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Autore: Herborist    31/05/2010    1 recensioni
Tratta in parte dalla mia mente ed in parte da film e giochi per computer, è la storia di una serie di esperimenti genetici. Non preoccupatevi, non è una cosa scientifica anche se corretta per quanto mi è stato possibile,però potrebbe risultare un pochino lunga. Non avendo capitoli l'ho messa come One-Shot. Spero che vi piaccia.
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io non sono uno scrittore. Non tengo questo diario per piacere personale o perché qualcuno possa apprezzare la mia opera, sempre che ci sia qualcuno che possa leggerla, visto come si stanno mettendo le cose. E non sono nemmeno un maledettissimo scienziato con la loro assurda voglia di catalogare ogni cosa, quindi non è nemmeno per curiosità scientifica che faccio questo.

Io sono un militare, un soldato di professione e di fatto. Ma non è nemmeno per scrupolo militare che lo faccio anche se certamente ho iniziato con questo spirito. - Perché allora? - vi chiederete voi.

E’ semplice, vi risponderò io: perché dovete sapere cosa si sta preparando là fuori. L’Umanità sta per incontrare quello che probabilmente sarà il suo più grande nemico e deve essere preparata.

Io sono il capitano John T. Blake e queste righe accompagnano i rapporti registrati come da ordini su supporto digitale, magnetico e cartaceo. Spero solo che almeno uno riesca ad arrivare a chi di dovere.

E così Dio mi aiuti.

***

Rapporto militare XC-02.325-NS
Cpt. J. T. Blake
Giorno 1

Dopo un sonno criogenico di quasi cinque anni oggi, 21 di Marzo dell’anno 2324, siamo stati destati dal calcolatore di bordo. Ci sentivamo spaesati e confusi per aver “perso” tutto quel tempo per arrivare solo nella galassia di α-Centauri e altro ne dovevamo perdere per monitorare l’abitabilità ed atterrare sul quarto pianeta in orbita attorno alla nana gialla (α-Centauri A)

Mi hanno detto di usare queste pagine anche come una sorta di diario personale, come sfogo quasi, nel caso ne avessimo bisogno.

Ad ogni modo abbiamo lanciato una sonda sul pianeta e sembra alla distanza giusta per ospitare la vita. Inoltre i dati che abbiamo ricevuto sembrano promettenti: c’è acqua allo stato liquido, escursione termica giorno/notte nella norma e circa il 40% di terre emerse.

Comunque c’è una nota positiva: se gli esami medici per l’uscita dal crio-stato saranno positivi, sbarcheremo domani. Almeno ci diranno cosa dobbiamo fare dato che, almeno per quanto riguarda noi poveri marine, ci hanno tenuto del tutto all’oscuro.

Piccola nota: il pianeta è stato chiamato Beth; sembra voglia dire “casa” in fenicio. Dico io, ma proprio il fenicio dovevate andare a trovare?

Rapporto militare YC-02.330-NS
Cpt. J. T. Blake
Giorno 2

Anche oggi niente sbarco. Eravamo già pronti in riga sul ponte principale con tutto già pronto per lo sbarco quando ci hanno detto di tornare indietro negli alloggi e attendere nuovi ordini. Gli “alloggi” non sono altro che le celle di stasi che io divido con altre nove persone tra scienziati, tecnici e marine come me.

La conversazione non è stata brillante devo dire e abbiamo accolto quasi con sollievo il gracchiante suono dell’altoparlante che ci annunciava di radunarci nuovamente sul ponte principale per il briefing prima della missione.

Mi chiedo: ma perché diavolo ci hanno mandato qui? Credevo si trattasse di un programma sperimentale di potenziamento per i marine, invece scopro che è tutta una roba da cervelloni. Il capo reparto, un grassone in camice bianco di nome Peterson, ha spiegato che si trattava di una progetto di mutazione genetica programmata per far fronte alla crisi energetica che si protrae sin dal XXI secolo.

Tradotto vuol dire: creiamo formiche mutanti controllate da calcolatore per andare a cercare il petrolio dove nemmeno le nostre macchine possono andare.

Ma le belle sorprese non sono finite qui. Mentre andavo il palestra per far riprendere i muscoli storditi dalla micro-gravità, mi ha fermato il generale Lee per chiedermi perché avessi mollato l’università poco prima della tesi. Che ci vuole fare generale, con un padre ex-marine che ti bastona se non entri immediatamente nell’esercito non è che avessi molta scelta.

Convenevoli a parte, mi ha detto che lavorerò come ricercatore. Come RICERCATORE! – In memoria dei bei tempi! – ha detto. Bah! Ha detto anche che probabilmente i gruppi saranno gli stessi delle celle di stasi e che condivideremo l’alloggio anche sul pianeta.

Questa missione inizia già male.

Rapporto militare ZC-02.333-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 3

Finalmente siamo atterrati sul pianeta, nell’emisfero nord. O almeno la bussola lo indica così. Non sembra dopotutto tanto diverso dalla terra. C’è parecchia vegetazione e anche qualche animale, perlopiù animali volanti di piccole dimensioni, simili ad insetti. Alle volte si intravedono anche alcuni piccoli animali dai colori sgargianti che, se fossi sulla Terra, penserei essere strani tipi di lucertole, forse un poco più grosse del normale.

