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Autore: Pulce_    30/05/2010    3 recensioni
Varie storie di ragazzi, tutte con un unico tema: l'Amore. La prima storia sarà su Edoardo & Cristina.
[cit] Lei, Cristina, scribacchia una frase su un quaderno, la rilegge, scuote leggermente il capo e la cancella, con una riga nera creata dall’inchiostro della biro.
Lui, Edoardo, si passa una mano sui capelli spettinandoseli leggermente, sbuffando nervoso.
Tic, tac, il tempo scorre
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lei, in disparte, china sul suo libro che si morde nervosamente il labbro.
Lui, irrequieto che batte il piede per terra nervosamente.

Tic, tac, il tempo scorre

Lei, Cristina, scribacchia una frase su un quaderno, la rilegge, scuote leggermente il capo e la cancella, con una riga nera creata dall’inchiostro della biro.
Lui, Edoardo, si passa una mano sui capelli spettinandoseli leggermente, sbuffando nervoso.

Tic, tac, il tempo scorre

Lei, seduta composta , tamburella le dita sul banco, cercando di seguire la spiegazione del professore che continua placidamente a spiegare la lezione di quel giorno.
Lui, stravaccato, che la osserva dal banco in fondo all’aula, quasi rapito da quella visione che lo sta dannando senza alcun rimedio.

Tic, tac, il tempo scorre

Lei, volta leggermente il capo e incrocia gli occhi del ragazzo, sussultando per la sorpresa e arrossendo distogliendo lo sguardo e fissando il foglio bianco davanti a lei.
Lui, la osserva, i suoi capelli marroni e un po’ mossi che le ricadono lungo la schiena, le gambe accavallate coperte dalla gonna che oggi indossa, non eccessiva, non come le sue compagne. Risale con lo sguardo sulle sue curve protette dai vestiti che porta, fino ad arrivare al suo viso girato da un'altra parte che improvvisamente si volta e gli occhi dei due si incatenano l’uno nell’altro.

Tic, tac, il tempo scorre

Lei, cerca di concentrarsi sulla lezione, non riuscendo però a non pensare al ragazzo che dietro di lei la guarda rapito. Lo sente, il suo sguardo che la scruta. Non può fare a meno di scostare un po’ il capo, guardando il suo compagno di classe di sottecchi, spiando la sua figura in silenzio. Il suo fisico perfetto che si intravede dalla camicia leggermente sbottonata, i jeans che gli fasciano perfettamente le gambe, le labbra non troppo carnose ma semplicemente perfette, il naso un po’ all’insù, i suoi occhi verde smeraldo che la guardano, come un gatto ammira la sua preda.
Lui, che si perde negli occhi color nocciola della ragazza che lo spia un po’ di nascosto, pensando che lui non se ne accorgesse. Un ghigno si dipinge sulla faccia di Edoardo che ormai è in uno spazio parallelo, dove ci sono solo loro due. La vuole, e l’avrà. È l’unica ragazza che ancora gli resiste, inutilmente. Ma c’è qualcosa di diverso, ora non è solo lei ad essere completamente assuefatta da lui, ora la cosa è reciproca. E lui non riesce a spiegarselo.

Tic, tac, il tempo scorre

Lei, distoglie lo sguardo appena vede il ghigno comparire sul volto del ragazzo, maledicendosi mentalmente per essere così stupida e ricominciando a fissare davanti a sé, consapevole che lui la sta ancora rimirando. Una mano passa a giocare nervosamente con il ciuffo di capelli marroni che le ricade sulla fronte, cercando di concentrarsi nuovamente sull’uomo che a pochi passi da lei scribacchia qualcosa alla lavagna. Cerca, perché non ci riesce e lo sguardo passa automaticamente sull’orologio appeso sulla parete bianca dell’aula, osservando le lancette che come a volersi prendere gioco di lei sembrano muoversi più lentamente rispetto a ieri. Forse perché lui ieri non c’era, era a casa. Ma probabilmente aveva fatto fuga, un'altra volta, infischiandosene dei prof e dei suoi genitori, fuggendo con la sua moto. Quando l’aveva fatto lei? Probabilmente mai, non aveva senso. Era stupido. Anche se, col vento tra i capelli e il capo appoggiato sulla schiena di Edoardo quella pazzie l’avrebbe fatta volentieri pure lei.
Lui, che ridacchia leggermente alla reazione della ragazza che distoglie subito lo sguardo imbarazzata per poi giocare con i suoi bellissimi capelli. Aveva voglia di alzarsi, prenderla con lui e fuggire, lontano dagli sguardi curiosi dei propri compagni di classe, incurante delle sue sicure proteste, perché lei quelle cose non le faceva. Lei era la classica secchiona. Ma fino a poco tempo fa non l’aveva nemmeno calcolata, sempre oscurata da Francesca. Se ne stava in disparte, ascoltando i loro discorsi e senza intromettersi mai, non reagendo quando le veniva fatto un torto e dicendo sempre e comunque sì alle richieste degli altri. Uno zerbino. Edoardo l’aveva soprannominata la ragazza zerbino. Fino a poco tempo fa, quando una mattina tornò a scuola cambiata, dopo due giorni di assenza, cosa da poco ma quando Francesca la chiamò lei si ribellò, litigando con lei e guadagnandosi un bel po’ di lividi, ma in questo modo si guadagnò l’interesse di lui che ora la fissava rapito,chiedendosi il perché di questo cambiamento, in così poco tempo.

