faccia. L'emozione traboccava anche dagli occhi, malgrado tutti i suoi sforzi.

«Ti piace, non è vero?», domandai sospettosa, muovendo le dita e rimpiangendo di non essermi rotta la mano sinistra.

Alzò le spalle. «Certo», disse con disinvoltura. «Ti sta davvero bene».

Lo guardai negli occhi, cercando di decifrare l'emozione che covava. Anche lui mi guardò e all'improvviso ogni accenno di finzione sparì. Era raggiante e il suo viso d'angelo sprizzava gioia da tutti i pori. Era così magnifico da lasciarmi senza fiato.

Prima che potessi riprendere a respirare, mi baciò, esultante. Ero stordita. Quando mosse la bocca per sussurrarmi qualcosa all'orecchio notai che il suo respiro era irregolare come il mio.

«Sì, mi piace. E non sai quanto».

Risi, con il fiato grosso. «Ci credo».

«Ti dispiace se faccio una cosa?», sussurrò, stringendomi nell'abbraccio.

«Tutto ciò che vuoi».

Mi lasciò andare e scivolò via.

«Questo no, però», mi lamentai.

Mi ignorò, mi prese per mano e mi fece alzare dal letto. Stava in piedi di fronte a me, con le mani sulle mie spalle, serio.

«Invece voglio farlo come si deve. Per favore, per favore, ricordati che mi hai già detto di sì, e non rovinare tutto».

«Oh, no», esclamai, e lo vidi inginocchiarsi davanti a me.

«Sii gentile», mormorò.

Respirai a fondo.

«Isabella Swan?». Mi guardò da dietro quelle ciglia incredibilmente lunghe, con i suoi occhi dorati, dolci e al tempo stesso ardenti. «Prometto di amarti per sempre, ogni singolo giorno, per l'eternità. Mi vuoi sposare?».

Avrei voluto dire un sacco di cose, alcune niente affatto belle, altre vergognosamente sdolcinate e romantiche, che forse nemmeno nei suoi sogni mi aveva mai sentito dire. Eppure, invece di sentirmi in imbarazzo, sussurrai: «Sì».

«Grazie», rispose senza aggiungere altro. Poi mi prese la mano e le sue labbra sfiorarono la punta di ogni dito, prima di baciare l'anello che ormai era mio.

Lessi per l’ennesima volta quel capitolo di Eclipse. Avevo letto l’intero romanzo per ben due volte e conoscevo a memoria le battute del mio copione, ma preferivo comunque attingere sempre alla fonte primaria, le pagine del libro. E’ lì che sono nati e vivono i nostri personaggi e a noi tocca il pesante onere di dargli un volto, un corpo, una voce e, sì, anche un’anima.

Ero molto agitato. Quella mattina avremmo provato una delle scene più importanti del film. Una di quelle scene che i fans attendono con più ansia e che diventano automaticamente per noi le più difficili da interpretare, proprio perché l’aspettativa è alta. Certo, per quanto possa venire bene una scena, il rapporto intimo che si crea tra il lettore e le parole dell’autore rende quasi nulli tutti i nostri sforzi di rendere una scena perfetta. Ma noi attori del cast di twilight siamo fortunati. Non ho mai visto dei fans più devoti dei nostri, ci venerano. Mi venerano. E a volte diventa davvero difficile cercare di condurre una vita normale.

Entrai nella sala trucco, pronto al processo di vampirizzazione. Mi sedetti ed aspettai che la truccatrice arrivasse. Strano, di solito era puntuale. Poi due mani mi coprirono gli occhi. Due mani che avrei riconosciuto tra mille. Lisce, morbide e fresche, dal tocco delicato. Quelle dita sottili che mi facevano impazzire. Con uno scatto repentino voltai la sedia girevole, la presi per i fianchi e la feci sedere sulle mie gambe. Scoppiò a ridere stupita da tanta foga e soprattutto dalla mia inusuale destrezza. Quando mi concedevo gesti del genere solitamente ci ritrovavamo stesi per terra a ridere come matti.

“Buongiorno mio bel vampiro”, soffiò sulle mie labbra.

“Buongiorno a te, mia dolce donzella!”.

