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Autore: kannuki    02/09/2005    4 recensioni
Un pazzo che balbetta deliri, una fata che vive in un tulipano e una bambina punk che addestra tarantole chiuse in una scatola.
Un taxi verde che si muove per le città col suo Carico di Paradiso e l'Uomo dei Sogni che non è esattamente il principe azzurro. Una fotografa di cadaveri che ha perso se stessa e vaga nelle Nebbie dei Ricordi Smarriti. Un'Ombra che la segue e la studia, aspettando.
Strani personaggi che si intrecciano in un hard - boiled onirico e delirante, dove tutto non è mai come sembra, Realtà e Fantasia si mescolano in una caccia spietata che si spinge fino ai confini dell'autodistruzione. E se fosse tutto frutto di un'allucinazione?
Genere: Avventura, Dark, Drammatico, Mistero, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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Mira Kalliopi Scandros

Mira Kalliopi Scandros

 

Sesso: femmina caucasica

Età: 27 anni

Altezza: 1,69 cm

Capelli: neri

Occhi: azzurri

Professione: Tecnico del Dipartimento di Polizia di New Orleans, specialista fotografa

 

 

Posa le mani sul lavandino, spingendo il busto e il viso contro lo specchio appannato dall’acqua calda della doccia.

Immagine sfuocata.

Struscia il braccio coperto dall’accappatoio rosa contro la superficie, più volte, finchè non è soddisfatta. L’acqua riga il vetro e miriadi di goccioline crivellano la sua immagine spaurita, assonnata, invecchiata.

La lampada alogena illumina il viso ancora profumato di tonico.

Una ruga. Ho 27 anni e una ruga, pensa tormentandosi la fronte, cercando di spianare il solco appena accennato con un dito.

Si rimira ancora un po’, sospira e afferra lo spazzolino da denti con un gesto brusco che fa finire il portaspazzolino in terra.

Uno schianto secco e deciso.

È il terzo in una settimana.

Raccoglie i frammenti stando attenta a non tagliarsi, gettandoli in una piccola pattumiera colorata situata sotto il lavandino.

Dovrei comprarne uno di plastica, pondera sciogliendosi i capelli scuri e muovendoli con le mani, il dentifricio che le colora il sorriso spento di un azzurro pallido.

Mastica le setole lentamente, un giochino stupido che faceva sempre da piccola e che le da un sottile solletico misto a piacere sulle gengive, mentre si acconcia i capelli con le dita.

Non si stupisce neanche un po’ quando dei lunghi fili neri vengono via con facilità.

Succede ogni mattina. Fa una smorfia e li getta nel water con poco rammarico. Stress, sono stressata, pensa continuando a lavarsi i denti, risciacquandosi la bocca con l’acqua gelida. Ma perché in questa città l’acqua è così fredda?!Ho 27 anni e perdo i capelli, ho una ruga e per di più questa stramaledetta acqua è gelida e lo scaldabagno non funziona!

Mira afferra la spazzola e si pettina guardando la sua immagine con occhi vuoti e inespressivi.

Stasera lo vedrà.

Sono trascorsi sette giorni dall’ultima volta che l’ha incontrato.

Un lampo le passa nelle pupille, il braccio si ferma e un sorriso timido le alza i lati della bocca di qualche millimetro.

Riprende a spazzolarsi i capelli con più forza…una settimana. Troppo tempo.

 

Sono le dieci di un mercoledì sera e il suo lavoro sta per cominciare.

 

Non è un lavoro piacevole.

 

****

Marvin

 

Sesso: maschio caucasico (?)

Età: ?

Altezza: ?

Capelli: ?

Occhi: ?

Professione: ?

 

Tric - Tric.

Batte la testa contro il muro, una, due, tre volte, finchè l’ultimo piccolo urto non gli fa dolere il cranio. Smette e resta aggrappato a guardare il nulla che si staglia dietro le palpebre semiaperte.

Tric - Tric.

Un filo di luce entra dalla finestra in alto, sbarrata da quattro semplici cilindri d’acciaio. La luce disegna sagome sul muro e gli scolpisce le guance incavate e i corti capelli castani.

TricTric.

Struscia un dito sulla barba e fa una smorfia muovendo gli occhi verso la luce che trapela esitante.

È quasi l’alba, tra poco lo tireranno giù dal letto ad urla e schiamazzi.

Stende una gamba muovendosi piano, intorpidito dalla lunga posizione. Non è mai stato un tipo da branda di sopra ma il suo compagno ha avuto un “piccolo incidente” nella lavanderia, durante un turno di lavoro.

Cose che capitano, pensa dando un’altra testata leggera al muro.

Perché sta facendo quel giochetto stupido, ancora se lo chiede.

Per passare il tempo, rimugina grattandosi di nuovo un angolo diverso del mento, scendendo sulla gola, annoiato.

Due anni la dentro.

Due anni che stanno per scadere.

Oggi, per la precisione.

No, decisamente non è mi è andata molto bene, nella vita.

Questa è la semplice conclusione a cui è arrivato Marvin dopo mesi e mesi di continui rimuginamenti.

Ha avuto tempo per pensare ed è giunto a delle semplici conclusioni.

Appena fuori di li farà tre cose: una doccia, un pasto decente e si cercherà una donna per trascorrere qualche ora di puro sesso.

Non è una scelta casuale. Marv è un tipo metodico.

 

Alza una palpebra sola verso lo spicchio di sole che illumina il muro e gira la testa verso di esso.