Abbiamo montato il campo ed il laboratorio con l’HT-7, quella nuova apparecchiatura che “si costruisce da sola”. Tipo le tende da campeggio, solo molto più grande; occupa una metà buona della piana sul mare che abbiamo scelto come sede del laboratorio. Sembra una ragnatela vista dall’alto.

Dopo l’annuncio ufficiale della divisione in squadre (io sono col mio gruppo di cella di stasi), ho finalmente fatto conoscenza con gli altri. Riporto qui di seguito i loro nomi, nel caso me li scordassi. Almeno non dovrò fare la pessima figura di chiedere – Ma tu chi sei? –

Edward Reese, biologo Filomena Rampanti, biologo
Samantha Maine, evoluzionista Donald Dukerk, ingegnere informatico
Leonard Tompson, soldato semplice Nicolaj Koplicev, ingegnere informatico
Carl Tompson, soldato semplice Norman Patters, tenente colonnello
Chun Li Han, evoluzionista Io, John Terence Blake, capitano

Questa è la nostra squadra. E’ strano sapete? Ho passato cinque anni della mia vita con altre persone in una cella di biostasi di ultima generazione, ma le loro facce mi appaiono tutte nuove. Immagino che sia logico dato che stavamo “dormendo”, ma è comunque disorientante.

Bene, dato che il nostro compito è comunque immane ed anche basato su una buona dose di fortuna (si tratta dopotutto di azzeccare la mutazione giusta), speriamo almeno di lavorare bene insieme. Altrimenti, vorrà dire che ci aspettano mesi, se non anni d’inferno.

Rapporto militare TD-02.405-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 27

E’ passato quasi un mese da quando è finita la stasi. Gli esperimenti procedono bene e la squadra mi sembra già compatta. Il russo e Donald si sono messi subito a preparare un sistema informatico che prevenisse ogni necessità degli estrattori.

Più difficile è la situazione dal punto di vista biologico. Edward e Filo, insieme a Chun e Sam, hanno stilato un piano per levitare le nostre formiche; in un mese erano riusciti a farle crescere fino alla misura di piccoli topolini di campagna. Davvero orrendo.

Forse sarebbe più corretto dire “siamo riusciti” dato che Sam e Chun mi hanno tirato a forza nell’impresa. E’ stato anche più divertente di quanto mi ricordassi. Abbiamo accelerato il processo di riproduzione tramite uno stimolante e aumentato le capacità di crescita dei singoli elementi di una colonia.

Al momento, tuttavia, c’è solo un grande vivaio di terra che occupa quasi un sesto del laboratorio. Non siamo riusciti a fare altro, per ora; soprattutto non ad alterare gli equilibri mentali della regina per poterla controllare tramite calcolatore.

Chun e Filo sono ottimisti su questo fronte. Dopotutto siamo arrivati fin qui in un mese...

Ad ogni modo il colonnello Patters ha ordinato di non procedere oltre con l’ingrandimento dei soggetti, per evitare di occupare spazio e di scombinare troppo le cavie prima di poterle controllare.

Mentre il colonnello ci supervisiona, i poveri fratelli Tompson montano la guardia contro il nulla.

Speriamo sia davvero così.

Rapporto militare BE-02.513-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 63

Questo progetto è insulso. Non è possibile intervenire da calcolatore sul cervello di un organismo. Abbiamo provato ogni sorta di connessione, da alcuni elementari elettrodi cranici fino ad una sorta di connessione wireless. Niente.

Anche Filo e Nicolaj non sanno più che pesci pigliare. E se loro non hanno più idee, figurarsi io. In compenso credo di aver battuto il record di principi della fisica e della biologia riscoperti in due mesi.

In più, se dal lato diciamo professionale non va troppo bene, dal punto di vista personale va decisamente meglio. Ormai siamo una vera squadra, riusciamo a capire al volo le necessità degli altri.

Ed io che mi preoccupavo di non ricordare i nomi!

Tornando agli esperimenti, ho chiesto in giro, prima al colonnello Patters poi allo stesso generale Lee, per sapere a che punto fossero le altre squadre. Siamo tutti allo stesso punto morto. Nulla da fare, tanto che il generale ha anche accennato alla possibilità che la missione venga interrotta.

Sinceramente spero che ci lascino ancora qualche tempo, ormai mi sono appassionato a questo progetto. (E anche ai miei compagni. E compagne)

Rapporto militare GE-02.528-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 68

EVVIVA!

Siamo riusciti ad entrare! Edward è un genio. E’ stato lui che ha formulato le equazioni che potevano modificare la struttura di quelle che sono ancora formiche regine dopotutto, anche se molto più grandi, in modo che potessero comunicare col calcolatore.

Ora tocca a Donald e Nicolaj. Nel frattempo io, Sam e Chun ci occupiamo delle modifiche necessarie per le missioni nel sottosuolo.

Una cosa sola mi preoccupa: il colonnello Patters mi ha informato che sono state richieste alcune modifiche per unità da combattimento di terra. Col senno di poi mi dico che avrei dovuto immaginarlo. Perché altrimenti il governo avrebbe investito così tanto in questo progetto?

Questo risvolto bellico non mi piace, comunque, e ho chiesto spiegazioni al generale in persona. Mi ha risposto che era per - ... necessità primarie di difesa in condizioni inadatte alla vita umana. –

In ogni caso abbiamo già deciso, con Sam e gli altri: ci limiteremo. Non verranno fuori armi troppo potenti, nel caso i nostri sospetti siano fondati e vogliano fare di questi estrattori i nuovi soldati.