Tic, tac, il tempo scorre.

Lei, che sobbalza al suono della campanella, sentendo il cuore arrivarle persino in gola per lo spavento che si è presa. Mette via le sue cose, riponendole nell’astuccio e richiudendo il quaderno intonso che non è stato usato quella mattina. Un sospiro, una mano che va a sistemarsi un ciuffo di capelli malandrino, riponendolo dietro l’orecchio e sistemandosi la gonna ora tutta spiegazzata. Evita di voltarsi e si dirige nelle macchinette in corridoio, sua unica salvezza in quel momento. Prende un po’ di caffè latte e si appoggia al muro, consumando il suo pasto fatto anche di una merendina trafugata quel giorno dalla dispensa . il suo corpo a contatto col muro bianco la fa rabbrividire per il freddo, mentre cerca di cacciare via tutti quei pensieri che le stanno turbinando in testa. Fa ancora male il braccio destro che è pieno di lividi e pugni, certo la sua amica non scherza. E si ritrova a sorridere serenamente, perché è consapevole che nemmeno lei ha scherzato. Ma non sono più amiche. Non come prima almeno. La snobba, non calcolandola ma almeno Cristina ora sa che gli altri ora la vedono, la salutano anche. Prima non era così, prima non la guardavano nemmeno. Soprattutto lui.
Lui, che osserva la figura della ragazza allontanarsi, diretta alle macchinette senza nemmeno guardarlo, mentre esce a passo spedito dalla classe. Si ritrova a sorridere divertito, afferrando la sua merenda e sedendosi sul termo, circondato dai suoi amici che scherzano e ridono, parlando delle ragazze. Dal canto loro le ragazze li guardano civettando e ridendo stridulamente, mentre Francesca si avvicina sculettando e avvicinandosi in modo sensuale a Edoardo. Peccato che lui non la guardi nemmeno un po’, lei non si muove come Cristina, è molto più volgare, ostenta la sua bellezza in cerca di attenzioni o magari di un compagno. Tutti sbavano su di lei, tutti tranne lui, l’unico che lei vorrebbe conquistare, ma non ha speranze, perché il suo cuore è già stato rapito. Scosta lo sguardo irritato, facendole segno di andarsene mentre lei sbianca alle sue parole, diventando poi verde di rabbia. Ma lo sguardo di Edoardo ora è altrove, puntato su di lei, lei che è appena entrata nuovamente in aula, lei che semplicemente camminando lo strega. Lei, Cristina.

Tic, tac, il tempo scorre

Lei, rientra in aula serena ma il suo sguardo si posa subito sul gruppetto che c’è in fondo all’aula, ritrovandosi a fissare indignata Francesca che sculetta seducente davanti a Edoardo. Sente una conata di vomito a quella vista e ricaccia indietro le lacrime che pericolosamente ora cercano di uscire. Una morsa allo stomaco e una rabbia cieca si impossessano di lei, non ha mai provato questi sentimenti prima d’ora, ma interpretare i sintomi è piuttosto facile e presto anche lei da un nome a questa sensazione: gelosia. Senza pensare la ragazza si voltò e corse fuori dall’aula, salendo di corsa le scale e precipitandosi all’ultimo piano, correndo a perdifiato e salendo tutti i gradini. Si sentiva una stupida. Perché era gelosa di lui? Non gliene era mai fregato nulla di quello che faceva Francesca, l’aveva vista molteplici volte provarci con lui ed Edoardo di solito ci stava anche, ma non aveva mai reagito in quel modo, perché ora sì? Erano queste la domande che stavano tartassando la mente di Cristina, mentre una lacrima birichina scivolava giù, solcando le guancie . ansante e senza fiato tirò la maniglia dell’ultima porta che la ostacolava e si fermò di botto, era arrivata in terrazza. Si accasciò a terra, respirando affannosamente e nascondendo il proprio viso tra le gambe, le braccia si avvolsero contro di sé e lei si rannicchiò, singhiozzando lentamente mentre si dava della stupida e maledicendosi con tutti gli insulti che conosceva.
Lui, che sgrana gli occhi vedendo la reazione di lei che scappa subito dopo averlo visto in compagnia di Francesca. Con un agile balzo salta giù dal termo su cui era seduto, scansando la ragazza davanti a lui che caccia un urlo indignata. Corre a perdifiato Edoardo, inseguendo Cristina che sta scappando velocemente via da lui. Veloce si precipita su per le scale, incurante dei compagni che lo guardano sbalorditi, mentre corre come non ha mai corso in vita sua. È stupido, e lo sa. È stupido che lui corra dietro a una ragazza di cui normalmente non gliene sarebbe fregato assolutamente nulla. È stupido che vedendola star male una morsa abbia stretto il suo cuore, facendolo soffrire forse più di lei. È veloce, molto veloce e in pochi passi raggiunge la porta che lo separa da lei, decelerando e rimanendo fermo davanti ad essa, con il fiatone per tutti i gradini che ha percorso. La sente, la sente piangere e singhiozzare dietro a quella porta che li separa, sente il suo dolore e la sua frustrazione e lo riconosce, perché è lo stesso che sente lui quando qualcuno le si avvicina e la tocca, anche solo sfiorandola e lei gli sorride, facendo inconsapevolmente infuriare Edoardo.