Iniziai a sfiorarle le labbra con le mie. Piano, con delicatezza, sebbene bramassi un contatto più profondo. Volevo farla impazzire. Come al solito, la mia piccola impaziente non si smentì e mise fine a quella dolce tortura. Ci scambiammo un bacio vero, di quelli che ti fanno venire i brividi dalla radice dei capelli alla punta dei piedi . Quando eravamo ormai a corto d’ossigeno ci staccammo e la guardai negli occhi. Brillavano, esattamente come i miei. Le baciai entrambe le palpebre, poi la punta del naso facendola sorridere e continuai a posarle teneri baci a fior di labbra.

“Amore, basta … potrebbe entrare qualcuno”.

“Mmm … non mi interessa!”

“Scemo! Dai!”

Le sue parole volevano farmi smettere, ma il suo corpo reagiva in tutt’altro modo. Continuava a rispondere ai miei baci. Iniziò a mordicchiarmi il labbro superiore, poi passò a quello inferiore. Con la lingua lambì entrambi cercando il mio consenso. Le sue mani finirono a scompigliare ancora di più i miei capelli ribelli mentre le mie le stringevano spasmodicamente i fianchi. Non avevo mai provato un sentimento del genere, con nessuna ragazza. Era lei l’altra parte di me, quella che mi completava e che mi faceva sentire unico ed importante. Lei, così piccola ma così forte. Scesi a mordicchiarle e leccarle il collo. Il suo profumo mi faceva impazzire.

“Rob … oh, Rob …. Mi sei mancato stanotte”, mi confessò abbassando un po’ la voce e arrossendo.

Le accarezzai le guance e le baciai le labbra “Anche tu mi sei mancata amore mio, tantissimo … non sono più abituato ad avere una piazza e mezza tutta per me! E poi mi mancavano i tuoi calci!”, le dissi prendendola in giro. Mi era mancata davvero. Avevamo dormito separati la scorsa notte perché io avevo girato delle scene in notturna fino a tardi e lei aveva trascorso la serata con le altre ragazze. Eravamo diventati indispensabili l’una per l’altro e al solo pensiero che alla fine delle riprese avremmo trascorso tanto tempo lontani mi saliva un magone …

“Io non scalcio!!!”

“Oh, sì … avresti un futuro come centravanti!!!”

Mise su un broncio adorabile. In risposta sorrisi, le accarezzai una guancia e le scostai i capelli dal viso. Era bellissima.

“Ti amo”, soffiai sulle sue labbra.

Mi dedicò il più dolce dei sorrisi.

“Ti amo anch’io amore!”. La baciai ancora, fino a che non sentii delle voci provenire dall’esterno. Ci staccammo immediatamente e Kristen si rimise in piedi cercando di sistemarsi i capelli.

“Buongiorno Robert! Scusa per il ritardo ma qualcuno qui dentro stamattina faceva i capricci! Ciao Kristen!”.

Daisy, la nostra truccatrice era in dolce attesa. Era una donna dolcissima, sarebbe stata un'ottima madre. Chissà se anche io e la mia Kristen un giorno.... eravamo ancora giovanissimi, però iniziavo a fare qualche pensierino. Complice anche la parte del vampiro verginello all'antica che interpretavo!!! Adoravo alcuni lati del carattere di Edward, e mi ero ritrovato molto nel personaggio soprattutto dopo aver scoperto di essere così innamorato. La prima volta che lessi Twilight, pensai “Ma questi sono matti! Non può esistere un'amore del genere nella realtà … e invece, quanto mi sbagliavo! Avrei dato la mia vita per lei.

“Tranquilla Daisy!! Non c'è nessun problema... anzi forse sarebbe il caso che ti riposassi un po' di più nelle tue condizioni!!!”

“Oh, no! Aspetto solo un bambino, non sono malata!! Posso continuare il mio lavoro! Poi siamo quasi alla fine delle riprese … Oh! Sta scalciando!”, le brillavano gli occhi dalla gioia.

“Daisy, potrei ...”

“Ma certo Kristen!!”

Posò delicatamente una mano sulla sua più che evidente pancia. E sorride. Aveva gli occhi lucidissimi.

“Mamma mia come scalcia!!! Ehi, piccolino! Non vedi l'ora di uscire, vero?? Deve essere meraviglioso, ma non ti fa male Daisy?”

“Oh, assolutamente no … è la sensazione più bella del mondo”. I suoi occhi emanavano una luce particolare. Erano pieni di vita e di felicità.