Rapporto militare SG-02.663-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 113

Il progetto va avanti abbattendo gli ostacoli come un bulldozer. Ormai delle vecchie formiche grandi come topolini non rimane più nulla. Coi soliti stimolanti e le strategie di linea evolutiva di Chun e Filo, siamo andati molto avanti nella formazione degli estrattori.

Gli algoritmi di Nicolaj e Donald, poi, stanno facendo miracoli: non solo abbiamo affinato il loro fiuto rendendoli in grado di individuare le catene di carbonio che formano i carburanti fossili anche a grande distanza, ma abbiamo affinato anche il loro intelletto.

Per “loro” intendo il cervello dei direttori, o “i nostri Beethoven” come li chiamiamo noi; sono gli unici a poter compiere quelli che potremmo definire pensieri se non fossero così dannatamente simili a quelli che compone un calcolatore.

E per fortuna che lo sono! Altrimenti mi spaventerei davvero. Questi cosi sono cresciuti sul serio. I più piccoli hanno le dimensioni di un grosso cane, mentre i più grandi arrivano addirittura a sfiorare le dimensioni e la stazza di una piccola tigre.

Inoltre, anche se noi ci siamo volutamente limitati in campo bellico, altri gruppi no. Dove la presenza militare è più massiccia, i risultati in questo campo sono stati molto più ampi: sono riusciti a creare alcuni esemplari dotati di lunghe punte cornee al posto delle vecchie chele per la lotta corpo a corpo. Avevano persino integrato alcune sacche velenifere acide in queste unità, adattandole al combattimento a distanza.

Non mi piacciono queste cose. Credo di essere tornato un universitario; una volta mi animavano di più il conflitto e le nuove tecnologie belliche, mentre ora mi fanno orrore.

Forse perché di queste tecnologie conosco ogni cosa, compreso ciò che non dovrebbero essere mai spinte a fare per il nostro stesso bene.

Rapporto militare LH-02.732-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 136

So che questo è un rapporto militare e che si dovrebbe attenere alla forma corretta, anche se mi pare di aver già ecceduto più volte in questo, ma mi è stato detto di usarlo anche come sfogo personale e io obbedisco.

Senza ulteriori indugi vi comunico quindi che mi sono sposato! Io e Samantha Blake, già Sam Maine, siamo stati uniti dal colonnello Patters ieri a mezzogiorno sotto gli occhi di tutti gli altri del nostro gruppo.

Per quanto riguarda gli esperimenti siamo stati esclusi dal reparto militare perché - ... non inclini a potenziali impieghi bellici del prodotto – Meglio così, mi sono detto all’inizio.

Purtroppo ora non c’è nessuno che ostacoli gli altri gruppi di armamento; io temo, e tutti gli altri da Nicolaj allo stesso colonnello sono d’accordo con me, che questa storia non finirà assolutamente bene.

Rapporto militare WI-02.855-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 177

Abbiamo fatto un nuovo ed importate passo avanti in quello che è stato battezzato, anche se solo ultimamente ci è venuto in mente di dargli un nome, “progetto sonde-vive”

Fino ad oggi ogni gruppo di scavo, per la roccia, per la sabbia o anche quello di estrazione vera e propria, era composto da elementi con un loro unico “Beethoven” che controllava più individui e un unico DNA comune a tutti.

Ora finalmente siamo riusciti a controllare il processo di manifestazione del codice genetico in modo da poter unire tutte le specie in un’unica larva.

Da questo essere dal DNA incredibilmente condensato e lungo (700 milioni di coppie di basi, mentre il filamento umano più lungo raggiunge circa i 250 milioni), si sviluppano tutti i vari tipi di estrattori.

L’unica pecca è che le trasformazioni sono permanenti, ma se trovassimo il modo di riportare esseri formati allo stadio larvale, avremmo la chiave per l’immortalità.

Ovviamente abbiamo dovuto condividere i nostri risultati con gli altri gruppi e, dato che siamo più avanzati degli altri in questo settore, hanno insistito per aumentare le capacità della larva fino a contenere i DNA anche di tutti gli altri esseri che stanno creando.

Ho saputo dai fratelli Tompson, Carl e Leo, che il gruppo del generale Lee è riuscito a modificare i lanciatori d’acido in modo che raggiungessero la posizione eretta. Ora sembrano dei grandi millepiedi con esoscheletro, dotati di un grosso gozzo simile a quello delle rane. Davvero orribili.

Per le unità terra-terra hanno modificato la loro forma, rendendoli quadrupedi scattanti, per aumentarne la velocità. Li stanno addirittura allenando in una specie di palestra, mentre i “Beethoven” scagliano queste creature contro bersagli di simil-plastica. Ho visto uno di quei cosi spolpare un bersagli in meno di 1 minuto.

Speriamo bene.

Rapporto militare IJ-02.978-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 218

Oggi Nicolaj mi sembrava preoccupato. Quando gli ho chiesto che aveva lui ha sorriso e mi ha detto di non preoccuparmi, ma dopo... oddio quanti sono? ... sette mesi che lavoriamo e viviamo assieme, non può nascondere una cosa così grossa.

Ho chiesto a Edward e Chun se ne sapevano qualcosa; niente. Neanche Sam o Filo, che di solito conoscevano tutto di tutti, riuscivano a capire cosa gli prendesse.