Tic, tac, il tempo scorre.

Lei, Cristina, che rialza il capo, ispirando la brezza che c’è lì sopra. Questo è il suo rifugio segreto, la terrazza della scuola, sul tetto, un posto che non frequenta praticamente nessuno, a parte lei ovviamente. Sente dei passi, provengono da dietro la porta. Si rialza subito, con un agile scatto e si guarda in torno, mentre il panico assale quel corpo minuto, che gli avrebbe detto? Che cosa avrebbe fatto? Perché Cristina in cuor suo sapeva esattamente chi c’era dietro la porta. Le scappò un sorriso amaro, chiedendosi perché fosse venuto lì, come mai non era restato giù a far compagnia a Francesca. Veloce si asciugò le lacrime che copiose erano scese dai suoi occhi marroni. La tentazione di nascondersi è forte, di rannicchiarsi da qualche parte e sfuggire a lui ma per stavolta ha deciso che non scapperà, che lo affronterà perché sa che non può andare avanti così. Prega, Cristina, sta pregando di riuscire a confessare i propri sentimenti, senza paura o imbarazzo a bloccarla. Prega che lui non la derida o la illuda, facendola soffrire di più. Prega, lei, in silenzio, mentre aspetta il cigolio della porta che si apre.
Lui, Edoardo che fissa la superficie nivea e bianca davanti a lui, chiedendosi se ne vale la pena. Non è mai stato così insicuro e titubante con le ragazze, mai. Eppure in quel momento non sa che fare, deglutisce la poca saliva che sente in bocca e sussulta nuovamente sentendo la campanella che annuncia la fine del’intervallo. Dovrebbe andare in classe. Dovrebbe ma non vuole. Ha una scusa, può finalmente allontanarsi da lei, raggiungere il proprio banco e ignorarla, ma non vuole. È come una calamita, una droga, non può fare a meno di lei, non ora almeno. È bastato un bacio, un semplice bacio per legarli indissolubilmente, a una festa, indovinate di chi? Ma di Francesca ovviamente. Il gioco della bottiglia, labbra che si sfiorano, lei che arrossisce, lui che distoglie lo sguardo fingendosi indifferente e l’altra, la festeggiata che li divide, borbottando che era ora di tagliare la torta. Lui ora è qui perché è totalmente drogato da lei, vuole riassaggiare le sue labbra, vuole bearsi del suo profumo, semplice ma efficace, non eccessivo come gli altri. Vuole risentire le mani tremanti di lei sulle sue spalle, vuole riassaggiare il sapore di Cristina, diversa da tutte le altre. Con un unico gesto apre la porta, trovandosela davanti in piedi, con il viso rovinato dalle lacrime che stava cercando di togliere, il petto che si alza e si abbassa convulsamente, il rossore comparire sulle sue guancie, i capelli leggermente spettinati dal vento che soffia sulla terrazza deserta. Tutto questo contribuisce a renderla dannatamente bella, nonostante tutto. I piedi si muovono da soli e in una frazione di secondo lui è lì, che la avvolge tra le proprie braccia e le sussurra scuse e spiegazioni, baciandole dolcemente il collo scoperto, per poi passare alle guancie, togliendo con un gesto del dito le lacrime che stonano sul suo viso bellissimo e finalmente unisce le bocche, baciandola appassionatamente, giocando con la sua lingua e ispirando il suo profumo, mentre con una mano le accarezza dolcemente i capelli marroni.

Tic, tac, il tempo scorre … ma stavolta non per loro.