Mi avvicinai anch'io, era uno spettacolo troppo bello da restare in disparte a guardare soltanto. Misi una mano su un fianco di Kristen e avvicinai l'altra al ventre di Daisy, chiedendo un tacito consenso. Daisy annuì con il capo e poggiai la mano accanto a quella di Kristen.

“Ciao piccolo!!! Anche noi non vediamo l'ora di vederti!!! Sarai qui con noi quando gireremo Breaking Dawn!!! Vedrai in che gabbia di matti ti ritroverai!!!”

Daisy scoppiò a ridere seguita da Kristen. Poi mettemmo fine a quell'idillio perchè era davvero tardi.

“Io vado … ci vediamo sul set!”

“Ok, a dopo!”.

“Vieni Robert, iniziamo!”

Le mani esperte di Daisy spalmavano velocemente il cerone su tutto il mio viso.

“Robert, dovresti togliere anche la camicia. Oggi devi essere un totalmente un vampiro, niente sconti!!!”

Scoppiai a ridere.

“Hai ragione Daisy.”

“Sei un po' teso, c'è qualcosa che non va?”

“No, è che oggi giriamo una scena molto importante e molto attesa. Le aspettative sono alte, e spero di essere all'altezza del mio ruolo.”

“Sono sicura che andrà tutto bene. Siete bravissimi … e poi tu e Kristen siete così affiatati. E' un piacere per il cuore guardarvi quando siete insieme. Siete proprio come Edward e Bella.”

“Grazie Daisy.”

Ormai sul set tutti sapevano della nostra storia. Era inutile tenerlo nascosto, era troppo palese. Daisy era stata la prima ad intuirlo e a coglierci in flagrante proprio in sala trucco in una posizione simile a quella che occupavamo qualche minuto prima che lei entrasse.

Mentre completava la sua opera, ripetevo in mente le battute da recitare. Avevo una strana ansia che mi attanagliava, più delle altre volte. Pensavo e ripensavo, nella mia mente vorticavano veloci le parole di Edward.

«Vedi, Bella, io sono sempre stato quel tipo di ragazzo. Nel mio mondo ero già un uomo. Non ero in cerca d'amore... no, ero troppo impaziente di arruolarmi: pensavo soltanto alla gloria idealizzata della guerra, quella che ci vendevano per convincerci a entrare nell'esercito. Ma se avessi trovato...». S'interruppe e inclinò la testa. «Stavo per dire se avessi trovato un qualcuno, ma non lo dirò. Se avessi trovato te so come avrei agito, senza alcun dubbio. Io ero quel tipo di ragazzo che, non appena avesse scoperto che tu eri ciò che stava cercando, avrebbe chiesto la tua mano, in ginocchio. Ti avrei voluta ugualmente per l'eternità, anche se la parola non avrebbe avuto le stesse connotazioni di adesso».

Non riuscivo ad entrare nell'ottica di quel tempo. Anch'io amavo Kristen più della mia stessa vita, ma il mio atteggiamento verso il matrimonio era molto simile a quello di Bella. Non era riluttanza. L'esperienza dei miei genitori non era come quella dei genitori di Bella, anzi tutt'altro. A volte sembravano due adolescenti alle prime armi. Non era neanche paura di unirmi a lei per sempre, era che semplicemente io non avevo bisogno di un anello o una firma per dimostrare il mio amore. Non riuscivo davvero a capire il punto di vista di Edward e il fatto che di lì a poco avrei infilato un anello sull'anulare di Kristen e avrei chiesto al suo alter ego cinematografico di sposarmi mi agitava parecchio.

“Ecco fatto! Edward Cullen è di nuovo tra noi!!! Vado a vedere se Kristen ha bisogno di me. Tu puoi andare! Oggi vedrò di essere presente alle riprese, è una delle mie parti preferite del libro! Speriamo che il regista non faccia storie!”

“Tranquilla, gli parlerò io se necessario. Ma non credo ce ne sarà bisogno … David è ok!”

“Grazie Rob! A dopo allora! In bocca al lupo e sta' tranquillo, sento che andrà tutto bene! Poi c'è la tua Kristen con te!”

“Crepi … comunque in questi casi si dice Merda!!!!”.

Scoppiò a ridere. Mentalmente aggiunsi la risposta alla sua seconda affermazione. Era proprio perchè c'era Kristen con me che ero teso.

 

 

A domani con la seconda parte! Buonanotte!!!Elettra.

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Cassandra caligaria