Ha perso la licenza, dovrà fare un salto da quel negro di merda per farne una falsa. Gli chiederà un sacco di soldi….

Massaggia il gomito che ha battuto contro il muro e resta sorpreso della consistenza dell’osso sotto le dita.

Non si era accorto di essere dimagrito così tanto.

Guarda i pantaloni che giacciono in fondo al letto: all’inizio gli stavano stretti, ora ci balla dentro ed è stato costretto a fare un altro buco alla cintura per sorreggerli.

Tutte le sere lo specchio gli rimanda sempre un’immagine poco piacevole. Non avrebbe trovato neanche uncliente’ se non si fosse rimesso un pò in sesto.

Prendere un paio di chili. Forse tre. Guardaroba nuovo, più alla moda. Una nuova identità...magari mi lascerò crescere i capelli.

 

Un clangore metallico. Urla in fondo al corridoio.

Sono arrivati.

Marvin butta giù i piedi dal letto a castello e s’infila la tenuta da carcerato prima che glielo urlino in faccia.

È atterrato sui talloni pesantemente e ora gli fanno male i piedi e le caviglie. Non può neanche chinarsi a massaggiarseli perchè sono già arrivati di fronte a lui.

 

“Datti una mossa, sballato! Da oggi sei fuori!”

“Sissignore” risponde in tono basso, automaticamente, senza aver quasi compreso che è appena stato rimesso in libertà.

 

Recupera i suoi oggetti personali, s’infila i vecchi vestiti che, come previsto, sono due taglie più grandi di lui e segue la guardia in silenzio.

 

Quando è fuori, il pesante portone che si è chiuso alle sue spalle come una condanna a morte appena scampata, sbatte gli occhi alla luce mattutina che brilla sulla sua testa.

Infila le mani nelle tasche e constata con enorme sorpresa che i quattro spiccioli che aveva ci sono ancora.

Accende una sigaretta rotta e sfilacciata con un accendino quasi scarico e respira l’odore del tabacco e della terra che si solleva sotto i suoi piedi quando cammina.

Morde con forza l’interno della bocca e le lacrime gli escono d’un tratto inondandogli le guance scavate.

Non fa neanche il gesto di toglierle, le lascia scendere senza vergogna.

Poi un brillio in fondo agli occhi, una risata gutturale che esplode stridula e gli fa cadere la sigaretta dalle labbra.

 

Coglioni…che gran coglioni! Pensa camminando spedito verso la stazione degli autobus più vicina.

Che vuoi che siano due miglia a piedi? Le fa in un attimo! 

L’aria è tersa e il buonumore di Marv s’impenna: l’avevano lasciato uscire, infine, lo Stato si era stancato di mantenerlo?!

 

Peggio per voi…peggio per voi!

 

****

 

Harvey Philiph Bronx

 

Sesso: maschio caucasico

Età: 38 anni

Altezza: 1,83 cm

Capelli: brizzolati

Occhi: scuri

Professione: ispettore capo del Dipartimento di Polizia di New Orleans, appena promosso.

 

Non è tutta sta bellezza. Proprio no.

Ad Harvey non piace la calca e la confusione e in quel momento ce n’è molta.

Soprattutto quando ha sonno, preferisce non essere disturbato.

 

“Guardi qua, capo! È una bellezza di cadavere: è pieno d’impronte e tessuti. Sarà uno scherzetto per voi beccarlo!” 

 

Vorrebbe tanto entusiasmarsi anche lui come il tecnico della scientifica, ma la verità è che non gliene frega niente. Si limita ad annuire e a spostarsi un po’ di più dalla sagoma segnata in terra.

Non sia mai gli calpesti le prove! Si farebbe venire un infarto!

Non è cambiata poi molto la situazione, dopo la promozione sofferta. Sempre in strada, sempre con lo stomaco annodato, domandandosi chi sarà la prossima vittima.

 

“E’ già arrivata la fotografa?! Ma quanto accidente ci mette?!”

 

Chi sarà la prossima vittima?

Bronx se lo chiede guardandoli a turno.

L’agente Stacey con la sua fissazione per il golf che ama svisceratamente, il tecnico ID appena assunto, il paramedico che attende per infilare il morto nel sacco, la fotogr

 

Harvey s’interrompe posando gli occhi sulla figura snella appena uscita dall’ombra, carica di rullini e macchine fotografiche.

Reflex e Canon digitali.

La donna oltrepassa veloce il nastro giallo e comincia subito a scattare foto su foto, inquadrando il cadavere da tutte le possibili angolature.

Bronx la vede alzare la testa scura, i capelli raccolti per non inquinare ulteriormente le prove già abbondantemente cancellate dai primi soccorsi. Gira sui talloni e si fissa su di lui.

 

Una vampata di calore gli inaridisce la bocca. E’ un attimo e un flash puntato nella sua direzione lo abbaglia. Fa un passetto indietro mentre la donna torna al suo lavoro.

 

E’ un modo carino per dirgli di stare fuori dai piedi mentre si guadagna il sudato pane?

 

Mira Kalliopi Scandroscon un nome così era sicuramente greca. Troppo scura di carnagione, pensa fissandola nuovamente…color del caramello...

Harvey gira sui tacchi e si ritrova a fissare una piccola folla incuriosita…che razza di gusti.

Cammina fino alla macchina e apre lo sportello, quando ci ripensa. Solleva la testa, chiude a chiave l’auto e torna dietro la linea gialla.

 

E che diavolo, poteva sempre chiederglielo!

 

  
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