Ho chiesto anche a Donald e lui finalmente mi ha risposto. C’era un risultato inatteso tra gli algoritmi programmati e il comportamento delle nuove sonde sviluppate a partire dalle super-larve.

A quanto pare una sonda si è imbattuta in un ostacolo troppo grande per essere aggirato, come gli avevamo “insegnato” a fare fin ora, così ha mandato un segnale al suo “Beethoven”, come previsto. Il cervellone, però, non ha trasmesso il segnale, ma ha ordinato autonomamente ad uno di quei cosi sputa acido di aprire un buco nell’ostacolo.

Donald non era affatto preoccupato – Niente di che, davvero. – mi ha detto tranquillo – Solo una stupida sovrapposizione di codici nella programmazione –

Forse. Ma Donald ha detto che è stato qualcosa di autonomo...

Rapporto militare EB-03.282-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 319

La primavera arriva presto qui su Beth. E anche l’inverno. Oppure siamo noi che abbiamo sbagliato i conti. Fatto sta che alla fine di quello che doveva essere Ottobre siamo stati investiti da una bufera di neve.

Nulla di grave, dato che restiamo chiusi nei laboratori per la maggior parte del tempo, però i lavori sono stati comunque rallentati. Faceva un freddo porco, accidenti!

Questa situazione è durata fino a metà Febbraio, quando un’ondata di caldo primaverile ha cominciato a far rifiorire il paesaggio intorno alle nostre strutture.

Lasciando da parte questi ameni dettagli posso dire che il progetto è andato avanti pericolosamente. Sono state portate nuove migliorie ai sistemi di locomozione e l’efficienza è aumentata.

Purtroppo sono aumentate anche quelle strane anomalie che Donald aveva liquidato come inezie da informatici. La vera rivoluzione è stata durante un circuito di prova.

Una sonda ha riportato meno carburante di quanto ne aveva caricato all’inizio del giro, ma compiendo il percorso in metà tempo. Chissà come le sonde erano riuscite ad integrare il sistema digerente normale, fatto per assorbire piante e piccoli animali, con una sorta di catena di demolizione degli idrocarburi.

Sembra che funzioni dopotutto, quindi è stata inserita nei programmi di ricerca, ma il punto è che non siamo stati noi ad iniziarla. Sono stati loro.

Rapporto militare XC-03.423-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 366

E’ passato un anno esatto da quando siamo arrivati qui. Non sul pianeta, ma in questa parte di universo. E’ anche passato un anno (364 giorni per l’esattezza) da quando abbiamo iniziato a lavorare al progetto “sonde vive”.

Abbiamo fatto parecchi passi avanti dal nostro vivaio in terra pieno di formiche, direi. Abbiamo ottenuto buoni risultati, anzi ottimi; quasi al di là di ogni previsione. Dovremmo esserne fieri.

Eppure il morale non è mai stato così basso. Le anomalie comportamentali continuano pesantemente. I nostri “Beethoven” diventano sempre più indipendenti dai calcolatori; l’ultima cosa che hanno tirato fuori è stato l’autodeterminazione di quali specie produrre a partire dalle larve.

L’altro giorno da una larva si è formata una sonda senza che noi avessimo attivato il processo con stimolatori chimici,come facciamo di solito. E’ letteralmente spuntata dal nulla.

Nicolaj e Donald non sanno più dove mettere le mani. Le hanno provate tutte, ma non riescono a capire quale sia l’algoritmo che fa scattare il comportamento autonomo. Non riescono più nemmeno a scherzarci sopra, neanche Donald.

Sam ed il colonnello sono gli ultimi a mantenere la speranza. – Magari è solo un comportamento autoindotto, come col cane di Pavlov... – mi ha detto Sam ieri sera.

Io ci provo, giuro che ci provo con tutte le mie forze, ma non riesco a stare tranquillo. Sta per succedere qualcosa, me lo sento.

Rapporto militare DC-03.441-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 372

Siamo nei guai. Guai grossi anche. Dannazione a me e alle mie previsioni.

Oggi è successo un fatto terribile. Un tecnico, o forse un genetista, di un’altra squadra è stato riconosciuto come ostacolo da uno dei “Beethoven” più indipendenti ed è stato eliminato.

Non eliminato come ostacolo, e quindi spostato, è stato proprio e-l-i-m-i-n-a-t-o fisicamente. Nel senso che uno di quei cosi sputa acido l’ha sciolto sul posto.

Dovevamo essere protetti, maledizione! Donald e Nicolaj avevano detto di aver sviluppato una rete di inibizioni tali da neutralizzare questo rischio.

Intanto il generale Lee minimizza. – Quello che è accaduto al nostro amico è stato un gravissimo incidente. – ha detto all’altoparlante – Non dobbiamo assolutamente dimenticarlo, ma non dobbiamo dimenticare nemmeno ciò che avrebbe voluto che facessimo. Dobbiamo continuare questo progetto. –

Strano che spinga così tanto. Probabilmente il governo vuole vedere un ritorno economico o bellico al più presto e non gli importa di quello che accade qui a quattro anni-luce da casa.

Ad ogni modo ho spiegato al colonnello Patters la situazione; con lui ho concordato di “prendere in prestito” i fratelli Tompson per qualche giro di perlustrazione nei dintorni. Dobbiamo assolutamente avere una via di fuga nel caso le cose si mettano male.

Peggio di quanto sono adesso.