Lei, che sgrana gli occhi vedendo Edoardo avvicinarsi al suo corpo, per poi abbracciarla d’impeto e baciarla teneramente, sussurrandole parole dolci e scuse all’orecchio, coinvolgendola poi in una danza fatta di baci. Cristina dal canto suo ne voleva sempre di più, se in un primo momento era rigida come una statua e tesa, bastò un bacio da parte sua che cambiò totalmente atteggiamento. Rispose al bacio passionale che si stavano scambiando e le mani dal petto di Edoardo salirono fino al suo collo, per poi arrivare ai suoi capelli neri, che vennero scompigliati senza pietà dalle dita affusolate di Cristina. Si volevano a vicenda, la passione stava salendo e la razionalità veniva totalmente annullata dai due che si cercavano l’uno nella bocca dell’altro come un assetato nel deserto in cerca di acqua, incuranti del fatto che qualcuno li stia spiando, tremando per la rabbia nascosta sulle scale.
Lui, che con una semplice mossa cambia posizione, facendo in modo che ora Cristina sia appoggiata sul muro, con lui davanti che le blocca ogni possibilità di fuga. Le parole non servono, perché i loro corpi parlano per loro. Lo sente Edoardo, il desiderio di Cristina e lei può benissimo sentire la tangibile eccitazione di lui che preme contro le sue gambe. Non si sono separati un attimo ognuno dalle labbra dell’altro, fermandosi solo quando l’ossigeno diventava necessario per continuare a vivere. Una mano del ragazzo scivolò sui fianchi della ragazza, mentre i baci scendevano lentamente, passando per il mento fino a scendere sul collo, mordicchiandolo a volte e succhiando la dolce pelle di Cristina che gemeva sotto i suoi baci mentre lui le lasciava un segno, come a voler segnare che lei era sua. Furono interrotti dalla voce infuriata del professore, che era venuto a cercarli dopo almeno un quarto d’ora dall’inizio della lezione. Si poteva intravedere una figura dietro a quella dall’insegnante, che ghignava diabolica ma allo stesso tempo osservava innervosita il succhiotto sul collo di Cristina.

“Cosa ci fate voi qui? Rientrate immediatamente in classe o prenderò seri provvedimenti!”
La voce arrabbiata del professore tuonava contro i due amanti che come scottati si ritrassero, scambiandosi però uno sguardo di intesa che non sfuggì agli occhi di Francesca.

Tic, tac, il tempo scorre

Lei, che ora è seduta al suo posto in classe, ancora ansante per le emozioni di poco prima mentre cerca di sistemarsi i capelli spettinati dal vento e a ricomporsi, conscia che però gli occhi liquidi di desiderio di lui la stanno fissando, con più foga di prima. Ora arrossisce Cristina, cercando di distrarsi pensando al compito appena assegnato, guardando giusto un istante anche Francesca, rossa d’invidia che guarda Edoardo cercando di farsi notare, sollevando accidentalmente la gonna e sbottonandosi la camicetta perché aveva caldo. Sfortunatamente per lei però Edoardo ha occhi solo per Cristina, che sorride, percependo sia il desideri di lui sia la gelosia di lei.
Lui, che ora non desidera altri che lei, mentre scrive velocemente un messaggio all’unica ragazza di cui gli importi qualcosa, spiando la sua espressione mentre lo legge all’insaputa del professore. Un ghigno occupa le labbra del ragazzo, che prima erano impegnate a fare altro, sempre con lei, mentre nota l’espressione sorpresa e il viso leggermente rosso per l’imbarazzo. Ancora una volta gli occhi color nocciola di Cristina e quelli color smeraldo di Edoardo si incontrano, ma ora brilla una luce diversa in quei due sguardi, e i cenni d’intesa dei due confermano la tesi di Francesca, ora ferma sul banco che scrolla le spalle e si dedica alla ricerca di un altro ragazzo da accalappiare.

“ti va sabato di venire al cinema con me?
Edoardo. ”

Tic, tac, il tempo scorre, l’amore no.





Ok, mi è venuta questa idea decisamente folle ma dovevo pur sfogarmi la domenica mattina, quando in realtà avrei tantissime cose da fare. Ecco che la mia mente malata ha creato questa raccolta, ci saranno varie one shot romantiche, tutte su un tema diverso, quello di questo capitolo è il tempo, ma è marginale, in realtà non so nemmeno io perché ho messo quella frase che si ripete °°” forse il mio inconscio, chissà, comunque spero vi piaccia questa storia su Edoardo e Cristina. Non ci sarà un seguito ovviamente e questa avrebbe il rating verde o giallo, nei prossimi capitoli il rating diventerà un po’ più alto per cui l’ho messo arancione. Ringrazio in anticipo tutti quelli che leggeranno questo capitolo e se volete commentarlo mi fareste davvero molto felice^^ mi servono sia critiche che consigli per migliorare e conto di riuscirci, un bacione grande a tutti.

   
 
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