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Autore: Martina van der woodsen    30/05/2010    3 recensioni
La mia decisione l’avevo presa ormai e non sarei di certo tornata indietro, avevo scelto ciò che era più giusto e salutare per me, già avevo scelto, se fosse stata la cosa giusta oppure no lo avrei scoperto con il tempo, ma, ora come ora, la persona che amo è senza alcun dubbio lui!. Questa storia si svolge a Roma, la città più bella che ci sia, ricca di storia e romantica a tal punto da far innamorare chiunque, anche il più freddo dei cuori, proprio come quello di Martina, 18 enne sempre allegra e solare ma, ad essere sinceri, molto poco disponibile nei confronti dei ragazzi, un giorno però qualcosa cambia, fuori dalla discoteca dove Martina e le sue amiche erano andate a ballare conoscerà un ragazzo di bell'aspetto, lei ne rimane impressionata e ammette a se stessa la bellezza di quest'ultimo, parlano in modo tranquillo e quando le sue amiche li vedono rimangono a bocca aperta. Martina e le amiche se ne vanno ma prima i due si presentano, il suo nome è Marte. ma quella serata finirà per essere rovinata da Eléna, sua migliore amica che gli dirà una cosa che Martina non avrebbe mai voluto sentire. Come andrà a finire? se vi ho incuriositi leggete e commentate xD =)
Genere: Romantico, Triste, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~•∞ 1. Il ritorno della pecora nera. ~•∞

 

 

 

 

La discoteca quel sabatoera più affollata del solito a causa della pioggia che stava incombendo su Romaormai già da due settimane senza sosta. C’era chi beveva al bancone del bar, chi era seduto sui divanetti a fumare una sigaretta, e chi, come me e le mie amiche, ballavano sul cubo mentre le note di Devolution mi entravano dentro impossessandomi di me coinvolgendomi nel loro ritmo, sotto di noi alcuni ragazzi si erano fomentati e ci guardavano famelici, in attesa che una di noi l’invitasse a salire per ballare, ma nessuna di noi lo fece e nessuna aveva intenzione di farlo.

< Marti laggiù,affianco al Dj c’e un ragazzo niente male che ti sta fissando > guardai nella direzione che Eléna mi aveva indicato ma quando il mio sguardo si posò sulla consolle notai che in realtà, oltre al Dj e ad un paio di ragazze che si dimenavano con la speranza di attirare la sua attenzione, non c’era nessun ragazzo che mi stava fissando.

< Io non vedo nessuno,comunque mi vado a fumare una sigaretta fuori> feci segno hai ragazzi dispostarsi e uno, molto gentile, mi porse la mano, gli sorrisi come ringraziamento e uscii fuori. L’aria gelida delle due di notte passate mi entrò dentro i polmoni dandomi la sensazione di milioni di pizzichi fastidiosi, il freddo invernale era sempre uno schiaffo in faccia quando sei sudato, mi guardai intorno ma oltre a me c’erano solo due buttafuori dalla corporatura indescrivibile per quanto fosse possente e un gruppo di quattro ragazzi o poco più che probabilmente, a giudicare dall’ore che mi era arrivato fino a dentro le narici, si stavano facendo una canna, leggermente infastidita mi spostai un po’ più in la sedendomi sullo scalino del negozio affianco al Piper, m’infilai una sigaretta in bocca e dopo averla accesa iniziai a rilassarmi ed il freddo invernale non era poi così tanto fastidioso. Feci un altro tiro di sigaretta e mi ritrovai ad osservarla, fissavo immobile i rivoli della sigaretta, il rosso ed il grigio della cenere che consumavano sempre di più la carta che avvolgeva il tabacco.

< Scusami, hai unasigaretta? > dallo spavento sobbalzai, talmente ero presa dai miei pensieri che non mi resi conto del ragazzo che avevo davanti. < Oddio perdonami, non volevo affatto spaventarti > mi sorrise imbarazzato, non appena lo spavento mi passò ricambiai gentilmente il sorriso.

< No tranquillo, erodistratta > dalla pochette tirai fuori una sigaretta e gli e la porsi.

< Ti ringrazio > sela portò alla bocca e l’accese e in quei pochi secondi che passarono mentre luisi stava accendendo la sigaretta mi soffermai ad osservarlo, a giudicare dall’enorme differenza di altezza che c’era, doveva essere all’incirca alto 1,98, probabilmente giocatore di pallanuoto considerate le spalle molto larghe e i muscoli sviluppati che si potevano intravedere dalla camicia bianca che indossava con le maniche rigirate fino all’avambracci. I jeans erano chiari e leggermente calati sulle cosce, ai piedi indossava un paio di Hogan nere di pelle e di camoscio a dir poco stupende. I capelli erano legati in un piccolo codino e qualche ciocca gli ricadeva ribelle sugli occhi grigi che aveva rendendolo ancora più bello e dannato, le labbra erano grandi e carnose al punto giusto, in poche parole era un qualcosa d’indescrivibile, ed io era raro che dicessi ciò.

< Marti torniamo a…> le ragazze erano appena uscite dalla discoteca con i capelli completamenteappiccicati sulla fronte dal sudore. Non appena mi videro in compagnia di un ragazzo, obbiettivamente bellissimo, si bloccarono, compresa Eléna che aveva iniziato a parlare e che momentaneamente continuava a fissarmi come fossi un alieno con la bocca totalmente spalancata.

< Torniamo a casaforse? > domandai finendo la sua frase, ma l’unica cosa che Eléna riuscì afare fu annuire da idiota più totale, mi voltai verso il ragazzo di cui ancoranon né sapevo il nome e gli sorrisi salutandolo con un misero e freddo ciao.

< Ciao Martina! > mi bloccai quando pronunciò il mio nome che da sempre mi era sembrato comune e stupido, ma quando quel nome uscì fuori dalle sue labbra il mio nome prese tutto un altro sapore.

< Ehm, non so come tichiami > dissi imbarazzata.

< Marte >

< Allora ciao Marte > camminai a passo svelto verso le ragazze che erano ancora ferme a fissarlo, sbuffai infastidita e le spinsi verso la macchina, non appena entrammo nel’abitacolo Alice iniziò a fare milioni di domande inutili.

< Ma quel ragazzo chi era? >

< Lo avrà appenaconosciuto > disse Eléna.

< Ti piace dì laverità? > disse Shanee soddisfatta. Palesemente infastidita frenai di colpovoltandomi con sguardo omicida.

< 1 non lo conosco, 2 non m’interessa e soprattutto 3 non dovreste neanche preoccuparvi minimamente di ciò sapete a chi appartiene il mio cuore > rimisi in moto e in quel momento ripassammo davanti a Marte che guardò all’interno della macchina e mi sorrise, al contrario mio che girai lo sguardo facendo finta di non averlo visto.

< Approposito di ciò,Martina dobbiamo dirti una cosa >

< Cosa? > domandai.

< è meglio che aspettiamo di essere a casa > mi strinsi nelle spalle per niente curiosa di sapere cosa doveva dirmi anche se a giudicare dal tono di voce e dagli sguardi bassi di Alice e Shanee.

Quando finalmente tornammo a casa entrai nel garage e non appena spensi la macchina Eléna disse qualcosa che mai le mie orecchie avrebbero voluto sentire.

< Matteo è tornato >

 

  
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