Rapporto militare EC-03.494-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 373

Andiamo bene. Leonard ha trovato una valle nascosta, qualche miglio più a sud di qui. E’ ben protetta e un’imponente catena montuosa fa da schermo da nord. Il clima è di gran lunga più mite e ci sono piante diverse rispetto a dove abbiamo montato il laboratorio.

Non importa, tanto ci porteremo l’attrezzatura dal laboratorio. Dovremo fare una bella arrampicata per venire qui, però.

Naturalmente questo accadrà se e solo SE le cose con le sonde vive si metteranno male. E speriamo vivamente di no, altrimenti saremmo nei guai.

Rapporto militare HC-03.453-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 376

Ok, se prima sospettavamo qualcosa, adesso il dubbio sta diventando certezza.

Nicolaj ha ricevuto uno strano messaggio sul suo portatile. “Noi siamo la colonia. Noi siamo Uno.” Questo è tutto, ma riempiva un’intera schermata di DOS, impedendo al sistema di avviarsi. Donald e Nicolaj hanno provato a controllare il mittente di quel virus, ma non ve n’era traccia.

Temiamo sia stato uno dei “Beethoven”, forse lo stesso che ha ucciso uno dei nostri, l’altro giorno. Che sia lui o un altro siamo comunque nei guai. Sembra che abbiano acquisito coscienza di sé, cosa che ha sempre separato l’uomo dalle bestie.

Per ora rispondono ancora ai nostri ordini, ma non credo durerà per molto. Ho chiesto a Sam di cominciare a raggiungere la valle segreta, ma non c’è stato niente da fare. Testarda.

Nel frattempo il colonnello, coi suoi agganci, ha cominciato a trasportare mezzi e tecnologie al rifugio per attrezzarlo meglio. Ormai non c’è dubbio alcuno sul fatto che presto verrà utilizzato.

Rapporto militare FD-03.459-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 378

Abbiamo iniziato ad andare in giro armati. E’ più sicuro così, dato che non sappiamo quando questi nuovi mostri che abbiamo creato si svincoleranno da noi. Perché succederà senz’altro anche se nessuno sembra essersi accorto tranne noi e quelli iniziati dal colonnello Patters.

Ho anche domandato, questa volta ufficialmente, al generale Lee se fosse possibile organizzare un addestramento di base per i civili, quel tanto che bastava per far maneggiare loro le armi senza rischiare di uccidersi o ferire qualcuno.

Per tutta risposta mi ha tirato una pacca sulla schiena, ridendo. – Allora non ti sei trasformato in un accademico, eh? Bene, mi fa piacere soldato. Permesso accordato, capitano Blake! – e se ne è andato, ancora ridendo.

Probabilmente pensa che io sia uno di quei suonati, maniaci della guerra, che pensano che tutto il mondo debba essere addestrato militarmente.

Bah! Dopotutto sono affari suoi se lo pensa. Noi sappiamo a cosa ci stiamo preparando.

Rapporto militare ND-03.482-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 386

E’ successo.

Dannazione, avevamo tutto sotto controllo! Perché ci siamo lasciati fregare così? Perché?

Domande inutili ormai. Era da stamattina che i calcolatori non andavano. Abbiamo pensato, cioè hanno pensato Nicolaj e Donald, ad un problema di rete o qualcosa di simile, non ho capito bene.

Così sono andati a controllare nella sala dei cervelloni, come la chiamiamo noi. Per colmo di sfortuna, è proprio accanto alle celle di contenimento di quei cosi. Sembrava logico, dato che erano controllati da calcolatore; sembrava la soluzione perfetta. Come ci sbagliavamo.

Mentre Donald entrava nella sala vera e propria, Nicolaj è rimato fuori a controllare la cablatura esterna. Una sirena assordante lo ha distratto dai suoi pensieri e si è girato. Le celle si stavano aprendo con tanti sibili sinistri.

Subito ha imbracciato il fucile ed è rimasto lì impalato ad osservare i mostri che si scuotevano per svegliarsi del tutto. Quando uno di quei cosi con le punte lo ha visto, ha iniziato a correre verso di lui e Nicolaj, preso dal panico, gli ha sparato. Quello è caduto a terra, insozzando il pavimento lucido col suo sangue nerastro.

C’è stato un momento di silenzio, poi le creature si sono lanciate in un coro di ticchettii e schiocchi, come se comunicassero. Nicolaj si è voltato ed è fuggito a gambe levate proprio mentre Donald si affacciava sulla porta.

Nicolaj ci ha raccontato che quei mostri gli hanno tranciato via la testa di netto. Aveva ancora gli occhiali sporchi del suo sangue.

Rapporto militare ND-03.483-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 386 + qualche ora

Quando Nicolaj si è ripreso, ha forzato l’ingresso della rete del laboratorio per accedere all’altoparlante. Al quel punto si è fatto avanti il colonnello, sintetizzando la situazione con brevi e semplici parole.

- Attenzione, colleghi. Qui è il colonnello Patters del gruppo 35 86 22 18. Siamo stati attaccati dalle creature ed un nostro compagno è morto. Evacueremo la base immediatamente e vi invitiamo a fare altrettanto. Saremo tra cinque minuti al cancello sud. –

Insomma, abbiamo preso armi e bagagli e siamo corsi all’uscita sud, pronti per dirigerci alla valle nascosta. Credevamo si sarebbe trattato di qualcosa di semplice, che il peggio fosse ormai alle spalle. Ci sbagliavamo.

Una volta giunti al cancello ci trovammo nel bel mezzo di uno scontro a fuoco. I militari facevano da scudo ai civili, imbracciando le armi coraggiosamente e ritirandosi sempre più verso l’interno della base.

Ci volevano chiudere dentro. E ci stavano riuscendo maledizione!

Ci siamo buttati anche noi nella mischia e con varie granate, e anche due colpi di armamento pesante, siamo riusciti a formare un cordone per evacuare l’edificio. Infine ci siamo ritirati in buon ordine, senza rompere le fila.

Credo sarà uno di quei ricordi che mi perseguiteranno a vita. Ero in prima linea coi fratelli Tompson e Chun, insospettabile artigliere mancato; finalmente le creature si stavano ritirando e noi eravamo sul punto di fare lo stesso.

Con un ultimo scatto di energia, però, uno di quei cosi a quattro zampe che avevano creato è saltato letteralmente addosso al povero Carl. A questo si sono subito uniti altri due o tre dei loro compagni e tutti insieme lo hanno trascinato a terra.

Il tempo di togliere quei cosi dal corpo del soldato e quelli l’avevano già ridotto in poltiglia.

Giuro che stavo per vomitare anche l’anima. Gli avevano aperto il torace e le budella fuoriuscivano senza controllo, ad ogni suo spasmo. Non potendo fare niente l’abbiamo caricato su una barella e ci siamo messi in marcia.

Stanchi, feriti e sporchi del sangue di quei mostri come dei nostri compagni, siamo arrivati ai piedi dei monti che facevano da schermo alla valle.

Da lì, con la piccola nave da trasporto planetario che avevamo preventivamente imboscato, abbiamo cominciato a trasferire gli uomini al nuovo rifugio.

Di quasi duemila persone che eravamo, siamo riusciti a portarne al rifugio solo quarantasette.

Rapporto militare TD-03.501-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 392

E’ quasi una settimana che siamo arrivati qui. Ci sono stati i funerali di Carl, l’altro ieri, ma Leo non era presente. Delirava a letto, con la febbre alta. Filomena ha suggerito di ripeterli, quando starà meglio.

Sembra che quei cosi non ci stiano nemmeno cercando. Ogni giorno mandiamo esploratori, ma non c’è nulla che segnali la presenza dei mostri.

Abbiamo con noi anche una vecchia ricetrasmittente a onde ed ogni giorno mandiamo un messaggio a casa, ben sapendo che se anche lo ricevono entro breve, ci impiegheranno minimo cinque anni per arrivare.

Ad ogni modo noi ci stiamo preparando per un possibile attacco. Non sappiamo se o quando arriveranno, ma nella base il silenzio si fa pesante senza qualcosa da fare. E addestrare i pochi uomini che ci sono rimasti è qualcosa.

Rapporto militare GD-03.540-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 405

A quanto pare non siamo gli unici ad essere scampati all’attacco. Oggi sono arrivati cinque uomini armati e feriti. Li abbiamo accolti e curati, ovviamente, ma non dicono una parola. Non una.

La dottoressa Swannson, unico medico sopravvissuto della spedizione, dice che probabilmente sono in stato di shock, come pure Leonard. Chissà quanto ci rimetteranno a riprendersi.

Intanto studiamo quelle che potrebbero essere le loro strategie d’attacco. Compito non facile come si dovrebbe supporre; diamine, siamo stati NOI a creare i loro cervelli ed ora non sappiamo prevedere in che modo penseranno?!

Ragionando a mente fredda, però, è logico che sia così. Altrimenti avremmo previsto la catastrofe e l’avremmo accuratamente evitata. E invece ci siamo finiti dritti in mezzo.

E dobbiamo impegnarci tutti per venirne fuori. Anche Sam si è unita alle ronde; non posso dire che la cosa mi faccia piacere, ma è necessario, per la nostra sopravvivenza.

Fortunatamente gli impianti per la produzione di cibo funzionano correttamente, altrimenti chissà quanto ci avremmo messo prima di arrivare al cannibalismo?

Rapporto militare TE-09.066-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 2245

Sono passati sei anni ormai. Sei anni da quando siamo piovuti su Beth, gonfi della nostra presunta sapienza e dei nostri mezzi avanzati. Cinque anni da quando le nostre stesse creature ci si sono rivoltate contro, decimandoci e costringendosi a lasciare il laboratorio.

Sono stati anni infernali, anni di privazione, di smarrimento. E anche di riflessione, perché no. Ma soprattutto sono stati anni di paura. E di attacchi.

Già, perché dopo qualche mese, i mostri della Colonia si sono fatti vivi. Erano sempre di due tipi, quelli adattati per il combattimento, ma ora si muovevano più velocemente e avevano un carapace più resistente. di quello che gli avevamo fornito in partenza.

Fortunatamente la nostra squadra li ha intercettati prima che raggiungessero il nostro rifugio, ma a quanto pare non è stato abbastanza. Dopo soli due giorni ci hanno trovato e si sono scontrati contro le nostre mura, fatte di lamiere riciclate e vari pezzi di ferro che non servivano più a nulla.

Da allora, ogni dieci giorni circa veniamo messi alla prova. Probabilmente uno dei “Beethoven”, non riuscirò mai a pensare a loro diversamente, vuole prenderci per sfinimento. La nostra ultima speranza rimane il messaggio di soccorso che mandiamo ogni giorno.

Nonostante continuiamo a trovare superstiti del vecchio laboratorio, non siamo aumentati di numero, fuorché nei primi tempi. Dagli iniziali quarantasette siamo arrivati a duecentotredici uomini, di cui buona parte addestrati, bene o male.

Da quando sono iniziati gli attacchi abbiamo perso comunque molti uomini, fino ad arrivare a circa centoottantadue. Non ci sono più né Filomena né Edward e così nemmeno il colonnello Patters, caduto per coprirci la ritirata durante un pattugliamento.

Leonard sta meglio, però. E’ molto taciturno e scostante, ma è sempre disponibile per dare una mano. Ed in più, come un raggio di sole in un cielo nero, Sam ha partorito un bellissimo maschietto.

Ormai ha quasi quattro anni; non voglio vederlo crescere così.

Spero solo che la nave arrivi presto.

Rapporto militare UE-09.069-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 2246

Oggi c’è stata un’altra novità. Non bella, purtroppo.

Era in corso una pattuglia, come ogni giorno; quella volta era un servizio a lungo raggio ed erano a qualche miglio dal campo, con la radiotrasmittente in contatto.

Ad un certo punto sentiamo gracchiare e poi una scarica di energia statica. Subito un’altra pattuglia imbraccia le armi e va ad indagare, stavolta con maggiore circospezione.

Hanno riportato solo un uomo, morto poche ore dopo per le ferite. Dal racconto che ci ha fatto sembrano essere spuntati dal terreno. – La terra... è - è ESPLOSA! ... tutto intorno. Quei mostri... ci hanno assalito e... venivano dal basso! Da sotto... –

E’ spirato subito dopo il suo rapporto.


Rapporto militare YE-09.081-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 2250

Oggi abbiamo ritrovato il generale Lee. A quanto pare non eravamo gli unici ad essersi organizzati contro i mostri. Anche il nostro generale faceva parte di uno di quei gruppi, ma sono stati annientati cinque giorni fa. Nessun superstite a parte lui ed altri tre.

Credo di essere diventato credente. Mi chiedo se un qualche Dio non ci guardi da lassù. Ma poi mi chiedo perché ci sta tartassando così. “Perché di tanto inganni i figli tuoi?”

Sam ride e dice che sto diventando un filosofo. O uno storico, dato che mi ricordo i versi di un poeta morto quattrocento anni fa. Leopardi, mi sembra. Almeno riusciamo ancora a ridere, è già qualcosa.

Anche oggi abbiamo inviato l’S.O.S. ma senza molta speranza. Se non l’hanno ricevuto fin’ora c’è poca probabilità che lo facciano adesso. E se pure lo captassero in questo stesso istante, ci vorrebbero altri cinque anni perché vengano a salvarci.

E tutti sappiamo di non poter resistere tanto a lungo.

Rapporto militare ZE-09.111-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 2261

ABBIAMO RICEVUTO UNA COMUNICAZIONE RADIO!

Sono arrivati, grazie al cielo. Innalzerei una chiesa seduta stante, se servisse, tanta energia mi sento in corpo. Gli abbiamo fornito la nostra posizione e verranno a prenderci non appena terminati i controlli medici di routine. Almeno una buona notizia.

Ciononostante, le cose non potrebbero andar peggio. Sono arrivati altri profughi di altri campi e non portano nuove altrettanto buone. Si stanno avvicinando, con tutte le loro truppe.

C’è chi dice addirittura che abbiano sviluppato una specie tutta nuova a partire dai cosi sputa acido. Hanno messo le ali. Questa è una pessima notizia, dato che le nostre difese antiaeree non sono proprio... beh non ci sono. Punto.

La marcia dell’esercito nemico procede spedita, ma comunque non dovrebbero arrivare al campo prima di due giorni. E per allora dovremmo essercene andati.

E’ anche aumentata la voglia di scherzare. Oggi in mensa ho sentito un soldato. – Speriamo solo che un meteorite non colpisca la nave! – Tutti hanno riso allegramente alla battuta. Persino Leonard ha stiracchiato una smorfia accettabile.

Rapporto militare AE-09.114-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 2262

Aveva ragione mia nonna. “Il diavolo viene quando lo si chiama”. E infatti cosa ci hanno comunicato dalla stazione spaziale in orbita? - Causa imprevisti guasti ai moduli da sbarco, i soccorsi verranno inviati tra due giorni. –

Due dannatissimi giorni! Per allora non ci sarà più nulla da salvare! Il loro esercito sta arrivando qui e ci faranno a pezzi!

Siccome non potevamo comunque arrenderci e morire senza opporre un minimo di resistenza abbiamo montato delle difese in più sulle mura. Spero solo che bastino per resistere un altro poco.

Rapporto militare BE-09.117-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 2263

Sono arrivati. Si sono accampati davanti all’ingresso della nostra dannata valle e aspettano.

Non sappiamo cosa, ma aspettano e sono lì appena al di fuori della portata delle nostre armi. E noi non siamo certo così fessi da tentare una sortita.

Inoltre sembra ci abbiano tagliato la ritirata; abbiamo mandato una pattuglia verso nord in avanscoperta ed abbiamo scoperto che l’intera valle dietro di noi è presidiata da quei cosi. Non ne abbiamo visti, ma ormai i loro ticchettii e scricchiolii sono inconfondibili.

Ora devo andare, è il mio turno di guardia sul muro.

Dobbiamo resistere ancora un giorno, uno soltanto.

Sarà il giorno più lungo della mia vita.

Rapporto militare CE-09.120-NI
Cpt. J. T. Blake
Giorno 2264

Questo è l’ultimo rapporto su questa missione, fortunatamente. Non vedo l’ora di essere nella cella di congelamento per dimenticare questa brutta avventura.

Anche se non credo che certe cose potranno essere dimenticate. Come ciò che è successo oggi.

Già da ieri montavamo la guardia sul muro, in attesa dello scontro finale. Poco prima della mezzanotte Chun mi aveva mandato a dormire un poco. Pensavo di non poter chiudere occhio dalla tensione, ma sono caduto in stato comatoso non appena mi sono gettato sul materasso.

Mi sono svegliato nuovamente circa tre ore dopo, anche se per me potevano essere passati solo cinque secondi, al suono dei primi spari.

Ho ripreso il fucile che era scivolato a terra nel sonno, ho svegliato Sam ed il piccolo perché si preparassero in fretta e sono uscito.

Quei cosi stavano attaccando pesantemente, mandando contro il muro ondate e ondate degli affari sputa acido, mentre le unità da corpo a corpo restavano indietro.

Dopo averli respinti un paio di volte, mentre le carcasse dei loro compagni emanavano un puzzo rivoltante, li abbiamo visti indietreggiare di parecchi metri. Abbiamo urlato vittoria, alzando in alto i nostri mitragliatori K17. Poveri stolti.

Sono arrivati subito i rinforzi. Per loro ovviamente. Quei cosi volanti di cui ci avevano parlato i superstiti delle altre installazioni erano veri. E ci stavano attaccando in massa.

Sono piovuti su di noi come dei bombardieri e noi riuscivamo a malapena a colpirli, figurarsi abbatterne uno. Metà di noi è dovuta girare rivolgendo i fucili all’interno del campo, mentre l’altra metà restava puntata verso l’esterno a respingere i nuovi attacchi.

Già perché dopo aver testato le nostre difese, hanno attaccato con tutte le loro truppe tenendoci impegnati dentro e fuori le mura mentre le creature da mischia sfondavano il cancello.

C’è stato il caos, mentre tutti gli uomini sulle mura si ritiravano. Siamo riusciti, con molta fortuna, a coordinare un contrattacco sbarrando l’accesso con due spessi pezzi di lamiera presi dalla copertura interna. Ci avrebbero messo un po’ a sfondarli.

Intanto ci occupavamo dell’eliminazione di quelli rimasti all’interno del campo.

Sembrava si fossero arresi, finalmente, ma proprio quando abbiamo cominciato a sentire il rombo delle navi da sbarco mandate dall’orbita un ultimo attacco, il più massiccio, è riuscito a sfondare nuovamente le nostre difese.

Il cancello di fortuna è esploso scagliando schegge di ferro che falciarono buona parte degli uomini ancora in piedi. C’è stato un momento di silenzio, mentre i soccorsi si avvicinavano sempre più.

Infine c’è stato il massacro. Più nessuno dava ordini e tutti correvano in giro, sperando di sopravvivere abbastanza per tornare nello spazio e dimenticare quell’orrore.

Abbiamo formato un muro umano attorno al cancello distrutto, sperando di limitare il numero di creature che potevano entrare, ma i morti sono stati innumerevoli.

Intanto le navicelle erano atterrate, pur tra i colpi di artiglieria e quelli all’acido, e stavano imbarcando i pochi sopravvissuti. Dal muro abbiamo fatto immediatamente dietro-front ed iniziato una pazza corsa verso le navi.

Ci aspettavamo di essere bersagliati a morte, senza possibilità di scampo, ma nessuno di noi è stato colpito. Quando siamo arrivati alla rampa d’imbarco e ci siamo voltati, abbiamo capito il motivo.

Leonard era rimasto indietro ed imbracciava due mitragliette, sventagliando come un pazzo e tenendo in scacco tutte le creature. Una sola, sopravvissuta alla strage, si era avvicinata dietro di lui.

Non abbiamo avuto neanche il tempo di gridare un avvertimento e quella gli aveva infilato il lungo artiglio in mezzo alla schiena. Nel cadere si è voltato; sorrideva. Era FELICE di morire.

Poi è stato tutto confuso e non ricordo più nulla.

***

Al mio risveglio ho trovato Sam ed il piccolo accanto al mio letto d’ospedale, in orbita. Mi hanno detto che ho preso un colpo in testa quando la nave ha sobbalzato nel decollare. Nicolaj ci aspettava già nella cella, insieme alla dottoressa Swannson, tra poco signora Kolpicev.

Qualche giorno dopo sono stato dimesso e siamo andati nella camera di criogenesi per il viaggio di ritorno. Ad un certo punto mi sono voltato di scatto, credevo di aver visto una di quelle maledette larve.

Quando Sam mi ha chiesto, con voce preoccupata, se c’era qualcosa che non andava ho scosso la testa. Probabilmente era solo un’allucinazione dovuta allo stress e anche se fosse ora non mi importa, so solo che sono con la mia famiglia. Quando e se verrà il momento le affronteremo di nuovo.

Siamo partiti per cercare una soluzione. Abbiamo creato un nuovo problema. Ma non è forse questo che l’uomo ha sempre fatto?
  
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